CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 40

Tsukiko la figlia della luna

Libri

UN VIAGGIO REALE IN QUELLO CHE CREDIAMO IRREALE

 

Giappone, tempi moderni. Poco più che ragazzina, Tsukiko, riceve la devastante notizia della morte dei genitori in un incidente d’auto. Ѐ un colpo terribile alla sua percezione del mondo, rispetto a una vita improvvisamente divenuta banale e vuota di qualunque significato.

A metà fra la sua volontà e la sorte, la vecchia Hana le offre da leggere un libro di insegnamenti spirituali, che però Tsukiko rigetta perché troppo distanti dai suoi stati d’animo straziati dal dolore della perdita. È una battaglia che la spinge a scaraventare il libro sulla parete della sua stanza e a dire a stessa che dovrà trovare da sola le risposte, partendo per un viaggio avventuroso verso la vetta del monte Fuji che le dicono contenga tutte le risposte, incontrando gli Elementi della natura e i loro Spiriti Custodi.

Attraversando Terra, Acqua, Fuoco e Aria giungerà anche a conoscere l’Etere, il quinto elemento.

Ma il suo vero obiettivo resta il Maestro che vive nel monte.

 

L’AUTRICE

Torinese di origine, Monica Felletti è nata il 9 settembre 1977

Dal 2000 vive e lavora a Roma

Da sempre appassionata di spiritismo e parapsicologia, ha investito tutti i suoi sforzi in una ricerca della vera comprensione di ciò che ci sembra inspiegabile.

Negli anni ha fatto parte di alcuni cerchi medianici di alto profilo, sperimentando direttamente le più diffuse tecniche di contatto con l’Aldilà.

E’ intervenuta, attraverso interviste, su canali YouTube dedicati al tema riscuotendo apprezzabile successo. Dopo la pubblicazione de “L’altro lato delle cose” con Serarcangeli editore e la collaborazione ad alcuni testi inerenti spiritismo e medianità, è qui alla sua prima pubblicazione indipendente.

 

La Torino oscura di Profondo Rosso

Cinquant’anni fa, nel settembre del 1974, iniziavano a Torino le riprese di Profondo Rosso, un film che sarebbe diventato un riferimento classico per gli appassionati di cinema, uno dei migliori thriller italiani di sempre. Il regista Dario Argento per la terza volte sceglieva la prima capitale d’Italia e le sue atmosfere magiche dove si scorgono, oltre alle piazze e alle vie più note del centro, il Teatro Carignano, la Galleria San Federico e piazza CLN, dove si riconoscono le fontane di fronte alle quali Gabriele Lavia e David Hemmings assistono al primo terribile delitto del film, quello della sensitiva Helga Ullman ( l’attrice Macha Méril). Hemmings (che nel film interpretava il pianista inglese Marc Daly ) incrociò sulla collina torinese alcune dimore importanti come Villa della Regina (residenza storica dei Savoia), lungo la Strada Comunale Santa Margherita, per poi raggiungere l’obiettivo della sua ricerca: Villa Scott, in Corso Giovanni Lanza, 57.

 

È quella, infatti, la lugubre “villa del bambino urlante” che si trova in Borgo Po, sulle colline della città: un edificio bellissimo, uno degli esempi più straordinari dell’art decò. “L’avevo scoperta per caso — confessò il regista — mentre giravo in auto in cerca di posti interessanti dove girare il film. La villa era in realtà un collegio femminile diretto dalle monache dell’Ordine delle Suore della Redenzione e, siccome ne avevo bisogno per un mese, offrii alle occupanti una bella vacanza estiva a Rimini, dove si divertirono tantissimo. Con noi restò una monaca-guardiano, che sorvegliò le riprese con austerità”. Un’ulteriore curiosità merita di essere segnalata. Quando Marc, nel film suonò al campanello di casa del suo amico Carlo, si trovò di fronte la madre di lui (Clara Calamai) che lo fece entrare in un appartamento ricco di cimeli e foto d’ogni sorta. La casa era davvero quella dell’attrice e, quindi, ciò che si vede nel film era probabilmente in gran parte ciò che davvero c’era in quell’appartamento nel 1974, diventato set per l’ultima avventura cinematografica della grande interprete del cinema italiano. Il film, quinta prova dietro la macchina da presa per Dario Argento, uscì nelle sale il 7 marzo 1975 e lo consacrò, grazie al successo, come il vero maestro del brivido made in Italy.

Marco Travaglini

La Fontana Angelica tra bellezza e magia

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Oltre Torino. Storiemitileggende del torinese dimenticato.

Torino e lacqua

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Le storie spesso iniziano là dove la Storia finisce

Il fil rouge di questa serie di articoli su Torino vuole essere lacquaLacqua in tutte le sue accezioni e con i suoi significati altrilacqua come elemento essenziale per la sopravvivenza del pianeta e di tutto lecosistema ma anche come simbolo di purificazione e come immagine magico-esoterica.

1. Torino e i suoi fiumi

2. La Fontana dei Dodici Mesi tra mito e storia

3. La Fontana Angelica tra bellezza e magia

4. La Fontana dellAiuola Balbo e il Risorgimento

5. La Fontana Nereide e lantichità ritrovata

6. La Fontana del Monumento al Traforo del Frejus: angeli o diavoli?

7. La Fontana Luminosa di Italia 61 in ricordo dellUnità dItalia

8. La Fontana del Parco della Tesoriera e il suo fantasma

9. La Fontana Igloo: Mario Merz interpreta lacqua

10. Il Toret piccolo, verde simbolo di Torino

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3. La Fontana Angelica tra bellezza e magia

Maestosa e non vista la Fontana Angelica si erge in Piazza Solferino, nel pieno centro storico di Torino. Lopera architettonica prende il nome da Angelica Cugiani moglie di Tommaso Bainotti e madre del ministro Grande Ufficiale Pietro Bainotti. Questultimo alla sua morte decise di devolvere un lascito di 150.000 lire  alla città di Torino, affinché la cittadinanza acconsentisse al suo desiderio di far erigere una fontana in memoria dei genitori. Pietro chiese inoltre che tale opera venisse costruita in stile gotico medievale e che fosse collocata in Piazza San Giovanni davanti al Duomo. La commissione appositamente incaricata per la costruzione del monumento, costituita da Carlo Francesetti di Mezzenile, Leonardo Bistolfi, Giovanni Chevalley, Edoardo Rubino e Enrico Tovez, si oppose ad alcune indicazioni e non esaudì del tutto il volere di Pietro Bainotti. Le personalità coinvolte e lo stesso architetto e scultore Giovanni Riva, incaricato del progetto, identificarono come luogo urbanisticamente più adatto proprio Piazza Solferino. La Fontana fu inaugurata martedì 28 ottobre 1929, data molto significativa per il Regime Fascista che in quel giorno celebrava lottavo annuale dalla Marcia su Roma. La giornata era stata resa ancora più solenne dalla visita del Quadrumviro Italo Balbo, ministro dellAeronautica; in quello stesso giorno, oltre alla Fontana Angelica, vennero inaugurate case popolari e asili. Sulla cronaca de La Stampa si poteva leggere: In piazza Solferino, alle ore 17,30, si inaugura pure la Fontana Angelica. Molta folla è radunata intorno. Giungono le autorità: i due vice-podestà prof. Silvestri e avv. Gianolio, il senatore Di Rovasenda, lon. Bagnasco, lon. Ferracini, il comm. avv. Edoardo Agnelli, vice-presidente al Consiglio dellEconomia, il Rettore della Universitàcomm. prof. Pivano, il gen. Fasolis, ling. Porporato, lavv. Maccari ed altri. Lo scultore Riva, il quale da anni lavora ad ultimare la fontana che in seguito a concorso gli èstata aggiudicata, si trova fra le autorità che vivamente lo complimentano per lopera sua. Egli raccoglie il premio del suo faticoso lavoro. Dalla fontana monumentale con le sue quattro statue in bronzo che rappresentano le stagioni, si sprigiona dun tratto un alto pennacchio dacqua ed altri due veli dacqua convergono dai lati e si rovesciano nella vasca centrale. I giuochi dacqua completano leffetto decorativo della Fontana Angelica finalmente liberata dallo steccato che per tanto tempo ha ingombrato la piazza(La Stampa, 29 ottobre 1930).

Siamo immersi nel centro della città, circondati da alti palazzi eleganti, da macchine e pullman rumorosi e dalle rotaie del tram, curve come asole luccicanti che ricamano le strade torinesi. La piazza in cui ci soffermiamo è ariosa, lascia un raffinato gioco al sole perché la illumini, si prende i suoi spazi e tiene alla giusta distanza gli edifici che la circondano.
Piazza Solferino èuna grande piazza del centro storico della città sabauda, limitata da via Pietro Micca, via Santa Teresa, via Cernaia e via dellArcivescovado. Essa prende il nome dal comune di Solferino in provincia di Mantova, dove il 24 giugno 1859 si svolse unimportante battaglia, che vide la vittoria delle truppe franco- piemontesi contro lesercito austriaco durante la II guerra di indipendenza italiana. Fino alletà napoleonica la piazza era conosciuta come la piazza del mercato del legno, oppure come piazza del boscopiazza dei combustibili. Era inizialmente di forma irregolare e si trovava alla periferia della cittàottocentesca e delimitava i confini meridionali dellantico Castrum romano (lattuale via Cernaia). Il progetto definitivo, che portòla zona ad avere laspetto che oggi possiamo ammirare, risale al 1853, ad opera dellarchitetto Carlo Promis, successivamente vennero aggiunte le aiuole centrali.  Per quel che riguarda gli edifici, ancora oggi, uno di quelli piùnoti è il Palazzo dei telefonidi via Meucci, che oggi ospita lAgenzia del Territorio, inoltre non possiamo non nominare il Teatro Alfieri, uno degli luoghi culturali più amati dai torinesi, quando si desidera trascorrere una serata allinsegna dellarte e della cultura. Se queste sono le notizie ufficiali che ci riposta la cronaca urbana della città, non dobbiamo scordarci che a Torino si viaggia sempre su piani paralleli, e alla dimensione reale corrisponde e controbilancia sempre una versione non ufficialedei fatti. Anche il monumento della Fontana Angelica, come tanti altri edifici e angoli torinesi, pare nascondere qualcosa di più di una semplice dedica amorevole nei confronti della famiglia. Alcuni sostengono che in realtà si tratti di unopera complessa pregna di misteriosi simbolismi massonici.

La Fontana si presenta costituita da quattro imponenti figure scultoree ispirate alle quattro stagioni, due femminili e due maschili, Primavera, Estate, Inverno e Autunno. E se ai più basta incantarsi davanti alla maestria della fusione del bronzo, alla bellezza della torsione dei corpi, alleleganza e alla sontuosità che lopera emana nella sua interezza, c’è chi strizza gli occhi e decide di soffermarsi a cercare qualcosaltro.  E se la Primavera in realtàfosse la rappresentazione simbolica della virtù e lEstate quella dei vizi amorosi e degli aspetti più profani della vita? Se le due figure maschili in realtà fossero Boaz e Joaquim, guardiani leggendari delle colonne dErcole? Domande che scorrono nella mente dei curiosi come trascinate dal vortice dellacqua che esce dalle otri delle due figure centrali, quella stessa acqua che secondo alcuni è rappresentazione della conoscenza. Ancora unosservazione prima di andare via: allontanandoci piano piano dalla fontana ci si rende conto che viene a crearsi uno spazio perfettamente rettangolare nel centro dellopera architettonica, a metà tra i due guardiani; guardando con attenzione non può che essere un passaggio, lingresso per la via della conoscenza, che ovviamente ai più è precluso. Unultima cosa, intanto che si volgono le spalle allimponente Fontana, sappiate che si racconta che lo steso Giovanni Riva abbia modificato il progetto originale, muovendo il volto della statua dellInverno verso oriente, dove sorge il sole: semplice licenza artistica o attenzione verso simbologie altre? 

Alessia Cagnotto

 

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Un  violento antisemitismo che riaffiora dal passato – Ungaretti fascista  e il mancato Nobel – La notizia e la malattia – Lettere

Un  violento antisemitismo che riaffiora dal passato
Salvo Umberto Terracini e pochi altri, i comunisti sono sempre stati anti israeliani.  Il loro antisionismo diventava spesso  anche antisemitismo. Il sionismo ha avuto  prevalentemente  una matrice socialista non marxista e questo aspetto socialdemocratico era un’altra delle fobie dei comunisti che  ad un certo punto odiarono Craxi più di Almirante. Vedo che si sta riscoprendo persino l’adesione di gran parte degli ebrei italiani  al fascismo, al fine di denigrarli, dimenticando volutamente  le leggi razziali del 1938, la deportazione in Germania e il loro sterminio. Magari torneremo anche a dover leggere pagine negazioniste o forme di esaltazione del Gran Mufti’ di Gerusalemme  che fu alleato di Hitler nella caccia agli Ebrei. Il clima odierno prevalente  è quello di un antisemitismo che divampa in Italia e in Europa in modo sempre più virulento e colpisce gli ebrei, come ha denunciato il presidente della comunità ebraica  di Milano.
L’attacco del 7 ottobre è stato dimenticato. Io non sostengo Netanyahu da cui anzi dissento, ma non posso per altri versi  sostenere in modo acritico la Palestina che come Stato non esiste e quindi non può essere riconosciuto. I primi a diffidare dei Palestinesi sono i Paesi arabi confinanti con quell’area maledetta. Chi scrive ha sempre diffidato dalla politica filoaraba di molti governi Italiani, citata oggi  come esemplare da chi avversò quei governi. La stessa Lega araba ha diffidato Hamas a non insistere con le sue imprese terroristiche. In molti post comunisti è riaffiorato l’antisemitismo della loro giovinezza in nome del quale Stalin uccise e deportò milioni di ebrei, seguendo e inasprendo la logica antisemita dell’ impero degli Zar. Anche Putin, il nuovo zar post – sovietico è antisemita. Circolano pure in Italia eleganti magliette con la controversa bandiera della Palestina esibite  snobisticamente anche al mare e un po’ dappertutto come una specie di divisa. L’episodio più folle mi è sembrato quello di un medico e di un’infermiera che gettano farmaci israeliani. Secondo gli autori, che si sono anche filmati,  il loro sarebbe “un gesto simbolico per la pace”. L’atto non merita un commento.

Merita invece solidarietà Tommaso Cerno (nella foto di copertina), direttore del “Tempo”, letteralmente aggredito e minacciato di morte  da  gruppi anarchici  per le inchieste giornalistiche sulla contiguità tra ambienti politici italiani ed estremisti arabi. C’è da sperare che a Cerno giungano tutte le più alte solidarietà a tutela della libertà di stampa minacciata. E’ scontato il sostegno della presidente del Consiglio e di alcuni governatori del Centro – destra. Va riconosciuta la solidarietà  a Cerno di Giuseppe Conte, non così scontata. Ma non basta, perché essere solidali con chi è stato minacciato di morte è un dovere da parte di tutti coloro che rifiutano la violenza. Difendere la libertà di pensiero e di stampa è un dovere elementare di tutti. C’è da augurarsi che la campagna di odio non abbia cancellato  anche  la tolleranza volterriana di chi non condivide le idee altrui. Voltaire diceva di voler lottare fino alla morte per difenderle.
Oggi la faziosità è tale che l’idea di Voltaire appartiene ad un passato remoto.  Per altri versi lo stesso filosofo e polemista francese era, a sua volta, un intollerante. Ciò non giustifica chi, di fronte alle minacce contro Cerno e i giornalisti del “ Tempo”, volta gli occhi da un’altra parte, fingendo di non capire. Ma ci sono anche gli estremisti filo-palestinesi, i fondamentalisti  professionali che da sempre  stanno dalla parte dei violenti. E sono orgogliosi della loro faziosità manichea contro la democrazia liberale e l’Occidente.
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Ungaretti fascista  e il mancato Nobel
Giuseppe Ungaretti fu fascista e amico di Mussolini che conobbe durante la I Guerra Mondiale. La sua prima raccolta di poesie divenuta poi “L’allegria “venne dedicata al futuro Duce di cui si dichiarò “fieramente” sostenitore. Venne nominato Accademico d’Italia e poi chiamato nel 1942  “per chiara fama” , quindi senza superare concorsi, ad insegnare Letteratura italiana  alla “Sapienza” di Roma. Non ci sono documenti che attestino una sua laurea neppure all’estero: a Parigi consegui’ un diploma biennale Dopo la caduta del regime tolse la dedica a Mussolini alla sua raccolta poetica e fece il pesce in barile.
Croce chiese che venisse riconsiderata la sua posizione universitaria. Venne difeso dal neo- comunista ex crociano  Natalino Sapegno, da Carlo Bo ed altri e venne reintegrato in cattedra. Fu  anche difeso da  Giuseppe De Robertis ,studioso delle “varianti ungarettiane” (che ignoro’ la cancellazione della dedica  e la premessa rimaneggiata) il quale aveva ricoperto la cattedra di Attilio Momigliano, cacciato per motivi razziali. Ungaretti, togliendo la dedica e cambiando la  compromettente premessa, passò indenne nella bufera del dopoguerra. Ma la cosa non passò inosservata alla Giuria del Nobel dove tentò parecchie candidarsi all’ambito e lucroso riconoscimento. Ebbe immeritatamente il Nobel Salvatore  Quasimodo piccolo poeta del secondo Ermetismo, mentre il poeta ermetico per eccellenza, Ungaretti, almeno in una parte della sua produzione,  rimase a bocca asciutta. Ebbe invece  il Nobel il più grande poeta italiano del ‘900 Eugenio Montale, ma lo ebbe scandalosamente anche il guitto Dario Fo, contiguo all’estremismo  rosso. Tutto sommato, se lo ebbe Fo, l’avrebbe dovuto ottenere Ungaretti che si allineò al fascismo come la maggioranza degli intellettuali. Andrebbe inoltre ricordato che Fo andò volontario nella  X Mas della Repubblica sociale italiana, niente al confronto di una dedica in un libro di poesia.
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La notizia e la malattia
Ho letto del ricovero in un ospedale di un alto prelato con nome e cognome per insufficienza respiratoria. La notizia si completa, facendo sapere anche  le gravi condizioni dell’illustre degente.
La privacy è gravemente violata, ma soprattutto nessuno ha pensato alla possibilità che il degente possa leggere la notizia che lo riguardi. Mi pare un giornalismo che non  sa rispettare i malati e gli effetti che anche poche righe possono determinare sulle persone.
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Lettere scrivere a quaglieni@gmail.com 
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Il futuro dei monarchici
Ho letto  in un suo articolo della sua sorpresa in merito al fatto storico che il principe Emanuele Filiberto  di Savoia ha posto fine alla diatriba dinastica con i cugini Aosta e ha fatto passare dalla sua il grande storico  e senatore prof.  Mola che è presidente della Consulta dei Senatori del Regno d’Italia che dichiarò addirittura la illegalità della discendenza del ramo legittimo  dei Savoia per il matrimonio di suo padre  Vittorio Emanuele IV che fu massone  e amico di Gelli come il grande Storico di Torre San Giorgio. È un bell’esordio anche in Piemonte ad un convegno a   Racconigi e a un pranzo a Piea. A ranghi riuniti i monarchici sapranno tornare ad essere decisivi per il futuro dell’Italia. Giuseppe Cuzzolin
Pubblico la Sua lettera perché cerco di dare spazio a tutte le opinioni anche a quelle  che altrove non troverebbero accoglienza. La Sua lettera mi ricorda molto l’operetta, un genere decaduto da tempo. Io mi ero limitato a segnalare un convegno su Umberto II a cui come relatori c’erano il principe e il prof. Mola, sostenitore  dei Duchi d’Aosta e autore di un documento in cui veniva dichiarato decaduto Vittorio Emanuele a causa del suo matrimonio. Adesso lei mi da’ una lettura dei fatti che non sapevo. Sarà così? Il futuro di questo disgraziato paese  comunque non dipende, per nostra fortuna, dalle novità che Lei ci racconta  quasi come un cortigiano devoto, miracolosamente   sopravvissuto alla fine del secolo scorso.
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I vaccini
Il ministro della Sanità  Schillaci ha azzerato la commissione sul Covid  da lui stesso creata perché composta anche da novax. È un atto di faziosità assurda che nega il pluralismo. Francesca di Nola
Io concordo con il ministro che ha ,sia pure tardivamente, escluso i novax che sono quelli che hanno remato contro il Paese in balia della tragedia pandemica in nome di una falsa  libertà che in effetti è licenza irresponsabile. Sono d’accordo su una commissione che valuti con equità  l’operato di Conte e Speranza e soprattutto dei loro più stretti collaboratori, persone  queste ultime, non proprio esemplari. A discolpa di Conte e di Speranza c’è il fatto incontestabile che si trovarono repentinamente di fronte ad una realtà totalmente nuova, anche se l’Italia avrebbe dovuto aggiornare il piano anti pandemico che rimase per anni lettera morta. Ci sono i soliti fessi che approfittano della confusione per chiedere la non obbligatorietà dei vaccini, dimostrando una superficialità infantile. I vaccini  – va ribadito – devono restare obbligatori. Altrimenti cadiamo nel baratro di un nuovo Medio Evo.
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Casa Pound
Secondo il ministro Giuli Casa Pound non deve essere sgombrata. Se vera è un’affermazione gravissima che dimostrerebbe la  sudditanza del governo verso l’estrema destra extra-parlamentare
Vincenzo Vittorelli
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Concordo con Lei. Nel mio articolo, in cui plaudo allo sgombero del Leoncavallo, ho scritto che adesso tocca a tutti i centri sociali che occupano abusivamente locali abusivi, in primis casa Pound che occupa locali del Comune  di Roma. Mi domando perché Gualtieri sia stato inerte, come la sindaca grillina. Ogni acquiescenza verso gli estremisti di destra e di sinistra sarebbe  anche un gravissimo errore politico da parte del Governo, direi che sarebbe  anche un regalo alle opposizioni, offerto su un vassoio d’argento.

“Restare” del torinese Fabio Bobbio apre i cortometraggi di Venezia

Il cortometraggio “Restare” del torinese Fabio Bobbio apre la 10 SIC@SIC, alla 40esima Settimana Internazionale della Critica di Venezia

Sarà  protagonista della 10 SIC@SIC e aprirà il programma di cortometraggi della 40esima Settimana Internazionale della Critica di Venezia il film dal titolo “Restare” del torinese Fabio Bobbio.
Il film breve diretto da Bobbio e scritto insieme a Zelia Zbogar sarà presentato in anteprima fuori concorso giovedì 28 agosto alle 13.45 al palazzo del Casinò e replicato il 29 agosto alle 19.15, in occasione della apertura ufficiale della SIC@SIC, Settimana Internazionale della Critica, sezione autonoma e parallela della Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici italiani, incentrata su talenti nascenti e sulla sperimentazione indispensabile per continuare a mantenere vitale un’arte sempre giovane come il cinema.
“Restare” racconta la storia dei due protagonisti, Sara e Denis, due ventenni alla prese con la ricerca della propria identità e del proprio ruolo nel mondo, in un paesaggio rurale che diventa lo specchio delle loro inquietudini, insicurezze, fragilità e contraddizioni, tipiche di un’età caratterizzata dalla spinta alla fuga e dal bisogno di appartenenza, accentuato dal binomio tra confini reali e mondo digitale nel quale sono cresciuti.

Il film è stato girato nel Canavese, in provincia di Torino, e i due protagonisti scelti sono  Yile Yara Vianello, (già interprete di “Corpo Celeste”, “La bella estate” e “La chimera”) e Zackari Delmas ( “Una sterminata domenica” , “Il mio compleanno”) scelti per la forte somiglianza fisica e per la complementarietà recitativa che li contraddistingue. Il film è diretto con uno stile che fonde gli stilemi del cinema d’autore europeo con le suggestioni del nuovo cinema rurale americano. La narrazione nel film è essenziale e visiva  e l’emotività si esprime attraverso gesti, corpi e silenzi.

Fabio Bobbio, autore, regista e montatore torinese, ha esordito nel lungometraggio nel 2016 con “I cormorani” e con questo nuovo lavoro ritorna a raccontare storie di provincia e le nuove generazioni. Attualmente è impegnato nello sviluppo di due progetti di lungometraggi di finzione come regista e co- sceneggiatore, ne “I fuochi” con Zelia Zbogar, e ne “Le cose vicine”, scritto con Damiano Garofalo e Pietro Masciullo.
Il film “Restare”, girato nel Canavese, è prodotto da Ginko Film di Venezia con Filmine di Torino e Malfé Film sempre di Torino, con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte- Short Film Fund.

Mara Martellotta

Questa domenica torna Castelli Aperti

24 agosto 2025

Per informazioni dettagliate e aggiornamenti su tutte le aperture:
www.castelliaperti.it

Il viaggio tra le dimore storiche del Piemonte continua e, nella domenica del 24 agosto, la rassegna Castelli Aperti, giunta alla sua trentesima edizione, invita i visitatori a lasciarsi guidare dal fascino di borghi antichi, castelli e musei che punteggiano il territorio regionale. Non si tratta solo di aperture straordinarie, ma di esperienze capaci di trasformare una gita estiva in un vero incontro con la storia, l’arte e il paesaggio.

In Monferrato, tra le vigne e le colline di Alessandria e Asti, le visite si muovono tra le sale del Castello dei Paleologi di Acqui Terme, la raffinata Villa Ottolenghi con i suoi giardini d’artista, fino alla Torre medievale di San Giorgio Scarampi che svetta a dominare il panorama. La scoperta si intreccia con il gusto nelle cantine del Castello di Razzano, dove l’arte incontra la tradizione vitivinicola, mentre a Rosignano Monferrato i visitatori potranno passeggiare nel borgo riconosciuto Patrimonio Unesco per il paesaggio vitivinicolo.

Salendo verso il Biellese, il festival culturale “Viaggio. Orizzonti, frontiere, generazioni” anima Palazzo Gromo Losa, mentre a Villa Flecchia si aprono al pubblico le collezioni d’arte dell’Ottocento e del Novecento in un contesto intimo e suggestivo. Sempre nel cuore della provincia, il Ricetto di Candelo – una delle architetture medievali meglio conservate d’Europa – accoglie i visitatori con le sue atmosfere senza tempo.

La Granda propone un itinerario che da Alba e Barolo conduce a castelli e musei di grande fascino: dal WiMu, tra i musei del vino più innovativi al mondo, al Castello della Manta con i suoi affreschi cavallereschi, passando per le residenze di Govone, Roddi e Serralunga d’Alba, gioielli che raccontano l’intreccio tra storia nobiliare e paesaggio collinare. Saluzzo, con la Castiglia e Casa Cavassa, rinnova la sua identità di città-museo, mentre a Fossano e Cherasco i castelli diventano porte d’accesso a un patrimonio ricco e stratificato.

Nelle terre novaresi l’eleganza aristocratica del Castello Dal Pozzo e l’atmosfera raccolta del maniero di Vinzaglio offrono esperienze più riservate, da vivere esclusivamente su prenotazione.

Infine, nel Torinese, due grandi protagonisti: il Castello e Parco di Masino, con i suoi vasti giardini affacciati sulla pianura canavesana, e il Castello di Miradolo, che unisce la suggestione storica alla vivacità di mostre e iniziative culturali.

Castelli Aperti, nato nel 1995 con il sostegno della Regione Piemonte, celebra quest’anno trent’anni di attività, confermandosi un progetto unico capace di mettere in rete oltre ottanta luoghi della cultura. Ogni domenica fino al 2 novembre, il pubblico avrà l’occasione di conoscere da vicino dimore storiche, musei e giardini che non sono semplici custodi di memoria, ma organismi vivi pronti a dialogare con il presente.

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Elenco delle aperture per domenica 24 agosto, organizzate per province, con costi e orari.

PROVINCIA DI ALESSANDRIA
Acqui Terme – Castello dei Paleologi – Civico Museo Archeologico: aperto dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, con visite guidate incluse nel biglietto di ingresso. Ingresso: Intero 4€, Ridotto 2€.
Acqui Terme – Villa Ottolenghi Wedekind: visite guidate su prenotazione alle ore 16.30 (orario soggetto a riconferma, Tel. 335 6312093), con degustazione (circa 2 ore e 30 minuti, durata totale).Ingresso: Intero 15€.
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/ville/villa-ottolenghi-a-acqui-terme.html
Alfiano Natta – Tenuta Castello di Razzano: aperto con orario 15.00 – 17.00. Visita libera al Museo Artevino e alle cantine di invecchiamento: 5 €, visita libera al Museo Artevino e alle cantine di invecchiamento + degustazione di 3 vini: 15 €
Bistagno – Gipsoteca Giulio Monteverde: aperto con orario 10.00-13.00 e 14.00-18.00. Ingresso: Intero 5€
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/musei/gipsoteca-giulio-monteverde-a-bistagno.html
Rivalta Bormida – Fondazione Elisabeth de Rothschild a Palazzo Lignana: visite guidate solo su prenotazione con orario 10.00-19.00. Si consiglia di prenotare la visita almeno con un giorno di preavviso al Tel. 345 8566039.  Ingresso: Intero 10€.
Rosignano Monferrato – Borgo: visite accompagnate nei seguenti orari: 10.00, 11.30, 15.00, 16.30 con partenza dall’ Infopoint.  Caldamente consigliata la prenotazione anticipata.  Ingresso: offerta libera.
Prenotazioni tel. 334 1011278 oppure: https://castelliaperti.it/it/beni/sistemi-museali-e-circuiti-di-visita-cittadini/borgo-di-rosignano-monferrato.html
Trisobbio – Castello di Trisobbio (salita alla Torre): dalle ore 17.30 solo su prenotazione al numero Tel.  345 6044090. Ingresso: Intero 2€.

PROVINCIA DI ASTI
Castagnole delle Lanze – Torre del Conte Ballada di Saint Robert: dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00. Ingresso: Solo risalita Intero 3€. Risalita con calice di vino: Intero 8€.
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/torri/conte-ballada-di-saint-robert.html
Castelnuovo Calcea – Area del Castello di Castelnuovo Calcea: visite libere con i seguenti orari 10.00-19.00. Ingresso: Gratuito.
Costigliole d’Asti – Castello di Rorà: aperto con orario 10.30 – 12.30 e 14.30 – 18.30. Ingresso: Intero 5€.
Nizza Monferrato – Gipsoteca Formica: visite accompagnate ai musei organizzate dalla IAT con orario 11.30 e 16.30. Ingresso: Intero 7€
San Giorgio Scarampi – Torre Medievale: aperta con visite guidate alle ore 10.30e 15.30. Sarà possibile visitare la torre per tutto il resto della giornata anche senza accompagnatore. Ingresso: offerta libera.

PROVINCIA DI BIELLA
Biella – Palazzo Gromo Losa: Mostre del festival “Viaggio. Orizzonti, frontiere, generazioni” 6° ed. dalle 10.00 alle 19.00. Biglietteria presso Palazzo Ferrero.  Intero: 10€
Biella – Palazzo La Marmora: aperto con orario 16.00 – 20.00. Ingresso: a partire da 8€ per visita libera
giardino, 15€ per visita guidata completa.
Candelo – Ricetto di Candelo: accesso libero tutti i giorni. Per visite guidate contattare: Tel. 015 2536728.
ufficiocultura@comunedicandelo.it; info@prolococandelo.it.
Magnano – Collezione Enrico a Villa Flecchia: visite guidate dalle ore 14.30 alle ore 18.30.
Costo biglietto: Intero: 8€, Iscritti FAI: 4 €.Prenotazione consigliata. Tel: 0125 778100; faiflecchia@fondoambiente.it

PROVINCIA DI CUNEO
Alba – Museo Diocesano di Alba: aperto con orario 14.30 – 18.30. Ingresso: Intero 5€.
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/musei/museo-della-cattedrale-mudi-alba.html
Barolo – Castello Falletti di Barolo e WIMU Wine Museum: aperto dalle 10.30 alle 19.00. Ingresso: Intero 9€; ridotto 7€.
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/musei/castello-falletti-di-barolo-wimu-wine-museum.html
Bra – La Zizzola:  parco e museo della Zizzola aperti dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Ingresso gratuito.
Bra – Museo Civico di Storia Naturale Craveri: aperto dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30. Ingresso: Singolo Museo 5€; Musei Civici Bra 10€.
Bra – Museo Civico di Palazzo Traversa: dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30. Ingresso: Singolo Museo 5€; Musei Civici Bra 10€.
Caraglio – Il Filatoio: visite guidate alle ore 11.00, 15.30, 17.30. Ingresso: Intero 9€
Cherasco – Palazzo Salmatoris:  dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30. Ingresso: Gratuito.
Corneliano d’Alba – Torre di Corneliano d’Alba: aperto solo su prenotazione, con almeno due giorni di anticipo, contattando il Tel. 338 9654524 o Tel. 340 8026232.
Dronero – Museo Civico Luigi Mallé: dalle 15.00 alle 19.00 (ultimo ingresso ore 18.30). Ingresso: Gratuito.
Fossano – Castello dei Principi D’Acaja: aperto con partenza tour alle ore 11.00, 15.00 e 16.30. Biglietteria presso l’Ufficio Turistico (corte interna del maniero). Consigliata la prenotazione. Numero Verde 800 210 762 – Tel.  0172 601 60; iatfossano@visitcuneese.it. Ingresso: Intero 5€; ridotto 3€.
Govone – Castello Reale: dalle 10.00 alle 12:30 e dalle 15:00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.30). Ingresso: Intero 7€; ridotto 5€.
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/castelli/castello-reale-di-govone.html
Magliano Alfieri – Museo dei soffitti in gesso e Teatro del Paesaggio – Castello degli Alfieri di Magliano: aperto con orario 10.30-18.30. Ingresso: Intero 5€ (un museo); Intero 7€ (due musei).
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/musei/castello-degli-alfieri-di-magliano.html
Manta – Castello della Manta: aperto con orario 11.00-19.00.  Ingresso: Intero 11€; Visita guidata Intero 15€.
Mombasiglio- Museo del Gen. Bonaparte nel Castello di Mombasiglio: dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Ingresso: Intero 8€, Ridotto 6€.
Pamparato – Borgo e Castello: visite guidate su prenotazione alle ore 10.30 e 15.30. Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/cuneo/borgo-antico-e-castello-di-pamparato.html
Priero – Borgo e Torre Medievale di Priero: visite guidate su prenotazione dalle 10.00 alle 18.00. Info: Tel: 3331714232;  torre@prieroturismo.it. Ingresso: Intero 4€ .
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/cuneo/borgo-e-torre-maestra-di-priero.html
Roddi – Castello di Roddi: visite esclusivamente guidate con i seguenti orari: 10.30; 11.30; 12.30; 14.30; 15.30; 16.30; 17.30. Prenotazione consigliata. Info: Tel: 0173 386697castelloroddi@barolofoundation.it. Costo
Biglietto: Intero 6€. Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/castelli/castello-di-roddi.html
Saluzzo – Casa Cavassa: orario 10.00-13.00 e 14.00-19.00. Ingresso: Intero 6€; ridotto 3,5€.
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/musei/museo-civico-casa-cavassa-di-saluzzo.html
Saluzzo – Casa Natale di Silvio Pellico: visite accompagnate dalle 14:00 alle 19:00. Ingresso: Intero 3,5€; ridotto 2,5€. Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/musei/casa-pellico-casa-museo-di-saluzzo.html
Saluzzo – La Castiglia: orario 10.00-13.00 e 14.00-19.00. Ingresso: Intero 8€; ridotto 6€.
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/castelli/la-castiglia-di-saluzzo.html
Saluzzo – Torre Civica e Pinacoteca Olivero: orario 10.00-13.00 e 14.00-19.00. Ingresso: Intero 3,5€; ridotto 2,5€. Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/torri/torre-civica-di-saluzzo.html
Saluzzo – Villa Belvedere Radicati:  orario 10.00-13.00 e 14.00-19.00. Ingresso: Intero 5€; ridotto 3€. Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/ville/villa-belvedere-di-saluzzo.html
Savigliano – Museo Civico A. Olmo e Gipsoteca D. Calandra:  orario 10.00-13.00 e 15.00-18.30.
Ingresso: Intero 5€; ridotto 3€.
Savigliano – Palazzo Muratori Cravetta: visite guidate con prenotazione consigliata allo 0172/370736 o mail ufficioturistico@comune.savigliano.cn.it. Turni previsti ore 11.00 e 15.30 (presentarsi qualche minuto prima dell’orario presso l’Ufficio Turistico di piazza santa Rosa; il personale dell’Ufficio Turistico accompagnerà i visitatori nella visita del Palazzo o Torre fornendo le relative notizie).  Ingresso: Intero 3€.
Savigliano – Torre Civica:  visite guidate con prenotazione consigliata allo 0172/370736 o mail ufficioturistico@comune.savigliano.cn.it. Turni previsti ore 11.00 e 15.30 (presentarsi qualche minuto prima dell’orario presso l’Ufficio Turistico di piazza santa Rosa; il personale dell’Ufficio Turistico accompagnerà i visitatori nella visita del Palazzo o Torre fornendo le relative notizie).  Ingresso: Intero 3€.
Serralunga d’Alba – Castello di Serralunga d’Alba: aperto con visite guidate alle ore 10.30; 11.15; 12.00; 12.45; 14.30; 15.15; 16.00; 16.45; 17.30. Ingresso: Intero 6€; ridotto 3€.
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/castelli/castello-di-serralunga-dalba.html

PROVINCIA DI NOVARA
Oleggio Castello – Castello dal Pozzo: visite guidate su prenotazione al mattino. Per informazioni e prenotazioni: Tel: 0322 53713, 335 6121362, contact@castellodalpozzo.com. Ingresso: Intero 15€.
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/castelli/castello-dal-pozzo-a-oleggio-castello.html
Vinzaglio – Castello di Vinzaglio: aperto solo su prenotazione contattando il numero Tel: 346 7621774

PROVINCIA DI TORINO
Caravino – Castello e Parco di Masino: aperto con orario 10.00-18.00. Ingresso: (Castello e Parco) Intero 15€; Ridotto 8€; Iscritti Fai ingresso gratuito.
San Secondo di Pinerolo – castello di Miradolo: aperto dalle 10.00 alle 19.00. Prenotazione consigliata: Tel. 0121/502761 prenotazioni@fondazio necosso.it. Ingresso: Intero 15€.

Dalle marching bands al rock

CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI 60

Tra le moltissime etichette statunitensi del rock surf, garage e psichedelico degli anni ‘60 si è notato finora un carattere talvolta eterogeneo, con compresenza di svariati generi e stili all’interno di una stessa etichetta discografica. In altri casi la singola casa discografica decideva di creare espressamente proprie sotto-etichette dedicate a generi di nicchia, meno “commerciali”, ma poi rivelatisi fondamentali per la storia e la documentazione sonora; erano poco frequenti i casi di etichette fondate a partire da generi musicali con scarse fette di mercato. Tuttavia a più riprese emersero eccezioni interessanti e significative; si tratterà in questo articolo di un’etichetta assolutamente “sui generis”, la “Fleetwood Records”. Nata nel 1958 nell’area di Revere (Massachusetts) da un’idea “fuori scala” (e di vera nicchia) dei cugini Richard I. Blake e Raymond G. Samora, che un bel giorno vollero documentare su incisioni sonore un quantità oceanica di competizioni ed esibizioni delle cosiddette “Drum and Bugle Corps” (formazioni bandistiche del tipo “marching band” con ottoni e percussioni, accompagnate da “color guards” di ballerini) di quel periodo in U.S.A. e Canada, incluse le performances ad eventi sportivi; addirittura vi furono prese di suono “on field” delle esibizioni musicali e degli eventi connessi, soprattutto gare automobilistiche, con i relativi cerimoniali. Blake fondò persino un tabloid dedicato (“Drum Corps News”) ma col passare degli anni i generi toccati dall’etichetta si ampliarono ed inevitabilmente a metà anni ‘60 si estesero al surf, garage e poi psych rock. Purtroppo nel 1975 un vasto incendio distrusse i “masters” originali, ma la “Fleetwood Records” intraprese un’instancabile opera di riconversione e rimasterizzazione su CD di tutte le incisioni del passato fino agli anni Ottanta, con fedeli riproduzioni di copertine e relative note (l’etichetta è tuttora attiva col nome “Fleetwood Sounds”). Nel nostro caso ovviamente evidenzieremo i soli 45 giri di surf, garage e psych rock (alcuni di non facile datazione) qui di seguito:

– THE BONNEVILLES “See If I Care / You Just Can’t Tell Her” (FL-4551) [1964];

– LITTLE JOHN AND THE SHERWOODS “Rag Bang / Long Hair” (FL 001) [1965];

– THE SHADOWS FOUR “Follow Me / Heart Of Wood” (FL4553) [1965];

– THE GABLES “Ready / Chuck Wagon” (FL 4555) [1965];

– THE MEDICS “Snowman / Just Say Just Say” (FL-4558) [1965];

– J. GOON AND THE BELVEDERES “Linda Lou / Beware” (FL 4562) [1965];

– THE LEVIS “Hear What I Say / That’s Not The Way” (FL 4563) [1966];

– THE BONDSMEN “No Longer Mine / I Don’t Want Your Lovin Anymore” (FL 4564) [1966];

– LORD AND HIS BARONS “Foolish Lies / Guys Theme” (FL 4566) [1966];

– THE FURY’S “I Walk Away / Gone In The Night” (FL 4569) [1966];

– THE WHAT FOURS “Basement Walls / Eight Shades Of Brown” (FL 4571) [1966];

– BOSS TODES “Sally The Pollywog / Have Certainty” (FL 4580- Sound City) [c. 1967];

– THE FORBIDDEN “How Do You Prove / My Silent Prayer” (FL-4585) [1968];

– THE SHAGGS “My Pal Foot Foot / Things I Wonder” (FL 4584) [c. 1969];

– THE SOUND MACHINE “In The Night / Backroads Of Your Mind” (FL 4599).

Gian Marchisio

La triste e sfortunata vita di Emilio Salgari

L’incontro con Emilio Salgari, il papà di Sandokan, Yanez, Tremal-Naik e del Corsaro Nero avvenne tanto tempo fa. E fu un amore improvviso, intenso. I primo due libri furono “I misteri della Jungla Nera” e “Le Tigri di Mompracem”, nelle edizioni che la torinese Viglongo pubblicò negli anni ’60.

 

Vennero letteralmente divorati. Toccò poi all’intero ciclo dei pirati della Malesia e a quelli dei pirati delle Antille, dei Corsari delle Bermude e delle avventure nel Far West. Mi recavo in corriera da Baveno a Intra, da una sponda all’altra del golfo Borromeo del lago Maggiore, dove – alla fornitissima libreria “Alberti” – era possibile acquistare i romanzi usciti dalla sua inesauribile e fantasiosa penna. Salgari, nato a Verona nell’agosto del 1862, esordì come scrittore di racconti d’appendice che uscivano su giornali  a episodi di poche pagine, pubblicati in genere la domenica ma, nonostante un certo successo,visse un’inquieta e tribolata esistenza. A sedici anni si iscrisse all’Istituto nautico di Venezia, senza però terminare gli studi.

 

Tornato a  Verona intraprese l’attività di giornalista, dimostrando una notevole capacità d’immaginazione. Infatti, più che viaggiare per mari e terre lontane, fece viaggiare al sua sconfinata fantasia, documentandosi puntigliosamente su paesi, usi e costumi. Scrisse moltissimo, più di 80 romanzi e circa 150 racconti, spesso pubblicati prima a puntate su riviste e poi in volume. I suoi personaggi sono diventati leggendari: Sandokan, Lady Marianna Guillon ovvero la Perla di Labuan, Yanez de Gomera, Tremal-Naik, il Corsaro Nero e sua figlia Jolanda, Testa di Pietra e molti altri. Nel 1900, dopo aver soggiornato alcuni anni nel Canavese ( tra Ivrea, Cuorgnè e Alpette) e poi a Genova, si trasferì definitivamente a Torino dove cambiò spesso alloggio, abitando nelle vie Morosini e  Superga, in piazza San Martino ( l’attuale piazza XVIII Dicembre, davanti a Porta Susa, nello stesso palazzo all’angolo nord dove De Amicis scrisse il libro “Cuore“), in via Guastalla e infine in Corso Casale dove, al civico 205 una targa commemorativa ricorda quella che è stata l’ultima dimora del più grande scrittore italiano di romanzi d’avventura. Schiacciato dai debiti contratti per pagare le cure della moglie, affetta da una terribile malattia mentale, con quattro figli a carico, si tolse la vita con un rasoio nei boschi della collina torinese.

 

Era il 25 aprile 1911. Ai suoi editori dell’epoca, che stentavano a pagargli i diritti, lasciò questo biglietto: “A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna“. Ai quattro figli scrisse: “Sono ormai un vinto. La malattia di vostra madre mi ha spezzato il cuore e tutte le energie. Io spero che i milioni di miei ammiratori che per tanti anni ho divertito e istruito provvederanno a voi. Non vi lascio che 150 lire, più un credito di lire 600… Mantenetevi buoni e onesti e pensate, appena potrete, ad aiutare vostra madre. Vi bacia tutti col cuore sanguinante il vostro disgraziato padre“. I suoi funerali passarono quasi inosservati perché in quei giorni Torino era impegnata con l’imminente festa del 50° Anniversario dell’Unità d’Italia. La sua salma fu successivamente traslata nel famedio del cimitero monumentale di Verona. Un tragico e amaro epilogo per l’uomo che, grazie alle sue avventure, fece sognare tante generazioni di ragazzi.

Marco Travaglini

Oggi al cinema. Le trame dei film nelle sale di Torino

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A cura di Elio Rabbione

Afrodite – Thriller. Regia di Stefano Lorenzi, con Ambra Angiolini e Giulia Michelini. Ludovica è di professione sommozzatrice ed è costretta a lavorare per la criminalità organizzata a causa dei debiti lasciati dal suo ex compagno. Con Sabrina dovrà recuperare il carico di una nave sommersa, il cui nome è Afrodite. Le controlla Rocco e quella obbligata convivenza porta le due donne a una profonda trasformazione e alla costruzione, tra violenze e traumi, a una solidarietà con cui affrontare i tanti pericoli. Durata 95 minuti. (Fratelli Marx)

Breve storia di una famiglia – Drammatico. Regia di Jianjie Lin. Dopo un incidente avvenuto al liceo, l’estroverso Wei, unico figlio di una benestante famiglia cinese, e Shuo, il suo compagno di classe, si attraggono con un’energia misteriosa. Wei presenta presto il suo nuovo amico al padre, un biologo cellulare, e a sua madre, un’ex assistente di volo. Shuo, che proviene da una famiglia problematica, viene presto incoraggiato dai genitori di Wei a trascorrere più tempo in casa loro. Man mano che Shuo si integra nella famiglia, scopre gradualmente che la loro comoda esistenza è oscurata da segreti non detti, aspettative non soddisfatte ed emozioni represse. Durata 99 minuti. (Greenwich Village sala 1)

Casa in fiamme – Commedia drammatica. Regia di Dani de la Orden, con Emma Vilarasau e Enric Auquer. Montse, una donna di mezza età divorziata dallo spirito esuberante, ha finalmente l’opportunità che attendeva da tempo: un fine settimana con tutta la famiglia nella sua casa sulla Costa Brava, a Cadaqués, dove un tempo trascorrevano le estati più serene. La casa, che rischia di essere venduta, diventa per la donna il teatro di una sfida personale per realizzare il fine settimana perfetto, anche se le sue reali intenzioni vanno ben oltre il semplice trasloco. Nonostante i suoi due figli ormai adulti la ignorino da tempo, presi dalle loro vite instabili e incerte, il suo ex marito abbia una nuova compagna ed ex terapeuta, e i conti con il passato non siano ancora saldati, Montse è determinata a fare in modo che tutto vada come previsto, cercando disperatamente di ricostruire l’unità perduta. Non si fa abbattere da nulla, nemmeno dalla morte improvvisa di sua madre, che decide di ignorare pur di non rinunciare al weekend tanto atteso. Sogna da troppo tempo questo momento e, pur di farlo andare secondo i suoi piani, è pronta a fare qualsiasi cosa, persino a distruggere la propria casa fino alle fondamenta, portando alla luce segreti familiari, tensioni represse e bugie sepolte. Un weekend che potrebbe segnare un nuovo capitolo della sua vita, dove ogni cosa dovrà essere a sua immagine e somiglianza, anche se ciò può comportare l’annientamento di tutto quello che c’è stato sino a quel momento, incluse le illusioni che ha coltivato per anni e il legame fragile con le uniche persone a cui tiene davvero. Durata 105 minuti. (Classico)

Elio – Animazione. Regia di Adrian Molina, Madeline Sharafian e Domee Shi, con le voci di Alessandra Mastronardi, Adriano Giannini, Lucio Corsi e Neri Marcorè. Il piccolo Elio è divenuto orfano in tenerissima età e, considerando la propria solitudine nonostante la presenza e l’affetto della zia Olga, maggiore dell’aviazione americana, coltiva il desiderio di essere portato dagli alieni ai confini dell’universo. Quando un giorno riuscirà a inviare un messaggio al lontano Comuniverso, un’organizzazione che agisce per la ricerca delle menti più prestigiose del cosmo mentre al tempo stesso vuole togliere il comando al collerico Lord Grigon. Una volta prelevato dalla terra, Elio troverà nel pacifico Glordon, il figlio di Grigon, il suo migliore amico. Durato 99 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi sala 4, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

F1 – Drammatico. Regia di Joseph Kosinski, con Brad Pitt e Javier Bardem. La leggenda delle corse automobilistiche Sonny Hayes viene convinto a uscire dal ritiro per guidare un team di Formula 1 in difficoltà e fare da mentore a un giovane pilota promettente, mentre insegue un’altra possibilità di gloria. Durata 90 minuti. (Massaua, Eliseo Grande, Greenwich Village sala 1 anche V.O., Ideal, Lux sala 2, Reposi sala 3, The Space Torino, Uci Lingotto anche V.O., The Spece Beinasco, Uci Moncalieri anche V.O.)

Frammenti di luce – Drammatico. Regia di Rùnar Rùnarsson, con Elin Hall e Baldur Einarsson. Una storia ambientata a Reykjavik, in Islanda, durante l’estate. La protagonista è Una, giovane studentessa d’arte che porta dentro di sé un segreto che la rende triste. Il dolore che nasconde la soffoca ma deve annullarsi anche se è intorno a lei che tutto ruota. In una giornata mite e luminosa, Una incontra l’amore, l’amicizia e si sente travolta dalle emozioni provocate dalle persone e dagli eventi che la circondano. Durata 90 minuti. (Greenwich Village sala 2)

Locked – In trappola – Azione. Regia di David Yarovesky, con Bill Skarsgård e Anthony Hopkins. Eddie ha una figlia di nome Sara, cerca di sopravvivere facendo consegne con il suo van: quando il mezzo si rompe e lui non ha i soldi per farlo riparare, s’avvicina a una gran bella macchina, davvero di lusso, trovata aperta in un parcheggio, tentando di rubarla per poterci fare un bel po’ di quattrini. Ma quella è una macchina speciale e il suo proprietario è speciale. Una trappola perfetta, una trappola da cui pare impossibile uscire e l’uomo che adesso la guida, con tutto il desiderio di liberarsi di Eddie, prende a terrorizzarlo nei modi più svariati e impensabili. Durata 95 minuti. (Reposi sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri anche v.o.)

Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo – Commedia. Regia di Nisha Ganatra, con Jamie Lee Curtis e Lindsay Lohan. Forti dei capitoli che l’hanno preceduto, le nuove avventure della famiglia Coleman non hanno perduto smalto e divertimento: al centro Tess e Anna. Harper oggi frequenta il liceo e furoreggia con il surf, tra una lite e l’altra tira fuori le unghie con Lily, una ragazza di radici britanniche che s’è ritrovata a frequentare la sua stessa scuola e che in aggiunta è pure la figlia del futuro sposo della madre. Per trasmigrazione d’obbligo, ricadendo nei meccanismi di un tempo, quando i genitori dovranno decidere se scegliere Los Angeles oppure il trasferimento tra le nebbie londinesi, ecco che, oggi, saranno Tess e Anna a ritrovarsi nei corpi di Lily e Harper. Forse in attesa di un prossimo appuntamento (finché la saga tiene…). Durata 111 minuti. (Reposi sala 4, The Space Torino, Uci Moncalieri)

Tre amiche – Commedia drammatica. Regia di Emmanuel Mouret, con India Hair, Camille Cottin e Sara Forestier. Joan non è più innamorata di Victor e si sente disonesta con lui. Alice, la sua migliore amica, la rassicura: lei stessa non prova alcuna passione per Eric eppure il loro rapporto va a meraviglia. Lei non sa che lui ha una relazione con Rebecca, la loro comune amica… Quando Joan decide finalmente di lasciare Victor e lui scompare, le vite dei tre amici e le loro storie vengono sconvolte. Durata 117 minuti. (Nazionale sala 3)

Tutto in un’estate – Commedia drammatica. Regia di Louise Courvoisier, con Clément Faveau. Totone, diciottenne, trascorre la maggior parte del suo tempo a bere birra e a far festa con il suo gruppo di amici nella regione del Giura. Ma la realtà bussa alla sua porta: dovrà prendersi cura della sorellina di sette anni e trovare un modo per guadagnarsi da vivere. Decide così di mettersi a produrre il miglior formaggio Comté della regione, quello che gli permetterebbe di vincere la medaglia d’oro al concorso agricolo e 30.000 euro. Durata 90 minuti. (Greenwich Village sala 3)

L’ultimo turno – Drammatico. Regia di Petra Biondina Volpe, con Leonie Benesch e Andreas Beutler. Floria è un’infermiera che lavora con passione e professionalità nel reparto di chirurgia di un ospedale. È sempre in ascolto di tutti i pazienti, anche nelle situazioni più stressanti, e si rende sempre disponibile, facendo fronte a ogni emergenza. Ma nella cruda realtà della sua routine quotidiana, in un reparto sovraffollato e a corto di personale, spesso le situazioni sono imprevedibili. Floria si prende cura, fra tanti altri, di una giovane madre gravemente malata e di un anziano a signore che attende con apprensione la sua diagnosi. Via via che la notte avanza, il suo lavoro assume sempre più i contorni di una corsa contro il tempo. Durata 91 minuti. (Nazionale sala 1 anche v.o.)

Una sconosciuta a Tunisi – Drammatico. Regia di Mehdi Barsaoui, con Fatma Sfarr. La vicenda s’ispira a un autentico fatto di cronaca, svoltosi nel 2011, dopo la rivoluzione che ha messo fine alle violenze del dittatore Ben Ali, in un paese che tuttavia non ha ancora cancellato del tutto la corruzione e le continue contraddizioni. Aya ha quasi trent’anni, vive con i vecchi genitori nel sud della Tunisia, lavora in un albergo come cameriera e ogni giorno si reca in città, a bordo di un piccolo bus. Sempre le stesse azioni, giorno dopo giorno, una vita di giovane ragazza con i ritmi di sempre. Un giorno il bus ha un grave incidente e soltanto Aya sembra essersi salvata. Non rintracciata e da tutti creduta morta, la ragazza coglie l’occasione per rifarsi una nuova esistenza, raggiunge Tunisi, frequenta nuove amicizie, persone e locali: ma è testimone di un fatto di cronaca in cui vengono coinvolti alcuni poliziotti – l’uccisione di un uomo, mentre questi erano in borghese -, fatto cui inizialmente Aya offre una testimonianza che si rivelerà falsa. Durata 123 minuti. (Centrale v.o., Fratelli Marx)

Warfare – Tempo di guerra – Drammatico. Regia di Alex Garland e Ray Mendoza, con Joseph Quinn, Kit Connor e Will Poulter. Mendoza, un ex Navy Seals e già consulente militare di Garland per “Civil War”, basa la storia sulle proprie memorie di guerra, un episodio di guerriglia urbana a Ramadi. Nel 2006, in Iraq, un gruppo di Navy Seals statunitensi occupa una abitazione per studiare le mosse del prossimo attacco: nel momento in cui s’accorgono della presenza di una banda armata, tenteranno una sortita ma un’esplosione improvvisa colpisce due di loro riducendoli in fin di vita. Durata 95 minuti. (Centrale anche v.o., Fratelli Marx, Lux sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Talent show a Bardonecchia, uno stage intensivo 

Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre Bardonecchia si trasforma in un palcoscenico di danza a cielo aperto con gli oltre duecento ballerini, giovani e giovanissimi provenienti da tutta Italia  che coloreranno di blu (il blu è il colore della loro divisa) le strade della cittadina dalle 8 del mattino alle 22.30 di sera.
Per una settimana la cittadina della val di Susa si trasformerà nel set di un talent show della scuola Dam Danza di Torino, organizzatrice dell’evento, che è ispirato alla storica serie televisiva ‘Fame’, che raccontava le storie degli allievi di una prestigiosa scuola di danza di New York.
I giovani e i giovanissimi avranno l’opportunità di vivere la danza a 360 gradi , partecipando ad uno stage intensivo sotto la guida di maestri di fama internazionale. I partecipanti potranno studiare per più di otto ore al giorno e cimentarsi in varie discipline, tra le quali la danza classica, quella contemporanea, il musical e  l’hip hop.
Lo stage, presieduto dalla direttrice artistica Daniela Chianini, approderà nel Final Show, spettacolo aperto al pubblico che si terrà al Palazzo delle Feste di Bardonecchia il 30 agosto con due repliche, alle 16 e alle 20.

Mara Martellotta