CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 412

Non più un giocattolo, Nora prende consapevolezza di sé

Casa di bambola” di Ibsen ha inaugurato la stagione dello Stabile, repliche sino al 31 ottobre

Pare esserci un settimo personaggio in questa ibseniana “Casa di bambola”, modernamente intesa e messa in scena (l’autore la scrisse durante un soggiorno ad Amalfi, nel 1879), diretta da Filippo Dini, con cui il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale ha inaugurato – con autentico e meritato successo – la propria stagione. Un simbolismo di troppo, quell’albero che viene a sostituirsi ad un più comune albero di Natale, il pino delle nostre infanzie, colorato di addobbi, e che affonda le proprie radici nel salotto di casa Helmer per alzarsi verso il cielo. È al centro della bella scena che il regista ha richiesto a Laura Benzi, bella e piena di tonalità bianche, di luci pronte ad accendersi per le feste, di una felicità senza pensieri che sarà presto appannata. Ma è un albero che per l’intera rappresentazione finisce col rivelarsi ingombrante, superfluo, con la pretesa di rispecchiarsi nelle parole veterotestamentarie (“dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare”), recitate all’inizio dai coniugi travestiti a mo’ di marionette, parole che gettano un velo scuro tra l’uomo e la donna. Insuperabile: e quanto lo sia, senza tentativi di ravvicinamenti, Dini ce lo mostra chiaramente, nella posizione distanziata in cui pone Nora e Torvald nella confessione di lei del finale.

È l’unica nota che ci pare stonata di un’edizione calibrata, innovativa, dove non si vuole in primo luogo sbandierare quel manifesto del femminismo – la ribellione della protagonista, la porta sbattuta, l’abbandono della casa e dei figli – caro a tanti registi, quanto piuttosto un’analisi sincera e approfondita del rapporto uomo/donna. Un rapporto che per Nora già inizia nella casa del padre, falsato, che sempre l’ha trattata come una bambina, rapporto che è continuato con e dopo il matrimonio con Thorvald. Un matrimonio felice in apparenza, una condizione economica invidiabile, ancor più adesso che lui è divenuto direttore della banca in cui lavora, la vita quotidiana dettata da un ritmo frenetico, che coinvolge tutti e che si ispessisce in un periodo che vede compere e preparativi e pacchetti piovere tra le pareti di casa. Nell’aria festosa del Natale s’allarga però una macchia scura, il ricatto dell’impiegato Krogstad, che Thorvald vorrebbe licenziare per far posto ad una vecchia amica di famiglia, al quale un tempo Nora, tacendo ogni cosa al marito e falsificando la firma paterna, aveva richiesto una ingente somma. Il denaro era stato restituito ma l’aguzzino non cede, se non verrà cancellato il suo licenziamento, racconterà tutto quanto. Nel momento culmine dello spettacolo, Dini affida alla danza sfrenata di Nora, una tarantella agitata in un costume rosso fuoco, tappa dei preparativi delle festività, il segnale della consapevolezza e della ribellione, la presa di coscienza della donna nei confronti del lungo comportamento del marito nei suoi confronti, quel suo averla considerata sempre una bambola, un giocatolo di cui servirsi. Non è questo soltanto il momento più elettrizzante ma è il momento più alto della interpretazione di Deniz Özdogan, costruita nel corso della serata per piccoli e grandi tocchi in tutto il proprio infantilismo e nella più completa vacuità, nell’accettazione di uno status che le figure maschili le hanno negli anni costruito e imposto. Scatta la ricerca di una vera identità, la volontà di una autentica affermazione, capisce che è arrivato il momento di costruire la “sua” Nora e l’attrice imbocca il nuovo percorso con una invidiabile sicurezza. Una grande prova. Dini le sta al fianco, quasi con leggera ritrosia nella prima parte, poi prepotentemente afferrando nell’atto conclusivo il suo Thorvald, pronto a salvare il proprio matrimonio e non accorgendosi come sia irrimediabilmente distrutto. Lo vivrà, solo, nel pensiero dei figli.

Con essi, si pone in risalto in maniera ottima la rabbia di Andrea di Casa come Krogstad, come le prove di Orietta Notari, Eva Cambiale e Fulvio Pepe. Un vero successo, sottolineato al termine dagli applausi finali di un pubblico ahimè non troppo numeroso in una delle repliche cui abbiamo assistito. Uno spettacolo che meriterebbe certo un seguito maggiore. Ultima settimana di repliche.

Elio Rabbione

Le foto dello spettacolo sono di Luigi De Palma

Vita di trincea, il messaggio sempre attuale di Rigoni Stern

Caro direttore, come sempre, ogni articolo di Marco Travaglini è motivo di una gioiosa lettura e attenzione e alla fine  sempre di commozione come in questo caso l’articolo su  Mario Rigoni Stern ovvero:  

La memoria dell’ umanità nell’uomo  che comprende cosa è giusto e cosa no, come un risvegliarsi da un sogno drammatico e capire che  l’essere umano  non è fatto per una guerra di conquista, di parole ridondanti di un uomo che si crede al di sopra dell’uomo, che  lo utilizza come  fa un bambino  nel  gioco di soldatini.  Come allora non riflettere  su quanto,  con parole comprensibili, Mario Rigoni Stern ha descritto della vita di trincea in Russia a 40° sotto zero, della ritirata con in mente la casa, il focolare che ti impedisce di arrenderti   quando i piedi divengono ghiacciati al punto che non puoi più proseguire se non stringendo i denti …e avanti un piede e l’altro con dolore disperato,  forse raggiungere una hisba, dove una popolazione di donne vecchi e bambini ti accolgono con un po’ di calore, quel calore che ti ridona la vita,  e ti offrono metà  della loro cena ovvero una patata cotta, un gesto di cristiana umanità.  Grazie a  Marco Travaglini che con la sua avvincente  e credibile scrittura ci ricorda tutto questo.  Con  gratitudine

Wilma Minotti Cerini

Mario Rigoni Stern, il centenario del grande vecchio dell’Altipiano

Rock Jazz e dintorni Dave Burrell e i Lou Dalfin

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 


Martedì.
Al Blah Blah si esibisce il gruppo del musicista americano Lowell Levinger.

Mercoledì. Al Polski Kot è di scena il gruppo folk Duo Gessemì.

Giovedì. Al Cafè Neruda suona il trio del percussionista Gilson Silveira. Al Circolo della Musica di Rivoli si esibisce Chris Brokaw preceduto dalla cantautrice Marta Del Grandi. Al Magazzino di Gilgamesh suona il bluesman Max Altieri. Al Polski Kot è di scena Alidè Sans.

Venerdì. Al Folk Club suona il pianista jazz Dave Burrell. A Saluzzo al Magda Olivero si esibiscono i Lou Dalfin. Al Cafè Neruda sono di scena i Derby Mates. Al Circolo della Musica di Rivoli, gli Ardecore sonorizzano il classico di Friedrich Wilhelm Murnau “ Nosferatu , Eine, Symphonie Des Grauens”. Al Blah Blah si esibisce  A Copy For Collapse.

Sabato. Inizia “Moncalieri Jazz” con il “concerto a pedali” del quartetto Magasin Du Cafè alla Cascina delle Vallere. Allo Zac di Ivrea è di scena il quartetto Tjuana  Horror Club. Al Folk Club si esibisce Davide Van De Sfroos. Al Cap 10100 è di scena La Municipàl.

Domenica. Allo Ziggy si esibiscono i Bohèmien. Per “Moncalieri Jazz “ al Teatro Matteotti è di scena Gegè Telesforo.

Pier Luigi Fuggetta

Mario Rigoni Stern, il centenario del grande vecchio dell’Altipiano

Cento anni fa, il 1° novembre 1921, giorno dei morti, nasceva a Asiago Mario Rigoni Stern, uno dei più importanti narratori del Novecento italiano.

Per ricordarlo e aiutarci a conoscerlo più a fondo Giuseppe Mendicino ha pubblicato, recentemente, per l’editore Laterza “Mario Rigoni Stern. Un ritratto”. Si tratta di un libro utilissimo, impreziosito da belle immagini messe a disposizione dal figlio Alberico, primogenito di Rigoni Stern, che offre squarci poco conosciuti o addirittura inediti sulla vita dell’autore del Sergente nella neve, dall’infanzia in via Ortigara dove viveva la sua famiglia, agli anni giovanili e dei giochi spericolati sull’Altopiano dei Sette Comuni che spaventavano la madre Anna (“Can de toso, mi fai morire” lo rimbrottava per poi coccolarselo e difenderlo) fino ai tempi della guerra, della ritirata di Russia e della prigionia. Le vicissitudini della guerra sono state narrate da Rigoni Stern non soltanto nel suo capolavoro, ma anche in volumi come Quota Albania, Ritorno sul Don, I racconti di guerra,Quel Natale nella steppa, Tra due guerre. Nel volume sono rievocati gli anni della ricostruzione, il lavoro all’ufficio imposte del catasto, la scrittura e la grande lezione d’amore per la montagna e la natura che accompagnarono per tutta la vita l’impegno e l’etica morale di Mario Rigoni Stern e ci avvicinano al suo stile narrativo semplice e chiaro, profondo e mai banale, fortemente caratterizzato da una vena umanissima, antieroica e di forte valore civile. Scrive Mendicino: “Rigoni teneva ad evidenziare che l’etica è una, a tutte le latitudini, dovunque ci troviamo. I valori sono sempre gli stessi: amicizia, coraggio, desiderio di libertà, altruismo. L’umanità è una, al di là dei confini, dei colori e delle razze. E’ stato un uomo coerente, che ha vissuto, applicando in maniera concreta questi valori“. Un altro tema caro allo scrittore di Asiago che trova largo spazio nel racconto di Mendicino fu il rapporto d’amore e rispetto per la natura, il paesaggio, la flora e gli animali. In una intervista Rigoni Stern confidò come il suo ambiente fosse ”fatto di boschi, di pascoli, di montagne, di nevi e temporali”. Temi ai quali dedicò libri importanti come Il bosco degli urogalli, Inverni lontani, Aspettando l’alba, Uomini, boschi e api e soprattutto Arboreto salvatico. In quest’ultimo libro , pubblicato nel 1991, Mario Rigoni Stern scelse venti alberi a lui particolarmente cari e li raccontò, partendo dalle caratteristiche botaniche e ambientali per poi illustrarne la storia e le ricchezze, spiegando gli influssi che hanno avuto nella cultura popolare e nella letteratura, non facendo mancare riferimenti alle sue esperienze di vita. Una intera comunità e le sue genti, quella dell’altipiano dei Sette Comuni, venne narrata nella stupenda trilogia composta da Storia di Tönle, L’anno della vittoria e Le stagioni di Giacomo, annoverabile senza dubbio tra i suoi libri migliori. Mario Rigoni Stern. Un ritratto  è la terza opera che Giuseppe Medicino gli ha dedicato, accanto a Mario Rigoni Stern. Il coraggio di dire no, e Mario Rigoni Stern. Vita, guerre, libri. Il centenario della nascita è celebrato anche da un bellissimo volume a fumetti che gli dedica un omaggio antiretorico, incrociando le sue narrazioni e la biografia con una formula intelligente e originale. I due grandi temi che costituiscono il filo comune delle sue opere letterarie, come ricorda nella prefazione Sergio Frigo, presidente del Premio letterario Rigoni Stern, sono quelli della storia – “la guerra che tutto travolge senza remissione”, e la natura, “che invece rimargina le ferite e risolleva l’uomo dagli abissi in cui si va periodicamente a cacciare”. La sceneggiatura del graphic novel è intessuta sulla vicenda de Il sergente nella neve, in cui Mario Rigoni Stern ripercorre la ritirata di Russia con i suoi alpini riportati “a baita“, con i ricordi rivissuti nel Ritorno sul Don quando, accompagnato dalla moglie, intraprese il viaggio verso l’Est per rivedere i luoghi della guerra “col cuore gonfio e la toponomastica impressa nella mente”.

La storia si intitola semplicemente Rigoni Stern (144 pagine edite da Becco Giallo, con la sceneggiatura di Camilla Trainini e i disegni di Chiara Raimondi) e inizia nel 1970 quando allo scrittore, seduto al suo tavolo di impiegato del catasto di Asiago, di tanto in tanto e quasi inavvertitamente trascrive sui fogli i nomi dei commilitoni, sussurrando: “Sento di avere un conto in sospeso con la memoria”. Parte con la moglie Anna per il lungo viaggio in treno alla volta di Kiev dove sono attesi da una guida per raggiungere la steppa russa e i luoghi del fronte del Don che riaccendono in lui le memorie. Le illustrazioni della venticinquenne Chiara Raimondi cambiamo colore ogni volta che si passa dal presente al passato, imprimendo una potente forza evocativa al racconto. Spesso le frasi sono tratte dai due libri, rispettando rigorosamente il pensiero e le descrizioni dello scrittore nei giorni della ritirata e della battaglia di Nikolajewka, dei campi di concentramento e del ritorno sull’altipiano. Le due giovanissime autrici fanno riecheggiare la sua voce: “..sotto la neve ritrovo i miei sentieri, sento di non essere solo. Nel silenzio, sembra che i compagni camminino ancora con me, risvegliati dalla memoria”. Un originale tributo al più grande scrittore di montagna del dopoguerra.

Marco Travaglini

Moncalieri inCanta

Percorsi d’autore IV Edizione

Piazza Solferino Live Concert

Domenica 24 ottobre alle ore 21, al Teatro Fonderie Limone, l’Associazione Magica Torino e l’Assessorato alla Cultura della Città di Moncalieri presentano Luigi Antinucci – Piazza Solferino live concert, secondo appuntamento della rassegna “MoncalierIncanta- percorsi d’autore IV Edizione” dopo l’esordio con la prima parte lo scorso 17 luglio a Cascina Le Vallere.

La rassegna musicale dedicata alla canzone d’autore italiana di artisti piemontesi è curata dal cantautore e conduttore radiofonico Luigi Antinucci. Domenica Antinucci sarà sul palco insieme a:

Gianluca Fuiano – batteria

Enzo Orefice – pianoforte

Massimo Camarca – basso elettrico

Bati Bartolio – fisarmonica

Marco Roagna – chitarra

Raffaella Antinucci – Chitarra e voci

Condurrà la serata Paolo Rossi di Radio Reporter Torino.

“L’azione che Magica Torino esemplarmente porta avanti, attraverso Moncalieri inCanta,grazie all’estro e alla passione di Luigi Antinucci, merita un grande plauso per la valorizzazione del patrimonio musicale locale più recente, senza però diventare mai folklore – dichiara soddisfatta l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Con orgoglio sottolineiamo che è nata nella nostra città. E’ un progetto che sosteniamo convintamente come occasione di riscoperta delle tradizioni e occasione di crescita culturale, personale e sociale, in una dimensione che oggi definiremmo glocal”.

“Piazza Solferino è un omaggio a Torino, la città che mi ha adottato e che, con la sua magia, mi ha avvicinato alla musica fin dai miei primi percorsi di vita – sintetizza Luigi Antinucci – La stessa piazza, gli stessi viali che negli anni accompagnarono la mia adolescenza: le panchine, gli amici, i libri di scuola, i primi amori, la chitarra”.

INGRESSO LIBERO

info e prenotazioni

mail: info@magicatorino.it

 XXXIII edizione del Salone del Libro, un successo 

Un bilancio della kermesse appena terminata

In attesa di ritornare all’edizione classica che si terrà a maggio prossimo, il Salone ha effettuato un test di prova e dal 14 al 18 ottobre si è tenuta la 33° edizione.

Un successo insperato, con l’ansia legata alle precauzioni dovute al famigerato Covid-19.
La giornata di lunedì 18 ottobre, ha chiuso ufficialmente la XXXIII edizione del Salone Internazionale del Libro.

Due anni di clausura sono stati lunghi da passare per tutti e anche per il Salone.
La comunità del Salone è tornata al Lingotto Fiere in un tripudio alla speranza. Vi sono tornati lettrici e lettori, scrittrici e scrittori, editori, insegnanti, studenti, famiglie, ragazzi, bambini, semplici cittadini, persone affermate e ad altre in cerca di visibilità che la kermesse ha dato.

Intelligente anche la scelta di posizionare i “big” alla fine degli stand, all’Oval e dare spazio e visibilità maggiore alle Case editrici più piccole all’inizio del Salone. Tutti hanno accolto una sfida senza precedenti e l’hanno fatto in maniera altrettanto eccezionale.

A tirare le fila dell’evento durante la conferenza stampa tenutasi oggi alle ore 16.30 presso la Sala Oro, sono stati: Silvio Viale, presidente dell’Associazione Torino, La Città del Libro; Giulio Biino, presidente della Fondazione Circolo dei lettori; Vittoria Poggio, Assessore alla Cultura, al Turismo e al Commercio della Regione Piemonte; Francesca Paola Leon, Assessore alla Cultura della Città di Torino; Piero Crocenzi, amministratore delegato di Salone Libro s.r.l. e Nicola Lagioia, direttore editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino e la carta vincente del Salone.

Grazie alla riorganizzazione degli spazi è stato possibile accogliere in sicurezza un numero di circa 150.000 visitatori (a partire dai 148.000 registrati alle ore 16:00 a cui si aggiungono quelli stimati dalle proiezioni delle ultime ore del lunedì). Sono stati 18mila i metri quadrati in più ricavati all’interno dei padiglioni 1, 2, 3 e Oval del centro polifunzionale Lingotto, la rinnovata larghezza dei corridoi di 4 metri – particolarmente apprezzata anche dagli editori – ha facilitato i flussi e l’accesso alle nuove sale a disposizione.

Le curiosità: lo staff del Salone era composto da oltre 90 persone che ha percorso nell’arco di 5 giorni oltre 8.000 km.
I volontari erano oltre 200, i cosiddetti “felpini”, giovani collaboratori che hanno gestito pubblico e ospiti nelle sale. Il merito del successo del Salone va anche a loro.

Il Salone è stato raccontato da tutte le angolazioni possibili, lo dimostrano gli oltre 40.000 scatti realizzati dal team fotografi, le oltre 3500 pagine di rassegna stampa raccolte nei soli giorni della Fiera e i 320 passaggi su radio e televisione. Gli accrediti professionali dell’edizione 2021 hanno visto un sensibile incremento: Stampa: 1.576; Blogger: 658; Professionali: 2.980 (+ 150%) per un totale di 5.214 accrediti professionali (+ 53%).

Secondo le stime dell’Osservatorio alberghiero della Camera di commercio di Torino, nel weekend appena trascorso l’occupazione alberghiera si è attestata all’84%, con un picco pari all’85,8% nella notte tra sabato e domenica, un incremento del 18,5% rispetto alla settimana precedente.

Tommaso Lo Russo

(Foto M. Martellotta)

Il lungo week-end dei Musei Reali tra mostre e visite speciali

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 A ottobre, un ricco programma di iniziative permette di riscoprire e approfondire le collezioni dei Musei Reali con visite e attività speciali per adulti e ragazzi.

 

Le visite speciali con CoopCulture

Fino al 31 marzo 2022 è possibile prenotare una visita ai percorsi speciali dei Musei Reali con le guide di CoopCulture.

Ogni martedì e venerdì, il pubblico sarà accompagnato nei magnifici appartamenti al piano terreno di Palazzo Reale, abitati da principesse, principi, sovrani tra la fine del Seicento e la prima metà del Novecento, e nelle suggestive Cucine Reali per rivivere gli antichi usi di Corte.

Ogni mercoledì e sabato, in Galleria Sabauda si potranno visitare le sale dedicate ai Maestri piemontesi dalla seconda metà del Trecento all’inizio del Cinquecento e proseguire alla scoperta della straordinaria raccolta del finanziere Riccardo Gualino, con opere che datano dall’antichità al Novecento.

Ogni giovedì e domenica sarà possibile approfondire le vicende storico-artistiche legate alla costruzione della Cappella della Sindone e ammirare i tesori conservati nella Sacrestia e nella Cappella Regia.

Costo delle attività: € 20 (€ 13 per Abbonamento Musei). Biglietti online su www.coopculture.it – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Sabato 23 ottobre alle ore 11 domenica 24 ottobre alle ore 15.30 le guide di CoopCulture accompagneranno il pubblico alla scoperta della mostra Cipro. Crocevia delle civiltà. Un percorso emozionante alla scoperta del fascino millenario dell’isola, raccontato attraverso le collezioni del Museo di Antichità, che costituiscono un nucleo pressoché unico nel panorama dei grandi musei europei, arricchito da prestiti provenienti da illustri istituzioni straniere tra cui il British Museum di Londra e il Metropolitan Museum of Art di New York. Il costo dell’attività è di € 7 oltre al biglietto di ingresso ridotto in mostra.

Biglietti online su www.coopculture.it – e-mail info.torino@coopculture.it.

 

Sabato 23 ottobre alle ore 15.30 e domenica 24 ottobre alle ore 11 le guide e gli storici dell’arte di CoopCulture condurranno inoltre la visita Benvenuto a Palazzo lungo le sale di rappresentanza del primo piano di Palazzo Reale e dell’Armeria, un percorso per scoprire o riscoprire la storia e la magnificenza della prima reggia d’Italia. Il costo della visita è di € 7 oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali (€ 13 ordinario, € 2 da 18 a 25 anni, gratuito under 18).

Biglietti online su www.coopculture.it – e-mail info.torino@coopculture.it.

 

Sabato 23 ottobre dalle ore 15 alle 17 nell’incontro di chiusura della Master Class Il museo: caso studio per progetti accessibili e inclusivi, gli allievi del corso di formazione dedicato al Design for All nel contesto museale presentano le proposte elaborate per la progettazione inclusiva applicata a specifici spazi dei Musei Reali. La discussione dei lavori, condotta dal direttore della Master Class prof. Pete Kercher, si svolgerà in presenza nella sala didattica al terzo piano della Manica Nuova ed è aperta al pubblico su prenotazione all’indirizzo mr-to.edu@beniculturali.it

 

Le mostre in corso

Allestita nello Spazio Scoperte al secondo piano della Galleria Sabaudafino al 7 novembre il pubblico può ammirare la mostra dossier Come parla un ritratto. Dipinti poco noti delle collezioni reali. L’esposizione presenta opere poco note della Pinacoteca e di Palazzo Reale che permettono di seguire l’evoluzione della ritrattistica di corte dal tardo Cinquecento alla metà del Settecento. Alcuni dipinti sono esposti per la prima volta dopo interventi conservativi eseguiti dalle restauratrici dei Musei Reali. Studi e ricerche sono stati condotti in collaborazione con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino. La visita alla mostra è compresa nel biglietto di ingresso dei Musei Reali.

 

Nell’ambito dei progetti di collaborazione tra musei italiani e stranieri, fino al 12 dicembre i Musei Reali ospitano nelle Sale dei Maestri Caravaggeschi, al primo piano della Galleria Sabauda, l’opera di Orazio Gentileschi Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, in prestito dalla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia. L’evento espositivo è una straordinaria opportunità di confronto con l’Annunciazione, capolavoro dello stesso artista, celebre seguace di Caravaggio, custodito dai Musei Reali. Il confronto tra queste due opere permette di accostarsi al metodo di lavoro del pittore, che consiste nel riutilizzo di cartoni o di lucidi per comporre singole figure o intere scene.  Il volto di Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, dipinto tra il 1615 e 1620 ritorna con attitudine simile in quello della Vergine nell’Annunciazione di Torino, donata dallo stesso Gentileschi al duca Carlo Emanuele I di Savoia nel 1623 e oggi esposta nella Galleria Sabauda.

 

Il fascino millenario di Cipro, cuore del Mediterraneo e ponte tra Oriente e Occidente, è protagonista della mostra internazionale Cipro. Crocevia delle civiltà, che si terrà fino al 9 gennaio 2022 nelle Sale Chiablese, realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e curata da Luca Bombardieri, docente di Archeologia cipriota, ed Elisa Panero, curatrice delle collezioni archeologiche dei Musei Reali. Si tratta di un’occasione unica per lasciarsi conquistare da una delle isole mediterranee più misteriose, il cui incanto è a tutt’oggi immutato: mitica culla di Afrodite, che nasce dalla spuma del mare cipriota, l’isola è crocevia di scambi commerciali e approdo di culture differenti in cui si forma la moderna concezione del mondo mediterraneo. La mostra è aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso ore 18). I biglietti possono essere acquistati su www.coopculture.it.

 

Fino al 9 gennaio 2022 i Musei Reali ospitano In Between, la prima mostra a Torino dedicata allo scultore piemontese Fabio Viale che ha conquistato notorietà internazionale grazie alle sue statue tatuate e alle straordinarie finzioni del marmo. Cinque opere monumentali allestite in Piazzetta Reale e un percorso curato da Filippo Masino e Roberto Mastroianni all’interno di Palazzo Reale testimoniano i campi di ricerca e presentano opere inedite, svelate al pubblico negli spazi della residenza sabauda. Realizzata in collaborazione con la Galleria Poggiali di Firenze, la mostra è compresa nel biglietto di ingresso ai Musei Reali.

 

La Biblioteca Reale

Dal 18 ottobre 2021, la Sala Lettura della Biblioteca Reale è aperta dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 15,15, chiusa il sabato. Le consultazioni dovranno essere prenotate con almeno 24 ore di anticipo scrivendo all’indirizzo mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it, indicando tutte le informazioni disponibili per la richiesta.

Per conoscere le modalità di accesso e registrazione consultare la pagina Orari e modalità di apertura della Biblioteca Reale – Musei Reali Torino (beniculturali.it)

 

Caffè Reale

Nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale è possibile rigenerarsi con una pausa al Caffè Reale Torino, ospitato in una ambientazione unica ed elegante, impreziosita da suppellettili in porcellana e argento provenienti dalle collezioni sabaude. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net.

 

Alla Gam il suono profondo e misterioso delle aurore boreali

“Alessandro Sciaraffa. Sinfonia”

Dal 21 ottobre al 9 gennaio 2022

Creatività da vendere. E per chi di creatività – ma anche di ingegno e curiosità  per i misteri più impercettibili della natura – ne ha da vendere,  sono tanti e spesso inattesi o volutamente casuali i percorsi messi a disposizione dai giochi intriganti dell’arte contemporanea. E’ il caso di Alessandro Sciaraffa (torinese, classe ’76), una laurea in Architettura al Politecnico di Torino e una “specializzazione” davvero interessante nella cosiddetta sound art, lo studio delle onde sonore e dei fenomeni invisibili della natura, rappresentati con l’aiuto della tecnologia. Esempio concreto e lampante è la sua “Sinfonia”, installazione immersiva e partecipativa, a cura della storica dell’arte Sara d’Alessandro Manozzo, esposta, fino al 9 gennaio, negli spazi della Sala 1 della GAM di Torino. L’opera è composta da un gong, da un sistema sonoro e da una proiezione video su uno schermo specchiante inseriti dentro uno spazio buio a unire due dei temi fondamentali nell’opera di Sciaraffa: il suono primitivo del gong e l’osservazione delle aurore boreali. Chiodo fisso dell’artista torinese sono infatti i fenomeni invisibili della natura, che lui sviscera attraverso l’uso di tecnologie sperimentali che prevedono, spesso, il coinvolgimento del pubblico. E il risultato, di grande suggestione misterica, è dunque la presenza simbiotica di suono, tecnologia e natura. Così come già in “Aurora”, opera presentata sempre alla GAM in occasione di “Luci d’Artista”, anche “Sinfonia” esplora e rende tangibile la luce scintillante, con le infinite sfumature di colori e forme, e il suono inudibile generato dall’aurora boreale, catturato attraverso apparecchiature capaci di captare le basse frequenze. In questo caso suono e luce sono attivati dal visitatore che interagisce con il gong. “Ci sarà – raccontava lo stesso Sciaraffa in fase di progettazione dell’opera – il suono delle aurore boreali, che inizieranno a scoppiettare, a luccicare. Tu potrai stare a guardare questi bagliori di luce, come dei grandi dipinti che scorrono in uno spazio tempo, per poi farli esplodere con il gong”. L’opera è quindi dedicata ai suoni delle “profondità naturali”, dagli aural chorus alle vibrazioni fisiche e archetipiche del gong “intrecciando cultura, eventi naturali, onde sonore e tecnologia per offrire un’esperienza che conduce il visitatore in un viaggio immaginifico attraverso realtà fisiche sconosciute”.

Il progetto di Sciaraffa, scelto da “Fondazione Torino Musei – GAM”, ha vinto il bando “Italian Council” (IX edizione, 2020), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della “Direzione Generale Creatività Contemporanea” del “Ministero della Cultura”, che prevede il finanziamento di progetti culturali finalizzati alla promozione, produzione, conoscenza, diffusione della creazione contemporanea italiana in Italia e all’estero nel campo delle arti visive. Destinata alla collezione permanente della GAM“Sinfonia” è esposta per la prima volta negli spazi del Museo e si trasferirà in primavera (4 marzo – 22 aprile 2022)  nelle sale della “Fondazione e Galleria TSE Art Destination”, a Nur-Sultan, una delle realtà più dinamiche nel panorama artistico contemporaneo del Kazakhstan: rafforzerà così la relazione fra la città di Torino e la capitale kazaka, in occasione delle celebrazioni dei trent’anni di relazioni diplomatiche tra i due paesi.

Durante il periodo di esposizione alla GAM di Torino, sono previsti alcuni eventi legati all’approfondimento di elettroacustica e sound art.

g.m.

“Alessandro Sciaraffa. Sinfonia”

GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea”, via Magenta 31, Torino; tel. 011/4429518 o www.gamtorino.it

Fino al 9 gennaio 2022

Orari: mart. merc. ven. sab. e dom. 10/18; giov. 13/21. Lunedì chiusi

Photo: Alessandro Muner

Silto Experience: fermati, osserva, pensa

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Spazio Lancia 23 ottobre – 14 novembre Open day 22 ottobre 10 – 21 Vernissage ore 19

 

Cos’è Silto Experience: fermati, osserva, pensa

Silto Experience: fermati, osserva, pensa” è la prima mostra personale di Silto, al secolo Carlo Siletto, che sarà visitabile dal 23 ottobre al 14 novembre 2021, con ingresso gratuito dal mercoledì alla domenica (orari su www.spaziolancia.it), nei rinnovati spazi espositivi di Palazzo Lancia, in via Vincenzo Lancia a Torino.

L’esposizione si propone come percorso esperienziale e interattivo ed è composta da 30 opere, riduttivo chiamarli semplicemente “quadri”, definibili come oggetti d’arte, a metà tra pittura e scultura, poesia e comunicazione.

Silto, ingegnere entrato nel mondo dell’arte solo da qualche anno, si propone con essi di stimolare gli spettatori attraverso un viaggio cui tutti sono invitati, dai professionisti agli amanti dell’arte, fino ai non addetti ai lavori, agli adulti e ai bambini.  Legno, tela, specchi, plexiglas, ma anche video emozionali e trailer di presentazione delle opere esposte, sono la materia di cui si nutre la mostra; ed è attraverso di essa che l’essere umano, calato nelle contraddizioni e nelle storture della società moderna, torna a essere assoluto protagonista.

 

“Silto Experience: fermati, osserva, pensa” si fonda sul principio di interattività. La reciprocità tra artista e visitatore non si manifesterà solo nella realtà aumentata dei Qr Code, grazie ai quali si potranno ottenere numerose spiegazioni supplementari sui propri device, e nella possibilità di “creare” la propria opera d’arte con l’ausilio di un software, per poi vederla crescere, realizzarsi fisicamente e diventare un’unica grande opera collettiva esposta, con una sorpresa aggiunta dall’artista, a fine mostra. Lo scambio si manifesterà piuttosto nel dialogo mentale con cui Silto conta di stimolare le persone a «pensare e ad ascoltarsi». Una dinamica possibile grazie a una presentazione innovativa e diretta, di semplice comprensione, che si avvarrà di numerose forme comunicative: come la musica, il video e l’affabulazione, tese a stimolare l’anima artistica spesso sopita in ognuno di noi. Inoltre, ogni installazione sarà coadiuvata dalla presenza “virtuale” dell’artista che tramite video dedicati descriveranno concepimento, messaggio e modalità di preparazione dei lavori.

 

Chi è Silto

«Sono nato a Torino da una famiglia di valori antichi ma dalla mentalità moderna e questa apparente contraddizione mi ha sempre accompagnato e guidato». Si presenta così Carlo Siletto, in arte Silto, ingegnere nonché artista, inusuale e poliedrico. Ammette di sentirsi «un po’ un intruso nel mondo dell’arte», cui si è avvicinato pienamente solo nel 2017 «quando -afferma- ho sentito l’esigenza di iniziare un dialogo diverso con me stesso e con il mondo che mi circonda, lasciando che la mia anima razionale e quell’espressiva si fondessero, senza per questo rinunciare alla mia piena espressività».

È da questa presa di coscienza che Silto ha cominciato a condividere con gli altri le sue opere. Le definisce «frutto dell’ingegneria dell’immaginazione; non è ingegneria, non è arte, non è comunicazione ma forse un po’ di tutte tre le cose insieme». Poi precisa che la sua arte non pretende di parlare di politica, di attualità, di sé o di altri: «Il mio mondo creativo –sottolinea- non è realtà, né “solo” pittura; provo piuttosto a raccontare dell’uomo, dell’umanità, della sua razionalità e dei suoi sentimenti calati nella società contemporanea». Un’arte che affonda le sue radici nel suo lavoro di ingegnere, immerso per anni nei grammi di flusso, nella ricerca statistica e nel codice binario: «Elementi che mi hanno spinto a esplorare altre vie espressive che non fossero risposte sempre semplici, nette, monocromatiche».

Non è un caso che l’artista confessi di aver sempre vissuto «a cavallo due linee: quella del sognatore e quella del metodico; quella poetica e quella pragmatica». Entrambe sono state supportate da una formazione scientifica, ma anche dalla scrittura di poesie, dell’ascolto di tanta musica e dalle frequentazioni di amici fidati che hanno addolcito i suoi anni impegnativi al politecnico.

Dov’è Silto Experience: fermati, osserva, pensa

La mostra “Silto Experience: fermati, osserva, pensa” è anche il pretesto per riscoprire uno degli edifici più iconici della città, sede perfetta per una mostra che si affida anche alla dialettica tra arte e tecnologia. Palazzo Lancia, grattacielo commissionato dall’industriale Gianni Lancia ed edificato tra il 1954 e il 1957 su progetto di Nino Rosani con la collaborazione dello Studio Giò Ponti, è stato recentemente riportato all’antico splendore grazie alla Bentley SOA, azienda attiva nel settore della qualificazione delle imprese che operano nel mercato degli appalti pubblici.

L’edificio a ponte di 17 piani situato nel cuore di Borgo San Paolo, simbolo architettonico delle aspettative industriali all’alba del miracolo economico, ha messo a disposizione del pubblico il suo primo piano, uno spazio a pianta libera con una doppia, affascinante vista sulla città. Oggi lo Spazio Lancia, definito «avanguardistico spazio espositivo aperto a ospitare la progettualità creativa torinese facendo dialogare il presente con il proprio passato», si apre alla cultura nelle sue diverse espressioni, come arte, musica e design.

Libri d’artista e di poesia visiva alla libreria antiquaria Freddi

È stata Inaugurata mercoledì 20 ottobre scorso la mostra intitolata “Sulle tracce di multiformi percorsi d’artista: libri d’artista e di poesia visiva” presso la libreria antiquaria Freddi, in via Mazzini a Torino.

L’esposizione vuole essere l’occasione di approfondimenti critici, presentando libri di poesia visiva, di artista, libri oggetto e pop up d’artista, ponendo l’attenzione sulla varietà di tipologie e di tecniche inerenti il libro d’artista, che deve essere inteso come uno strumento in costante evoluzione.
Il “Progetto animato e d’artista” è curato dall’Associazione culturale “Collezione Piero Marengo Progetto libro animato e d’artista”  ha anche promosso, a margine della mostra, una tavola rotonda, per esaminare in maniera più approfondita i rapporti presenti tra editoria e libro d’artista, in una reciproca ridefinizione e in un vero e proprio confronto frontale.
I libri animati e d’artista costituiscono una straordinaria forma di sperimentazione e di ricerca innovativa nel campo della lettura e della trasmissione della cultura. All’estero hanno ottenuto la massima valorizzazione e godono del completo riconoscimento da parte dei soggetti istituzionali competente, quali biblioteche, musei e accademie. Non hanno, invece, purtroppo ancora raggiunto la giusta considerazione in Italia , Paese in cui non ne sono state ancora colte appieno le implicazioni profonde nei confronti dei processi di conoscenza, lettura e percezione del testo.
L’Associazione Culturale Collezione Piero Marengo-Progetto libro animato d’artista si propone di valorizzare le raccolte della collezione attraverso l’organizzazione di mostre e manifestazioni capaci di metterne in luce il valore culturale e spettacolare, oltre che attraverso la promozione di convegni, conferenze e tavole rotonde, in grado di di stimolare lo studio scientifico del libro animato.
La tavola rotonda, che si è tenuta mercoledì 20 ottobre scorso nel pomeriggio presso la Biblioteca Civica Centrale, nella Sala Conferenze, in via della Cittadella 5, è stata introdotta e coordinata dal professor Maurizio Vivarelli, del Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino. Ha visto l’intervento di artisti del libro, piccoli editori, storici del libro e dell’arte, accanto a esperti di arte grafica. Sono intervenuti Liliana Ebalginelli, Fernanda Fedi, Gino Gini, Alina Kalczynska, Elisa Pellacani, Alfredo Taroni e Susanna Vallebona.
La mostra è visitabile dal 21 al 30 ottobre prossimi con prenotazione di 15 gruppi di persone la volta e sarà richiesto di esibire il greenpass.
Orari di apertura: dal lunedì al sabato 10.30- 12.30; 16-19.30.
Le riprese audio e video dei due eventi sono realizzate dal giornalista e videomaker Carlo Buonerba ( Ceo Kelados) e saranno disponibili sul sito www.librianimatidartista.it

Mara Martellotta