CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 347

Alluvium, le Ogr alla Biennale

Le OGR di Torino presentano alla 59 esima EsposizioneInternazionale d’Arte della Biennale di Venezia dal 23 aprile prossimo il progetto intitolato Alluvium

 

OGR Torino, in occasione della 59 esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, presenta il progetto intitolato “Alluvium” di Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh e Hesam Rahmanian, a cura di Samuele Piazza, con il sostegno della Fondazione CRT e il contributo di Galerie in Situ-fabienne leclerc, Grand Paris. Viene presentato per la prima volta in Laguna il trio di questi artisti iraniani, che sarà  presente dal 23aprile al 27 novembre prossimo negli spazi del Complesso dell’Ospedaletto. Il progetto espositivo, realizzato e prodotto da OGR Torino, raccoglie alcune  nuove produzioni, parte di un corpus di opere al quale gli artisti hanno lavorato nel corso degli ultimi due anni e mostrato per la prima volta in questa configurazione.

“Presentare il lavoro degli artisti  Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh e Hesam Rahmanian a Venezia – spiega Massimo Lapucci, Ceo di OGR Torino e Segretario generale di Fondazione CRT – non solo ha diverse assonanze con il contesto circostante, ma sottolinea il naturale collegamento tra la città di Venezia e la mission di OGR Torino. Venezia richiama, infatti, per l’unicità della sua configurazione, da sempre, la pratica dell’arte e del genio umano. Sviluppata su più livelli a partire dalle palafitte, che hanno reso edificabili le isole della Laguna, è cresciuta su se stessa, in un palinsesto di restauri e costruzioni, estetiche nuove e nuovi contributi da parte di diversi popoli, che hanno condotto a una stratificazione fisica della città e a una sedimentazione culturale continua”.

Il titolo Alluvium rimanda all’argilla, alla ghiaia e al limo depositati dall’acqua corrente e si presta a varie letture, richiamando la materialità dei dipinti presentati in mostra e del loro supporto fisico in terracotta; metaforicamente indicano anche i resti di un flusso più astratto, vale  a dire i detriti lasciati dal flusso di notizie, immagini culturali e storiche che gli artisti setacciano e scansionano e da cui pescano materiali sedimentati, raccolti quasi per guadagnare una nuova vita.

A comporre Alluvium è  una serie di strutture che questi tre artisti hanno realizzato in collaborazione con Mohammed Rahis Mollah, fabbro di Dubai. Queste sculture in ferro reggono una serie di piatti in terracotta prodotti da artigiani locali, secondo la tradizione mediorientale. I piatti, a loro volta, accolgono i dipinti degli artisti, creando composizioni  e costellazioni in delicato equilibrio.

Dipinti e collage sui piatti sono frutto di una riscrittura delle immagini provenienti dalle news. Al flusso di immagini cui siamo esposti e che va a comporre una narrazione ufficiale, si contrappone una riscrittura capace di tracciare una registrazione dei nostri tempi e di creare un nuovo immaginario alternativo a queste rappresentazioni; sovrapponendosi a queste immagini, replicando o ridisegnando secondo nuovi disegni geometrici,viene tracciato un ritratto inedito del presente.

MATA MARTELLOTTA

Foto in Gioco! Il mondo dei giochi di piazza e dello spettacolo all’aperto

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Alla Reggia di Venaria

La mostra presenta il mondo dei giochi di piazza e dello spettacolo all’aperto visto attraverso l’obiettivo di 18 celebri fotografi italiani che documentano la trasformazione delle tante modalità di giocare e divertirsi dal secondo dopoguerra fino alla nascita della moderna industria dell’intrattenimento.
Contestualmente evidenzia come la fotografia sia cambiata nel tempo dal periodo Neorealista fino ad una raffigurazione più ambientale che sfocia negli anni Ottanta e Novanta in una dimensione impersonale e priva di socialità.

Ideata da Giangavino Pazzola, curatore di CAMERA, la mostra include oltre 120 fotografie a colori e in bianco e nero che hanno come soggetto persone di tutte le età intente a praticare diverse attività ludiche, oltre ad abitudini, professioni e luoghi che hanno delineato una nuova relazione delle persone con il concetto di tempo libero.

Circus, © Roselena Ramistella, 2021


A cura di Giangavino Pazzola
Organizzata con Camera – Centro Italiano per la Fotografia di Torino
Allestimento di Peter Bottazzi

DOVE
Sale delle Arti, I piano
QUANDO
da Sabato, 09 Aprile 2022 a Domenica, 18 Settembre 2022
COME

Ingresso:
biglietto per la mostra e biglietto “Tutto in una Reggia“.

Consigliata la prenotazione on line.

Per informazioni: tel. +39 011 4992333

Re Vittorio accompagna i visitatori alla mostra storica di Stupinigi

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Palazzina di Caccia di Stupinigi Sabato 23 aprile

Visite guidate animate alla mostra Maria Adelaide d’Asburgo Lorena

Un angelo sul trono di Sardegna

Guidati da Vittorio Emanuele II, Maria Adelaide d’Asburgo Lorena, Maria Vittoria del Pozzo della Cisterna e Amedeo di Savoia duca d’Aosta, sabato 23 aprile alle 10,30 – 12 – 14,30 e 16, si visiterà in esclusiva la mostra “Maria Adelaide d’Asburgo Lorena. Un angelo sul trono di Sardegna”.

Nell’anno del bicentenario della nascita, la mostra alla Palazzina di Caccia di Stupinigi ripercorre la vita e la storia della “non regina d’Italia”, in quanto sposa devota di Vittorio Emanuele II che divenne Re d’Italia solo nel 1861, sei anni dopo la sua prematura scomparsa a soli 32 anni.

Scrisse di lei Costanza d’Azeglio: “Principessa che tutti ammiravano per la sua bellezza e che conquistava i cuori per qualche cosa di angelico negli sguardi, nei gesti e nelle parole che ne rivelavano l’animo”.

L’esposizione, organizzata dal Centro Studi Vittorio Emanuele II, è allestita nella Galleria di Ponente e rientra nel percorso di visita alla Palazzina di Caccia di Stupinigi. La visita guidata animata è organizzata in collaborazione con il Gruppo Dal Pozzo della Cisterna Coordinamento Sabaudo.

MARIA ADELAIDE D’ASBURGO LORENA

12 aprile 1842: nella cappella reale della Palazzina di Caccia di Stupinigi vengono celebrate le nozze tra Vittorio Emanuele II, allora principe ereditario, e l’arciduchessa Maria Adelaide D’Asburgo, cugina dello sposo e figlia secondogenita di Ranieri d’Asburgo, vicerè del Lombardo Veneto e di Maria Elisabetta di Savoia Carignano.

Maria Adelaide Raniera Francesca Elisabetta Clotilde nasce a Milano il 3 giugno 1822. Intelligente e perspicace cresce con un’ottima educazione, parla correttamente 5 lingue oltre a conoscere il latino e il greco. È di salute cagionevole, ma mette comunque al mondo 8 figli, tre dei quali muoiono in tenera età.

Il marito, che la chiamava Suzi o Suzette, pur attestandole stima, la tradisce ripetutamente, in particolar modo con Rosa Vercellana, la “Bela Rosin”. Donna caritatevole e devota, Maria Adelaide si dedica all’educazione dei figli, al cucito, alle pratiche religiose e alle opere pie.

Segnata dalle otto gravidanze, comincia a perdere prima i capelli e poi i denti, è incapace di reggersi sulle gambe e il suo volto, pallido e smunto, si riempie di precoci rughe. Nel 1855, dopo aver partecipato al funerale della suocera Maria Teresa d’Asburgo Toscana, viene colta da una gastroenterite che non le lascia scampo.

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

www.ordinemauriziano.it

Informazioni e prenotazioni: 011 6200634 centro.ve.ii@gmail.com

Sabato 23 aprile, ore 10,30 – 12 – 14,30 – 16

Costo della visita guidata animata: 5 euro

(oltre il prezzo del biglietto di ingresso alla Palazzina di Caccia di Stupinigi)

In dettaglio:

Minori di 6 anni e possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card: 5 euro (biglietto ingresso gratuito)

Per tutti gli altri: 13 euro

(5 euro, visita guidata animata + 8 euro, biglietto di ingresso ridotto)

Garage rock USA 1966. Discografia minore / 15

CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI 60

C’è una massima arcinota che recita così: “Volere è potere”.

Per carità… nulla da obiettare in via teorica. Ma molto spesso la dura realtà fa scricchiolare paurosamente questa sentenza, tanto più se ci si trova a fare i conti con budget limitati o si debba prestare massima attenzione a spese ed entrate, calcolando le mosse da intraprendere per non incorrere in tracolli di bilancio.
Stesso problema per decine e decine di garage rock bands statunitensi degli anni Sessanta nel periodo della “high school”, allorquando un eccesso di spesa poteva risultare fatale. Va da sé che in moltissimi casi il management del gruppo era del tutto autogestito, magari affidato al padre del batterista, al fratello maggiore del cantante o al cugino che vantava agganci con qualche emissario di case discografiche locali. Nella seconda metà della presente sezione discografica figurano varie bands che affidarono le loro sorti ad un management autogestito, purtroppo a volte con risultati perfino controproducenti.

 

– The Viscount V “My Angel / She Doesn’t Know” (Lavette Records LA-5009/5010);
– Blues Inc. “Get Off My Back / Tell Me Girl” (Phalanx 1025);
– The Epics “White Collar House / She Believed In Me” (Dolphin Records 3821);
– The Innkeepers “Never Should Have Done It / Wanted” (Galiko 895);
– [The] Chevrons [V] “What Everyone Wants / Hey Little Teaser” (Fenton Records 2092);
– The Union Jacks “I Gotta Go / No One But You” (Rampro Records R-116);
– The Shaprels “You’re Cheatin’ On Me / A Fool For Your Lies” (Feature Records 817R-103);
– 006 “Like What, Me Worry / Why Can’t I Stay” (Red Bird RB 10-066);
– The Baskerville Hounds “Here I Come Miami / Make Me Your Man” (Tema Records PXT 135);
– Spider and The Mustangs “So Long Child / You Ask Me Why” (Sands Records 10661);
– The Greek Fountains “Blue Jean / Countin’ The Steps” (Philips 40355);
– The Retreds “Black Mona Lisa / Johnny Be Goode” (R & T Records RP 6601);
– The Kon-Taks “One Of These Days / Money” (Rondack Records RO7-9788/9789);
– The Proper Strangers “Joyce / One In A Million” (Quill Records 109);
– Peck’s Bad Boys “Crazy World / Cloud Seventy Six” (Scepter Records SCE 12176);
– Robin Hoods “My Love Has Gone Away / Love A Game” (Ruff Records 45-1014);
– The Executioners “You Won’t Find Me / Haunting My Mind” (Vermillion Records 626V-8301);
– The Troyes “Why / Rainbow Chaser” (Phalanx 1008-1009);
– [The] Cobras “I’m Hurtin’ / If I Can’t Believe Her” (Scoop SC 07-1 / SC 07-2);
– James T. and The Workers “Who Can I Turn To? / That Is All” (SS-6368-01);
– The Nomads [feat. Joe Herman] “Time Remains / I Want You Back” (J & S Records 45-1002);
– The Wrong Numbers “The Way I Feel / I Wonder Why” (Hit Cat HCV01);
– The Great Society “I’m The One For You / And I Know” (U.S.A. Records 856);
– The Shadows 5 “That Little Girl / Gathers No Moss” (Tech Records S-4835/4836).

(…to be continued…)

Gian Marchisio

Il giorno di Shakespeare, il grande Bardo

Il 23 aprile è una data che potrebbe definirsi il “giorno del grande Bardo”. In quel giorno del 1564, nacque William Shakespeare e, nel medesimo giorno, cinquantadue anni più tardi, morì ( correva l’anno 1616) lasciandoci eredi di opere indimenticabili che lo immortalarono come uno dei più illustri drammaturghi e poeti d’ogni tempo.

Tutto accadde, l’inizio e la fine della vita del più grande bardo della Gran Bretagna,  nello stesso paese a nord-ovest di Londra, Stratford-upon-Avon. Ad essere sinceri sui suoi dati biografici c’è parecchia incertezza. Addirittura, il periodo successivo al matrimonio con Anne Hathaway (da cui ebbe tre figli: Susannah e due gemelli, Hamnet e Judith) viene definito dagli studiosi con il termine  “lost years”, gli “anni perduti”, per l’assenza di documenti certi sulla sua vita. Resta il fatto che il suo nome cominciò ad essere popolare in ambito teatrale verso la fine del Cinquecento, periodo a cui risalgono anche i primi poemi come  Venere e Adone e Il ratto di Lucrezia, e l’inizio dei Sonetti. La fama che lo ha fatto conoscere in ogni angolo del mondo è legata all’ampia produzione teatrale che conta circa 11 tragedie, 16 commedie e 10 drammi storici, pubblicate tutte nell’arco di un ventennio. Capolavori senza tempo, tradotti in tutte le lingue, assolutamente straordinari e ricchi di fascino al punto da rappresentare una parte fondamentale del repertorio classico universale: dal dramma storico Enrico VI (1588) alla commedia Sogno di una notte di mezza estate (1595), passando per le famose tragedie di Romeo e Giulietta (1594-1596), Amleto (1600-1602) e Otello (1604). Per non parlare poi  del Giulio Cesare o di Macbeth e la Tempesta. Shakespeare  contribuì, con le sue espressioni linguistiche entrate a far parte dell’inglese quotidiano, a innovare la lingua del paese su cui sventola l’Union Jack. Ma, a parte ciò che fece per la sua madrepatria, è il lascito culturale che ha arricchito la storia del mondo la sua enorme eredità che viene rappresentata con le opere in tutti i teatri e nei libri che vengono letti da milioni di appassionati “fans” del grande Bardo.

Marco Travaglini

Al teatro Astra è in scena “La stanza di Remo”

 

Prodotta dai Saveria Project e dal Teatro Piemonte Europa, una riflessione transgenerazionale sulla Resistenza

 

 

Andrà in scena da lunedì 25 a sabato 30 aprile prossimi al teatro Astra uno spettacolo di teatro civile firmato e prodotto dal collettivo artistico Saveria Project, insieme a TPE (Teatro Piemonte Europa), dal titolo “La stanza di Remo – I can’t breathe”. In questo lavoro teatrale, partendo dalle vicende di vita del partigiano Remo, si intreccia un racconto transgenerazionalesui temi della lotta e della Resistenza.

A partire dal lontano ’43 a Bologna e in Emilia Romagna molti giovani e ragazze decisero da quale parte stare, rinnegando l’inconsapevole infanzia da Balilla e entrando nelle fila della Resistenza. Tra loro ci furono anche Remo e le Staffette Lina Tinti e Germana Masi. Remo venne deportato e, come molti altri partigiani, oggi vive in una casa di riposo, un luogo di memorie e dimenticanze, uno spazio che è anche diventato simbolo di un passato che non vogliamo ricordare ma che, per fortuna, resiste alla rimozione .

“La stanza di Remo” diventa così il luogo in cui i ricordi di un partigiano, prigioniero politico nel campo di concentramento di Bolzano, si intrecciano con le esperienze di altre donne e uomini che hanno fatto la Resistenza. Ma si tratta anche di un contenitore di lotte, del passato e del presente, in cui a trovare spazio è il bisogno di giustizia dei ventenni afrodiscendenti, che si battono contro le discriminazioni razziali e di genere, esprimendo una rabbia personale, che diventa anche collettiva.

“Abbiamo  messo in scena – spiega Stefano Moretti, tra i fondatori del collettivo artistico e interprete –  in forma di drammaturgia l’incontro tra generazioni diverse, attuando un’ampia riflessione sulla memoria. Tutto parte dal desiderio di incontrare il partigiano Remo, di andarlo a trovare nella stanza in cui oggi vive, per farsi raccontare che cosa rappresentò  per lui la Resistenza. Non voleva essere semplicemente una commemorazione dei partigiani e della Resistenza ma, partendo dalla loro esperienza, ci siamo interrogati su chi siamo noi oggi. Abbiamo compreso anche alcuni di loro non avevano un’idea politica precisa, ma che aderirono alla Resistenza per seguire un desiderio di libertà, come reazione alle ingiustizie e ai soprusi. Molti di loro sono nati e cresciuti durante il regime, erano indottrinati, ma si sono ribellati. Quindi si può  essere critici e opporsi a ciò che non va bene. L’altro aspetto che ci interessava riguardava l’istruzione negli anni Trenta, durante la guerra in Etiopia, quale punto di partenza per una più  ampia riflessione sul razzismo, che pare endemico nel nostro Paese.

Tra gli attori Luca Carboni, Stefano Moretti, Giulia Valenti e Rebecah Commey, giovane attivista afrodiscendente di “Black Lives Matter Bologna”, che provano a portare questa stanza a teatro. Un rappresentante del pubblico potrà entrare in questoluogo sospeso e, con un dispositivo di realtà  aumentata, abiterà  no spazio che risulta essere non un unico luogo, ma un coacervo di memorie e storie.

Anticipa il debutto torinese dello spettacolo “Odio gli indifferenti- I can’t breathe”, l’installazione in realtà  aumentata, sempre curata dai Saveria Project, che sarà fruibile da sabato 23 aprile a venerdì  6 maggio prossimo dalle 14 alle 19.30 presso la Sala ‘900 del Polo del Novecento, in via del Carmine 14, con ingresso gratuito in occasione dell’anniversario della Liberazione, lunedì  25 aprile, dalle 9.30 alle 19.30.

La stanza del partigiano Remo, deportato nel ’45 nel campo di concentramento di Bolzano, diventa, così,  oggetto di una mostra interattiva in cui, attraverso l’ausilio di un tablet, oggetti, fotografie, libri, televisori e altri elementi si animano per narrare la vita quotidiana. Il visitatore che entra nella stanza potrà vedere comparire una realtà aumentata di altre immagini, ascoltando voci di donne e uomini che, come Remo, sono cresciuti sotto il fascismo e hanno lottato per la libertà.

La stanza raccoglie anche le testimonianze di chi ha vissuto il G8 di Genova e di chi oggi ha vent’anni ed è  nato in Italia da genitori immigrati.

L’installazione è presentata in collaborazione con il Polo del Novecento e il Museo Diffuso della Resistenza,  della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e delle Liberta, con il sostegno Comitato della Regione Piemonte.

MARA MARTELLOTTA

 

Teatro Astra

Orario spettacoli : ore 21.

Mercoledì ore 19

Info e biglietti www.fondazionetpe.it

Biglietteria Teatro Astra, Via Rosolino Pilo

Tel 011/5634352

Leggere al futuro. Il Maggio dei Libri 2022

A Ivrea, “Capitale italiana del libro 2022”, inaugurazione della XII edizione

Sabato 23 aprile, ore 11

Dove mai, se non a Ivrea, dal 16 febbraio scorso “Capitale italiana del libro 2022”, poteva tenersi la “prima” della Giornata Mondiale Unesco del libro e del diritto d’autore? Domanda retorica. E, infatti, sabato 23 aprile, alle ore 11, al “Teatro Giacosa” (piazza Teatro, 1) di Ivrea, prende ufficialmente il via la XII edizione de “Il Maggio dei Libri”, la campagna del “CEPELL – Centro per il libro e la lettura” (Istituto autonomo del Ministero della Cultura dipendente dalla Direzione Generale Biblioteche e diritto d’autore) che, fino al 31 maggio, invita gli appassionati di libri e lettura ad organizzare iniziative in presenza e in digitale ispirate al tema istituzionale “ContemporaneaMente. Leggere per comprendere”. Particolarmente soddisfatta, Costanza Casali, assessore eporediese alla Cultura: “La partenza del ‘Maggio dei libri’ da Ivrea è un segnale importante per la Città e segna una tappa importante dell’anno da Capitale. Vogliamo coinvolgere il ‘Cepell’ nella costruzione del ‘Manifesto per il futuro del libro’, il nostro grande obiettivo. L’avvio dei lavori coinciderà con il ‘Salone del Libro’, dove saremo presenti e faremo il passaggio di consegne con l’attuale Capitale, Vibo Valentia”.

Particolarmente allettante e ricco di grandi aspettative è il titolo che porterà sul palco al “Giacosa” di Ivrea, l’evento inaugurale di quest’anno: “Leggere al futuro”. Titolo che ben esprime “lo spirito – dicono gli organizzatori – di una campagna che oggi, come da oltre un decennio, semina e insieme raccoglie passione e buone pratiche nel nome della promozione della lettura”. E proprio guardando all’avvenire si apre questo appuntamento, con l’esibizione del “Coro dei bambini del Circolo Didattico di Zafferana Etnea”, diretto dal maestro Ata Pappalardo (in collegamento da remoto). Dopo i saluti di Stefano Sertoli, Sindaco del Comune di Ivrea, e Costanza Casali, Assessore alla Cultura, sono attesi gli interventi di Marino Sinibaldi, presidente del “Centro per il libro e la lettura”, Paolo Verri, coordinatore di “Ivrea 2022”, Gaetano Di Tondo, presidente dell’“Associazione Archivio Storico Olivetti” (in collegamento da remoto), e degli scrittori Alessandro Perissinotto e Donatella Di Pietrantonio (in collegamento, sempre, da remoto). A loro il compito di presentare i contenuti di questa edizione della campagna e il rapporto speciale con la “Capitale italiana del libro 2022”, nonché di offrire un incipit letterario attraverso la testimonianza di un’importante autrice del panorama narrativo contemporaneo. In chiusura, l’attrice e regista Laura Curino darà voce alla figura poliedrica di Adriano Olivetti: nella lettura di passi da sue memorie e scritti, in collaborazione con l’omonima “Fondazione”, rivivranno l’entusiasmo e l’energia progettuale di un imprenditore illuminato che il futuro seppe non solo sognarlo ma anche crearlo. E farlo vivere nel tempo. Attraverso esempi e prassi singolari, oggi purtroppo lasciate cadere, non di rado, nell’oblio.

g.m.

Nelle foto:

–       Ivrea, piazza Ottinetti

–       Costanza Casali, assessore alla Cultura Città di Ivrea

Poesia: parole due – divertissement sotto voce

L’ANGOLO DELLA POESIA

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parole due divertissement sotto voce 

17 dicembre 1995passato a Sarzana

tornando da Tellaro, dopo il concerto di N. M. T.

vi pranziamo è un giorno di fine autunno,

inverno ormai prossimo, giornate corte

c’è altro oltre il brivido che il freddo

giornata chiara: suoni, profumi, bagliori

riuniti alla corte della brutta stagione

incipiente, potente prepotente davvero.

Ricordo i passi tutti, paiono in cresta,

il pasto, la trattoria, la ciotola di farro

al vento l’indicazione di Byron oscilla

Ancora lamica parla, dice, racconta

accento pistoiese e voce di soprano barocco

poca poesia in bocca, ma sui cartelli il poeta

poco ricordo altrimenti che per il liceo

la pagina di letteratura inglese e, intrigante,

una sua immagine in vesti d’Oriente, nullaltro!

Figura possente, tra muggiti di vento

onde infrante, e si fan salse le labbra

ma con il Lord-Poeta io che mai ho a fare?

i primi versi distanti, tanto senza scrivere sto

intermittente da sempre, imprevedibile, assente

ritrovato vicino, mio quel passato

tra fatti e misfatti qua è meglio tacere

poco Lord Byron ne sa … ma nel tempo

lontano, quanto? almeno mille anni!

dona antenati normanni a entrambi qua e!

Ma a Chillon nel sonetto George Noel Gordon

evoca il Cinquecento ma ben un secolo prima

Pierre Burdet l’antre, est en Savoie chatelain

altro più qui non dico ora mi taccio ... ma no?

non ritorno a Sarzana ora che l’estate avvampa

divampa a colori intensi il cielo che in mare si scioglie

blandisce le rocce e i cespugli del sentiero sottratto

da chi questa costa cavò piatta e alta ma certo no

no come? ma dove? e fermarsi? non dire? e perché?

se tra radici recenti c’è l’arsenale di Spezia e ci sono

tra loro distanti i parenti materni debaixo do Cruzeiro do Sul?

ché del bisavo brasiliano la cugina portò ai Federicimarchesi

di sangue un legame Gozzano? ma Gozzano chi? di Guido

una nonna d’Albaro, e i cugini di Genova .

Ora che tanto son stanco e troppo mi pesa viaggiare,

i croquis, scritti nell’anno in cui Mamma mo, se cari

per suoni, parole, e colori, almeno un poco li avrete

le mani battete con me, e grazie non poche ma tante da me!

                                        Carlo A. M. Burdet

START/Storia e ARTe a Saluzzo

La VI edizione dell’evento che mette insieme le diverse anime culturali di uno dei Borghi più belli d’Italia

Dal 22 aprile al 12 giugno

Saluzzo (Cuneo)

L’Arte contemporanea, l’Artigianato, l’Antiquariato. Il contemporaneo e l’antico insieme per mettere in mostra le multiformi sfaccettature artistico-culturali che sono anima viva, da sempre, della capitale dell’antico Marchesato (XII – XVI secolo) cui Saluzzo diede il nome. E dove ritorna con i profumi e i colori della primavera, “START/Storia e ARTe”, sesta edizione e manifestazione unica nel suo genere, in cui si proporranno al pubblico ( o, meglio, ai vari pubblici), per oltre un mese, la 45^ “Mostra Nazionale dell’Antiquariato”, l’84^ “Mostra Nazionale dell’Artigianato”, la 27^ “Mostra di Arte Contemporanea –  Saluzzo by PARATISSIMA” e la 44^ edizione del “Premio Matteo Olivero per l’Arte Contemporanea”. Tema di questa sesta edizione: “Ri-ABITARE”. Dicono gli organizzatori di “Fondazione Amleto Bertoni” e “Comune di Saluzzo” (direttore artistico Stefano Raimondi): “ Negli ultimi due anni, più che negli ultimi venti, tutti ci siamo trovati a fare e disfare le nostre case e le nostre vite, a costruire per poi ricostruire. Con la fine della pandemia sembra che sia ora di rendere tutto circolare, di fermare il tempo. Soprattutto, di imparare a riutilizzare l’immateriale che ci circonda”. Di scoprire eccellenze del passato e del presente, per lanciare uno sguardo più consapevole verso il futuro. Cuore vivo di “START” è, anche quest’anno, l’84^ edizione della “Mostra Nazionale dell’Artigianato” dal 22 aprile all’8 maggio. Oltre quaranta saranno gli artigiani e le ditte (dal centro di Saluzzo alle terre e valli del Monviso) che hanno deciso di raccontarsi a “START 2022” popolando con le loro migliori creazioni gli spazi aulici di Casa Cavassa (la “Casa dell’Artigianato”), il Porticato dell’Antico Palazzo Comunale e l’ex Convento delle Orsoline. Tantissimi i laboratori creativi per adulti e bambini, in particolar modo quelli sul feltro e per la valorizzazione dell’arte del “filare a mano” con il sostegno a donne e famiglie immigrate. “START” sarà anche occasione per dare visibilità alla formazione professionale svolta all’interno dell’istituto penitenziario “Rodolfo Morandi” di Saluzzo con uno spazio dedicato.  Infine, ritorna l’opera “partecipata”, una sorpresa ideata da “Casa di Carità” tutta da scoprire.

Importante novità per l’edizione 2022 sarà la curatela di “Paratissima per la 27^ edizione della Mostra di Arte Contemporanea – Saluzzo Arte”, dal 30 aprile al 22 maggio negli spazi restaurati, “ri-abitati” e restituiti alla collettività, de “IL QUARTIERE – Ex Caserma Musso” di Saluzzo. Antiche scuderie e cortili nati per ospitare soldati, dopo oltre 15 anni di lavori, si presentano per l’occasione come “polo socioculturale”, dove ospitare il lavoro di una trentina di giovani emergenti, ma anche di artisti più noti tra cui Davide Dileo, il Boosta storico fondatore della band dei “Subsonica”, che esporrà un’installazione sonora appositamente realizzata per “START”.

Dal 7 al 15 maggio, “Villa Belvedere ospiterà una dovuta retrospettiva dedicata al pittore saluzzese Nino Parola, a cent’anni dalla nascita, mentre il 25 maggio, nell’ambito della 44^ edizione del “Premio Matteo Olivero” (dedicato alla grande arte contemporanea), verrà presentata l’opera vincitrice di quest’anno “Dance First, Think Later” (da Samuel Beckett: “Balla prima, pensa dopo”) realizzata dalla salernitana Marinella Senatore e progetto – combinante senza limiti cinema e illuminazione, danza e partecipazione – che andrà a rendere unico il foyer del Cinema Teatro “Magda Olivero”.

Dal 13 al 20 maggio si terrà la 45^ “Mostra Nazionale dell’Antiquariato”. Curata da Franco Brancaccio l’esposizione, per la quarta edizione nella sede della “Castiglia Castello” dei Marchesi di Saluzzo, propone quest’anno anche uno sguardo all’antiquariato da giardino e la costruzione di uno spazio nel bellissimo cortile della Castiglia, i cui allestimenti saranno firmati dal grande architetto del paesaggio Paolo Pejrone.

Non mancheranno, infine, come da tradizione, dal 27 aprile al 16 maggio, le occasioni di confronto e sfida fra studenti del territorio, professori ed esperti sul tema dell’artigianato e dell’innovazione presso l’antico “Porticato dell’Annunziata”, negli spazi de “Il Quartiere” e dell’Esposizione Permanente dell’Istituto presso “La Castiglia”.

Da non perdere, infine, le tantissime iniziative programmate per meglio scoprire le Terre del Monviso: dall’esposizione en plein air di centinaia di “spaventapasseri” (un “ciciu” realizzato con i materiali più disparati) che animeranno, dall’1 all’8 maggio, il piccolo borgo di Castellar fino ai “Percorsi delle facciate dipinte: le ‘grisailles’ di Saluzzo” organizzati al “Monastero della Stella” (4 e 5 giugno) dalla “Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo”.

Calendario e programma completo su: www.startsaluzzo.it

g.m.