Caro Direttore,
si è svolta venerdì scorso con grande affluenza di pubblico, malgrado il distanziamento disciplinatamente rispettato, la prima presentazione nell’area metropolitana torinese al Parco delle Vallere del nuovo libro del prof. Pier Franco Quaglieni “Passione per la libertà “ alla presenza di autorità accademiche, giornalisti, scrittori, presidenti di associazioni culturali, soci e dirigenti del Centro Pannunzio, semplici cittadini. Erano presenti anche candidati al Comune di Torino di diverso orientamento. E‘ stata notata l’assenza di candidati sindaci che erano stati invitati all’evento che ha rappresentato un notevole successo per il più significativo uomo di cultura liberale torinese e uno dei più importanti non solo a livello italiano come dimostrano i recenti riconoscimenti internazionali avuti dal prof. Quaglieni.

L’assenza di Damilano in particolare mi e’ apparsa come del tutto ingiustificata, se è vero che egli si considera un liberale. Ma lo è veramente? Io dei dubbi in proposito. Non nascondo che sono rimasto colpito molto negativamente. Damilano avrebbe tanto da imparare dai libri di Quaglieni che forse non conosce neppure. I tartufi e il barolo, come già e’ stato notato, non bastano per fare il Sindaco di Torino.E lo scrivo da liberale e da gourmet. Ringrazio invece la dottoressa Pompeo assessore alla cultura del comune di Moncalieri per aver promosso l’evento con grande impegno anche personale.
Francesco S. Nela
Da giovedì 23 a domenica 26 settembre, alle 15 e in replica alle 17, presso la Casa di Reclusione di Saluzzo “Rodolfo Morandi” (Regione Bronda, 19/B) si terrà lo spettacolo teatrale a ingresso gratuito “Ulisse. Una storia sbagliata” a cura dell’associazione di formazione e produzione teatrale Voci Erranti, portato sulla scena da 30 detenuti del carcere saluzzese.
Lo spettacolo, reso possibile grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, rientra nel progetto nazionale “Per Aspera ad Astra”, coordinato dalla Compagnia La Fortezza di Volterra e sostenuto da ACRI (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio). Per partecipare è necessario prenotarsi entro domenica 12 settembre telefonando a Voci Erranti al numero 380/1758323 o scrivendo a info@vocierranti.org. L’ingresso è consentito solo a chi è provvisto di Green Pass. Gli spettatori dovranno presentarsi presso la Casa di Reclusione 30 minuti prima dell’inizio dello spettacolo per la verifica dell’autorizzazione all’ingresso, muniti di documento di riconoscimento in corso di validità. Illustrazione: Marco Cazzato |
Il giornalista cattolico e saggista ha debuttato anche come attore nel film ‘Lupo Bianco’ vincitore dell’International Starlight Cinema Award’ alla 78° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.
Periodo fortunato e ricco di meritate soddisfazioni per Maurizio Scandurra (nella foto di Federico Badoer), il giornalista e saggista cattolico per antonomasia della televisione italiana, noto per i suoi commenti pungenti e il total look per lo più nero lucido con tanto di grande crocifisso in evidenza sempre al collo.
L’opinionista e inviato scoperto e lanciato anni fa dal noto regista e autore televisivo Michele Guardì, che annovera in curriculum anche importanti collaborazioni in programmi di punta di Raiuno e Raidue (‘Mattina in Famiglia’, ‘Telethon’, ‘Scalo 76’), critico musicale e coautore della biografia dei cantanti Ivana Spagna, Valerio Liboni dei Nuovi Angeli e Pietruccio Montalbetti dei Dik Dik, sarà in collegamento mercoledì 15 settembre alle ore 7.50 in diretta nazionale su ‘Canale Italia 83’ all’interno dello storico e seguitissimo contenitore del mattino ‘NotizieOggi’ condotto dal valente giornalista Vito Monaco.
Argomento è il film ‘Lupo Bianco sulla vita straordinaria del filantropo Carlo Olmo, nel cui cast Scandurra ha esordito come attore accanto a giganti del set quali Sebastiano Somma e Remo Girone, contribuendo direttamente all’ideazione di alcune scene a sfondo criminologico, materia di cui è da sempre profondo appassionato e attento studioso. L’opera, dedicata all’impegno sociale al tempo del Covid, si è aggiudicata l’ambito premio ‘International Starlight Cinema Award’ alla 78° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia ideato e promosso dalla prestigiosa ‘Fondazione Ente dello Spettacolo’.
L’intervista sarà preceduta dalla messa in onda del trailer della pellicola, diretta dal regista Tony Gangitano e prodotta da Antonio Chiaramonte per ‘CinemaSet’ con la sceneggiatura di Stephanie Beatrice Genova e Alessandro Ferrara. “Un’emozione grandissima aver debuttato in un lungometraggio di così grande livello morale, sociale ed educativo premiato a Venezia. Ringrazio di cuore il Cavalier Carlo Olmo e la sua compagna Angela Oliviero, rispettivamente affettuosamente ribattezzati per tutti semplicemente ‘Lupo Bianco’ e ‘Lupa Alfa’, per avermi reso partecipe di questo avvincente progetto”, ha commentato raggiante ai media in questi giorni il giornalista siciliano naturalizzato piemontese, che interviene spesso come opinionista anche a ‘La Zanzara’ di Giuseppe Cruciani, David Parenzo e Alberto Gottardo sulle ascoltatissime frequenze di ‘Radio24’.
Nello stesso giorno, a partire dalle 13.35 Maurizio Scandurra ritorna per la nuova stagione protagonista anche ai microfoni di ‘Radio Radio’ (in fm, sul web e in tv sul canale 626), ospite fisso di Francesco Vergovich alla guida del programma mattutino ‘Un Giorno Speciale’, per condividere sempre temi attuali e scottanti con piglio deciso e tagliente, spesso in contraddittorio o in linea con altri grandi nomi di caratura nazionale quali Mario Tozzi, Gianfranco Vissani, Vittorio Sgarbi, Maria Giovanna Maglie, Roberta Bruzzone, Luciano Moggi, Carlo Massarini, Patrizia Polliotto e molti altri.
Venerdì 17 settembre, sarà invece fra gli ospiti della prima punta del nuovo ciclo di ‘NotizieOggi Lineasera’, il talk-show leader del prime-time di ‘Canale Italia 83’ in onda dalle 20.00 alle 22.00 in diretta nazionale (anche su Sky 913), con al timone per la quinta edizione consecutiva dal brillante giornalista e conduttore Vito Monaco. Il programma è realizzato nello Studio 12 del Centro di Produzione di Padova, il più grande del Nord Italia dopo quelli di ‘Mediaset’ a Cologno Monzese.
Back to school alla Holden
Sabato 11 settembre la Holden organizza Back to School, un Open Day in cui si potranno seguire lezioni e incontri gratuiti con
Lorenza Ghinelli, per esplorare e analizzare le tecniche di scrittura nascoste tra le righe di alcuni grandi autori.
Raffaele Riba, una lezione vera e propria a cui parteciperanno gli studenti e le studentesse della Holden e in cui si potrà sbirciare il lavoro quotidiano di una classe.
Eleonora Sottili dialogherà con Beatrice Salvioni, giovane diplomata di Original che è diventata un caso editoriale: il suo romanzo inedito è stato opzionato da più di 30 case editrici internazionali. In Italia verrà pubblicato da Einaudi.
Per chi lavora nel mondo della scuola, alle 10.30 Paolo Di Paolo terrà la lezione Storia e storie, incentrata su come sia possibile utilizzare le tecniche di narrazione per migliorare il proprio modo di insegnare e ridurre la distanza che a volte pare crearsi tra chi sta dietro la cattedra e chi segue le lezioni tra i banchi o dietro uno schermo.
Per i più giovani sono previste due attività. Writers’ Box per midi-umani, dai 12 ai 18 anni, un laboratorio di scrittura in cui ognuno dovrà pescare l’immagine di un’opera d’arte e usarla come spunto per scrivere un racconto.
Il gran finale è Parlarne tra amiche alle 12.30 in General Store, insieme a Simonetta Sciandivasci ed Ester Viola: le due autrici sceglieranno alcuni temi di attualità per discuterne in una sorta di intervista alternata.
Sabato 11 al al Teatro degli Scalpellini di San Maurizio d’Opaglio (Novara). Domenica 12 da Forme Canoniche a Pino d’Asti (Asti)
Due serate a 20 anni esatti dall’11 settembre per scoprire insieme luci e ombre, miti e contraddizioni o, come direbbe Bruce Springsteen, uno dei principali cantori di una terra lacerata tanto oggi quanto 20 anni fa, «diavoli e polvere» dell’America. Si tratta di “C’era una volta a… Hollywood” in programma sabato 11 settembre alle 21,15 al Teatro degli Scalpellini di San Maurizio d’Opaglio in provincia di Novara (12 euro, prenotazioni 339 3117032), in una serata organizzata in collaborazione con Piemonte Dal Vivo, e domenica 12 settembre da Forme canoniche a Pino d’Asti (spettacolo, aperitivo e pop corn a 20 euro, prenotazioni 339 2290951), nuovissimo spazio nato dalla volontà di sei donne di trasformare un ex canonica in uno spazio culturale di livello. Due province, due date per raccontare in musica il sogno con la maiuscola, quel Sogno americano che più ha saturato i nostri sensi e le nostre menti. Ma l’America, nel 2001, come oggi, come in passato, è sempre stata anche lacerazioni: le canzoni sono state spesso capaci di cantarne il lato (o)scuro, senza sconti e senza paura.
I torinesi Gigi Giancursi, Umberto Poli e Orlando Manfredi propongono così un viaggio in pieno stile americano, un’indagine in musica che – attraverso la riscoperta della voce di menestrelli e crooner – si dipana gradualmente in tutto il mondo (Italia compresa) arrivando, di decennio in decennio, epoca dopo epoca, fino ai giorni nostri. Il programma, anzi, l’itinerario dello spettacolo intesse una storia tra le storie, gettando un fascio di luce tra gli aneddoti, le leggende, gli omicidi, i fatti di cronaca, i disastri, le curiosità, le strade e le città di quei vagabondi e viaggiatori alla ricerca – come cantava Tom Waits – dei propri fantasmi del sabato sera… che altro non sono se non le piccole e grandi illusioni di tutti i giorni, tanto irresistibili quanto effimere.
Perché questo titolo? Quentin Tarantino e il suo cinema, da sempre, giocano sulla frequenza di brani e artisti leggendari. Anche per il suo ultimo capolavoro, “C’era una volta a… Hollywood” (2019), il regista ha allestito una soundtrack di tutto rispetto, un viaggio sonoro che sfreccia rombando a bordo di una Cadillac fiammante mentre alla radio passa la chitarra malinconica di José Feliciano. Ogni scena del film si adatta alla musica, come fosse un inno a quel caldo 1969. Roy Head, Chad & Jeremy oppure ancora – tra i tanti – Joe Cocker, Rolling Stones, Aretha Franklin, Deep Purple. Insomma, un cast stellare, a guidare storie, fatti, personaggi veri e inventati: un caleidoscopico universo, questo, che Gigi Giancursi, Umberto Poli e Orlando Manfredi si propongono di portare in scena in maniera originale, dinamica, a tratti adrenalinica.
Le sonorità sono quelle di una casa di bambola – ben lontane, dunque, dalla scena psichedelica o dai germi del nascente hard rock dell’epoca. La scaletta dello spettacolo conduce l’ascoltatore in una narrazione sul confine incerto tra Bene e Male, seguendo le tracce di uno dei più disturbanti e discussi massacri della storia: quello di Cielo Drive, ad opera della Manson Family. Una tragedia che, a pochi giorni dall’inizio del leggendario festival di Woodstock, sancisce, di fatto, la fine del sogno hippy e dei figli dei fiori.
Poesia: Premio “Rubiana – Dino Campana”
Terza edizione Cerimonia di Premiazione
Sabato 11 settembre 2021, ore 16
Salone parrocchiale di Rubiana (Piazza della Chiesa)
Sabato 11 settembre, presso il Salone parrocchiale di Rubiana (Torino), in piazza della Chiesa, a partire dalle ore 16, si svolgerà la cerimonia di premiazione della terza edizione del Premio di poesia “Rubiana – Dino Campana”, organizzato dal Comune di Rubiana in collaborazione con Neos Edizioni per ricordare il poeta che nel 1917 qui soggiornò, conquistato dal fascino, dolce e severo insieme, del paesaggio.
La Giuria del Premio, presieduta dal poeta, saggista e traduttore Roberto Rossi Precerutti, e composta da Daniele Gorret (vincitore della prima edizione), Giovanna Ioli, Luciano Pollicini e Marco Vitale (vincitore della seconda edizione), ha scelto i vincitori della terza edizione fra più di cento autori di raccolte di poesia.
«Il Premio biennale “Rubiana – Dino Campana” giunge alla sua terza edizione, abbiamo ricevuto un centinaio di raccolte edite di poesie, tutte di notevole livello, il che ha reso complicata per la Giuria la scelta dei vincitori tra i nove finalisti – spiega Silvia RAMASSO, amministratore unico di Neos edizioni – La manifestazione è cresciuta di edizione in edizione, ha consolidato la sua rilevanza nazionale, e siamo felici di aver contribuito a creare un premio di poesia in questo territorio montano della valle di Susa. Rubiana è un piccolo paese ma dall’intensa attività culturale, qui trascorreva le sue estati il pittore Tabusso e qui ha vissuto per un breve periodo Dino Campana».
Il Premio “Rubiana-Dino Campana” 2021, è stato conferito a Cristina SPARAGANA, per l’opera Le candele dei vivi (Passigli): poetessa e traduttrice, Cristina SPARAGANA (Roma, 1957), ha insegnato lingua e letteratura italiana all’Università cattolica di Valparaíso (Cile), ha fondato e diretto la rivista Appunti Italo-cileni e collaborato per diversi anni con la rivista milanese Poesia.
- Il Premio alla carriera “Rubiana-Dino Campana” 2021, è stato conferito a Giorgio LUZZI (Rogolo, 1940), che ha partecipato con la silloge Non tutto è dei corpi (Marcos y Marcos).
- Il Premio speciale della Giuria “Rubiana-Dino Campana” 2021, è stato assegnato a Laura CORRADUCCI (Pesaro, 1974), per la raccolta Il passo dell’obbedienza (Moretti & Vitali).
- Il Premio “La Chimera”, pensato per personalità che si sono distinte nel promuovere e sostenere la conoscenza della Poesia, è stato eccezionalmente conferito a due persone: l’editore Nino ARAGNO e alla fotografa Daniela FORESTO.
- Infine, il Premio “Per l’amor dei poeti”, destinato a un critico letterario o un saggista nell’ambito della Poesia, andrà alla professoressa Gianfranca LAVEZZI, docente all’Università degli Studi di Pavia.
Alle ore 10,30, alla Pinacoteca Comunale Francesco Tabusso, sarà inaugurata la personale dell’artista Gian Carlo De Leo, autore delle opere che saranno offerte in premio ai vincitori.
Per la nuova stagione TPE, dal 13 al 15 settembre sul palcoscenico dell’Astra
Per recuperare il tempo perduto e favorire nuovamente l’incontro con il pubblico, la nuova Stagione TPE riparte con ampio anticipo rispetto alle precedenti e già lunedi 13 settembre affida l’apertura del proprio cartellone settembre-dicembre al talento di Massimo Popolizio con “Furore” tratto dall’omonimo romanzo di John Steinbeck. Lo spettacolo, una produzione Compagnia Umberto Orsini e Teatro di Roma – Teatro Nazionale, è un one man show lirico ed epico, realista e visionario, in cui l’attore, partendo dalla rielaborazione drammaturgica di Emanuele Trevi – recente vincitore del Premio Strega 2021 con il romanzo “Due vite” – dà corpo e voce all’esodo dei braccianti sospinti in California dalle regioni centrali degli Stati Uniti negli anni della Grande Depressione in cui crisi agricola, economica e sociale attanagliavano il paese. Popolizio, narratore d’eccezione, dispiega, solo in scena, un vitale e più che mai attuale racconto del fenomeno migratorio, amplificato dalle musiche e suggestioni sonore di Giovanni Lo Cascio.
La genesi di quello che diventerà un capolavoro della narrativa americana risale all’estate del 1936 quando il San Francisco News commissiona all’autore una serie di articoli sulla condizione del proletariato rurale immigrato in California. Sono americani del Midwest, provenienti soprattutto dall’Oklaoma e dall’Arkansas, colpiti dalla crisi e costretti a fuggire dalle tempeste di sabbia della Dust Bowl e dalla conseguente siccità che aveva reso sterili quelle terre coltivate a cotone. Steinbeck sale su un furgone da panettiere e inizia il suo viaggio fra le vallate della California. Osserva le strade riempirsi di camioncini sgangherati, carichi di fantasmi vestiti di stracci e diretti alle piantagioni di uva, mele e cotone. Si imbatte in un’umanità prostrata, sfinita dal lavoro, umiliata. Riporta sui suoi taccuini gli scenari di una vita fragile e penosa trascorsa in baraccopoli di latta abitate da famiglie un tempo orgogliose ma scivolate nella povertà più amara e progressivamente pervase da un’apatia senza ritorno.
Lo scrittore traccia così un negativo fotografico del mito della frontiera, dove all’epopea del pioniere si sostituisce il destino tragico di un popolo, senza terra e in continuo viaggio verso la speranza, verso l’ambita e sognata California. Uno spaccato umano eternamente immortalato anche dalle fotografie di Dorothea Lange e Walker Evans. Il risultato di quell’indagine sfocerà nel romanzo Furore. L’opera conoscerà un immediato successo di pubblico tanto che, a un anno dalla pubblicazione, nel 1939, varrà a Steinbeck il Premio Pulitzer e concorrerà, insieme alla successiva produzione letteraria dell’autore, alla conquista del Premio Nobel nel 1962.
Osserva Emanuele Trevi: «Forse non c’è un attore, nel panorama teatrale italiano, più in grado di Massimo Popolizio di prestare a questo potentissimo, indimenticabile “story-teller” un corpo e una voce adeguati alla grandezza letteraria del modello. Leggendo Furore, impariamo ben presto a conoscerlo, questo personaggio senza nome che muove i fili della storia. Nulla gli è estraneo: conosce il cuore umano e la disperazione dei derelitti come fosse uno di loro, ma a differenza di loro conosce anche le cause del loro destino, le dinamiche ineluttabili dell’ingiustizia sociale, le relazioni che legano le storie dei singoli al paesaggio naturale, agli sconvolgimenti tecnologici, alle incertezze del clima. Tutto, nel suo lungo racconto, sembra prendere vita con i contorni più esatti e la forza d’urto di una verità pronunciata con esattezza e compassione. Più che a una “riduzione”, riteniamo che un progetto drammaturgico su “Furore” debba tendere a esaltare le infinite risorse poetiche del metodo narrativo di Steinbeck, rendendole ancora più evidenti ed efficaci che durante la lettura. Raccontando la più devastante migrazione di contadini della storia moderna, sempre sorprendente per la sua dolorosa, urgente attualità”.
Aggiunge Popolizio, aggiudicatosi due anni fa il Premio Ubu per lo spettacolo dell’anno con “Un nemico del popolo”: «Non è un monologo né teatro narrazione. È un racconto commovente di gente disperata che scappa dalla polvere e finisce per morire nelle alluvioni, esattamente come oggi migliaia di persone arrivano dal deserto e muoiono in un mare che non hanno mai visto prima. Non è per fare per forza l’attualità, ma è davvero la stessa storia di schiavi accolti nelle baracche finché devono raccogliere pesche, pere, o pomodori, poi allontanati, o ributtati in mare. “Furore”, col linguaggio di Steinbeck, epico, forte, omerico, ci mette di fronte a queste contraddizioni».
Foto di Federico Massimiliano Mozzano
Nascono a Torino per celebrare i venti anni dall’avvio della rivoluzione digitale
La Divina Commedia di Dante approda nel mondo digitale.
A venti anni dalla rivoluzione digitale, in occasione del settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta, è stata creata una Divina Commedia digitale in versione dantesca, dal titolo “Cartoline dal futuro “, su iniziativa dell’agenzia torinese Instant Love, dell’illustratore italiano di fama mondiale Emiliano Ponzi, autore di copertine per Le Monde e il New York Magazine.
Si tratta di un affresco interattivo che rappresenta un’opera d’arte contemporanea in grado di consentire un viaggio nel tempo e capace di rievocare la rivoluzione digitale avvenuta negli ultimi venti anni, a partire dal Duemila fino ai nostri giorni.
Il link del video dell’autore è https://web.tl/t-tZOtFHPLAm.
Si tratta di un viaggio unico che si può compiere collegandosi al link https://.www.eos-solutions.it/20anni/, attraverso il quale si può accedere al primo e al secondo affresco animato, dedicati al periodo 200-2005 e 2005-2010 con Eos-Virgilio, che invita gli spettatori a superare le difficoltà dettate dal deserto digitale dei primi anni del Millennio.
L’evento è sponsorizzato dalla Eos Solutions, multinazionale con sede a Cuneo, a S. Albano Stura, che ospita, in occasione dei suoi venti anni di vita, questa interessante iniziativa. È stata notata anche da Microsoft l’esperienza davvero immersiva compiuta in questo caso nei primi venti anni del nuovo millennio, tramite animazioni digitali, ambientazioni storiche correlate da video, canzoni in voga in quel periodo e le storie dell’azienda che è sponsor di questa iniziativa artistica.
Mara Martellotta
La mostra sino al 9 ottobre nella Galleria Biasutti & Biasutti
“Il Pop non è mai morto. È ancora vivissimo nel mondo che ci circonda. Come un vino corposo, decantato in una botte di rovere, acquista nuovi sapori e sparge nuove fragranze”. Magari un Pop rivisitato, che con benefici scossoni ha attraversato le stagioni e le generazioni, che quasi obbligatoriamente porta con sé delle “variazioni”, un guardare indietro alle radici e ai primi sconvolgimenti, “il ritorno al figurativo che si porta addosso le scorie del concettuale”. E allora vai con il Pop nelle trentadue stampe, tutte rigorosamente in bianco e nero (la presentazione in catalogo la si deve a Francesco Poli), “con particolari valenze sperimentali e metalinguistiche”, ospitate da sabato 11 – inaugurazione alle ore 18 – nelle sale della Galleria Biasutti & Biasutti di via Bonafous 7/L sino al 9 ottobre.
L’autore è Enrico Vanzina, pupillo d’oro del cinema italiano, classe 1949, primogenito del regista Steno, cresciuto tra quei profumi di pellicola e di immagini che gli invadevano casa, un baccalauréat al romano liceo Chateaubriand e una laurea nel ’70 in Scienze politiche alla Sapienza, un apprendistato all’ombra del padre, poi la sensazione sempre più concreta che la regia non fa per lui e che il mestiere di sceneggiatore è quello che gli occuperà la vita. A partire dal 1976 nascono progetti e soggetti che prendono forma nella pagina scritta, un lavoro continuo che arriva a superare il centinaio di titoli, affidati ancora al padre e al fratello Carlo – scomparso tre anni fa, al quale Enrico ha dedicato un affettuoso romanzo di ricordi, “Mio fratello Carlo” – come a tanti altri volti del nostro cinema da Lattuada a Flavio Mogherini, da Dino e Marco Risi a Cesare Ferrario, da Neri Parenti a Christian De Sica. Sarebbero sufficienti pochi titoli, a cominciare da “Febbre da cavallo” (1976), a “La patata bollente”, da “Sapore di mare” alle varie “Vacanze di Natale”, dal “Commissario Lo Gatto” a “Tre colonne in cronaca” a “Mai Stati Uniti”. Ha descritto i tanti decenni di vivere italiano, ha analizzato storia dopo storia il cambiamento di una società, le sue risate e i suoi turbamenti, le meschinità e le piccole grandezze, ha inventato facce e storie, ha dato corpo a filoni e a personaggi, magari all’epoca guardati con sufficienza dalla critica ma applauditi dal pubblico e oggi anche rivalutati, ha divertito e nel divertimento ha rimescolato la nota profonda, il cenno di costume mai banale. L’anno scorso, sembra aver buttato all’aria la convinzione di una vita e s’è fatto regista, con
“Lockdown all’italiana” è andato a mettere le mani – con qualche critica – nel periodo buio della pandemia e della necessità di forzate unione all’interno delle case con le tante “debolezze e miserie”.
All’attività di sceneggiatore, ha unito quella di scrittore con una dozzina di titoli, dalla metà degli anni Ottanta, e oggi lo scopriamo fotografo innamorato immancabilmente del pop e della cultura americani degli anni Sessanta e Settanta, che con l’occhio preciso del cineasta continua ad indagare sull’area di quel mondo artistico, sul cinema e sulla musica, sulla letteratura dei grandi nomi. Incastona nelle immagini i rimandi a Hopper e a Warhol, il sorriso di Marilyn e i Blues Brothers, i “Quarantanove racconti” di Hemingway e le pagine di Nabokov, gli eterni graffi di Truman Capote e i ricordi autobiografici di Woody Allen, senza dimenticare i tratti sulfurei del nostro Flaiano. Uomo abituato da sempre a catturare immagini, collega in un gioco raffinato differenti materiali iconici, in qualche modo legati “alla tradizione dei foto-collage d’avanguardia (dadaisti e pop) ma sostituendo la forbice e la colla con interventi digitali”.
Elio Rabbione
Nelle immagini:
Enrico Vanzina, “Variazione America”, 2020, foto in bianco e nero, cm. 60 x 85
Enrico Vanzina, “Variazione Letteratura”, 2020, foto in bianco e nero, cm. 55 x 75
Enrico Vanzina, “Variazione Phone”, 2020, foto in bianco e nero, cm. 40 x 60
Galleria Biasutti & Biasutti, via Bonafous 7/L – Torino
Enrico Vanzina – Variazioni Pop
dall’11 settembre al 9 ottobre 2021
orario: 10 – 12,30 / 15,30 – 19,30. Chiuso domenica e lunedì