CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 400

“Fuori. Storie dal manicomio”

Una drammatica pagina di storia nazionale rivive sul palco dell’ex ospedale psichiatrico di Collegno. Martedì 6 luglio

Fra le più importanti strutture manicomiali d’Italia, quello che fu il “Regio Manicomio” di Collegno (costruito nel 1852 e gestito dall’Ordine Certosino fino al 1890, per poi passare all’Opera Pia come nuovo ente gestore autonomo per effetto delle Leggi Crispine) rivive e racconta la sua storia sul grande palco montato nel cortile della Lavanderia dell’ex-struttura psichiatrica, attraverso lo spettacolo teatrale “Fuori.

Storie dal manicomio”, firmato e prodotto da “Lab22” nella seconda serata del “Flowers Festival”. L’appuntamento, messo in scena in un luogo fortemente simbolico, è per martedì 6 luglio, a partire dalle 21. Dentro quei terribili muri di cinta, costruiti su progetto dell’inegner Luigi Fenoglio e che separavano totalmente il mondo dei “matti” dalla realtà del paese che viveva tutt’intorno, all’esterno, prende corpo una pagina orribile e disumana di storia locale e nazionale, insieme alle vite di chi – adulto o bambino – fu rinchiuso e cancellato come essere umano in quei tetri corridoi, sottoposto a crudeli terapie sperimentali e a punizioni e costrizioni vergognose, sotto l’aspetto psicologico e corporale. Il testo è stato scritto da Serena Ferrari partendo dalle inchieste dei giornalisti Alberto Papuzzi e Alberto Gaino e dal libro di Bruna Bertolo “Donne e follia in Piemonte”, ma anche dalle vite dei protagonisti del tempo, come lo spregiucato professor Giorgio Coda, vice direttore dell’Ospedale psichiatrico, processato nel 1970-1974 per “maltrattamenti” con relativa condanna a cinque anni di detenzione, al pagamento delle spese processuali e all’interdizione dalla professione medica per cinque anni. Ma la storia intreccia anche l’amore nei versi di Alda Merini e in quelli cantati da Simone Cristicchi e da Franco Battiato. Racconta quel mondo e la battaglia che nacque al suo interno e condusse, poi, nel 1978, alla promulgazione della legge n. 180 relativa agli “Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori”, comunemente nota come Legge Basaglia, che portò alla chiusura dei manicomi. Già l’anno precedente l’Amministrazione Comunale di Collegno aveva fatto abbattere il primo tratto del muro di cinta che circondava il Manicomio, precorrendo la coraggiosa misura legislativa che decretò il definitivo superamento degli ospedali psichiatrici, con una conseguente e rinnovata sensibilità nei confronti del disagio psichico. Serena Ferrari, insieme a Fabrizio Rizzolo, firma anche la regia di “Fuori. Storie dal manicomio” che conta su un cast numerosissimo, fatto di attori professionisti, ballerini ma anche di un’orchestra che realizza dal vivo, sul palco, tutte le musiche di accompagnamento. “Negli ultimi anni abbiamo creato degli spettacoli su temi d’impegno civile. Ne abbiamo firmato uno sulle morti bianche e sui morti della Thyssen Krupp di Torino, uno per contrastare la violenza sulle donne, uno sulla scomparsa del ragazzo collegnese Fabrizio Catalano» spiega il presidente di “Lab 22”, Claudio Ferrari. Nessuno ha però ottenuto il riscontro di “Fuori”, che ha inanellato, dalla sua prima messa in scena, 15 repliche e 15 sold out. Uno spettacolo forte, che “urla” come suggerisce la slide che viene proiettata prima dell’inizio della pièce. Al centro storie di abusi e violenze. Di speranze e di poesia. Di muri costruiti e non più abbattuti. Di esclusione del diverso. “A tratti un pugno allo stomaco, a tratti una musica che unisce amori e storie. Uno spettacolo intenso che mescola movimento e parole, ricordi e il messaggio che escludere non porta mai a nulla”.

Biglietti in vendita al link: http://bit.ly/FUORI_STORIE_DAL_MANICOMIO

Costo 20 euro più prevendita.

g. m.

 

Renato Rascel, torinese “per caso” 

Trent’anni fa, il 2 gennaio del 1991, moriva dopo una lunga malattia Renato Rascel, nome d’arte di Renato Ranucci. Artista incredibilmente versatile, indimenticabile protagonista del teatro leggero italiano, nella sua lunga carriera di attore, comico, cantautore e ballerino si cimentò in moltissimi ruoli.

In molti, tra i non più giovanissimi, lo ricorderanno protagonista di moltissimi spettacoli dalla rivista alla commedia musicale, dall’intrattenimento televisivo e radiofonico all’operetta e al teatro. Non tutti sanno però che nacque “casualmente” a Torino il 27 aprile 1912, durante una tournée della compagnia di cui facevano parte i suoi genitori, il cantante di operetta Cesare Ranucci e la ballerina classica Paola Massa, artisti di opera comica che lavorarono anche con il grande Ettore Petrolini. Il piccolo Renato passò così i primi giorni di vita in una cesta dietro le quinte dove i genitori, a turno, si prendevano cura di lui tra una scena e l’altra. Venne poi battezzato  a Roma, nella basilica di San Pietro per volontà del padre “che volle confermare la sua romanità risalente a sette generazioni”. Nascendo in una famiglia d’artisti fu normale che anche Renato sentisse il richiamo della scena e così, fin  da piccolo, si ritrovò a calcare i palcoscenici di compagnie filodrammatiche e teatrali. L’esperienza lo portò a inventare un suo personaggio che lo rese riconoscibile al grande pubblico. La bassa statura e il fisico esile gli suggerirono la celebre, esilarante e surreale  interpretazione del Corazziere. Elaborò sketch e canzoni diventate pietre miliari della rivista, al fianco di attori e autori come Garinei e Giovannini. I ragazzini della mia generazione lo ricordano in televisione con la veste talare del protagonista de “I racconti di padre Brown”, sceneggiato prodotto e messo in onda dalla Rai nel 1970. Risale a quello stesso anno la sua ultima  interpretazione in una commedia musicale di Garinei e Giovannini (Alleluja brava gente) dove Rascel ebbe l’onere di sostituire all’ultimo istante il famosissimo  Domenico Modugno con un giovane Gigi Proietti, pressoché sconosciuto al pubblico.

Marco Travaglini

Le eccellenze femminili del circo contemporaneo

XX FESTIVAL INTERNAZIONALE SUL FILO DEL CIRCO

In scena dal 2 al 10 luglio 2021 al Parco culturale Le Serre di Grugliasco (TO)

Dal 2 al 10 luglio torna, presso il Parco culturale Le Serre di Grugliasco, in provincia di Torino, l’appuntamento con il Festival Internazionale Sul Filo del Circo, la principale manifestazione nazionale di Circo Contemporaneo per storicità e qualità degli spettacoli proposti, giunto quest’anno alla sua ventesima edizione. Undici le compagnie ospiti, fra cui i cast degli allievi del secondo anno dell’Accademia professionale di Fondazione Cirko Vertigo, organizzatrice del festival, con artisti provenienti da Italia, Portogallo, Francia, Svizzera, Spagna, Croazia, Germania, Regno Unito, Grecia, Albania, Polonia, Israele, Colombia, Messico e Argentina.

Sul Filo del Circo riconferma anche quest’anno, dopo lo stop forzato dell’edizione 2020, la sua vocazione a essere sostenitore delle espressioni più innovative del circo contemporaneo, con un focus sulla creatività al femminile. Spazio quindi a spettacoli di circo contemporaneo che vedano la presenza artistica e creativa di una o più figure eccellenti di professioniste dello spettacolo dal vivo senza limitazione di ambito o spettacoli dedicati ai temi riguardanti la figura della donna e l’universo femminile, ovvero scritti, diretti e creati da artiste donne. Attraverso questa scelta, che non è solo tematica ma vuole incidere sul reale coinvolgimento di un maggior numero di professioniste dello spettacolo, si intende dare evidenza alle donne che sono state e sono protagoniste nelle diverse discipline del percorso artistico e creativo, portatrici attraverso di esso di significative istanze sociali di mutamento. Diffondere conoscenza su questo tema produce un nuovo livello di consapevolezza sul ruolo delle figure femminili nella vita culturale e sociale, e aiuta concretamente a perseguire quel principio di equità e di pari opportunità che deve trovare concretezza nella nostra quotidianità, oggi più che mai.

La necessità di incontrare il pubblico dal vivo, di sentire gli applausi, di emozionarsi sul palco e far emozionare, la voglia di portare in scena le proprie creazioni sono i sentimenti che accomunano tutte le professioniste dello spettacolo, protagoniste a vario titolo di questa edizione.

“Un traguardo auspicato, atteso e difeso per la comunità di artisti e spettatori che si ritroverà magicamente sulla scena diffusa del Parco Culturale Le Serre – spiega il direttore di Fondazione Cirko Vertigo, Paolo Stratta -. Per l’occasione tre scene lavoreranno ininterrottamente a riportare in vita quel triangolo d’oro che Fondazione Cirko Vertigo ha saputo creare in questi vent’anni, tra alta formazione, creazione artistica (della compagnia blucinQue di Caterina Mochi Sismondi e delle Residenze Artistiche) e diffusione”.

Il festival, organizzato da Fondazione Cirko Vertigo, con il sostegno di Città di Grugliasco, che lo ospita fin dalla sua prima edizione e di Regione Piemonte, il patrocinio di Città Metropolitana di Torino e Acci – Associazione Circo Contemporaneo Italia e in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo e Società Le Serre, ospiterà in media tre compagnie al giorno che si esibiranno all’interno del TLS – Teatro Le Serre, nello Chapiteau Teatro nelle Foglie, montato ad hoc per il festival, e all’aperto, all’interno del parco. La collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo fa rientrare il festival Sul filo del Circo in una più ampia programmazione estiva su base regionale, con la quale si intende dare vita a un unico grande e multidisciplinare palcoscenico piemontese.

Ogni spazio potrà ospitare un numero massimo di spettatori, stabilito nel pieno rispetto delle normative anti Covid e gli orari saranno scaglionati per permettere, a chi lo desidera, di vivere, con un unico biglietto giornaliero, una vera e propria esperienza immersiva nel mondo del circo contemporaneo e poter godere quindi di tutti gli spettacoli della giornata semplicemente spostandosi nel verde del parco Le Serre.

Il Festival aderisce al progetto Take Off, nato dall’unione delle forze di Fondazione Cirko Vertigo con Associazione Sarabanda Impresa Sociale e Associazione Culturale IdeAgorà, in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo e con il sostegno di Fondazione CRT, Città di Grugliasco e Molecola. Il progetto, che ha lo scopo di immaginare e costruire un circo contemporaneo italiano di qualità, sostenendo compagnie innovative che realizzano produzioni competitive sul mercato internazionale, gode di una serie di partenariati internazionali quali: Delegazione del Québec in Italia – Roma; Plateforme 2 Pôles Cirque en Normandie – La Brèche de Cherbourg – Francia; CIRCa, Pôle National Cirque Auch – Francia; Lost in Translation Circus – Regno Unito; FEDEC (European Federation of Professional Circus Schools).

“Potremmo chiamarla l’edizione della ripartenza e per questo apprezziamo l’averla dedicata alle donne – dichiara Emanuela Guarino, Assessora alla Cultura della Città di Grugliasco – Sono le donne ad aver subito di più in questa pandemia, da molti punti di vista, ed è dalla capacità feconda delle donne di guardare avanti, con resilienza e creatività, che possiamo trarre esempi e motivi di ottimismo. La Fondazione Cirko Vertigo, e la sua direzione artistica, con questa scelta si dimostrano in sintonia con il sentire dell’Amministrazione grugliaschese e attenti lettori degli eventi. A loro va il plauso del Sindaco Roberto Montà e mio e il ringraziamento per la professionalità e la fiducia con cui guardano al futuro”.

Il Festival sarà l’occasione per conoscere artiste di circo di grande talento, sia a livello tecnico che espressivo, come Edvige Ungaro, Coline Mercier e Chiara Capparelli. Presenterà i lavori di registe e coreografe approdate al circo dopo aver sviluppato esperienze nel teatro, nella danza, nella clownerie, come Caterina Mochi Sismondi, Joanna Bassi, Clara Larcher, Sophia Perez e Karine Noël, oltre che musiciste di grande creatività e innovatività, come Bea Zanin. Ambasciatore delle più innovative espressioni del circo contemporaneo in Italia e al tempo stesso catalizzatore delle creatività internazionali più all’avanguardia del settore, il festival si dimostra così in grado di dialogare con la scena mondiale e assolvere al ruolo di facilitatore di quel processo inscindibile tra formazione, creazione e diffusione delle opere d’arte. Il tema del femminile è trasversale ai generi e ai luoghi; in questo senso, rappresenta un focus di riflessione che accomuna tutto il contesto europeo.

Saranno protagoniste delle prime due giornate della kermesse, ovvero il 2 e 3 luglio, tre compagnie molto differenti fra loro: si tratta del trio costituito da Joanna Bassi, Vio Garcia e Sabina Drag, Chiara Capparelli e Compagnia blucinQue.

Lo spettacolo Trioom, in prima italiana al festival, parte dal concetto secondo cui l’umorismo sia il legame più forte tra le persone. Andando oltre le loro carriere individuali come donne clown, Sabina Drag dalla Polonia, Vio Garcia dalla Spagna e Joanna Bassi, discendente da una famiglia di artisti italo-franco-inglese, si sono riunite a Berlino, dove attualmente vivono, per dare vita a un progetto artistico con il quale reagire all’attuale situazione pandemica. Le artiste hanno così creato uno spettacolo nel quale il classico format di performance comica accompagnata dalla musica si mescola con influssi contemporanei. Utilizzando il pretesto di una falsa videochiamata, le tre clown si prendono gioco della nostra nuova vita digitale, piena di difficoltà tecniche. “Indubbiamente è troppo presto per misurare l’impatto globale della pandemia sul mondo dello spettacolo. È già chiaro che, con o senza pubblico, vengano documentati molti più spettacoli, una tendenza destinata a rimanere – commenta Joanna Bassi, figlia d’arta, alle spalle una carriera lunga una vita -. Questo crea da un lato una memoria artistica e culturale senza precedenti, e a lungo termine ciò influenzerà gli artisti. Dall’altro dà una responsabilità aggiuntiva agli organizzatori di spettacoli nei confronti del pubblico: dovranno riuscire a ricreare degli ambienti in grado di competere con la comodità del salotto di casa, dove il pubblico ha imparato a guardare tutto ciò che desiderava per mesi”.

Nelle stesse giornate andrà in scena, emozionata per il fatto di portare al festival la sua prima creazione personale, Chiara Capparelli con Além-Corpo, sull’esperienza di “uscita dal corpo fisico”, in cui il corpo e la coscienza si separano per alcuni istanti, permettendoci di conoscere le nostre reali possibilità. In quest’opera dal sapore noir e grottesco troviamo un virtuosismo dato dalle acrobazie aeree su corde verticali che opera in funzione di narrativa, interpretazione e movimento e anche una plasticità scenica dovuta alla decostruzione dell’attrezzo e dei materiali utilizzati per la scena.

Il 3 luglio sarà portata in scena Gelsomina Dreams, ultima produzione della compagnia blucinQue  diretta da Caterina Mochi Sismondi. Dichiarato omaggio all’immaginario di Federico Fellini a 100 anni dalla sua nascita, lo spettacolo è stato selezionato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), in collaborazione con il Ministero della Cultura tra le 20 produzioni artistiche inedite di danza, teatro e circo contemporaneo da finanziare nell’ambito dell’iniziativa “Vivere all’italiana sul palcoscenico”. Gli artisti in scena si muovono in un’ambientazione sospesa e senza tempo, che allude a un set cinematografico dismesso di felliniana memoria. Gelsomina Dreams innesta sul linguaggio del teatrodanza i linguaggi della musica, suonata dal vivo, qui rielaborando anche melodie del grande Nino Rota, e del circo contemporaneo. Protagonisti in scena: Alexandre Duarte, Elisa Mutto, Federico Ceragioli, Vladimir Ježić, Antonio Fazio, Beatrice Zanin, Niccolò Bottasso e Michelangelo Merlanti.  Con la partecipazione di Paolo Stratta e Nina Carola Stratta. “In ambito artistico non parlerei di questioni di genere quanto di identità: se l’identità dell’artista è forte – spiega Caterina Mochi Sismondi – e si ricerca una coerenza nel proprio percorso creativo, basata su una reale necessità, il fatto di essere una donna può diventare anche un punto di forza”.

Corda aerea, danza, sospensione capillare sono invece le discipline che Clara Larcher e Jose Cerecéda della Compañia Depàso porteranno in scena domenica 4 e lunedì 5 luglio nella loro nuova creazione La Trottola. Due personaggi avvolti in una scena senza tempo, si incontreranno in un viaggio vertiginoso dentro un vortice, un rituale per scoprire che cosa c’è dentro ognuno di loro in mezzo al caos. “È impossibile – spiega Clara Larcher – slegarsi da questa epoca di cambiamento nel mondo delle performing art: è stato così tanto inscatolato fra le mura domestiche e gli schermi che inevitabilmente ci dovrà essere una rinascita esplosiva e potente, lo stesso potenziale di trasformazione e sconvolgimento profondo che sta portando avanti il mondo delle donne. C’è un’evidente sete di cultura da parte di tutti, voglia di fare, di vedere, di nutrirsi. La cultura è necessaria per lo sviluppo di una società sana”.

Domenica 4 luglio data unica per Coline Mercier che si esibirà in prima nazionale in Seule en roue, spaccato su quello che per una clown possa significare essere una giovane donna oggi, nata in un paese patriarcale, educata in mezzo agli stereotipi femminili e a disuguaglianze culturalmente accettate. “La discriminazione uomo-donna esiste e c’è tanto ancora da fare per annullarla, nella fase di formazione dei nuovi artisti così come nella distribuzione degli spettacoli. Il fatto stesso di porci la domanda: esistono discriminazioni di genere nel mondo dello spettacolo dal vivo, testimonia il fatto che le discriminazioni esistono. Gli artisti di tutti i tipi, uomini, donne o LGBTQ, sono essenziali”. Coline sarà come un raggio di sole che rischierà lo spirito del pubblico con le sue marachelle perché chiunque potrà identificarsi nel suo groviglio di gioia, frenesia e indecisione.

Il tempo, concetto su cui i lockdown hanno costretto tutti alla riflessione, è il punto di partenza dello spettacolo in prima nazionale Kairos. Riflessi per la creazione della compagnia Teatro nelle Foglie. Per Elena Fresch, Marta Finazzi e Nicolas Benincasa, i tre poliedrici artisti che fondano la compagnia, supportati da Damian Fiore Giralt, Lucie Vendlova e Marco Meneghel, il gioco è la chiave per liberare il tempo e renderlo libero da impegni e questioni materiali. Per Elena Fresh, socia fondatrice della compagnia e i suoi colleghi, la nuova normalità dettata dalla pandemia “richiede resilienza e capacità di reinventarsi, e la storia ci insegna che noi donne abbiamo tutte le qualità per far sì che ciò accada. Torno in scena diversa, consapevole che niente sarà come prima ma non per forza con un’accezione negativa”. Fra una ricca scenografia e tecnologie di proiezione 3D digitale, per ben cinque giorni, dal 4 all’8 luglio, prenderà vita una realtà altra nella quale lo spettatore non potrà fare altro che immergersi.

Con gli occhi sognanti ma sempre ben aperti il 6 e 7 luglio potremo assistere alla commedia romantica della Compagnia Autoportante. I due filferristi Emma Edvige Ungaro e Damián Elencwajg in Fuori al naturale porteranno sul filo teso una storia d’amore, la loro storia, raccontando la routine di una coppia che giornalmente si prepara per la vita con conflitti, divertimento, delusioni e riconquiste. Equilibrio, danza e teatro si mescoleranno con l’unico fine di stupire ed emozionare i pubblici di tutto il mondo. Gli acrobati si muoveranno sulle note della Pizzica, danza tradizionale del Salento, che farà da colonna sonora all’intero spettacolo. “Tornare in scena con la prima di uno studio del nostro nuovo spettacolo è ancora più emozionante, e che sia Fondazione Cirko Vertigo a ospitarci assume un significato ancora più forte – spiega Edvige Ungaro -, il trampolino di lancio verso i miei sogni, da dove tutto è partito, dove ci siamo conosciuti io e mio marito, compagno di vita e di lavoro. Un ‘emozione indescrivibile, sarà una grande sfida per me gestire emozioni così forti. Amo le sfide, per questo faccio filo teso”.

Una indimenticabile protagonista della letteratura mondiale e di una delle storie d’amore più popolari al mondo, Giulietta di William Shakespeare, è colei che dà ispirazione al secondo lavoro portato al festival dalla compagnia blucinQue diretta da Caterina Mochi Sismondi, in data unica mercoledì 7 luglio. Vertigine di Giulietta – Distance mode è un lavoro di ricerca sul movimento e la composizione tra teatrodanza, testo, musica dal vivo e discipline circensi, ora con il focus della distanza, da agire e sperimentare anche sulla scena per un percorso post lockdown. A scandire il ritmo, l’alternanza simbiotica di brani di Prokofiev e della musica eseguita da un violoncello classico processato dal vivo da Bea Zanin, musicista in scena insieme ai cinque performer, danzatori e circensi, coinvolti nella composizione fisica e musicale, ovvero Elisa Mutto, Alexandre Duarte, Federico Ceragioli, Vladimir Ježić, e Rio Ballerani.

Il corso professionale per Artista di Circo contemporaneo di Fondazione Cirko Vertigo riconferma la propria vocazione ad essere hub creativo e formativo, preparando le giovani promesse del circo contemporaneo non solo all’esibizione scenica, ma a diventare individualmente artefici di un processo creativo ed esprimere al meglio il proprio talento. È questo il senso più vero di Exit, esibizione dei 14 allievi dell’ultimo anno dell’Accademia, impegnati ciascuno nella realizzazione di un numero intimo e personale volto a suggellare il proprio percorso formativo e artistico. Con l’accompagnamento artistico di Alessandra Simone e Luca Morrocchi, i giovani artisti si esibiranno durante le tre serate conclusive del festival in quattro differenti cast, di cui faranno parte: Filimon Alexandro Balacel, Shunya Baner, Sukey Jane Calladine, Victoria Georgoulaki Tzannetou, Mayra Alejandra Gonzalez Borja, Simona Lea Huber, Daniele Ippolito, Michelangelo Merlanti, Sara Montanaro, Arianna Puiatti, Beatrice Rosso, Yaniv Shem Tov, Besmir Sula, Carina Zimmermann e Georgina Danaé Basurto Gutiérrez.

La carta, così malleabile e delicata, è elemento guida della creazione Charta della compagnia Nomaduo, costituita da Cristiana Morelli e Flavio Barbui, visibile nelle due serate conclusive del festival, il 9 e 10 luglio. Tra mano a mano, scala di equilibrio e aerea e acroduo i due artisti, emozionati all’idea di poter condividere dal vivo la loro arte, portano in scena uno spettacolo nel quale la carta si trasforma e diventa contenitore di infinite possibilità, luogo in cui poter mettere qualunque tipo di espressione umana, un magazzino infinito di arte e significato, aperto a qualunque persona voglia assaporarne e condividerne il contenuto.

In prima nazionale il 9 luglio uno degli appuntamenti più attesi dal festival: la compagnia francese Cabas, grazie alla regista Sophia Perez e l’aiuto regista Karine Noël, la direttrice di produzione Maude Tornare e la sound designer Colombine Jacquemont, porta in scena l’adrenalinico spettacolo Desiderata con il quale affronterà il tema dell’identità di genere attraverso i corpi di 6 giovani uomini: Remi Auzanneau, Hernan Elencwajg, Johannes Holm Veje, Tanguy Pelayo, Baptiste Petit e Martin Richard. Le loro acrobazie mozzafiato, eseguite con l’ausilio della bascula e del quadro coreani, racconteranno la parte più intima degli acrobati in scena. Desiderata reinventa la loro arte, la loro tecnica acrobatica in modo che risuoni coralmente. I protagonisti metteranno in discussione la propria identità lasciando il pubblico a bocca aperta con i loro virtuosismi e grazie alla vasta gamma di emozioni portate sul palco.

Il festival internazionale Sul filo del Circo chiude con Leo Bassi, monumento della clownerie mondiale, che lascerà gli spettatori piacevolmente sconvolti e totalmente disarmati di fronte alle sue trovate dissacranti, frutto di una carriera lunga 40 anni. Nel suo Best of Leo Bassi – Woman Edition dedicato alla donna e al tema del femminile, riuscirà a giocare come sempre sulla provocazione e sugli eccessi per rompere ancora una volta tutti gli schemi e i generi, collocandosi fra il comico, il teatro di strada, l’arte circense e il teatro politico.

Durante i giorni del festival è inoltre in programma, all’interno dello Chalet Allemand, nel parco culturale Le Serre di Grugliasco, una mostra dedicata a Eugenio Guglielminetti, scenografo, costumista, pittore e scultore italiano, nato ad Asti nel 1921. Questa mostra intende rendere omaggio al suo genio artistico a cento anni dalla nascita attraverso non solo l’esposizione di alcune delle sue opere ma anche con la lettura, a cura dell’attrice comica Luisella Tamietto, di passi de Il carro volante, opera letteraria del Maestro Guglielminetti. Le letture si terranno il giorno di apertura del festival, il 2 luglio alle 19.30 e a seguire lunedì 5, martedì 6 e mercoledì 7 luglio alle ore 19, all’interno del parco culturale Le Serre. La mostra sarà aperta al pubblico dalle 18 alle 22 nei giorni del festival.

Eugenio Guglielminetti ha frequentato l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Allievo di Giuseppe Manzone e di Felice Casorati, si è formato nel vivace ambiente artistico torinese degli anni Quaranta e Cinquanta, a contatto con artisti quali Enrico Paulucci, Albino Galvano, Luigi Spazzapan, Mino Rosso, Italo Cremona e Paola Levi Montalcini. Attingendo a quegli umori culturali, con la direzione della galleria d’arte “La Giostra” di Asti e gli intensi rapporti con la cultura più viva del tempo, Guglielminetti definisce le coordinate del suo operare di pittore-scultore, parimenti segnato dai frequenti soggiorni parigini del secondo dopoguerra e dal contatto con le tendenze delle avanguardie internazionali. Da tali esperienze il suo mondo poetico scaturisce in tutta la sua pienezza. A partire dal 1946 all’attività artistica Guglielminetti affianca quella di scenografo teatrale, divenuta professione dal 1953, che lo rende noto a livello internazionale e lo impegna in produzioni di grande prestigio. Basti pensare che dal 1946 al 2006 Guglielminetti progetta più di 300 scenografie. Ha collaborato con il Centro Nazionale di Studi Alfieriani, i teatri stabili di Torino, Roma, Genova e Palermo, il Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro delle Novità di Milano, il Teatro alla Scala di Milano, il Carlo Felice di Genova, il San Carlo di Napoli, il Regio di Torino, la Fenice di Venezia, il Colon di Buenos Aires, la Deutsche Oper di Berlino, il Grand Theatre di Ginevra, la RAI-Tv Italiana, il Teatro Comunale di Bologna, l’Autunno Musicale Napoletano, il Teatro Bellini di Catania, le compagnie Proclemer-Albertazzi, Mario Scaccia, Ileana Ghione, Calindri-Villi, Paolo Poli, Loredana Furno, Mago Povero, Satta Flores-Quattrini, Gigi Proietti, il Teatro Sistina. La ricerca pittorica e scultorea, tuttavia, non è mai abbandonata, come documenta la presenza dell’artista a numerose rassegne d’arte contemporanea.

PROGETTO DI Fondazione Cirko Vertigo

CON IL SOSTEGNO DI Città di Grugliasco, Regione Piemonte

CON IL PATROCINIO DI Città metropolitana di Torino e ACCI – Associazione Circo Contemporaneo Italia

IN COLLABORAZIONE CON Fondazione Piemonte dal Vivo, Società Le Serre e Festival internazionale di circo e arti performative Mirabilia, Festival internazionale di circo teatro Circumnavigando, Associazione Macramé

SPONSOR Iren e Nova Coop

Vendite Vivaticket online al link https://www.vivaticket.com/it/cerca-biglietti/grugliasco

e presso i rivenditori autorizzati – Info su www.vivaticket.com

Orari biglietteria: 9:30-13 e 14:30-18 presso gli uffici di Fondazione Cirko Vertigo all’interno del parco culturale Le Serre. Durante i giorni del festival, dopo le 18 la biglietteria sarà aperta presso il teatro Le Serre.

Informazioni e prenotazioni

Tel. 011 071 4488

biglietteria@cirkovertigo.com | www.sulfilodelcirco.com

Attraverso il tempo, antologica di Piergiorgio Panelli

Nell’antico castello Paleologo di Casale Monferrato si svolge, dal 26 giugno al 25 luglio, la mostra “Attraverso il tempo” con le opere di Piergiorgio Panelli, a cura del Circolo Ravasenga e del critico Carlo Pesce.

Grazie al sapiente allestimento, i bei dipinti e le pregevoli sale espositive, non semplici contenitori, si valorizzano a vicenda nella vasta antologica che percorre a ritroso i periodi di un artista costantemente attento ad ogni movimento dell’arte moderna e contemporanea. Nella sala Chagall sono esposti gli ultimi lavori, i “Paesaggi lenti”, simboleggiati da tartarughe dipinte e inserite in una rarefatta sinfonia tonale del blu, ritenuto da Kandinskij colore del sentimento, già usato come protagonista della mostra “Il Silenzio è blu” in una precedente esposizione a Villa Vidua di Conzano.

Il tema del lento cammino della tartaruga in un cielo silente diventa metafora di pacata meditazione, immersione dell’anima nell’armonia del cosmo mentre l’affidarsi all’unione dell’arte con la natura è un messaggio per ritrovare l’umanità che rischia di svanire in un mondo sempre più frettoloso e tecnologico.
I due grandi dipinti del 2020 rappresentano la summa di tutto il percorso aniconico verso l’annullamento della figurazione a favore della linea e del colore.
Attraverso sperimentazioni di astrattismo, action painting, dripping, informale, traendo suggestioni dai pionieri delle avanguardie, senza diventarne emulo, Panelli è giunto ad uno stile personale e immediatamente riconoscibile.

Nell’ultima sala le prime opere, ancora tradizionali, mostrano attenta preparazione tecnica e passione che gli saranno di sostegno nelle successive opere che gradualmente abbandoneranno la figurazione.Il breve ma prezioso catalogo con gli acuti commenti di Carlo Pesce e il video di Marco e Stefano Garione contribuiscono a far conoscere il lungo viaggio durato quarant’ anni di questo bravo artista già pronto a rimettersi in cammino per nuove avventure.

Giuliano Romano Bussola

I musei? Svecchiamoli ma lasciamoli musei

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Ormai da diversi anni è invalsa l’insana abitudine di trasformare i Musei, anche quelli più ricchi di opere, talmente carichi che resta difficile visitarli in un giorno, in Mostre a tema.

Di Donatella D’Angelo *
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Queste Mostre, a volte basate sul nulla, oppure per promuovere un personaggio, un artista straniero, si basano su una pletora di curatori, allestitori e responsabili  a vario titolo, decine di collaboratori, arrivando a cifre  talmente elevate che viceversa, con gli stessi importi si potrebbe  restaurare un monumento in degrado.  Pertanto è stata una piacevole sorpresa,  sentire dal neo Direttore di Palazzo Madama a Torino,Giovanni Villa, che è sua intenzione e programma, invertire questa tendenza.
Palazzo Madama, infatti per chi  torinese non è, rappresenta una pregevole quanto curiosa costruzione, tanto da farla definire da Guido Gozzano la “casa dei secoli”, dall’impianto romano,passando dal medioevo, al barocco, al risorgimento al XX secolo.
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Proprio nel secolo appena passato, nel 1934 ,assurse al ruolo di Museo, stante il grande conoscitore di Arte e di Arti, quale fu Giuseppe Bottai, con un  sapiente restauro conservativo, dopo essere stata la dimora delle Madame Reali Cristina di Borbone  e Giovanna Maria Battista di Nemours, quindi a tutti  gli effetti una Dimora Sabauda, tanto da renderla una  consuetudine per i Savoia, organizzarvici soprattutto  feste e matrimoni. Al suo interno vi è ancora il ricco mobilio originale, tanti  dipinti importanti e varie collezioni dalle statue lignee medievali,alle porcellane ,ai bronzi ,ai merletti, ignorate ,sconosciute e non visibili  dalla sovrapposizione forzosa ed un po’ invadente di alcuni allestimenti discutibili, in occasione delle tantissime Mostre, qui allestite nelle varie sale.
E che dire del più iconico dei Musei italiani, il Museo dei Musei, il primo in assoluto, essendo nato da una felice intuizione di Francesco I  de Medici nel 1574 per condividere con i fiorentini la eccezionale ed unica collezione in Europa contenuta nei suoi Uffizi?
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I vari riallestimenti, che assorbono  anziché  esaltare le opere, nonché i forzosi spostamenti di opere, primo fra tutti  il ritratto del Bronzino di Eleonora de Toledo, moglie di Cosimo I de Medici, dalla “sua” Tribuna, una Wunderkammer, concepita dal Buontalenti nel 1581, il cuore degli Uffizi anzi la prima intuizione di quello che poi sarebbe stato un museo ,spostato poi nella Sala 65.
Ora gli Uffizi che sono la più straordinaria  collezione italiana ed i suoi depositi  potrebbero  costituire un  altro Museo, sono diventati lo scenario, chiusura  per  pandemia a parte,  di continue Mostre, che distolgono l’attenzione dal corpo  e dall’anima principale,  le sue rare opere d’arte.
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Molti miei conoscenti attirati dai messaggi  martellanti di Mostre di arte contemporanea, mi hanno confessato di non aver visto i veri Uffizi, anzi di averne un vago  ricordo solo per una lontana gita scolastica, lo stesso succede per Palazzo Madama o per altri importanti luoghi ,depositari di capolavori che rendono l’Italia insieme allo Stato Vaticano, il più importante  Paese d’Arte al  mondo. Premesse queste mie considerazioni, non essendo mai stata una talebana dell’Arte, non rifiuto a priori l’apertura a varie iniziative che possano dare ristoro economico ai Musei, sovente in sofferenza,mi riferisco ad eventi mondani nei saloni delle feste delle varie dimore, palazzi e castelli ,ci mancherebbe sono nati per quello scopo, ma soprattutto  attrarre sponsor della Moda, in tutti i suoi aspetti: abiti, accessori ,gioielli ,acconciature, profumi,un’altra  peculiarità tutta italiana,non dimentichiamoci  mai che fu Caterina de’Medici a portare, a metà del cinquecento in una Francia ancora naive, queste raffinatezze ,oltre la enogastronomia toscana. Non scordiamoci  dei piccoli Musei  privati, a Torino la Fondazione Accorsi, nata dall’idea  di un antiquario che raccolse e riordino’ con grande passione e anche spirito bulimico,  quasi 300 arredi dei più importanti ebanisti piemontesi ,quasi 700 oggetti di complemento  e più di 200 dipinti.
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Nonostante la bellezza e densità, quasi da “horror vacui”, anche qui non sono sfuggiti alla tentazione di fare Mostre, ovviamente costrette in spazi angusti, vizio che spero non venga mai ai fratelli Lastrucci, che senza il supporto di nessuno, hanno creato in via de’ Servi a Firenze,nel Palazzo di Sforza Almeni, uno straordinario percorso propedeutico ed illuminante, didascalico ma non noioso, costituito anche di oggetti curiosi,  alla visita della città dominata   dall’ importante dinastia , città che li sente ancora vicini. Un merito loro  è anche quello della  presenza della cultura enologica, derivata proprio dai Medici, con l’invenzione dei  marchi doc e dagli ottimi vini che si possono anche gustare.
C’è  infatti tanto,  volendo con un po’ di intraprendenza e tanta passione, da mostrare senze le Mostre, i Musei si possono rendere attrattivi e fascinosi, in tanti modi, si possono svecchiare,con tante idee, con tocchi  ed effetti illuminotecnici, con aperture notturne,con aperitivi ,perchè no, insieme al biglietto e tanto altro ancora, ma per cortesia lasciamoli  vivere e respirare della loro stessa Bellezza!
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* Architetto

Nel Cortile di Palazzo Arsenale va in scena Madama Butterfly di Giacomo Puccini

Regio Opera Festival. A Difesa della Cultura
Sabato 3, mercoledì 7 e venerdì 9 luglio ore 21
MADAMA BUTTERFLY
Torino, Cortile di Palazzo Arsenale, via dell’Arsenale 22

Una scoperta straordinaria grazie a un narratore d’eccezione: Giacomo Puccini
L’incasso della prova generale di venerdì 2 luglio ore 21
Fermata d’Autobus Associazione Onlus per le donne vittime di abusi

Nella foto: Madama Butterfly di Giacomo Puccini
Secondo appuntamento con l’opera al Regio Opera Festival. A Difesa della Culturasabato 3, mercoledì 7 e venerdì 9 luglio alle ore 21 al Cortile di Palazzo Arsenale va in scena Madama Butterfly di Giacomo Puccini, nella straordinaria produzione che più di quindicimila spettatori hanno applaudito qualche anno fa in piazza San Carlo, nella quale è proprio il compositore, interpretato dall’attore-narratore Yuri D’Agostino, a raccontare la tenerezza, il trasporto e la cruda disillusione che travolgono la protagonista. Questa versione con l’adattamento e i testi di Vittorio Sabadin, che nulla cambia della musica scritta da Puccini, è pensata anche per chi si avvicina per la prima volta all’opera, ma senza tradire lo spirito e l’ambientazione; il narratore introduce l’opera e, tra aneddoti e ricordi, accompagna lo spettatore nello sviluppo della vicenda. Occasioni straordinarie per scoprire il Cortile di Palazzo Arsenale, una meraviglia nel centro di Torino, e di riassaporare, finalmente, la musica dal vivo, in una platea all’aperto di 1000 posti in totale sicurezza.

L’Orchestra e il Coro del Teatro Regio sono diretti da Pier Giorgio Morandi, che dirige le compagini artistiche del Regio per la prima volta. Morandi ha al suo attivo un vastissimo repertorio operistico ed è regolarmente direttore ospite nei più importanti teatri italiani e internazionali; apprezzato interprete anche de lrepertorio sinfonico, ha al suo attivo numerose registrazioni con la Sony. Il Coro del Teatro Regio, impegnato in importanti scene, è istruito da Andrea Secchi. Protagonisti di questo allestimento: il soprano Rebeka Lokar (Madama Butterfly), il tenore Antonio Poli (Pinkerton), il baritono Alessio Verna (Sharpless), il mezzosoprano Sofia Koberidze (Suzuki), il tenore Didier Pieri (Goro) e Yuri D’Agostino, attore interprete di Giacomo Puccini. Completano il cast: Franco Rizzo (commissario imperiale), Roberta Garelli (Kate Pinkerton) e Sofia La Cara e Francesca Urso, che si alternano nei panni del figlio di Butterfly. L’allestimento del Teatro Regio è firmato nella regia da Vittorio Borrelli, le scene sono di Claudia Boasso, i costumi di Laura Viglione e le luci di Andrea Anfossi.

Madama Butterfly è la storia di un amore illuso e ingenuo, pagato a caro prezzo dalla protagonista. Non è però solo la storia di un tragico amore, ma anche la denuncia di un colonialismo spregiudicato e senza scrupoli, in questo caso il tenente della Marina degli Stati Uniti, F.B. Pinkerton il quale, sbarcato in Giappone, compra casa e sposa la quindicenne Cio-cio-san (Butterfly) per soli cento yen, circa un euro d’oggi. Nel giugno del 1900 Puccini, a Londra, vide il dramma di David Belasco Madame Butterfly. Pur non conoscendo l’inglese, il compositore toscano rimase affascinato dalla vicenda della giovane giapponese che si uccide per amore. Appena tornato in Italia chiese a Giulio Ricordi l’autorizzazione per trarre un’opera da quel lavoro, con la collaborazione di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa per il libretto. Il titolo andò in scena il 17 febbraio 1904 al Teatro alla Scala e fu uno dei più clamorosi insuccessi della storia dell’opera, che poi rinacque – in una seconda versione –, al Teatro Grande di Brescia il 28 maggio dello stesso anno. Da allora la triste storia d’amore di Butterfly, sostenuta dalla fida servente Suzuki, osteggiata da tutta la famiglia, e rallegrata solo dal sorriso di figlio avuto con Pinkerton, è rimasta nel repertorio di ogni teatro del mondo.

Lo spettacolo dal vivo è condivisione, partecipazione, sicurezza, fiducia, basi fondanti del sentirsi parte di una collettività. Senso di appartenenza alla comunità è anche non dimenticare chi vive situazioni di disagio e di fragilità. Per questo L’Impegno del Regio prosegue: abbiamo scelto di destinare l’incasso della prova generale di Madama Butterflyvenerdì 2 luglio alle ore 21, a Fermata d’Autobus Associazione Onlus per la comunità residenziale “Fragole Celesti”, che si occupa delle donne vittime di abusi, maltrattamenti e violenze. Per sostenere questo progetto è possibile acquistare il biglietto richiedendo il codice necessario a: rabo48@libero.it – Tel. 348.3615173; per informazioni sul progetto: www.fermatadautobus.net e www.fragolecelesti.it.

L’estate del Regio è la festa di tutti. Dopo il grande entusiasmo suscitato dalla Chorus Parade, proseguono gli appuntamenti gratuiti per offrire musica alla città e per condividere il lavoro dei nostri artisti. Il Regio propone due prove musicali aperte a ingresso gratuito con l’Orchestra e il Coro, che avranno luogo – in completa sicurezza –, nella Galleria Tamagno del Teatro Regio. Sabato 3 luglio dalle ore 11 alle 13.30 l’Orchestra d’Archi Teatro Regio Torino, con Sergey Galaktionov maestro concertatore e violino, proverà il concerto Le 8 Stagioni con Le Stagioni di Antonio Vivaldi e Las cuatro estaciones porteñas di Astor Piazzolla, un match affascinante e ricco di suggestioni. Sabato 10 luglio dalle ore 16.30 alle 18.30, il Coro, istruito da Andrea Secchi, proverà il Concerto di mezza estate (in programma il 30 luglio) e l’opera Pagliacci di Ruggero Leoncavallo (in programma il 7, 10 e 12 agosto).

I prossimi appuntamenti del Regio Opera Festival

  • Sabato 3 luglio ore 11 prova aperta dell’Orchestra d’Archi (Galleria Tamagno Teatro Regio; ingresso gratuito)
  • Sabato 3 luglio ore 21 Madama Butterfly di Giacomo Puccini
  • Mercoledì 7 luglio ore 21 Madama Butterfly
  • Venerdì 9 luglio ore 21 Madama Butterfly
  • Sabato 10 luglio ore 16.30 prova aperta del Coro (Galleria Tamagno Teatro Regio; ingresso gratuito)
  • Sabato 10 luglio ore 21 Concerto Le 8 Stagioni; in collaborazione con Piemonte dal Vivo
  • Lunedì 12 luglio ore 21 Strehler 100. Parole e musica per Giorgio Strehler concerto-spettacolo con Marta Comerio, Margherita Di Rauso, Andrea Jonasson, Pamela Villoresi e il Quartetto del Teatro Regio; regia di Lluis Pasqual; in collaborazione con Piemonte dal Vivo

Un Festival che nasce dal desiderio e con l’auspicio di ritrovarsi finalmente insieme uniti nella musica. Proprio con questo intento il Regio propone le Festival Card a 6 e 10 spettacoli, che danno la possibilità di scegliere 6 o 10 spettacoli tra opere, concerti e spettacoli per bambini, oppure di essere utilizzate per assistere da più persone per la stessa manifestazione. Inoltre, per gli under 30 è prevista la riduzione del 20% su tutti i biglietti, e con la Festival Card Giovani 10 il biglietto costa solamente € 10.

Il Regio Opera Festival. A Difesa della Culturache si svolge presso la sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, è realizzato dal Teatro Regio Torino con il patrocinio del Ministero della Difesa e del Ministero della Cultura, grazie al Main Partner Camera di commercio di Torino, in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo, con il contributo di Reply, di Federfarma Torino con l’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Torino Farma Cares, e di Sipal.

BIGLIETTERIA
La Biglietteria è aperta dal lunedì al sabato ore 10-14 presso l’Info-Point di piazza Castello 215 (Teatro Regio, Ingresso Uffici) e un’ora prima degli spettacoli al Cortile di Palazzo Arsenale (via dell’Arsenale 22). Acquisti esclusivamente con carta di credito, bancomat e Satispay.

Biglietti e Festival Card in vendita anche online su www.teatroregio.torino.it, su www.vivaticket.it e presso i Punti Vivaticket.

BIGLIETTI
Madama Butterfly€ 50, € 40, € 30 a seconda del settore
Biglietti per i concerti€ 10 – 15 a seconda del settore

FESTIVAL CARD
Festival Card 10 biglietti: € 200
Festival Card 6 biglietti: € 120
Festival Card Giovani (under 30) 10 biglietti: € 100

INFORMAZIONI
Info-Point: ore 10-14 dal lunedì al sabato presso l’Ingresso Uffici del Teatro Regio (piazza Castello 215), per informazioni e assistenza al pubblico; info@teatroregio.torino.it
Info-Tel. 011.8815.241: ore 10-18 dal lunedì al venerdì 10-18; sabato 10-13; biglietteria@teatroregio.torino.it.

REGIO OPERA CAFÉ
All’interno del Cortile di Palazzo Arsenale, il Regio Opera Café vi aspetta a partire da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli.

Per tutte le informazioni: www.teatroregio.torino.it.

Torino, 29 giugno 2021

MADAMA BUTTERFLY
Tragedia giapponese in due atti
Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa
dal racconto di John Luther Long e dal dramma di David Belasco
Adattamento e testi di Vittorio Sabadin
Musica di Giacomo Puccini

Personaggi e interpreti
Madama Butterfly (Cio-cio-san) soprano: Rebeka Lokar
F.B. Pinkerton, tenente della Marina U.S.A. tenore: Antonio Poli
Sharpless, console degli U.S.A. a Nagasaki baritono: Alessio Verna
Suzuki, servente di Cio-cio-san mezzosoprano: Sofia Koberidze
Goro, nakodo tenore: Didier Pieri
Il commissario imperiale baritono: Franco Rizzo
Kate Pinkerton mezzosoprano: Roberta Garelli
Il figlio di Butterfly mimo: Sofia La Cara / Francesca Urso
Nel ruolo di Giacomo Puccini attore: Yuri D’Agostino

Direttore d’orchestra: Pier Giorgio Morandi
Regia di Vittorio Borrelli
Scene di Claudia Boasso
Costumi di Laura Viglione
Luci di Andrea Anfossi
Maestro del coro: Andrea Secchi

Orchestra e Coro Teatro Regio Torino
Allestimento Teatro Regio Torino

Prova generale
Venerdì 2 Luglio ore 21

Recite
Sabato 3 Luglio ore 21
Mercoledì 7 Luglio ore 21
Venerdì 9 Luglio ore 21

In memoria di Nino Chiovini il primo parco letterario piemontese

Il parco letterario dedicato a  Nino Chiovini – partigiano, storico e scrittore verbanese – è diventato una realtà

Fortemente voluto dall’Associazione Casa della Resistenza di Verbania-Fondotoce e dal Parco nazionale della Val Grande, è  il primo parco letterario del Piemonte e, dal punto di vista geografico, il più a nord d’Italia.  Il progetto fa parte della rete degli attuali 25 parchi letterari promossi e istituiti da Paesaggio Culturale Italiano in collaborazione con la Società Dante Alighieri e si colloca all’interno delle finalità della Carta europea del turismo sostenibile. Tra gli obiettivi del parco figura la valorizzare dei luoghi di ispirazione dell’autore e di altre figure importanti della storia culturale e scientifica del territorio della Val Grande e delle aree limitrofe attraverso la realizzazione di itinerari storico-paesaggistici, la valorizzazione della cultura sociale, antropologica e dei valori di libertà propri di quelle aree montane. La val Grande è l’area selvaggia più vasta d’Italia, una wilderness a due passi dalla civiltà, stretta tra l’entroterra del lago Maggiore e le alpi Lepontine. Un territorio dove la natura ha lentamente recuperato i suoi spazi tra boschi, corsi d’acqua, resti di una civiltà contadina in un ambiente troppo selvaggio per accogliere una vita stanziale. Una terra segnata dalla storia delle genti che l’hanno attraversata: taglialegna e cacciatori, pastori e carbonai, contrabbandieri e partigiani negli anni della Resistenza. Nei silenzi incontrastati della Val Grande si trovano le tracce che compongono il lungo racconto di una civiltà montanara composta dai luoghi e dalle genti dei paesi che circondano quest’area fra Ossola, Verbano, Val Vigezzo, Valle Intrasca e Cannobina. La dedica del parco letterario a Nino Chiovini è perfettamente in linea con questa storia che lo scrittore e partigiano ha narrato nelle sue ricerche etno-antropologiche, storico-geografiche, socio-economiche sulla Valgrande e sull’area del Verbano. I suoi libri contengono spaccati di vita reale, storia e tradizioni capaci di generare un fermento emotivo grazie all’impronta etica e civile, l’abilità nello scrivere, la capacità di intuire e comprendere i fenomeni sociali. Nino (Giovanni) Chiovini, nato ad Arizzano Inferiore (oggi Biganzolo,frazione di Verbania) nel  febbraio 1923 e scomparso prematuramente trent’anni fa, nel maggio 1991, ha lasciato un’eredità culturale importantissima.  I suoi scritti sulla civiltà rurale montana ( “Cronache di terra lepontina”, “A piedi nudi”, “Mal di Valgrande” e “Le ceneri della fatica”, uscito postumo) così come i volumi dedicati alla lotta partigiana (“I giorni della semina”, “Classe IIIa B. Cleonice Tomassetti. Vita e morte” e i due volumi pubblicati postumi “Fuori legge??” e “Piccola storia partigiana”) testimoniano il suo impegno. Il parco offrirà ai visitatori un cammino fisico e sentimentale, richiamando le parole dell’autore, consentendo ai visitatori di immergersi nella “selvaggia e quasi mitica Valle del Fiume Grande dei nostri predecessori di cinque e più secoli orsono”, in una “originale natura dominata da percettibili grandi silenzi e remoti suoni celati entro smisurati spazi” e nel contempo un cammino storico e culturale nella “Valgrande partigiana e martire in quel periodo testimone di episodi abbietti e di eventi esaltanti, di avvenimenti tanto drammatici da rasentare l’irrealtà” con la guida di un profondo conoscitore di quella terra e della sua storia come Chiovini. Al parco letterario verranno associate molte iniziative “collaterali” come laboratori, attività didattiche, performance artistiche e teatrali, mostre, momenti di socialità. Suggestioni e progetti tesi a far sì che siano i  luoghi stessi a comunicare le sensazioni che hanno ispirato l’autore, con il parco letterario a rammentarne il lascito culturale attraverso la valorizzazione dell’ambiente, della storia e delle tradizioni valgrandine.

Marco Travaglini

 

 

Umberto Tozzi a Stupinigi Sonic Park

Cortile d’Onore, Palazzina di Caccia Stupinigi Lunedì 5 luglio, ore 21

 

Per la prima volta nella sua carriera, Umberto Tozzi propone uno speciale concerto interamente acustico “Songs” con i suoi più grandi successi e alcune canzoni mai eseguite dal vivo, chicche del suo repertorio recuperate per l’occasione, a cui verrà data una nuova, emozionante, veste acustica.

«Sono felicissimo! La riapertura dei concerti e dei luoghi di cultura in genere vuol dire finalmente ridare ossigeno a tutti gli operatori dello spettacolo che per questo lunghissimo periodo hanno sofferto in silenzio, dimenticati e senza nessun sostegno economico. Sembra un sogno poter immaginare di risalire su un palco e incontrare di nuovo le persone che saranno lì per assistere ad un tuo concerto. Mi auguro che sia per me che per i miei colleghi possa essere l’inizio di un ritorno al più presto alla normalità e la fine di un lunghissimo incubo».

Stupinigi Sonic Park è promosso da Città di Nichelino e Sistema Cultura in collaborazione con Fondazione Ordine Mauriziano e il patrocinio di Regione Piemonte. Una produzione Reverse AgencyHR Partner: Lavoropiù.

Quest’anno, inoltre, la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro taglia il traguardo dei suoi 35 anni di attività e sarà charity partner di Stupinigi Sonic Park. Una significativa collaborazione con una delle realtà più importanti del nostro territorio, la quale da molti anni offre un contributo significativo alla sconfitta del cancro.

In allegato: comunicato stampa

Le foto a questo link: https://bit.ly/2UUfR9y

Lunedì 5 luglio, ore 21

Umberto Tozzi, Songs

Biglietti da 35 a 65 euro

I biglietti sono in vendita su Ticketone (www.ticketone.it)

Info

Cortile d’Onore, Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Nichelino

stupinigisonicpark.com

info@stupinigisonicpark.com

FB: StupinigiSonicPark

IG: stupinigisonicpark

#SonicPark2021#RitornoAllaMusica

Moncalieri, un videomapping sull’antico palazzo comunale

Per un intero mese Moncalieri si racconta con un videomapping sull’antico palazzo comunale e i tour guidati nel centro storico, affiancati dagli eventi live dal buskercase, i dj set dal balcone, gli spettacoli di stand up comedy in piazza.

Con un vero e proprio show – uno spettacolo di videomapping sull’antico palazzo comunale che racconta la storia della città – affiancato da live, dj set, esibizioni di stand up comedy e tour guidati, il centro storico di Moncalieri si trasforma in un palcoscenico di musica, cultura e divertimento.  Da giovedì 1 luglio e, a seguire, tutti i giovedì, venerdì e sabato del mese, alle 22, 22,30 e 23, sarà proiettato sulla facciata del palazzo del Comune in piazza Vittorio Emanuele II, uno spettacolo di videomapping della durata di 5 minuti che racconta la storia della città combinando immagini del passato e tecnologia in uno show di realtà aumentata ed effetti speciali incantatori.  Innovativo è anche il palcoscenico che ospiterà i live dei giovani artisti emergenti della scena moncalierese. Si tratta del BuskerCase, un originale palco mobile che rivoluziona le performance artistiche all’aperto: la struttura modulare è infatti una scenografia acustica, trasportabile, temporanea, autoportante e personalizzabile che diventa un vero e proprio elemento di arredo urbano. I live sono in programma da giovedì 1 luglio e, a seguire, tutti i mercoledì e giovedì del mese. Dai live sul palcoscenico mobile ai dj set sul balcone: tutti i venerdì, a partire dal 2 luglio, selezione musicale a cura di Massive Wave web radio dal balcone del palazzo comunale. In piazza Vittorio Emanuele II sono in programma invece tutti i sabati, a partire dal 3 luglio, gli spettacoli di stand up comedy. I tour “Moncalieri sotto le stelle” alla scoperta del centro storico, a cura di Amici del Real Castello, si muoveranno infine per la città tutti i giovedì, venerdì e sabato, a partire dal 1 luglio.

Gli appuntamenti sono gratuiti. Giovedì 1 luglio è in programma la serata inaugurale dalle ore 19. Venerdì 2 e sabato 3, l’anteprima degli appuntamenti che continueranno per tutto il mese di luglio.

i giardini della Venaria si animano con “Metamorfosi”

Da venerdì 2 luglio alla Reggia di Venaria prende avvio Metamorfosi, la rassegna di spettacoli serali che animerà per un mese i Giardini e gli spazi esterni della Venaria Reale con concerti, performance di danza ed esibizioni teatrali.

Il programma della prima settimana

Dal 2 al 8 luglio

 

Venerdì 2 luglio 

  • Soirée de la fin du siècle, concerto di musica classica – Cascina Medici del Vascello, ore 18.30
  • Sinfonia H2O, performance di danza, suono e parole – Giardino delle Rose, ore 19.15
  • Ovidio e altre storie. Il Castello di Narciso, Sonia Bergamasco ed Emanuele Arciuli, spettacolo teatrale – Resti del Tempio di Diana, ore 20.00


Sabato 3 luglio

  • Il Tango da Gardel a Piazzolla, concerto – Cascina Medici del Vascello, ore 18.30
  • Sinfonia H2O, performance di danza, suono e parole – Giardino delle Rose, ore 19.15
  • Ovidio e altre storie. Il Castello di Narciso, Sonia Bergamasco / Emanuele Arciuli, spettacolo teatrale – Resti del Tempio di Diana, ore 20.00


Martedì 6 luglio

  • Maxime Pascal con Filarmonica TRT, Il Sogno, concerto di musica sinfonica – Cortile delle Carrozze, ore 21.30


Giovedì 8 luglio 

  • Boys don’t cry, spettacolo di danza, compagnia Hervé Koubi e Fayçal Hamlat – Cortile delle Carrozze, ore 21.30

Foto Mario Alesina