Sabato 2 agosto ha preso avvio il “Sestriere Film Festival”, giunto alla sua quindicesima edizione a 2035 metri di altitudine, al cinema Fraiteve, la sala cinematografica più alta d’Europa.
Promosso dall’Associazione Montagna Italia e sostenuto dalle autorità locali, il festival si pone come scopo la promozione e la celebrazione della montagna attraverso film, documentari, cortometraggi e fiction. L’avvio riprende una tradizione ormai consolidata: dopo i saluti istituzionali, alle 21, il concerto della Fanfara della Brigata Alpina Taurinense, un evento voluto dal Museo Nazionale del Cinema e proposto in anteprima assoluta. Verrà proiettato il film storico “Sul tetto del mondo. Viaggio di S.A.R il Duca degli Abruzzi al Karakorum”, girato nel 1910 e musicato dal maestro Michel Catania.
Il primo film in concorso si intitola ”Abriendo Camino. Vol II. Groenlandia”, realizzato da Juan Miguel Ponce, racconto di un’emozionante spedizione che ha condotto all’esplorazione delle montagne lungo la costa orientale della Groenlandia.
Domenica 3 agosto sono iniziate alcune passeggiate che effettuate con l’accompagnamento delle guide di Sestriere, con ritrovo alle ore 9.30 presso l’Ufficio Turistico del Sestriere in via Pinerolo 7/b. Alle 21 il festival celebrerà una ricorrenza istituzionale, i cento anni dalla morte di Pier Giorgio Frassati con il film “Verso l’alto” di Daniela Gurrieri.
Terziario domenicano e membro della San Vincenzo de’ Paoli, beatificato nel 1990 da Papa Giovanni Paolo II, le sue spoglie riposano dal 26 luglio scorso non più nel Duomo di Torino, ma a Roma, nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva, di fronte al Pantheon.
Il Festival promuove anche un bando cinematografico internazionale aperto a registi e produttori che abbiano dedicato i loro lavori alle “Terre alte del mondo”.
Il 9 agosto ci saranno le premiazioni delle pellicole in concorso, domenica 10 agosto alle 11.30 il rifugio Alpette ospiterà il concerto finale Magic Miles con i musicisti Fabio Brignoli, Francesco Chebat e Stefani Bertoli, che interpreteranno alcuni dei brani più celebri del noto trombettista americano Miles Davis.
Mara Martellotta

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA
Innanzitutto è un’assoluta garanzia la firma di Alexandra Lapierre (figlia del famoso Dominique Lapierre, autore di “La città della gioia”); autrice di biografie che restituiscono il giusto rilievo a donne spesso trascurate dalla storiografia, ma che hanno vissuto esistenze eccezionali e raggiunto grandi primati.
Dietro il nome apparentemente maschile si cela proprio lei, la più grande scrittrice australiana, Stella Maria Sarah Miles Franklin; potremmo anche definirla, mecenate delle patrie lettere post mortem.
A lungo, per i cartografi, l’Australia non è esistita; o meglio, si sapeva di un continente australe, ma è solo con una spedizione nell’Oceano Pacifico che si apre una nuova frontiera.
Patrick White è ritenuto il fondatore del romanzo australiano moderno, insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1973 (uno dei più misconosciuti tra i Nobel, e neanche lo ritirò di persona).
Internet ha ripreso la figura di A n a c l e t o V e r r e c c h i a diventato per l’occasione persino aforista, malgrado l’irruente verbosità ciociara di quello che su Wikipedia è definito addirittura filosofo. Capisco che, come diceva Tolstoj, tutti i morti sono belli , ma a distanza di 13 anni dalla morte va usato un metro di giudizio almeno veritiero, se non del tutto distaccato. Mi fecero conoscere V e r r e c c h i a i professori Francesco Prestipino e Paolo Rocc , suoi colleghi in una scuola media torinese di Borgo Vanchiglia. Quindi il dato biografico che andrebbe ricordato è che fu insegnante di materie letterarie nella scuola media. In tempi successivi ottenne di insegnare nelle scuole italiane all’estero, che erano spesso in sedi disagiate Insegnò nella scuola italiana di Vienna, ma l’incarico di addetto culturale è cosa totalmente diversa perché riservata al personale diplomatico. Gli unici non diplomatici erano e sono i direttori degli istituti italiani all’estero, ma V e r r e c c h i a non è mai stato direttore di istituti italiani all’estero. Non so dove e come si laureò in Germanistica. Credo che si fosse laureato in materie letterarie forse al Magistero o alla Facoltà di lettere. Una volta parlai incautamente di lui a due germanisti universitari -tra cui il grande Cesare Cases – si dissero indignati nell’ apprendere che V e r r e c c h i a si presentasse come un germanista. Le sue opere, sempre a metà strada tra la storia, la letteratura e qualche reminiscenza filosofica, dimostrano che saltello’ in modo disordinato e dilettantesco da Nietzsche di cui scrisse dell‘impazzimento torinese, suscitando critiche negativissime da Vattimo e da Navarro) a Giordano Bruno, a Schopenhauer, per giungere perfino a Wagner. Volendo nobilitarlo, V e r r e c c h i a fu un poligrafo, spesso superficiale, quasi sempre settario perché il suo anticristianesimo e il suo greve anticlericalismo di stampo primo Novecento erano sufficienti a screditare in termini scientifici i suoi scritti. Non bastava dirsi anti cristiani per essere seguaci di Nietzsche, mi disse una volta Oscar Navarro che mi citò ironicamente la signorina Felicita che Gozzano mise in versi, facendo rimare insieme le camicie da stirare con Nietzsche. V e r r e c c h i a non venne mai invitato a convegni scientifici e i suoi lavori sono meramente divulgativi. Non ci sarebbe nulla di male nel divulgare. Anch’io




LETTERE 

