É un progetto meditato esclusivamente per i giovani e la musica
L’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro è l’aspetto più delicato di ogni formazione e in special modo quella artistica.
Negli ultimi decenni, a causa di un frenetico susseguirsi di cambiamenti nel mondo delle imprese e del mercato in generale, i giovani intraprendono percorsi formativi sempre più costrittivi, con la speranza di un “sicuro” inserimento occupazionale, trascurando, a volte, la propria passione o le proprie attitudini.
Questa situazione, nelle menti delle nuove generazioni, può suscitare un sentimento di scoraggiamento, demotivando gli studenti e generando un meccanismo che, nel tempo, rischia di indebolire tutto il settore artistico e, ancor peggio, inaridire la parte spirituale ed emozionale della collettività.
Se è vero che in Italia, oggi, la formazione musicale è in grado di creare una popolazione di studenti e giovani diplomati con competenze realmente all’avanguardia, è altrettanto vero che il mercato musicale in sé resta poco aperto ai giovani musicisti.
Tutto questo, ora, è aggravato dalla violenta pandemia Covid – 19 che ha obbligato la società a difendersi “brutalmente”, attuando un’emergenza sanitaria che ha gravemente danneggiato lo spettacolo dal vivo, facendo disaffezionare soprattutto i giovani impegnati nella formazione artistica in generale.
Il nostro proposito, se l’andamento pandemico lo permetterà, sarà quello di costruire, con pragmatica metodologia, una rete di attività musicali, in tutto il territorio regionale, che sostengano e incoraggino i giovani musicisti, con l’ambizioso obiettivo di traghettarli dalla scuola al pubblico.
I valorosi Artisti di questo circuito saranno, infatti, proprio i giovani studenti che verranno accuratamente selezionati dalle Direzioni dei 4 Conservatori della Regione: Alessandria, Cuneo, Novara e Torino.
prof. Francesco Ronco, Direttore Artistico
La logistica
L’Associazione Culturale TORET ARTIST Tre Sei Zero, come da suo Statuto interno, considera l’attività sul territorio come parte fondamentale dei propri fini istituzionali oltre che un elemento di particolare rilievo per promuovere e sviluppare il talento di giovani Artisti emergenti.
L’Associazione intende potenziare tale attività grazie a un progetto di sua creazione denominato “I CONSERVATORI IN PIEMONTE”.
L’intento dell’iniziativa è quello di dare la possibilità ai giovani studenti di esibirsi in pubblico, attraverso la costruzione di una rete di eventi culturali in tutto il territorio regionale, realizzata in collaborazione con i Comuni e le Associazioni locali. L’ambizione è inoltre quella di coinvolgere soprattutto i paesi più piccoli della Regione e le scuole, al fine di diffondere una pratica concertistica di altissima qualità e accendere, anche in un pubblico giovane, l’interesse e la passione per la musica. Detta rete permetterà la circuitazione su tutto il territorio regionale di giovani Artisti selezionati dai 4 Conservatori della Regione, al suo interno.
L’Associazione, dunque, per comporre questo circuito, collaborerà con i 4 Conservatori della Regione, organizzando concerti di carattere solistico o cameristico, sul territorio regionale, con i giovani allievi dei Conservatori stessi.
L’Associazione curerà i rapporti con gli Enti esterni, definirà il calendario dei concerti e si occuperà di tutta la logistica organizzativa degli eventi in programma.
Le Direzioni dei Conservatori, in accordo con i Docenti delle classi di strumento, canto e musica da camera, selezioneranno i solisti e/o le formazioni musicali che prenderanno parte al progetto.
Le Direzioni e gli uffici stampa dei Conservatori lavoreranno in collaborazione con L’Associazione per creare il materiale necessario per la pubblicizzazione in loco del concerto, curando, allo stesso tempo, la comunicazione sul sito istituzionale e su tutti i social di riferimento.
Saranno selezionati non più di 12 gruppi (tre per Conservatorio) e le singole formazioni potranno avere un numero minimo di 1 e un massimo di 10 componenti.
L’attività sarà facoltativa e si svolgerà al di fuori dell’orario scolastico.
I programmi e gli organici proposti dovranno essere mantenuti e garantiti fino al termine della programmazione;
L’Associazione TORET ARTIST Tre Sei Zero sosterrà l’iniziativa fino a un massimo di 60 concerti a stagione (settembre – luglio), cercando di distribuire equamente il numero dei concerti tra i gruppi;
Ogni concerto sarà preceduto da un coinvolgente intervento a cura di un relatore, volto a narrare il percorso artistico di ogni giovane musicista e ad accompagnare l’ascoltatore lungo il percorso della contestualizzazione del programma musicale eseguito;
Tutti i concerti si svolgeranno nel totale rispetto delle normative anti Covid-19 vigenti.
Gli obiettivi
Un progetto sperimentale, in quanto studiato ad hoc sul mondo della formazione artistica e musicale lavorando quindi sui professionisti del futuro, costituendo un circuito regionale delle attività musicali ideato e costruito attorno ad artisti che muovono i primi passi nel mercato musicale.
Offrire ai migliori studenti dei Conservatori, di ambo i sessi e con età media non superiore a 25 anni, un’esperienza artistica di grande efficacia, strettamente connessa con la programmazione dei Conservatori stessi. L’intento è di sviluppare il loro talento e il loro potenziale artistico attraverso l’esecuzione di concerti diffusi su tutto il territorio regionale.
Creare una sorta di “rampa di lancio” per i laureandi o appena laureati al fine di aiutarli a inserirsi nel mondo del lavoro.
Dare la possibilità ai giovani musicisti emergenti di orientare il proprio impegno verso il principale significato dello studio della Musica: trasmettere emozioni, attraverso le esecuzioni dal vivo.
Incoraggiare il giovane musicista allo studio di programmi musicali non necessariamente legati a quelli ministeriali, ampliando di conseguenza le proprie conoscenze e il proprio orizzonte artistico.
Incentivare gli studenti a suonare insieme, creando svariati ensemble cameristici, sensibilizzando i rapporti umani e imparando ad amalgamare il proprio talento e la propria sensibilità musicale con quella dei colleghi.
Permettere ai giovani musicisti di testare le proprie capacità di concentrazione, di memoria e verificare la propria emotività, esprimendosi di fronte ad un pubblico eterogeneo.
Dare la possibilità a molteplici Enti no profit della Regione di ospitare, all’interno delle proprie iniziative culturali e a costi accessibili, concerti di giovani musicisti emergenti, divenendo complici di un nobile e virtuoso meccanismo che favorisce e incrementa l’Arte e la Cultura in Regione.
Coinvolgere le scuole (Istruzione Secondaria – Istruzione Superiore) al fine di avvicinare e appassionare i giovani al mondo della musica: gli studenti che ascolteranno i concerti eseguiti da musicisti coetanei, genereranno un “passaparola” che aiuterà, nel tempo, a diffondere e difendere questa meravigliosa forma d’arte.
Coinvolgere, nelle stagioni future, alcuni importanti Conservatori europei, al fine di creare collaborazioni per concerti e Master Class mirate.
“Cosa si aspettano giornalisti, fotoreporter, artisti quando raccontano la tragedia dei conflitti, della guerra, della violenza? Una reazione. Che sia commozione, fastidio, rifiuto, consenso, indignazione. Ancor più: un’azione, un comportamento costante nel tempo che provenga dalle coscienze e in base al quale possano dire che la denuncia, la testimonianza non sia stata vana, inutile. Purtroppo questo non accade quasi mai”. Da e su questa triste constatazione parte e s’ incentra l’incontro programmato per il prossimo lunedì 11 ottobre, alle ore 18, presso la Sala del “Polo del ‘900”, in via del Carmine 14, a Torino. A confronto, due scrittori-fotografi di gran razza e un notissimo giornalista globetrotter, caposervizio degli Esteri e inviato di guerra nei punti più caldi del pianeta, dell’Africa e del Medio Oriente (con vicende personali alle spalle, come si sa, fortemente pesanti) per “La Stampa”. I primi, Michela Battaglia e Stefano De Luigi, il secondo Domenico Quirico. “Il dilemma del linguaggio” é il titolo dell’incontro progettato da “ArtPhoto” e dalla sua vulcanica fondatrice, Tiziana Bonomo che, dopo i saluti di Alessandro Bollo (direttore del “Polo”), ne sarà anche conduttrice e moderatrice. La riflessione prende spunto dall’interessante lavoro artistico “Babel” (diventato anche libro edito nel 2018 da “Postcart Edizioni”) realizzato a quattro mani – e a due teste egregiamente pensanti – da Michela Battaglia e Stefano De Luigi che, in quel lavoro, si interrogano sull’efficacia del linguaggio del fotoreporter nell’ambito del quotidiano. Si interrogano e riflettono e ciò che ne esce è un senso di amara delusione. L’ennesima, dopo l’attentato avvenuto nel 2005 al “Bataclan” di Parigi. E proprio i giudizi preconfezionati e superficiali che in quella occasione sono stati diffusi dai mezzi di informazione li hanno spinti a sviluppare il progetto “Babel” che coniuga la cartellonistica pubblicitaria (fotografie dei manifesti della metropolitana di Parigi) e le immagini estrapolate dalle riviste di propaganda Daesh – Isis. “È un lavoro – si legge in una nota – che unisce i due linguaggi solo apparentemente contrastanti della propaganda di Al Qaida e della cartellonistica pubblicitaria tipica del capitalismo occidentale”. Il risultato sono immagini non convenzionali che si ispirano ai celebri décollage di Mimmo Rotella. Nel 2003, la scrittrice, filosofa e storica americana Susan Sontag scriveva: “Lo shock è diventato uno dei più importanti criteri di valore e incentivi al consumo”. Da allora la soglia di sopportazione si è andata via via alzando. “Ci si è assuefatti e, addirittura, si è sempre più bramosi di una certa pornografia del dolore”. Dice Tiziana Bonomo: “L’insistente domanda di verificare se esiste un’alternativa al linguaggio usato fino ad oggi è la stessa che Domenico Quirico pone all’ adeguatezza della sua scrittura”. Domanda legittima anche per un grande narratore di umanità, la più varia e dolente, e di storie divorate sul campo e di guerre e di rivoluzioni come quelle esibite in pagina da Quirico. “L’incontro al ‘Polo del ‘900’ – conclude la Bonomo- ha proprio lo scopo, in quest’ottica, di far emergere i tanti interrogativi e alcuni punti fermi nel mondo della testimonianza rispetto ad avvenimenti apparentemente ineluttabili della Storia”.