CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 61

Tff, al Regio brillano le stelle del cinema

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Ron Howard, Sharon Stone, Matthew Broderick e Sarah Jessica Parker, Rosario Dawson e  Giancarlo Giannini sono stati i protagonisti della prima serata del 42esimo Torino Film Festival, inaugurato ieri sera al Teatro Regio. Sono stati cinque i premi Stella della Mole: all’attore Matthew Broderick, Rosario Dawson, Sharon Stone,  Ron Howard e Giancarlo Giannini, accolto dal pubblico con una standing ovation. La serata si è conclusa con la proiezione dell’ultimo film di Ron Howard, Eden, presentato a Torino in anteprima mondiale.

Articolo in aggiornamento 

Foto Giuliana Prestipino

 

“L’amore che ho” presentato al TFF

“L’amore che ho” è il titolo del film dedicato alla leggenda della canzone popolare siciliana Rosa Balistreri, “la cantautrice del sud” per antonomasia. Verrà presentato in questi giorni nel corso del Torino Film Festival, giunto alla sua quarantaduesima edizione, nella sezione “Zibaldone”.

Il film, liberamente tratto dalla biografia ufficiale scritta dal nipote dell’artista Luca Torregrossa e diretto dal regista Paolo Licata, racconta e ripercorre i drammi e le gioie della “voce della Sicilia” con i momenti più salienti della sua vita e del suo lavoro. Sempre in prima linea per la difesa dei più deboli, dei lavoratori, delle donne abusate e per lottare contro qualsiasi prevaricazione attraverso le sue canzoni quella di Rosa è una personalità sfaccettata, tormentata e dai sentimenti contrastanti ed al tempo stesso vicina al mondo della musica, del teatro e dell’arte grazie agli incontri con Dario Fo, Andrea Camilleri, Franca Rame e Renato Guttuso.

Rosa Balistreri partecipò anche all’ultima edizione di Canzonissima nel 1974, nel Girone Folk, e l’anno prima venne esclusa dal Festival di Sanremo ’73 perchè impegnata politicamente e coinvolta in manifestazioni contro la mafia. Alla vigilia del Festival il suo brano “Terra che non senti” rimase all’ultimo momento escluso dal concorso perchè il motivo sarebbe lo stesso da lei presentato nel corso dello spettacolo televisivo “Stasera Rosa” andato in onda pochi giorni prima, ma si è sempre sospettato che dietro la squalifica ci fosse una manifestazione di carattere politico. Il racconto del destino di Rosa Balistreri rivela l’anima di un’artista straordinaria e lo spirito di una donna ribelle. Nel cast del film, Lucia Sardo, Donatella Finocchiaro, Anita Pomario e Martina Ziami prestano il volto alla Balistreri nelle diverse fasi della sua vita. Anche la cantautrice Carmen Consoli, che considera Rosa Balistreri un’icona personale, partecipa nel ruolo di Alice e firma le musiche originali.

Igino Macagno

Rock in giallo e verde

CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI 60

La conoscenza approfondita del fenomeno del garage rock americano anni ‘60 di cui possiamo disporre oggigiorno affonda le proprie radici fin negli anni ‘70 (quindi ben prima del “garage revival”, a me, per la verità, piuttosto inviso). Le due imprescindibili “compilations apripista” furono senz’altro “Nuggets: Original Artyfacts from the First Psychedelic Era, 1965-1968” (risalente addirittura al 1972) e “Pebbles” (avviatasi nel 1978), che nello scorrere degli anni resero fecondo un terreno da cui nasceranno fino ad oggi decine e decine di nuove “compilations”, più o meno omogenee, curate e “a tema”. Personalmente rilevo che per qualche oscuro ed insondabile motivo alcune etichette restarono per troppo tempo fuori dalla compilazione di queste raccolte; in ulteriori casi altri “labels” vennero a tratti del tutto dimenticati e a tratti giustamente riportati in luce. Tra questi ultimi vi è in particolare l’etichetta  “Raynard”, fondata nel 1953 a Milwaukee (Wisconsin) da Dave Kennedy; nel triennio 1965-67 furono incisi sotto questo marchio brani davvero interessanti e nel 1965 spiccava certamente quella tipologia di garage rock ancora “in nuce” delle origini, nella fase di passaggio dal rock ‘n roll al garage vero e proprio definitosi in pieno nel 1966. A livello cromatico si rileva che l’etichetta assunse svariate combinazioni in base ai più diversi generi musicali toccati, sebbene la colorazione “classica” fu il celebre giallo verde con scritta gialla su campo verde.

Qui di seguito (data la non trascurabile estensione dei numeri di catalogo “Raynard”) si elencano i soli esempi di incisioni di garage rock finora conosciute e con datazione certa: 

  D.J. & The Invaders  “Mickey Finn / Dedication to “HER” (843K-1045)  [1965];

  The Ricochettes  “I’ll Be Back / Can I Be Sure”  (RS 10030)  [1965];

  Road Runners  “Do The Temptation / It’s So Hard”  (RS 10031)  [1965];

  The Vibratones  “Eventually / Little Egypt”  (RS 10032)  [1965];

  The Shags  “Cause I Love You / Dance Woman”  (RS 10034)  [1965];

  John Dee and The Shadows  “I’m A Rolling Stone / Can’t You Love Me Too”  (RS 10035) [1965];

  The Mustard Men  “Another Day / I Lost My Baby”  (RS 10036)  [1965];

  The Bryds  “Your Lies / Why Did You Have To Break My Heart”  (RS 10038)  [1965];

  The Originals  “Now’s The Time / Pretend It’s All Right”  (RS 10039)  [1965];

  The Moody Walkers  “We Never Loved Before / Barbara”  (RS 10043)  [1965];

  The Vibratones  “I Remember Yesterday / Screamin’ Mimi”  (RS 10044)  [1965];

  The Deverons  “On The Road Again / Unnoticed”  (843K-1046)  [1966];

  The Secrets  “I Know It’s You / I Don’t Know”  (RS 10047)  [1966];

  The Sultans Five  “Tonight Is The Night / With You”  (RS 10052)  [1966];

  The Sultans Five  “Daisy / Life Is Like A River”  (RS 10053)  [1966];

  The Coves  “You’re All Through / A Love Like That”  (RS 10058)  [1966];

  Tomorrow’s Children  “I Can Only Give You Everything / In The Midnight Hour”  (843K-1065) [1967];

  The Peasants  “Big Boss Man / The People Are Wrong”  (843K-6289)  [1967];

  The Rat Pak  “Frosty Rudolph With Bells / I Need You”  (SS-8796-01)  [1967];

  Van-Tels  “Ain’t Too Proud To Beg / Stand By Me”  (843K-1085)  [1968].

Gian Marchisio

Cleopatra “La donna, la Regina, il Mito”

Apertura straordinaria, in anteprima, venerdì 22 novembre dalle 19.30 alle 23.30, per la mostra, che rimarrà aperta ai Musei Reali fino al 23 marzo prossimo

A Cleopatra, Regina d’Egitto, donna di grande potere e fascino, i Musei Reali dedicano una mostra dossier che si inserisce nell’ambito delle celebrazioni dei 300 anni del Museo d’Antichità (1724-2024). Cleopatra, le cui vicende hanno ispirato molti scrittori come Shakespeare, Gautier e Bernard Show, oltre ad artisti, musicisti e registi, i Musei Reali di Torino dedica un’esposizione dossier curata da Anna Maria Bava ed Elisa Panero, che si avventura nella vicenda storica e nella leggenda attraverso un profilo del personaggio e del suo tempo, la nascita del mito e la fascinazione esercitata dallo stesso nel corso dei secoli. Il percorso espositivo è suddiviso in 5 aree tematiche e riporta al centro degli studi l’enigmatica “Testa di fanciulla” di Cleopatra, in marmo bianco, risalente alla metà del primo secolo a.C., del Museo di Antichità, che nella capigliatura e nei tratti mostrano caratteristiche che rimandano all’iconografia nota di Cleopatra VII, a cui si affiancano manufatti archeologici e sculture antiche provenienti dal Patrimonio dei Musei Reali e da collezioni pubbliche e private poste in dialogo con opere pittoriche e grafiche, oltre a documenti cinematografici che hanno visto protagonista la celebre Regina d’Egitto nel corso dei secoli. La mostra si apre con un inquadramento storico del periodo nel quale ha vissuto e regnato Cleopatra VII (51-30 a.C.), ultima Regina della dinastia Tolemaica, in un Egitto ormai ellenizzato in virtù delle azioni di Alessandro Magno, iniziate nel IV secolo a.C.

L’Egitto era ormai un Paese d’avanguardia, inserito nel Mediterraneo, luogo d’incontro di diverse civiltà e tradizioni, connotato da un forte rispetto per le tradizioni dell’Egitto faraonico e, nello stesso tempo, dall’adesione alla koinè culturale ellenistica.

La sezione “Cleopatra, la Regina che sfidò Roma” si focalizza sulla figura di Cleopatra e sul suo operato politico, in relazione ai protagonisti del suo tempo rappresentati dalla testa di Giulio Cesare, da Tusculum dei Musei Reali, considerato il ritratto più veritiero dell’Imperatore, e con quelli di Marco Antonio e Ottaviano Augusto, in prestito dalla Sopraintendenza del Molise e dei Musei Capitolini. L’analisi si concentra su Cleopatra come donna di potere, a capo di una nazione che vive un importante sviluppo economico grazie anche alla riforma monetale voluta dalla stessa Regina.

La mostra prosegue con l’origine del mito di Cleopatra, nato con la Regina ancora in vita, e sviluppatosi negli anni successivi, attraverso l’assimilazione della sua figura a quella della dea Iside. Nel corso del Rinascimento l’immagine di Cleopatra inizia ad avere una certa fortuna nell’arte occidentale, come mostra una raffinata incisione di Marco Antonio Raimondi, della Galleria Sabauda. Nata dalla collaborazione tra l’artista bolognese e Raffaello. Nel Seicento e Settecento la sovrana è protagonista di molte opere, nelle quali è spesso rappresentata nel momento della morte, come nei dipinti di Giovanni Giacomo Sementi, provenienti dalle raccolte viennesi del Principe Eugenio di Savoia Soissons, e ora conservata nella Galleria Sabauda, di Giovanni Lanfranco (circa 1630), delle gallerie nazionali di Palazzo Barberini e Galleria Corsini, e di Guido Cagnacci (1660-1662) della Pinacoteca di Brera. La pittrice Elisabetta Sirani, in un dipinto di collezione privata modenese, ritrae la sovrana mentre mostra il prezioso orecchino di perle che scioglierà in una coppa di aceto per poi consumare la costosissima bevanda alludendo all’episodio che sarebbe avvenuto nel sontuoso banchetto, al cospetto di Marco Antonio, nella tela di Francesco Fontebasso (1750), in prestito da Palazzo Madama di Torino.

Nell’Ottocento l’interpretazione del tema in chiave esoterica, darà vita a composizioni di vita orientaleggiante, come nel curioso dipinto di Anatolio Scifoni (1869), proveniente dalla raccolta di Palazzo Reale, e trasmette l’atmosfera sospesa e misteriosa dell’incontro tra Cleopatra e una magari.

L’esposizione si chiude con una sezione dedicata alla fortuna “pop” della Regina, con dischi, fumetti, giochi da tavolo e trasposizione della vita di Cleopatra su grande schermo, evocata attraverso locandine, fotografie e spezzoni di film, dall’epoca del cinema muto all’interpretazione di Elizabeth Taylor nella pellicola di Joseph Mankiewicz (1963), fino alla commedia “Asterix e Obelix – missione Cleopatra” con Monica Bellucci.

La mostra è visitabile dal 23 novembre 2024 al 23 marzo 2025, con orario dalle 9 alle 19 presso i Musei Reali.

Telefono: 011 19560449 – email: info.torino@coopculture.it

 

Mara Martellotta

Parte da Savigliano e prosegue ad Alba il Festival Uto Ughi

Uto Ughi, tra i maggiori violinisti del nostro tempo, è protagonista del Festival nazionale che porta il suo nome “Uto Ughi per i giovani”, con partenza dal Piemonte, con precisione dalla città di Alba, e poi tappe a Savigliano, Cuneo e Moretta e in tutta Italia. Dopo il successo de “La Santità Sconosciuta”, il festival che ha portato a esibirsi per sedici edizioni interpreti di altissimo livello artistico, facendo incontrare in varie forme spiritualità e musica, si è trasformato in un progetto dedicato ai giovani. I concerti e le masterclass dedicate ai giovani saranno a ingresso libero e gratuito perché l’arte è un bene prezioso e spirituale a cui tutti devono poter accedere, come spiega il maestro Uto Ughi.

“Per poter portare avanti questa nostra missione – aggiunge il maestro Uto Ughi – il sostegno dei partner è prezioso e fondamentale e, in un periodo economicamente così difficile per le famiglie, è più che mai doveroso da parte nostra donare un festival culturale musicale per emozionare il pubblico appassionato, avvicinare le nuove generazioni alla cultura e salvaguardare la grande tradizione musicale.

In un momento in cui le nuove generazioni hanno subito un impoverimento formativo e culturale a causa della pandemia, nel 2021 la Santità Sconosciuta, d’intesa con il maestro Uto Ughi e la Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero, ha elaborato un programma ricco di interpreti affermati, talenti virtuosi e momenti musicali eccellenti per far vivere al pubblico l’emozione della grande musica.

Il festival ideato dal Maestro Uto Ughi, dall’Associazione Culturale Arturo Toscanini di Savigliano e sostenuto per le tappe piemontesi, dalla Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero, e altre importanti realtà nazionali, si presenta con particolarità culturali e artistiche uniche e originali, soprattutto per la volontà di diffondere il piacere della musica classica tra le fasce più giovani della popolazione, ad ingresso libero e in forma gratuita. Con questa finalità sono in programma incontri con gli allievi di tutte le scuole di ogni ordine e grado per trasmettere alle nuove generazioni l’amore e la sensibilità verso la musica e in generale verso la cultura. Questo tipo di divulgazione ha il merito di catturare l’attenzione dei ragazzi, trasmettendo loro messaggi positivi da applicare alla quotidianità. Attraverso una programmazione di concerti, la musica viene spiegata in modo semplice e diretto, sollecitando una partecipazione attiva da parte del pubblico.

Il programma musicale per l’edizione 2024 del festival Uto Ughi per I giovani prevede martedì 3 dicembre alle 21 alla Creusa Neira di Savigliano un viaggio musicale tra composizioni originali e i più celebri arrangiamenti per quintetto di ottoni Strumentisti dell’Orchestra Nazionale della Rai. Venerdì 6 dicembre, nella chiesa della Beata Vergine di Moretta concerto di Uto Ughi e Leonardo Bartelloni con un recital per violino e pianoforte, con pezzi emblematici della grande tradizione violinistica. All’Auditorium Ferrero di Alba, alle 21, Uto Ughi e i Filarmonici di Roma insieme ne “La magia del Violino”.

Lunedì 9 dicembre alle 10.45 prove aperte per tutti gli studenti della città di Alba per la lectio “La musica spiegata da Uto Ughi”.

MARA MARTELLOTTA

Artisti piemontesi al Tour Music Fest di San Marino

dal 24 novembre al 1° dicembre 2024, la Repubblica di San Marino ospiterà le Finali Europee del Tour Music Fest – The European Music Contest, uno degli eventi musicali più prestigiosi d’Europa, dedicato ai talenti emergenti.

Tra i finalisti, spiccano 27 artisti emergenti provenienti dal Piemonte,  selezionati tra 29mila candidati da 12 paesi europei per rappresentare con orgoglio la loro regione di fronte a una giuria di fama internazionale.

Le città interessate sono Cuneo, Biella, Alessandria, Torino, Novara e Verbano-Cusio-Ossola e gli artisti piemontesi, con età comprese tra i 12 e i 53 anni, porteranno sul palco stili e generi variegati, spaziando dal cantautorato all’EDM, dal rap al pop, dalla techno alla musica classica, mostrando così la ricchezza musicale della regione. Cuneo è rappresentata da Ludovic Gosmar (DJ Producer), Sofia Cepillo (Junior)  e Dusho (DJ Producer). Biella porta in scena giovani promesse come CHANTY  (Junior), Intlights (Original Band) e Jandir (Interpreti), mentre da Alessandria arriva La Virgy (Interpreti Over).

Torino, con la sua vivacità artistica, è la città più rappresentata, con ben 17 artisti: Emma Leone (Junior), Fabio Vellano (Musicisti – Batteria), DoppiaPaura (Cantautori), ALES (Cantautori), Dj Davide Faccini (DJ Producer), Ambra (Junior), Artemisia (Cantautori), Fabio Cast (Autori), NormaN (DJ), Aura (Interpreti), ONElito (Rapper), Portal Minds (Original Band), Davide (Musicisti – Pianista/Tastierista), Esmeralda (Junior), Sofia Ellero (Junior), Mk-Ice70g (Rapper). Poi da Novara c’è UBE (19 anni, Cantautori), Alessandro (14 anni, Chitarrista Junior) e Baci (18 anni, Batterista); infine da Verbano-Cusio-Ossola, Luigi Durante (24 anni, DJ) farà ballare il pubblico con il suo sound di Tech house commerciale.

I finalisti piemontesi si esibiranno davanti a una giuria di altissimo livello, composta da personalità come il Maestro Beppe Vessicchio, Kara DioGuardi, il rapper Ensi, DJ Mazay e Paola Folli. Oltre alle esibizioni, la settimana delle Finali Europee sarà arricchita da masterclass, jam session e incontri formativi che offriranno agli artisti un’occasione unica di crescita personale e professionale.

L’obiettivo finale per ciascun partecipante è conquistare un posto nella Finalissima del 1° dicembre presso il Teatro Little Tony di San Marino, un evento che promette di essere una passerella internazionale per i talenti emergenti. Tra i premi in palio figurano una borsa di studio alla Berklee College of Music di Boston, la produzione di un singolo e la realizzazione di un videoclip, oltre che il titolo di Artist of the Year 2024.

Valeria La Grotta, Ilaria Ribezzi e Voxonus Ensemble in concerto

Venerdì 22 novembre 2024 – Ore 20,30

Coro di Santa Pelagia, via San Massimo 21 – Torino

(ingresso libero su prenotazione)

 

La collaborazione tra il Voxonus Festival e la stagione musicale “I Concerti di Santa Pelagia” prosegue felicemente con appuntamento dedicato al periodo barocco della musica classica che venerdì 22 novembre, preceduto da una conferenza di presentazione alle ore 18,30, vedrà il concerto alle ore 20,30 di Valeria La Grotta (soprano), Ilaria Ribezzi (mezzosoprano) e il Voxonus Ensemble per l’esecuzione dello “Stabat Mater”.

La celebre opera di Pergolesi, scritta nel 1736, è una pietra miliare del genere sacro. Lo è per la sua straordinaria composizione e la profonda spiritualità che trasmette. Composta nei suoi ultimi mesi di vita, insieme a un Salvo Regina, quest’opera per soprano, contralto, archi e basso continuo è ammirata come una delle più sublimi della storia. La sequenza fu commissionata dalla confraternita napoletana dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di San Luigi al Palazzo per la liturgia della Settimana Santa, in sostituzione di una precedente composizione di Alessandro Scarlatti. Secondo la leggenda, Pergolesi ne completò la stesura il giorno della sua morte, ipotesi sostenuta dalla scritta in calce Finis Laus Deo.

Il Voxonus Festival presenta questa opera in una versione che mette in luce le voci e gli strumenti, prestando particolare attenzione alle sedi concertistiche tra cui spicca naturalmente il coro della Chiesa di Santa Pelagia a Torino.

Con i suoi oltre 60 concerti, il Voxonus è la stagione di produzione dell’Orchestra Sinfonica di Savona dedicata alla musica barocca. Nata dall’esperienza dell’Academia di musici e cantori, le sue formazioni musicali sono composte da professionisti di levatura internazionale e i programmi eseguiti con strumenti storici in grado di esaltare la scrittura dell’epoca. L’itinerario di quest’anno ripercorre rotte culturali del passato e del presente, da qui il sottotitolo “I continenti della musica” (tutte le informazioni sono disponibili sul libretto della stagione concertistica www.orchestrasavona.it)

 

Valeria La Grottadopo il diploma in Canto lirico con lode presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari, si è specializzata in Canto rinascimentale e barocco con Roberta Invernizzi a Cesena. Dopo il Master in Musica Antica al Conservatorio “S. Pietro a Majella” di Napoli, ha affiancato l’attività artistica a quella di ricerca musicologica, con attenzione agli inediti e alle prime esecuzioni moderne. Partecipa come studiosa a varie conferenze internazionali ed è ospite di festival importanti come il Maggio Musicale Fiorentino, Ravello Festival e il Festival de Música Antigua de Sevilla oltre ad aver inciso per Elegia Classic, Bongiovanni e Glossa, interpretando opere di Vinci, Paisiello e Gagliano.

Ilaria Ribezzi ha Iniziato giovanissima lo studio del pianoforte e del canto con il mezzosoprano B.M. Casoni, proseguendo all’Accademia del Coro del Teatro alla Scala, all’Accademia di Osimo e all’Accademia Chigiana di Siena. Ha vinto presto il Concorso R. Poonselle e il premio giovane promessa di Musica Sacra a Roma. Ha un repertorio che spazia dalla musica antica al romanticismo, esibendosi in sedi prestigiose come il Teatro di Udine, l’Orchestra Sinfonica di Savona e Lecce. È stata solista in opere sacre come lo Stabat Mater di Pergolesi e la Theresienmesse di Haydn. Tra i ruoli operistici spiccano Suzuki in Madama Butterfly, Amenofi in Mosè in Egitto e Isaura in Tancredi. Recenti esibizioni includono la Petite Messe Solennelle di Rossini a Praga e il Requiem di Mozart con l’Orchestra Magna Grecia di Taranto.

 

 

LA STAGIONE MUSICALE DI SANTA PELAGIA
Direttore Artistico: M° Valentina Lombardo

La stagione musicale “I Concerti di Santa Pelagia” è ormai diventata una tradizione attesa, un punto di riferimento per gli appassionati di musica e ricopre un ruolo di rilievo sia all’interno del mondo musicale e culturale, sia nella nostra società e sul nostro territorio.

L’obiettivo è la promozione di eventi di qualità, equi ed inclusivi, che sappiano coniugare l’alto valore delle proposte artistiche e musicali alla massima fruibilità ed accessibilità.

Per questo anno dopo anno si pone una sfida: come sorprendere il pubblico?

La risposta sta nel costante rinnovamento, nella volontà di esplorare nuovi territori musicali, stupire e incantare, pur mantenendo vivo il legame con la grande tradizione musicale.

I concerti e gli eventi in programma nel Coro di Santa Pelagia dall’8 ottobre 2024 al 2 luglio 2025 offrono un ventaglio unico e assolutamente originale di declinazioni sonore, provenienti tanto dal repertorio classico quanto dal panorama contemporaneo, raccolte e ulteriormente approfondite all’interno di varie sezioni tematiche.

“New Taste” è la parte dedicata ad aprire uno sguardo nuovo sulle trasformazioni in atto all’interno della musica di oggi attraverso le esibizioni dei compositori e degli interpreti più talentuosi del nostro tempo.

“Contatti Sonori” è invece lo spazio pensato per incontrare la contaminazione tra i generi, spaziando dalla classica al tango fino al cantautorato pop con l’obiettivo di mescolare pubblici diversi e aumentare il grado di condivisione attraverso l’esperienza musicale.

“Voxonus Festival XIII Edizione – I continenti della musica” è la stagione di produzione dell’Orchestra Sinfonica di Savona dedicata alla musica barocca. L’itinerario di quest’anno in collaborazione con Fondazione Collegio Universitario Renato Einaudi ripercorre rotte culturali del passato e del presente, sviluppandosi tra Liguria, Piemonte e Puglia.

“Itinerari di Santa Pelagia” è la sezione dedicata alla conoscenza della storia di Santa Pelagia grazie allo sguardo prezioso delle guide Somewhere Tours & Events che guideranno il pubblico alla scoperta delle attrazioni e degli aneddoti che si celano dietro questi luoghi, testimonianza del nostro ricco patrimonio culturale. In questo caso il repertorio musicale è affidato ai musicisti del Liceo Musicale Cavour.

“Intrecci Musicali” è una rassegna concertistica di Fondazione OMI in collaborazione con il Conservatorio G. Verdi di Torino che vanta una storia decennale. La sua peculiarità è di essere un intreccio a più livelli di suoni, vocali e strumentali, solistici e operistici, di epoche e di enti che vogliono guardare al futuro valorizzando il talento dei giovani.

“Santa Pelagia Kids” è invece un gruppo di appuntamenti che offre ai grandi la possibilità di condividere la gioia e il fascino della musica con i loro piccoli. Un originale percorso culturale nel quale la tematicità degli incontri e l’elemento extra musicale diventano motivo di coinvolgimento appositamente ideato per un pubblico giovane.

 

 

Per informazioni e prenotazione: +39 011 8178968 info@operamunificaistruzione.it

Ufficio Stampa: ufficioeffe@gmail.com – 338.7606183

La pittura di Faccincani, un inno alla luce

La mostra Personale “Inno alla luce” del pittore ATHOS FACCINCANI si tiene a Torino  dal 23 novembre al 1 dicembre nello storico PALAZZO BIRAGO della Camera di Commercio. L’evento artistico  organizzato da Paolo Vassallo con l’associazione Culturale “Suol D’Aleramo” si svolge in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino con il patrocinio della Regione  Piemonte e della Citta  Metropolitana di Torino. Il Gruppo televisivo RETE 7 realizzerà un servizio  televisivo speciale. Orario mostra 10,30 – 19,30. Ingresso libero

Il popolarissimo pittore ATHOS FACCINCANI è  nato a Peschiera del Garda ove vive e lavora. Ha studiato all’Accademia d’Arte di Venezia e frequentato lo studio di Pio Semeghini. Sarebbe enciclopedico elencare tutte le mostre che dal 1971 ha tenuto in prestigiose gallerie e Palazzi italiani, europei ed americani; dalla galleria “Halper” di New York, alla “Durney” di Toronto, “Sarasota” in Florida, “Koki Hoffman” di Chicago, “Ghelfi” di Verona, ecc. Di rilievo nel 1980, la grande mostra con 180 dipinti sul tema della Resistenza alla Gran Guardia di Verona, inaugurata dal presidente Pertini e in seguito trasferita a Bologna e Firenze. Dopo questa impegnativa mostra qualcosa muta profondamente la sua vena artistica e passa da una figurazione impegnata a un personalissimo lirismo naturalistico. Le sue opere ora sono un’esplosione di luce e colore, con una  piacevolezza cromatica che porta sempre all’interiorita’ e all’intimismo, testimonianza di gioia e serenità. Questa nuova espressione artistica in poco tempo lo porta ad un successo strepitoso. Nel 2005  una grande mostra al Parlamento europeo di Strasburgo e al Complesso del Vittoriano di Roma. Le sue opere sono presenti in tutte le gallerie italiane e contese da un raffinato collezionismo, distribuite anche da “Telemarket”. Recentemente ha esposto in Cina, a Mosca e Dubai.


Innumerevoli anche i premi di cui è stato insignito durante la sua quarantennale carriera, fra gli ultimi il premio Personalità Europe
a consegnatogli a Roma in Campidoglio. Sue opere si vedono ogni settimana da anni proiettate nella scenografia della trasmissione quotidiana del pomeriggio  GEO  su Rai 3.

www.athosfaccincani.it

Eccessivo e troppo teatrale il Pirandello di Placido

“Eterno visionario” sugli schermi

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

 

Ad Amburgo, in una notte del dicembre del 1934, mentre è in viaggio nel treno che lo sta portando a Stoccolma per la consegna del Nobel, Pirandello riaccende attorno a sé i fantasmi della sua vita, umana e letteraria, le luci e le tante ombre che l’hanno attraversata. La luce maggiore è Marta Abba, la ragazza che venticinquenne, incontrata durante un provino per la messinscena di “Nostra Dea” di Bontempelli, lo fece “risorgere come artista e come uomo”, con le immagini di un amore sempre sussurrato ma impossibile, le ombre sono gli insuccessi di una carriera, la sfida dei “Sei personaggi” perduta alla prima del Valle, di fronte a un pubblico urlante e minaccioso, che avrebbe voluto scuotere, prendere artisticamente a schiaffi e distogliere da un mare di (vecchio) teatro che rappresentava tutti i suoi luoghi comuni, le sue consuetudini, le vecchie leggi ormai da superarsi; la libertà da un padre che lo avrebbe voluto contabile nella Sicilia antica delle sue solfatare e la fuga in Germania per inseguire tutti i sogni di scrittura che giovanissimo già coltivava, la disfatta economica della famiglia e la conseguente instabilità mentale della moglie Antonietta Portulano, dolorosissima per lui, con il successivo ricovero in ospedale, i rapporti non sempre facili con i tre figli e i lunghi distacchi e le loro ribellioni, la speranza di una collaborazione cinematografica con il regista tedesco Murnau che non si realizzò mai.

Non è attraverso i pur brevi ricordi il Pirandello dell’opera letteraria, dell’autore diviso tra realtà e finzione, quello che Michele Placido propone in “Eterno visionario” (sceneggiato con Toni Trupia e Matteo Collura), l’autore coltivato o forse passato frettolosamente nei banchi di scuola ma l’uomo della vita soprattutto, infelice, disastrata, cercata sempre nella sua completezza, di quell’involucro da cui gran parte della carriera dello scrittore deriva. Il desiderio d’affrontare un altro genio della cultura dopo il Caravaggio di un paio d’anni fa, con la conoscenza e la passione che già in altre occasioni, al cinema come a teatro, gli ha fatto incontrare lo scrittore siciliano. Anche Placido, qui, con quella “visionarietà” che attribuisce al proprio personaggio e portata avanti in un montaggio che è passaggio continuo di anni e decenni, di azioni e di ricordi, improvviso, frammentario, altalenante, costruisce il personaggio, nella complessità del suo vivere: sino alla comparsa sul set del “Fu Mattia Pascal” di Pierre Chenal che precederà di poco l’ultima notte di una vita passata a dettare al figlio Stefano l’imbarbarimento di una società nei “Giganti”.

Placido da sempre coltiva un cinema sanguigno, corposo e corporale, fervidamente inteso e fabbrica di grandi effetti. Nell’”Eterno visionario” il regista pare se possibile accrescere ancor più le proprie scelte e il cinema sembra arretrare, farsi mezzo (stridente) e non fine (secondo le proprie più intime leggi), assumere connotati che non gli sono propri, che lo disturbano, il teatro o le consuetudini teatrali prendono il sopravvento – il tipo di recitazione sempre sopra le righe, i vistosi trucchi e le lacrime copiose, i ritagli berlinesi che fanno tanto Kurt Weill che fanno tanto “Cabaret” e che mettono in primo piano la fotografia di Michele D’Attanasio, la Madre dei “Sei personaggi” strisciante a terra nella sua disperazione, certi dialoghi troppo scritti e troppo insistiti, Pirandello seminudo allo specchio e alla luce delle sue ultime volontà testamentarie, e si potrebbe continuare: un film di grandi eccessi – e ogni immagine più s’adatta a un palcoscenico che non a uno schermo. Va da sé che pure le interpretazioni ne risentano, sovraccariche, lontano da una sobria naturalezza, Bentivoglio in primo luogo (al Servillo della “Stranezza”, pur in tutt’altro contesto, era dato di cogliere meglio la figura), lo stesso Placido che si ritaglia il personaggio di Saul Colin, collaboratore e agente letterario di Pirandello, agghindato come Poirot sul treno dell’”Orient Express”. Bella la presenza di Federica Vincenti, anche in veste di produttrice, i costumi di Andrea Cavalletto e le scenografie di Tonino Zero sono un valore alto; l’applauso incondizionato è a Valeria Bruni Tedeschi che è Antonietta, eccellente nel costruire ancora una volta uno di quei ritratti femminili avvolti in una pazzia più o meno tangibile, che camminano con tutta l’intelligenza dell’attrice sul filo di una lama, negli sguardi stralunati, nelle parole rotte, nei gesti folli, nell’entrata a una festa che non è mai stata la sua e a cui lei non ha mai preso parte.

“Club Silencio On Ice”. Una serata speciale tra musica, pattinaggio e performance

In programma al Palavela di Torino

Venerdì 22 novembre, dalle 19 all’1 di notte

Il progetto è a firma dell’Associazione Culturale torinese “Club Silencio” (da sempre impegnata nel creare esperienze culturali ed artistiche innovative in spazi d’eccezione, la più nota, datata 2017, “Una notte al Museo”) che in collaborazione con il “Palavela” di via Ventimiglia, in occasione dell’avvio della stagione del pattinaggio e in vista dei “XXIII Giochi Mondiali Universitari Invernali”previsti sotto la Mole nel prossimo gennaio 2025, propone per venerdì 22 novembre sulla pista del “Palavela” una serata e un evento imperdibili, dal titolo: Club Silencio On Ice”. Serata che unirà la magia e il piacere del pattinaggio su ghiaccio con un mix coinvolgente di “musica” e “performance”visive, in grado di offrire al pubblico un’esperienza sensoriale a 360 gradi.

Il “Palavela”, simbolo per eccellenza, insieme al vicino “Palazzo del Lavoro”  delle celebrazioni di “Italia ‘61” e, dopo anni di oblio, ritornato tra i protagonisti architettonici del contesto urbano in occasione dei “XX Giochi Olimpici Invernali” del 2006 (grazie al progetto – reinterpretazione dell’originario “Palazzo delle Mostre” firmato da Gae Aulenti) diventerà il palcoscenico ideale per una serata tutta dedicata all’arte, alla cultura e allo sport.

Dalle 19 fino all’1 di notte, gli ospiti avranno la possibilità di immergersi in due slot di pattinaggio di due ore ciascuno, godendo della libertà e del divertimento offerti dalla pista. Per chi preferisce vivere l’evento da spettatore, sarà possibile partecipare accompagnando amici e assaporando l’atmosfera unica della serata senza scendere sul ghiaccio.

Momento clou dell’evento, le performanceartistiche sul ghiaccio dei talenti del “CUS Torino”. In pista daranno spettacolo Melissa Merrone e Alberto Tommasi, coppia di “artistico” fresca partecipante al “Gran Prix Junior” tenutosi in Polonia, a Danzica; Irene Barreri e Alessandro Di Giorgio, nazionali di “Danza Junior”; Alessia Tornaghi, Vivienne Contarino ed Emilia Russo, atlete nazionali di “artistico singolo”. A ulteriormente arricchire la serata, sarà la proposta artistica di Tommini Cherubaso che presenterà una visual performance a tema “AI-generated”, esplorando il potenziale creativo dell’intelligenza artificiale per un viaggio visivo che si riflette e si trasforma sugli schermi in sincronia con la pista di ghiaccio. E, infine, a completare l’esperienza, l’“accompagnamento musicale” di Lollo De Gregorio, che porterà il suo sound vibrante per animare la pista e coinvolgere il pubblico in un gradevole clima di festa e condivisione. Immancabile la “VR Experience”, tecnologia che offre “esperienze immersive” uniche, grazie alla quale sarà possibile creare disegni e opere in 3D in uno “spazio virtuale”.

Complessivamente saranno sei belle ore piene piene, ricche di sport, arte, divertimento e magia assolutamente indimenticabili, come promettono gli organizzatori.

Siamo entusiasti – sottolinea Alberto Ferrari, presidente di ‘Club Silencio’ – di questo appuntamento al ‘Palavela’, una delle strutture più iconiche di Torino, e di questa esperienza che va oltre il semplice intrattenimento. Con questo evento vogliamo offrire al pubblico l’opportunità di vivere la pista di pattinaggio in un’atmosfera nuova, che unisce arte, tecnologia e musica in un contesto straordinario. La nostra missione è sempre stata quella di valorizzare il patrimonio culturale e artistico del territorio, e crediamo che questa sinergia con il ‘Palavela’ rappresenti un passo importante verso questo obiettivo, offrendo al pubblico una serata che resterà impressa nella memoria.

Per partecipare alla serata è necessario accreditarsi sul sito di “Club Silencio” al link https://clubsilencio.it/next-event/

Per info: “Club Silencio”, corso Massimo D’Azeglio 60, Torino – www.clubsilencio.it

g.m.

Nelle foto:

–       Palavela – Credit Rachele Venco

–       Alberto Ferrari – Credit Federico Masini Studio