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CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 474

Gli appuntamenti alla biblioteca di Moncalieri

Lunedì 12 aprile 2021

Arte tra i libri
Ore 18

Il lungo cammino della biblioteca per risistemare e valorizzare la collezione civica di arte contemporanea della Città diventa un libro. Dalla mostra dedicata a Tino Aime (2018) all’acquisizione delle ultime opere, “Arte tra i libri” fa il punto di tutte le iniziative intraprese. Saluto di apertura del sindaco Paolo Montagna. Intervengono Laura Pompeo, Giuliana Cerrato, Silvana Nota e vari artisti della scena cittadina.

Martedì 13 aprile 2021

BIBLIOBABEL
Evento finale

Ore 18

Promuovere il dialogo interculturale arricchendo l’offerta dei servizi delle biblioteche: questo l’obiettivo di BiblioBabel, progetto in cui Moncalieri è protagonista insieme alla Fondazione Amendola. Al centro della serata, il dialogo con la comunità romena di Moncalieri. Con la partecipazione di Padre Marius Floricu e dell’imprenditore Alessandro Varga.

Potenziamento della rete Wi-Fi

Moncalieri sta lavorando a un progetto di potenziamento della connettività Wi-Fi, per permettere l’accesso gratuito alla rete Internet da parte di residenti e turisti. Le immediate adiacenze e i locali della biblioteca Arduino rientrano nell’iniziativa insieme ad aree pubbliche come piazza Baden-Baden, piazza Vittorio Emanuele II, via San Martino, via Matteotti, piazza Caduti, oltre a varie sedi decentrate del municipio come Informa Giovani e il Polifunzionale di Santa Maria.

Il nuovo sistema ha il vantaggio di essere semplice, consentendo l’accesso alla rete sia da un proprio dispositivo (notebook, tablet, smartphone) che dalle postazioni fisse della biblioteca tramite le credenziali Sbam, che vengono rilasciate a tutti gli utenti, minori compresi, non appena effettuano l’iscrizione alla biblioteca. Il tutto fatte salve le esigenze di sicurezza, che vincolano la biblioteca a conservare il tracciamento di tutti gli accessi e delle navigazioni effettuate da ciascun utente. Ciò sia a fini statistici, sia per eventuali condotte illecite, per la verifica delle quali i dati possono essere messi a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Al di là del tempo

La  silloge poetica di Graziella Minotti Beretta conferma la già nota sensibilità e il suo talento artistico che si esprime anche attraverso la pittura.

Le liriche contenute in “Al di là del tempo” spaziano dagli affetti e dai legami personali al forte e persistente amore per la natura in tutte le sue espressioni, ai temi sociali e ai luoghi dell’anima, all’interrogarsi sulla vita.Una poesia, ogni volta che viene letta, riaccende le memoria.Ogni volta si rinnova, impedendo che sui versi si depositi la polvere del tempo. Perché la poesia, come scrive Graziella ha “la forza di un canto” e “ogni giorno si svela pian piano”. Le sue poesie nutrono il cuore e la mente di chi le legge perché entrambi esigono passione, godono del bello e del vero, vagano nell’infinito, tra la realtà e il sogno. La poesia è la prova della vita. E nella poesia di Graziella Minotti Beretta di vita ce n’è davvero molta. A volte trabocca nei versi, in altre si nasconde tra una riga e l’altra. E’ una presenza forte, decisa. Nonostante tutto, nonostante le avversità e il dolore, in queste poesie c’è un grande amore per la vita. In fondo, chi sa amare è felice. Di fronte ai problemi, come sosteneva Alda Merini, “la miglior vendetta è la felicità”. Non si può avere il meglio di tutto ma certamente trarre il meglio da ciò che si ha. Questa è la lezione che caratterizza tutta i versi dei poemi di questa autrice. Ne “Un finale diverso” questo inno alla libertà viene riassunto: “Sfidai me stessa, sciolsi il cappio che gettai alle ortiche. Presi fiato e fiducia verso me stessa,alla mia anima. E di loro mi presi cura”. La rottura di un vincolo, la scelta di essere se stessa, la rivendicazione orgogliosa della propria libertà. La prova che aveva ragione Alda Merini quando ammoniva di non cercare di prendere i poeti “ perché vi scapperanno tra le dita”.

Marco Travaglini

Il Premio InediTO – Colline di Torino raddoppia gli iscritti

1.244 iscritti e 1.377 opere ricevute da tutta Italia e dall’estero (USA, Giappone, Scozia, Inghilterra, Belgio, Germania, Francia, Principato di Monaco, Spagna, Portogallo, Svizzera, Lituania, Croazia) a conferma sempre più dell’internazionalità acquisita!

 

Un risultato straordinario oltre ogni previsione (record assoluto del premio che ha raddoppiato quello dello scorso anno), raggiunto dal bando scaduto a febbraio della ventesima edizione del Premio InediTO – Colline di Torino 2021, unico nel suo genere a rivolgersi a tutte le forme di scrittura (poesia, narrativa, saggistica, teatro, cinema e musica) in lingua italiana e a tema libero, con l’obiettivo di premiare autori affermati ed esordienti alla ricerca di nuovi talenti, di ogni età e nazionalità, organizzato dall’Associazione Il Camaleonte di Chieri (TO), sostenuto da Regione Piemonte, Fondazione CRT, Camera di commercio di Torino e Amiat Gruppo Iren, e supportato da una vasta rete di partner: M.E.I. (Meeting delle Etichette Indipendenti) di Faenza, Film Commission Torino Piemonte, Festival delle Colline Torinesi, Parole Spalancate di Genova, Festival della Cultura Mediterranea di Imperia, Tedacà, Indyca e AstiTeatro.

«Siamo felici per l’incredibile partecipazione – ha dichiarato lo scrittore e cantante jazz Valerio Vigliaturo direttore del premio -, dovuta sicuramente al periodo pandemico che stiamo vivendo, che se non altro qualche riflesso positivo l’ha avuto, dato che molti hanno ritrovato il tempo per dedicarsi alle proprie passioni come la scrittura, e soprattutto a sé stessi, che dovrebbe essere il nostro scopo esistenziale primario. Ma anche alla notorietà del concorso che è diventato un punto di riferimento in Italia tra i premi letterari per opere inedite, attraverso contributi alla pubblicazione, promozione, produzione e diffusione conferiti ai vincitori che non vengono abbandonati al loro destino ma sono sostenuti e accompagnati verso il mondo dell’editoria e dello spettacolo».

finalisti saranno annunciati giovedì 8 aprile ore 18:30 per mezzo di una diretta streaming dalla pagina Facebook del premio, realizzata in collaborazione con il Festival “I Luoghi delle Parole” di Chivasso (TO), che sarà seguita quindi da migliaia di concorrenti e persone, e presentati successivamente con il coinvolgimento delle città e delle biblioteche del circuito SBAM che sostengono all’iniziativa (Torino, Chieri, Moncalieri, Chivasso, Rivoli). Il concorso proseguirà la sua corsa fino alla meta finale della premiazione si svolgerà a maggio dal vivo (in una sede ancora da definire), attraverso la proclamazione dei vincitori che riceveranno i premi previsti dal montepremi di 7.000 euro e quelli speciali (dedicati ad Alexander Langer, Giovanni Arpino, ideati con la Città di Torino, “Borgate Dal Vivo”, “Routes Méditerranéennes”, “InediTO RitrovaTO” attribuito lo scorso anno a La ballata del 25 aprile di Alfonso Gatto, e “InediTO Young” in collaborazione con Aurora Penne), nonché un reading dedicato alle opere dei vincitori (cui hanno partecipato in passato, gli altri tanti, Giorgio Conte, Franco Branciaroli, Eugenio Finardi, David Riondino, Francesco Baccini, Alessandro Haber, Laura Curino, Gipo Farassino, Arturo Brachetti, Rita Marcotulli, David Riondino, Red Ronnie e Lella Costa). Mentre, in collaborazione con il Salone OFF, sono stati ospitati a Chieri gli scrittori Marc Augé, Andrea Vitali, Giuseppe Catozzella e Michela Marzano (diventata giurata del premio).

Il Comitato di Lettura presieduto dal poeta Valentino Fossati ha ricevuto tutte le opere per la selezione e individuato entro marzo, secondo i parametri di valutazione del concorso, le migliori da sottoporre alla valutazione della Giuria presieduta dalla scrittrice Margherita Oggero e formata da: Milo De Angelis, Maria Grazia Calandrone, Enrica Tesio, Sacha Naspini, Marco Lupo, Valentina Maini, Michela Marzano, Massimo MorassoElisabetta Pozzi, Emiliano Bronzino, Alice FilippiPaolo Mitton, Teresa De SioWillie Peyote e dai vincitori della passata edizione, tra i quali Alfredo Rienzi, Renato Gabrielli e Lisbona.

Tra gli autori vincitori e menzionati che sono stati lanciati e si sono affermarti in queste edizioni nelle varie sezioni ricordiamo: Sacha Naspini (diventato da questa edizione giurato del premio), Daniela Raimondi, Zibba, Carlo F. De Filippis, Chiara Canzian (figlia di Red Canzian dei Pooh), Daniele Ronda, William Lyons (di Rathmines, Dublino), Roberta Giallo, Giampaolo Spinato, Thomas Tsalaptis (di Atene) e Licia Pizzi (selezionata al Premio Strega 2019 con il romanzo Piena di grazia pubblicato da Ad Est dell’Equatore grazie al contributo del premio).

I dettagli degli iscritti alla ventesima edizione:

153 gli autori che concorrono a più sezioni, alcuni anche a tre e quattro, 29 le opere scritte a quattro mani e 1 persino a dieci mani, mentre diversi autori si sono già iscritti a edizioni passate giungendo finalisti o ricevendo menzioni. 372 le opere iscritte alla sezione Poesia (27%, rispetto alle 146 del 2020), 300 alla Narrativa-Romanzo (22%, rispetto alle 197, del 2020), 283 alla Narrativa-Racconto (20%, rispetto alle 159 del 2020), 65 alla Saggistica (5%, rispetto alle 24 del 2020), 189 per il Testo Teatrale (14%, rispetto alle 107 del 2020), 77 per il Testo Cinematografico (5%, rispetto alle 24 del 2020) e 95 per il Testo Canzone (7%, rispetto alle 36 del 2020). La Poesia torna a essere la sezione con più iscritti, triplicando quasi le opere come la Saggistica, il testo Cinematografico e il Testo Canzone, e la crescita esponenziale dei copioni teatrali da 107 della scorsa edizione a 188, e dei romanzi da 197 della scorsa edizione a 300!

669 sono gli uomini (54%), mentre 579 le donne (46%). Gli iscritti minorenni e degli operatori minori legati a scuole e laboratori teatrali sono 34 (3%), i quali potranno ambire a ricevere il premio speciale “InediTO Young” (in collaborazione con Aurora Penne) e non hanno pagato la quota d’iscrizione insieme a 17 diversamente abili e 4 detenuti ed ex detenuti. I partecipanti dai 18-30 anni sono 286 (23%); dai 31-40 anni sono 239 (19%); dai 41-50 anni sono 260 (21%); dai 51-60 anni sono 218 (17%); gli over 60 sono 211 (17%), quindi la maggioranza ha un’età compresa tra i 30-60 anni (55%). 614 sono nati al nord (51%), 271 al centro (22%), 335 al sud (27%), con un aumento degli iscritti nati nel sud Italia rispetto alla passata edizione. 115 autori sono nati a Torino e 342 in provincia di Torino, mentre 113 risiedono a Torino e 187 in provincia di Torino.

Infine, sono 20 gli iscritti nati all’estero (India, Canada, Venezuela, Argentina, USA, Iran, Libia, Marocco, Kenya, Olanda, Belgio, Germania, Francia, Austria, Svizzera, Albania), 30 i residenti (USA, Giappone, Scozia, Inghilterra, Belgio, Germania, Francia, Spagna, Svizzera, Lituania, Croazia), 7 quelli nati e residenti  (Canada, Somalia, Belgio, Francia, Spagna, Portogallo, Svizzera), e uno domiciliato in Inghilterra, che si sono trasferiti per studiare o lavorare, per un totale di 58 autori, a conferma sempre più dell’internazionalità del premio!

“Wine in progress” sul podio del “Progetto Europeo ETI”

L’artista piemontese GEC ART con “Wine in progress”, opera d’arte pubblica dedicata al territorio Unesco di Langhe e Roero

Monforte d’Alba (Cuneo) Classe ’82, torinese d’adozione ma cuneese di nascita, laurea in Architettura, numerose mostre in Italia e all’estero, e sicuramente fra i più interessanti esponenti della street art nazionale (con imponenti lavori che prendono corpo attraverso i social), è l’artista GEC ART – al secolo Giacomo Bisotto – il vincitore italiano del “Progetto Europeo ETI” (“Expérimenter une Transformation Institutionelle”), promosso in Italia dalla “Fondazione Bottari Lattes” di Monforte d’Alba, insieme con altri tre partner europei: l’ente capofila “Ecole National d’Art” di Parigi, “Idensitat” di Barcellona e “Minitremu” di Targu Mures-Romania. Quello di GEC ART è un progetto in divenire di arte pubblica “open air” dal titolo “Wine in progress” ed è stato selezionato “per lo stile contemporaneo del linguaggio impiegato, il carattere partecipativo del processo di creazione, l’originalità nel far dialogare mondo digitale e analogico, la capacità di leggere il presente attraverso il recupero della memoria delle Langhe e del Roero”. Articolata in più fasi, l’opera vedrà in primo luogo la partecipazione attiva e diretta dei cittadini attraverso il web. Dalla pagina evento Facebook (link: https://bit.ly/2PxJd bz), l’artista chiamerà a raccolta giovani e adulti, affinché aprano i propri album fotografici di famiglia alla ricerca di immagini ambientate nelle Langhe e nel Roero (oggi “Patrimonio dell’Umanità” Unesco) che raccontino il lavoro, nonché la fatica e la conseguente soddisfazione, dei nonni e dei bisnonni nelle loro vigne e cantine, dalla potatura alla vendemmia, dalla cura della vite alla vinificazione. Tra le fotografie che il pubblico proporrà, Gec Art ne selezionerà alcune per realizzare disegni e ritratti di grandi dimensioni, dipinti su carta e applicati su pareti di muri, edifici o palazzi del territorio, visibili quindi a tutti, esposti ai fattori climatici, che impatteranno così sull’opera, rendendola unica e allo stesso tempo effimera. “Langhe e Roero – afferma Gec Art – sono un territorio turisticamente molto sovraesposto, spesso con un turismo usa e getta, in cui si perde la concezione del lavoro che fu portato avanti con cura, passione e fatica dai nonni, e in cui si è un po’ smarrito il ricordo di tutta quella parte iniziale di sudore e invenzione dei ‘padri fondatori’ che hanno lottato contro la povertà”. “Con il mio progetto – continua – desidero quindi recuperare la memoria genuina del territorio attraverso l’aiuto e il coinvolgimento di chi ne porta il testimone e restituirla a tutta la comunità. Il mio intervento vuol essere un omaggio ai grandi padri e vorrei che tutti i cittadini si sentissero coinvolti nella realizzazione di questa opera di arte pubblica, indipendentemente dalla loro passione per l’arte”. Chi parteciperà al progetto fornendo le proprie fotografie di famiglia avrà in omaggio un poster realizzato e firmato da Gec Art, una sorta di scambio tra artista e pubblico attivo.
Per partecipare a “Wine in progress” le fotografie possono essere inviate in formato digitale agli indirizzi mail gec-art@libero.it o book@fondazionebottarilattes.it oppure in alternativa possono essere consegnate in formato cartaceo a mano (previa prenotazione telefonata: 0173/789282) o per posta presso “Fondazione Bottari Lattes”, via Marconi 16, Monforte d’Alba, 12065 (CN). Inoltre chiunque possieda un’attività, un negozio, un’associazione di qualsiasi tipo sul territorio e sia interessato a diventare un “punto di raccolta” può contattare lo stesso Gec Art (gec-art@libero.it).
Gli enti che collaborano con la “Fondazione Bottari Lattes” al progetto “ETI” nella sua tappa italiana sono: “Alliance Française Torino” e “BJCEM-Biennale des jeunes créateurs de l’Europe et de la Méditerranée”.
Link evento Facebook “Wine in progress”: https://bit.ly/2PxJdbz
g. m.

Oliva e Quaglieni su Fb per il Giorno del Ricordo

In programma lunedì 12 aprile alle ore 18

SUL CANALE CENTRO PANNUNZIO DI FACEBOOK gli storici  Gianni Oliva e Pier Franco Quaglieni parleranno sul tema: 
“CANCELLARE IL 10 FEBBRAIO GIORNO DEL RICORDO DELLE FOIBE E DELL’ESODO ?”
Parteciperà il Presidente dell’ANVGD di Torino Antonio Vatta.

Palazzo Carignano tra storia e curiosità

Palazzo Carignano è uno degli edifici storici situato nel centro della città di Torino. Il nome completo è Palazzo dei Principi di Carignano e rappresenta un notevole esempio di architettura barocca piemontese.

La costruzione fu il più rilevante progetto portato avanti in Italia nella seconda metà del seicento e l’unico con un pronunciato carattere regale. L’opera fu commissionata all’architetto Guarino Guarini e i lavori iniziarono nel 1679…

… continua a leggere: https://electomagazine.it/palazzo-carignano/

(foto Vincenzo Solano)

L’avventura del Riviera

Bonaccia, tempesta, onda, increspature del vento, sciabordio lungo i moli. Bisogna avere nel sangue la trama dell’acqua del lago per capire l’essenza di quei ghirigori che disegnano le correnti in superficie

 

Una storia di rughe cesellate nell’istante stesso che precede l’altra onda che le cancellerà. Storia lunga come quella del servizio di navigazione sul lago d’Orta che, grazie ai mezzi a vapore, ebbe inizio il 1° novembre del 1878, giorno di Ognissanti.

Per un decennio lo specchio del Cusio venne solcato da tre eleganti piroscafi ( Cusio, Mergozzolo e Umberto I ) manovrati da intrepidi marinai d’acqua dolce. Ci fu poi una pausa di qualche anno e, archiviate alcune sfortunate ma lodevoli iniziative private,il servizio riprese nel 1909, all’indomani delle grandi regate del campionato italiano di canottaggio, disputatesi con successo a Orta San Giulio. Ma l’evento che richiamò grande attenzione e partecipazione della stampa e della stessa popolazione locale fu il “viaggio” del piroscafo Riviera, trasportato dal mare della Costa Azzurra alle acque del Cusio. Sfogliando le pagine di un’ingiallita copia del settimanale borgomanerese dell’epoca,“L’Amico” si può leggere il racconto di quest’avventura .

Nel testo, datato 5 agosto 1909 e titolato “La navigazione terrestre del Riviera da Genova al Lago d’Orta”, si narra come la Società Anonima Cooperativa Navigazione sul Lago d’Orta decise di acquistare al porto francese di Marsiglia il battello Riviera, un panfilo di venti tonnellate di stazza, capace di una velocità di dieci nodi. L’imbarcazione venne trasportata su un carro per il trasporto stradale trainato da una locomotiva da sessanta cavalli fino ad Orta. La navigazione terrestre attraversò monti e pianure, colline e risaie, durò quasi un paio di settimane e terminò il 12 agosto 1909 quando, finalmente, il Riviera,giunto sul lago,venne varato alla presenza di tutta la popolazione di Orta.

Per pubblica volontà, mediante votazione, il battello venne quasi subito ribattezzato “Alfredo Olina” e con quel nome solcò lo specchio lacustre cusiano, in compagnia del   vecchio “Cusio”. A distanza di oltre un secolo l’avventura della navigazione sull’Orta continua e affascina ogni qualvolta, nell’ombra di una nuvola che accarezza i monti, irrompe la scia di un’imbarcazione che ne taglia a metà l’immagine riflessa per poi lasciare all’acqua il compito di ricomporla.

Marco Travaglini

Il Falso d’arte antica

E’  la tematica cui è dedicata la giornata di studio promossa dall’Università degli Studi di Padova e dal Journal of Cultural Heritage Crime: progettomemo@unipd.it

“Processo al falso d’arte antica” è il titolo della giornata di studio online promossa sul tema della contraffazione dei beni culturali, in programma giovedì 8 aprile, da “The Journal of Cultural Heritage Crime”, in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova.

“ Saranno molti i temi che verranno dibattuti – spiega l’avvocato torinese Simone Morabito, uno dei relatori – dall’accertamento del falso in arte in fase di indagine e durante il dibattimento, al ruolo e ai compiti del nucleo dei Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale per il contrasto alla contraffazione, dalla perizia quale valido strumento di analisi e accertamento di autenticità all’archiviazione autentica per la tutela dell’opera d’arte.
Il falso d’arte e in particolare il falso d’arte antica risulta un tema di grande attualità soprattutto in questo periodo, tale da richiedere una grande attenzione da parte dell’acquirente del bene definito opera d’arte, proprio per evitare di incorrere in spiacevoli inconvenienti, primo tra tutti il reato di ricettazione”.
“Il bene inteso come opera d’arte – spiega l’avvocato Simone Morabito – deve essere considerato come un bene a se stante, che possiede un valore etico normativo, legato al tempo, e un secondo valore legato alla rappresentatività che lo rende un bene culturale. Secondo il Codice Urbani relativo ai Beni Culturali, l’opera d’arte è, infatti, considerata quale un momento di crescita e di elevata rappresentatività culturale, discostandosi dalla concezione che la contraddistingueva in epoca fascista, di matrice neohegeliana, che la considerava alla stregua di un’opera dello spirito. Questa nuova concezione di opera d’arte la rende, invece, molto democratica e apre a tutti la possibilità di ambire a trasformare la propria creazione in opera d’arte. Esiste, tuttavia, un giudizio di valore che trasforma l’opera in opera artistica e questo consiste nel contesto”.
“Sono fondamentalmente tre – specifica l’avvocato Simone Morabito – gli strumenti di valutazione dell’opera d’arte. Il primo è la perizia, che consiste nell’approfondimento e nell’ipotesi di valore in ambito assicurativo; il secondo l’expertise, che risulta l’approfondimento del quadro storico; il terzo l’autentica, certificato di autenticità dell’opera d’arte, documento noto come COA, creato dall’artista stesso o da esperti d’arte, che viene in aiuto dei collezionisti, a dimostrazione del fatto che l’opera è autentica e per verificarne la qualità, le caratteristiche tecniche e lo stato di conservazione“.
“L’ordinamento italiano – prosegue l’avvocato Simone Morabito – offre diversi rimedi al collezionista che scopre di aver acquistato un’opera falsa. Anzitutto da un punto di vista penalistico sarà possibile presentare querela, contestando l’integrazione di una o più fattispecie delittuose di cui all’articolo 178 del Codice dei beni culturali ed eventualmente costituendosi parte civile nell’ambito dell’instaurando procedimento penale. In ambito civilistico esistono, invece, diversi mezzi di tutela: il collezionista potrà agire per richiedere l’annullamento del contratto per errore essenziale su una qualità del bene acquistato, che si ritiene determinante del consenso del collezionista. Tale azione si prescrive entro cinque anni dal momento dell’acquisto. La giurisprudenza di legittimità ritiene inoltre che, in caso di falso di opera d’arte, l’acquirente possa agire chiedendo la risoluzione del contratto entro dieci anni dal perfezionamento del contratto di vendita, per vendita di ‘aliud pro alio’. Tale fattispecie si verifica in caso di evidente difformità materiale o giuridica del bene consegnato rispetto a quello promesso, oltre l’inidoneità a svolgere la propria funzione economico -sociale”

Mara Martellotta

(foto archivio)

Larry Fink racconta mezzo secolo di carriera

“I Giovedì in CAMERA” Oltre cinquant’anni di carriera raccontati online dal grande fotografo americano 

Giovedì 8 aprile, ore 19, su tutti i canali di “CAMERA”

“Sono essenzialmente un fotografo umanista. Mi piace raccontare storie. Non sono un mero autore di immagini di gossip neppure quando fotografo un party di gente famosa…Mi piace pensare, e spero che sia così, che le fotografie che realizzo abbiano, invece, qualche relazione con il destino e forse con l’eternità”: così si autodescriveva, in una recente intervista Larry Fink, fra i più grandi ed eclettici fotografi del panorama americano. A lui, nato a Brooklyn– New York nel 1941 e allievo dell’ironica e dissacrante “street photographer” Lisette Model (Vienna, 1901– New York, 1983), “CAMERA – Centro Italiano per la Fototografia” di Torino, dedica il primo dei giovedì di approfondimenti online che si terranno in attesa di riaprire al pubblico con due mostre già programmate e dedicate in parallelo alla stessa Model (“ Street Life”) e all’indiscutibile genio della fotografia glamour Horst P. Horst (“Style and Glamour”), fra i grandi nomi della fotografia mondiale del secolo scorso. L’appuntamento con Larry Fink è per giovedì 8 aprile, alle ore 19. Ad intervistare – su tutti i canali del Centro di via delle Rosine 18 – il fotografo, già ospite a “CAMERA” nel 2019 con l’antologica “Unbridled Curiosity” (“Curiosità sfrenata”), sarà la curatrice della mostra dedicata a Lisette Model, Monica Poggi. Un dialogo e un confronto a due in cui scivoleranno gli oltre cinquant’anni di storia attraversati da Fink con la sua “reflex”, ritrovandosi sempre nel momento giusto “al posto giusto”. Non per caso. Ma per geniale, amorevolmente coltivata curiosità. Con quella capacità di entrare in piena empatia con i soggetti ritratti, fra i più svariati, di cogliere al volo, nella frazione di un attimo, l’intima essenza di chi in lui s’imbatteva. Fotografo di anime, di sguardi e sentimenti. Non solo di corpi e volti incorniciati in preziosi e forti contrasti di ombre e di luci. “Fotografate con le viscere”, era solita ricordare ai suoi allievi Lisette Model. E Fink – già docente alla “Yale University” e oggi al “Bard College” – ne è in ciò, ancor oggi, alunno esemplare. Dalla beat generation, immortalata a 17 anni (le sue prime foto le scatta a 12 con una macchina regalatagli dal padre) ad Andy Wharol e ai suoi amici della “Factory”, dai più famosi party dei vip (come fotografo editoriale pubblica regolarmente in “The New York Times Magazine”, “The New Yorker”, “Vanity Fair”, “W” e “GQ”) alla gente più semplice e comune incontrata per strada, dalle star hollywoodiane alle manifestazioni di piazza della New York anni Sessanta, la fotografia è sempre per lui “un gesto di generosità, un incontro con l’altro” , come racconta fra una suonatina di armonica e uno scherzo con i propri “pupazzi” durante l’intervista, che, come detto, verrà diffusa gratuitamente e in contemporanea su tutti i canali di “CAMERA”: Facebook, Instagram, Vimeo, sito web www.camera.to
Il video dell’intervista rimarrà in visione sugli stessi canali anche dopo l’8 aprile.

g. m.

TOradio, la nuova radio di Torino e dei torinesi

Il panorama radiofonico torinese si è arricchito da lunedì 22 marzo scorso di una nuova voce indipendente, TOradio, che si contraddistingue come una radio non soltanto cittadina, ma del territorio metropolitano.  

Si tratta di una radio digitale ascoltabile anche attraverso la piattaforma Facebook, Instagram, Linkedin o WhatsApp e anche sul canale di Telecupole. Da sempre affascinante strumento di comunicazione, la radio è  stata il primoe il più inclusivo entrato nelle case degli italiani, e ha da sempre ispirato designer e creativi di tutto il mondo, che hanno saputo creane anche modelli assolutamente originali.

TOadio, diretta dal giornalista Luca Rolandi, si pone comestrumento di comunicazione piuttosto articolato dallo stile fresco e dinamico, capace di affiancare a momenti di intrattenimento quelli di approfondimento e di scambio di opinioni, grazie al supporto di opinionisti che risultano personalità leader nel proprio ambito.

TOradio è l’esempio del DAB, il digitale terrestre della radio, ascoltabile da App scaricabili sullo smartphone, sia per Ios sia per Android, in streaming dal web, in DAB + (digitale dalle autoradio) e in digitale terrestre sulle TV. Ideatore del progetto di TOradio e suo general manager è l’imprenditore Maurizio Cimmino  che, tra il 2001 e il 2007, ha reso Radio Manila la stazione radiofonica di riferimento per i centri commerciali; direttore artistico e esecutivo è Andrea Lazzero, che ha all’attivo più centotrenta pubblicazioni discografiche e due letterarie. Speaker e attento comunicatore, è anche un conoscitore profondo delle dinamiche dei media locali. Direttore responsabile di Toradio News è il giornalista Luca Rolandi, ex direttore de “La Voce e il Tempo”, che ha lavorato per La Stampa, il Secolo XIX, Il Sole 24 Ore ed è anche attualmente direttore della rivista del Polo del Novecento.

Toradio si avvale di una redazione costituita da giovani redattori provenienti dalla Scuola Holden, attenti al mondo dei social, e risulta un’emittente sensibile alle tematiche inerenti il mondo giovanile, ai temi della sostenibilità ambientale, della natura e delle problematiche non soltanto torinesi.

“È una “radio di giovani, che parla ai giovani” – ha osservato il direttore di Toradio News Luca Rolandi – pur senza trascurare l’attenzione verso le altre generazioni, aperta alle problematiche torinesi e metropolitane, per ricercare quelle sinergie che consentano la ripresa economica e culturale di Torino nel cammino post Covid, e che risultino in grado di renderla competitiva a livello italiano”.

Mara Martellotta