CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 51

Forte di Bard Incontri “Le Grand Continent. Tra Gaza e Kiev”

Che cosa significa vivere la guerra dall’interno a Gaza o in Ucraina? Che cosa vogliono Trump, Elon Musk e Xi Jinping?  Che cosa può fare l’Europa? Cosa succederà nel nuovo ciclo politico? In un evento esclusivo, aperto a tutti e a tutte, la rivista di riferimento Le Grand Continent presenterà nel pomeriggio di sabato 31 agosto 2024, dalle 17.30, il suo ultimo volume Fratture della guerra estesa (LUISS University Press), con una serie di tre dialoghi di alto livello organizzati al Forte di Bard che riuniranno alcune delle più prestigiose firme della rivista e del giornalismo italiano.

 

Protagonisti degli incontri saranno Lorenzo Cremonesi (Corriere della Sera), Alessandro Aresu (Limes), Mario De Pizzo (Rai1), Lucia Annunziata (eurodeputata), Federico Fubini (Corriere della Sera), Alessandra Sardoni (La7). Le diverse sessioni saranno moderate a turno da Gilles Gressani, direttore Le Gran Continent, Mathéo Malik e David Allegranti (Le Grand Continent). Il pomeriggio sarà aperto dai saluti della presidente del Forte di Bard, Ornella Badery.

 

 

 

MODALITA’ ADESIONE

. Ingresso gratuito: prenotazione sul portale Eventbrite
. Coloro che sono in possesso della Membership Card del Forte di Bard avranno in omaggio la pubblicazione Fratture della guerra estesa (LUISS University Press)
. Possibilità di sottoscrivere la Membership Card il giorno dell’evento.
Info. T. 0125 833811

Il castello di Agliè, una residenza sabauda nel Canavese

Bellezza, arte, poesia e un po’ di cinema

Eretto nel XII secolo dalla famiglia dei conti San Martino nell’omonimo borgo, uno dei più famosi del canavese, fino al 1600 il Castello di Agliè mantenne l’aspetto di un forte con tanto di muraglia difensiva e fossato.

I primi interventi per renderlo dimora furono fatti a fine secolo dal Conte Filippo che affidò il progetto all’architetto Amedeo di Castellamonte: venne rivisitata la facciata interna, creata la cappella e le due gallerie. Nel 1764 fu venduto al re Carlo Emanuele III dando inizio così alla prima epoca sabauda e divenendo una delle residenze estive reali. Vengono ricavati nuovi appartamenti, edificata la chiesa parrocchiale della Madonna della Neve, collegata al castello così che i membri della famiglia potessero raggiungerla senza essere visti, ampliato il giardino in stile italiano, costruita la fontana dei Fiumi, Dora Baltea e Po, con le belle sculture dei fratelli Collino. Durante il governo di Napoleone venne ceduto perdendo così il tono regale e sontuoso e venendo utilizzato invece come ricovero per i poveri.

Carlo Felice a inizio del 1800 lo rivolle fortemente e gli ridiede un aspetto sfarzoso grazie anche all’intervento dell’architetto Michele Borda che introdusse gli arredi in stile Carlo X, costruì un teatro gioiello e inserì una bella collezione di opere d’arte. Nello stesso periodo vennero introdotti diversi reperti relativi a vari scavi archeologici che Maria Cristina di Borbone, moglie di Carlo Felice, aveva seguito personalmente nel Lazio.

Nel 1939 il castello fu venduto allo Stato con la gestione della Soprintendenza ai Monumenti e dei Beni Ambientali e Architettonici del Piemonte che ancora oggi si occupano del suo mantenimento e della sua salvaguardia. Dal 1997 è parte del Patrimonio Unesco e del circuito dei Castelli del Canavese.

Grazie alla sua bellezza ed eleganza i visitatori sono in costante aumento, la varietà di stili architettonici che si sono susseguiti storicamente e i diversi spazi interni ed esterni da visitare: i saloni, la biblioteca, il teatro, la cappella, i giardini pieni di alberi secolari e serre, attraggono turisti e curiosi da tutta Europa.

Al Castello di Agliè furono dedicati alcuni versi dal poeta Guido Gozzano che durante le sue vacanze di bambino giocava sul piazzale antistante ed è stato un meraviglioso sfondo cinematografico dove sono state ambientate alcune fiction come Elisa di Rivombrosa e Maria José, un luogo dunque dove la magia dell’arte, le storie legate alle famiglie reali, la grandiosità architettonica e la bellezza nella natura si intrecciano conferendogli lo status di meraviglia non solo piemontese ma del mondo intero.

Maria La Barbera

Il Piemonte Documenteur Film Fest nella cornice delle Langhe

Dal 24 al 31 agosto

Dal 24 al 31 agosto torna il PDFF, Piemonte Documenteur Film Fest, una manifestazione pronta a dare il ciak ai nuovi aspiranti registi provenienti da tutta Italia per girare le loro storie nella splendida cornice delle Langhe.

Si tratta del primo festival europeo sul genere del falso documentario, nato nel 2009 da un’idea di Carlotta Givo e realizzato grazie al contributo dei cinque Comuni ospitanti (Monforte d’Alba, Murazzano, Novello, Roddino e Treiso), oltre a quello di RECTV Produzioni srl, della Fondazione Sviluppo e Crescita CRT e co- finanziato attraverso il portale di crowdfunding eppela e Banca Azzoaglio e patrocinio della Regione Piemonte.

“Abbiamo messo a disposizione dei partecipanti uno sceneggiatore e uno scrittore, Pino Pace – spiega la direttrice Ilaria Chiesa – e ci piaceva l’idea di aiutare chi non avesse mai partecipato al PDFF per evitare di uscire troppo dal genere del falso documentario, e per questo abbiamo scelto un ex vincitore come supporto”.

A giudicare l’operato degli aspiranti filmmakers sarà una giuria composta da Sergio Troiano (Cinema Ambrosio), Fabrizio Dividi ( Corriere della Sera, Torino), Daniela Scavino ( La Stampa, Cuneo) , Elena Ciofalo ( Centro Nazionale del Corto) e Lucilla Riggio ( ShortsFit Distribucion).

 

Mara Martellotta

Le storie del calcio e l’America del Sud di Eduardo Galeano

 

Eduardo Galeano, scrittore uruguaiano, è stato uno degli autori più letti e amati della letteratura sudamericana moderna. Con Le vene aperte dell’America Latina (1971) disegnò un ritratto incredibilmente efficace della realtà del subcontinente americano. Nato nel 1940 in una famiglia alto borghese e cattolica di Montevideo, Galeano debuttò nel giornalismo a 14 anni come disegnatore satirico ma siccome “c’era un abisso fra quello che immaginavo e quello che tracciavo” si orientò successivamente verso la scrittura. Poco più che ventenne diventò una delle firme principali e poi capo redattore di Marcha, settimanale politico e culturale legato alla sinistra che diventò un punto di riferimento ben al di là dei confini uruguaiani. Dopo una serie di libri dedicati a reportage e analisi della situazione in vari paesi, nel 1971 pubblicò il già citato Le vene aperte dell’America Latina, in cui ricostruiva la spoliazione delle ricchezze del subcontinente da parte delle potenze coloniali, e il suo proseguimento attraverso le strutture del post-colonialismo capitalista. Tradotto in più di venti lingue, best seller internazionale, quando apparve fu per molti una vera e pro­pria fol­go­ra­zione tanto che Hein­rich Böll, scrit­tore tede­sco Pre­mio Nobel per la Let­te­ra­tura nel 1972, disse: “Negli ultimi anni ho letto poche cose che mi abbiano com­mosso così tanto”. Un reportage che attraversa cinque secoli di storia del continente latinoamericano per raccontare il saccheggio delle sue preziose risorse: l’oro e l’argento, il cacao e il cotone, il petrolio e la gomma, il rame e il ferro. Tesori depredati sistematicamente: fin dai tempi della conquista spagnola, le potenze coloniali hanno prosciugato le ricchezze di questa terra rigogliosa, lasciandola in condizioni di estrema povertà. Un testo illuminante che intrecciando l’analisi storica ed economica con il racconto, suggestivo e incalzante, delle passioni di un popolo sfruttato e sofferente, è diventato un vero e proprio classico della letteratura latinoamericana. A dire il vero, in tempi più recenti, Galeano prese una certa distanza da quello che è stato  il suo libro più noto. E disse: “Non mi pento di averlo scritto, ma non lo rileggerei: volevo scrivere un saggio di economia politica e non avevo la formazione necessaria“, aggiungendo che considerava “superata” una “certa prosa di sinistra, che ora trovo pesantissima“. Quando i militari presero il potere con un colpo di stato in Uruguay nel 1973, Galeano fu messo in carcere e poi fuggì in Argentina. Quando il generale Jorge Rafael Videla salì al potere in Argentina, il suo nome fu aggiunto alla lista delle persone condannate dagli squadroni della morte e lui fuggì in Spagna (tornò a Montevideo all’inizio del 1985) dove proseguì la sua carriera letteraria creando un stile personale, a metà fra la documentazione storica e la riflessione poetica, che lo portarono al successo internazionale con Memoria del Fuoco, una trilogia pubblicata dal 1982 al 1986. Alla critica internazionale quest’opera piacque molto e il Times Literary Supplement la paragonò a quelle di Dos Passos e Garcia Marquez. Militante di sinistra e sostenitore, seppur critico, dei governi progressisti dell’America Latina, Galeano dopo aver denunciato la “decadenza di un modello di potere popolare” e la “rigidità burocratica” della Cuba castrista (era il 2003) , tornò nell’isola caraibica nel 2012, sottolineando che “un vero amico ti critica in faccia e ti elogia dietro le tue spalle“. Ma l’altra grande passione dello scrittore uruguaiano è stata il calcio. Eduardo Galeano, tifoso appassionato e calciatore mancato (“Come tutti gli uruguagi, avrei voluto essere un calciatore. Giocavo benissimo, ero un fenomeno, ma soltanto di notte mentre dormivo e sognavo; durante il giorno ero il peggior scarpone che sia comparso nei campetti del mio paese”), con il suo Splendori e miserie del gioco del calcio (El fútbol a sol y sombra, nella versione originale), ha scritto pagine memorabili sul mondo del football. Il calcio per sognare, inteso come arte, religione e bellezza. Il calcio come linguaggio comune, modo per riconoscersi e ritrovarsi. Il calcio, figlio del popolo, che non deve cedere alle lusinghe dei potenti, di chi vuole trasformarlo in strumento per produrre denaro, uccidendo la fantasia e l’innocenza. “Grazie per aver lottato a centrocampo come un mediano e per aver segnato contro i potenti come un attaccante con il numero 10. Grazie anche per avermi compreso. Grazie, Eduardo Galeano: in squadra ne servono tanti come te. Mi mancherai”. Non è un caso che così venne salutato da Diego Maradona quando morì a 74 anni, il 13 aprile del 2015. A comunicare la notizia della scomparsa di Galeano all’ex capitano del Napoli che si trovava a Bogotà era stato un reporter suo amico al quale un Maradona commosso confidò che “lui (Galeano, ndr) mi ha insegnato a leggere di calcio”, come riportò il giornale argentino La Nacion. Galeano aveva citato Maradona in alcune sue opere tra le quali il celebre Splendori e miserie del gioco del calcio, scrivendo che El Pibe de Oro “si era trasformato in una specie di Dio sporco, il più umano degli dei, e questo spiega la venerazione universale che ha conquistato, più di qualsiasi altro giocatore. Un Dio sporco, che ci assomiglia: donnaiolo, bevitore, spericolato, irresponsabile, bugiardo, fanfarone. Però gli dei per quanto siano umani non si ritirano mai”. Per questo e per molto altro Galeano rimane, con i suoi libri e le sue storie, un maestro di vita.

Marco Travaglini

“Le Mille e una notte. Personaggi, profumi, colori, delizie di un Oriente mitico”

Si è inaugurata ieri, sabato 24 agosto, presso la ex Chiesa di Santa Croce in Piazza Conte Rosso ad Avigliana (To) la mostra collettiva “Le Mille e una notte – Personaggi, profumi, colori, delizie di un Oriente mitico”

Trentacinque artisti (Franca BARALIS, Gesebel BARONE, Tiziana BERROLA, Ines Daniela BERTOLINO, Susanna BIANCHI, Cetty BONIELLO, Ivo BONINO, Nadia BRUNORI, Luisella COTTINO, Mara COZZOLINO, Giuliana CUSINO, Monica DE MARTIN, Piero DELLA BETTA,

Lorenzo DI LAURO, Francesco DI MARTINO, Sara DUDINO, Maria José ETZI, Francesca FINELLO, Silvana GAVAZZA, Sonia GIROTTO, Elisabetta GRANDI, Beppe GROMI, Pippo LEOCATA, Gianmatteo LOPOPOLO, Davide MAZZETTO, Marina MONZEGLIO, Mahtab Fereshte MOOSAVI, Patrizia MORETTI, Patrizia PIGA, Guido ROGGERI, Valeria TOMASI, Mara TONSO,
Anna TOSI,
Nino VENTURA, Serena ZANARDO) espongono oltre 70 opere dipinti, acquerelli, ceramiche, fotografie professionali (stampa fine art) sculture in vetro e opere realizzate con grafica digitale e intelligenza artificiale.

La mostra, organizzata dall’Associazione culturale “Arte per Voi” di Avigliana (To) a cura di Giuliana Cusino e Luigi Castagna e con la collaborazione della dott.ssa Donatella Avanzo, sarà visitabile il sabato e la domenica pomeriggio dalle 15:00 alle 19:00 fino a domenica 6 ottobre

Sito web: https://artepervoi.it/


Il magico libro

Le Mille e Una Notte” non sono un libro, sono piuttosto un mondo, un enigma infinito.

Sono una raccolta complessa e magmatica di racconti, le cui intricatissime vicende restano ancora da esplorare e da scrivere.

L’assemblaggio delle storie all’interno del racconto cornice, di origine indo-persiana, costituisce la griglia di tutta l’opera. La bella Shahrazàd – che si dice avesse letto e raccolto mille libri di storie delle genti antiche, delle gesta dei re e dei loro poeti – fa della narrazione lo strumento per distogliere il re Shahriyàr dal funesto progetto di unirsi ogni sera a una vergine e di ucciderla il giorno successivo per vendicarsi del tradimento della moglie e di tutte le donne. Non solo egli stesso e suo fratello Shahzamàn sono vittime dell’infedeltà delle rispettive spose, lo sono persino all’avvicinarsi di un essere sovrannaturale, quel genio “alto, dalla testa grossa, dal largo petto” che incute loro terrore facendo “ribollire” il mare. La prima notte di nozze, con la complicità della sorella Dunyazàd, Shaharazàd riesce, praticando abilmente l’arte dell’interruzione del racconto, ad affascinare e a incuriosire il re al punto da fargli sospendere l’esecuzione. Il racconto acquisisce così potere salvifico per innumerevoli notti, fino a quando, per un potente rovesciamento, la rabbia e il risentimento lasciano la mente e il cuore del re per far posto all’affetto e al rispetto per Shaharazàd, che nel frattempo gli ha dato tre figli.

Grazie all’arte affabulatoria di Shaharazàd, al suo saper incatenare una storia all’altra e nel sapersi interrompere al momento giusto, scopriamo il segreto del ritmo, della narrazione in prosa, ciò che tiene vivo il desiderio di ascoltare il seguito.

La Mille duesima notte

La sposa preferita

Da alcune settimane, anche Hasib Karim aveva due mogli. Erano gelose e litigavano di continuo. Dalla mattina alla sera, si udivano le loro grida nel cortile della casa. Nonostante minacciasse di ripudiarle, Hasib Karim non riusciva mai a calmarle.

Un giorno, le sue due spose gli chiesero quale preferisse.

Rifletterò sulla vostra domanda e vi risponderò fra qualche giorno”, disse loro.

L’indomani, si recò nella via dei gioiellieri.

Guardò le vetrine, entrò in vari negozi, contrattò a lungo e se ne tornò a casa con due begli anelli. Attese di essere da solo con la prima moglie per offrirle uno dei gioielli.

Costei si impegnò, come le chiedeva il marito, a non parlarne con la rivale.

Hasib Karim procedette nello stesso modo con la seconda sposa, che promise anche lei di serbare il silenzio.

Lasciati passare alcuni giorni, Hasib Karim le riunì.

La mia preferita, disse loro, è colei alla quale ho offerto segretamente un anello”.

Soddisfatte della risposta del marito, le due spose si ritirarono avendo ciascuna la certezza di essere la favorita.

Donatella Avanzo

archeologa e storica dell’arte

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Dubbi sullo ius scholae, netta contrarietà allo ius soli – La cucina italiana – La Regina Elena – Lettere

Dubbi sullo ius scholae, netta contrarietà allo ius soli
Se lo ius soli mi ha sempre trovato nettamente contrario anche per le motivazioni politiche dei suoi sostenitori, lo ius scholae voluto da Tajani suscita perplessità per l’uso strumentale che ne vuole fare, creando un problema al suo Governo e godendosi gli elogi sospetti  dell’opposizione. E’ cosa vecchia sostenuta anche da Fini che ritorna a parlarne mentre uno come lui  dovrebbe stare in silenzio. Per 15 anni l’argomento è rimasto in salamoia perché rischiava di far saltare il Governo Gentiloni e il Governo Draghi. Anche a sinistra al momento del voto erano freddi perché capivano che quelle posizioni “facevano perdere dei voti” nelle barriere dominate da immigrati. Da 15 anni e ‘ rimasto tutto fermo : essi dimostrano  la nessuna urgenza del problema, avanzato tra i primi dal ministro Andrea Riccardi, della Comunità di Sant’ Egidio, ma anche presidente della “Dante Alighieri”, che ha tutt’altra storia. È un problema catto – comunista estraneo alla cultura liberale che Tajani dice di rappresentare. Lo storico Federico Chabod, che scrisse pagine magistrali sull’identità nazionale, rifiuterebbe ambedue questi finti ius. Il primo problema italiano è la perdita di cittadini italiani che va affrontata con una  forte politica di sostegno alle famiglie. Se guardiamo gli immensi problemi della Francia, dobbiamo essere cauti nel favorire immigrati che possono rivoltarsi contro perché l’integrazione è volontaristica, come diceva Chabod, e può cambiare dopo la cittadinanza che implica  anche il voto. Perché il problema è anche quello di avere un alto numero di stranieri votanti che possono determinare la politica italiana. Possibile che Tajani non capisca? Passi per il fatto che non sappia nulla di cosa scrisse Chabod. Politici colti oggi quasi non ne esistono più.

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La cucina Italiana
Per capire l’importanza storica dell’Accademia italiana della cucina, fondata da Orio Vergani nel 1953 ,basterebbe leggere la sua Rivista “Civiltà della tavola” e gli editoriali del suo presidente Paolo Petroni, un maestro libero e competente non legato alle cordate affaristiche delle guide o delle lobby tipo quella di  Carlin Petrini, un politicante che ha avuto grande notorietà giungendo perfino alla cattedra universitaria per chiara fama. Petroni nell’editoria le di luglio 2024 afferma che anche il mondo dell’alta ristorazione sta cambiando: non bastano più nuove parole o ingredienti esotici o creatività estetica. Il “fine dining” è sul viale del tramonto. L’impiattamento, cioè la disposizione di una vivanda nel piatto “tramite virgole di salsa verde, puntini rossi, stelline gialle, granelli argentati, elementi  decorativi, che hanno fatto la fortuna di Gualtiero Marchesi, e’ ormai una moda in declino. “Certi aspetti della cucina cosiddetta di alto livello – scrive Petroni – stanno stancando molti appassionati frequentatori di ristoranti” perché rivelano il trucco: stupire ed aumentare i prezzi.
L’Accademia è il luogo giusto per far crescere la nostra cultura del cibo oltre le mode.
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La regina Elena
È stato creato il comitato internazionale per la causa di beatificazione della Regina d’Italia Elena di Savoia, già avviata a Montpellier dove la regina morì nel 1952. L’associazione internazionale Regina Elena si è fatta promotrice di una causa benemerita volta a proclamare la beatificazione di una donna di straordinarie virtù umane e cristiane che nel corso della sua vita si è dedicata con generosità assoluta agli altri a partire dal terremoto di Messina.  Durante la  Grande Guerra trasformò il Quirinale in ospedale per i feriti, agendo in prima persona. Fu la promotrice della ricerca contro il cancro e tentò anche di lanciare con altre regine europee un appello per la pace in alternativa alla devastante seconda guerra mondiale. C’è stato chi ha sbagliato a volerla far seppellire a Vicoforte per mettere se stesso in luce. Oggi il comitato appena creato, al quale ho dato subito la mia adesione, e’ la grande occasione per rilanciare la figura di Elena di Savoia regina della carità e rosa d’oro della Cristianità nella giusta dimensione, liberandola dal cono d’ombra di Vicoforte.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
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Gli omicidi  di donne e uomini sono sicuramente aumentati perchè quella in cui viviamo è una società  sempre più cinica e violenta. Gli uxoricidi accadono per cause che rivelano la crescita di un odio selvaggio nelle coppie anche di coniugi nella versione più frequente ,ma non esclusiva, del femminicidio. Ma io noto che in  Tv le notizie e le immagini – sempre le stesse – passano e ripassano nei tg senza che ci siano ulteriori notizie. Perché tutto questo insistere con la ripetitività ? Per riempire i tg ? Per creare ulteriore allarme  sociale? Se fa attenzione, gli stessi fatti tengono banco per tanti giorni.      Maria Pia Regis
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Anch’io ho notato questa informazione insistita e ripetitiva. E’ cosa riprovevole, che crea paure sociali nelle persone e vuole insistere su una follia collettiva e una  criminalità destinata ad allarmare. Certo essa  non manifesta una capacità di indagine rapida perchè siamo sempre agli stessi punti di partenza o quasi. Sarebbe interessante sentire un sociologo e uno psicologo per poi  pensare l’esatto opposto delle loro spiegazioni condite di assolute certezze. Quante sciocchezze da questi interpreti della società odierna che sembrano i nuovi oracoli del nostro millennio dispensatori di verità scientifiche da quattro soldi causa dell’ impazzimento della nostra cultura!

È in arrivo Todays Festival, dieci giorni di concerti spettacolari

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Manca poco all’avvio del Todays Festival, in scena dal 25 agosto al 2 settembre al Parco della Confluenza. I numerosi eventi diffusi sul territorio della Circoscrizione sei  partono invece il 23.

A inaugurare gli appuntamenti con i grandi concerti live al Parco della Confluenza, per una prima giornata ad accesso libero, domenica 25 agosto andranno in scena Jeremiah Fraites, Bab L’Bluz, Addict Ameba e Anthony Sasso, lunedì 26 agosto saliranno sul palco LCD Soundsystem con Nation of Language, Khompa feat. Akasha e Giulia’s Mother, martedì 27 agosto sarà la volta di Arlo Parks che si esibirà dopo Tangerine Dream, English Teacher, Birthh e Giøve, mentre per giovedì 29 agosto sono stati annunciati gli Overmono, Yellow Days, C’mon Tigre e Thru Collected; venerdì 30 agosto sono attese le performance di The Jesus and Mary Chain, Fast Animals and Slow Kids, Elephant Brain e Brucherò nei Pascoli; il 31 agosto grande attesa per Mahmood, insieme a Jupiter & Okwess e A Toys Orchestra e chiuderanno in bellezza, lunedì 2 settembre, i Massive Attack.

Ma TODAYS sarà anche un vero e proprio Festival diffuso in moltissimi altri luoghi della Città. Il via il 23 e 24 agosto con TOnights Spirit curated by JAZZ:RE:FOUND, ma ad essere coinvolti nelle giornate di Festival saranno anche il SEEYOUSOUND International Music Film Festival, con proiezioni esclusive di film a tema musicale al Teatro Monterosa il 26, 27, 29, 30, 31 agosto e il 2 settembre, la Scuola Circo FLIC con incursioni circensi e spettacoli il 27, 28 e 29 agosto, SOUNZONE, prima community di produttori musicali in Europa, con un contest, laboratori e panel il 25, 29 e 30 agosto, e il collettivo DOJO con i suoi format Regio Freestyle, NAV Vol.11 e Verbal Jungle Show il 25, 28 e 30 agosto.

Intanto, da  mercoledì 14 agosto e fino a lunedì 9 settembre, per la preparazione e lo svolgimento (e poi lo smantellamento delle strutture) del Todays Festival 2024, sono previste chiusure e deviazioni nei pressi del Parco della Confluenza.

Le strade interessate dalle chiusure sono: piazza Sofia, perimetrale est, via Alberti, via d’Andrade, corso Taranto tra piazza Sofia e via Salgari, via Salgari tra corso Taranto e via Wuillermin, via Salgari tra corso Taranto e via Wuillermin, via Avondo tra via Pellizza da Volpedo e via Vincenzo Cuoco.

Previste limitazioni alla circolazione anche nei percorsi all’interno del parco.

In particolare, le chiusure sono previste negli orari: da mercoledì 14 a sabato 24 agosto dalle 9 alle 23 (operazioni di montaggio); da domenica 24 a martedì 27 agosto dalle 18 alle 24; da giovedì 29 a sabato 31 agosto dalle 18 alle 24; lunedì 2 settembre dalle 18 alle 24; da martedì 3 a lunedì 9 settembre dalle 9 alle 23 (operazioni di smontaggio).

Maggiori informazioni sul festival sono disponibili su: www.todaysfestival.com/

La piramide minimalista

CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI 60

Variabilità cromatica, mutevolezza dei loghi, assortimento di grafica e caratteri, sostanziose informazioni su nomi di produttori, studi di registrazione ed indirizzi.

Ribaltate tutte queste caratteristiche nei loro opposti ed avrete l’etichetta “Pyramid”, attiva negli anni 1966-1967 a Charlotte (North Carolina).

Tuttora incarna in un certo senso l’etichetta “ostica” per storici o studiosi della musica rock statunitense, in quanto allora mantenne sempre lo stesso logo, con lo stesso colore rosa di fondo, con grafica assolutamente spartana e stilizzata, ma soprattutto con una problematica e cronica mancanza di dati (indirizzi, nomi di produttori, di studi d’incisione etc.).

Va da sé che ancora oggi manchino quasi del tutto (anche su siti specializzati e per “maniaci” del genere) informazioni certe che possano aiutarci ad inquadrare l’attività di questa “label”, che tuttavia fu un punto di riferimento importante per molte bands del garage rock della fascia meridionale del North Carolina e di quella settentrionale della Georgia.

Come già accennai in un articolo di circa sei anni fa sulla band “The Voxmen”, non mancavano di certo i gruppi musicali rock tra North e South Carolina e Georgia e posso qui affermare che è probabile che non poche bands dell’etichetta “Pyramid” facessero frequenti visite al celebre “The Chicken Shak” di Seneca (South Carolina), locale “sui generis” amatissimo dai giovani e dal taglio decisamente “contadino”, gestito dall’allora carismatico Charlie B. Stancil.

Si riporta qui di seguito la discografia “Pyramid”, evidenziando le bands di garage rock che incrociarono i propri destini con questa etichetta:

– THE KING BEES “Keep Lovin’ / I Want My Baby” (6-6217) [1966];

– Budge Eaton and The Shados “Shadow / Baby Blue” (6-6321) [1966];

– Bill Perrin / Carroll Hubbard “Big Bird (Don’t Tax My Welfare Check) / Mickey’s Dream” (6-6370) [1966];

– The Dixie Mountain Boys “Blue Ridge Cabin Home / Sunny Side Of The Mountain” (6-6371) [1966];

– THE DAMASCANS “Diane / Go’Way Girl” (6-6372) [1966];

– Mac And Barb And The Gamuts “What’s Your Business Round Here / Hold me Tighter” (6-6392) [1966];

– Joan Browning “Don’t Underestimate Me Baby / Lonely Deserted Beach” (6-6393) [1966];

– Garland Shuping And Dixie Blue Grass Boys “Longing For My Mountain Home / Fulfilling a Promise” (6-6486) [1966];

– THE BONNE VILLES “Tell Me / Naughty Girl” (6-6536) [1966];

– Dean And The Del-Tones “Mystery / Walking Myself On Home” (6-6571) [1966];

– THE HUNS “Shakedown / You Know” (6-6646) [1966];

– THE AV[A]LONS “Mad Man’s Fate / Come Back Little Girl” (6-6877) [1966];

– Peaceful Valley Quartet “I Know I’m Saved / When I See The Sunrise” (6-6878) [1966];

– The Fames “Drinkin’ Wine Spo-Dee-Odee / Two Timin’ Lover” (6-6897) [1966];

– THE FABULOUS WUNZ “If I Cry / Please” (6-6934) [1966];

– THE AVENGERS “Nursery Rhyme / Wipe Out” (6-6935) [1966];

– THE BEARINGS “Anything You Want / I Can’t Take It” (6-6953) [1966];

– THE GENERALS “For What More Could I Ask / Life’s Not Worth It” (6-6987) [1966];

– WILLIAM SURRATT AND THE ESQUIRES “Standing In The Moonlight / Rock Me” (6-7022) [1966];

– The Swing Masters “Precious Dreams / Daylight Hours” (6-7145) [1966];

– In-Men Ltd. “Take A Look At My Baby / The One Who Really Cares” (6-7200) [1966];

– THE LONDONS “Old Man – A Thing Of Age / You’re The One” (6-7211) [1966];

– The Eradicators “Reputation / I’ve Been Hurt” (6-7232) [1966];

Gian Marchisio

A Camerana per il Festival Greenfields

Tre giorni immersi nella natura e nella musica elettronica  dal 23 al 25 agosto

 

Ritorna a Camerana, ad appena un’ora di auto da Torino, il festival Greenfields di musica elettronica da venerdì 23 a domenica 25 agosto prossimi.

La kermesse comprende tre serate di festa con artisti italiani e internazionali, che coincidono con tre giornate di benessere immersi nella natura che circonda questo magico angolo del Cuneese. L’iniziativa è giunta alla sua seconda edizione e si svolge al rifugio La Pavoncella, in località San Giovanni Belbo 1. La distanza è minimale anche dalla Liguria, appena 25 minuti in auto da Finale Ligure.

Gli organizzatori hanno spiegato che si tratterà quasi di una magica bolla di sapone, in cui entrare e rimanere sospesi circondati da un paesaggio magico, con molte possibilità offerte, dallo scatenarsi in pista, alla possibilità di godere di massaggi di benessere e passeggiate e di partecipare ad attività di gruppo.

Sul palco si alterneranno una trentina di artisti tra cui Analogic Boy, Andrea K. Arte L. II, Bruno Power, Christian Express, Sandro Replay, Ivan Talko, Maddalena Bob, Luca Antolini, Lunaross, Steve Shaden, Roberto Francesconi, Maurizio Benedetta, Mikel, Mc il dottore…

I biglietti del costo di 15 euro sono disponibili sul sito www.xceed.me, a scelta tra quelli per un ingresso a una serata e l’abbonamento per tutta la durata del festival.

Mara Martellotta