CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 28

Prima edizione del premio Gail Cochrane

Giovedì 11 settembre, alle ore 18,30, nella sede di Almanac Inn Aps di corso Novara 39, verrà presentata ufficialmente la prima edizione del premio Gail Cochrane, iniziativa fortemente voluta dalla famiglia in collaborazione con Almanac. La Gail Cochrane Fellowship nasce per onorare la memoria, il pensiero e l’eredità culturale di Gail Cochrane. Gail è oggi una figura di riferimento, appassionata sostenitrice dell’arte contemporanea, mente curiosa e generosa, capace di relazioni autentiche. È stata un’educatrice, una art consultant e art director per numerose istituzioni d’arte e collezioni italiane, distinguendosi per oltre trent’anni come figura pionieristica nel panorama dell’arte contemporanea, e collaborando con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, con la Fondazione Spinola Banna per l’arte, di cui è stata direttrice artistica dal 2005 al 2015. Il premio che porta il suo nome vuole raccogliere il testimone, trasformando il suo spirito in una azione completa rivolta a nuove generazioni di artisti, oltre che rappresentare un nuovo tassello nella crescita di Almanac e una scommessa sul futuro, sull’arte come eredità e possibilità e ponte tra generazioni e mondi. La Gail Cochrane Fellowship si offre a proporre un sostegno reale e tangibile a giovani artisti italiani under 30. La famiglia metterà a disposizione un contributo di 2 mila euro, sommato a un ulteriore premio di mille euro per l’acquisizione di un’opera, e sosterrà una residenza d’artista negli spazi di Almanac Inn e la possibilità di presentare al pubblico la prima rappresentazione del proprio lavoro. Almanac sostiene con entusiasmo questa iniziativa, riconoscendo l’importanza di costruire strumenti solidi per l’avvio di carriere artistiche coerenti alla sua missione. Obiettivo del progetto è quello di costruire un trampolino professionale che permetta agli artisti di muovere i primi passi in Italia, per poi confrontarsi con esperienze internazionali, anche grazie alla presenza di partner e collaborazioni già avviate, come lo spazio a Londra, dove artisti passati da Torino hanno avuto la possibilità di esporre in luoghi di prestigio.

La selezione degli artisti sarà affidata a una giuria prestigiosa, composta da figure di riferimento del panorama artistico contemporaneo: l’artista Stefano Rienti, i galleristi Isabella Bortolozzi e Guido Costa, l’artista Maurizio Vetrugno, la storica dell’arte e curatrice Angela Vettese e la famiglia di Gail Cochrane, la madre Rosangela, i figli e la nipote, oltre al team di Almanac Inn.

Durante l’evento dell’11 settembre, sarà annunciata l’apertura di una biblioteca all’interno di Almanac Inn, una collezione di cataloghi e le pubblicazioni della famiglia Cochrane, in particolare di Gail e della madre Rosangela, grande collezionista, figure centrali nella costruzione di un patrimonio artistico e intellettuale che si desidera rendere accessibile ai giovani curatori e studiosi. La biblioteca sarà uno spazio vivo, in linea con il desiderio di Gail di rendere l’arte un territorio condiviso e compreso da tutti.

“Con la fellowship e la biblioteca intitolate a mia madre Gail, si chiude un cerchio – afferma Andrea Chieli, figlio di Gail Cochrane e fondatore di Almanac Inn –  Fin da bambino ho vissuto in mezzo all’arte, a casa avevamo quadri di: Manzoni, Burri, Fontana, Scarpitta, Paolini e molti altri. Sono tutti nella mia memoria, ma per vari motivi, il patrimonio si è disperso negli anni. Quando io e mia mamma abbiamo cominciato a lavorare con Almanac abbiamo pensato di supportare un talentuoso curatore, allora ragazzo, Guido Santandrea, e mettere a disposizione le nostre competenze per creare qualcosa di duraturo e che contribuisse a non disperdere il patrimonio artistico dei giovani che intraprendono questo percorso. Mia madre, con tutto il suo passato dedicato ai giovani, ha dato il suo contributo, io ho cercato di mettere le mie competenze manageriali affinchè il progetto fosse sostenibile e potesse crescere negli anni. Penso che sia ancora un percorso lungo, ma siamo passati da un piccolo spazio in cui non si pagava l’affitto ad uno spazio di proprietà. L’obiettivo è sempre quello di creare valore non solo economico, ma anche strategico per crescere in competenze”.

Gian Giacomo Della Porta

Alle Gallerie d’Italia di Torino la mostra dedicata all’artista visivo Erik Kessels

Intesa Sanpaolo apre al pubblico dall’11 settembre al 7 ottobre 2025 alle Gallerie d’Italia di Torino la mostra “Erik Kessels. Un’immagine”, la più  recente opera dell’artista visivo Erik Kessels. Si tratta di un’installazione multimediale capace di valorizzare le immagini già digitalizzate dell’archivio Publifoto di Intesa Sanpaolo, oltre 60 mila, trasformate, con l’ausilio dell’intelligenza artificiale  per formare un’unica grande fotografia in movimento.

Ad emergere è  un ritratto fluido dell’Italia, che esula dal racconto cronologico; le immagini di persone, cronaca, sport dell’Archivio Publifoto sono frammenti di storia che si compenetrano l’una nell’altra. L’Archivio Publifoto, in questa videoinstallazione, assume la forma di un magma organico multiforme che rivela e dissolve le immagini delle persone e degli eventi che hanno fatto l’Italia, insomma un Archivio umano proiettato in gigantografia.
La sala immersiva del museo torinese della banca si trasforma in un teatro visivo e musicale dove il passato e il presente si avvicendano in modo ininterrotto attraverso una colonna sonora realizzata appositamente dall’inglese Robin Rimbaud, in arte Scanner,  e dall’italiano Stefano Pilia, musicisti elettronici d’avanguardia.

“L’Archivio Publifoto è tra le prime ragioni delle Gallerie d’Italia di Piazza San Carlo – spiega Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo e Direttore Generale delle Gallerie d’Italia- ed è un grande laboratorio dove le fotografie sono oggetto costante di studio, restauro, digitalizzazione  e presentazione al pubblico. Il progetto di Kessels, accompagnato da una musica originale, porta su un piano contemporaneo protagonisti e fatti del Paese. Nel momento in cui viene raccontato, attualizzato e condiviso, un Archivio offre una risposta alla domanda sul ruolo di un museo oggi, non solo nel conservare il passato, ma anche nell’intercettare e approfondire il presente”.

Mara Martellotta

Il Premio Giovanni Graglia a Ugo Nespolo, Barbara Ronchi della Rocca e in memoria a Gian Mesturino

Il Premio Giovanni Graglia è giunto alla sua ventesima edizione, che si svolgerà venerdi 12 settembre, alle ore 18, presso il Circolo della Stampa Sporting di corso Agnelli 45. Il comitato scientifico, composto da Franca Giusti, Giulio Graglia e Bruno Quaranta, insieme alla Presidente Sabrina Gonzatto, ha scelto i seguenti candidati: per la sezione maschile Ugo Nespolo, per la sezione femminile Barbara Ronchi della Rocca e in memoria Gian Mesturino.

Ugo Nespolo, artista poliedrico piemontese originario di Mosso, vede il suo esordio nel panorama artistico italiano degli anni Sessanta, epoca in cui stava esplodendo la pop art ma anche le correnti concettuali e dell’arte povera. Ha frequentato figure della cultura italiana e torinese quali Gianni Vattimo e Edoardo Sanguineti. Importanti per la ricerca filmica di Nespolo sono stati gli incontri con il New American Cinema (Jonas, Mekas, Yoko Ono e Andy Warhol), dal momento che al suo rientro in Italia lavorerà nel cinema. Molti film di Nespolo verranno proiettati al Centre Pompidou, alla Tate Modern, alla Biennale di Venezia, al Museo Nazionale del Cinema. Negli anni Ottanta significativo anche il suo contributo al mondo teatrale, infatti disegna scene e costumi per la Turandot e per il Don Quijote. Dagli anni Novanta a oggi, Nespolo è presente con le sue opere in Italia e all’estero.

Barbara Ronchi della Rocca è un personaggio televisivo molto conosciuto e amato. Esperta di bon ton, è anche giornalista, autrice e docente. Il galateo è la sua passione e ne conosce ogni sfumatura, dalle buone maniere a tavola all’eleganza nell’abbigliamento, passando ai consigli da sapere per essere un perfetto turista. Il suo amore per l’educazione nasce da bambina e tra i suoi libri ricordiamo “Il galateo dell’amore”, “Bollicine che passione” e “Il galateo dei fiori”.

Gian Giovanni Mesturino, architetto monferrino, conosciuto come architetto dei teatri, è scomparso a 82 anni il 10 gennaio 2025. Il sodalizio con Germana Erba, diventata sua moglie e conosciuta all’Università, è legato al mondo teatrale torinese. Alfieri, Erba e Gioiello sono stati gestiti per oltre sessant’anni, senza dimenticare che il Teatro Nuovo è lo spazio teatrale in cui la coppia ha istituito il primo liceo coreutico e teatrale italiano, che da trent’anni attrae giovani talenti dall’Italia e dall’estero.

Il Premio Giovanni Graglia fa parte della rassegna del Festival Pirandello e del 900, e chiude come di consueto gli eventi.

Mara Martellotta

Torna al Circolo della Stampa Sporting la quinta edizione di “Set in scena”

 

Con Neri Marcorè, Umberto Galimberti e Pablo Trincia

Ancora una volta torna sotto la Mole la quinta edizione di “Set in scena”, una rassegna con diversi ospiti importanti, realizzata con il sostegno di CRT e Intesa Sanpaolo, il Patrocinio della Regione Piemonte, Città di Torino e con la collaborazione dell’associazione culturale Hiroshima Mon Amour.
Venerdì 12 settembre prossimo, presso il Circolo della Stampa, sarà Neri Marcorè a interpretare canzoni famose insieme al polistrumentista Domenico Mario Renzi, alla violoncellista Chiara Di Benedetto e alla violinista Anaïs DAïais. Questa kermesse, diretta sempre da Marcorè, nasceva nel 2021, in occasione dell’inaugurazione del campo stadio riqualificato dello Sporting, che veniva restituito ai cittadini anche in una nuova veste come sede per spettacoli ed eventi culturali. L’edizione di quest’anno si terrà da venerdì 12 a domenica 14 settembre prossimi, proprio presso il campo stadio dello Sporting, trasformato in un anfiteatro sotto la direzione artistica di Neri Marcorè. Sono tre gli spettacoli in programma con inizio alle ore 21. Avranno anche una finalità benefica in quanto sull’acquisto del biglietto verrà devoluto un euro a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.
Dopo il concerto di venerdì 12 dal titolo “Neri Marcorè in doppia coppia”, il 13 settembre, alle ore 21, sarà la volta di Umberto Galimberti come ospite. Il filosofo e psicanalista lombardo tratterà il tema “il bene e il male-educare le nuove generazioni”, per discutere sul ruolo svolto da un’educazione emotiva basata sull’empatia e il sentimento, e non solo sulla ragione.
L’ultimo appuntamento sarà domenica 14 settembre con Pablo Trincia, giornalista podcaster di Lipsia, che inviterà il pubblico a interrogarsi sul senso del sacrificio. Come strumento di dialogo con il pubblico sarà scelta la lettura di “Open”, autobiografia cult di Andrea Agassi, campione di tennis che ebbe con il suo sport un rapporto controverso.
Il Presidente del Circolo della Stampa Sporting, Pietro Garibaldi, si è dichiarato soddisfatto di questa quinta edizione di “Set in scena”, in quanto uno degli impianti sportivi italiani più antichi si trasformerà nuovamente in un palcoscenico per una kermesse capace di unire spettacolo, cultura, musica e solidarietà.

Mara Martellotta

LABAR, geniale incisore nella casa – museo di Villadeati

Tra le tante potenzialità dello splendido paese di Villadeati, attraverso il pittoresco paesaggio, la cultura e l’arte, è doveroso annoverare la casa museo di LABAR, geniale incisore, pittore, scultore, che ha collezionato   antichi torchi litografici, tipografici e calcografici   perfettamente funzionanti che  egli usa per le proprie opere che lo rendono uno dei più prestigiosi incisori contemporanei

G R B

Ex Matia Bazar Marrale-Mezzanotte a Caramagna Piemonte

 

Il 26 settembre, aperta anche la prevendita telefonica

Carlo Marrale e Silvia Mezzanotte in concerto al ‘Lago dei Salici’ con tutte le hit dei Matia Bazar. Prevendite in corso anche su www.ticket.it.

Aperta la prevendita telefonica per facilitare l’accesso anche ai meno tecnologici all’anteprima nazionale del tour-evento ‘Stasera…che sera! 50th Celebration’ che partirà Venerdì 26 Settembre alle ore 21.30 dalla Tenuta ‘Lago dei Salici’ di Caramagna Piemonte (CN), a un passo da Torino, Cuneo e Asti.

Oltre a poter acquistare online i biglietti sul sito www.ticket.it, da questo momento e fino al giorno del concerto si potrà chiamare tutti i giorni 7 su 7 in orario d’ufficio dalle 9.00 alle 18.30 il numero 3297811407 che fornirà istruzioni per facilitare la prenotazione dei posti e garantirsi così l’accesso allo spettacolo con la possibilità di abbinare anche la cena prima dello show a un prezzo ridotto, proprio come già accade anche per chi prenota sul web.

Silvia Mezzanotte e Carlo Marrale, grandi protagonisti dell’evento, puntano infatti sulla Provincia Granda al confine con Torino per celebrare un anniversario degno di nota in ogni senso: culturale e musicale insieme. 

I due celebri e stimati artisti – ex Matia Bazar entrambi, e fra i volti più iconici e riconoscibili della storia della band ligure – festeggiano infatti, con un tour-evento nazionale che partirà venerdì 26 settembre alle ore 21.30 dalla Tenuta ‘Lago dei Salici’ di Caramagna Piemonte, proprio i 50 anni di ‘Stasera che sera’, primo grande successo internazionale del famosissimo complesso musicale (mezzo secolo di vita anch’esso quest’anno esatto) che in passato li ha visti grandi protagonisti entrambi in due formazioni diverse. 

Carlo Marrale dal 1975 al 1993, fondatore della prima ora e coautore di tutte le maggiori hit del gruppo, ex chitarrista ed ex storica voce maschile, ha vinto con loro Sanremo nel 1978 con ‘E dirsi ciao’. 

Silvia Mezzanotte, invece, entrata nella band nel 1999 dopo Laura Valente (moglie di Pino Mango) e rimasta a fasi alterne fino al 2016, è salita con i Matia ben 4 volte in gara all’Ariston (vincendo un primo e un terzo posto). Indistintamente con Antonella Ruggiero, l’altra voce storica del gruppo, la sola con lei ad averli riportati sul podio del ‘Festival della Canzone Italiana’ nel 2002 con ‘Messaggio d’amore’, hit firmata da Piero Cassano e Giancarlo Golzi (che scelse proprio Silvia come solista della band, e cui era legatissimo da un rapporto umano e professionale di vera fratellanza). 

Carlo Marrale e Silvia Mezzanotte saranno accompagnati sul palco da una strepitosa band di ottimi musicisti e hanno puntato sull’incanto della location ‘Lago dei Salici’ di Caramagna Piemonte per il debutto nazionale della loro nuova tournée insieme che toccherà i maggiori teatri italiani (21/11 Montecatini, 11 Gennaio Marano di Napoli, 16 Gennaio Foggia e via dicendo): ma solo dopo aver inaugurato il 26 settembre sera con la loro musica senza tempo l’inedita ‘Area Concerti’ da 1.200 posti, realizzata in occasione del 30° anniversario dell’event center per matrimoni fondato nel 1995 dalla coppia di imprenditori saviglianesi Domenico Pautassi e Giovanni Riggio.

A condurre e introdurre la serata Maurizio Scandurra, giornalista e opinionista de ‘La Zanzara’ di ‘Radio24’, e Giovanni Riggio, il frizzante ‘Capitano’ del ‘Lago dei Salici’ pronti insieme a regalare momenti di intrattenimento e simpatia al grande pubblico.

Prevendite già aperte e biglietti disponibili esclusivamente sul sito www.ticket.it. Possibilità di abbinare la cena in location prima del concerto, durante il quale sarà attivo anche il servizio bar.

Una gallerista, un pittore e un mistero: delitto sotto la Mole

TORINO TRA LE RIGHE

Per questo appuntamento di Torino tra le righe vi porto a scoprire un mystery raffinato e sorprendente: La finestra del terzo piano, romanzo d’esordio di Paola Darò, edito da Piemme nel 2025.
Torinese doc, ingegnere di professione, Paola Darò torna nella sua città con un esordio potente, che già dal titolo richiama atmosfere hitchcockiane – impossibile non pensare a La finestra sul cortile. E proprio da una finestra si sviluppa l’intera vicenda: Adele Tedeschi, gallerista d’arte, nelle calde sere d’estate si concede una sigaretta sul balcone, da cui osserva il palazzo di fronte. Al terzo piano, un anziano signore – Simone Benelli – fuma un sigaro sulle note di Minor Swing di Django Reinhardt. Finché, un giorno, non appare più.
Benelli viene trovato morto nel suo appartamento. La causa? Avvelenamento per anafilassi: nella torta che ha mangiato era nascosto del succo di fragola, a cui era gravemente allergico. Omicidio, dunque. Ma chi avrebbe potuto volergli del male?
Adele, colpita dalla vicenda, decide di organizzare una mostra commemorativa in sua memoria. Inizia così un’indagine personale, spinta dalla passione per l’arte ma anche dalla curiosità e dal bisogno di dare un senso alla vicenda. Incontra Nadia, la nipote di Benelli, che sa ben poco del nonno e resta sconvolta dalla sua morte. Scoprono insieme che Simone era stato un pittore stimato, aveva vissuto a Londra, si era sposato ed era diventato padre. Una vita apparentemente limpida. Ma allora, da dove arriva il foglio di dimissioni da una clinica inglese, con diagnosi di schizofrenia paranoide?
Il mistero si infittisce e la mostra diventa il pretesto per riportare a galla segreti nascosti da decenni.
Adele è una protagonista affascinante, eccentrica, dotata di intuito e grande umanità. Nadia è fragile e determinata, mossa dal desiderio di capire davvero chi fosse suo nonno. Insieme, si trasformano in detective improvvisate, ma credibili, capaci di attirare empatia e attenzione.
La scrittura di Paola Darò è avvolgente, capace di dipingere una Torino viva e partecipe, mai semplice sfondo, ma vera coprotagonista del romanzo. Le strade della città, i suoi ritmi, la luce dorata dell’estate o il grigiore dell’inverno si intrecciano con la trama come fili narrativi. Torino, e la sua tipica piemontesità riservata e sobria, rispecchia perfettamente i toni della storia.
La finestra del terzo piano è un giallo, ma anche una commedia venata di ironia e dolcezza, un racconto sulle relazioni umane e sull’ambiguità che spesso si nasconde dietro le apparenze. Il romanzo ruota attorno a una domanda semplice ma potente: quanto conosciamo davvero le persone, anche quelle a noi più vicine? Quanto è autentico e quanto solo una facciata ben costruita?
Un romanzo coinvolgente, ricco di colpi di scena, ironia e introspezione. Una lettura che scorre veloce ma lascia spazio alla riflessione, e che ci invita a osservare meglio – e con occhi nuovi – ciò che ci circonda. Proprio come Adele, affacciata al suo balcone.
Marzia Estini

A Palazzo Vittone in mostra le dimore del pinerolese tra realtà, cinema e televisione

L’ultima mostra prima della chiusura per il restauro di Palazzo Vittone, tra i più importanti edifici settecenteschi di Pinerolo, inaugurerà il 12 settembre, e sarà un viaggio tra realtà, finzione, storia e cinema. Protagoniste dell’esposizione le dimore storiche del pinerolese iscritte all’ADSI Associazione Dimore Storiche Italiane, molte delle quali, oltre a testimoniare momenti pubblici e privati di storia ed economia del Piemonte, sono state negli ultimi decenni set di produzioni nazionali e internazionali per il piccolo e grande schermo, grazie anche alla Film Commission Torino e Piemonte. Location autentiche conservate con passione dai proprietari e valorizzate dai maestri artigiani che ne hanno restaurato arredi, tessuti e dettagli, capaci di restituire atmosfere di epoche diverse ambientate non solo in Piemonte. L’esposizione dal titolo “Castelli e cinema nelle dimore storiche del pinerolese” è organizzata da ADSI insieme a Consorzio Vittone e Italia Nostra, con il Patrocinio di Regione Piemonte, Città Metropolitana, Città di Pinerolo e Film Commission Torino e Piemonte, con la partnership di Turismo Torino e Provincia, Artigianato Pinerolo, Made in Pinerolo e Consorzio Turistico Pinerolese e Valli. Sarà l’occasione per ricordare le riprese di “Elisa di Rivombrosa”, realizzate nel 2005 presso la tenuta Colombretto di Pinerolo, considerata una delle meglio preservate testimonianze di insediamento rurale settecentesco del pinerolese; le riprese de “La legge di Lidia Poet”, recente serie di Netflix di grande successo internazionale, girata a casa Lajolo di Piossasco, al castello dei Conti Asinari di Virle e a villa La Paisana di Piobesi, e pe riprese di “Leopardi – poeta dell’infinito”, miniserie Rai di Sergio Rubini, che ha avuto come sfondo anche Palazzo di Bricherasio, nell’omonima cittadina. La mostra ricorda anche che il castello di Virle è stato set di “Sadie”, thriller del 2016 presentato al Torino Film Fest, e che a Palazzotto Juva, a Volvera, è stato girato il cortometraggio “Il mistero del diadema reale”, nel 2002, di Enrico Mondin, ispirato a un racconto di Arthur Conan Doyle. Uno spazio sarà riservato a Palazzo d’Acaja, gioiello di Pinerolo, fulcro della rievocazione biennale dedicata alla “Maschera di Ferro”, a cui il cinema ha dedicato numerose pellicole. Il taglio del nastro della mostra, con un evocativo “Ciak, si gira”, si terrà venerdì 12 settembre alle ore 17, e la mostra resterà visitabile sino a domenica 14 settembre.

Guido Calleri di Sala, consigliere ADSI e referente del circuito, sottolinea:” Sintratta di un’iniziativa che per la prima volta offre un’occasione per un affascinate confronto tra la storia reale e quella reinventata sullo schermo, ma al tempo stesso per scoprire il fascino delle dimore antiche storiche del nostro territorio e il ruolo che hanno avuto nella crescita della nostra Regione”.

Info: mostra “Castelli e cinema nelle dimore storiche del pinerolese”  – 12 – 14 settembre 2025 – Palazzo Vittone, piazza Vittorio Veneto 8, Pinerolo

Ingresso libero – orari: venerdì dalle 17 alle 23, con inaugurazione alle ore 17 – sabato 10.30-24 con tavola rotonda alle 17 – domenica dalle 17 alle 20.

Mara Martellotta

“Iniziammo male, ma finimmo pure peggio…”

MUSIC TALES LA RUBRICA MUSICALE

“Iniziammo male, ma finimmo pure peggio
Era lui il nemico, era l’oltraggio, ci prendeva e ci buttava
E lo dicevo sempre: “Guarda che qui, prima o poi, qualcuno muore”
È per colpa del
Sì, è per colpa del
Questa è una canzone, la più triste che ho scritto”
Tiziano Ferro ci ha abituati a racconti d’amore tormentati, a confessioni intime che sanno toccare corde profonde. Ma con Cuore rotto, pubblicata lo scorso 5 settembre, qualcosa cambia. Il dolore non è più sussurrato: è urlato.
È un pugno sul tavolo. È una dichiarazione di guerra interiore.
Questa canzone non è un addio malinconico, né un lamento silenzioso. È rabbia pura, è lo sfogo di chi ha amato fino allo stremo e ora raccoglie i cocci… con le mani insanguinate, forse, ma ancora vive.
“Ti ho dato tutto, anche quando non avevo niente.
E tu hai sputato su ogni gesto.”
Parole che colpiscono. Che fanno male, se ci si è passati.
Se l’avessi scritta io…
Ascoltandola, non ho potuto fare a meno di pensare: se avessi scritto io una canzone così carica di rancore verso mio marito, dopo una rottura del genere, non mi sarei limitata a cantarla. No. Avrei spaccato tutto. Ma nella mia casa vera, in quella pregna dei “nostri” ricordi, non in una metaforica, non  solo in una cornice narrativa, non in una villa messa su ad hoc per il video.
Perché quando il dolore è così reale, così viscerale, si fa fisico. Ti attraversa le ossa, ti morde lo stomaco. Non restano solo parole. Restano piatti rotti, porte sbattute, cuscini che non sanno più come contenere le urla. I nostri cossi non quelli di un set cinematrografico. Te lo devo far vedere come hai distrutto tutto e come io finisco il lavoro. Per intenderci.
Cuore rotto non è solo una canzone, non per me: è un grido che autorizza anche gli altri a sentirsi arrabbiati. A non dover sempre essere eleganti nel dolore. Tiziano, che spesso ha offerto un’immagine composta della sofferenza amorosa, stavolta si concede di “sporcarsi le mani”. E questa è la sua forza.
Chi ascolta, sente. E forse,  finalmente,  si permette di sentire anche ciò che aveva seppellito.
“Un cuore che si spezza fa il rumore di un vaso di cristallo che si schianta su un pavimento.”
Bravo Tiziano, ancora una volta.
CHIARA DE CARLO
scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!
Ecco a voi gli eventi da non perdere
Vi invito a seguire le pagine ed I link  sottostanti per far parte di una comunità che vuole cambiare il mondo radicalmente.
Che vuole più educazione al rispetto per le donne e lo fa con uno spettacolo chiamato “Respect” che, a breve, sarà nelle vostre città italiane.
Uno spettacolo intenso interamente cantato da uomini affinchè sia la voce maschile ad esortare al rispetto per le donne.
Oltre 30 artisti tra cantanti musicisti ballerini e performer, al lavoro per offrire un’esperienza immersiva che trasmette un grande senso di appartenenza e gruppo.
In aiuto ed  un sostegno concreto a chi, dall’inferno della violenza, è già passato ed è riuscito a fuggire.
Vuoi far parte della rivoluzione?
Seguici e prenota il tuo biglietto sarai una goccia importante  in un mare di speranza

MITO: “The book of a woman” di Riccardo Nova

Un unico appuntamento di MITO sarà per martedì 9 settembre, alle ore 20, al Conservatorio di Torino, nell’ambito del percorso “Ascoltare con gli occhi”.
Verrà  eseguito di Riccardo Nova “The book of women” strl parvum per cantante carnitina, tre voci femminili ed ensemble.
Lo introducono brani da Cantigas de Santa Maria, Libre Vermeil de Montserrat e Manoscritto  di Cipro per voci femminili.
Per  l’Irini Ensemble si esibiranno i mezzosoprani Eulalia Fantova, Laura Lopes e Clémence Faber, i contralti  Julie Azoulay , Lauriane Le Prev, Fanny Chatelain.

Per l’Ictus Ensemble si esibiranno il violino barocco  Aisha Orazbayeva, la viola d’amore Aurelio Entringer, la viola da gamba Eva Reiter, il sintezzatore Jean Luc Plouvier, per le percussioni Tom de Cock e alla regia del suono Alexandre Fostier.
La direzione artistica è di Lila Hajosi, la coreografia di body percussions  di Tom de Cock e la voce di Varijashree Venugopal.
L’Irini Ensemble ha sede a Marsiglia e, fondato nel 2015 da Lila Hajosi, si è  specializzato nella musica sacra antica dell’Oriente e dell’Occidente, tra Roma e Costantinopoli ed è stato riconosciuto a livello internazionale per i suoi alti standard e le sue proposte uniche, insolite e audaci, lontane dai codici abituali della musica antica.  L’Irini Ensemble mostra un suono distintivo nella musica vocale di oggi; con una formazione polimorfa senza soprano, l’ensemble illumina il repertorio ortodosso e le composizioni rinascimentali di colori nuovi, caldi e profondi.
L’Ictus Ensemble è un gruppo di musica contemporanea con sede a Bruxelles, nato nel 1994 come band dal vivo per la compagnia di danza Rosas. Nato in un’epoca in cui gli ensemble erano considerati delle mini orchestre composte da solisti virtuosi Ictus emerge oggi come un collettivo di musicisti creativi dediti alla musica sperimentale nell’accezione più ampia del termine, di musica scritta, sound art, improvvisazione ed elettronica.
È diventato un partner regolare di numerosi curatori, coreografi e gruppi su larga scala, come la Filarmonica di Bruxelles  e il Collegium Vocale Gent, sviluppando i propri progetti in una varietà di formati. Il suo lavoro è disponibile su un canale You tube, oltre a un ricco archivio web, ictus.be. Ictus Ensemble sta conducendo un master avanzato per giovani musicisti con la School of Arts Gent.
Musicologa  e artista lirica specializzata in musica antica, Lila Hajosi è  grazie all’Ensemble  Irini che intraprenderà la strada di direttore di coro  e direttore d’orchestra nel 2021. Si è formata presso i Conservatori di Aix en Provence e  Marsiglia.

Mara Martellotta