Debutto martedì 11 novembre, alle ore 19.30, presso il teatro Gobetti, della pièce teatrale “Anna Cappelli” di Annibale Ruccello, diretta dal drammaturgo e regista argentino Claudio Tolcachir, interpretato da Valentina Picello, recentemente insignita del premio ANCT -Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. La scenografia è di Cosimo Ferrigolo, le luci di Fabio Bozzetta. Lo spettacolo, co-prodotto da Carnezzeria, Teatro di Bari e Teatro di Roma, Teatro Nazionale in collaborazione con AMAT & Teatri di Pesaro per RAM Residenze Artistiche Marchigiane, resterà in scena al Gobetti fino a domenica 16 novembre prossimo. Al centro del testo di Ruccello, che il regista argentino Claudio Tolcachir non aveva conosceva prima, cosiccome le precedenti interpretazioni italiane di Anna Marchesini o di Maria Paiato, vi è la protagonista femminile Anna, giovane impiegata, oppressa dalla famiglia e dalla padrona di casa, una giovane che tenta con tutte le sue forze di emanciparsi per costruire la vita che ha sempre desiderato. Cruciale nel suo percorso è l’incontro con l’ingegnere Tonino Scarpa, che le propone una convivenza a due condizioni: no al matrimonio e ai figli. Nonostante l’offerta di Tonino non rispecchi del tutto i sogni di Anna, lei accetta, e i successivi tentativi della donna di autodeterminarsi si trasformeranno presto in ossessione, fino ad approdare a un tragico epilogo.
“Si tratta di un testo che si interroga sul ruolo della donna nel tempo – dichiara Claudio Tolcachir – l’indipendenza, la prospettiva di futuro e la solitudine, la mancanza di mezzi e risorse emergono con un umorismo pungente e assurdo all’interno della pièce, che ci conduce attraverso i labirinti della mente di un personaggio inconsueto e pieno di contraddizioni, commovente e imbarazzante al tempo stesso. Ognuno di noi potrebbe incrociarla nella propria vita, ma potremmo anche sentirci come lei, così impotenti da prendere le decisioni peggiori. La pièce teatrale è un gioiello sul corpo di un’attrice unica, Valentina. La sua sensibilità, la sua immaginazione, l’infinita delicatezza del suo humour danno a questo testo un’impronta unica e fresca. Una proposta molto netta: questa donna, il pubblico e la vita in mezzo a loro, lo humour e la tragedia mischiati, quel sorriso doloroso che attraversa gli spettatori e non li lascia mai indifferenti”.
Annibale Ruccello, scomparso nel 1986, a trent’anni, è oggi un autore di culto, dalla voce lirica e beffarda. Arrivato dalla scuola di Roberto De Simone, rappresenta la punta di diamante della drammaturgia napoletana accanto a Enzo Boscato e Manlio Santanelli. Attraverso i suoi testi ha raccontato la deriva della nostra società servendosi di una scrittura oscillante tra la verità del dialetto e la parodia, intrecciando echi storici con il quotidiano. “Anna Cappelli” si può considerare come una black comedy tra ossessione e solitudine.
Teatro Gobetti – via Rossini 8, Torino
11 – 16 novembre “Anna Cappelli”
Orario: martedì, giovedì, sabato ore 19.30 / mercoledì, venerdì ore 20.45 /dedicata ore 16
Biglietteria: teatro Carignano, piazza Carignano 6, Torino – 011 5169555 – biglietteria@teatrostabiletorino.it
Mara Martellotta







LETTERE 

Sembra quasi un fatto di cannibalismo in famiglia perché il Polo del ‘900 è da sempre settario a senso unico verso le idee liberali, moderate, considerate in modo censorio di destra. Il divieto a tenere una conferenza al Polo del ‘900 ha scatenato quindi la giusta ira di Angelo d’Orsi, esponente di rango della cultura marxista e gramsciana torinese e candidato sindaco della estrema sinistra contro Lo Russo. D’Orsi è un militante di estrema sinistra coerente con sé stesso: la sua coerenza lo porta spesso all’intolleranza, ma per il professore il liberalismo è proprio un’eresia impraticabile e forse… intollerabile. Gli hanno annullato la conferenza perché accusato di essere un filoputiniano. Avrebbe dovuto presentare un libro sulla Russofilia. Il divieto appare del tutto immotivato perché il professore ha tutti i titoli per essere di casa al Polo. Io sono almeno 10 anni che non vengo invitato a parlare al Polo e me ne sono fatta una ragione. Ma d’Orsi ha ragione da vendere per lamentarsi: è un compagno obbediente, un militante e financo un attivista. Non l’ho più seguito, ma penso che negli ultimi tempi si sia immolato per la Palestina e abbia criticato aspramente Israele, come è di norma tra i veri comunisti da sempre, perché a perseguitare e deportare gli ebrei fu ci fu anche Stalin e non solo. Chiedo che diano la parola al professore, altrimenti gli offro piena e totale l’ospitalità al Centro Pannunzio dove venne una sola volta 25 anni fa a ricordare Massimo Mila che, in verità, fu solo un compagno strada. E ovviamente potrà dire tutto ciò che vuole, in assoluta libertà. Perché il Centro Pannunzio è una libera agorà aperta a tutti i dissensi e a tutte le eresie. Anzi , le idee di d’Orsi non sono eresie, sono semplicemente idee che vanno rispettate. Meglio, diceva Gobetti, se le idee discordano perché così crescono le idee. Un Gobetti un po’ ostico per il professore e adesso anche un po’ scomodo per il Polo che ospita il settario centro Gobetti e tende a distinguersi, nel caso di equivoci, con il defunto Polo delle libertà.