SOMMARIO: La lapide di Matteotti sfregiata – Tocqueville a Cannes – Ricordi di scuola che pesano ancora – La Russa – Lettere





LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com







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Natura, storia ed eccellenze del Piemonte.
Piccolo, ma prezioso, Rorà è un borgo speciale dove fare gite e passare del tempo in maniera lenta, riflessiva.
Luogo alternativo in estate alle affollate e calde spiagge nella vicina Liguria, questo gioiello, sito a 1000 metri di altezza, è un rifugio naturale contro la calura estiva che giorno dopo giorno diventa sempre più estenuante.
Il paesaggio, fatto di boschi di castagni e bellissimi scenari montani, è quello straordinario della Val Pellice, una valle alpina nei pressi di Torino che prende il nome dal torrente che la bagna, posta a sud della Val Chisone e di quella del Po e ad ovest del confine con la Francia.
Parte delle Alpi Cozie quest’area è circondata da alte montagne e da diversi valichi, qui si custodiscono biodiversità rare e protette, come nella Zona Speciale di Conservazione Bosco di Pian Prà, dove camminare significa respirare storia e ascoltare nel profondo le natura circostante.
Da non perdere sicuramente è il famoso castagno secolare il Lou Fraisi, simbolo di forza e longevità, spesso al centro di racconti locali.
Rorà è nota anche per la Pietra Luserna e le cui cave, attive dal ‘500, possono essere visitate, inoltre, in estate, molte di queste originali location ospitano eventi culturali e spettacoli teatrali, creando così un connubio perfetto tra natura e arte. È presente anche il museo, il Loze di Rora’, che racconta la storia del lavoro estrattivo e della cultura materiale legata alla famosa pietra.
Memoria della comunità valdese, una delle più antiche chiese protestanti europee, nata nel XII secolo con il movimento di Pietro Valdo e perseguitata per secoli, che ha trovato rifugio nelle Valli del Piemonte, a Rorà ha scritto pagine di resistenza civile e religiosa. Il paese fu teatro della Gloriosa Riantata, l’epopea del ritorno dei valdesi dall’esilio, guidati da Henri Arnaud, nel 1689. A raccontare questi eventi c’è il Museo della Pietra e della Cultura Valdese, ospitato in un’antica casa rurale, dove strumenti, documenti e oggetti quotidiani danno voce a una storia di dignità e perseveranza.
Il Tempio Valdese è l’edificio simbolico del borgo, legato proprio alla storia di questa comunità religiosa e testimonia la secolare lotta per la libertà di culto.
Molto famoso anche il nome di Giosuè Gianavello, il condottiero ribelle, chiamato “il Leone di Rorà”, che riecheggia nei racconti locali, nei sentieri storici e nel piccolo Ecomuseo della pietra che non è un semplice spazio espositivo, ma un progetto diffuso, immerso tra il centro del paese e l’antica cava Tupinet, dove manichini e strumenti originali rievocano il duro lavoro degli scalpellini.
Oltre ad un viaggio a ritroso in una storia che è rimasta radicata nelle pietre di questo borgo, sono apprezzabili anche i progetti attuali come quello della Stone Oven House una residenza per artisti contemporanei in mezzo ai boschi che attira ogni anno creativi da tutta Europa.
Anche le donne Rorà hanno lasciato una traccia indelebile all’interno delle case e delle strade di questo luogo straordinario ed emblematico e, anche se non citate nei libri di storia come spesso avviene, queste ultime hanno avuto un ruolo centrale nella costruzione della vita comunitaria.
Le donne delle cave e delle fornaci, per esempio, normalmente figlie di scalpellini, erano custodi delle case e spesso erano coinvolte nella raccolta del legname e nel sostegno alle attività delle fornaci; le istitutrici valdesi e poi le resistenti silenziose che, durante le persecuzioni religiose ebbero l’importante compito di proteggere i rifugiati, non possono non essere ricordate e celebrate.
https://www.comune.rora.to.it/
Domenica 27 luglio si chiude in musica l’edizione 2025 del Quadila Festival
Il Quadila Festival si chiude in musica ospitando i Lou Dalfin e il concerto gratuito “Bistrò Dalfin”, in programma domenica 27 luglio alle 21,30 al Belvedere di Albugnano (Asti).
Il Festival, organizzato da Lo Stagno di Goethe, saluta così l’edizione 2025. La performance dei Lou Dalfin unisce il ritmo delle danze occitane a storie intense, il tutto su un sound che fonde strumenti tradizionali con chitarre elettriche e batteria. Con oltre 1300 concerti e 12 album, i Lou Dalfin hanno conquistato festival e club in tutta Europa, coinvolgendo chiunque voglia ballare, cantare o semplicemente emozionarsi. Per loro, la cultura occitana è un’esperienza personale e vitale, vissuta attraverso la musica popolare.
Il concerto “Bistrò Dalfin”, nella formazione con cinque musicisti, è un ritorno alle origini del loro folk rock occitano. “Siediti e ascolta le nostre canzoni alla luce dell’essenziale: chitarra, armonica e fisarmonica ti riporteranno all’acustico incanto dei primi concerti in cui nasceva la nostra storia. Incontrerai nuovamente la batteria discreta degli esordi, spazzole e leggerezza per imboccare le rotaie del treno blues, come un hobo nella Val Maira del ricordo. Ti troverai come compagno di viaggio Briga, con la sua viola, sempre alla ricerca di una piazza in cui far risuonare bordoni. E il basso che ci tiene in piedi, come un amico che ti accompagna a casa dopo le troppe birre, bevute al Bistrò Dalfin”. L’invito è quello ad unirsi, e ballare.
In caso di maltempo, il concerto sarà riprogrammato.

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Mentre a Saluzzo e a Cuneo prende ufficialmente il via “Occit’amo” con la grande orchestra catalana “Cobla Sant Jordi”
Domenica 27 e mercoledì e giovedì 30 /31 luglio
Castelmagno (Cuneo)
L’entusiasmo è alle stelle. L’evento è stato definito la “cima Coppi” dell’edizione 2025 della stagione musicale organizzata dai “Polifonici del Marchesato” e dalla “Fondazione Bertoni” di Saluzzo, che hanno condiviso appieno la frase che accoglie i visitatori sul sito del Rifugio “Fauniera: “Ci sono sogni che nascono nella nostra testa e che il nostro cuore trasforma in realtà”. Il riferimento è all’evento musicale che, domenica 27 luglio, alle 13, si terrà proprio sulla terrazza del “Fauniera” a Castelmagno (Cuneo) e che vedrà impegnati – nell’ambito della rassegna “Suoni delle Terre del Monviso”, nata dalla collaborazione tra “Occit’amo Festival” e “Suoni dal Monviso” – i giovani del “Sunrise Quartet en plein air”, “ensemble di archi” nato nel contesto del Conservatorio “G. F. Ghedini” di Cuneo, che proporrà al pubblico musiche da Franz Joseph Haydn (“Quartetto op. 76 n.4 in Sib maggiore”) e da Ludwig van Beethoven (“Quartetto op. 18 n.4 in Do minore”). I loro nomi: Luca Costantino e Anna Peano al violino, Ludovica Ciafardone alla viola e Sofia Artioli al violoncello.
La scelta artistica della formazione dei quattro giovani del “Conservatorio” cuneese “rappresenta – dicono gli organizzatori – la precisa volontà di ‘Suoni delle Terre del Monviso’ di scommettere da sempre sulle nuove generazioni e di dare visibilità a quella che, già dal classicismo, è considerata una delle forme compositive più alte, espressione di unitarietà ed armonia. In onore di questo, le composizioni proposte sono due degli esempi più riusciti di autori quali Haydn e Beethoven. I fasti della Vienna imperiale rivivranno là dove il panorama è mozzafiato: dalla pianura a perdita d’occhio, fino alla Langa e alle Prealpi Liguri, in un clima davvero magico”.
Per ulteriori info: www.occitamo.it o www.suonidalmonviso.it . Per contattare il Rifugio “Fauniera”, tel. 388/1295174
Secondo appuntamento. A pochi giorni di distanza dal Concerto dei “Sunrise Quartet”, e dopo tanti vivaci appuntamenti collaterali, entra ufficialmente nel vivo il “Festival Occit’amo”(direzione artistica, Sergio Berardo, leader dei “Lou Dalfin” e anima della riscoperta della “musica occitana”) con due grandi e imponenti spettacoli dell’orchestra catalana “Cobla Sant Jordi”(fondata nel 1983), a Cuneo e a Saluzzo . La formazione ufficiale della città di Barcellona, unanimemente considerata come una delle più qualificate di tutta la Catalogna, si esibirà, infatti, mercoledì 30 luglio, alle 21,30, a Cuneo, presso il complesso monumentale di “San Francesco” (via Santa Maria, 10), e giovedì 31 luglio, alle 21,30, a Saluzzo, presso la chiesa “Cattedrale” (piazza Giuseppe Garibaldi, 1). L’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria su“Eventbrite” .
Ad anticipare i grandi spettacoli, due appuntamenti “più intimi”: martedì 29 luglio, alle 21,30 , presso la Chiesa della Confraternita di “San Sebastano” a Roccasparvera, si terrà il coinvolgente incontro tra la cantante di Barcellona Magalì Sare ed il polistrumentista, anche lui di Barcellona, Manel Fortià (fra i contrabbassisti più singolari della nuova generazione) che si esibiranno nel Concerto “Re – Tornar”; mercoledì 30 luglio, alle 10, a Crissolo, Silvia Mattiauda con altri giovani della “Grande Orchestra Occitana” si esibiranno durante la giornata di chiusura del percorso “Montagna Terapia” con “Officina Monviso”. Gli appuntamenti di “Occit’amo Festival” rientrano nell’ampio cartellone di eventi di “Suoni delle Terre del Monviso”.
Spiega Sergio Berardo: “L’avvio del Festival, con questa incredibile occasione di ascolto e partecipazione della ‘Cobla Sant Jordi’, vuole cogliere una delle anime più vive di ‘Occit’amo’, ovvero il concetto di scambio tra i territori, ospitando la straordinaria formazione di fama internazionale, composta da dieci fiati tradizionali e un contrabbasso, unico strumento a corde. La scelta, inoltre, di due imponenti Chiese per l’allestimento dei concerti vuole invitare lo spettatore a calarsi in un momento introspettivo e di raccoglimento, grazie anche alla straordinaria emozione che saprà convogliare la ‘Cobla’ con la sua musica popolare ma raffinata che rispecchia l’arte identitaria catalana nella sua accezione più particolare”.
Per maggiori info: www.occitamo.it
g.m.
Nelle foto: Il “Sunrise Quartet en plein air” e “La Cobla Sant Jordi”
Marco Travaglini
La selezione dell’ottantaduesima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia , che si terrà dal 27 agosto al 6 settembre prossimo, accoglie tre film sviluppati da Torinofilmlab, che dal 2008 supporta autrici e autori nella realizzazione delle proprie opere. Fuori concorso figura “Landmarks” (Nuestra Terra), primo lungo documentario della regista Lucrecia Martel, argentina, vincitrice nel 2020 del TFL Co-Production Fund e già Presidente della giuria della Biennale Cinema del 2019.
In concorso nella sezione Orizzonti il film intitolato “Grand Ciel” del giapponese Akihiro Hata, che ha lavorato al film all’interno del programma TFL ScriptLab 2018 e “ Milk Teeth” ( Dinti de lapte) del rumeno Mihai Mincan, che torna a Venezia dopo il debutto del suo lungo d’esordio intitolato “To the North” del 2022. Mincan ha preso parte al programma FeatureLab 2023, insieme al produttore connazionale Radu Stancu e ha ottenuto il TFL Production Award. Sound designer del film ora in concorso il Premio Oscar Nicolas Becker.
Presenti anche tre nuovi film di alumni TFL. In concorso ufficiale “Duse” di Pietro Marcello, che aveva partecipato a ScriptLab nel 2014 e vinto il TFF nel 2009, e “Orphan” dell’ungherese Lászĺó Nemes, alumnus ScriptLab nel 2012 e FeatureLab nel 2015.
È stato selezionato per Orizzonti anche il film dal titolo “Un anno di scuola” di Laura Samani, già regista di ”Piccolo Corpo”, sviluppato nei programmi ScriptLab 2017 e FeatureLab 2018.
Il Torino FilmLab è organizzato dal Museo Nazionale del Cinema, con il supporto di Creative Europe, sottoprogramma Media dell’Unione Europea.
Mara Martellotta
Al Castello di Ivrea, è stata inaugurata la mostra Arte liberata, un progetto espositivo curato da Elisabetta Tolosano che fa dialogare tre protagonisti dell’arte contemporanea: Riccardo Cordero, scultore di fama internazionale e figura centrale dell’arte plastica italiana e il duo composto da Elizabeth Aro, artista argentina di rilievo internazionale specializzata in arte tessile, scultura e installazione e Luisa Valentini, voce autorevole della scultura italiana contemporanea, che spazia nell’uso di diversi materiali, in dialogo con “Natura condivisa”. Le opere, allestite negli spazi interni ed esterni del Castello, daranno vita ad un confronto riuscito tra passato e presente, in cui le architetture storiche incontrano con efficacia le creazioni
degli artisti. Arte liberata è un’iniziativa promossa da Kalatà, con il sostegno della Città di Ivrea e la collaborazione della Regione Piemonte. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 28 settembre e sarà visitabile esclusivamente nell’ambito del percorso di visita al Castello con i seguenti orari: venerdì alle ore 17 – 18; sabato, domenica e festivi alle ore 10.30 – 11.30 – 15 – 16 – 17.
www.kalata.it


