CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 490

Boosta dei Subsonica protagonista a Paratissima

A Paratissima Exhibit and Fair protagonista, presso ARTglieria Con/temporale Art Center Davide Dileo dei Subsonica e la sua “Ultima Ri/composizione per pianoforte a 24 mani”

 

A Paratissima Exhibit and Fair, presso ARTglieria Con/temporaryArt Center, in via Verdi 5, rivive il progetto di Davide Dileo dal titolo Ultima Ri/composizione per pianoforte a 24 mani”, nell’ambito degli Special Projects, per la curatela di Olga Gambari.

Davide Dileo, Boosta dei Subsonica, compositore e Co-fondatore della celebre band torinese elettronica, è già diventato un artista visivo, aprendo a Torino una galleria-atelier, rappresentata dalla galleria Raffaella De Chirico, dove ‘egli dà corpo ai suoni”.

La sua performance che è proposta a Paratissima  è rappresentata da un’installazione costituita da sei pianoforti che hanno servito, per più di un secolo, l’essere umano, e si sono poi trovati a trascorrere i loro giorni in decadenza in un magazzino. A ottobre sono tornati protagonisti tra le mura del Castello Sforzesco di Milano e sono stati suonati da sei maestri, manipolati nella loro essenza e forma da sei allievi d’arte, trasformandosi e riprendendo così vita.

Hanno partecipato al progetto Jack Freckleton Sturla, Emma Dotti, Alessandra Barni, Mattia Ozzy Bellato, Yingfei Cai e Erika Godino; la selezione dei progetti è stata curata dal professor Antonio Cioffi.

Mara Martellotta

Il senso di Laura Pompeo per la musica

L’assessore alla cultura di Moncalieri ha presentato la XXIV edizione del Moncalieri Jazz Festival che partirà il 30 ottobre con un impatto green.

“Platone diceva che la musica è per l’anima ciò che la ginnastica e per il corpo”.
“Credo che in questo periodo di attenzione a ciò che ci fa star bene ne abbiamo  messa più che in passato. Mi fa particolarmente piacere che il Moncalieri Jazz Festival tocchi anche luoghi nuovi per questa manifestazione, luoghi però in cui lavoriamo e che sono segni della rinascita post Covid.  In primis il parco Le Vallere e il Giardino delle Rose del Castello Reale, dove abbiamo realizzato due seguitissime rassegne estive.
Apprezzo particolarmente il fatto che il festival abbracci il tema del verde e si connetta così al nostro grande progetto “Moncalieri città nel verde”, nato nel 2015, in tempi “non sospetti”.
Tutto questo non può che farci star bene, non può che creare benessere. Ogni cellula ha corde che possono essere messe in risonanza dalla musica che è bellezza, armonia, equilibrio, salute. Eventi come questo ci aiutano a riposizionarci, a scoprire parti di noi, a stare meglio, a riportare valore alla musica  che ci aiuta a sognare e a creare il nostro sogno. Buon sogno a tutti!”

Così l’assessore alla cultura di Moncalieri, Laura Pompeo, apre la conferenza stampa dedicata al Moncalieri Jazz Festival.

Dal Green Jazz Day a Fred Buscaglione, da Astor Piazzolla a Dante e Beatrice gli omaggi della nuova edizione diretta da Ugo Viola che celebra il jazz dei grandi artisti in un cartellone con varie proposte e cornici musicali.
La XXIV edizione del Moncalieri Jazz Festival si svolgerà dal 30 ottobre al 14 novembre, con il sostegno della Città di Moncalieri, della Regione Piemonte, della Fondazione CRT e con  il Patrocinio del Consolato d’Italia di Basilea e il Comites di Basilea. Come di consueto la manifestazione si svilupperà su due filoni principali: Aspettando Il Festival e il Festival vero e proprio. Non sarà più La Notte Nera del Jazz a dare inizio a questa edizione, bensì il “Green Jazz Day” con un concerto ad impatto “ZERO” che utilizzerà tecnologie d’avanguardia. Questa giornata iniziale si terrà sabato 30 ottobre presso la Cascina Le Vallere, dove il gruppo  Magasin Du Cafè si esibirà in un concerto denominato “Concerto a Pedali”, ovvero autoalimentato dall’energia prodotta da un componente del gruppo, il quale pedalerà per tutta la durata del concerto, dando l’energia sufficiente ad alimentare l’audio e le luci per tutto il gruppo musicale. Domenica 31 ottobre il nostro festival è inserito all’interno della manifestazione “Fiorile” al Giardino delle Rose del Castello Reale di Moncalieri, dove si terrà un concerto aperitivo con i Rhythm and Bones e alle ore 18 si concluderà la giornata al Teatro Matteotti di Moncalieri con il Concerto di Gegè Telesforo 4tet in collaborazione con il Torino Jazz festival Piemonte. A proposito di Green, da quest’anno il MJF inizierà una collaborazione con l’Otium Pea Club all’interno del Green Pea, un grande spazio dove uno dei punti fondamentali è trasferire il valore del Rispetto dal senso del dovere a quello del piacere, sempre con libertà e leggerezza, dando energia ai tuoi pensieri. In questa location, saranno inseriti due concerti, il primo con il quartetto Doctor Jazz e il secondo con il Denitto/Conti duo. Questa collaborazione continuerà anche dopo il Festival, dando così origine ad una stagione di Concerti settimanali denominata Jazz on the Roof, che vedrà protagonista uno strumento diverso ogni mese, partendo con il Saxofono nel mese di Novembre.

Saranno questi concerti a dare il via agli appuntamenti musicali, mentre Il Festival vero e proprio, nelle serate conclusive vedrà avvicendarsi grandi nomi del jazz nazionale ed internazionale.

Questa edizione festeggerà i ventiquattro anni del Festival, traguardo che proietta il festival nel terzo decennio della manifestazione. Anche quest’anno continuerà, come nelle precedenti 23 edizioni, a stimolare, a consolidare e a sviluppare nella comunità cittadina, la conoscenza culturale e musicale. Come sempre il Moncalieri Jazz Festival si vuole contraddistinguere per la sua anima anticipatrice ed innovatrice.

Ci saranno altre 2 serate dedicate a due centenari di spicco:
“Fred Buscaglione” (nato a Torino) non solo cantante ma un musicista a 360 gradi.

“Astor Piazzolla” (figlio di emigranti italiani in Argentina), l’uomo che diede origine al “Nuevo Tango”

Per il concerto dedicato a Buscaglione con la serata “Che Notte Questa Notte!!!” saranno coinvolti Fred Chiosso e gli “AsterVjas”, gruppo musicale più rappresentativo ad interpretare il repertorio dell’artista.
Il concerto dedicato ad Astor Piazzolla invece, vedrà coinvolti tantissimi artisti, per primo il fisarmonicista Ugo Viola (nonché il Direttore Artistico del MJF), il quale, per festeggiare anche i suoi 60 anni, ha voluto invitare artisti a lui legati a vario titolo.

Il MJF 2021, oltre ai Concerti che si terranno all’Auditorium Rai di Torino, alle Fonderie Teatrali Limone, al Giardino delle Rose del Castello Reale di Moncalieri, arriverà anche in altri luoghi di interesse storico della città e nelle sedi delle associazioni che operano sul territorio comunale.

Acquisto on-line con carta di credito www.ticket.it/moncalieri
Sito ufficiale:
www.moncalierijazz.com

“In scena la materia che prende vita”

“In scena la materia che prende vita”, in mostra l’artistaMassimiliano Gissi e lo scultore Francesco Sciacca alla galleria d’arte torinese Malinpensa by Telaccia

 

Massimiliano Gissi e Francesco Sciacca sono i due artisti protagonisti della mostra ospitata fino al 31 ottobre prossimo presso la galleria d’arte Malinpensa by Telaccia,  dal titolo “In scena la materia che prende vita”.

La pittura di Massimiliano Gissi è improntata a un registro assolutamente originale e caratterizzata dall’intervento di vari materiali riciclati, quali passamaneria, stoffe, bottoni e metalli. L’artista lo fa senza alcun timore, ponendosi al di fuori di mode e schemi precisi, spinto dalla sua impronta artistica assolutamente originale e dal sentimento. Ne nascono creazioni giocose che si liberano nel loro iter, ricche di vibranti cromatismi, di simboli incisivi e di significati evidenti frutto di una realizzazione ricca di vitalità.  Il mondo artistico di Massimiliano Gissi crea opere in chiave moderna da cui sprigiona un significato sia narrativo sia stilistico. In esso la struttura prospettica, i contrasti tra l’intervento scenico e la forza descrittiva, sono capaci di fondersi perfettamente con la resa tecnica e la costante ricerca dei materiali. È  instancabile la fantasia con cui Gissi riesce a far rivivere i suoi personaggi, utilizzando un lavoro manuale autonomo estremamente originale.

Il secondo artista in mostra, Francesco Sciacca, realizza, invece,opere di forte impatto visivo, capaci di mostrare nuove prospettive condotte lungo un percorso in cui il valore della materia si libera in una dimensione interpretativa estremamente originale. Anch’egli fa uso di materiali riciclati e usati, tra cui il legno delle barche, il ferro arrugginito, che traducono la sua manualità evidente, in cui la contrapposizione stessa della materia risulta in grado di creare un effetto tridimensionale molto suggestivo. Il recupero antico dei materiali segna il tempo e la storia dell’uomo, unendo in un perfetto equilibrio innovazione, stile e talento. Francesco Sciacca riesce a dar vita con le proprie opere ad un linguaggio scultoreo in cui all’abile dinamica dei volumi si accompagna un costante sviluppo strutturale. Le sequenze dei volti umani da lui scolpiti, sagomate e assemblate con intensa emotività, dimostrano il raggiungimento di un risultato di sicura padronanza tecnica ed essenza creativa.

Mara Martellotta 

Galleria d’arte Malinpensa by Telaccia , corso Inghilterra 51

Tel 0115628220

Orario galleria 10.30-12.30;16-19; chiusura lunedì e festivi

 

Gli inverni delle favole

Visitare la bellissima mostra dedicata a Francesco Tabusso, curata da Veronica Cavallaro e Daniela Magnetti, ospitata nelle sale juvarriane dell’Archivio di Stato di Torino, fa venire alla mente i versi di Dino Buzzati: “Vorrei che tu venissi da me in una sera d’inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo.”

Promossa dall’Archivio Francesco Tabusso e dalla Direzione Artistica di Banca Patrimoni Sella & C., alla vigilia del decennale della morte dell’artista, la mostra ripercorre gli oltre sessant’anni di attività di un pittore che ha sempre esplorato strade solitarie, al di là delle mode e dei movimenti, conquistando non solo l’apprezzamento della critica ma anche dei non addetti ai lavori.

Il titolo della mostra, “Le favole della pittura”, non avrebbe potuto descrivere meglio il percorso spirituale e visivo dello spettatore.

Il pittore guardava il mondo con gli occhi puri di un bambino ed osservando i suoi dipinti riacquistiamo anche noi quella capacità, anche se solo per qualche istante.

Perché (come si legge nel “Piccolo Principe”): “Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano”.

Luca Martina 

Il viaggio “dalla semina al raccolto del grano duro Barilla” raccontato da 11 illustratori

“Grani D’Autore”. In Palazzo Madama a Torino. Dal 28 ottobre al primo novembre

Ospite di casa, la talentuosa illustratrice Elisa Seitzinger, che da anni vive e lavora a Torino e le cui immagini appaiono fortemente ispirate all’arte classica, in un mix di segni e colori di assoluta e rigorosa perfezione linguistica, che richiamano a gran voce anche le icone russe così come i mosaici bizantini. E’ lei, con il suo nitido disegno in cui la filiera agricola è immaginata come una divina figura femminile “che fa maturare con amore e passione il grano attraverso molteplici azioni”, a fare, in certo senso, gli onori di casa ad altri dieci colleghi, illustratrici ed illustratori provenienti da varie regioni italiane,  che hanno voluto raccontare per “Barilla” il faticoso ma nobile percorso fra i valori e l’arte della pasta fatta con grano duro selezionato e tutto italiano. Dunque, 11 illustratori per un’ode all’italica verace pasta. E le loro opere si presentano in Palazzo Madama,  da giovedì 28 ottobre a lunedì primo novembre, con un titolo che migliore non poteva essere: “Grani D’Autore”. Dopo il successo dell’esordio milanese, con la doppia esposizione alla “Biblioteca degli Alberi” e in “Triennale Milano” e dopo la versione en plein air ospitata a Parma nel mese di settembre, approda per cinque giorni sotto la Mole l’originale mostra “Grani D’Autore: dalla semina al raccolto del grano duro Barilla”, inserendosi all’interno della manifestazione “Buonissima 2021”– che intreccia gastronomia, cultura e creatività – con il   sostegno del “Mipaaf” (il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali) e la curatela della giovane critica d’arte Maria Vittoria Baravelli. La mostra, vera e  propria rassegna esperienziale e immersiva, “vuole essere – dicono gli organizzatori – un dono artistico alla città di Torino, ai suoi abitanti e a tutta l’Italia e omaggiare al contempo un prodotto iconico, divenuto sinonimo della cucina italiana nel mondo: la pasta, in particolare la pasta ‘Grano Duro 100% Italiano’”. Punto di partenza e ispirazione del progetto artistico è l’innovativa visione di prodotto e di filiera riassunta nel cosiddetto “Manifesto del Grano Duro”, un prospetto in dieci punti che contiene gli impegni dell’azienda, e i suoi valori guida. “Manifesto” cui hanno fatto riferimento, a loro modo e con i loro strumenti del mestiere, 11 artisti italiani, professionisti di calibro internazionale e talenti emergenti, che ne hanno raccontato in illustrazioni uniche e originali la loro visione, attraverso l’utilizzo di linee, forme, simboli e colori ispirati alla nuova pasta. “E sono proprio i colori caldi, dell’azzurro, del giallo e del rosso, ad essere il fil rouge che collega tutte le illustrazioni. I colori del sole che fa maturare il grano, del cielo azzurro d’Italia sotto cui è nata la nuova pasta, e della passione degli oltre 8000 agricoltori e delle numerose persone che rendono possibile produrre la pasta Barilla classica fatta con grano duro 100% italiano”. Capofila, come detto, la torinese Elisa Seitzinger. Con lei, la romana Irene Rinaldi, la palermitana Giulia Conoscenti e la napoletana Andrea Boatta, per continuare con Celina Elmi da Firenze, Emiliano Ponzi da Ferrara, Cristian Grossi (fra i fondatori del laboratorio creativo “Kreativehouse”) da Parma, Ale Giorgini da Vicenza (autore di illustrazioni che cavalcano fumettistica e neofuturismo in chiave pop anni ’80 e ’90) e Massimiliano di Lauro da Lecce, oltre al lirico e talentuoso Alessandro Baronciani da Pesaro e al milanese Francesco Poroli. Ciascuno degli 11 ha rappresentato un punto del “Manifesto” ed i valori che ne stanno alla base: dalla sostenibilità al territorio, dalla sicurezza alla condivisione, e ancora innovazione, tradizione, filiera, responsabilità, collaborazione e molto altro ancora. La mostra potrà essere visitata anche in versione digitale, sul sito Barilla, per offrire agli utenti, ovunque si trovino, una fruizione virtuale e aumentata del progetto: oltre alle opere, online è possibile scoprire le storie degli artisti, il loro pensiero, i grandi temi che stanno dietro al “Manifesto Artistico”. Il sito offre inoltre la possibilità di partecipare a un “tour guidato” virtuale e di scaricare i “wallpaper” delle opere per stampa e riproduzione: www.barilla.it/granidautore

Gianni Milani

“Grani D’Autore”

Palazzo Madama, piazza Castello, Torino; tel. 011/4433501 o www.palazzomadamatorino.it

Dal 28 ottobre al 1° novembre

Orari: giov. 13/21 – ven. sab. dom. e lun. 10/18

 

Nelle immagini, illustrazioni di:

–         Elisa Seitzinger

–         Ale Giorgini

–         Alessandro Baronciani

“Fiati all’opera”, la stagione della De Sono

Interamente riservato agli strumenti a fiato il concerto inaugurale della trentatreeesima stagione della De Sono

 

Il concerto inaugurale della stagione De Sono è  interamente riservato agli strumenti a fiato e reca il titolo “Fiati all’opera”, in programma giovedì 28 ottobre prossimo alle 20.30 al teatrotorinese Vittoria, in via Gramsci 4.

Protagonisti un gruppo di strumentisti dell’Associazione, chiamati a interpretare trascrizioni per fiati di celebri pagine operistiche e pezzi originali di Mozart, Francaix,  Bizet, Poulenc e Gershwin.

Il concerto nasce da una proposta di una ex borsista della De Sono, ora primo fagotto all’Orchestra de Chambre de  Paris, Fany Maselli, che ha desiderato dare rilievo ai fiati e creare un’occasione per far emergere le qualità espressive, l’abilità tecnica e il virtuosismo di chi suona questi strumenti.

Con questa musicista, di estrazione torinese, ma attualmente residente a Parigi, dove è docente al Conservatorio dal 2008, sarà presente un ensemble costituito da borsisti e ex borsisti della De Sono, a partire da Niccolò  usanna, che ha perfezionato lo studio del flauto con Giampaolo Pretto presso l’Associazione “Dentro il suono”, insieme all’oboista Matteo Forla, al corno Stefano Fracchia, al clarinetto Gabriele Mercandelli e alla pianista Michela Sara De Nuccio, vincitrice di vari premi in diversi concorsi e che, con il sostegno dell’Associazione, ha frequentato il Master di secondo livello presso il Koninklijk ConservatoriumBrussel e che ora segue il Master in repertorio liederistico alla Kunstuniversitat di Graz.

Di Wolfang Amadeus Mozart verrà  eseguita l’Ouverture da “Die  Zauberflote”, Il Flauto Magico, nella trascrizione  di Linckelmann, di Jean Francaix il brano intitolato “Quatuor a vent”, di Georges Bizet la Suite dall’opera Carmen, di Francis Poulenc “Sextuor”, il Sestetto per fiati e pianoforte, e di George Gershwin “An American in Paris”, nella trascrizione per fiati di F. Sibold  celeberrimo brano che, attraverso un incontro estremamente originale di stile rapsodico e sonorità  jazzistica, raffigura, meglio di qualsiasi fotografia, il fascino contraddittorio della cultura newyorkese degli anni Trenta.

Mara Martellotta 

 

La prenotazione è  obbligatoria al link di Evenbrite

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-fiati-allopera-191105801597

 

Ingresso libero su prenotazione obbligatoria.

 

Stupor Mundi a Jesi

Piazza Federico II a Jesi domenica mattina è deserta e silenziosa.

Non ci sono bar o ristoranti, il portone della cattedrale è aperto per accogliere più tardi i fedeli, i palazzi antichi che si affacciano sulla piazza sono chiusi e dall’aspetto decadente ma ricco di fascino come la storia che stiamo per raccontare. C’è una grande tenda bianca in piazza, si scorgono ombre all’interno e si sentono le voci concitate di donne cortigiane che aiutano Costanza d’Altavilla a mettere al mondo suo figlio, Federico II, che secondo la tradizione nacque nella piazza centrale di Jesi, nella parte più alta della cittadina marchigiana circondata da mura medioevali. È il 26 dicembre 1194. Jesi esulta ma chi è nato davvero in quella fredda giornata, si domanda il popolo jesino. Il figlio di un macellaio, il figlio del diavolo, l’anticristo annunciato dalla Bibbia o forse più saggiamente lo Stupor Mundi che muterà il corso della storia. Lo svevo, imperatore e re, ma soprattutto uomo di pace come campeggia nella targa celebrativa che i cittadini di Jesi gli hanno dedicato nella piazza a lui intitolata. Ancora oggi Federico e la sua piazza fanno discutere. Si parla, si litiga, si spostano fontane, leoni, obelischi e monumenti. Guelfi contro ghibellini, filo-papali e filo-imperiali, come una volta. Si fanno perfino referendum come quello sulla statua del sovrano. A suo tempo collocata all’esterno della cinta muraria jesina la statua è stata oggetto di un voto referendario per sistemarla in un altro luogo della città e alla fine è stato deciso di spostarla dentro le mura, davanti al museo. La statua di Federico II ora si trova al suo posto, in piazza di fronte al Museo Federico II Stupor Mundi inaugurato tre anni fa per raccontare la vita, la dinastia e le imprese dell’imperatore siculo-germanico. Il Federico II è il primo museo a rievocare il meraviglioso mondo del sovrano attraverso un lungo viaggio nel tempo tra i comuni italiani, il Papato, il regno di Sicilia e la Terrasanta, attraverso installazioni interattive e sofisticate tecnologie di animazione, filmati e documentari, ricostruzioni sceniche e architettoniche, dipinti, disegni, miniature, codici e mappe.
Il visitatore si immerge nelle atmosfere del Duecento accompagnato da mari tempestosi, galee stipate di uomini armati e pellegrini, battaglie, passioni e musiche medioevali. In 16 sale sembra di vivere in prima persona ogni istante dell’esistenza dell’imperatore, partecipare alle spedizioni militari e alla vita di corte nonché entrare nei suoi castelli disseminati in gran parte della penisola. La penultima sala ripercorre le fasi della sua vita privata con i suoi matrimoni, le sue donne e le tragiche vicende dei suoi eredi. Sul destriero un cavaliere teutonico fa buona guardia, sullo sfondo la stretta di mano tra l’imperatore cristiano e il sultano. Il sovrano è Federico II di Svevia, il sultano d’Egitto e Siria è al-Malik al-Kamil, lo stesso che incontrò Francesco d’Assisi in terra egiziana. Mentre i crociati andavano a combattere in Terra Santa per liberare i luoghi santi Federico II cercava la pace con i nemici musulmani e la stessa cosa fece Francesco con Al Kamil. Il coraggioso francescano non risolse nulla ma dimostrò che con gli altri, così diversi da noi, si poteva dialogare senza usare le armi mentre Federico firmò la pace con il sultano che fece tornare i cristiani a Gerusalemme. Pace per almeno dieci anni. Nell’ultima sala, come recita la didascalia che pone fine al viaggio virtuale, “i visitatori scopriranno le due opposte definizioni con cui Federico è entrato nella storia: Stupor Mundi e Anticristo. Entrambe portarono alla nascita del mito della sua straordinaria figura”. Federico II è amato e stimato in Italia. I fiori freschi non mancano mai ai piedi del suo sarcofago nella cattedrale di Palermo. Il Museo, ospitato nel Palazzo Ghislieri in piazza Federico II, è aperto tutti i giorni, lunedì è chiuso. Per visitarlo si può telefonare ai seguenti numeri: 0731 084470 – 348 775 7859                  Filippo Re

Le “Lettere dal fronte” di Dino Ferrero

“Lettere dal fronte” è un progetto multimediale basato sulla corrispondenza di Bernardino “Dino” Ferrero artigliere dell’esercito italiano, dall’11 marzo 1940, tre mesi prima della dichiarazione di guerra alla Francia, fino alla fine della seconda guerra mondiale.

La documentazione comprende circa 150 tra lettere e cartoline inviate dall’Italia, dalla Francia, dall’Albania, dalla Grecia e dalla Germania; un centinaio di fotografie; documenti militari (attestati, onorificenze, foglio matricolare, tessere, ecc.); alcuni quotidiani dell’epoca; tre lettere dai campi di prigionia in Germania, prima come IMI e poi come prigioniero di un campo KZ.

Nelle lettere vengono citati molti luoghi, persone e avvenimenti dell’epoca: 98 persone (alcune famose come attori, politici o sportivi), 119 luoghi (città, paesi, vie, monumenti), 15 corpi militari, 5 giornali diversi, 17 film, 6 canzoni, 24 marchi commerciali.

L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio di importanti istituzioni, città ed associazioni italiani e stranieri, tra i quali l’alto patrocinio del Parlamento europeo e della Camera dei Deputati.

Tutto il progetto, sviluppatosi da marzo 2020 a ottobre 2021, è no profit ed i costi sono interamente a carico dell’autore Enrico “Ico” Ferrero.
La prima esposizione pubblica del materiale avverrà a Venaria.

Il viaggio dei migranti attraverso gli occhi del piccolo Baba

Non è un comodo pretesto e neanche una pigra scorciatoia per fare antropologia, utilizzare un metodo che volge il suo sguardo partendo dalla società alla quale la persona biograficamente appartiene.

Non è strettamente necessario nella società postcoloniale, globale e postmoderna trasferirsi sul luogo «esotico» per capire l’antropo-logos, il discorso sull’uomo. Immedesimarsi con forza empatica, in dialogo coi soggetti che si vogliono comprendere, diviene obiettivo essenziale e epistemologicamente rilevante per la disciplina. Siano le popolazioni Dogon del Mali, sia il Viaggio in Italia di Goethe riletto e interpretato da Vincent Crapanzano, sia la linea di produzione di uno stabilimento industriale o un leone da tastiera occidentale, che smanetta freneticamente con la sigaretta in bocca, amando e odiando chi trova sulla sua cyber-road. Tutto può essere preso in considerazione. Ne dà prova Mirko Vercelli con il suo nuovo romanzo che ha per titolo ”Linea retta”  (edizioni bookabook, 2021, pagg. 297 disponibile in cartaceo nelle librerie o acquistandolo online ). Una brillante dimostrazione di etnologia dialogica realizzata e finanziata in crowdfunding sul dramma dei migranti descritto in soggettiva attraverso gli occhi del piccolo Baba. Opera letteraria che si alimenta di visione etnografica, abilità narrativa e testimonianza umana e civile. Ermes è il dio della parola e della scrittura e attraverso di lui Mirko, come uno sciamano tra i Batarriba e gli spiriti loa, ci fa vivere Baba descrivendo il suo viaggio attraverso l’Africa nera, magica, spietata, commovente in tutta la sua alterità chiarendo ciò che ci è oscuro, mutando in familiare e noto ciò che ci è estraneo. Come un informatore da un realtà sconosciuta, ci manda dei messaggi in bottiglia, facendoci scoprire l’animismo e la sua sostanza, come un tam tam di tamburi che ci arriva all’orecchio. Il viaggio di Baba diviene metafora del crescere e vivere con tutte le sue difficoltà e contraddizioni, le  sue suggestioni, le sue trappole ma soprattutto le sue opportunità e il suo potere salvifico. Vincent Crapanzano allievo del grande Clifford Geertz sostiene che nella descrizione etnografica è mascherata, parole sue la ” sovversione del reale ” perché non riconoscendo la natura provvisoria dei suoi studi e delle sue conclusioni l’antropologo non è mai consapevole di quanto il supporto retorico relativizzi e condizioni le sue ” verità ”. La sua opera ci avverte Mirko ‘’è un insieme di cose inventate, verosimili e vere, per stimolare il lettore a documentarsi in prima persona’’. E chiudo con il suo esergo in apertura del testo:

‘’ Viaggiano i viandanti.

Viaggiano i perdenti, più adatti ai mutamenti .’’

C.S.I., In viaggio.

Aldo Colonna

La nuova assessora alla Cultura di Torino

IL COMMENTO  Di Pier Franco Quaglieni


Chi scrive ha conosciuto tutti gli assessori alla cultura della Città di Torino, a partire dal primo, l’allora repubblicano Silvano Alessio.

Sarebbe interessante tracciare una storia non sempre lastricata da buoni risultati, al di là delle intenzioni non sempre buone di tanti assessori.
Ci furono infatti lunghi periodi dominati da alcuni assessori che divennero i re incontrastati della cultura torinese. Altri ebbero mandati più brevi e la loro presenza fu più discreta.
Io resto convinto che il migliore assessore alla cultura sia stato l’assessore Ugo Perone, filosofo e uomo capace di scelte equilibrate, rispettose del pluralismo delle idee con Valentino Castellani sindaco che mi sembra il riferimento anche della nuova assessora alla cultura Purchia.

Non voglio parlare di chi non c’è più per una ragione di stile e di opportunità, ma certo tra i peggiori ci furono quelli che vollero imprimere il loro pollice dappertutto in una visione egocentrica che danneggiato il pluralismo delle voci che è invece una ricchezza della cultura subalpina. Oggi, se confrontiamo la situazione con quella di trent’anni fa , notiamo come l’azione egemone di alcuni assessori abbia favorito la nascita di alcuni colossi pubblici come il Polo del 900 e il Circolo dei lettori che hanno contribuito a desertificare l’offerta culturale torinese non allineata.  Per un sistema perverso di rapporti politici il Circolo dei lettori si trova ad essere oggi anche l’organizzatore del Salone del libro con un’egemonizzazione quasi totale della proposta culturale che neppure il Covid ha lambito in quanto i cospicui finanziamenti pubblici hanno consentito a questi enti di passare, senza sentirne le conseguenze, anche attraverso la pandemia.

Appendino ha addirittura strozzato via del Carmine per consentire al Polo del 900 di avere un’area di incontri all’aperto. Un privilegio impensabile è irragionevole contro l’interesse della Città.
Chi vive di quote associative e svolge liberamente le proprie attività, ha invece subito un grave danno dalla pandemia paragonabile a quella dei pubblici esercizi con la differenza che l’associazionismo culturale non ha fini di lucro e vive con le quote dei propri associati. I colossi a cui ho fatto cenno ,drenano anche la quasi totalità contributi pubblici per la cultura.

La scelta della nuova assessora alla cultura del Comune di Torino Rosanna Purchia si rivela una oculata in tutti i sensi perché impone di fatto una cesura con il passato recente e più lontano,togliendo a certi personaggi che si sentivano già assessori la possibilità di esercitare un ruolo che sicuramente non sarebbe stato orientato esclusivamente agli interessi della Città.
E qui ritorna il discorso del “sistema Torino “ che Appendino ha rafforzato e non eliminato come aveva promesso in campagna elettorale.
La scelta di una napoletana -milanese con un un curriculum importante può essere la garanzia di far volare alto la cultura torinese, liberandola da un sistema che va archiviato.

Se penso che l’ antagonista di Lo Russo aveva lasciato circolare il nome della proprietaria di un teatro privato neppure tra i primi come futuro assessore, è facile cogliere la differenza incommensurabile tra le diverse opzioni.
Come Rosanna Purchia ha liberato il teatro Regio dalla cattiva amministrazione che lo aveva portato al collasso, così spero voglia riprendere il dialogo con tutta la città’ che si occupa di cultura.
Sarebbe una scelta civica importante che sarebbe di svolta positiva, riducendo la scena di certi protagonisti egemoni e a volte anche un po’ troppo arroganti.

La signora napoletana ha la fama della fermezza e della decisione, virtù che a Torino sarebbero molto preziose. Lasciamola lavorare, evitando certi giudizi affrettati nei suoi confronti che rivelano la pochezza dei suoi detrattori.