CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 373

La Giulia che andava in tandem

“La trappola dei ricordi”

Quant’era bella, la Giulia. Eccola! Piede sinistro a terra, seduta sul sellino posteriore del tandem affidato alla guida dell’amica. Entrambe belle. Giovani. Sorridenti e tutte in ghingheri. Tirate a festa e perfino un po’…civettuole, con quelle zeppe allora di gran moda e che ancora oggi, dopo settant’anni, vanno ch’è un piacere. Bizzarrie del fashion! Del resto, a Cortemaggiore (e credo un po’ ovunque allora e forse anche oggi in certe realtà di paese) s’usava così. Quando queste foto vennero scattate era certamente di domenica. E la domenica, allora, era proprio domenica. Giorno di festa e di grandi rituali “vasche”, su e giù per la via principale del tuo bel paese (bassa piacentina, venti chilometri da Piacenza e altrettanti da Cremona, al confine fra Emilia e Lombardia); era il giorno degli abiti nuovi da sfoggiare con malcelata nonchalance, degli anvein (anolini) in brodo – in cui papà Gigén era solito versare un bel bicchierotto di rosso, di quello buono – e del manzo in tavola, era il giorno della Messa grande nella Collegiata di Santa Maria delle Grazie, dagli interni decorati con pregiate opere pittoriche, fra cui un prezioso “Polittico” del Quattrocento firmato da Filippo Mazzola, padre del più noto Parmigianino. E, terminata la Messa, il via en plein air alla festa attesa per tutta la settimana. Nulla di straordinario. Il ciarliero ritrovarsi nella piazza principale del paese antistante la Collegiata e il Palazzo Municipale, le camminate da guarda un po’ come sono bella e ben vestita sotto i suggestivi e tipicamente emiliani portici, i crocchi vocianti, le risate  e le volute fumanti e dai profumi non propriamente delicati sparsi al vento dai potenti “Toscani” o dalle “Nazionali” o “Popolari” senza filtro ( 2 lire a pacchetto e sicure “spaccapolmoni”) incollati alle labbra degli uomini, in attesa –molti – di varcar la soglia dell’osteria, ad attenderli altra spessa cortina di fumo e le simpatiche “briscolate” e il tipico scudlein (non il primo della giornata) con frizzantini bianchi o rossi assolutamente locali.

Si era negli anni immediatamente successivi alla fine del secondo conflitto mondiale. E tu, Giulia, avrai avuto poco più di vent’anni. Da qualche anno eri fidanzata con il tuo Renzo. Vi eravate conosciuti, sempre di domenica, in un ballo a palchetto, credo, a Chiavenna Landi. Lui di Pontenure, tu cortemaggiorese doc o magiustreina, com’erano ironicamente definiti in allora gli abitanti di Cortemaggiore, derisi dai buontemponi d’altri paesi vicini come “quelli che andavano a raccogliere le fragole o magiustar con le scale!”. Di mezzo, la guerra e, per lui, la non facile prigionia in Germania. Ora si vivevano gli anni della ricostruzione. Ricostruzione urbana e ricostruzione di vite. Il passato era alle spalle. Il futuro era ancora tutto possibile. E da giocare. Forse più di oggi. Si vede nei sorrisi di queste foto, pubblicate tempo fa da un giornale locale e affettuosamente inviatemi da Mauro, figlio di tuo fratello Ermanno e l’ultimo dei Verdini oggi a Cortemaggiore. Anche il farsi scattare una foto era allora uno dei riti demenicali in gran voga. Si sognavano le storie da fotoromanzo. E voi fanciulle dal bell’aspetto speravate fors’anche in qualche sporadico ritorno al paese natio di quell’ormai quasi famoso vostro coetaneo Franco Fabrizi (cortemaggiorese del ’16, figlio del barbiere Eugenio e dell’Enrichetta Lippini, cassiera del cinema) che, a Roma, stava rincorrendo le luci del successo cinematografico sotto le ali protettive dei vari Fellini, Antonioni, Germi e altri celebri registi d’allora. E di ogni tempo. Mica da ridere! E che dire poi del fotografo cui si devono queste foto? Davvero bravo e originale. Tal Mainardi. Il nome si legge a stampa sulle foto stesse. Curiosa quella che ti ritrae all’ingresso di un vecchio palazzo, con tre amiche, sotto una “G” scritta in caratteri cubitali. G come Giulia. Effetto sicuramente voluto, non a caso. E in un’altra, che divertente quel piccolo “brighella” (altro simpatico vezzo del Meinardi, quello di inserire sempre bimbe e bimbi nei suoi scatti) che fa capolino e sorride divertito alle spalle del vostro solito quartetto domenicale!

Oggi, quel bimbo dovrebbe avere non meno di un’ottantina d’anni. Chissà? Scatti di una realtà serena, dopo gli orrori della guerra. Di una realtà che nel ’49 si ritrovò addirittura ricca di un giacimento, sia pure modesto, di petrolio che nelle mani del grande Enrico Mattei fece di Cortemaggiore un centro Agip di primo livello nella produzione di benzina raffinata, la celebre “Supercortemaggiore” iconizzata con il logo del “cane a sei zampe”.

E Cortemaggiore balzò agli onori delle cronache. Nazionali. E non solo. Ma tu in quegli anni vivevi già altrove. Eri diventata moglie e mamma. Avevi seguito il tuo Renzo prima a Pontenure e poi a Torino, con il tuo “Nani” che aveva appena terminato la prima elementare. Un’altra vita. Un altro mondo, spesso in salita. Da tenere in piedi giorno dopo giorno. Sempre con quel sorriso timido e riservato. E tanta voglia di cantare. E quegli occhi scuri che diventavano pura luce davanti alla nuova, piccola “Nani”. Anche la mia Elena, fino a quando il tempo non ti ha rubato la memoria, la chiamavi così. Ricordi? Dio mio, quanto mi manchi, Giulia! E quant’eri bella, MAMMA!

Gianni Milani  

Tanti appuntamenti ai Musei Reali: visite speciali, un percorso per riscoprire la mitologia nel mondo vegetale

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Tra mostre, appuntamenti settimanali e visite speciali, i Musei Reali non smettono di sorprendere i visitatori con la riscoperta di storie millenarie del mondo vegetale attraverso le opere d’arte. Una settimana ricca di eventi da passare in uno dei luoghi più affascinanti di Torino.

 

Il calendario delle attività per i tesserati dei Giardini Reali

È disponibile sul sito il calendario delle attività speciali dedicate al tema dei Giardini Reali, riservate ai possessori di una delle tessere solidali. Fino a marzo 2022 è possibile prendere parte a percorsi e visite in esclusiva con le curatrici, i curatori e le restauratrici dei Musei Reali. Sono previsti incontri a tema green anche per tutto il pubblico, con tariffe agevolate per i sottoscrittori della tessera. Le tessere sono acquistabili nel bookshop dei Musei Reali o scrivendo all’indirizzo: mr-to.sostienici@beniculturali.it

Sabato 29 gennaio alle ore 10.30 e alle ore 15.30, la visita Flora: storie e mitologie nel mondo vegetale porterà i visitatori a scoprire natura, arte, racconto mitologico e tecnica rappresentativa attraverso le opere delle collezioni pittoriche e archeologiche dei Musei Reali. Info e prenotazioni: mr-to.sostienici@beniculturali.it

Lunedì 31 gennaio alle ore 11 e alle ore 15 si terrà la visita Il Giardino Ducale nell’ambito dei Lunedì Green, che fino a marzo faranno vivere ai tesserati e al resto del pubblico ogni lunedì la magia dei Giardini Reali a porte chiuse. Un ciclo di visite esclusive alla scoperta della storia dei Giardini, delle stratificazioni nei secoli e delle loro specie vegetali. Prenotazione obbligatoria. Info e prenotazioni: mr-to.sostienici@beniculturali.it

 

I Martedì dell’Abbonato

Martedì 1° febbraio alle ore 17 continuano i Martedì dell’Abbonato. Un viaggio nel tempo alla scoperta delle vicende storico-artistiche legate alla costruzione della Cappella della Sacra Sindone, dei tesori della sua Sacrestia e della Cappella Regia. Tra vicende storiche e meravigliose opere s’arte si tratteggia un racconto affascinante legato alla Sindone, ma anche alla famiglia Savoia e al ruolo della spiritualità e della religione nella vita di Corte.

Costo dell’attività € 10. Riservata ai titolari dell’Abbonamento Musei.

Per informazioni e prenotazioni https://piemonte.abbonamentomusei.it/

 

Le attività con CoopCulture

Sabato 29 gennaio alle ore 15.30 e domenica 30 gennaio alle ore 11, le guide e gli storici dell’arte di CoopCulture conducono la visita Benvenuto a Palazzo lungo le sale di rappresentanza del primo piano di Palazzo Reale e dell’Armeria, per scoprire o riscoprire la storia e la magnificenza della prima reggia d’Italia.

Il costo della visita è di € 7, oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali (€ 13 ordinario, € 2 da 18 a 25 anni, gratuito under 18). Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Fino al 31 marzo 2022 è possibile prenotare una visita ai percorsi speciali dei Musei Reali.

Ogni venerdì alle ore 15.30, il pubblico può visitare i magnifici appartamenti della regina Maria Teresa al primo piano di Palazzo Reale, il Gabinetto del Segreto Maneggio e le suggestive Cucine Reali per rivivere gli antichi usi di Corte.
Ogni sabato alle ore 15.30, Collezionisti a Confronto: Riccardo Gualino e il Principe Eugenio di Savoia-Soissons, un ricco percorso alla scoperta di due grandi personaggi accomunati dalla passione per l’arte, per comprendere meglio l’evoluzione del collezionismo tra Settecento e Novecento.

Ogni domenica alle ore 15.30 è possibile approfondire le vicende storico-artistiche legate alla costruzione della Cappella della Sindone e ammirare i tesori conservati nella Sacrestia e nella Cappella Regia.

Costo delle attività: € 20 (€ 13 per Abbonamento Musei).

Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Ciprotour. Oltre il confine

Fino al 3 marzo 2022 il pubblico può godere di una mostra diffusa che unisce i Musei Reali e le Biblioteche civiche di Torino. Il progetto mira a promuovere sul territorio la mostra internazionale Cipro. Crocevia delle civiltà, terminata il 9 gennaio. Il progetto prevede una serie di piccole esposizioni in alcune biblioteche torinesi: narrazioni da Cipro e su Cipro nelle sale della Biblioteca Civica Centrale, alla Biblioteca civica Musicale Della Corte si parla di musica cipriota, al Mausoleo della Bela Rosin e alla Biblioteca civica Villa Amoretti si racconta dell’isola sacra ad Afrodite e dei profumi della dea, alla Biblioteca civica Cesare Pavese di commerci e genti, di lingue e culture alla Biblioteca civica Primo Levi. E ancora, alla Biblioteca civica Don Milani, si tengono incontri su Cipro, porto e ponte del Mediterraneo. Il Bibliobus, inoltre, diffonde in città le informazioni sugli eventi in programma.

 

Le mostre in corso ai Musei Reali

Prorogata fino a domenica 13 febbraio 2022In Between è la prima mostra a Torino dedicata allo scultore piemontese Fabio Viale, che ha conquistato notorietà internazionale grazie alle sue statue tatuate e alle straordinarie finzioni in marmo. Cinque opere monumentali allestite in Piazzetta Reale e un percorso curato da Filippo Masino e Roberto Mastroianni all’interno di Palazzo Reale testimoniano i campi di ricerca e presentano opere inedite, svelate al pubblico negli spazi della residenza sabauda. Realizzata in collaborazione con la Galleria Poggiali di Firenze, la mostra è visitabile con il biglietto dei Musei Reali.

 

Nell’ambito dei progetti di collaborazione tra musei italiani e stranieri, i Musei Reali ospitano nelle Sale dei Maestri Caravaggeschi, al primo piano della Galleria Sabauda, l’opera di Orazio Gentileschi Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, in prestito dalla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia. L’evento espositivo, prorogato fino a domenica 20 febbraio, è una straordinaria opportunità di confronto con l’Annunciazione, capolavoro dello stesso artista, celebre seguace di Caravaggio, custodito dai Musei Reali. Il confronto tra queste due opere permette di accostarsi al metodo di lavoro del pittore, che consiste nel riutilizzo di cartoni o di lucidi per comporre singole figure o intere scene.  Il volto di Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, dipinto tra il 1615 e 1620 ritorna con attitudine simile in quello della Vergine nell’Annunciazione di Torino, donata dallo stesso Gentileschi al duca Carlo Emanuele I di Savoia nel 1623 e oggi esposta nella Galleria Sabauda. La visita alla mostra è compresa nel biglietto dei Musei Reali.

 

Animali dalla A alla Z. Una mostra dedicata ai bambini è l’esposizione allestita nello Spazio Scoperte della Galleria Sabauda fino al 3 aprile 2022. Il progetto, curato da Rosario Maria Anzalone ed Enrica Pagella, è concepito per bambini e famiglie, dall’altezza delle vetrine alle soluzioni grafiche: tra dipinti, disegni, incisioni, reperti archeologici e oggetti d’arte decorativa, quaranta opere dei Musei Reali sono accomunate dalla raffigurazione di animali, da indovinare in una modalità di fruizione partecipata. La visita alla mostra è compresa nel biglietto dei Musei Reali.

 

La Biblioteca Reale

La Sala Lettura della Biblioteca Reale è aperta dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 15.15 ed è chiusa il sabato. Le consultazioni dovranno essere prenotate con almeno 24 ore di anticipo scrivendo all’indirizzo mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it, indicando tutte le informazioni disponibili per la richiesta.

Per conoscere le modalità di accesso e registrazione consultare la pagina Orari e modalità di apertura della Biblioteca Reale – Musei Reali Torino (beniculturali.it)

 

Caffè Reale

Nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale è possibile rigenerarsi con una pausa al Caffè Reale Torino, ospitato in una ambientazione unica ed elegante, impreziosita da suppellettili in porcellana e argento provenienti dalle collezioni sabaude. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net.

 

Museum Shop

Per rimanere aggiornati sulle pubblicazioni dei Musei Reali e per dedicarvi un pensiero, il Museum Shop è aperto.

È disponibile anche online Musei Reali (shopculture.it).

 

L’accesso ai Musei Reali e alle mostre è consentito unicamente esibendo il Super Green Pass (Green Pass rafforzato ad esito di vaccinazione o guarigione da Covid-19) e indossando la mascherina chirurgica, secondo le norme di sicurezza previste dal Decreto-legge del 24 dicembre 2021, n. 221.

Estrazioni Siciliane: una mostra fotografica di Giuseppe Calascibetta a Torino

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La mostra fotografica Estrazioni Siciliane di Giuseppe Giancarlo Calascibetta avrà luogo presso la Street View Art Gallery di Torino dal 5 al 28 febbraio 2022 ed è curata dal critico d’arte Togaci Gaudiano con la collaborazione del Prof. Rosario Riggio.

Iniziativa realizzata in collaborazione con il Circolo Arci Antonio Banfo di Torino, e riconosciuta dalla Fiaf (Federazione Italiana Associazioni fotografiche).
L’autore siciliano Giuseppe Calascibetta, che negli ultimi anni si è dedicato alla fotografia ritrattistica, decide per la prima volta di cimentarsi nel paesaggio urbano per indagare sulle geometrie create dalla luce a contatto con le opere architettoniche e murarie dei vari comuni presenti in Sicilia. Sono stati presi in esami paesi e città che conservano architetture dell’antichità che riecheggiano in forte contrasto con l’arte contemporanea del ventunesimo secolo simboleggiate dalla cartellonistica pubblicitaria o dalla Street art dei murales.
La mostra ha ricevuto le attenzioni dal critico d’arte Rosy Togaci Gaudiano che commenta cosi le opere fotografiche: “Calascibetta ferma immagini e ci accompagna in una Sicilia che è come un piccolo universo, anzi un multiverso dalle infinite dimensioni, che racconta l’esplosione della vita mentre fa i conti con il peso ereditario e sempre incombente del suo decadimento. Con i suoi scatti, l’autore ci da una visione dell’Historic Urban Landscape: una periferia spesso relegata nell’immaginario degli ultimi centocinquanta anni al ruolo di ghetto impenetrabile e imperscrutabile, ma in realtà portatore di una parte consistente della storia della città, storia non solo industriale ma anche culturale; tanto consistente da potere conferire a questa “periferia storica” un ruolo di soggetto protagonista delle vicende urbane della città etnea contemporanea”.

Giuseppe Calascibetta è un fotografo siciliano con un background culturale in campo economico. Appassionato di storia e antropologia, inizia ad interessarsi alla fotografia paesaggistica e di architettura per raccontare la storia dei comuni dell’entroterra siciliano; scatti che vengono pubblicati su numerosi libri di storia locale e su diverse pubblicazioni del quotidiano La Sicilia. Negli anni successi si dedica al reportage, al ritratto fotografico e alla fotografia artistica. Alcuni suoi scatti sono stati pubblicati su Storica del National Geographic, La Repubblica, La Sicilia e su numerosi cataloghi d’arte di varie case editrici come la Mondadori. Le sue foto sono apparse sulle reti Mediaset come TGCOM24 e Mattino Cinque. In più le sue foto sono state esposte a Milano, Casale Monferrato, Firenze, Roma, Lamezia Terme e Palermo. Dal 2014 al 2021 ha vinto otto premi di fotografia. Di recente è stato selezionato dalla fotografa Letizia Battaglia per due mostre collettive che si sono tenute presso il Centro Internazionale di fotografia di Palermo.

Un poeta tra le atrocità

RIFLESSIONI NEL GIORNO DELLA MEMORIA


Stamattina a Torino la temperatura era di -3° celsius. Oggi, la maggior parte di noi è sceso di casa, bardato di cappelli, sciarpe, guanti e cappotti caldi ed ha iniziato la giornata sbrinando i vetri dell’auto e probabilmente imprecando contro il freddo ed il gelo.

77 anni fa, milioni di persone, si sono svegliate da un sonno, che probabilmente non c’è mai stato, e con miseri indumenti addosso, scalzi e digiuni si apprestavano a sopravvivere ad un’altra giornata di lavoro, violenza ed umiliazione. Ignari che quel giorno avrebbe rappresentato per loro l’inizio di una nuova vita.

Il 27 gennaio 1945 la 60esima armata dell’esercito Sovietico entrò ad Auschwitz e quello che scoprirono fu agghiacciante. Milioni di corpi, vivi e morti, mischiati insieme, senza distinzione, tenuti prigionieri e schiavizzati solo perché appartenenti ad un’etnia differente, per credo politico, religioso, orientamento sessuale, malformazioni fisiche.

Gli orrori del nazismo sono inenarrabili e sicuramente ad oggi ognuno di noi fa fatica a concepire cosa significa morire di freddo, di stenti, perennemente malati, indeboliti da febbre, dissenterie, malattie respiratorie e nonostante ciò trovare la forza di lavorare, di sollevare carichi pesanti, di sopportare le continue vessazioni fisiche e mentali. Eppure questa forza, quasi in maniera inspiegabile ha accompagnato i più fortunati fuori da quell’incubo.

Tra questi, c’era mio nonno, Giuseppe Polesello, nato a Motta di Livenza, in provincia di Treviso, il 19 marzo 1917. Lui fu tenuto prigioniero a Linz, in Austria nel 1942 – 1943. La sua forza fu l’ingegno e senza dubbio il carattere mansueto che lo contraddistingueva. Si salvò perché riuscì a costruire con pezzi di fortuna, una macchina per fare la pasta per i generali nazisti, questi lo ritennero prezioso e così gli riservarono qualche buccia di patata e crosta di pane. In seguito lo fecero autista, trovandogli una funzione all’interno del campo, questo bastò a farlo rimanere vivo e a fornirgli in seguito la possibilità di scappare e ricongiungersi all’esercito italiano.

Anche se in maniera confusa, mio nonno, ogni Natale raccontava a me e alla nostra famiglia, spezzati di quel terribile periodo, l’importanza della memoria si manifesta oggi, perché mi offre la possibilità di rinnovare il suo ricordo e quello di tanti altri che non hanno avuto la fortuna di utilizzare le loro inclinazioni per vivere ancora. Come se servisse una funzione per continuare ad esistere; eppure ci hanno insegnato che ogni essere vivente è degno di vivere solo per il fatto di respirare.

In questa giornata desidero riportare le parole di Etty Hillesum, una ragazza ebrea, di 28 anni che scrisse un diario, indirizzando i suoi pensieri a Dio e che il 7 settembre del 1943 salì sul treno per Auschwitz senza più uscirne. “In un campo, bisogna pure che un poeta ci sia, che da poeta viva questa vita, proprio questa, e in futuro la possa cantare.”

Mio nonno, fu per me un poeta di quelle atrocità, si inventò una via di fuga per continuare a vivere, tornare da mia nonna e formare la mia famiglia, fino ad arrivare a me, che oggi vi chiedo: voi che cosa vi sareste inventati per aver salva la vita?

Eleonora Persico

Un giorno per ricordare

27 GENNAIO

la storia da raccontare
non l’abbiamo noi vissuta
non c’è memoria perduta
narrate e mostrate al mondo
non esitate un secondo
ma diteci raccontate
alle masse fortunate
che l’uomo non ha mai smesso
di martoriare se stesso
e che senza alcun ricordo
oh triste cupo ricordo
l’inferno potrà tornare
noi dobbiamo ricordare!

Massimiliano Giannocco

“Il Tempo sospeso”: la scrittura si sposa alla pittura

Il libro di Mara Martellotta con le opere pittoriche di Andrea Granchi verrà presentato al Centro Pannunzio lunedì 31

 

Al Centro Pannunzio, in via Maria Vittoria 35/h, a Torino, verrà presentato lunedì 31 gennaio prossimo, alle 17.30, il libro dal titolo “Il tempo sospeso”, scritto dalla giornalista torinese Mara Martellotta insieme all’artista fiorentino Andrea Granchi.

L’arte pittorica e la scrittura, un binomio che potrebbe sembrare apparentemente lontano, mostrano, invece, un sottile fil rouge nel potere salvifico che entrambe possiedono di fronte ad eventi epocali come è stata ed è la pandemia da Covid 19. Alla luce di ciò, il volume intitolato “Il Tempo Sospeso”, edito da Gian Giacomo Della Porta Editore, accosta le riflessioni elaborate in questi due ultimi anni dalla giornalista Mara Martellotta alle opere pittoriche dell’artista fiorentino Andrea Granchi, nato a Firenze nel ’47, già docente all’Accademia di Belle Arti di Firenze, vincitore del premio Stibbert per la pittura nel ‘71 e proveniente da una famiglia di antica tradizione artistica e nel campo del restauro.

La contemporaneità dei temi trattati, quali il cambiamento della società e dei rapporti interpersonali, la comparsa di nuove angosce e dubbi, hanno trovato un perfetto parallelismo sia nella scrittura dell’autrice, sia nella pittura di Andrea Granchi, indicando e tracciando una possibile via di ancoraggio e salvezza, in questo “tempo sospeso”, nell’arte.

“Agli scritti di Mara Martellotta – spiega il professor Pier Franco Quaglieni, che ha scritto la prefazione del libro e che parteciperà  alla presentazione – ci rivelano che nel grande naufragio c’è gente che ha salvato la sua anima attraverso la cultura, l’arte e la fiducia in una vita animata da valori che sembrano appannati. Questi scritti sono destinati a testimoniare il coraggio e l’intelligenza di chi ha saputo passare attraverso il fuoco senza bruciarsi, come diceva il mio amico Mario Soldati”.

Il prof. Quaglieni

La presentazione del libro sarà corredata dalla visione di slide delle opere pittoriche di Andrea Granchi e dalla voce recitante dell’attrice Ottavia Della Porta. Sarà  presente come relatore anche il giornalista torinese Andrea Donna.

Buonerba presenta “Cronaca di un amore non corrisposto”

Per il ciclo di incontri “Il venerdì dello scrittore”, si terrà  presso la Biblioteca Civica Arduino di Moncalieri, venerdì 28 gennaio prossimo alle 18, la presentazione del romanzo intitolato “Cronaca di un amore non corrisposto”, di cui è autore lo scrittore e giornalista Carlo Buonerba.

A moderare l’incontro il giornalista Carlo Saccomando; vi parteciperanno il sindaco di Moncalieri Poalo Montagna, l’assessore alla Cultura del Comune di Moncalieri Laura Pompeo, e la giornalista Clara Vercelli, ideatrice e conduttrice del programma “Area goal”. Hanno partecipato all’organizzazione dell’evento il Comitato Insieme a voi, che sarà rappresentato dalla presidente avv. Antonella Savino e dal vice Toni Avignone.

“Cronaca di un amore non corrisposto” rappresenta una narrazione autobiografica condotta dal protagonista Federico Spes, ingegnere nel campo delle telecomunicazioni e insegnante in un liceo in provincia di Milano. L’opera non vuole essere un romanzo di formazione, ma semplicemente l’autentica cronaca di un amore, appartenendo a un genere letterario di cui abbiamo esempi nella produzione di noti scrittori, quali Gabriel Garcia Marquez (“Cronaca di una morte annunciata”). La cronaca qui si esprime sotto forma diaristica e si arricchisce di toni nuovi, non soltanto perché  a scriverla è un bravo e collaudato giornalista, ma anche perché riguarda un tema, quello amoroso, di fronte al quale il lettore non può  certo rimanere indifferente. La forma diaristica del libro riesce ad abbracciare anche una dimensione intimistica, delineando un sentimento amoroso che, per quanto impossibile, non condurrà  il protagonista ad arrendersi, ma  proseguire nella sua missione.

Mara Martellotta 

Ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti, previa presentazione del Green Pass rinforzato e mascherina, telefonando al numero 0116401600

“I dimenticati dalla Storia”: migliaia di testimoni di Geova vittime della persecuzione nazista

Il 27 gennaio in tutto il mondo si celebrerà il Giorno della memoria, una data simbolica per ricordare le vittime del nazismo.

Il brutale terrore nazista prese di mira milioni di persone a motivo della loro razza, nazionalità o ideologia politica. Ma pochi sanno che tra le vittime dei nazisti ci furono migliaia di testimoni di Geova, che furono perseguitati per la loro fede cristiana.

I Testimoni di Geova, allora conosciuti come Studenti Biblici, furono “gli unici sotto il Terzo Reich a essere perseguitati unicamente sulla base delle loro convinzioni religiose”, dice il professor Robert Gerwarth.  Il regime nazista bollò i Testimoni come “nemici dello Stato”, afferma la storica Christine King, “per il loro aperto rifiuto di accettare anche gli aspetti più marginali del [nazismo] contrari alla loro fede e al loro credo”.

Per motivi religiosi i Testimoni, che erano politicamente neutrali, si rifiutavano di fare il saluto “Heil Hitler”, di prendere parte ad azioni razziste e violente o di arruolarsi nell’esercito tedesco. Inoltre, “nelle loro pubblicazioni identificavano pubblicamente i mali del regime, incluso ciò che stava accadendo agli ebrei”, ha dichiarato King.

I Testimoni furono tra i primi ad essere mandati nei campi di concentramento, dove portavano un simbolo sull’uniforme: il triangolo viola. Dei circa 35.000 Testimoni presenti nell’Europa occupata dai nazisti, più di un terzo subì una persecuzione diretta. La maggior parte fu arrestata e imprigionata. Centinaia dei loro figli furono affidati a famiglie naziste o mandati nei riformatori. Circa 4.200 Testimoni finirono nei campi di concentramento nazisti. Uno dei massimi esperti dell’Olocausto, lo storico Detlef Garbe, ha scritto: “L’intenzione dichiarata delle autorità [naziste] era di eliminare completamente gli Studenti Biblici dalla storia tedesca”. Si stima che morirono 1.600 Testimoni, di cui 370 per esecuzione.

I nazisti cercarono di infrangere le convinzioni religiose dei Testimoni offrendo loro la libertà in cambio di una promessa di obbedienza. A nessun altro fu data questa possibilità. La dichiarazione di abiura (emessa a partire dal 1938) richiedeva al firmatario di rinunciare alla propria fede, denunciare altri Testimoni alla polizia, sottomettersi completamente al governo nazista e difendere la “Patria” con le armi in mano. I funzionari delle prigioni e dei campi spesso usavano la tortura e le privazioni per indurre i Testimoni a firmare. Secondo Garbe, “un numero estremamente basso” di Testimoni abiurò la propria fede.

Nel campo di Buchenwald fu internata con il falso nome di Frau von Weber anche Mafalda di Savoia, figlia del re Vittorio Emanuele III, arrestata a Roma il 23 settembre 1943. Come scrive Cristina Siccardi, nel suo libro Mafalda di Savoia. Dalla reggia al lager di Buchenwald, le SS assegnarono alla principessa un’aiutante, Maria Ruhnau, una testimone di Geova imprigionata a motivo della sua fede. Sapendo che la donna era guidata da elevati princìpi morali e che per questo diceva sempre la verità, le SS speravano di raccogliere informazioni confidenziali sulla famiglia reale. Maria Ruhnau si dimostrò per Mafalda più che una badante. Fu la sarta che le adattò i vestiti recuperati nel campo e che le cedette le sue scarpe. La principessa le si affezionò così tanto che prima di morire, il 28 agosto 1944, lasciò in dono all’amica Testimone l’orologio che aveva al polso.

Il fallimento della coercizione nazista nel caso dei Testimoni di Geova è in contrasto con la conformità agli obiettivi nazisti da parte di ampi strati della società prima e durante l’Olocausto. La resistenza nonviolenta della gente comune di fronte al razzismo, al nazionalismo estremo e alla violenza merita una profonda riflessione in occasione del Giorno della memoria.

Per ulteriori informazioni sui Testimoni di Geova nel periodo dell’Olocausto visitate jw.org:

 

“Dove danzeremo domani?” In occasione del “Giorno della Memoria”

La regista francese Audrey Gordon presenzierà alla proiezione del suo docufilm a Racconigi, a Saluzzo e a Cuneo

Da mercoledì 26 gennaio

Cuneo

Un film documentario di puntuale narrazione storica. Ma anche, e soprattutto, di toccante narrazione d’anime. La famiglia della regista fu, infatti, direttamente coinvolta nelle vicende raccontate – con il supporto di lettere, memorie e straordinarie fotografie private– nel suo recente “Dove danzeremo domani?”, un’opera che, attraverso la storia d’amore di un’ebrea russa (Rima Dridso Levin) e di un ufficiale cattolico italiano (Federico Strobino) entrambi sopravvissuti agli orrori della guerra, narra dei rapporti fra italiani ed ebrei durante l’occupazione italiana del sud est della Francia e subito dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943. Audrey Gordon, regista e sceneggiatrice francese (suoi anche “Siblings” del 2018 e “Première Campagne” del 2019) ha trasposto dunque nel suo docufilm, una coproduzione italo-francese datata 2021, tutta una serie di emozioni e motivazioni che fanno dell’opera una pagina di suggestiva poesia intrecciata a complesse vicende storiche non sminuite negli intrecci drammatici dei fatti e nel  casuale triste computo dei “sommersi” e dei “salvati”. Sarà dunque molto interessante compiere insieme a lei  una rifessione sui principali temi del film, dal momento che la stessa regista, nell’ambito delle celebrazioni del “Giorno della Memoria 2022” ha accettato l’invito giuntole dalle Città di Racconigi, Saluzzo e Cuneo di presenziare alle proiezioni in programma nei tre Comuni del Cuneese, a partire da mercoledì 26 gennaiofino a martedì 1 febbraio. I tre Comuni accoglieranno la proiezione del film offrendo un doppio appuntamento: quello mattutino, dedicato alle studentesse e agli studenti delle scuole del territorio, e quello serale, aperto al pubblico. L’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti. La prenotazione non è obbligatoria, ma consigliata.

A Racconigi, alla “Soms” (via Costa 23), la pellicola sarà proiettata alle ore 9 e alle ore 11di mercoledì 26 gennaio, per le scuole. Il pubblico potrà assistere alla proiezione della pellicola e all’incontro con la regista domenica 30 gennaio alle ore 17. Gli appuntamenti alla “Soms” sono realizzati in collaborazione con l’ “Anpi” di Racconigi. Info e prenotazioni “Progetto Cantoregi”: tel. 349.2459042, info@progettocantoregi.it.

A Saluzzo il docufilm è in programma lunedì 31 gennaio al “Cinema Teatro Magda Olivero” (via Palazzo di Città, 15): alle ore 9 e alle ore 11 si terranno le proiezioni per le scuole, mentre per il pubblico la serata avrà inizio alle ore 21. Prima della proiezione verranno consegnate alcune copie del libro “Ebrei a Saluzzo 1938 – 1945” di Adriana Muncinelli (“Fusta Editore” gennaio 2022) ai Dirigenti degli Istituti Scolastici saluzzesi da parte del Sindaco, dei Presidenti delle Associazioni “Ratatoj APS”, “Rotary Club Saluzzo”, “Lions Club Saluzzo Savigliano” e della “Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo”. Seguirà la presentazione del docufilm con la partecipazione della regista. Info: www.cinemateatromagdaolivero.it.

A Cuneo, il docufilm sarà proiettato al “Cinema Monviso” (via XX Settembre, 14) martedì 1 febbraio alle ore 21 alla presenza di Audrey Gordon. Info: www.istitutoresistenzacuneo.it.

“Dove danzeremo domani?” è una  coproduzione “Zenit Arti Audiovisive” e “Nilaya Productions”, con la partecipazione di “Rai Documentari” e “France Télévisions” e con il sostegno del “Piemonte Doc Film Fund”, “Film Commission Torino Piemonte”, in concorso alla diciassettesima edizione del “Biografilm Festival 2021”.

g.m.

Nelle foto:

–         Una scena del docufilm

–         Audrey Gordon

 

Supermercati che passione reading: Il cielo ti cerca

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We Reading – Cap10100
Mercoledì 26 Gennaio 2022

di Richard Bach
Ingresso gratuito

Continua la rassegna We Reading al Cap10100 con Alex e Miriam di
Supermercati che passione al Cap10100
Continua la stagione di We Reading a Torino, con Supermercati che passione, canale
Youtube e pagina Instagram da oltre 30mila followers.

Alex e Miriam duo social e nella vita, portano con leggerezza e allegria le loro recensioni ai
prodotti, facendo della spesa un vero e proprio mezzo di intrattenimento.

Verrà portata una lettura di Richard Bach tratta da “Il cielo ti cerca”, per poter aprire un
dibattito sull’intrappolamento dei corpi in un mondo che cerca la libertà.
L’evento si terrà al Cap10100, in Corso Moncalieri a Torino, così come per tutti gli incontri
WeReading, ogni due mercoledì del mese.

Per l’occasione il locale sarà aperto dalle 19:00 con l’aperitivo nel foyer del Cap10100.
Al termine aftershow live acustico di Selli, progetto musicale di Selene Greco.

Porte ore 19:00
Aperitivo in foyer dalle 19:30 alle 21:00
Inizio reading e live dalle ore 21:00
Ingresso gratuito, prenotazione su Eventbrite
BIO
Alex e Miriam, rispettivamente direttore di un quotidiano satirico e artista video, si incontrano
nel settembre 2020. Dopo una breve frequentazione si ritrovano a condividere la vita,
facendo della spesa una vera e propria passione di coppia, sempre divertendosi.

Nel dicembre dello stesso anno, durante le restrizioni dovute al Covid-19, hanno l’idea di
recensire i prodotti alimentari.
Decidono quindi di aprire una pagina Instagram, condividendo così con gli altri in un vero e
proprio progetto, il loro hobby.
Si fanno subito notare ed apprezzare per la loro spontaneità e per una cosa semplice, ma
importante come fare la spesa.

CITAZIONE
“Siamo intrappolati nei corpi, intrappolati nella gravità, intrappolati negli atomi, intrappolati
nelle culture, intrappolati in mondi della mente finché non continuiamo a stare al gioco. Le
suggestioni non sono vere finché non diamo loro il nostro consenso, finchè non le
accettiamo. Le suggestioni che ci vincolano non sono altro che offerte, proposte, finché non
le accogliamo trasformandole nelle nostre catene, fatte su misura per noi.”
Da “Il cielo ti cerca” di Richard Bach.