CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 61

“Momenti d’arte”, momento di confronto per oltre cinquanta artisti

Il “Piemonte Artistico Culturale” nelle sale della Fondazione Giorgio Amendola, fino al 30 giugno

Si è inaugurata nei giorni scorsi (chiusura il 30 giugno prossimo), negli ampi locali della Fondazione Giorgio Amendola di via Tollegno 52, la nuova mostra del Piemonte Artistico Culturale “Momenti d’arte”, 55 pittori a illustrare – purtroppo ciascuno con una sola opera -, nelle diverse tecniche, acquerelli oli tecniche miste pittosculture, la propria attività, con produzioni nuove e no, con risultati generalmente soddisfacenti, dalla classicità alla sperimentazione, dai paesaggi ai momenti floreali a quell’area informale in cui molti amano avventurarsi. Ancora una volta, comunque, un’occasione per confrontarsi e per dare nuovi impulsi, con caparbietà e passione, ad una associazione che per anni è stata un fiore all’occhiello del panorama dell’arte torinese e che da pochi un gruppo di volenterosi, che amano felicemente rimettersi in gioco, sotto la nuova presidenza di Claudio Fassio, ha voluto reinserire in quel panorama: con un arricchirsi continuo di nomi, e pur con la ricerca che credo incessante della godibilità di una sede stabile – com’è nel ricordo di molti, via Roma prima e piazza Solferino poi – e di mezzi che le permettano uno sviluppo sempre più sicuro e affermativo.

Fra le tante opere da sottolineare, “Profumo di vigna” di Michela Fischetti, un ragguardevole angolo di natura, una cascata di grappoli e foglie, raffinato nelle forme e nei colori, opera non soltanto di piacevolezza allo sguardo ma anche di grande maturità, “Nel traffico di Torino” di Antonio Russi, dove la chiesa della Gran Madre fa assai espressivamente da sfondo al caos delle auto e delle luci, in una serata autunnale e piovosa, un eccellente quanto intenso impianto scenografico proposto con ricchezza di particolari e di suggestioni, “Il gatto si affaccia” di Anna Maria Palumbo, un gruppo compatto di vasi fioriti e un felino che si mostra curioso al di là di una finestra, un angolo di casa sorpreso nella vita di tutti i giorni, un’opera che sa di tempo antico e di immediata freschezza allo stesso tempo, ancora un esempio dell’eccellenza della pittrice.

Un acquerello di pieno realismo è “Un attimo” di Adelma Mapelli, fatto di favola e di oggettività e di accattivante semplicità, una farfalla scura chiazzata di bianco posata su una larga foglia, un perfetto inserirsi di ombre e di luci, nelle diversità coloristiche del verde e del violaceo, lo sfrangiarsi improvviso e secco di certe estremità del fogliame, che aggiunge un pregevole tocco di verità. Opera che già conoscevamo ma che è sempre rivista con vero piacere.

Graziella Alessiato interpreta con sicurezza un angolo di campagna, un rivo che procede zigzagante attraverso la superficie di un terreno ricoperto di neve e rami e arbusti spogli: ma è forse nell’esprimere il cielo a tratti rossastro che convince ancora di più.

In bella mostra si pone “Specchio della psiche” di Ezio Curletto, recentissima “tecnica sperimentale monotipica di incisione su foglia d’oro”, una tappa rappresentativa e interamente convincente dell’artista. Sommessamente espressivo il viso della donna che Alessandro Fioraso offre in “M’inebrio di luce”, uno stato di beatitudine in cui anche non passa inosservato l’apporto dei veli leggeri e dei lunghi capelli in cui s’insinuano grandi fiori, eccellente tecnica ed eccellente ritratto; come eccellente, su un altro versante di grande realismo introspettivo, il “Ritratto di pittore”, campione di psicologie, che Giacomo Sampieri offre di un illustre collega. Ancora in primo piano i nomi di Anna Cervellera, Roberto Davico, Lidia Delloste (che nella continuità di un percorso attento al colore, cresce nell’attenzione all’emozione e al segno, non rinunciando a spingersi per la sua cascata sul terreno di una valenza simbolica), Pierangelo Devecchi, Franco Fasano e Claudio Fassio, Giancarlo Gasparin, Roberto Maestri, Marisa Manis, Paola Rossi, Rita Scotellaro e Magda Tardon nell’ampia mostra che non mancherà di interessare ogni visitatore.

e. rb.

Nelle immagini, le opere di Anna Maria Palumbo, Adelma Mapelli, Graziella Alessiato, Ezio Curletto e Lidia Delloste.

Il castello di Piea risuona di “Note d’Eleganza”

Con il soprano Angelica Cirillo accompagnata dalla pianista Elena Tirrito

 

Il 16 giugno prossimo il castello di Piea, nell’Astigiano, in piazza Italia 3, alle 18, risuonerà delle “Note d’Eleganza”, titolo del concerto proposto dal soprano Angelica Cirillo accompagnata dalla pianista Elena Tirrito con musiche di Arditi, Gershwin, Puccini, Tosti e altri compositori.

Il programma musicale offre un itinerario affascinante attraverso diverse epoche e generi musicali, spaziando dall’opera alla canzone napoletana, dai musical alle colonne sonore cinematografiche.

Di Giacomo Puccini verrà eseguita l’aria “Quando m’en vo’”, tratta dalla celebre opera della Bohème, conosciuta anche come Musetta’s Waltz, che esprime la spensieratezza e il fascino del personaggio di Musetta. La melodia sinuosa e il ritmo vivace riflettono la sua natura capricciosa e seducente, offrendo un momento di leggerezza all’interno del dramma.

Seconda aria che verrà interpretata sarà Il bacio di Luigi Arditi. Composto nel 1860, questo valzer è un pezzo di bravura per soprano caratterizzato da una melodia brillante e virtuosistica. “Il bacio” è famoso per la sua agilità e le sue ornamentazioni vocali, che richiedono notevole tecnica e controllo da parte dell’interprete.

L’aria successiva è “O Paris gay sejour” e proviene dall’operetta tra le più popolari di Charles Lecocq “La fille de Madame Angot”. Con la sua vivace rappresentazione della vita parigina, il brano è un omaggio alla gioia di vivere e alla cultura festosa della capitale francese del XIX secolo.

Dall’operetta ‘La Vedova allegra’ di Franz Lehar verrà eseguita l’aria “Tace il labbro”. Questa celebre operetta è un simbolo del Romanticismo e dell’eleganza della Belle Epoque. Il duetto “Tace il labbro” è un momento di intima bellezza, in cui i protagonisti esprimono i loro sentimenti attraverso una melodia lirica e appassionata.

Di Ernesto De Curtis viene intonato il brano “Non ti scordar di me”. Questa canzone napoletana, scritta nel 1935, rappresenta un classico del repertorio romantico italiano. La melodia nostalgica e il testo evocativo parlano di un amore che sopravvive al passare del tempo, un tema universale che tocca molto gli ascoltatori.

Parlami d’amore Mariù è un altro brano che verrà suonato e interpretato, risalente al 1932; con la sua melodia dolce e il testo sentimentale, rappresenta un inno alla tenerezza e alla dolcezza d’amore.

Di Ruggero Leoncavallo verrà eseguita Mattinata, composta nel 1904 per la voce di Enrico Caruso. Si tratta di una serenata che celebra la bellezza del mattino e il risveglio della natura. La melodia espressiva e l’accompagnamento delicato evocano un senso di freschezza e rinnovamento. Verrà poi eseguito un medley che raccoglie alcune delle canzoni più iconiche del musical, offrendo un viaggio attraverso il teatro musicale. Le selezioni includono brani noti per la loro capacità di raccontare storie ed evocare emozioni profonde. Infine verranno eseguiti di George Gershwin “Summertime”, di Henry Mancini “Moon River”, di Frederick Loewe il brano “I coulisse hav danced all night”, tratto dal musical “My fair lady”, di Edith Piaf “La vie en rose”, uno dei suoi brani più iconici e di Guido Maria Ferilli e Antonello Maggio la canzone potente e appassionata “Un amore così grande”, un inno alla profondità e alla forza dell’ amore.

 

Mara Martellotta

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Ninni Holmqvist “L’Unità” -Fazi- euro 18,50

E’ di una bellezza spietata questo romanzo della scrittrice svedese 65enne che immagina una società distopica, divisa tra persone indispensabili e dispensabili.

L’Unità del titolo è il nome della struttura in cui lo stato rinchiude le persone ritenute “dispensabili”; ovvero quelle sacrificabili perché non hanno avuto figli, né una vita sentimentale stabile, né generato profitti.

Ora diventano dei pezzi di ricambio. Ridotti a serbatoi di organi che verranno espiantati uno ad uno, fino alla “Donazione finale”. Morendo e donando i vitali cuore e polmoni salveranno le persone ritenute più utili e produttive, minate da malattie che richiedono trapianti per continuare ad essere utili alla società.

Protagonista e voce narrante è Dorrit Weger, scrittrice 50enne, povera, single e senza figli che viene prelevata dalla sua casa e trasferita all’Unità. Perfettamente sacrificabile come le altre donne sopra i 50 anni e gli uomini over 60 che aspettano di venire praticamente fatti a pezzi per un fine ritenuto superiore.

A prima vista l’Unità sembra un luogo idilliaco in cui vivere nel lusso e assaporare una vita comoda a costo e crucci zero. In realtà è un mondo parallelo, finto, perfetto nel riprodurre la natura, ma lì i fiori non appassiscono mai.

Dorrit non realizza subito di essere finita nell’ “Unità” della banca di riserva; però man mano che scompaiono gli altri ospiti, la realtà le piomba addosso. Il romanzo è la cronaca della sua permanenza, in cui accetta di sottoporsi a una serie di esperimenti farmacologici e psicologici; ridotta a scarto sacrificabile, fagocitata dalla colossale opera di riciclaggio.

A scalfire il suo arrendersi al sistema sarà l’intesa con un altro ospite e le relative, inaspettate e sorprendenti conseguenze.

 

 

Matthew Blake “Anna” -La nave di Teseo- euro 22,00

Siamo nella terra di nessuno, tra sonno e veglia, con un duplice delitto di cui è imputata la 25 scrittrice Anna Olgivy; che però non ha più aperto gli occhi dal momento in cui è stata trovata con un coltello in mano, accanto ai corpi massacrati di suoi amici.

Da 4 anni è sprofondata nel sonnambulismo, prigioniera della “sindrome del sonno profondo o della rassegnazione.”

Ma come si può processare una bella addormentata?

Come verificare la sua versione dei fatti?

Quanto è responsabile delle sua azioni?

Lo psicologo forense specialista dei crimini legati al sonno, Ben Price, viene incaricato di risvegliarla per sottoporla a un interrogatorio e a un giusto processo.

La trama si infittisce parecchio perché il dottor Price è un uomo con alle spalle un passato turbolento che verrà a galla poco a poco; e anche altri personaggi coinvolti nel delitto spalancano voragini su ulteriori segreti della vicenda.

Sullo sfondo c’è la ricerca scientifica che cerca di penetrare nei meandri della mente umana, tra incredibile, imperscrutabile ed inquietante.

 

 

Ǻngeles Caso “Tutto questo fuoco. La rivoluzione delle sorelle Brontë” -Marcos Y Marcos”- euro 18,00

Ángeles Caso è una scrittrice spagnola decisamente abile, come dimostra questa biografia romanzata in cui narra le vite delle sorelle Brontë; riuscendo a cogliere la grandezza e la profondità del loro sentire e del loro universo interiore.

In queste pagine scandaglia le differenti personalità di Charlotte, Emily ed Anne. Nonostante le vite difficili e i pregiudizi dell’epoca sulle donne scrittrici, riuscirono a concepire, mettere nero su bianco e pubblicare capolavori assoluti della letteratura a livello mondiale.

L’autrice ci porta dritti tra le mura della modesta canonica di Haworth Hill, retta dal padre, reverendo Patrick, dove assistiamo alle loro difficili esistenze, a partire dalla raffica di lutti che colpiscono la famiglia.

Innanzitutto la morte precoce per cancro della madre Maria, che lascia il marito annientato e con sei piccole creature da crescere. La morte busserà ancora con le dipartite devastanti delle sorelline Maria (10 anni) ed Elizabeth (9 anni), stroncate dalle condizioni durissime del collegio in cui erano state mandate. Poi le difficoltà economiche e una vita monotona. Questa la superficie…

Ma Ángeles Caso ha una marcia in più, la capacità di calarsi ed approfondire i meravigliosi mondi interiori delle Brontë, così diverse tra loro, per carattere e modi di affrontare la vita.

Ci avventuriamo nell’anima dell’ambiziosa Charlotte, piena di grande ardore che frena a stento sotto la moderazione imposta dalla virtuosità vittoriana.

Emily, cupa e testarda, ma piena di compassione per la fragilità del mondo; forse legata all’amico 15enne Robert Clayton, al quale si ispirò per “Cime Tempestose”.

La delicatissima Anne, calma e profondamente giusta, che probabilmente amò in silenzio e senza speranza un certo William, stroncato poi dal colera.

Tre giovani fanciulle appassionate, riflessive, eccentriche, isolate, di salute cagionevole e povere di mezzi economici; ma straordinariamente ricche di sensibilità e talento. Erano sopravvissute ai lutti, alle fatiche e alle sofferenze; sempre alleandosi, tenendosi per mano, avviluppate in un comune sentire. Erano felici quando potevano scrivere, passeggiare nella brughiera e vivere insieme nella canonica dove progettavano di aprire una scuola e lavorare come istitutrici tutte sotto lo stesso tetto.

Dovettero far fronte al fratello Branwell, alcolizzato, infelice e mediocre; lui era quello destinato alla gloria poiché maschio, ma era stato incapace di raggiungere una vetta.

Mentre Charlotte, Emily ed Anne avevano scalato l’impossibile all’epoca per una donna. E per essere prese in considerazione avevano pubblicato con nomi maschili….

 

 

Jacopo Veneziani “La grande Parigi” -Feltrinelli- euro 30,00

Lo storico dell’arte e divulgatore Jacopo Veneziani ci accompagna in un affascinante viaggio nella Parigi del periodo d’oro dell’arte moderna, tra 1900 e 1920, all’epoca il centro del mondo artistico. Lo fa attraverso gli occhi di due pittori allora sconosciuti che arrivano nella ville lumiere nell’ottobre del 1900; i giovanissimi artisti spagnoli Pablo Picasso e Carlos Casagemas.

Sono squattrinati, hanno solo alcune cartelle da disegno, scatole dei colori, cavalletti e valigie stracolme di speranza. Arrivano alla Gare d’Orleans nel momento perfetto, allo scoccare del nuovo secolo in cui tutto sta per iniziare.

E’ un viaggio corale in cui, attraverso una serie di indirizzi fondamentali, l’autore racconta i 20 anni in cui la Parigi dell’Esposizione Universale lancia invenzioni incredibili e attira folle di visitatori assetati di novità. La città è in gran fermento, aperta a nuove sfide, calamita per artisti, scrittori, filosofi, poeti, intellettuali in cerca di fama.

Veneziani nelle sue pagine ci fa incontrare personaggi come Gertrude Stein, Picasso, Matisse, Modigliani, Chagall e molti altri.

Le loro storie e vite si intrecciano, tra incontri casuali, collaborazioni, sodalizi saldissimi, amicizie; ma anche rivalità, passioni e deludenti tradimenti.

 

Al Museo MIIT la mostra Internazionale Italia Arte 2024

Fino al 15 giugno prossimo, promossa dalla galleria Folco e dalla rivista internazionale Italia Arte

 

Il Museo MIIT di Torino, la rivista internazionale Italia Arte, la Galleria Folco presentano la  mostra “Internazionale Italia Arte 2024” che sarà ospitata al Museo MIIT da domenica 9 giugno al 15 giugno prossimo.

La mostra Internazionale Italia Arte è ormai una tradizione consolidata giunta alla sua undicesima edizione dopo i successidegli scorsi anni, che hanno visto la partecipazione di circa mille artisti provenienti da oltre cinquanta Paesi del mondo e la presenza di migliaia di visitatori.

Sono in mostra opere selezionate di maestri contemporanei di fama internazionale italiani e stranieri. Tra gli artisti in mostra opere selezionate di maestri contemporanei di notorietà internazionale italiani e stranieri, tra i quali, oltre a pittori italiani, artisti provenienti da Stati Uniti, Messico, Svizzera, Cina, Germania, Ungheria, Arabia Saudita, Spagna e numerosi altri Paesi.

In esposizione opere di pittura, fotografia, arte digitale, scultura, video, installazioni. Si tratta di un panorama internazionale di arte che si sviluppa tra arte figurativa tradizionale e arte astratta e informale, tra sculture in materiali di recupero e altri materiali quali legno, carta, ferro. Molte le suggestioni che provengono dai lavori selezionati, che portano lo spettatore a meditare sulle nuove tendenze e sull’originalità dell’espressione artistica contemporanea.

Tra gli artisti presenti in mostra si segnalano Le personali  di Fadilja Kajosevoc, Layla Behalima, Nora Komoroczi, Claudio Detto, Anna Rota Milani e Giuseppe Oliva, cui si aggiungono, tra gli altri,  gli artisti Vito Garofalo, Paolo Avanzi, Patrizia Caffaratti, Gianfranco Coccia, Mario Cossu, Enrico De Santis, Fernando Delìa,  Sergio Gomez, Leo Giampaolo, Carlo Massobrio, Anna Montanaro, Santina Portelli, Barbara Pratesi, Sergio Rapetti, Mar8a Elena Ritorto, Paola Riva, Christel Sobke, Antonio Saporito, Leo Giampaolo e Wilhelm Senoner.

Date 9-15 giugno 2024.

Orari di visita, da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19.30, su appuntamento domenica, lunedì e festivi.

Museo MIIT

Corso Cairoli 4

Tel 0118129776

Info@italiaarte.it

Info@museo miit.

 

Mara  Martellotta

Rock Jazz e dintorni a Torino: Colapesce Di Martino e il trio Righeira-Li Calzi -Carlone

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Blah Blah suona il quartetto Matsumoto Zoku.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana si esibisce Carlo Pestelli e Federico Bagnasco. Al PalaExpo di Moncalieri debutta il festival “Ritmika”con il duo Colapesce Di Martino preceduto da Marco Castello.

Alla Tesoriera per “Evergreen Fest” sono di scena Johnson Righeira, Giorgio Li Calzi, Gian Luigi Carlone. Al Sound Garden dell’Hiroshima Mon Amour rap con Murubutu.

Giovedì. Al Blah Blah si esibiscono gli Urban Cairo. Al Circolo della Musica di Rivoli suonano i Liquami. Per “Ritmika” a Moncalieri si esibisce Emma. Allo Spazio 211 per il festival “Creativ Africa”sono di scena Narconauta e Amira Kheir.

Venerdì. Al Blah Blah sono di scena gli Sfregio. Per “Ritmika”si esibisce Ariete con Giove. Al Peocio di Trofarello suona il chitarrista Andre Nieri. Al Combo è di scena James Ferraro. Al Magazzino sul Po si esibisce Epoque con il Dj set di Catu Diosis. Nel cortile dell’Hiroshima suonano i Derozer.

Sabato. Allo stadio Olimpico primo di 2 concerti consecutivi per Ultimo. Al Blah Blah sono di scena gli Underdocks mentre allo Ziggy suonano i Fucktotum. Radio Blackout  organizza a El Paso un concerto con i Baratro e gli Scummadomar.  All’Inalpi Arena è di scena Ne-Yo. Allo Spazio 211 si esibiscono Ibson Daone, Ladies In Action e i Sound Rebels.

Domenica. Termina “Fans Out” con il cantautore Joe Little. Al Bunker si esibisce Pino D’Angiò.

Pier Luigi Fuggetta

I concerti di Professione Orchestra

Fondazione Accademia di Musica
Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI
presentano

PROFESSIONE ORCHESTRA

IN CONCERTO

2 CONCERTI PER 7 GIOVANI TALENTI

nell’ambito di Professione Orchestra

il percorso di perfezionamento per futuri professori d’orchestra

di Fondazione Accademia di Musica e Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

Domenica 9 giugno | ore 18

Auditorium RAI Arturo Toscanini di Torino 

L’ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE DELLA RAI

E I BORSISTI DI PROFESSIONE ORCHESTRA

DIRETTI DA NICOLÒ FORON

Domenica 16 giugno | ore 21:00 | Sala Tajo di Pinerolo

I BORSISTI DI PROFESSIONE ORCHESTRA

Il sogno di diventare professore d’orchestra per un giorno, e di suonare al fianco di Maestri come quelli dell’OSN RAI guidati dalla bacchetta di importanti direttori, anche quest’anno si realizza per sette talentuosi musicisti, selezionati tra i più di sessanta iscritti alla settima edizione di Professione Orchestra, il percorso formativo professionalizzante nato dalla partnership tra la Fondazione Accademia di Musica di Pinerolo e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.

Dopo il training on the job che li ha visti impegnati l’autunno scorso con lezioni di strumento e a sezione con le Prime parti RAI, dopo la tanto apprezzata simulazione di un’audizione, due seminari per il miglioramento della performance artistica e un incontro di approfondimento della vita d’orchestra, grazie alle borse di studio hanno poi proseguito il loro cammino con lezioni di strumento e di musica da camera con le Prime parti, e il tanto atteso affiancamento delle prove d’orchestra delle produzioni Rai.

Il percorso si chiude ora con due esibizioni dal vivo su palchi di prestigio, tassello fondamentale nella formazione di ogni musicista.

Il primo appuntamento è con il concerto di domenica 9 giugno alle ore 18 presso l’Auditorium Rai ‘Arturo Toscanini’ di Torino che vede protagonisti sullo stesso palco l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e sette borsisti di Professione Orchestra: Samuele Cocchi violino (prof. A. Milani); Michela Di Mento flauto (prof. Barletta); Luca Tonolli clarinetto (prof. L. Milani); Matteo Borga trombone (prof. Di Mario); Vincenzo De Stradis trombone (prof. Di Mario); Andrea Iaccino timpani (prof. Zoli e Bartezzaghi); Alessandro Cozza timpani (prof. Zoli e Bartezzati). Sul podio è impegnato Nicolò Foron. In programma la Sinfonia n. 8 in si minore “Incompiuta” di Schuberte la Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore, op. 60 di Beethoven.

(I biglietti, proposti al prezzo unico di 5 euro, sono in vendita online sul sito dell’OSN Rai e presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino).

Il secondo appuntamento è per domenica 16 giugno alle ore 21 a Pinerolo. Sono quattro i musicisti a salire sul palco della suggestiva Sala concerti Italo Tajo (ex Chiesa di San Giuseppe, via S. Giuseppe, Pinerolo) a conclusione del training on the job di Professione Orchestra: Samuele Cocchi violino (prof. A. Milani); Anzhe Zuo violoncello (prof. Toso); Michela Di Mento flauto (prof. Barletta); Luca Tonolli clarinetto (prof. L. Milani) accompagnati da Stefano Musso al pianoforte. In programma musiche di Paganini, Massenet, Martin, Bach, Piazzolla, Beethoven, Rota. Il concerto si tiene nell’ambito della seconda parte de I venerdì del Corelli (non solo di venerdì) ed è a ingresso libero.

Il progetto è realizzato con il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo (Maggior sostenitore).

Sofar Sounds: l’evento musicale misterioso a Torino

E’ un venerdì sera qualunque a Torino, una di quelle serata che portano con il sapore di un’ estate che fa fatica ad arrivare ma che mette ugualmente voglia di uscire. Per questo si va in centro, al civico 45/A di Via Maria Vittoria dove ha sede quella che un tempo era una ex officina trasformata ad oggi una vera e propria boutique di architettura che prende il nome “Officina8A”.

Lo studio d’architetti associati è uno spazio bellissimo in cui, tra ampie scrivanie e pianti rampicanti, si ha la sensazione di essere in un luogo in cui la creatività fa da padrona. Ed è questa la perfetta location che Sofar Sounds Torino ha scelto per ospitare il concerto del mese di maggio.

Sofar Sounds un format internazionale- nato a Londra nel 2009 ed oggi attivo in più di 400 città in tutto il mondo spaziando da Parigi a New York Cityla cui intenzione è quella di trasformare uno spazio inusuale in una location per concerti intimi e delicati dove la musica faccia da padrona assoluta alla scena. Non solo il luogo, ma anche le modalità di fruizione sono diverse da quello a cui siamo normalmente abituati: gli spettatori possono sedersi direttamente per terra o su cuscini e portarsi qualcosa da bere da casa e, proprio da lì, assistere al concerto che prende vita nella stanza. Questo ambiente crea immediatamente un’atmosfera intima data dalla forte vicinanza- fisica ed emotiva- tra l’artista e il pubblico e da vita ad una vera e propria magia.

L’intenzione del format è quella di plasmare un’ irripetibile atmosfera che è non è realizzabile in altri luoghi e che vuole esprimere dal nome scelto per questo evento ovveroSofarche sta per songs from a room”, canzoni da una stanza, ideata dai creatori da Rafe Offer, Rocky Start e Dave Alexander.

Il centro della scena rimane la musica, che viene appositamente scelta dalla squadra di curator di ciascuna città che selezionano gli artisti per la serata tra band emergenti, ma anche cantanti affermati. In alcuni Sofar internazionali hanno preso parte alle esibizioni anche alcuni cantanti che avrebbero poi calcato i palchi di tutto il mondo.

E anche a Torino, l’ultimo venerdì di maggio, questa magia si è ripetuta al Sofar che si è svolto nello studio di “Officina8A” dove per più di due ore si sono esibiti 3 artisti che hanno avuto la capacità di intrattenere il pubblico con la musica da loro scritta e prodotta. Diversi per stili e tipologia di approccio musicale, l’ultimo Sofar Sounds Torino ha ospitato gli artisti Zoë,
Leandro
e il gruppo The Spell Of Ducks. La diversità di genere musicale dei 3 protagonisti ha permesso al pubblico di spaziare su note e stili molto diversi fra di loro dando la possibilità di sperimentare di diversi sound, che hanno reso l’intrattenimento ancora più interessante. L’organizzazione del Sofar Sounds Torino è curata da un impeccabile squadra di volontari che, grazie ad una perfetta organizzazione, gestiscono tutte le sfumature dell’evento: dal marketing, alla scelta degli artisti, passando per la selezione del locale alla comunicazione via social.

Il team torinese è composto da Bruno Bertelli (curator), Giacomo Bera, Elena Rajteri e Giovanni Zabardi (alla produzione), Asya Benedini (alla Direzione artistica), Carlo Conversano
(
fotografo), Vittorio Elia e Alberto Costa (in qualità di videomaker) e da Angelo Tarditi, Matilde Capello (alla comunicazione).

Per partecipare ai prossimi eventi torinesi è necessario inserire la propria email sul sito ufficiale dell’evento (https://www.sofarsounds.com/) e, se selezionati, si dovrà attendere la conferma. Da lì a pochi giorni prima dell’evento verrà comunicata la location, che rimane misteriosa fino all’ultimo momento. Sofar Sounds si conferma, quindi, come un’iniziativa internazionale unica nel suo genere che finalmente anima la notte anche della nostra città.

Valeria Rombolà

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Il francobollo nostalgico – I senatori a vita – Il sindaco Sala e Vasco – Lettere

Il francobollo nostalgico
L’idea malsana di dedicare ad uno squadrista fascista un francobollo, tale Italo Foschi, appare davvero fuori luogo e fuori tempo. Qui abbiamo a che fare con uno che ha celebrato gli assassini di Matteotti e che si distinse nella caccia agli ebrei. C’è da domandarsi se non si siano superati i limiti della decenza. I comunisti salvarono dal carcere il noto pluricriminale Francesco Moranino, ma nessuno pensò ad esaltarlo come eroe. Chi ha fatto questa scelta è privo del senso della storia e perfino del ridicolo.
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I senatori a vita
È passata quasi inosservata l’abolizione dei senatori a vita, un retaggio regio in periodo repubblicano che non ebbe mai un senso preciso. Un uomo come Toscanini rifiutò la nomina pervenuta da Einaudi. Cinque senatori a vita spesso scelti tra politici di lungo corso come Fanfani,  Colombo e Taviani  non sono ininfluenti nel caso di maggioranze instabili come quella di Prodi. Se poi pensiamo ad alcuni Presidenti che nel quinquennio nominarono 5 senatori innalzando il numero complessivo dei vitalizi c’è da domandarsi se non sia stato uno sfregio costituzionale l’averlo fatto. La nomina di Mario Monti è rimasta una scelta di parte che ha inaugurato una nuova stagione politica contraria al voto delle urne. Forse tra i pochi senatori benemeriti ci fu Eugenio Montale che fece da garante alla legge sul divorzio. Spadolini tentò in tutti i modi di diventare Presidente della Repubblica dallo scranno più alto di Palazzo Madama come anche fece Fanfani. Non credo che in una democrazia matura ci sia bisogno di 5 saggi. Ci sarebbe bisogno di senatori e deputati più colti e competenti , con meno chiacchiera polemica televisiva e più lavoro nelle commissioni. Ma in realtà è proprio la figura del parlamentare che si fa più evanescente perché oggi il potere legislativo è affidato al Governo con i suoi decreti legge abituali. Tutto appare urgente e il Parlamento non fa altro che ratificare, magari con qualche emendamento. I tempi della politica sono stati ampiamente superati. In questo senso sembra una democrazia al tramonto con dei partiti privi di identità abbarbicati al potere. Se poi pensiamo all’assenteismo dal voto e alla protesta di piazza spesso violenta, ci accorgiamo che la democrazia sembra più una parvenza che una realtà. La crisi dello Stato e la autorevolezza sempre più bassa sono segni preoccupanti. I pericoli del fascismo sono remoti, quelli autentici molto vicini.
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Il sindaco Sala e Vasco
Il sindaco di Milano Sala  ha ancora una volta celebrato Vasco Rossi, dicendo che lui è più importante di tanti sindaci di Milano. Cantautore di successo, è anche noto per la sua vita smodata. È  naturale che Vasco  definisca autoritaria la vita attuale. Purtroppo invece occorrerebbero tanti giri di vite in più, ad esempio, in una università al collasso per la viltà dei suoi rettori. In Italia ci sarebbe bisogno di più ordine per garantire più libertà ai cittadini onesti che vedono i loro diritti defraudati dalla prepotenza. Il super milionario Vasco non vive certo i problemi nostri e il suo esempio mitizzato potrebbe aver contribuito a deviare  molti giovani. Questo dovrebbe sapere Sala, proponendolo ad icona di una società priva di valori.
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Lettere scrivere a quaglieni@gmail.com
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Al voto per l’Europa
Mi dà un consiglio sul voto europeo? Io tra mille polemiche stento a capire.  Fabrizia Raiteri
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Questa volta sono in imbarazzo pure io anche se incomincerei ad escludere i vari Santoro, Tarquinio, Salvini e tanti altri. L’Europa ha bisogno di un voto moderato che neutralizzi gli avventurieri. Votiamo pensando anche a Kiev e ad Israele. L’Europa non deve essere quella del cedimento, ma neppure dell’ oltranzismo bellicista. Per cercare di capire bisognerà attendere il voto americano.

“La memoria del futuro”, ovvero musical prosa e danza tra giovani talenti

Presentata la stagione di Alfieri e Gioiello

È con un certo – e giusto – orgoglio che Luciano Cannito, direttore artistico dei teatri Alfieri e Gioiello, durante la conferenza stampa di presentazione della stagione, tira fuori dal suo cappello magico una roboante cifra come fosse un numero magico: “Siamo passati da 95 mila a 211.588 spettatori, con molti spettacoli sold out e con un incremento del 116%”. Forse un successo persino insperato dai responsabili della nuova gestione – gli siede accanto Frabrizio Di Fiore, Ceo e general manager del FDF Entertainment, che in più interventi non può che riconoscere l’ottimo risultato del lavoro svolto in questo primo anno e la scelta che Cannito ha fatto per quanto riguarda gli spettacoli degli spettacoli che circoleranno -, un approccio ormai decisamente varato con il pubblico torinese, un gran bel salto.

La memoria del futuro” è il titolo della stagione 2024/25. “Questa espressione – precisa Cannito – evoca un ponte tra passato e futuro, suggerendo che le esperienze, le storie e le emozioni che il teatro ci offre non sono solo un richiamo alla memoria collettiva e individuale, ma anche una guida per immaginare e costruire il nostro domani.” Da un lato il patrimonio culturale mai dimenticato, fatto di tradizioni e di narrazioni antiche, dall’altro il desiderio di innovare guardando alle nuove possibilità che ci attendono. Quindi 78 titolo disseminati lungo l’intera stagione, dalla prosa al musical, dalla danza alla commedia brillante, titoli di alto livello, che hanno tra le loro aspirazioni quella più incisiva di aprire la strada e dare spazio ai volti e ai nomi nuovi dello spettacolo, a quei ragazzi che non improvvisando nulla ma esclusivamente con l’impegno stanno costruendo un loro preciso quanto affermativo percorso. Tutte le prime, maggiori aspettative sono per Pierpaolo Pretelli, la trentina superata, faccia pulita e quel tanto di gossip che non guasta, pronto a salire sul ring impugnando i guantoni (stanno esposti in questi giorni nella mostra alla Mole) di “Rocky” (Balboa) – dal 18 al 27 ottobre all’Alfieri, canzoni e musiche per un premio Oscar di enorme successo, l’amore per Adriana, fragile commessa di un piccolo negozio di animali (non è ancora tempo di svelare il nome dell’interprete: ma “tanta robbba”, assicura Pretelli) e la sfida contro Apollo Creed, la passione e la disciplina dell’allenamento, na nascita di una vera personalità e la costruzione di una propria forza interiore. Traduzione adattamento regia di Luciano Cannito.

Anche nella stagione prossima FDF Entertainment manterrà la promessa fatta lo scorso anno, ospitando a Torino tutte le prime nazionali che portano il marchio Di Fiore. E musical sia, da “La sposa cadavere” di Gregory Eve, con Beatrice Baldaccini, Luca Avagliano e Claudia Campolongo, per la serata di Halloween, storia già portata con successo sullo schermo nel 2005 da Tim Burton, a “Broadway Celebration”, un concerto che farà rivivere le più belle canzoni dei musical, da “Peter Pan” con le musiche di Edoardo Bennato alle riprese, richiestissime, a Fame – Saranno famosi”, da “Mare fuori” con tutti i protagonisti della serie televisiva a “Cabaret”, “con 108 repliche è divenuto lo spettacolo più rappresentato in Italia, mai come in questo periodo maledettamente attuale”, coregia e interpretazione di Arturo Brachetti, che riproporrà anche in finale di stagione il suo “Solo”, all’immancabile “Grease”, “un altro titolo che il pubblico continua a richiedere”. E musical di successo, per un Alfieri che si rivela sempre più come tempio del genere, saranno anche “Sapore di mare”, tra gli interpreti Paolo Ruffini, regia di Maurizio Colombi, coautore con Enrico Vanzina e Fausto Brizzi, cult cinematografico che ci riporterà indietro ancora una volta agli anni Sessanta; “Van Gogh” scritto e diretto da Andrea Ortis, “My Fair Lady” di Lerner e Loewe dal “Pigmalione” di Shaw, interprete Serena Autieri con Ivan Castiglione nel ruolo del professor Higgins, il fiore all’occhiello di “Cantando sotto la pioggia” per chi ama il cinema e le canzoni indimenticabili, regia e coreografia di Luciano Cannito, unica piazza Torino, “pronti a distribuirlo tra un paio d’anni in tutti i maggiori teatri d’Italia”. Forse la ciliegina sulla torta è il musical che in Francia ha fatto 400 mila spettatori e che ha spopolato e ancora spopolerà in occasione dell’Anno Santo nell’Auditorium della Conciliazione a Roma (2200 posti): “Bernadette de Lourdes”, regia di Serge Denoncourt, direttore musicale Céline Dion.

Grossa curiosità per “Rocco” (4 novembre, quante/quanti si segneranno la data!), quando Rocco Siffredi in novanta minuti racconta di sé e dei successi e delle emozioni, anche le delusioni e le situazioni difficili, tra divertimento e (forse) poesia: “con una sorpresa finale, che non è assolutamente quella che state pensando”, ci tiene a precisare Cannito. La grande danza con “Schiaccianoci” e “Il lago dei cigni”, ancora la prosa con “Il fu Mattia Pascal” con Geppy Gleijeses diretto da Marco Tullio Giordana, Violante Placido e Ninni Brischetta a proporre “1984”, tratto da Orwell, “La strana coppia”, ancora un Simon sui palcoscenici torinesi, Gianluca Guidi regista e interprete con Giampiero Ingrassia, Salemme con il suo nuovo testo, Ale&Franz, Vanessa Incontrada e Gabriele Pignotta in “Ti sposo ma non troppo”, il ritorno a Torino di “Perfetti sconosciuti”, successo al cinema, scritto e diretto da Paolo Genovese.

Curiosità e grandi nomi al Gioiello, “Amy Winehouse” interpretata da Melania Giglio, Stefano Fresi in “Dioggene”, Miriam Mesturino e Sergio Muniz alle prese con “Lapponia” ovvero i confini del circolo polare artico devastati dalla fatidica domanda se Babbo Natale esista oppure no, Rocco Papaleo a festeggiare i suoi primi quarantanni (di carriera) e Gianluca Ramazzotti a indagare nelle vesti del tenente Colombo, la Compagnia di Torino Spettacoli, con Elio Tedesco e Andrea Beltramo, a proporre “Verso l’ora zero” di Agatha Christie e Euridice Axen a far rivivere con “Settimo senso” Moana Pozzi, Simone Cristicchi in “Franciscus” tra riflessioni e canzoni “che toccano il cuore” e lo “Zoo di vetro” con il grande Pier Luigi Pizzi regista e Mariangela D’Abbraccio interprete, Dacia Maraini autrice di “Dialogo di una prostituta con un suo cliente” e Luca Ward a spiegarci “Il talento di essere tutti e nessuno”, Teo Mammuccari e Veronica Pivetti e Luca Bizzarci a interpretare con Francesco Montanari “Il medico dei maiali”, vicenda scritta da un interessante Davide Sacco, vicenda (fin troppo contemporanea) che ruota attorno alla morte del re d’Inghilterra. Dopo il grande successo riscosso poche settimane fa, Margherita Fumero e Cristian Messina riproporranno con Mauro Villata, Mario Bois e Anna Cuculo “Sherlock Holmes, Lady Margaret e il sigillo reale”, mentre per gli appassionati della soap opera, con “Un letto per due” di Tato Russo, arriverà a inizio novembre Riccardo Polizzy Carbonelli, ovvero il cattivissimo sciupafemmine Renato Ferri di “Un posto al sole”.

Elio Rabbione

Nelle immagini, alcuni degli artisti che vedremo in stagione sui palcoscenici di Alfieri e Gioiello: Pierpaolo Pretelli, Luca Ward (ph Stefano Marigliani) e Simone Cristicchi (ph Giorgio Amendola), Ale&Franz, Simona Autieri; un momento dello “Schiaccianoci” diretto e coreografato da Luciano Cannito.

Paolo Leonardo in mostra alla Raffaella De Chirico Arte Contemporanea

La personale dell’artista torinese dal titolo “Resurfacing erasures”

 

La galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea ha inaugurato il 6 giugno scorso la personale dell’artista Paolo Leonardo, torinese di nascita, classe 1973, nella sua sede in via Monte di Pietà 1A, a Milano. Il titolo dell’esposizione è “Resurfacing erasures”, e comprende lavori di recente produzione dell’artista, risalenti agli anni 2022-2024. Da circa tre decenni Paolo Leonardo interviene con la pittura sulla stampa fotografica da scansione. Sono in mostra tre cicli di lavori con cromie dominanti che danno anche i titoli al corpus delle opere: “Rossi”, di piccolo formato; “Blu” e “Oro”, di medio e grande formato, in cui la figura femminile risulta essere quella maggiormente protagonista. Se la poetica in passato era espressione politica, negli ultimi lavori l’artista è più introspettivo e intimo che mai, declinando anche la sua vita personale volta alla totale assenza dai social network.

È un altro torinese l’artista scelto per la seconda mostra in via Monte di Pietà 1A, a Milano. Paolo Leonardo che, da circa tre decenni, interviene con la pittura sulla stampa, da fotografie scansionate o su manifesti pubblicitari. L’elaborazione dell’immagine ha avuto fin dagli esordi una dimensione pubblica e politica e, in particolare, i manifesti pubblicitari sono stati il supporto attraverso il quale codificare e restituire la figura stravolgendone la natura pop mediante una poetica violenta di contestazione e distorsione. Negli ultimi anni, con lucida consapevolezza, Leonardo ha scelto per vita e lavoro una dimensione analogica. Estremamente schivo, e totalmente assente dai social network, ha dedicato la sua ricerca a una selettiva scelta di materiali che è divenuta più intima e profonda che mai. Si può definire approccio analogico nel senso di “lenta rivelazione”. Nella nuova serie di lavori “Rossi”, china su stampa da scansioni di fotografie, l’artista sceglie ancora l’anonimato di luoghi e persone; nonostante la sua intenzione sia quella di cancellare ulteriormente identità e contesto, dalla carta riemerge il ricordo raschiato. L’immagine viene distorta e cancellata, oltre a essere cromaticamente appiattita dal rosso; attraverso il livellamento il ricordo individuale si sgretola e la memoria diventa collettiva, mediante un meccanismo protettivo l’immagine diventa familiare e consolatoria. Il passato risulta essere confortante, il presente nonè compreso e veramente accolto, in fin dei conti percepito come inaccettabile. L’artista rifugge l’invadenza della forma contemporanea, troppo veloce e violenta, totalitaria e frammentata allo stesso tempo.

Nel 2005, ispirandosi allo stesso corpus dei lavori Rossi, con il regista Daniele Gaglianone e con le elaborazioni sonore di Massimo Miride, è stato realizzato un cortometraggio di trenta minuti in cui gli artisti hanno ripreso una metropoli dipingendola di rosso. Il risultato è un viaggio onirico e visionario, un allontanamento dalla realtà oggettiva. Impossibile non citare Jean-Luc Godard e La Nouvelle Vague, le cui atmosfere spesso ritroviamo nella ricerca di Paolo Leonardo. Questa recente produzione di piccolo formato, il cui allestimento in serie ricorda il montaggio di una pellicola cinematografica, aderisce bene all’idea di Godard, secondo cui il montaggio è un “pensare con le mani”, che garantisce al cinema il ruolo di rifugio dal tempo, grembo del senso storico, in contrapposizione al totalitarismo del presente che inghiotte qualunque distinzione temporale.

Nel 2024 Leonardo si è cimentato con il “Blu”. In mostra tele elavori su carta di grandi e medie dimensioni. Le figure femminili del ciclo “Oro”, anch’esse di recentissima produzione, sono immagini di corpi di donne recuperati dall’associazione per la fotografia storica, e gli originali risalgono al 1870 e al 1880. Rassicuranti e pienamente femminili, l’erotismo è esplicito ma scevro da aggressività; sono lontane dalle figure di modelle, così altere e inavvicinabili, su cui Leonardo ha lavorato in passato. Non vi è traccia del discorso sul genere, sui temi queer o LGTBQ, in totale controtendenza con la contemporaneità. Sono figure analogiche. Le donne “Oro” sono cristallizzate e confortanti; dal latino aurum, il colore rimanda alla preziosità intrinseca, anche se l’oro è il metallo con cui si fabbricano le monete: la mercificazione del corpo e dell’immagine femminile è un tòpos della ricerca di Leonardo.

La memoria, come allucinazione poetica e menzognera, fornisce compattezza, tiene insieme per non andare in pezzi ed è finalizzata all’integrità. Quelle sulle tele e le carte di Paolo Leonardo sono inganni che si intersecano. La memoria, illusoria e fallace, così come la descriveva anche Proust nella sua caratteristica di non rappresentare un evento per ciò che è stato ma per come lo si immagina e ricostruisce, la pittura, il godardiano “pensare con le mani” e la cinematografia, la magnifica illusione.

Paolo Leonardo vive e lavora a Torino.

La mostra rimarrà aperta fino al 31 luglio 2024. Dal 10 al 14 giugno dalle ore 15 alle 19 e gli altri giorni e orari su appuntamento.

 

Mara Martellotta