Musei Reali di Torino – Sale Chiablese
DA BOTTICELLI A MUCHA Bellezza, Natura, Seduzione
prorogata fino al 28 settembre 2025
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Musei Reali di Torino – Sale Chiablese
DA BOTTICELLI A MUCHA Bellezza, Natura, Seduzione
prorogata fino al 28 settembre 2025
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Vero capolavoro del rococò piemontese, la chiesa del complesso conventuale delle Clarisse è progettata da Bernardo Antonio Vittone, e costruita tra il 1742 e il 1748…
Leggi l’articolo su piemonteitalia.eu:
https://www.piemonteitalia.eu/it/cultura/abbazie-e-chiese/chiesa-di-santa-chiara-0
Una mostra diffusa in otto sedi dal titolo “Stile libero”
Dall’invito rivolto a 25 studenti dell’Accademia di Brera di Milano appartenenti alla generazione Z prende forma “Stile libero”, la mostra diffusa in otto sedi del Comune di Magnano, ideata, organizzata e curata dell’Associazione Fuoriprogramma aps, visitabile da sabato 26 luglio a domenica 28 settembre prossimo. Con questa mostra l’associazione Fuoriprogramma, nata da un’idea di Michela Pomaro e Giovanni Frangi, prosegue il proprio impegno a sostegno dell’arte contemporanea in dialogo con il territorio di Magnano.
Magnano, appunto, è parte viva del progetto, è la materia con cui i giovani artisti interagiscono per dare forma a opere inedite, diverse per formato, ricerca e media, distribuite in un percorso che spazia dalla pittura alla scultura, fino al disegno e alla fotografia.
I 25 artisti coinvolti, ancora in una fase germinale della loro ricerca, sono nati tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila e con le loro opere definiscono visioni ancora inesplorate, che si nutrono del confronto con il presente, per immaginare nuove soluzioni per il futuro.
“Stile libero” inizia al Monastero di Bose, per la prima volta utilizzato per una mostra di Fuoriprogramma. Sotto un grande portico ad angolo di fronte a un prato, immediatamente dietro la chiesa di Bose, sono esposti una serie di grandi quadri ad acrilico con dei fiori di gusto pop, realizzati da Camilla Trumellini in un rapporto attivo con l’ambiente circostante.
Il percorso procede a tappe, prima verso la chiesa di Santa Marta, dove sono raccolti gli interventi di diversi artisti, tra cui i collage astratti di Elia Di Nola, interpretazione libera della storia e degli spazi, e i dipinti di Beatrice Pachera, attratta dalle vivaci e vibranti montagne del Marocco. Verso la casa parrocchiale, in via Castello, trovano posto i disegni naturalistici di Silvia Rocchi, realizzati con una precisione da miniaturista, e i lavori a matita dedicati al cielo e all’acqua di Samuele Brambilla.
“Stile libero” conduce verso la parte più antica del paese, dove si incontra la Cantina del Ricetto, con la serie “Ragazzi che dormono” di Filippo Colombani, che racconta di giovani che si radunano, fanno gruppo, parlano, si riposano come in un “Déjeuner sur l’herbe” del nostro tempo. A seguire, nella piazza Comunale, si incontra la Locanda Borgo Antico, scelta per esporre una serie di lavori di Matteo Bianchi, riflesso del suo sguardo puntato agli orizzonti delle montagne della Val Camonica, parte della sua biografia.
La mostra raggiunge poi la sede della Pro Loco, in via Roma, i cui spazi sono occupati da una serie di incisioni che hanno come soggetto la natura, e il Mulino Ottino, all’inizio di via Campi, che ospita, tra gli altri, i personaggi punk di Tommaso Frattini, dipinti su materiali di recupero. E si conclude al Centro Culturale Sosio, sede della biblioteca locale, dove trovano posto le fotografie in bianco e nero di Lucrezia Mora ispirate ad Helmut Newton, che ritraggono donne dalla bellezza spiccata in tutta la loro femminilità e intimità, e sulle quali interviene scrivendo con un filo di seta rosso.
“Stile libero” raccoglie le esperienze creative di artisti ancora in fase germinale di esplorazione e definizione del proprio linguaggio e del proprio stile, liberi di sperimentare e di sbagliare. La diversità delle soluzioni espressive proposte rivela le potenzialità di ognuna di esse.
Costituita in un percorso a tappe, l’esposizione include il paese di Magnano, nel Biellese, come parte viva del progetto con cui gli artisti si sono relazionati in un dialogo aperto e inedito.
26 luglio- 28 settembre 2025
Stile libero. Progetto diffuso nel Comune di Magnano, nel Biellese
Mara Martellotta
Il Castello dei Cepollini volge le spalle all’abitato di Alto mentre, dall’altro lato, si apre sulla Val Pennavaira…
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https://www.piemonteitalia.eu/it/cultura/castelli/castello-dei-conti-cepollini
Natura, storia ed eccellenze del Piemonte.
Piccolo, ma prezioso, Rorà è un borgo speciale dove fare gite e passare del tempo in maniera lenta, riflessiva.
Luogo alternativo in estate alle affollate e calde spiagge nella vicina Liguria, questo gioiello, sito a 1000 metri di altezza, è un rifugio naturale contro la calura estiva che giorno dopo giorno diventa sempre più estenuante.
Il paesaggio, fatto di boschi di castagni e bellissimi scenari montani, è quello straordinario della Val Pellice, una valle alpina nei pressi di Torino che prende il nome dal torrente che la bagna, posta a sud della Val Chisone e di quella del Po e ad ovest del confine con la Francia.
Parte delle Alpi Cozie quest’area è circondata da alte montagne e da diversi valichi, qui si custodiscono biodiversità rare e protette, come nella Zona Speciale di Conservazione Bosco di Pian Prà, dove camminare significa respirare storia e ascoltare nel profondo le natura circostante.
Da non perdere sicuramente è il famoso castagno secolare il Lou Fraisi, simbolo di forza e longevità, spesso al centro di racconti locali.
Rorà è nota anche per la Pietra Luserna e le cui cave, attive dal ‘500, possono essere visitate, inoltre, in estate, molte di queste originali location ospitano eventi culturali e spettacoli teatrali, creando così un connubio perfetto tra natura e arte. È presente anche il museo, il Loze di Rora’, che racconta la storia del lavoro estrattivo e della cultura materiale legata alla famosa pietra.
Memoria della comunità valdese, una delle più antiche chiese protestanti europee, nata nel XII secolo con il movimento di Pietro Valdo e perseguitata per secoli, che ha trovato rifugio nelle Valli del Piemonte, a Rorà ha scritto pagine di resistenza civile e religiosa. Il paese fu teatro della Gloriosa Riantata, l’epopea del ritorno dei valdesi dall’esilio, guidati da Henri Arnaud, nel 1689. A raccontare questi eventi c’è il Museo della Pietra e della Cultura Valdese, ospitato in un’antica casa rurale, dove strumenti, documenti e oggetti quotidiani danno voce a una storia di dignità e perseveranza.
Il Tempio Valdese è l’edificio simbolico del borgo, legato proprio alla storia di questa comunità religiosa e testimonia la secolare lotta per la libertà di culto.
Molto famoso anche il nome di Giosuè Gianavello, il condottiero ribelle, chiamato “il Leone di Rorà”, che riecheggia nei racconti locali, nei sentieri storici e nel piccolo Ecomuseo della pietra che non è un semplice spazio espositivo, ma un progetto diffuso, immerso tra il centro del paese e l’antica cava Tupinet, dove manichini e strumenti originali rievocano il duro lavoro degli scalpellini.
Oltre ad un viaggio a ritroso in una storia che è rimasta radicata nelle pietre di questo borgo, sono apprezzabili anche i progetti attuali come quello della Stone Oven House una residenza per artisti contemporanei in mezzo ai boschi che attira ogni anno creativi da tutta Europa.
Anche le donne Rorà hanno lasciato una traccia indelebile all’interno delle case e delle strade di questo luogo straordinario ed emblematico e, anche se non citate nei libri di storia come spesso avviene, queste ultime hanno avuto un ruolo centrale nella costruzione della vita comunitaria.
Le donne delle cave e delle fornaci, per esempio, normalmente figlie di scalpellini, erano custodi delle case e spesso erano coinvolte nella raccolta del legname e nel sostegno alle attività delle fornaci; le istitutrici valdesi e poi le resistenti silenziose che, durante le persecuzioni religiose ebbero l’importante compito di proteggere i rifugiati, non possono non essere ricordate e celebrate.
https://www.comune.rora.to.it/
Domenica 27 luglio si chiude in musica l’edizione 2025 del Quadila Festival
Il Quadila Festival si chiude in musica ospitando i Lou Dalfin e il concerto gratuito “Bistrò Dalfin”, in programma domenica 27 luglio alle 21,30 al Belvedere di Albugnano (Asti).
Il Festival, organizzato da Lo Stagno di Goethe, saluta così l’edizione 2025. La performance dei Lou Dalfin unisce il ritmo delle danze occitane a storie intense, il tutto su un sound che fonde strumenti tradizionali con chitarre elettriche e batteria. Con oltre 1300 concerti e 12 album, i Lou Dalfin hanno conquistato festival e club in tutta Europa, coinvolgendo chiunque voglia ballare, cantare o semplicemente emozionarsi. Per loro, la cultura occitana è un’esperienza personale e vitale, vissuta attraverso la musica popolare.
Il concerto “Bistrò Dalfin”, nella formazione con cinque musicisti, è un ritorno alle origini del loro folk rock occitano. “Siediti e ascolta le nostre canzoni alla luce dell’essenziale: chitarra, armonica e fisarmonica ti riporteranno all’acustico incanto dei primi concerti in cui nasceva la nostra storia. Incontrerai nuovamente la batteria discreta degli esordi, spazzole e leggerezza per imboccare le rotaie del treno blues, come un hobo nella Val Maira del ricordo. Ti troverai come compagno di viaggio Briga, con la sua viola, sempre alla ricerca di una piazza in cui far risuonare bordoni. E il basso che ci tiene in piedi, come un amico che ti accompagna a casa dopo le troppe birre, bevute al Bistrò Dalfin”. L’invito è quello ad unirsi, e ballare.
In caso di maltempo, il concerto sarà riprogrammato.
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Mentre a Saluzzo e a Cuneo prende ufficialmente il via “Occit’amo” con la grande orchestra catalana “Cobla Sant Jordi”
Domenica 27 e mercoledì e giovedì 30 /31 luglio
Castelmagno (Cuneo)
L’entusiasmo è alle stelle. L’evento è stato definito la “cima Coppi” dell’edizione 2025 della stagione musicale organizzata dai “Polifonici del Marchesato” e dalla “Fondazione Bertoni” di Saluzzo, che hanno condiviso appieno la frase che accoglie i visitatori sul sito del Rifugio “Fauniera: “Ci sono sogni che nascono nella nostra testa e che il nostro cuore trasforma in realtà”. Il riferimento è all’evento musicale che, domenica 27 luglio, alle 13, si terrà proprio sulla terrazza del “Fauniera” a Castelmagno (Cuneo) e che vedrà impegnati – nell’ambito della rassegna “Suoni delle Terre del Monviso”, nata dalla collaborazione tra “Occit’amo Festival” e “Suoni dal Monviso” – i giovani del “Sunrise Quartet en plein air”, “ensemble di archi” nato nel contesto del Conservatorio “G. F. Ghedini” di Cuneo, che proporrà al pubblico musiche da Franz Joseph Haydn (“Quartetto op. 76 n.4 in Sib maggiore”) e da Ludwig van Beethoven (“Quartetto op. 18 n.4 in Do minore”). I loro nomi: Luca Costantino e Anna Peano al violino, Ludovica Ciafardone alla viola e Sofia Artioli al violoncello.
La scelta artistica della formazione dei quattro giovani del “Conservatorio” cuneese “rappresenta – dicono gli organizzatori – la precisa volontà di ‘Suoni delle Terre del Monviso’ di scommettere da sempre sulle nuove generazioni e di dare visibilità a quella che, già dal classicismo, è considerata una delle forme compositive più alte, espressione di unitarietà ed armonia. In onore di questo, le composizioni proposte sono due degli esempi più riusciti di autori quali Haydn e Beethoven. I fasti della Vienna imperiale rivivranno là dove il panorama è mozzafiato: dalla pianura a perdita d’occhio, fino alla Langa e alle Prealpi Liguri, in un clima davvero magico”.
Per ulteriori info: www.occitamo.it o www.suonidalmonviso.it . Per contattare il Rifugio “Fauniera”, tel. 388/1295174
Secondo appuntamento. A pochi giorni di distanza dal Concerto dei “Sunrise Quartet”, e dopo tanti vivaci appuntamenti collaterali, entra ufficialmente nel vivo il “Festival Occit’amo”(direzione artistica, Sergio Berardo, leader dei “Lou Dalfin” e anima della riscoperta della “musica occitana”) con due grandi e imponenti spettacoli dell’orchestra catalana “Cobla Sant Jordi”(fondata nel 1983), a Cuneo e a Saluzzo . La formazione ufficiale della città di Barcellona, unanimemente considerata come una delle più qualificate di tutta la Catalogna, si esibirà, infatti, mercoledì 30 luglio, alle 21,30, a Cuneo, presso il complesso monumentale di “San Francesco” (via Santa Maria, 10), e giovedì 31 luglio, alle 21,30, a Saluzzo, presso la chiesa “Cattedrale” (piazza Giuseppe Garibaldi, 1). L’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria su“Eventbrite” .
Ad anticipare i grandi spettacoli, due appuntamenti “più intimi”: martedì 29 luglio, alle 21,30 , presso la Chiesa della Confraternita di “San Sebastano” a Roccasparvera, si terrà il coinvolgente incontro tra la cantante di Barcellona Magalì Sare ed il polistrumentista, anche lui di Barcellona, Manel Fortià (fra i contrabbassisti più singolari della nuova generazione) che si esibiranno nel Concerto “Re – Tornar”; mercoledì 30 luglio, alle 10, a Crissolo, Silvia Mattiauda con altri giovani della “Grande Orchestra Occitana” si esibiranno durante la giornata di chiusura del percorso “Montagna Terapia” con “Officina Monviso”. Gli appuntamenti di “Occit’amo Festival” rientrano nell’ampio cartellone di eventi di “Suoni delle Terre del Monviso”.
Spiega Sergio Berardo: “L’avvio del Festival, con questa incredibile occasione di ascolto e partecipazione della ‘Cobla Sant Jordi’, vuole cogliere una delle anime più vive di ‘Occit’amo’, ovvero il concetto di scambio tra i territori, ospitando la straordinaria formazione di fama internazionale, composta da dieci fiati tradizionali e un contrabbasso, unico strumento a corde. La scelta, inoltre, di due imponenti Chiese per l’allestimento dei concerti vuole invitare lo spettatore a calarsi in un momento introspettivo e di raccoglimento, grazie anche alla straordinaria emozione che saprà convogliare la ‘Cobla’ con la sua musica popolare ma raffinata che rispecchia l’arte identitaria catalana nella sua accezione più particolare”.
Per maggiori info: www.occitamo.it
g.m.
Nelle foto: Il “Sunrise Quartet en plein air” e “La Cobla Sant Jordi”