CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 47

“Tormenti, visioni, evasioni” La mostra di Art Brut a Palazzo Lascaris

La mostra “Tormenti, visioni, evasioni”, che si svolgerà dal 10 ottobre fino al 16 gennaio prossimi, e che rientra nei programmi della Settimana della Salute Mentale, dal 6 al 10 ottobre, delle Giornate contro la solitudine del 21 ottobre e della Disabilità, prevista il 3 dicembre prossimo, inaugurerà venerdì 10 ottobre presso Palazzo Lascaris, a Torino.

L’esposizione, a cura di Tea Taramino e Lillo Baglio, propone una selezione di opere pittoriche e piccole sculture di grande impatto visivo che fanno parte della ricca collezione del Centro di Documentazione sulla Psichiatria di Collegno, realizzate da artisti di formazione non accademica che hanno frequentato il Centro Sociale Basaglia tra il 1983 e il 1999 e altri in anni precedenti.

“Accogliere questi lavori a Palazzo Lascaris significa restituire dignità a volti rimasti troppo a lungo in silenzio – ha dichiarato Davide Nicco, Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte – un modo per dare voce a chi poche volte ne ha, trasformando l’arte in occasione di incontro, riflessione e speranza”.

Gli autori esposti saranno Giorgio Barbero, Fedele Canuto, Pietro Augusto Cassina, Enrico Ferretti, Fioralba Nicosia Lippolis, Natale Napoli, Lucia Saltarin, Luigi Sopetti e Alfio Sampugnaro.

Il progetto è realizzato in collaborazione con l’associazione Forme in bilico APS e il Centro di Documentazione sulla Psichiatria, ex Ospedale Psichiatrico di Collegno dell’AslTO3, Asl Città di Torino, MAET / Museo di Antropologia dell’Università degli Studi di Torino, Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e Galleria Gliacrobati.

La mostra è aperta al pubblico, con ingresso gratuito, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17 e nelle giornate di apertura straordinaria di Palazzo Lascaris del 7, 14 e 21 dicembre. Chiuso venerdì 2 gennaio 2026.

Visite guidate gratuite tutti i venerdì pomeriggio dalle 14.30 alle 18

Mara Martellotta

Mediateca Rai “Dino Villani”, i mille volti dell’Archivio raccontati da Susanna Gianandrea

TORINO CITTA’ DEL CINEMA, DELLA RADIO E DELLA TELEVISIONE

Prossimi eventi, rubriche e tanto altro

In un’epoca in cui pare tutto intangibile, immateriale, vacuo, il lavoro silenzioso di strutture che accolgono e custodiscono prodotti di ogni genere – dall’arte fino alla scienza – è più fondamentale che mai. Questo è l’esempio delle Teche Rai, che, dalla nascita della Radio nel 1924 e della Televisione nel 1954, archivia i materiali di quasi un secolo di storia delle telecomunicazioni.

Nel corso dei decenni, le Teche Rai hanno seguito il flusso della digitalizzazione, mettendo in atto una graduale organizzazione online del materiale, caricandolo sul Catalogo Multimediale.

E’ stato anche realizzato da poco il servizio Teca Aperta che permette a tutti – da cittadini, a studenti, a professionisti – di poter consultare l’archivio, previa richiesta.

Il Catalogo Multimediale è consultabile fisicamente anche presso le sedi diffuse delle Teche Rai, tra Milano, Roma, Napoli e, ovviamente, Torino.

La Bibliomediateca Dino Villani, a un passo dall’Auditorium Rai e dal Centro di produzione Rai recentemente intitolato a Piero Angela, nutre tutt’oggi l’anima televisiva del capoluogo piemontese. All’interno della biblioteca si trovano

  • migliaia di volumi dedicati all’universo dello spettacolo, delle comunicazioni e del giornalismo

  • stampa periodica e rivista specializzate

  • locandine, manifesti pubblicitari e cartoline collezionati da Dino Villani, nominato il maestro della pubblicità, legata soprattutto a programmi ed eventi nazionalpopolari.

Proprio sul sito di Rai Teche è disponibile un cortometraggio dedicato a Dino Villani, visibile al seguente link: https://www.teche.rai.it/2019/03/dino-villani/

Un assaggio dei prossimi appuntamenti da non perdere

Rai Teche Torino ha in serbo ancora molte sorprese previste per i mesi finali del 2025.

Prestissimo Archive Alive! collaborerà con il Festival delle Colline, organizzato dal TPE Teatro Astra (dall’8 ottobre al 3 novembre). In occasione dello spettacolo dedicato a Salgari realizzato dal Festival, Rai Teche mostrerà un approfondimento sulla figura realizzato al centro di produzione Rai di Torino.

Poco dopo, in occasione del Glocal Film Festival (11 – 15 novembre) Rai Teche mostrerà del materiale inedito di Camilleri, non in quanto autore ma in quanto regista televisivo.

Cosa guardare sul sito di Rai Teche (senza la pubblicità di RaiPlay!)

Negli ultimi anni Rai Teche Mediateca Torino ha scavato all’interno dell’archivio per riportare alla luce materiali di repertorio da riproporre al pubblico contemporaneo in vari formati. I risultati di questo lavoro si trovano nella sezione speciali del sito ufficiale di Rai Teche: da La donna che lavora all’approfondimento sulla vita professionale di Massimo Castri, la sezione offre una grandissima varietà di contenuti.
Tra i più interessanti c’è sicuramente
RAI – Frammenti di un discorso amoroso, una serie di video che riprendono gli appuntamenti avvenuti dal vivo in cui esperti come Sergio Toffetti, Filippo Porcelli o Peppino Ortoleva parlavano al pubblico di tematiche inerenti la televisione e la radio italiane. Gli interessantissimi episodi possono essere ascoltati come se fossero quelli di un podcast, lasciandosi trasportare dai racconti e dalle esperienze di questi professionisti.

Un caso simile è quello di Lezioni con la tv, un progetto che trasforma l’Archivio Rai in strumento di conoscenza per le attività didattiche. Ogni lezione tratta un argomento diverso, volto alla ricontestualizzazione in chiave contemporanea di opere come l’Odissea e i Promessi Sposi e di attività come il restauro delle pellicole, raccontati da esperti del settore agli studenti.

Abbiamo avuto l’opportunità di fare qualche domanda a Susanna Gianandrea, responsabile della Mediateca e coordinatrice di tutti i progetti dell’Archivio.

Nel corso degli anni l’Archivio Rai di Torino ha progressivamente abbandonato la veste di struttura chiusa in sé stessa e si aperto sempre di più al pubblico, promuovendo interessanti iniziative di divulgazione culturale e non solo.

S. G.: Il repertorio archivistico è talmente vasto ed eterogeneo che le persone non se ne rendono conto. Quello che vogliamo fare attraverso queste iniziative orientate verso l’esterno, verso il pubblico, è far conoscere le peculiarità e il senso dell’archivio in quanto strumento di accompagnamento dell’evoluzione antropologica, di costume, culturale, politica e artistica che la Rai ha registrato fin dalla nascita della radio nel 1929. La nostra ricerca va oltre il mainstream visibile sulle piattaforme, cerchiamo i materiali che sono stati dimenticati ma, al contrario, meritano di essere ricordati e rivisti: un esempio è La Madre di Torino, un docudrama del 1967 vincitore del Premio Italia che racconta una vicenda familiare della Torino di quegli anni, ora visibile sia su Rai Teche che su Rai Play.

Come comunica la Mediateca Rai di Torino?

S. G.: In primo luogo realizziamo i flyer cartacei, nel quale scrivo delle righe di introduzione e contestualizzazione dell’evento. Questi materiali vengono distribuiti sia attraverso la mailing list di oltre 6 mila contatti preziosamente costruita nel tempo, sia manualmente, in quanto i volantini vengono portati in edifici e strutture di carattere culturale come il Teatro Stabile, il Cinema Massimo, il Circolo dei Lettori, il Polo del ‘900 e le Università.
Per quanto riguarda i social media, utilizziamo principalmente
Facebook e Instagram pubblicando post e aggiornamenti.
Inoltre, da ottobre a giugno, una volta a settimana sono presente alla Rubrica Buongiorno Regione del TGR a parlare degli eventi che facciamo e di vario materiale di repertorio archivistico – da Rossellini a Gassman a Lalla Romano.

Oltre a tutto ciò, attraverso i comunicati stampa ufficiali siamo presenti anche sui giornali.

I vostri eventi sono molto apprezzati dal pubblico, che ad ogni appuntamento riempie le sale della Mediateca di Torino. Questo feedback estremamente positivo è sicuramente un ottimo segno e fonte di grande soddisfazione.

S. G.: Siamo molto contenti e orgogliosi di questi appuntamenti nella “casa della televisione”, che accoglie chiunque voglia vedere i materiali più speciali, le chicche.

In particolare, l’afflusso dei giovani ci rende fieri del lavoro fatto. Rielaborare gli estratti dell’archivio in una chiave fruibile anche alle nuove generazioni non è sempre facile, eppure esempi come le pillole video di La donna che lavora mostrano la possibilità concreta di veicolare contenuti etichettati come “del passato” ricontestualizzandoli nella contemporaneità.

Beatrice Pezzella

Il PAV Parco Arte Vivente presenta “Sagesse des lianes”

Venerdì 31 ottobre, alle ore 18, il PAV ( Parco Arte Vivente) presenterà la “Sagesse des lianes”(La saggezza delle liane), mostra personale dell’artista Binta Diaw, a cura di Marco Scotini. Dopo le personali di Navjot Al Taf, Arahmaiani e Regina José Galindo, il progetto di Diaw, rappresenta un nuovo importante capitolo dell’indagine del PAV sui legami tra natura, corpo femminile e pensiero decoloniale.
Il titolo della mostra prende spunto dalla liana, pianta rampicante capace di adattarsi e resistere, simbolo di alleanze vitali e resilienza collettiva. Attraverso installazioni ambientali, materiali organici e riferimenti storici, l’artista affronta le tematiche della memoria diasporica afrodiscente, della sopravvivenza ecologica e della resistenza femminile. Nata a Milano nel 1995 da genitori senegalesi, Binta Diaw è un’artista visiva italo-senegalese attiva a livello internazionale. Cresciuta tra Italia e Senegal, si è formata presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, e l’École d’Art et de Design di Grenoble, in Francia. La sua pratica si esprime attraverso installazioni, sculture, video, fotografie e performance, ed è profondamente radicata in una riflessione filosofica sui fenomeni sociali che caratterizzano il mondo contemporaneo, come la migrazione, l’identità diasporica, il senso di appartenenza e le questioni di genere. I suoi lavori compongono un linguaggio plastico che mette al centro l’esperienza fisica e sensoriale dello spettatore, invitandolo a confrontarsi con il proprio posizionamento nel mondo di fronte all’opera. Il lavoro di Diaw si nutre di prospettive afrodiasporiche, intersezionali e femministe, proponendosi come un atto critico di fronte alla visione eurocentrica dominante. Attraverso le sue opere l’artista indaga i molteplici strati dell’identità, la propria, in quanto donna nera in un contesto europeizzato, e quella collettiva in un continente segnato da storie e geografie in dialogo e in conflitto. Le sue creazioni danno voce a memorie marginalizzate, promuovendo una visione del presente più consapevole, inclusiva e plurale.
Al centro della mostra due opere fondamentali: ”Dià s p o r a”, del 2021, installazione presentata alla Biennale di Berlino 2022, composta da una struttura sospesa simile a una ragnatela, realizzata con trecce di capelli. L’opera evoca la resistenza silenziosa delle donne schiavizzate, che nascondevano semi e mappe nei capelli, trasformando la materia in archivio vivente e luogo di sopravvivenza clandestina; “Chorus of Soil”, installazione che raffigura la pianta della nave negriera Brooks, realizzata con terra e semi. Le sagome degli schiavi, simboli di oppressione, diventano anche germinazione vegetali, trasformando la nave in giardino di memoria e rinascita. Accanto a queste opere, la mostra presenta lavori come “Paysage corporel” e “Ritual”, in cui il corpo dell’artista diventa paesaggio attraverso gessetti e materiali naturali, e “Juroom Ñaar”, installazione composta da colonne di carbone e trecce annodate, dedicata al sacrificio delle donne nel villaggio senegalese di Nder, che, nel 1819, scelsero il suicidio collettivo per sfuggire alla schiavitù. L’opera è accompagnata da voci in lingua wolof e evocando la tradizione orale dei Griot. Completa il percorso l’opera video ”Essere corpo”, che sintetizza le connessioni tra memoria, corpo e natura, trasformando lo spazio espositivo in un luogo di attraversamento e di relazione con il vivente.
La mostra si configura come un paesaggio corale in cui dimensioni estetiche e politica si intrecciano, offrendo nuove immagini di comunità e appartenenza. Con “Sagesse des lianes”, il PAV conferma il proprio impegno nella costruzione di una nuova ecologia politica, capace di ripensare i rapporti tra arte, natura e società globale.

Mara Martellotta

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei


10-16 ottobre 2025

 

SABATO 11 OTTOBRE

sabato 11 ottobre ore 16

LA FESTA DI DIVALI: MITI, RITI E USANZE POPOLARI

MAO – conferenza a cura dell’associazione MioMAO per Fiumi di culture

Conferenza sul significato religioso e culturale della “Festa delle luci” con la Prof. Pinuccia Caracchi (UniTo) e presentazione delle principali attività previste a Torino durante il festival.

Prenotazione tramite Eventbrite fino a esaurimento posti.

DOMENICA 12 OTTOBRE

 

Domenica 12 ottobre ore 16

DIAMO FORMA ALL’ARGILLA

MAO – attività per famiglie in occasione di FAMU giornata nazionale delle famiglie in museo

L’attività prevede la visita del nuovo allestimento della sezione Cina, dove le opere in terracotta saranno di ispirazione per il laboratorio. Il tatto sarà protagonista del pomeriggio al MAO, in cui ogni partecipante, manipolando l’argilla, potrà realizzare un piccolo vaso o una statuina.

Costo €7 a bambino per l’attività; adulti ingresso ridotto collezioni permanenti.

Gratuito per i possessori di Abbonamento Musei.

Prenotazione obbligatoria maodidattica@fondazionetorinomusei.it   – Tel 011-44336927

GIOVEDI 16 OTTOBRE

 

Giovedì 16 ottobre ore 16:30

DIVINITÀ E MITI, L’HINDUISMO NELLE COLLEZIONI DEL MAO

MAO – Visita alla galleria dedicata all’Asia meridionale e Sud Est Asiatico a cura del Professor Alberto Pelissero in occasione dei festeggiamenti di Divali la festa indiana delle luci, a cura di Unione Induista Italiana, UIT-Sanjivani, Coordinamento Spontaneo Divali.

In occasione del Divali, la festa indiana delle luci, il Professor Alberto Pelissero – docente di Filosofie, religioni e storia dell’India e dell’Asia Centrale e di Lingua e letteratura sanscrita presso l’Università di Torino – accompagna il pubblico alla scoperta della statuaria dall’India e dal Sud Est asiatico nelle collezioni del MAO, tra rappresentazioni di divinità e di miti, che trascendono il tempo e permettono di affacciarsi sull’immensa ricchezza di una cultura millenaria e viva.
Visita guidata gratuita, ingresso secondo normali tariffe; prenotazione obbligatoria a questo link

Giovedì 16 ottobre ore 18:00

SALVATORE TEDESCO

Biosfere – La luce e il vivente: Operaparken Copenaghen

GAM – conferenza del ciclo RISONANZE – Primo ciclo di Conferenze tra Arte e Filosofia

Tra giugno 2025 e marzo 2026 la GAM di Torino organizza un ciclo di incontri, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino, curato da Chiara Bertola e Federico Vercellone. Gli incontri, articolati in singole conferenze, ripercorrono i temi delle Risonanze che attraversano la programmazione espositiva della GAM dall’ottobre il 2023 alla primavera del 2026: luce, colore e tempo; ritmo, struttura e segno; incanto, sogno e inquietudine, e vedono la partecipazione di studiosi e studiose di rilievo internazionale nel campo della filosofia, della storia dell’arte e delle scienze umane, offrendo un’occasione unica di riflessione interdisciplinare, in cui pensiero e visione si intrecciano per generare nuovi livelli di lettura delle opere e dell’esperienza estetica.

Sesto appuntamento:

SALVATORE TEDESCO

Biosfere – La luce e il vivente: Operaparken Copenaghen

Biosfere – La luce e il vivente: Operaparken Copenaghen

“Operaparken” – una delle più recenti fra le molte innovative soluzioni architettoniche che negli ultimi anni stanno profondamente rinnovando lo spazio urbanistico di Copenaghen – offre una significativa occasione di riflessione sulla luce e sulla relazione tra lo spazio e i viventi, sulla scorta di autori come Vernadskij e Portmann, del dibattito sulla biodiversità e delle poetiche scandinave contemporanee, come esemplarmente illustrato dal concetto di levendes land (la terra dei viventi).Costo per ogni conferenza: 6€ comprensivo del diritto di prevendita

Acquisto solo online a questo link: https://www.gamtorino.it/it/evento/salvatore-tedesco/


Visite guidate in museo alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO
a cura di Cooperativa Mirafiori.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Casale celebra Luigi Canina

I 230 ANNI DEL GRANDE ARCHITETTO  10 – 12 ottobre 2025

Inaugurazione del restauro della Statua il 10 ottobre, Convegno nazionale e apertura Mostra al Castello del Monferrato l’11 ottobre, passeggiata sui luoghi di Canina la domenica 12

Casale Monferrato celebra Luigi Canina nel 230° dalla nascita. Un week end dedicato al grande architetto e
archeologo, organizzato dal Comune di Casale Monferrato e dall’associazione Orizzonte Casale – per i
30 anni di attività – in collaborazione con il Parco Archeologico dell’Appia Antica.

L’avvio delle celebrazioni venerdì 10 ottobre alle ore 18 con l’inaugurazione del restauro, ad opera del
Comune, della Statua di Luigi Canina realizzata dallo scultore Benedetto Cacciatori in piazza S. Stefano, con
presentazione di un saggio del professore Dionigi Roggero e con la lettura di discorsi elogiativi del 1864 a
cura di un allievo dell’Istituto Superiore Leardi.

Sabato 11 ottobre alle ore 10 al Castello del Monferrato, il Convegno “Luigi Canina e la Via Appia.
L’Architetto Europeo e la Via Patrimonio dell’Umanità” – riconosciuto dall’Ordine degli Architetti di
Alessandria e altre province per l’ottenimento di crediti formativi professionali – sarà l’occasione per
approfondire la figura e l’opera di Canina, cogliendone in particolare gli elementi di attualità.

L’architetto Antonella Perin, presidente dell’Associazione Arte e Storia tratterà l’aspetto dell’Architetto tra
Roma e l’Europa. Personaggio di rilievo internazionale, Canina fu una figura centrale nel panorama culturale
del XIX secolo.

Il direttore del Parco Archeologico dell’Appia Antica, architetto Simone Quilici, nominato a luglio 2025
direttore del Parco del Colosseo, illustrerà l’opera dell’Archeologo. L’Appia Antica deve molto a Luigi
Canina. La sua opera di sistemazione sul posto dei reperti degli antichi monumenti ha creato le premesse
perché essa potesse essere preservata e valorizzata, tanto da essere proclamata Patrimonio dell’Umanità
il 27 luglio 2024 e poter prevedere ancora ulteriori sviluppi.

La dottoressa Bruna Curato, bibliotecaria della Biblioteca del Seminario Vescovile, e il dottor Luigi
Mantovani, responsabile della Biblioteca Civica “G. Canna” e dell’Archivio Storico Co munale,
proporranno “Documenti e Opere di Luigi Canina negli Istituti culturali casalesi”. Canina va ricordato infatti
anche per la sua imponente attività di studioso dei monumenti antichi e per la vasta pubblicazione di
monumentali volumi sull’architettura antica, di cui egli fu autore, incisore, tipografo ed editore. Si tratta di
autentiche opere d’arte, delle quali sono presenti copie originali sia nella Biblioteca del Seminario che nella
Biblioteca Civica “G. Canna”.

Luigi Mantovani tratterà anche della documentazione relativa alla famiglia Canina presente nell’Archivio
Storico Comunale.

Infine la professoressa Maria Elena Pertusati proporrà un ritratto poco conosciuto del personaggio con
l’esame di scritti personali e documenti tratti in particolare dall’Archivio del Castello di Alnwick in
Inghilterra, illustrando il suo rapporto con gli architetti britannici e con Lord Algernon, IV Duca di
Northumberland, con cui Canina ebbe una lunga corrispondenza.

La Mostra, aperta parallelamente al Convegno nella Sala Marescalchi e che proseguirà fino al 2 novembre,
completerà con immagini e testimonianze, in parte inedite, un profilo innovativo del personaggio.
La Mostra evidenzierà due elementi di contemporaneità dell’attività di Canina. Una visione sul lavoro di
creazione del “museo a cielo aperto” della Via Appia sarà offerta dalle immagini fotografiche storiche
dell’allestimento sul posto dei reperti archeologici dei monumenti, accompagnate da scatti recenti, fornite dal
Parco Archeologico dell’Appia Antica. La seconda prospettiva sarà fornita dalle testimonianze dei suoi
rapporti con l’ambiente degli architetti britannici e con il Duca di Northumberland, con l’esposizione per la
prima volta di copie di alcune lettere provenienti dall’Archivio inglese.

Sarà in esposizione anche una panoramica dei lavori su Luigi Canina prodotti dagli studenti a seguito degli
interventi divulgativi di Orizzonte Casale nelle Scuole.

Una specifica sezione sarà dedicata ad Orizzonte Casale per l’anniversario dei 30 anni della sua costituzione,
con immagini e testimonianze dell’attività e delle collaborazioni con il Comune, gli Enti del territorio, e con
gli Istituti scolastici per promuovere la conoscenza del patrimonio storico artistico locale, rivolgendosi anche
alle nuove generazioni.

Una passeggiata a cura di Orizzonte Casale, in collaborazione con il Comune per l’iniziativa “Casale Città
Aperta”, nel pomeriggio di domenica 12 ottobre proporrà ai visitatori un percorso lungo i luoghi legati a
Luigi Canina a Casale Monferrato.

L’iniziativa si avvale del contributo dell’Associazione Casalese Arte e Storia, dell’Istituto Superiore
Leardi, del Museo Civico, della Biblioteca Civica “G. Canna” e della Biblioteca del Seminario
Vescovile.

L’evento ha il Patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia di Alessandria e della Diocesi di
Casale Monferrato.

Per informazioni:
Orizzonte Casale
orizzontecasale@comune.casalemonferrato.al.it
www.orizzontecasale.it

Necrologi lanciano all’Alfieri lo spettacolo: “Rosso – Diario di una morte annunciata”

Giovedì 9 ottobre alle 20,45


Attori con disabilità cognitiva e non affrontano con intelligenza, ironia e sensibilità la morte

Per lanciare lo spettacolo, una campagna di necrologi per Torino 

Ventitré attrici e attori, dieci dei quali con disabilità cognitiva. Saranno loro giovedì 9 ottobre alle 20,45 sul palco del Teatro Alfieripiazza Solferino 4, a presentare “Rosso – Diario di una morte annunciata” che affronta con intelligenza, ironia e sensibilità un tema delicato come la morte.

Lo spettacolo è portato in scena da La Compagnia delle Frottole, promossa dall’Associazione I Buffoni di Corte APS, formata da attori con disabilità cognitiva e non.

Scritto e diretto da Luca Nicolino, è incentrato sulla morte del protagonista e l’attesa della lettura del testamento: un’esplorazione della natura umana e dei sentimenti che animano i diversi personaggi, svelandone le debolezze, le speranze e i segreti più reconditi.

La trama
La commedia parla di un imprenditore che, arrivato alla soglia dei 50 anni, si rende conto di aver dedicato la sua vita esclusivamente al lavoro a scapito di affetti e relazioni. Desideroso di sapere cosa pensino realmente di lui parenti e amici, decide di inscenare il suo funerale.

Il risultato è una fotografia amara di una famiglia che, in attesa della lettura del testamento, mostrerà debolezze, segreti, avidità e invidie.

L’inclusività in scena

All’interno dell’Associazione I Buffoni di Corte APS di Torino è attiva La Compagnia delle Frottole, composta da 23 attori, dieci dei quali con disabilità cognitiva. Da molti anni, sono impegnati nella realizzazione di spettacoli teatrali inediti.

«La Compagnia delle Frottole permette a diverse persone con disabilità di essere attori, portando in scena un personaggio e non le caratteristiche personali. Il pubblico ha la possibilità di vedere che anche  le persone con disabilità, con impegno, professionalità e talento, possono essere attori ed attrici di una compagnia teatrale – spiega il regista e autore dello spettacolo, Luca Nicolino – Gli spettacoli sono anche un’occasione fondamentale per entrare in contatto, nella veste di attori, con tutte le realtà inerenti al mondo del teatro, tra cui le persone che si occupano di costumi, scenografie e così via».

Il gruppo teatrale ha partecipato ad alcune rassegne quali Open to all – Fondazione CRT, Giovani in Scena, promossa dalla Circoscrizione 2, La Grande sfida 18 a Verona, allo spettacolo teatrale organizzato dall’Associazione Sport Life di Montebelluna, ha preso parte a concorsi di vario livello come Teatro des Enfantes ad Aosta. Ha poi organizzato spettacoli per raccogliere fondi da destinare a progetti di beneficenza per il Beslan e per l’emergenza Haiti, in collaborazione con la Onlus Madian Orizzonti e per le associazioni che fanno parte del circuito 1Caffè.org, l’organizzazione no profit fondata e promossa da Luca Argentero. Lo spettacolo “La Locanda del Migrante” ha visto proprio la partecipazione di Luca Argentero, intervenuto con un cameo nella pièce teatrale e replicato successivamente in altra serata, con l’intervento straordinaria di Bruno Gambarotta. La Compagnia, nel 2019-2020, ha inoltre registrato il sold out con lo spettacolo teatrale “Affetti clinici”, portato in scena al Teatro Carignano, al Teatro Alfieri e al Teatro Nuovo di Torino

La campagna di necrologi per Torino

Lo spettacolo è accompagnato da una curiosa campagna: dal 22 settembre, a Torino, compariranno necrologi del protagonista dello spettacolo. Sono stati predisposti 5 poster, sette digital urban adv ma la notizia è stata rilanciata anche su 30 paline e 3 pensiline Gtt e in flyer distribuiti in duemila locali in città, grazie alla collaborazione con Costadoro.

Una serata benefica

Varie tipologie di biglietto. Gallerie, con ticket da 20, 25 e 30 euro. Biglietti platea dai 25 ai 50 euro.
I biglietti si possono comprare https://oooh.events/evento/rosso-diario-di-una-morte-annunciata-biglietti/
Le donazioni sostengono il progetto La Corte, la futura sede dei Buffoni di Corte in via Rubino 82 a Torino: sarà la casa in cui i laboratori e i progetti dell’associazione saranno, da un lato, consolidate e potenziate e, dall’altro, ampliate con nuove iniziative, anche in ambito formativo e lavorativo, rivolte non solo alle persone con disabilità, ma anche ai giovani, agli anziani, agli abitanti di Mirafiori Nord e del territorio.
L’obiettivo è creare una comunità culturale dentro e attorno alla nuova sede dove sviluppare un percorso, rivolto soprattutto ai giovani, che renda La Corte un luogo di formazione: in particolare, per i percorsi formativi e di incremento delle competenze anche legate all’autonomia, la soluzione innovativa e sperimentale che sarà attuata è la collaborazione e l’interazione tra associati, studenti, professionisti del settore e volontari.

Fondazione Giubileo per la Cultura ETS, Giubileo e Costadoro
Lo spettacolo è prodotto con il supporto di Fondazione Giubileo per la Cultura ETS, il supporto tecnico di Giubileo e la collaborazione di Costadoro.

«Sostenere “Rosso – Diario di una morte annunciata” significa credere nel valore della cultura come strumento di inclusione e crescita collettiva. La collaborazione con l’associazione I Buffoni di Corte e con la loro compagnia, che mette in scena con sensibilità e professionalità attori con e senza disabilità, incarna perfettamente la missione della Fondazione Giubileo per la Cultura: dare spazio a progetti che uniscono qualità artistica, riflessione sui grandi temi della vita e un forte impatto sociale – afferma Gabriele Cresta, direttore della Fondazione Giubileo per la Cultura ETS – Anche grazie al contributo tecnico di Giubileo Torino, vogliamo testimoniare quanto sia importante abbattere barriere e pregiudizi attraverso il linguaggio universale del teatro».

«Promuovere questa iniziativa è per noi motivo di grande soddisfazione. Buffoni di Corte, uno spazio dedicato alle persone in quanto tali, non solo è in linea con i nostri valori aziendali, ma realizza anche progetti concreti – commenta Giulio Trombetta, amministratore delegato di Costadoro – In quanto azienda B Corp, Costadoro si impegna da sempre a sostenere azioni che favoriscano l’integrazione e l’inclusione sociale e abbiano un impatto positivo sulla nostra comunità».

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Lo spettacolo in breve

 

ROSSO – Diario di una morte annunciata

Spettacolo scritto e diretto da Luca Nicolino

Con Luca Nicolino, Gaia Chiapino, Sara Garetto, Martina Cipolla, Stefano Gilardi Carlo Testa, Margherita Malisani, Gianluca Rovetto, Tiziana Formiconi, Elisabetta Dua, Riccardo Viano, Riccardo Scappatura, Lorenzo Casarotti, Rossana Postiglione, Valentina Paonessa, Mattia Perlo, Simone Romano, Davide Morabito, Valentina Calcagno, Enrico Mura, Sara Pisoni, Celine Cusanno, Giovanni Digilio, Riccardo Nicolino.

Prodotto da La Compagnia delle Frottole promossa dall’Associazione I Buffoni di Corte APS con il contributo tecnico di Fondazione Giubileo per la Cultura ETS

Coreografie di Rossella Lucà

Scenografie e comunicazione di matteorossi.design

Fondazione Merz: “Push the Limits 2 – la cultura si sveste e fa apparire la guerra” 

La Fondazione Merz presenta la seconda edizione di “Push the Limits”, un progetto espositivo che, potenziando la ricerca, in questo secondo appuntamento continua a indagare il linguaggio e la creatività contemporanea con artiste appartenenti a diverse generazioni, che fanno del superamento e della trasformazione dei limiti imposti, e supposti, la propria grammatica artistica.

“Push the Limits-la cultura si sveste e fa apparire la guerra” propone incontri di pratiche, linguaggi e ricerche di 19 artiste, protagoniste con opere inedite già realizzate e contestualizzate appositamente per gli spazi della Fondazione. Le artiste sono Heba Y.Amin, Maja Bajević, Mirna Bamieh, Fiona Banner, Rossella Biscotti, Monica Bonvicini, Latifa Echakhch, Yasmine Eid-Sabbagh, Cécile B. Evans, Dominique Gonzalez-Foerster, Mona Hatoum, Emily Jacir, Jasleen Kaur, Katerina Kovaleva,Teresa Margolles, Helina Metaferia, Janis Rafa, Zineb Sedira e Nora Turato.

Il progetto, curato da Claudia Gioia e Beatrice Merz, aperto da lunedì 27 ottobre all’1 febbraio 2026, muove dall’idea dell’arte come rigenerazione e capacità di formulare pensieri e parole, dove le urgenze del presente sembrano spingere verso la ripetizione e la rassegnazione dell’immobilismo. Il titolo ricerca l’attitudine dell’arte di porsi costantemente al limite, per spostare l’asse del pensiero, della percezione e del discorso per immettere nuove soluzioni e letture del nostro tempo. In questa seconda edizione la mostra approfondisce il suo ruolo di fronte alla narrazione ufficiale che prova a normalizzare le conseguenze devastanti dei conflitti, delle distriuzioni e del mutismo della politica.

“Mezzi e fini si avvolgono su di loro e come risultato si ha quello di non capire più quali siano i fini” – spiegano le curatrici. Con l’intenzione di porsi come catalizzatore delle istanze e delle tensioni del nostro tempo, la Fondazione propone un progetto collettivo, la cui sostanza narrativa trae ispirazione dalla maledizione lanciata per voce da William Shakespeare a Riccardo III, per evidenziare come oggi il linguaggio non abbia trovato una nuova formula da sostituire alla maledizione. Forme e modi si sono fatti più sofisticati, ma la sostanza non è mutata.

Tra le artiste presenti nella prima edizione di “Push the Limits”, Barbara Kruger affermava la valenza della relazionalità come qualità costitutiva dell’azione. Questo principio, estendibile a ogni aspetto della vita umana e politica, conduce alla creazione di qualcosa di inedito, che esprime libertà all’origine delle azioni collettive, e che poggia su una plurale interdipendenza. Hanna Arendt vedeva in questo tipo di azione collettiva un principio estetico, che si esprime nell’esecuzione e nella libertà su cui si formano parole e forme nuove in risposta alle crisi del presente.

Gian Giacomo Della Porta

Un percorso nella Pop Art attraverso la mostra “Sbam!”

Nelle sedi di Palazzo Salmatoris e la chiesa di San Gregorio, a Cherasco, e le sale di casa Francotto, a Busca

Dall’11 ottobre prossimo al 22 febbraio 2026, le sale di Palazzo Salmatoris, la chiesa di San Gregorio di Cherasco, in provincia di Cuneo, e le sale di casa Francotto, a Busca, ospiteranno contemporaneamente una mostra dedicata al grande movimento della Pop Art.

“Con la mostra Sbam! Busca e Cherasco dimostrano che l’unione fa la forza tra i territori – hanno affermato l’assessore al Turismo e alla Cultura della Regione Piemonte Marina Chiarelli e l’assessore alla Montagna della Regione Piemonte Marco Gallo – nel 1974 il Piemonte ha ospitato a Torino una mostra interamente dedicata a Andy Warhol, oggi torna protagonista la Pop Art grazie all’i legno di due città che hanno creduto in un progetto artistico condiviso, capace di valorizzare le eccellenze locali. Una collaborazione virtuosa da seguire su scala regionale”.

Palazzo Salmatoris, con la chiesa di San Gregorio, a Cherasco, nel cuneese, casa Francotto, a Busca, attraverso 150 opere, in un continuum espositivo, affrontano un viaggio vibrante attraverso la Pop Art, un movimento che ha rivoluzionato il panorama artistico del XX secolo. Nata tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta, la Pop Art ha sfidato le convenzioni, ha sovversivo le gerarchie estetiche trasformando il quotidiano in straordinario e rendendo l’arte accessibile e immediata. L’originale progetto, curato da Cinzia Tesio, con la direzione di Riccardo Gattolin, prevede due mostre complementari di carattere internazionale con le opere dei più importanti artisti.

Partendo dalle analisi del Nouveau Realism, teorizzato in Italia e Francia dal critico Pierre Restany, con opere prestigiose esposte di Arman, Cézarre e Spoerri, la narrazione continua con un’ampia rassegna di artisti americani, con opere di Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Robert Rauschenberg e Robert Indiana. Non manca un’ampia pagina dedicata alla pop art italiana con autentici capolavori esposti: i romani Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, ma anche autori come Valerio Adami, Ugo Nespolo ed Emilio Talini. La chiesa di San Gregorio ospiterà, con il progetto ICONS, un’ampia esposizione delle nuove tendenze Pop, con un importante corpo di opere della Cracking Art. Le opere presentate, tra cui molte inedite, provengono da collezioni private e gallerie di respiro internazionale. Il percorso di narrazione  della mostra offrirà allo spettatore la possibilità di rivivere l’effervescente clima di ricerca artistica che pervase quegli anni, cogliendo in maniera naturale la vivacità, la forza innovativa e riconoscendo nell’eredità critica e visiva, rintracciabile nella contemporaneità.

A Palazzo Salmatoris il visitatore potrà trovare un’opera unica, un gioiello di Andy Warhol intitolato “Marella Agnelli”, del 1973, oltre alle iconiche Marilyn Monroe, Mao, Flowers e Campbell’s Soup. Affiancheranno l’artista di Pittsburgh altri fuoriclasse della Pop Art americana, tra cui Roy Lichtenstein, rappresentato al meglio con un’opera del 1965; Indiana, con l’imponente tappeto “Love” e Mel Ramos, con un’importante tela del 1968. La Pop Art italiana vede in prima linea la scuola italiana, con un nutrito corpus di opere degli anni Sessanta, tra cui spicca una rara “Oasi” di Mario Schifano, del 1967, Tano Festa con “La cacciata dal Paradiso, del 1969, opera monumentale di quasi quattro metri, “Frammento di grande ala” di Franco Angeli, del 1965, “Il gesto tipico J.F.K.” di Sergio Lombardo e una museale tela di Sergio Mauri, “The End”, del 1970. La Pop Art milanese, è le nuove tendenze italiane degli anni Sessanta, sono rappresentate da opere di Enrico Baj (“Giambattista Della Valle di Venafro”, 1974), Lucio Del Pezzo, con opere degli anni Sessanta, Aldo Mondino con una “American flag”, realizzata con i cioccolatini di Peyrano, è per finire uno storico “Oriente” di Ugo Nespolo, del 1974, che rappresenta pienamente la capacità narrativa Pop.

Il Nouveau Realism vede in esposizione la fondamentale opere a quattro mani di Warhol e Arman “Poubelle frozen civilization “, carica di simboli della società consumistica, ma anche un’opera di Rotella, del 1960, intitolata “Con occhio falso” e opere datate di Hains, Césarre, Spoerri e Cristo.

La chiesa di San Gregiporio, da poco adibita per le esposizioni d’arte, con il progetto ICONS ospita una notevole sezione dedicata alla Cracking Art, con le celeberrime “Plastiche” di grandi dimensioni, i “Suricati, le “Chiocciole” e il “Delfino”, ma anche un’ampia visione sugli artisti Pop contemporanei, a partire da Marco Lodola, con le sue installazioni illuminate, all’ironico “Pop” di Luca De March, alle opere citazioniste di Maifo e Renè. Non meno importante, dal punto di vista qualitativo e numerico, l’esposizione a Casa Francotto, a Busca: Warhol è rappresentato da un acrilico su tela celebratissimo, “Mao”. Rarissima tela a pezzo unico, ma anche un ritratto e un autoritratto di Keith Haring. Anche qui l’artista sarà affiancato da Roy Lichtenstein, rappresentato al meglio con un’opera del 1975. Sarà presente anche Indiana, con “The Berlin Series”, Robert Rauschenberg e Jim Dine. La Pop Art italiana vede la Scuola Romana con l’esposizione di una rara Composizione, dedicata a Balla, del 1974, di Mario Schifano, Mario Lombardo con “Il gesto tipico La Pira” e una museale opera di Mario Ceroli, del 1969. La Pop Art Milanese e le nuove tendenze italiane degli anni Sessanta sono rappresentate da opere di Enrico Baj, tra cui si segnala “Il giardino”, del 1968, ma anche Lucio Del Pezzo e Mondino, con un’opera degli anni Sessanta. Un focus particolare verrà riservato alla Pop Art con connotazioni di impegno politico e sociale, con le opere di Sapari, De Filippi e Baratella. Il Nouveau Realism è rappresentato da opere di rilievo di Arman, con più accumulazioni, una “Compression” di Cézarre e “Villegle”

“La mostra sulla Pop Art propone, nella sua costruzione, una chiave di lettura particolare e che pensiamo interessante, utilizzata precedentemente per le mostre di Fontana, Picasso e Mirò – spiega Cinzia Tesio, curatrice della mostra insieme a Riccardo Gattolin. Non vogliamo fornire risposte preconfezionate, ma desideriamo incuriosire lo spettatore con un alto grado di confronto dialettico tra le opere dei maestri Pop e la contemporaneità del fare artistico”.

La rassegna rappresenta un percorso artistico e culturale tra i comuni di Cherasco e Busca che, negli anni, si è consolidata al punto da portare progetti di respiro internazionale. Senza dimenticare i laboratori didattici e i rapporto con le scuole del territorio, e non solo, che sapranno diffondere tra le famiglie, attraverso i ragazzi, l’esperienza del bello, l’analisi critica e la comprensione dell’altro.

“Siamo orgogliosi di ospitare a Palazzo Salmatoris, ancora una volta – spiega Claudio Bogetti, Sindaco di Cherasco – un evento culturale di grande rilevanza come questa mostra. L’esposizione rappresenta un’occasione preziosa per avvicinare il grande pubblico a una corrente artistica vibrante, ironica, profondamente legato alla contemporaneità”.

“La mostra Sbam!, che unirà il percorso congiunto tra Busca e Cherasco, è un appuntamento culturale straordinario che, attraverso oltre 150 opere, offrirà un viaggio immersivo in uno dei movimenti più rivoluzionari del Novecento – spiega Ezio Donadio, Sindaco di Busca – con protagonisti internazionali come Warhol, Roy Lichtenstein e Robert Indiana, accanto a grandi nomi italiani quali Mario Schifano, Franco Angeli e Tano Festa. L’esposizione si distingue per qualità e valore delle opere esposte ed è il frutto di una grande collaborazione tra i due Comuni, che negli anni si è consolidata e rafforzata. Il risultato importante di organizzatori è sostenitori, uniti dalla convinzione dell’importanza sociale e culturale di un’offerta artistica di questo livello”.

Palazzo Salmatoris: via Vittorio Emanuele 31, Cherasco.

Chiesa di San Gregorio: via dell’Ospedale 25, Cherasco

Orari: da mercoledì a sabato 9.30-12.30/14.30-18.30 / domenica e festivi stesso orari precedenti.

Segreteria: 0172 427050 -sbampopart.it

Casa Francotto: piazza Regina Margherita 4, Busca – orario venerdì 15.30-18.30 / sabato 10-12/15.30-18.30 / domenica e festivi 10-12/14.30-18.30

Prenotazioni da lunedì a venerdì dalle 14 alle 18 – telefono: 371 5420603

Mara Martellotta

Ricordando Michele Lessona … “il Piero Angela” dell’Ottocento

Presentata a Torino la seconda edizione dei “Lessona Days” e il “Premio Lessona 2025”

Venerdì 10 e sabato 11 ottobre

Impossibile racchiudere in una sola voce “ciò” che é stato e “chi” è stato Michele Lessona. Rampollo di un’antica famiglia, terzo di nove figli di Carlo Lessona (direttore della “Prima Scuola di Veterinaria” in Venaria Reale) e Agnese Maria Cavagnotti, Michele nacque a Venaria Reale il 20 settembre 1823 e scomparse a Torino a 71 anni, nel 1894. Laureatosi in Medicina, esercitò per breve tempo la professione, per abbracciare poi tutto lo scibile, a portata d’uomo, connesso alle “Scienze”. Fu docente, zoologo, scrittore, politico (nel 1892, la nomina a “Senatore del Regno d’Italia”, su proposta dell’allora “Presidente del Consiglio” Giovanni Giolitti, suo caro amico), ma soprattutto eccelso “divulgatore scientifico” ante litteram, rappresentando – è stato ricordato – per il suo tempo ciò che per noi é stata la figura indimenticata del grande Piero Angela. Fra i più intelligenti divulgatori in Italia del “darwinismo”, diresse una delle prime Riviste di divulgazione scientifica dell’Italia unita, “La Scienza a dieci centesimi” e firmò un gran numero di articoli giornalistici raccolti in quattro volumi, sotto il titolo di “Conversazioni scientifiche”, ancora oggi considerati uno dei migliori esempi di “Letteratura Scientifica” in Italia. Forte il suo impegno anche in diverse Istituzioni torinesi. Fu Direttore del “Museo di Scienze Naturali”, Presidente dell’“Accademia delle Scienze”, nonché avveduto “Consigliere comunale”.


Https La “Scienza” come piena ragione di vita. E proprio come “pioniere scientifico”, Lessona è stato ricordato, nei giorni scorsi presso il “Museo Regionale di Scienze Naturali” di Torino, dove, in sua memoria, è stata presentata la seconda edizione dei “Lessona Days” (dedicata al tema del “Cambiamento Climatico”) e del “Premio Lessona 2025”, riconoscimento nazionale da consegnare al miglior divulgatore/divulgatrice professionista che sappia utilizzare nuovi strumenti e nuovi linguaggi per comunicare la Scienza. Entrambi gli eventi sono promossi dalla città natale di Michele Lessona e dalla “Regione Piemonte” con il “Museo Regionale di Scienze Naturali”.

Ospiti di grande rilievo dei “Lessona Days” e componenti della “Giuria” del Premio 2025 sono Beatrice Mautino (saggista e divulgatrice scientifica), la “climatologa” Elisa Palazzi e il giornalista scientifico Massimo Polidoro.

Le attività prenderanno avvio venerdì 10 ottobre, già dalla mattina, con la programmazione dedicata alle scuole, tra interviste doppie alle scienziate e specifici laboratori. Nel pomeriggio sono in programma visite guidate al “Museo Regionale di Scienze Naturali” di Torino.

Sabato 11 ottobreore 11,30, nel “Cimitero Capoluogo” di Venaria Reale, si terrà un omaggio a Carlo Lessona (padre di Michele, professore e direttore della “ Prima Scuola Veterinaria” di Venaria Reale”). Sempre sabatoalle 17, nella “Cappella di Sant’Uberto” della “Reggia” di Venaria, si terrà la consegna del “Premio Lessona”.

A seguire “Scienza in piazza”: talk, laboratori e dj Set dedicati a tutta la cittadinanza. Nel corso del pomeriggio “Piazza dell’Annunziata” a Venaria Reale, a partire dalle 15, si animerà con “Laboratori a tema ambientale e scientifico” aperti a tutti; dalle 17 alle 21, la giornata si concluderà con la “sonorizzazione ambientale” e “dj Set” di “RBL – Radio Banda Larga”, festa conclusiva della due giorni. Altri eventi e laboratori sono stati organizzati nei “Giardini” della Reggia di Venaria, al “CCR – Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale” e alla Biblioteca Civica “Tancredi Milone”.

Il progetto si è avvalso anche della preziosa collaborazione e partecipazione di Silvia Lessona, trisnipote dello scienziato e di Pietro Passerin d’Entrèves, ricercatore e studioso di “Scienze della Vita” e di “Biologia dei Sistemi”, nonché profondo conoscitore di Lessona. Sua la dichiarazione: “Sono molto contento che l’organizzazione dei ‘Lessona Days’ e del ‘Premio Lessona’ prosegua grazie ad un proficuo e ampio partenariato fra le istituzioni che lo videro partecipe e che il programma sia particolarmente stimolante, ricco di argomenti e ben si adatti a celebrare la figura di un personaggio affascinante, veramente poliedrico e straordinariamente attuale. Michele Lessona ‘scienziato di molte arti’ e le sue opere continueranno così ad essere valorizzate nel tempo grazie a questo progetto di lungo respiro”.

Per info e programma completo: www.comune.venariareale.to.it

Gianni Milani

Nelle foto: La presentazione dei “Lessona Days” e del “Premio Lessona 2025”: Michele Lessona in un Ritratto di Carlo Pollonera; Silvia Lessona, trisnipote di Michele Lessona