CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 474

L’anima della metropoli nelle opere di Daniela Borla

“L’anima della città dialoga con una spiritualità propria”.

In mostra alla galleria d’arte Malinpensa by Telaccia alcune opere dell’artista Daniela Borla, dedicate alla metropoli contemporanea

Le città contemporanee e il loro rapporto con l’uomo rappresenta un tema tanto più d’attualità in questi tempi in cui le persone si sono dovute confrontare con una spesso forzata vita di stampo cittadino. La città e la sua anima, in continuo dialogo con l’animo umano, costituisce il fil rouge della personale che all’artista Daniela Borla dedica la galleria d’arte torinese Malinpensa  by la  Telaccia, in corso Inghilterra 51, fino al 10 dicembre prossimo.

L’artista eporediese ha da sempre coltivato la passione per la pittura parallelamente a quella per la ceramica. I soggetti delle sue opere sono, soprattutto, di carattere urbanistico e evidenziano l’uomo come costruttore del suo ambiente. Si tratta di metropoli,cantieri, porti, in cui è immediata la percezione della presenza dell’uomo e della sua fatica, pur senza mai raffigurare il soggetto umano. Sono opere di chiara evidenza narrativa e capaci di svilupparsi all’interno dei confini di un linguaggio pittorico autonomo, che risulta scandito da un’attenzione particolare resa al mondo spirituale e al valore dell’esistenza umana.

I lavori pittorici di Daniela Borla dimostrano un virtuosismo tecnico unito ad una forte resa cromatica, all’interno di una capacità sicura di sintesi, che si lega sempre ad un simbolismoricco di valenze formali. L’artista dimostra, nelle sue opere, unraffinato grado di elaborazione nella stesura materica dell’acrilico, su tela di canapa. Si possono, così, ammirare vedute urbane in cui emerge il tratto figurativo moderno, accompagnato da fantasia e innovazione, sempre in una cornice molto attenta ai valori sociali ed umani.

La materia dei suoi quadri non è mai ferma, ma sempre in movimento, e l’artista, attraverso la tematica scelta, la città,affronta il cuore della natura umana e dei suoi valori e disvalori, dei suoi aspetti positivi e delle sue contraddizioni. Lo sguardo di Daniela Borla nei confronti della realtà, che traduce sulla tela, appare disincantato e al tempo stesso sincero, privo di alcun compiacimento, realista e capace di aprire ad una esperienza pittorica di arricchimento per il fruitore delle sue opere.

Mara Martellotta 

 

Alla scoperta del museo che non c’è

Esposti per la prima volta insieme, 70 capolavori della collezione De Fornaris inaugurano il nuovo Museo Virtuale della Fondazione

In quasi quarant’anni di attività nel mondo dell’arte, la Fondazione De Fornaris non ha mai potuto disporre di un proprio museo “fisico”, nel quale esporre in modo permanente la sua ricca collezione.

Nasce da qui l’ambizione di progettare da zero “Il Museo che non c’è”: un innovativo museo virtuale che presenta,
valorizza e rende accessibili a tutti le opere più preziose della Fondazione. Uno dei pochissimi esempi al
mondo di museo non presente nella realtà, ma progettato appositamente per essere visitato e apprezzato
solo sul web.

La collezione De Fornaris vanta migliaia tra dipinti, sculture, installazioni e raccolte di grafica, con capolavori
di autori di primissimo piano dall’Ottocento a oggi: da Hayez a Morbelli e Pellizza da Volpedo, da de Chirico a
Morandi e Casorati, da Burri a Carol Rama e Paolini, fino a Merz, Pistoletto e Penone. Per statuto le opere
vengono date in comodato gratuito alla GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino,
che le espone a rotazione e solo per periodi limitati. La Fondazione De Fornaris, presieduta da Piergiorgio Re,
avrà ora un proprio museo: il progetto ha subito un’accelerazione e acquisito maggiore rilevanza durante il
periodo di lockdown, che ha mutato gli scenari mondiali anche per quanto riguarda le realtà museali.

Il Museo Virtuale De Fornaris è stato realizzato da Infinity Reply, società del Gruppo Reply specializzata nella
progettazione e sviluppo di contenuti e applicazioni 3D interattive, con l’utilizzo di tecnologie 3D di ultima
generazione. Grazie a queste, si è ricreata, in un contesto museale che richiama l’architettura della GAM,
un’esperienza di visita il più simile possibile a quella reale. Le opere del museo virtuale sono presentate con
criteri scientifici a cura di Riccardo Passoni, direttore della GAM e presidente della Commissione Artistica
della Fondazione De Fornaris.

“Oggi le nuove tecnologie sono sempre più al servizio dell’arte. Per noi rappresenta quindi un grande motivo
di orgoglio inaugurare un innovativo museo virtuale, “Il Museo che non c’è”, grazie al quale la Fondazione De
Fornaris potrà presentare la sua prestigiosa collezione al mondo – dichiara il presidente Piergiorgio Re – Si
permetterà così a studiosi e appassionati di scoprire anche da remoto i suoi capolavori grazie all’utilizzo del
3D e della realtà virtuale”.

Sono 6 le sale visitabili dagli utenti, che possono accedere al Museo attraverso un vero e proprio atrio e
ammirare anche le opere poste all’esterno dell’edificio, come In limine di Giuseppe Penone. La Sala 1 è un
omaggio al mecenate, artista e collezionista Ettore De Fornaris e racchiude una serie di opere a lui
appartenute, tra cui Novembre di Antonio Fontanesi. La Sala 2 è dedicata all’Ottocento e ai primissimi anni
del Novecento e comprende opere come L’Angelo Annunziatore di Francesco Hayez e L’Amore nella vita di

Giuseppe Pellizza Da Volpedo. La Sala 3 si concentra sui protagonisti dell’arte italiana della prima metà del
Novecento e avvia il percorso con una serie di ritratti femminili pre-futuristi di Balla e Boccioni.

Nella Sala 4 si vedono esempi significativi della pittura torinese tra le due guerre, con dipinti di pittori come
Felice Casorati, Carlo Levi e Francesco Menzio. La Sala 5 presenta 11 opere dei maggiori artisti del
Novecento, tra cui Bianco di Alberto Burri e Natura Morta di Giorgio Morandi. La Sala 6 è stata infine ideata
per dare risalto a momenti salienti dell’arte contemporanea, dal 1960 a oggi: dal concettuale Giulio Paolini,
allo sperimentatore Aldo Mondino, agli esponenti dell’arte analitica Marco Gastini e Giorgio Griffa.

Tutti i dipinti sono visibili in alta definizione e le sculture esplorabili a 360 gradi: ogni opera è descritta nei
dettagli e alcune di esse sono dotate di hotspot che forniscono approfondimenti sui singoli particolari
dell’opera stessa. “Il Museo che non c’è” non è una costruzione statica: potrà infatti essere implementato in
futuro con nuove sale per ospitare altre parti della collezione.

Si accede al “Museo che non c’è” attraverso il sito della Fondazione De Fornaris
www.fondazionedefornaris.org, oppure scaricando l’App “Museo Virtuale De Fornaris” dall’App Store o da
Google Play. È anche possibile esplorare il museo scaricando l’applicazione di Oculus dal sito della
Fondazione per vivere un’emozionante esperienza immersiva in 3D, attraverso il visore per la realtà virtuale
Oculus Rift

Natale a Torino Racconti in piazza

A cura di Teodora Trevisan  Le piazze auliche, i salotti signorili o i vivaci mercati di Torino sono le tappe narrative dell’antologia “Natale a Torino”, giunta alla sua nona edizione.

Diciotto racconti e diciotto piazze: il volo della donna cannone e lo strano incontro con il bibliofilo; Cavour che non ne può più di fare la statua e le trecce tagliate per ribellione; i fratelli con le facce gaglioffe, una canzone di Theodorakis e le vittime di una rappresaglia fascista; e poi ancora il ladruncolo ai tempi della peste, Padre Beccaria e le nougatine, e tanti altri spunti fra ricordi, amori, miracoli…

Racconti di: Rinaldo Ambrosia, Chantal Balbo, Remigio Bertolino, Giovanni Casalegno, Luigi Colasuonno, Ottavio Davini, Paolo Fiore, Federico Jahier, Consolata Lanza, Riccardo Marchina, Giuseppe Milano, Elsa Panini, Nella Re Rebaudengo, Laura Remondino, Emanuela Riganti, Franca Rizzi Martini, Gabriella Serravalle, Teodora Trevisan.

Le schede storicoartistische delle piazze sono a cura di Miranda Fontana.

Copertina di Gianni Chiostri.

I diritti d’autore saranno devoluti a sostegno delle attività umanitarie di International Help onlus.

168 pagine – € 15,00

Evry aka Enrico Matheis, il nuovo singolo è “Jacq”

Quando note di colore e di musica diventano un’unica arte
https://www.youtube.com/watch?v=YtHcu4EYDPg&feature=youtu.be

“Jacq” è il nuovo singolo di Evry, al secolo Enrico Matheis, dedicato a Jacq, il pittore dei volti…senza volto!

Enrico vuole omaggiare l’arte del pittore che ha di particolare il fatto che nessuno conosca il suo viso. Il suo anonimato è forse l’elemento che lo rende ancora più interessante, ma lui sostiene che non è importante conoscere il suo viso perché “il giudizio deve essere sul lavoro e non sulla persona”. Il progetto unisce due forme d’arte apparentemente parallele e distanti tra loro, ma che si ritrovano amalgamate armoniosamente tra note di colore e di musica che compongono il quadro audio e video del brano. L’idea di unire arte e musica in “Jacq” è solo l’inizio, poiché mette le basi di un’iniziativa più ambiziosa che intende sviluppare una forma di comunicazione diversa nei giovani, coinvolgendo, in un progetto itinerante, scolaresche e laboratori artistici.

Chi è Jacq
I suoi lavori esaltano i caratteri più reconditi delle persone che ritrae e la sua fama è internazionale. Le sue opere sono esposte anche al Moca di Montecatini Terme, tra un Mirò ed un Henry Moore. Il Metastasio gli ha commissionato quindici ritratti che in questi giorni stanno comparendo sulla sua pagina Instagram. Di Lui ha parlato anche Vanity Fair.
I passanti delle vie e delle piazze sono inconsapevoli modelli dei suoi quadri ed hanno tutti la particolarità di apparire altrettanto “anonimi” come chi li ritrae.
“Jacq chi è? Se lo cerchi nei suoi volti sarà lui a trovare te”

Chi è Evry (Enrico Matheis)
Chi segue i talent forse ricorderà la decima edizione di X Factor dove nel più o meno vicino/lontano 2016 Enrico Matheis si proponeva in questo contest canoro. Lo chiamavano il barman di Prato. Enrico è un talento, ha capacità e una voce calda, piacevole. Una di quelle voci che ti rimangono in testa. Un cantante con il dono dell’interpretazione. Lo si capisce anche solo da un minuto scarso di video. Gli allora giudici di X Factor, Manuel Agnelli ed Arisa, avevano speso parole importanti su di lui. Memorabile una sua interpretazione di “Nel blu dipinto di blu” cantata a cappella. Interpretazione da brividi. Qualcuno ricorderà anche l’uscita del suo EP d’esordio realizzato con il crowdfunding.
Un personaggio poliedrico, con grande creatività e con la capacità di essere uno, nessuno e centomila. In una parola, una promessa. Uno spirito libero.
Realizza anche una collaborazione con Cristiano Malgioglio, “Notte perfetta“, e un bellissimo brano molto fresco ed estivo “Stessa spiaggia, stesso male“, con Il Sogno di Jek. Enrico Matheis è un personaggio carismatico, simpatico ed è puro talento. Prato non può tenersi tutto per sè un artista così. Nel 2020, la sua popolarità è esplosa sui social, grazie alle sue parodie che hanno reso molto più vivibile il lockdown, come quella interpretata sulla base di “Viceversa”, la nota canzone di Francesco Gabbani, seconda classificata all’ultimo Festival di Sanremo.
Su Instagram inventa sketch divertenti dove dà vita ai suoi personaggi, nel puro spirito toscano degno del grande Giorgio Panariello. Esordirà come attore nel film thriller “The day of Revenge” al fianco di Tomas Arana, il grande attore hollywoodiano, per la regia di Matteo Querci, e per la produzione Giulio Michelagnoli e di Paolo Odierna, produttore ma anche presidente ed organizzatore di Nexxt, la fiera sul “made in Italy” più grande in California che si tiene a ogni anno a Los Angeles.
“Un progetto che vuole far incontrare due forme d’arte diverse. La Musica e la Pittura. E’ stato un po’ difficile far quadrare tutto tra un lockdown e l’altro ma ci siamo riusciti. Il suo anonimato è stato proprio l’elemento che mi ha stimolato nell’avvicinarlo. Ma soprattutto mi stimolava scoprire come mai Jacq dipinge i suoi volti senza gli occhi, che sono lo specchio dell’anima. Questi due elementi mi hanno dato l’ispirazione”.


“La sfida, o forse più una scommessa, è stato proprio la realizzazione del videoclip. Volevamo mettere in risalto che si potesse unire le nostre due forme d’arte in un video. E la sua idea geniale è stato quello di dipingere me nel video. Vi piacerà, vedrete Il resto, sta nel testo del brano”.
Dichiarazione di Jacq
“Cosa possono fare insieme un cantante e un pittore? Questa è la domanda che mi sono posto la prima volta quando ho parlato con Enrico Matheis, in arte Evry. Ci siamo sentiti per la prima volta a Gennaio per un reciproco scambio di stima. Poi a Marzo, quando Evry mi ha ricontattato dicendomi che aveva scritto una pezzo musicale che parlava di me, sono rimasto di stucco. Onestamente non capita tutti i giorni di ricevere un messaggio del genere.
L’anima del mio lavoro artistico è in questo brano perchè coglie l’essenza di ciò che rappresento: l’anonimato, la vernice che scorre nelle vene, le persone che si domandano chi io sia e i loro rapporti intimi personali.
Questa canzone è diventata il punto di partenza per un’entusiasmante collaborazione artistica che ha prodotto un dipinto e un video musicale che racchiude le cose che ognuno di noi sa fare meglio: io dipingere e lui cantare.
E’ un grande onore essere d’ispirazione ad altri artisti perché significa che la mia arte è diretta, comprensibile e colpisce dritta al cuore. Ringrazio Enrico per avermi regalato questa canzone che porterò lungo il mio cammino artistico”.

Zetatielle s.r.l. Communication & Events
Ufficio Stampa: Tina Rossi – tina.rossi@zetatielle.com

“Abbiamo scelto”: le proposte di Balletto Teatro di Torino

Caro Direttore,

abbiamo scelto, in questi mesi di incertezza e di attesa, di fare del tempo un nostro complice, servendoci del suo vuoto come una tela bianca da riempire.

 

Abbiamo scelto di non aspettare, ma di continuare a lavorare affinché la speranza sia nutrita di forma e  sostanza.
Nasce Una Stagione, nuova nella sua complessità, ma sempre fedele a se stessa  in quanto a spirito e autenticità dei singoli enti che la compongono.

Rivolimusica e Teatro Fassino possono finalmente ampliare il partenariato nato alla luce degli stimoli promossi da Rete Performing Arts Compagnia di San Paolo (Maggior Sostenitore), unendosi al Balletto Teatro di Torino.  SCENE viene proiettata nel futuro privo di limitazioni di genere e linguaggi che già si intravedeva dal 2018;  la Musica, il Teatro e la Danza trovano uno spazio comune, e il cartellone 2020 2021 diventa terreno di nuove possibilità.
Tutto questo è destinato ad accadere in un anno complicato, a tratti difettoso, nebuloso.

Noi abbiamo scelto di continuare a creare, per farci largo in una porzione di spazio astratto che sia il più possibile permanente nel tempo e nella memoria. Creare è il nostro modo di “restare” attraverso la rigenerazione, perché la bellezza è un valore che va cercato, espresso, costantemente ricordato.

 

Così abbiamo scelto di lavorare ininterrottamente, con pazienza, con dedizione e determinazione, affinché il nostro ritorno sia il vostro ritorno.

Abbiamo in serbo qualche novità per il mese di dicembre,
continuate a seguirci!

 

su Facebook e Instagram

sul web:

https://www.stagionescene.it/ (sito quasi finito!)

http://www.istitutomusicalerivoli.it/rivolimusica/  – Rivolimusica
http://www.ballettoteatroditorino.it/ – Balletto Teatro di Torino
https://www.borgatedalvivo.it/ – Teatro Fassino di Avigliana

 

A breve su youtube: SCENE

#lavoriamopertornare #creiamoperrestare

Videointervista a Nuto Revelli

L’Istituto storico della Resistenza di Alessandria, in collaborazione e con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio Regionale – presieduto dal presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia e dal vicepresidente delegato Mauro Salizzoni –  ha realizzato un cofanetto che contiene una chiavetta Usb con una video intervista realizzata a Nuto Revelli nell’aprile 2001, una delle ultime rilasciate prima della sua scomparsa.

Il documento storico, intitolato “La guerra di Nuto…E Nuto racconta”, nei prossimi giorni sarà recapitato alle scuole e alle biblioteche della provincia di Alessandria (e a quelle che ne faranno richiesta) e potrà essere utilizzato nelle iniziative culturali e didattiche che si svolgeranno sul territorio.

La registrazione della video testimonianza fu effettuata da alcuni ragazzi allora ospiti della Comunità di San Benedetto al Porto di don Andrea Gallo (alla Cascina Rangone di Frascaro, piccolo comune tra Alessandria e Acqui Terme) e seppure denotando alcuni limiti dal punto di vista tecnico, testimonia l’intensità del confronto tra generazioni che si realizzò in quella occasione. Il supporto informatico, oltre alla video intervista (della durata di circa un’ora e sottotitolata per sopperire alla qualità non sempre buona dell’audio) che attraversa più di cinquant’anni di storia, raccoglie un apparato documentario che illustra il progetto legato alla memoria di una delle personalità più significative della storia e della letteratura del ‘900. “Con il contributo di diversi soggetti, abbiamo finalmente costruito e messo a disposizione del pubblico una risorsa importante per la conservazione della memoria– affermano all’Isral –, un tassello nella costruzione della storia del nostro Paese. L’obiettivo è quello di offrire sempre nuovi stimoli e emozioni a chi studia, lavora e vive in questa congiuntura storica così complicata per tutti”. L’intera vita di Nuto Revelli è stata segnata dalla passione civile per libertà, giustizia, verità storica. Fece parte di quella generazione di scrittori (come Primo Levi e Mario Rigoni Stern) che si cimentarono con la parola scritta non per sola vocazione interiore ma quasi trascinati dal dovere civile e morale di testimoniare, di dare una voce a chi non ne aveva, di “far sapere” cos’erano stati gli orrori della guerra, della deportazione, delle tumultuose e drammatiche vicende di una società in trasformazione come quella cuneese del dopoguerra, con l’abbandono della montagna e della civiltà contadina.

mtravaglini

Il Polo del ‘900 ospita un wikimediano, esperto di sapere libero

Patrimoni culturali più liberi e accessibili: Alessandro Bollo, direttore Polo del ‘900: “Un’opportunità di crescita importante in una fase storica che richiede alle istituzioni culturali un surplus di consapevolezza, competenza e visione per affrontare le sfide della trasformazione digitale”

Con i suoi 22 Enti partner, 9 km di archivi sulla storia del ‘900 e oltre 400mila documenti disponibili online sull’hub 9centRo, il Polo del ‘900 di Torino si aggiudica il bando 2020 Wikimedia Italia dedicato alle istituzioni culturali.

Il bando ha premiato il progetto migliore, tra 43 candidati, partendo dal presupposto che ogni istituzione possiede, produce e commissiona contenuti culturali come pubblicazioni, ricerche, database, documentazione, video, immagini che possono trasformarsi in risorse accessibili a tutti, nell’ottica di una cultura libera e di pubblico dominio.

Una nuova opportunità per il Polo di continuare a valorizzare l’enorme patrimonio custodito, raggiungere nuovi pubblici, migliorare la visibilità dei propri contenuti e facilitarne la condivisione sui diversi progetti Wikimedia grazie ad un percorso di affiancamento con un wikimediano in residenza. L’esperto wikimediano rimarrà al Polo del ‘900 per 6 mesi e tra le attività principali si occuperà della formazione del personale del Polo del ‘900, alla scoperta di tutti i vantaggi dei progetti collaborativicontenuti aperti e licenze libere tipiche dell’ecosistema wiki. Altre attività del wikimediano in residenza riguarderanno modifica e scrittura delle voci di Wikipedia, caricamento di contenuti su Wikimedia Commons, utilizzo di Wikidata e il coinvolgimento della comunità dei volontari nella valorizzazione dei contenuti messi a disposizione.

Alessandro Bollo, direttore Fondazione Polo del ‘900: “Siamo felici e onorati che, tra tante richieste, il Polo del ‘900 sia stato scelto per sviluppare questo percorso con Wikimedia Italia. Innanzitutto, una nuova opportunità per valorizzare e condividere contenuti e saperi del Polo e dei suoi 22 Enti partner, rendendoli disponibili e accessibili a tutti. Rappresenta, inoltre, un ulteriore momento di formazione per il nostro personale e un’opportunità di crescita particolarmente importante in una fase storica che richiede alle istituzioni culturali un surplus di consapevolezza, competenza e visione per affrontare le sfide della trasformazione digitale”

“La risposta delle istituzioni alla prima edizione del bando ha superato ogni aspettativa.” commenta Marta Arosio, la responsabile delle relazioni con le istituzioni culturali di Wikimedia Italia “Ci sono arrivati per 43 progetti e la netta maggioranza di questi è di grande qualità e di sicuro interesse per le attività dell’associazione in sostegno dell’universo Wikimedia, composto da Wikipedia e dai progetti fratelli, tanto che la scelta è stata davvero ardua. Sicuramente non lasceremo cadere le proposte che gli enti ci hanno rivolto e che costituiscono una manifestazione di interesse del mondo della cultura verso le nostre attività preziosissima per noi. Troveremo il modo di valorizzarle tutte.”

La rassegna dei libri più letti e commentati del mese

Anno Ⅳ n. 11 / Ecco la rassegna mensile per conoscere i titoli più letti e commentati sul gruppo Un libro tira l’altro, ovvero il passaparola dei libri.

Al primo posto questo mese, si impone un grande classico della letteratura mondiale, che continua ad essere amato e commentato anche oggi: Dracula, di Bram Stoker; al secondo posto, un altro libro che ha buone possibilità di diventare un classico, l’intenso romanzo di Ian McEwan ;Il giardino di cemento terzo piazzamento per uno dei grandi capolavori della letteratura italiana del Novececento Todo Modo di Leonardo Sciascia.

Le recenti elezioni americane hanno riportato in alto l’interesse per il sistema politico statunitense e per i complessi equilibri socio economici che ad esse sono legate  se volete leggere libri sull’argomento, tra le nostre discussioni segnaliamo i seguenti saggi: Le linee rosse, di Federico Rampini; Capire il potere,  di Noam Chomsky e Paura – Trump alla Casa Bianca, di Bob Woodward.

Questo mese i consigli di lettura sono curati dalla libreria  Piolalibri di Bruxelles, che suggerisce:

Enne, di Valentina Durante: la voglia di cambiare tutto e mollare tutto che anche con il maturare rimane sempre.  Grande Karma. Vite di Carlo Cocciolidi Alessandro Raveggi: una delle più singolari figure letterarie italiane, oggi completamente dimenticata. Redenzione – La prima indagine di Maurizio Nardi, di Chiara Marchelli: un thriller atipico e originale.

Per rimanere sempre aggiornati sul mondo dei libri e delle letteratura venite a trovarci sul nostro sito ufficiale e scoprite ogni settimana i consigli letterari del nostro canale Youtube!

A presto e buone letture!

redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it 

“Turando’ Zona Rossa” in streaming

DOMENICA 6 DICEMBRE ALLE ORE 21


IN DIRETTA STREAMING LO SPETTACOLO
“TURANDÒ ZONA ROSSA” PER LA RASSEGNA DI EVENTI ONLINE “NEL SALOTTO CON”

Nelle Favole e nel Presente le Principesse si sposano sempre. Turandot, da un favolistico regno cinese, rappresenta un’eccezione: non vuole essere la moglie di nessuno. Costretta dal padre Imperatore, decide di accettare come consorte solo colui che riuscirà a risolvere tre difficili indovinelli. Per chi fallisce c’è la decapitazione. Questa storia comincia con una testa che rotola. L’ennesima. Al fine di raccontare questa favola in chiave musicale, due sovrani del panorama artistico, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, moltiplicano i loro talenti per alimentare il vero soggetto di questo racconto: l’enigma.

Dopo aver dovuto rinunciare ad ospitare la “Turandò” scritta e diretta da Marta Dalla Via per il duo MUSICA NUDA – composto da Petra Magoni e Ferruccio Spinetti – lo scorso 29 febbraio, lo staff del Teatro Superga di Nichelino ha deciso di invitare la compagnia in teatro per una ripresa professionale dello spettacolo, ribattezzato per l’occasione con il nome “Turandò Zona Rossa”. L’esibizione sarà trasmessa in diretta streaming il prossimo 6 dicembre a partire dalle ore 21:00.

L’esibizione sarà trasmessa in diretta al seguente link: https://nelsalottocon.it/
Info e biglietti disponibili qui: https://bit.ly/3maGRu8

Biografia

Un incontro fortuito voluto dal destino quello tra Petra Magoni (voce) e Ferruccio Spinetti (contrabbasso), duo che risponde al nome di MUSICA NUDA. Cantante solista con all’attivo già quattro album, nel gennaio 2003 Petra Magoni aveva in programma un minitour in alcuni piccoli club della “sua” Toscana con un amico chitarrista. Proprio il giorno del loro primo concerto, quest’ultimo si ammala. Petra, invece di annullare la data, chiede a Ferruccio, già contrabbassista degli Avion Travel, di sostituirlo all’ultimo minuto. Il concerto ottiene un tale successo che i due protagonisti di questo “Voice’n’bass” combo, nel giro di qualche settimana, mettono insieme un intero repertorio composto dalle canzoni che più amano e di slancio registrano in una sola giornata il loro primo album “Musica Nuda”, titolo che darà poi il nome anche al loro duo. In sedici anni di intensa attività concertistica in tutto il mondo, Musica Nuda ha collezionato riconoscimenti prestigiosi vantando nel proprio palmarès la “Targa Tenco 2006” nella categoria interpreti, il premio per “Miglior Tour” al Mei di Faenza 2006 e “Les quatre clés de Télérama” in Francia nel 2007. Nel corso degli anni, Ferruccio e Petra hanno portato il loro progetto in giro per il mondo, riuscendo a raggiungere anche spazi prestigiosi tra cui l’Olympia di Parigi, l’Hermitage di San Pietroburgo. Inoltre, sono stati ospiti del Tanz Wuppertal Festival di Pina Bausch e, sempre in Germania, hanno aperto i concerti di Al Jarreau. Nel marzo 2014 sono stati gli unici ospiti musicali della “Giornata Mondiale del Teatro” che si è celebrata all’interno del Senato della Repubblica, alla presenza del Presidente Pietro Grasso. Nel 2015 e 2016, il “Little Wonder Tour” ha ottenuto successi in tutto il mondo, partendo dall’Europa, passando dagli Stati Uniti al Perù, fino ad arrivare in Giappone. Nel 2017 esce “Leggera”, disco di brani inediti a cui seguirà un lungo Tour internazionale. Nel 2018 si esibiscono alla Camera dei deputati in occasione delle celebrazioni per il centenario dell’Aula di Montecitorio. In quasi 18 anni di attività, Petra e Ferruccio hanno realizzato più di 1400 concerti, prodotto otto dischi in studio, tre dischi live e un dvd.

Fb: https://www.facebook.com/MusicaNuda/
Ig: https://www.instagram.com/musicanuda_official/?hl=it

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“Esseri misteriosi nella tradizione popolare piemontese”

Per i tipi di “Atene del Canavese”, il nuovo libro di Donatella Taverna

Dalla medievale leggenda della fata Melusina a quella del sacerdote-medico Melampo, cui i serpenti avevano mordicchiato e “purificato” le orecchie.

Dai misteriosi “Pedoca” che abitano le cime e le valli segrete ricche d’oro, ai draghi serpentini e alati dalla bocca multilingue che emette fuoco, fino all’ “uomo selvatico” (òm searvy nelle vallate piemontesi), “mezzo uomo e mezzo scimmia” presente dai tempi dei tempi nella cultura popolare di molte regioni alpine e appenniniche: è “un mondo di fiaba che però contiene saggezze remote di cui troppo spesso ci si è dimenticati”, quello tracciato (fra scienza, letteratura e arte) dall’ultimo libro di Donatella Taverna ( torinese, scrittrice, giornalista e nota critica d’arte) che, dopo aver indagato in opere precedenti l’antico mondo del magico femminile, approfondisce ora l’argomento estendendolo ad esseri magici di natura differente nel suo recente “Esseri misteriosi nella tradizione popolare piemontese”. Oltre 200 pagine pubblicate dalla casa editrice “Atene del Canavese” (fondata, con nome altamente impegnativo, nel 2010 da Giampaolo Verga) e accompagnate dalle rigorose illustrazioni di Carla Parsani Motti – con cui la Taverna annovera una lunga storia di collaborazioni – il libro nasce da lontano. “Dall’interesse storico – ricorda la stessa Taverna – per il ruolo femminile nella società e dall’approfondimento su biografie femminili particolari dalla doppia valenza, storica e magica, come quella di Annette d’Alençon o della Regina Giovanna o di Anna di Cipro/Melusina: regine spesso trasformate in fate o in streghe nella legenda popolare e che acquisiscono poteri magici, taumaturgici oppure malefici. In alcune zone, ciò accade perfino a Maria Cristina di Savoia, la prima Madama Reale”. “Era dunque inevitabile, provenendo anche da una formazione postuniversitaria archeologico-antropologica, che mi lasciassi coinvolgere – sottolinea ancora la scrittrice – dalle correlazioni. Come nel caso delle fate che lasciano coppelle sui massi erratici, o di quelle che hanno zampe d’oca, di gallina o di mulo e rievocano tradizioni popolari che sono in realtà travestimenti fiabeschi di un passato remoto”. “Fate”. E “Pedoca”, “lontane genti di origini misteriose, con donne alte e bionde, bellissime, ma con i piedi palmati, che narrano di un modo mirabile in cui proprio fra le montagne piemontesi fu donata agli uomini una serie di consapevolezze importanti per la sopravvivenza, dalla fabbricazione del formaggio all’estrazione dell’oro”. “Ed é proprio attraverso le affabulazioni legate a questi esseri particolari– continua la scrittrice – che si rivela la civiltà del Piemonte preromano, ricca, straordinaria e complessa, studiata invece per lo più come se esprimesse soltanto rozzi pastori primitivi senza cultura e senza scrittura. Queste ricerche, sviluppatissime in Francia e in altre regioni italiane, in Piemonte sono state intraprese solo approssimativamente e di solito con scarsa cura e scarso approfondimento per le tracce rimaste, lasciando invece spazio a storielle di masche e fuochi fatui o a storie cupe di riti satanici che non hanno dal mio punto di vista alcun interesse archeologico e culturale, anche perché su questi argomenti si leggono troppo spesso vere e proprie sciocchezze prive di ogni fondamento”. Un libro dunque che intende anche colmare (attraverso la sua veste scientifica, con note e bibliografia in più lingue) spazi e desideri di “verità” storiche trascurate nel tempo. E che, nelle parole dell’autrice, già guarda a ben chiari progetti futuri. “Quelli più immediati – conclude infatti la Taverna – riguardano un ulteriore approfondimento dello studio di quelle genti lontane che precedevano la romanizzazione e che una così vasta e profonda traccia lasciarono nella nostra storia. Ma per creare un po’ di suspense dirò che l’intento è di ripartire dalla chioccia con i suoi dodici (o sette) pulcini d’oro…”. Un piccolo sasso gettato nello stagno delle curiosità. A noi individuare, nei cerchi dell’acqua, il giusto indizio. Per restare in tema di “misteri”.

Gianni Milani

Nelle foto

– Cover libro
– Donatella Taverna
– Carla  Parsani Motti: “Draghi”
– Carla Parsani Motti: “Melusina”