CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 64

Rock Jazz e dintorni a Torino. I Rockets e David Ford

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al teatro Alfieri arrivano i Rockets per festeggiare i 50 anni di carriera con il tour “The Final Frontier”, che è anche il titolo dell’album pubblicato lo scorso ottobre.

Mercoledì. Al Blah Blah suonano i Wormsand.

Giovedì. Al Cafè Neruda si esibisce il trio CLB.

Venerdì. Al Blah Blah suonano gli Avvolte. Al Capolinea 8 sono di scena Pietro Ballestrero & Achille Succi. Alla Divina Commedia  si esibiscono gli Yourmother. All’Hiroshima Mon Amour è di scena Mobb Deep. Al Folk Club suona David Ford.

Sabato. Alla Divina Commedia si esibiscono i The Fabulous Contromano. Al Magazzino sul Po suona Michel Banabila + Carne Tremula. Al Blah Blah sono di scena gli Sludge. Allo Ziggy suonano i Tenebra+Supasonic Fuzz. Al Folk Club si esibisce il trio di Enzo Zirilli. Al Blah Blah è di scena Alessandra Novaga.

Domenica. Alla Divina Commedia suonano i Risonanza Magnetica. Al Magazzino sul Po si esibisce  Nervi + Khamilla.

Pier Luigi Fuggetta

Quando la neve era più soffice e bianca

La Tranquilla, parte alta di Oltrefiume, frazione di Baveno sul lago Maggiore e ai piedi del Mottarone, sotto la neve era uno spettacolo da lasciare senza fiato. I prati e gli alberi, le vie e i tetti innevati rimandavano un’immagine di serenità. Negli anni della gioventù a volte le nevicate duravano giorni e giorni e il ricordo è rimasto vivido perché, come diceva Mario Rigoni Stern, “i ricordi sono come il vino che decanta dentro la bottiglia: rimangono limpidi e il torbido resta sul fondo. Non bisogna agitarla, la bottiglia”. Rammento quelle nevicate e io e mio fratello, come gli altri bambini, giravamo su noi stessi con la faccia rivolta al cielo e la bocca aperta; ogni fiocco che si depositava sulle lingue aveva un sapore particolare ed emetteva un lieve, attutito crepitio. Quel suono dell’infanzia è rimasto un ricordo di attese felici. La neve ha sempre rappresentato qualcosa di speciale, ci si buttava di schiena per fare gli omini o la si mangiava con un poco di limone e zucchero alla terza nevicata perché un vecchio detto raccontava che la prima è dei gatti, la seconda dei cani e solo la terza è dei cristiani. Quando stava per nevicare se ne avvertiva nell’aria l’imminente presenza che sapeva ben più che di promessa.

E tutto si faceva silenzio perché quando la neve cade, soprattutto di notte, sembra che ogni cosa trattenga il respiro. “A segnalare l’arrivo dell’inverno, da sempre, è per primo lo scricciolo che si avvicina alle case degli uomini. È il più piccolo degli uccelli europei, un batuffolo raccolto di piume brune con fini striature più scure e una piccola breve coda sempre portata all’insù. Il suo richiamo è come un leggero tocco su un campanellino d’argento: è con questo che chiama la neve”. Così Mario Rigoni Stern raccontava l’arrivo dell’inverno in Stagioni, scritto nel 2006 all’età di 85 anni, due anni prima di morire. Aveva un rapporto speciale, quasi fisico con la neve. Quella degli inverni lontani dell’infanzia, quella dura e gelata della ritirata di Russia, quella dei mille sentieri sotto la neve che raccontò. Come questo: “Arrivammo a una malga dove nel cuore dell’inverno avevo trovato rifugio per una notte quando, ragazzo, ero scappato di casa per uno schiaffo che ritenevo di non aver meritato. Quella notte c’erano certamente più di venti gradi sotto zero e il vento e la neve sferzavano il tetto e si insinuavano fra le travi. Avevo acceso il fuoco ma non riuscivo a dormire; la poca legna era finita molto presto e allora avevo bruciato la panca e il tavolo per non restare assiderato. Al chiarore di quel fuoco lessi Tifone di Joseph Conrad che avevo portato con me dentro lo zaino. (…). Lassù la montagna è silenziosa e deserta. Lungo la mulattiera che gli austriaci costruirono per giungere nei pressi dell’Ortigara, dove un giorno raccolsi la punta ferrata del Bergstock che è qui sulla libreria, ora non passa piú nessuno. La neve che in questi giorni è caduta abbondante ha cancellato i sentieri dei pastori, le aie dei carbonai, le trincee della Grande Guerra, le avventure dei cacciatori. E sotto quella neve vivono i miei ricordi”. L’inverno è probabilmente la stagione più giusta per leggere i racconti di Mario Rigoni Stern che di se diceva “sono nato alle soglie dell’inverno, in montagna, e la neve ha accompagnato la mia vita”. I Erano inverni non molto differenti da quelli di quasi sessant’anni fa che ricordo ancora quando, con i guanti di lana fatti in casa e un poco bucati, si correva in casa a scaldare le mani vicino alla stufa a legna nella cucina della casa di ringhiera che in tempo era stata uno dei magazzini del cotonificio Castiglioni mentre le altre stanze erano gelide e mantenevano anche di giorno i “fiori” che il gelo ricamava sui vetri delle finestre durante la notte. Il freddo di quel tempo è rimasto un ricordo indelebile di stagioni che offrono ancora il ritratto di esistenze vissute secondo ritmi antichi, diversissimi da quelli che oggi caratterizzano questo mondo frettoloso, distratto e materialista. E la neve, oltre ad essere tanta ma tanta davvero, era anche più bianca e più soffice.

Marco Travaglini

 

Massimo Ranieri all’anfiteatro dell’Anima di Cervere 

 

 

Riprede il viaggio di Massimo Ranieri insieme al suo pubblico con il suo spettacolo “Tutti i sogni ancora in volo”, e una tappa sarà a Cervere all’Anima Festival il 30 luglio prossimo alle 21.30.

Pochi dubbi sul fatto che Ranieri rimarrà incantato da quel magico anfiteatro, perfetto per ospitare la sua straordinaria voce e le sue incredibili voci da performer tra canto, recitazione, brani celebri, sketch divertenti e racconti inediti. Questa volta ci sarà un Massimo che al 100% offrirà al suo pubblico tutto il meglio del suo repertorio più amato e prestigioso. Non mancheranno gli inediti scritti per Ranieri da alcuni grandi cantautori italiani, tra cui Pino Donaggio, Ivano Fossati, Bruno Lauzi, Giuliano Sangiorgi e molti altri, canzoni che fanno parte del suo nuovo album, co lo stesso titolo dello spettacolo, uscito il 18 novembre scorso e che porta la firma della produzione musicale di Gino Vannelli. Tra le tante canzoni vi sarà anche il vincitore del Premio della Critica a Sanremo 2022, “Lettera di là dal mare”.

Lo spettacolo indossa una nuova veste scenografica, l’organizzazione generale della produzione è di Marco De Antonis, le luci di Maurizio Fabretti e una band di musicisti inedita tra cui troviamo Sebi Burgio al pianoforte, Giovanna Perna alla voce e alla tastiera, Pier Paolo Ranieri al basso, Luca Troll alla batteria, Arnaldo Vacca alle percussioni, Andrea Pistilli e Tony Puia alle chitarre, Valentina Pinto alla voce e al violino e Max Filosi al Sax, oltre alla voce e al sax Cristiana Polegri.

 

Mara Martellotta

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

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SOMMARIO: Bagarre per Almasri – Il libero scambio e il protezionismo –  Il Circolo e i politici – Lettere

Bagarre per Almasri

La bagarre politica attorno al generale libico accusato di atrocità con cui i nostri governi hanno intrattenuto rapporti, rivela superficialità, inadeguatezza politica da parte di ministri importanti e di oppositori volgari e settari. Quella del generale libico era una questione di Stato da risolvere senza fare speculazioni. Ma il tutto ci rivela pubblici dipendenti che ritengono già il pomeriggio del venerdì di essere nella pausa domenicale e inviano documenti di Stato importanti il lunedì  mattina. Il linguaggio in Parlamento rileva una classe politica ancora una volta inadeguata. E la presidente del Consiglio, degradata presidente del “coniglio” inquisita da un magistrato non proprio noto per la sua imparzialità, non aveva nessun motivo per non riferire in Parlamento. I due ministri in contraddizione uno con l’altro non hanno saputo essere efficaci. Governo e opposizioni riflettono la povertà dei tempi come l’Europa si rivela inesistente con Trump.
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Il libero scambio e il protezionismo 

Il libero scambio è  il sistema proprio delle democrazie liberali. I dazi sono un odioso  retaggio medievale che non favorisce la pace tra i popoli, ma attizza contrasti che potrebbero degenerare in tensioni di guerra. Il Protezionismo è un ferro arrugginito del secolo scorso. Trump è un nazionalista illiberale privo di una condotta politica degna di un grande paese come gli USA. Biden si è rivelato un incapace, l’attuale presidente – sospendo il giudizio finale – una mina vagante che dà speranze di pace attraverso la prepotenza. Un ossimoro strano, ma la politica è realismo e non eticità. Non c’è da fidarsi di un uomo rancoroso come lui, ma non esprimo giudizi, semmai timori e perplessità. Il suo sostenitore più ricco del mondo Elon Musk è un futuro Trump che prima sostenne i democratici ed oggi è passato dall’altra parte. La plutocrazia è inconciliabile con la democrazia, ma il diritto di arricchirsi lecitamente non può essere negato da un pauperismo altrettanto illiberale e antidemocratico. La verità è che siamo mal messi e non sarà la piccola Presidente italiana a salvarci dagli estremismi americani e dal bullismo europeo.
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Il Circolo e i politici

Non mi esprimerò sui veleni interni al circolo dei lettori, un circolo diventato fondazione con denari pubblici verso cui esprimo riserve dalla sua nascita. Beatrice ne diceva delle belle sulla sua origine.
Ma lasciamo andare. Va però ricordato che l’attuale direttrice era stata eletta consigliera  regionale radicale e che il suo seggio venne preso da Chiamparino per cinque anni, come la fondatrice del circolo divenne assessore di Chiamparino. Ciò ci consente di dire che il Circolo è sempre convissuto con la politica, non sempre migliore.  Il presidente del circolo ha continuato a fare il suo mestiere di sempre: il notaio. Esso è diventato quasi  magna pars del Salone del Libro con operazioni forse un po’ azzardate ma per lui fruttuose. E’  diventato un qualcosa di altamente politicizzato.  La cultura è in subordine. C’è chi dall’estrema destra vorrebbe imporre un direttore di estrema sinistra. Una delle tante ambiguità di un carrozzone che monopolizza la cultura torinese con soldi pubblici e ha messo in crisi istituzioni torinesi come i  circoli degli artisti e della stampa. Loewenthal ha lavorato bene, è donna colta e intelligente, ma non basta . Ormai il circolo
è un giocattolo in mano ai politici.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
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Il Giorno del ricordo  in tono minore?
Ho assistito al Giorno del ricordo on line, collegandomi al sito del Comune di Torino. Un giorno davvero in tono minore con posti vuoti nella Sala Rossa. Il prefetto assente, il sindaco e assessori  e consiglieri vari idem. Parlamentari totalmente assenti anch’essi. Ad officiare la inappuntabile presidente Grippo. Una cerimonia meno partecipata degli anni scorsi con  discorsi  in parte non all’altezza. Peccato!   N. Dosio
Io ero presente in Sala e non ho avuto un’idea così negativa. Anzi vedo con piacere che quest’anno non ci sono state polemiche. Io fui relatore del primo giorno del ricordo insieme a Violante e Missoni. Certo allora palazzo Carignano si riempì.  Ci fu anche un messaggio di Ciampi. Ma ci furono anche i negazionisti a far polemica. Quest’anno forse il basso profilo scelto ha consentito di evitare  almeno per ora  le annose discussioni del passato. La data sta diventando condivisa? Io lo spero.
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Taxi a Torino
Prendo spesso il taxi e noto che a Torino molti taxi sono ormai auto giapponesi basse e scomode . Taxi comodi tipo Mercedes non ne circolano più e spesso gli anziani ( a cui è stata tolta ogni agevolazione del Comune )stentano ad entrare .  Il taxi è un servizio pubblico : deve poter accogliere chi ha più difficoltà a spostarsi. Giulio Preti
Concordo con Lei. Basterebbe una 500 Lunga per risolvere i problemi che Lei indica. Ma la Fiat non la produce più. Certo le auto giapponesi sono scomode . Chi è alto non può trovarsi a suo agio . La crisi dell’auto impone delle scelte che vanno oltre i taxisti che a Torino sono accoglienti e gentili.

Conto alla rovescia per il Torino Jazz Festival

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La tredicesima edizione del Torino Jazz Festival (la cui presentazione stampa avverrà lunedì 10 marzo 2025, ore 11.00, in Sala delle Colonne a Palazzo Civico) si svolgerà dal 23 al 30 aprile 2025, con un’anteprima diffusa nei jazz club della città a partire dal 15 aprile.

 

Il Torino Jazz Festival 2025, diretto da Stefano Zenni, nel corso degli anni ha riscosso grande successo e dedicherà per la sua tredicesima edizione sempre più spazio alle produzioni originali create appositamente per la rassegna, accanto alle esclusive delle star del jazz nazionali e internazionali.

 

Ad aprire il TJF 2025mercoledì 23 aprile alle ore 21 al Teatro ColosseoEnrico Rava con il suo quintetto, fresco del premio ‘Top Jazz’ assegnato dalla rivista Musica Jazz, con il quale si è aggiudicato i titoli per il miglior disco e formazione del 2024. Nel corso della serata, la Città di Torino consegnerà al trombettista la targa Torri Palatine con la dicitura “A Enrico Rava che ha portato il jazz di Torino nel mondo“.

 

Gran finale all’Auditorium Giovanni Agnelli Lingottomercoledì 30 aprile in occasione della Giornata Internazionale Unesco del Jazz, in esclusiva europea, con una star internazionale: Jason Moran, il suo trio e la TJF All Stars, un ampio gruppo di grandi interpreti del jazz italiano, nella produzione multimediale “Il Big Bang del Jazz. L’eroica storia di James Reese Europe”.

 

Il Torino Jazz Festival 2025 è un progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino con il sostegno di Fondazione CRT, Main Partner Intesa Sanpaolo e Iren.

PH Credit ©️ Enrico Rava by Giorgio Luzi

A San Valentino, le “Promesse” diventano… “da marinaia!”

In mostra, alla Galleria “BI-Box Art Space” di Biella, le ironiche e romantiche opere grafiche di Galassika

Fino a sabato 1° marzo

Biella

“Ma come fanno i marinai, mascalzoni ed imprudenti … Sempre in cerca di una bimba da baciar …”, cantavano insieme, più di quarant’anni fa, Lucio Dalla e Francesco De Gregori (perfino loro!), mettendo, ancora una volta, alla berlina quei “poveri marinai”, errabondi “mascalzoni” collezionisti (secondo secolari vulgate) di promesse d’amore mai mantenute e sfacciatamente buttate a mare ad ogni nuovo ormeggio. Ma meno male che almeno a “San Valentino”, festa degli innamorati e delle vere “verità” in amore, ad una brava artista biellese è venuto oggi in mente (par condicio!?) di chiedersi Ma saranno proprio sempre i marinai a non mantenere le promesse? E perche non inserire nel novero dei “pinocchio amorosi” anche le fanciulle? Evviva! Qualcuno finalmente ci prova a sconvolgere desueti “detti popolari” che durano da secoli e che invece necessitano da un bel po’ di un’“aggiustatina di genere”.

 

La brava artista, grafica con fiocchi e controfiocchi, è la biellese Galassika, al secolo Carola Sagliaschi, che in prospettiva per l’appunto della “Festa di San Valentino” ha inaugurato, in questi giorni e fino a sabato 1° marzo, presso la Galleria “BI-Box Art Space” di via Italia 38, a Biella, una personale dal titolo (ancora evviva!) “Promesse da marinaia”. Con quella “a” finale al posto della “o” che fa proprio piacere. Ironica e fantasiosa narratrice, Galassika possiede la maestria di un segno nitido che mai sbeffeggia il reale, pur addomesticandolo in una sequenza di pagine che trasformano le figure (in questa mostra, “gente di mare”) in protagonisti di storie quasi “fumettistiche”, attrici e attori di mondi in cui marinai, marinaie, creature acquatiche e audaci sirene fanno sberleffi alla consueta inamovibile quotidianità per intrecciarsi fra loro in rocamboleschi giochi grafici di singolare originalità. Ogni pagina grafica presente in mostra profuma di “buona scuola”, il segno è rigoroso, quasi ininterrotto nel suo farsi volo immaginario, di attenta percezione alle cose pur sapendo di imbrigliarle in strane giravolte formali cui solo la luce dell’immaginario può dare un senso e una chiave di lettura e d’accesso.

 

In questa serie “marinaresca”, l’artista “esplora – è stato scritto – il tema delle passioni salate, delle promesse sussurrate al vento e del legame fra il mare e l’amore”. Le sue grafiche danno allora vita a un mondo di simil-sirene, marinaie ardimentose con sigarette in bocca che sputano barchette di carta anziché fumo, di marinai ultratatuati, qualcuno dalla lunga barba che ascolta dall’incavo di una conchiglia-cellulare le promesse (mantenute?) della donna amata, altri ancora – marinaio e marinaia – persi in amore, occhi negli occhi e matasse convulse di capelli in cui paiono farsi spazio chele pronunciate di granchi o tentacoli arricciati di polpi indispettiti e grintosi, con mari in burrasca e barche e navi sulle “montagne russe” che fanno da “quinta” teatrale a palchi su cui devi aspettarti possa accadere di tutto. E di più! Anche che vada a quel paese il secolare motto genovese Passàa a punta de Portofin, addio bella che son fantin! Tradotto: “Dopo la punta di Portofino, ciao bella, sono libero!”

 

Parallelamente, sempre fino a sabato 1° marzo, il pubblico potrà visitare sempre alla Galleria “BI-BOx Art Space” anche la mostra Ritratti urbani” con i dipinti di Beatrice Scaramal e le fotografie di Damiano Andreotti, ogni volto con la propria storia. Contestualmente alle mostre, sono inoltre in programma per sabato 15 febbraio, due laboratori a cura di Beatrice Scaramal. Dalle 10 alle 12, un momento pensato per i più piccoli: ogni bambino potrà immaginare e dare vita a un supereroe con poteri speciali, capace di affrontare le difficoltà e superare le sfide, ma con qualità uniche come la gentilezza, il coraggio o l’immaginazione. Alle 18,30 avrà luogo il secondo laboratorio, riservato agli adulti: con l’aiuto dell’artista verranno esplorati colori, forme e parole “per raccontare sfide, sogni nel cassetto o le vittorie più belle, trasformandole in un ritratto urbano unico e personale”. Il costo per partecipare ai laboratori è di 15 Europrenotazioni e info392 516 6749 o info.bibox@gmail.com.

Gianni Milani

Nelle foto: Galassika “Promessa da marinaia”, “Il marinaio innamorato”, Imprevisti di navigazione” e “Senza scampo”

“Adotta uno scrittore”, il Progetto firmato dal Salone del Libro

Giunge alla sua XXIII edizione  che coinvolgerà ben 40 autori e 40 scuole di 8 Regioni italiane

Partito ad inizio anno si concluderà il prossimo 19 maggio

Notevoli le cifre. Sono 1.006, quest’anno, le studentesse e gli studenti delle Scuole (complessivamente 40) di Piemonte, Liguria, Toscana, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia coinvolti, da gennaio a maggio, nella XXIII edizione di “Adotta uno scrittore”, progetto didattico e culturale esteso dalle elementari all’università e presente pur anche in classi attive presso “Case di Reclusione” e Case circondariali” (nonché nella Sezione Ospedaliera dell’“Istituto Gobetti Marchesini” presso l’Ospedale “Regina Margherita” di Torino), ideato e organizzato dal “Salone Internazionale del Libro” di Torino, con il sostegno della “Consulta delle Fondazioni di origine bancaria” di Piemonte e Liguria, in collaborazione  con la “Fondazione con il Sud”. Ogni adozione prevede tre appuntamenti in classe per ciascuna autrice e ciascun autore adottato (40 in totale) e il quarto conclusivo lunedì 19 maggio, nell’ambito della XXXVII edizione del “Salone del Libro”. Alle autrici e agli autori è lasciata la libertà di ideare il percorso all’interno delle classi, senza alcun vincolo particolare, se non quello di “partire dai libri e dalla lettura, per offrire opportunità di confronto e riflessione non solo sulla narrazione e la scrittura, ma anche sull’attualità e sui temi della contemporaneità”.

In proposito afferma Annalena Benini, direttrice editoriale del “Salone” di Torino: “Da più di vent’anni ‘Adotta uno scrittore’ non solo crea, ma si prende cura dell’incontro fondamentale: quello sulla cultura, sulla lettura, sullo scambio di esperienze. In tutta Italia, anche nei luoghi più complicati da stimolare e raggiungere, i ragazzi delle scuole primarie fino alle università, i ragazzi ristretti negli istituti minorili, le persone nelle case circondariali e di reclusione hanno un tempo di incontro e di relazione con scrittori, artisti, giornalisti, sui temi che stanno loro a cuore, sulle possibilità e sugli inciampi dell’esistenza … ‘Adotta uno scrittore’ ha costruito fili di seta e di libertà interiore fra chi parla e chi ascolta, fra chi fa domande e chi prova a dare risposte. Non dura qualche minuto, ma tutto l’anno, tutti gli anni. Costruisce tempo, si prende cura, e fa in modo che i libri ci parlino ancora”.

Sono 40, si è detto, le scrittrici e gli scrittori, i fumettisti, le illustratrici e gli illustratori insieme a giornaliste e giornalisti, saggisti e studiosi adottati nel corso di quest’anno: da Daria Bignardi scrittrice e conduttrice, autrice di “Ogni prigione è un’isola” (Mondadori), in cui racconta il sistema carcerario attraverso l’esperienza personale a Francesca Giannone, autrice del bestseller “La portalettere” (Editrice Nord), romanzo italiano più venduto del 2023, tradotto in 30 Paesi via via (per forzata sintesi) fino a Marco Balzano, Premio Campiello con “L’ultimo arrivato” (Sellerio), a Nadeesha Uyangoda, nata a Colombo (Sri Lanka) e in Italia dall’età di sei anni, autrice di “Corpi che contano” (66thand2nd), sul tema del rapporto tra corpo e pratica sportiva a Matteo Bussola, scrittore e conduttore radiofonico, autore del bestseller “La neve in fondo al mare” (Einaudi), sulla fragilità adolescenziale e alla scrittrice Raffaella Romagnolo, autrice di “Aggiustare l’Universo” (Mondadori), romanzo di dolore, rinascita e memoria, finalista Premio Strega 2024. Impossibile citarli tutti.

Basti sapere che, grazie  al progetto, nel corso degli anni sono state portate a termine 545 adozioni per un totale di 15.278 studentesse e studenti, coinvolgendo 380 tra gli autori e le autrici più importanti della letteratura italiana degli ultimi quarant’anni. Cifre da record e anche per il 2025 “Adotta uno scrittore” avrà uno spazio sul “Bookblog”, la piattaforma digitale del “Salone” curata dagli studenti, che insieme agli Autori e ai docenti costruiranno un racconto partecipato, rendendo i contenuti fruibili liberamente su “bookblog.salonelibro.it

Da segnalare, infine, che sul canale “YouTube” del Salone sono disponibili i video “Si fa presto a dire Adotta” 2024 (adotta 2024), a cura della scrittrice Laura Marzi e del regista Fabio Ferrero, e “Si fa presto a dire Adotta” 2023 (playlist “Adotta uno scrittore”), realizzato da Fabio Ferrero con la partecipazione dello scrittore Raffaele Riba e che sempre  su “YouTube” del Salone si può accedere alle video pillole “Si fa presto a dire Adotta” 2022 (realizzate con la scrittrice Giusi Marchetta) che ripercorrono i vent’anni del progetto e un documentario di Fabio Ferrero, che, attraverso le parole e le voci di studentesse, studenti, autori e autrici, ripropone i temi, le atmosfere e le riflessioni scaturite dal confronto e dalla lettura dei libri.

Per info su tutte le “Adozioni” nelle scuole e aggiornamenti sulle date degli incontri, si veda il sito: www.salonelibro.it

g.m.

Nelle foto: Annalena Benini, Daria Bignardi (ph. Riccardo Piccirillo), Nadeesha Uyangoda e Matteo Bussola

Musica Regina in Villa International Music Festival

Dal 28 giugno al 5 luglio 2025 si terrà la quarta edizione consecutiva del festival Musica Regina in Villa International Music Festival, sotto la direzione di Francesco Mazzonetto, a Villa della Regina 

Per il quarto anno consecutivo Musica Regina in Villa International Music Festival verrà ospitato nella residenza sabauda di Villa della Regina, patrimonio UNESCO, dal 28 giugno al 5 luglio prossimo. Una location d’eccellenza per un appuntamento che, nel tempo, ha acquisito sempre maggior peso all’interno del cartellone culturale estivo del capoluogo piemontese, arrivando a contare un pubblico di oltre 3 mila spettatori.

Per il quarto anno consecutivo la direzione artistica è affidata al pianista concertista Francesco Mazzonetto che, dell’evento, è anche l’ideatore.

Il festival è organizzato dall’associazione Apeiron in collaborazione con l’associazione Amici di Villa della Regina  e, come le precedenti edizioni, si fonda sul tema delle Connessioni, che si instaurano tra i venti artisti presenti sul palco nelle diverse serate, ma anche tra generi musicali e tra generazioni.

“Oltre all’importante aspetto performativo, il Musica Regina in Villa International Music Festival vuole riscoprire, attraverso la grande musica, lo spirito creativo e comunitario del recital musicale. Sin dalla sua prima edizione il mio obiettivo è  stato quello di favorire la costruzione di Connessioni durature tra le persone  – commenta Mazzonetto – agevolando lo scambio di idee e di visioni sulle diverse espressioni musicali e artistiche, accrescendo di anno in anno il numero degli artisti presenti al festival a Villa della Regina, un luogo  di estrema meraviglia architettonica e naturale, patrimonio dell’UNESCO. Uno degli obiettivi del Festival è proprio quello di diffondere la conoscenza degli ambienti interni e dei magnifici giardini della villa”.

L’associazione Amici di Villa della Regina, che dal 2022 ospita il festival, nasce con l’intento di salvaguardare e valorizzare il meraviglioso complesso della villa lavorando per sostenere i progetti culturali e artistici che la riguardano. Tra i tanti obiettivi, il festival si pone anche quello di aumentare il pubblico fruitore di questo museo, nel suo genere unico in Italia, per il suo valore architettonico, per la propria storia, nonché per la bellezza paesaggistica, dei giardini e dei giochi d’acqua. 

Mara Martellotta

Musei Reali, visitatori in crescita. Un anno di eventi da Leonardo a Guercino

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Nel Salone delle Guardie Svizzere di Palazzo Reale a Torino, Mario Turetta, Capo Dipartimento per le Attività Culturali del Ministero della Cultura e Direttore delegato dei Musei Reali, ha presentato il Report delle attività dei Musei Reali nel 2024.

 

Per la prima volta, l’istituzione torinese ha realizzato una pubblicazione dedicata non solo agli addetti ai lavori, ma destinata anche a rendere leggibile e misurabile il ruolo dei Musei Reali a livello nazionale e internazionale, per descrivere, in modo dettagliato, il resoconto di dodici mesi caratterizzati da un ampio gradimento. Il pubblico ha premiato il rigore scientifico delle mostre, ha seguito i restauri e gli interventi in corso grazie a visite guidate e incontri, ha apprezzato la presentazione delle nuove acquisizioni e il riordino di alcuni settori museali. Le collaborazioni con enti, musei, istituzioni e associazioni del territorio hanno inoltre contribuito alla realizzazione di numerose attività culturali, coinvolgendo persone di ogni età.

 

L’anno appena trascorso, con le ricorrenze del 300° anniversario di costituzione del Museo di Antichità e dei 400 anni dalla nascita di Guarino Guarini, è stato segnato infatti da un significativo incremento di ingressi, con 726.288 biglietti emessi, più del 16% rispetto all’anno precedente: è il miglior risultato in assoluto dal riconoscimento dell’autonomia gestionale del museo nel 2014.

I Musei Reali hanno registrato anche un ottimo riscontro da parte dei media locali, nazionali e internazionali, come si evince dalle numerose recensioni e dalle segnalazioni pubblicate su importanti quotidiani e riviste italiane, divulgative e scientifiche, sulle testate radio televisive e sui media digitali. Da ricordare, inoltre, l’attenzione riservata ai Musei Reali dalla stampa estera, con giornalisti da Francia, Regno Unito, Germania, Polonia, Ungheria, Spagna e Belgio, grazie alla costante collaborazione con Turismo Torino e Provincia.

 

L’inestimabile patrimonio dei Musei Reali, che consta di oltre 400.000 opere, rappresenta il valore primario di un’istituzione che si annovera tra i principali musei italiani e tra i più grandi sistemi culturali internazionali. Rendere il patrimonio di opere e spazi sempre più accessibile, grazie anche a percorsi di visita e a linguaggi innovativi, è stato uno degli obiettivi su cui i Musei Reali si sono particolarmente concentrati.

 

Nel 2024 si è lavorato per presentare due nuovi allestimenti delle raccolte: al secondo piano della Galleria Sabauda, il riordino della Collezione del Principe Eugenio di Savoia Soissons e della pittura olandese e fiamminga dal Quattrocento al Seicento e, nel settore Archeologia a Torino del Museo di Antichità, il nuovo percorso “Anatomia di un inizio”, per raccontare al pubblico la nascita dell’archeologia scientifica in Piemonte.

 

Nell’ambito delle celebrazioni per i 300 anni del Museo di Antichità, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della città metropolitana di Torino, si è aperto al pubblico l’inedito percorso archeologico della Basilica paleocristiana del Salvatore, per mille anni il centro cristiano della città insieme alle vicine chiese di San Giovanni Battista e di Santa Maria.

Sono stati inoltre avviati progetti in materia di conservazione e restauro: ne è esempio il trasferimento di oltre 3.000 opere dell’Armeria Reale nei nuovi depositi collocati nella Torre Ormea di Palazzo Reale, con il supporto del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, e una vasta campagna di catalogazione delle collezioni di armi bianche e da fuoco.

 

Parallelamente all’attenzione rivolta alle collezioni permanenti, i Musei Reali hanno prodotto alcune esposizioni di grande interesse per valorizzare il loro patrimonio: l’appuntamento annuale con Leonardo da Vinci dedicato allo straordinario Autoritratto della Biblioteca Reale e al tema del volto, declinato attraverso accostamenti inediti dal Rinascimento all’arte contemporanea (L’Autoritratto di Leonardo. Storia e contemporaneità di un capolavoro, 28 marzo – 30 giugno 2024, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Regione Piemonte); l’approfondimento delle ricerche sul sito archeologico di Industria e sul culto della dea Iside in Piemonte (La Scandalosa e la Magnifica. 300 anni di ricerche su Industria e sul culto di Iside in Piemonte, 23 aprile – 10 novembre 2024, in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e il sostegno della Fondazione CRT); la presentazione, nello Spazio Scoperte della Galleria Sabauda, della mostra dossier dedicata alla storia e al mito di Cleopatra (Cleopatra. La donna, la regina, il mito. 23 novembre 2024 – 23 marzo 2025), un viaggio lungo oltre 2.000 anni attraverso tracce storico-archeologiche e la fascinazione esercitata dalla regina d’Egitto nel corso dei secoli e in diversi campi della cultura.

 

I Musei Reali hanno inoltre curato e organizzato eventi espositivi rilevanti con prestiti internazionali e soggetti co-produttori, come la mostra Guercino. Il mestiere del pittore (23 marzo – 15 settembre 2024), in collaborazione con CoopCulture e Villaggio Globale International, e il contributo scientifico del Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino per l’attività di formazione, didattica e ricerca. L’esposizione, dedicata al maestro del Seicento italiano, è stata articolata con un taglio inedito sull’iter creativo, le sfide della professione, i sistemi di produzione, le dinamiche del mercato e delle committenze, i soggetti e i temi più richiesti. La mostra 1950-1970. La grande arte italiana. Capolavori dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (19 ottobre 2024 – 2 marzo 2025), co-prodotta con Arthemisia e in collaborazione con la GNAMC di Roma, presenta 79 capolavori dei più importanti artisti italiani del secondo dopoguerra, esposti per la prima volta fuori dal museo che li conserva.

 

Nel 2024 è proseguita la collaborazione con i più rilevanti musei e istituzioni del territorio, come il Museo Egizio, il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e il Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale, la Fondazione Torino Musei, le Residenze reali sabaude – Direzione regionale Musei nazionali Piemonte, l’ARRE – Associazione Residenze Reali Europee e con musei nazionali e internazionali attraverso prestiti e scambi di opere per mostre di rimarchevole interesse.

Ottimo è stato il riscontro che il pubblico ha riservato alla manifestazione di punta del 2024, Estate Reale. Insieme per i 300 anni del Museo di Antichità, quarta edizione della tradizionale rassegna di musica, teatro e svago che  da giugno a ottobre si è svolta negli spazi dei Giardini Reali e del Teatro Romano; Estate Reale ha coinvolto 85.502 persone con performance, concerti e spettacoli teatrali ispirati al tricentenario di nascita di una delle più antiche istituzioni museali europee, evidenziando l’impegno nel creare una rete virtuosa con le realtà culturali e performative del territorio piemontese e attive in vari quartieri della città, contribuendo a rendere i Musei Reali un vivace polo culturale e un sicuro luogo di aggregazione nel cuore antico di Torino.

 

Un capitolo importante è quello relativo alle collaborazioni che i Musei Reali hanno saputo intrattenere con i partner del territorio. Particolarmente significativo è stato il supporto della Fondazione Compagnia di San Paolo, con la quale si è recentemente stipulato un protocollo d’intesa per la valorizzazione dei Giardini Reali e, nello specifico, per il restauro e la rifunzionalizzazione del Padiglione di Levante delle Serre Reali, il recupero di spazi ora inaccessibili del Teatro Romano per la musealizzazione del piano interrato della Manica Nuova e per una campagna di interventi nelle sale di rappresentanza di Palazzo Reale e dell’Armeria.

La Fondazione CRT (Cassa di Risparmio di Torino) ha contribuito al finanziamento degli interventi sul Bastion Verde nei Giardini Reali, alla valorizzazione delle raccolte epigrafiche del Museo di Antichità, al restauro di alcune opere dell’Armeria Reale e della collezione di ritratti ottocenteschi nella Galleria del Daniel di Palazzo Reale.

La Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, insieme all’Unione Industriali Torino, ha sostenuto la realizzazione del video mapping della mostra L’Autoritratto di Leonardo. Storia e contemporaneità di un capolavoro e altre iniziative legate alla valorizzazione della Biblioteca Reale, confermando l’impegno già assunto nel 1998 con la Sala Leonardo per la conservazione e l’esposizione dell’inestimabile nucleo dei disegni autografi del Maestro e, nel 2014, con la creazione del secondo caveau per le esposizioni temporanee.

 

Concreto è stato il supporto di numerose imprese e di singoli cittadini che hanno aderito alle campagne di finanziamento dei progetti sostenuti tramite Art bonus per il restauro di spazi e opere dei Musei Reali, con particolare attenzione a Palazzo Reale, oltre che di numerosi sponsor privati i quali, con lungimiranza e generosità, hanno voluto affiancare il più importante museo statale piemontese nei processi di programmazione e cura del patrimonio.

 

Nel 2024 si sono conclusi i progetti per il miglioramento dell’accessibilità fisica e cognitiva, con il restauro e l’inserimento di nuovi ascensori e pedane elevatrici per una più agevole fruizione da parte del pubblico e con un’offerta di percorsi, attività e strumenti di visita dedicati alle persone con disabilità sensoriali e cognitive. I Musei Reali di Torino hanno portato a termine anche importanti interventi in materia di sicurezza, investendo 600.000 euro del bilancio di spesa corrente per la manutenzione straordinaria degli impianti, con l’aggiornamento tecnologico e il miglioramento dell’efficienza e dell’affidabilità dei sistemi.

 

Per la realizzazione dei principali progetti di sviluppo e ricerca, fondamentali sono state le partnership con l’Università degli Studi di Torino (Area Valorizzazione, Impatto e Public Engagement; Dipartimento di Studi Storici; Dipartimento di Studi Umanistici; Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi; Dipartimento di Letterature straniere e Culture moderne; il Museo di Antropologia ed Etnografia del Sistema museale d’Ateneo), con l’Università degli Studi di Milano (Dipartimento di Studi letterari, filologici e linguistici) e con il Conservatorio Statale G. Verdi di Torino, sia per l’Estate Reale, sia per le celebrazioni guariniane.

 

Per i progetti di impatto sociale e di inclusione sono state attivate collaborazioni con la Circoscrizione 8 e ITER della Città di Torino, con UNICEF Italia, ARPA Piemonte, FORMA – Fondazione Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, con ANTEO Impresa Cooperativa Sociale e Abbonamento Musei, senza dimenticare il supporto delle Associazioni di volontariato culturale, come gli Amici dei Musei Reali, gli Amici di Palazzo Reale, il Touring Club Italiano e il FAI-Fondo Ambiente Italiano, sempre al fianco delle principali iniziative istituzionali.

 

Orsini e Branciaroli, due “ragazzi irresistibili” e grandiosi

Sino a domenica 9 febbraio, sul palcoscenico del Carignano

Willy Clarck e Al Lewis sono stati compagni di palcoscenico per una vita intera: poi il meccanismo s’è rotto. Vita travagliata intendiamoci, ma sopportata, digerita, mandata giù a fatica con un paio di pastiglie di quell’Alka-Seltzer di cui il primo avrebbe sempre voluto accaparrarsi la pubblicità: certo per i bigliettoni verdi ma soprattutto perché quelle due paroline di Alka-Seltzer, ne è sempre stato convinto, fanno ridere. Come fanno ridere le parole con la “z”, zuzzurellone in prima linea. Si sono guardati in cagnesco più del solito, il vecchio Willy certo molto di più, e si sono salutati una volta per tutte. Willy adesso sciabatta per casa tutto il giorno, ha fatto la punta a un carattere diavolesco e irritante che più non si potrebbe, ogni mercoledì ha la visita del diligente e paziente nipote che gli porta sù scatolette di cibo e la copia di Variety, tanto per sapere chi è morto e chi è vivo del mondo di luci di Broadway. E gli procura qualche scrittura: rarissima. Vuoi che la CBS, a undici anni da quella divisione, decida di dare una bella spolverata al vecchio teatro leggero americano, il duo non può certo mancare, il buon cachet aiuterebbe ma con la ricomparsa di Al – carattere serafico ma quantomai graniticamente pistino, faticosamente evocato da quell’angolo del New Jersey dove vive con figlia e nipotini – schermaglie e mugugni e bisticci riprendono a circolare. Ricucire lo strappo è difficile, riaffiora la vecchia rivalità, i ricordi amari e i pochi e camuffati tratti di solidarietà, si fa strada con parecchi inciampi tutta la comicità che li ha uniti, imbastita oggi con un pizzico di soffusa malinconia. Nel tentativo di ridar vita a quel numero che li ha resi famosi, ricircolano le battute di un tempo, ricircolano i tic e le certezze che hanno fatto vivere e imbestialire l’arte di Willy, pensando ancora una volta che il sodalizio s’è rotto perché Al lo riempiva di sputacchi con tutta la saliva possibile nell’emettere quelle parole infarcite di “t” che lui sceglieva a bella posta, perché lo picchiettava sul petto ad ogni battuta, perché ad inizio dello sketch del dottore e dell’impiegato delle tasse, al primo “toc toc” di entrata di Al il compagno in luogo dello stabilito “avanti” sonorizzava un irritante “s’accomodi”.

Non andiamo avanti nel racconto della trama dei “Ragazzi irresistibili” che tutti conosciamo, festosa quanto crepuscolare commedia di Neil Simon del 1972, che tre anni dopo divenne film sotto il ricamo interpretativo fornito da Walter Matthau e George Burns (Oscar a quest’ultimo), storia che ricalcava la vita di una vera coppia di artisti del vaudevelle, Joe Smith e Charles Dale. Oggi, vedendola ancora una volta in palcoscenico (se non sbaglio, all’inizio dei Novanta, la proposero per ultimi Scaccia e Fiorentini), al Carignano per la stagione dello Stabile torinese sino a domenica 9 febbraio, appare forse datata, a ripercorrere momenti e battute e situazioni già visitate: ma rimane una efficace macchina di pieno divertimento, soprattutto l’impareggiabile esempio del mondo del teatro e della recitazione – il “piacere” del recitare -, l’occasione di lasciar scivolare la scena dentro la vita, la rappresentazione delle rivalità e delle debolezze, dei tramonti e della felicità (“The Sunshine Boys” è il titolo originale), dello spegnersi delle luci, dell’elenco – ormai vuoto ma ancora tutto da sogno – dei teatri in cui potrebbero ancora risuonare gli applausi. Simon, con i suoi più che trenta titoli per il palcoscenico, occasione molti per vivacissime sceneggiature, è stato un maestro della risata e di un intrecciarsi di umanità varie, anche qui si dimostra un maestro, se mai ancora ce ne fosse bisogno: catturando non soltanto la comicità ma angoli di zona d’ombra, sottilmente soffusa, grazie alla regia di egregio servizio, nell’affettuoso rispetto per la classe dei protagonisti, di Massimo Popolizio, angoli che guardano con altrettanto rispetto alle atmosfere di Checov e di Beckett.

Diceva Franco Branciaroli (nell’osservanza del dato anagrafico, classe 1947) in un’intervista tempo fa: “È più difficile far questo tipo di teatro piuttosto che gli Shakespeare brutti che ci sono in giro, là è tutto bla bla bla e vai!, qui scatta la controprova e se non fai ridere hai fallito. In più, se un autore europeo avesse considerato lo stesso argomento, il teatro e la vecchiaia e la morte, avrebbe annoiato a morte. Al contrario, il drammaturgo americano ha una qualità rara, ha ricoperto tutto di una bella crema pasticciera e li ha fatti passare divertendo”. Lui e Umberto Orsini (nell’osservanza del dato anagrafico, classe 1934) hanno affrontato repertori vari, dai classici ai contemporanei, da Euripide a Hofmannsthal a Strauß – e voi capite quanto l’elenco potrebbe continuare -, quante volte sotto lo sguardo modernissimo di Ronconi) e oggi ci entusiasmano con il divertimento. Suona una battuta dello spettacolo: “Dove c’è talento non ci può essere vecchiaia”. Al di là di ogni retorica, è il loro marchio di fabbrica, e il pubblico non fa che al termine applaudirli, mentre loro nella loro seriosa staticità sembrano due bravi soldatini che hanno “soltanto” fatto bene il loro lavoro. Non perdeteveli nelle poche repliche che restano e saprete dalla serata che cosa sia la Grandezza di un Attore.

Elio Rabbione