


MARZO 2025
Il Libro del Mese – La Scelta dei Lettori
Il libro più discusso nel gruppo Un Libro Tira L’Altro Ovvero Il Passaparola Dei Libri nel mese di marzo è stato I Giorni Di Vetro, di Nicoletta Verna, un romanzo corale, ambientato in Romagna, dalle molteplici trame ispirate a vicende reali.
Appuntamento mensile con le novità da leggere: seguite il nostro sito e i nostri canali e scoprirete titoli e autori di ogni genere.
Amate il genere romantico? L’amante Perduta Di Shakespeare di Felicia Kingsley (Newton Compton) sarà in libreria dall’8 aprile e promette di essere una storia che mescola passioni e intrighi con un ladro gentiluomo – assoldato da un ricco collezionista di libri rari per recuperare un prezioso volume – che si imbatte in un’affascinante ereditiera…
Siete interessati ai romanzi storici? In libreria troverete M. La fine e il principio di Antonio Scurati (Bompiani)
Scurati ci narra il tragico epilogo del Duce, scrivendo il capitolo finale di una saga che ha fatto molto parlare di se’.
Per chi ama leggere storie di vita quotidiana che siano adatte anche ai lettori più giovani, segnaliamo Max E Nigel di Antonio Manzini (Sellerio): un romanzo che vede protagonisti due indimenticabili ragazzini che si mettono spesso nei guai ma che, immancabilmente, riescono sempre a destreggiarsi tra genitori che credono di capire tutto, tetri professori e compagni gradassi.
Consigli per gli acquisti
Questa è la rubrica nella quale diamo spazio agli scrittori emergenti, agli editori indipendenti e ai prodotti editoriali che rimangono fuori dal circuito della grande distribuzione e questo mese abbiamo selezionato tre auto-produzioni.
Oggi vi proponiamo la lettura di: Manifestazione, di Andrea Costa (Protos Edizioni), una storia intensa ma allegra che parla del pressante bisogno di cambiamento di un Paese in crisi e del forte potere di comunicazione dei canali sociali, raccontata con leggerezza e umorismo; Il Barone Di Palagonia, di Giuseppe Saglimbeni (Albatros), un romanzo che vede protagonista Francesco, un bambino costretto a lavorare nel Feudo dei Palagonia come pastore e valletto del giovane baronello Giovanni, con cui sviluppa un’amicizia profonda e complessa… La Tela Di Archimede di Riccardo Mangiacapra, (Spirito Libero Edizioni), un romanzo che esplora il sogno del successo, il peso del passato e il desiderio di trovare un proprio posto nel mondo.
Incontri con gli autori
Sul nostro sito potete leggere le interviste agli scrittori del momento: questo mese abbiamo scambiato due chiacchiere con Maurizio de Giovanni, Marco Vichi e Sacha Naspini.
Per rimanere aggiornati su novità e curiosità dal mondo dei libri, venite a trovarci sul sito www.ilpassaparoladeilibri.it
Sabato 5 e domenica 6 aprile, i Comuni di Buttigliera Alta, Rosta ed Avigliana e la Fondazione Ordine Mauriziano celebreranno il 650° anniversario della nascita del pittore Giacomo Jaquerio, massimo rappresentante in Piemonte dell’arte tardo-gotica, attivo tra Torino, Ginevra e la Savoia, noto soprattutto per gli affreschi che realizzò a partire dal 1410 per decorare gli interni della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso.
I BUS NAVETTA PER RAGGIUNGERE SANT’ANTONIO DI RANVERSO
Le persone che non intendono o non possono raggiungere la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso con mezzi propri, potranno usufruire gratuitamente dei bus navetta in partenza da Avigliana e da Rivoli per iniziativa della Città metropolitana di Torino e della Città di Rivoli. In entrambe le giornate il bus navetta da Avigliana, programmato dalla Città metropolitana di Torino nell’ambito del PUMS-Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile, partirà dalle 14 in avanti da piazza De Andrè alla volta del Santuario della Madonna dei Laghi, per consentire la visita ai dipinti di Jaquerio. Il bus raggiungerà poi la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. È prevista una corsa ogni ora e mezza circa. La navetta Rivoli-Sant’Antonio di Ranverso partirà invece da piazzale Mafalda di Savoia dalle 14 in avanti, per iniziativa della Città di Rivoli, che dal punto di vista organizzativo si appoggia al Consorzio Turismovest. L’ultima corsa è prevista per le 19.
LA RIQUALIFICAZIONE DEL COMPLESSO E IL PROGRAMMA DEGLI EVENTI
Gli eventi del 5 e 6 aprile si inseriscono in un progetto di riqualificazione del polo artistico e culturale di Sant’Antonio di Ranverso, oggetto di importanti investimenti e restauri curati dalla Fondazione Ordine Mauriziano, che comprendono anche l’Ospedaletto e la Cascina Bassa.
Sabato 5 aprile si terrà la conferenza celebrativa, che si aprirà alle 9,30 con il saluto delle autorità, seguito dagli interventi delle storiche e critiche dell’arte Cristina Scalon e Arabella Cifani, che si soffermeranno sul polo di Ranverso nelle carte dell’Archivio della Fondazione Ordine Mauriziano e sulla rivalutazione della figura di Giacomo Jaquerio. Seguirà l’intervento dell’architetto Luigi Valdemarin sui restauri del complesso monumentale. Alle 15 è in programma un momento dedicato alle scuole, curato da Serena Fumero. Alle 17 si terrà un concerto del coro degli Alpini di Rosta e della corale “Il bramito” di Bussoleno.
Domenica 6 aprile si terranno le rievocazioni storiche e, alle 9,30, inizierà una camminata culturale ad anello di 3,5 km, con partenza e arrivo alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso e tappa alla cappella di Madonna dei Boschi per visitare gli affreschi della scuola jaqueriana. Chi è più allenato potrà seguire il percorso di 8 km, che prosegue lungo la pista ciclo pedonale “Just the Woman I Am” sino alle scuole secondarie Giacomo Jaquerio e alla Villa San Tommaso nel parco Rosa Luxemburg, sempre con arrivo a Sant’Antonio di Ranverso. Nel pomeriggio alle 16,30 è in programma la sfilata dei gruppi storici “Conte Verde” di Rivoli, “Conte Rosso” di Avigliana, “Il filo della memoria” e “Marchesi Carron di San Tommaso” di Buttigliera. Alle 17 il programma degli eventi si chiuderà con il concerto della Filarmonica San Marco.
A giudizio di Marta Fusi, direttrice della Fondazione Ordine Mauriziano, “l’evento organizzato per il 650° anniversario della nascita di Giacomo Jaquerio sottolinea l’importanza della collaborazione e della sinergia tra gli enti, al fine di promuovere e valorizzare un importante bene artistico. La Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, infatti, custodisce un capolavoro che è una delle poche opere firmate da un pittore che è considerato uno dei maggiori esponenti del gotico internazionale in Piemonte”.
“Abbiamo fortemente voluto promuovere un evento dall’ampio respiro culturale, per porre l’accento sul cuore del patrimonio artistico del nostro territorio, celebrando e contribuendo alla riscoperta di un artista del calibro di Giacomo Jaquerio. – commenta il Sindaco di Buttigliera Alta, Alfredo Cimarella – Da molti anni, le nostre amministrazioni lavorano, in collaborazione con la Regione e la Fondazione Ordine Mauriziano, in direzione della riqualificazione e del rilancio turistico di questo eccezionale complesso monumentale, cerniera tra la cintura metropolitana di Torino e la valle di Susa, punto importante lungo la via Francigena”.
Per il primo cittadino di Rosta, Domenico Morabito, “le iniziative programmate il 5 e 6 aprile sono un’occasione straordonaria per far conoscere il nostro territorio. Parliamo della meravigliosa cornice della Collina Morenica di Rivoli. È un territorio raggiungibile in treno da Torino e, scendendo alla stazione di Rosta, si può inforcare una bicicletta e scoprire un ambiente meraviglioso. In vista del 5 e 6 aprile, le nostre scuole e le nostre associazioni collaborano con gli uffici comunali, per dimostrare che, oltre ad un territorio bellissimo, da noi c’è una comunità che saprà dare il meglio di sé”.
“Avigliana ha un legame storico con la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, voluta dal conte Umberto III di Savoia, nato proprio ad Avigliana. Dietro l’altare del nostro santuario della Madonna dei Laghi vi è un pilone dedicato alla Madonna del Latte, che Umberto III volle far ridipingere in stile jaquariano. – sottolinea il Sindaco Andrea Archinà – La Precettoria fa parte di un nucleo di arte e architettura medioevale di assoluta eccellenza. Da questo punto di vista è importante la sperimentazione da parte della Città metropolitana di un bus navetta che collega i luoghi storici del nostro territorio in modo sostenibile”.
“Le iniziative del primo fine settimana di aprile a Buttigliera Alta, Avigliana e Rosta sono il frutto di un importante lavoro per mettere in rete le eccellenze della Bassa Valle di Susa, al fine di promuovere il turismo lento e sostenibile, su cui il territorio può puntare carte importanti. – sottolineano il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo e la Consigliera metropolitana delegata allo sviluppo economico e al turismo, Sonia Cambursano – La Città metropolitana apprezza e sostiene questa impostazione e i bus navetta gratuiti sono il riconoscimento tangibile della validità dei progetti in corso di elaborazione e realizzazione”.
VITA E OPERE DI GIACOMO JAQUERIO
Giacomo Jaquerio è considerato uno dei maggiori esponenti della pittura tardogotica in Piemonte, attivo nella prima metà del Quattrocento. Nato nel 1375 circa a Torino da una famiglia con una lunga tradizione nella pratica della pittura, visse la prima parte della sua vita tra continui spostamenti fra Torino, Ginevra, Thonon-les-Bains ed altre località d’oltralpe, lavorando come pittore di corte al servizio di Amedeo VIII di Savoia e del principe Ludovico di Acaja e ricevendo commesse da istituzioni religiose e da importanti casate nobiliari. Dal 1429 in poi abitò stabilmente a Torino, dove ricoprì anche le cariche pubbliche di consigliere del Comune e tesoriere. Della sua vasta produzione solo pochissime opere sono documentate e il primo documento certo è proprio la sua firma, scoperta nel 1914 sugli affreschi della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, databili intorno al 1410, epoca in cui l’artista doveva già essere a capo di una fiorente bottega. La “Salita al Calvario” è il suo capolavoro caratterizzato da toni marcatamente realistici di crudeltà e dolore. Jaquerio morì tra il 1445 e il 1453, quando i documenti riportano i nomi della moglie vedova e degli eredi. La sua bottega fu ancora attiva nella seconda metà del XV secolo: al suo entourage e ai suoi modelli, costituiti da cartoni e matrici per la realizzazione di motivi decorativi in serie, sono riconducibili numerose opere presenti nei territori del ducato sabaudo e di diretta discendenza dalle pitture della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso.
VISITARE SANT’ANTONIO DI RANVERSO
La Precettoria è visitabile dal mercoledì alla domenica dalle 9,30 alle 13 (ultimo ingresso alle 12,30) e dalle 14 alle 17.30 (ultimo ingresso alle 17). Il biglietto d’ingresso intero costa 5 euro, ridotti a 4 euro per i minorenni, gli over 65 e i gruppi di almeno 15 persone. I bambini fino a 6 anni e i possessori dell’Abbonamento Musei hanno l’ingresso gratuito. Per informazioni e prenotazioni si può chiamare dal mercoledì alla domenica il numero telefonico 011-6200603 o scrivere a ranverso@biglietteria.ordinemauriziano.it e maggiori informazioni sono reperibili nel sito Internet www.ordinemauriziano.it
Per i tradizionali incontri letterari, serata di poesia e musica con Francesco Macciò e Carlo Dardanello
Lunedì 7 aprile, ore 21,15
Fossano (Cuneo)
Torna puntuale come un orologio svizzero l’appuntamento del primo lunedì del mese con “Granda in Rivolta”, la rassegna di incontri letterari che “si propone di scuotere la provincia cuneese con la poesia”; intento scritto nero su bianco su un “Manifesto” in versi dagli stessi organizzatori, i poeti piemontesi Elisa Audino e Romano Vola, che condividono la direzione artistica della rassegna con Maurizio Regis, titolare dello storico “Vitriol” di via Ancina 7, a Fossano, dove si tengono per l’appunto le serate culturali.
Di grande interesse l’appuntamento del prossimo lunedì 7 aprile che vedrà la felice accoppiata di Francesco Macciò e Carlo Dardanelloimpegnati in una performance di poesia e improvvisazione polistrumentale.
Partendo dal suo nuovo poemetto “Ritratto di donna al mare con bambino”, da poco uscito per “Puntoacapo”, Macciò si racconterà, attraverso le sue poesie accompagnandosi ai suoni di un tamburo a cornice, intervallato da momenti al “bawu cinese” (flauto realizzato con tubi di bambù) e al “low whistle” (grosso flauto a fischietto di origine inglese). Insieme a lui, Carlo Dardanello farà volare al cielo (con la consueta abilità) le note del suo clarinetto e del suo sax.
Spiega lo stesso Macciò: “Scandire versi accompagnandoli con un suono destrutturato, che può essere una semplice vibrazione prodotta da una corda di cetra o dalla pelle di un tamburo, è un sostegno importante alla memoria, come sa bene chi ne ha fatto diretta esperienza. Si creano degli interstizi ritmici tra i versi, tra le strofe, dei grappoli di suoni e di silenzi che agganciano la memoria e preparano la pronuncia, l’intonazione del verso successivo. Ma il suono, appunto, deve essere ‘destrutturato’, così almeno mi piace definire questo profilo di note disancorate dai sistemi tonali ed eseguite a sostegno della parola poetica e allo stesso tempo capaci di fondersi con essa. Disegnare una precisa linea melodica, infatti, genererebbe confusione, sovrapponendosi alla musica che ogni poesia reca sempre con sé ed entrando inevitabilmente in conflitto con essa”.
Poche, doverose, note biografiche del duo Macciò – Dardanello:
Francesco Macciò è ligure di Torriglia e oggi vive a Genova, dove ha insegnato italiano e latino in un Liceo cittadino. Fra le sue opere, ricordiamo la pubblicazione del volume di saggistica “L’universo in periferia. S-Oggetti sparsi intorno alla Poesia” e, sotto pseudonimo, il romanzo “Come dentro la notte”. Molte le raccolte di poesia. L’ultima, la citata “Ritratto di donna al mare con bambino”. Ha vinto il “Premio Cordici” di poesia mistica e religiosa (2009), il “Satura Città di Genova” (2012) e il “Carlo Bo – Giovanni De Scalzo” (2024). E’ ideatore della Rassegna “Incontri con gli scrittori” presso il Liceo “Sandro Pertini” di Genova.
Da Vicoforte (Cuneo) arriva invece Carlo Dardanello, già avvocato ecclesiastico e consulente welfare e previdenziale in Istituti di Credito. All’attivo ha, anche lui, svariate pubblicazioni di opere poetiche sia in italiano sia in lingua “naturale” ed i suoi scritti compaiono su riviste e antologie in Italia ed in Francia. A partire dal 2012 ha intrapreso studi musicali con i maestri Gianni Virone, Fabio Gorlier e Roberto Regis con cui ha studiato “armonia” ed “improvvisazione jazz”. Allo studio del sax, del clarinetto e del clarinetto basso, ha affiancato lo studio della musica elettronica con una ricerca rivolta soprattutto all’improvvisazione esplorata nei suoi rapporti con la parola e nella creazione di paesaggi sonori.
In tal senso l’accoppiata Macciò – Dardanellofunziona che è un vero piacere.
L’appuntamento al “Vitriol” sarà come semprealle 21,15, ma organizzatori e autori saranno già presenti al civico 7 di via Ancina a partire dalle 19,30 a completa disposizione del pubblico.
Si consiglia di prenotare al numero telefonico 389/2595316
g. m.
Nelle foto: Francesco Macciò e Carlo Dardanello, Macciò al tamburo e Dardanello al sassofono
La mostra a cura di Alessandro Bulgini, da un’idea di Francesco Sena, inauguratasi a Flashback Habitat
Da giovedì 3 aprile a domenica 27 luglio prossimi, negli spazi di Falshback Habitat – ecosistema per le culture contemporanee, in corso Giovanni Lanza 75, a Torino, è possibile visitare la mostra intitolata “Fondato sul lavoro”. La rassegna è a cura di Alessandro Bulgini, con testi di Ginevra Pucci, nata da un‘idea di Francesco Sena. Ancora una volta, la proposta culturale di Flashback si addentra in tematiche spesso taciute o ignorate. Il ruolo dell’artista non è quello di restare in disparte o in silenzio, ma di “gridare” e denunciare, attraverso la sua acuta visione del mondo, le ingiustizie e le sopraffazioni sociali. “Fondato sul lavoro” propone 26 opere che attraversano epoche differenti, e vuole essere testimonianza di questioni che oggi si rivelano urgenti. Il lavoro è al centro del patto sociale, principio fondativo della Repubblica e motore d’avanzamento della società. Ma quale lavoro? Per chi e a quale prezzo ? La mostra esplora il tema nella sua complessità, svelandone contraddizioni e mutamenti. In un momento storico fondato su precarietà, disuguaglianze e dall’emergenza globale delle morti sul lavoro, la questione assume una rilevanza ancora più profonda, dando voce a chi resta spesso invisibile.
La Repubblica Italiana non si fonda semplicemente sull’articolo della Costituzione, ma sulla centralità dell’essere umano, in cui il lavoro gioca un ruolo fondamentale. Per questa ragione si è scelto di declinare la parola “fondata” al maschile, per sottolineare quanto sia il lavoro a essere radicato nell’essere umano, nella sua identità. È il momento di tornare a mettere l’essere umano al centro della riflessione.
Il percorso espositivo si snoda tra linguaggi ed epoche differenti, dal IV secolo fino a oggi, intrecciando le realtà artistiche del passato con le urgenze del presente. Un affresco sulla storia del lavoro domestico viene offerto dall’anonimo ceramista attico Gerhard van Steenwijck e il ceramista cinese della Dinastia Yuan. Le opere riflettono una realtà sociale che attraversa i secoli, dove il lavoro domestico era svolto prevalentemente da donne, spesso giovani e provenienti dai ceti sociali più umili. Un lavoro durissimo e spersonalizzante, privo di autonomia e diritti, che costringeva a rimanere invisibili e silenziosi. La mostra intende abbracciare una più ampia riflessione sul lavoro sessuale, rappresentato dalla prostitute nell’opera di Renato Guttuso. Con il suo stile crudo e diretto, l’artista racconta con precisione la condizione sociale della donna, il corpo come oggetto spesso segnato e sfruttato. La prostitute protagonista dell’opera mette in discussione le nostre percezioni e ci costringe a guardare in faccia a una realtà che non possiamo ignorare: l’esistenza del sex work. Si inseriscono nel solco della riflessione politica e sociale Sandro Mele, con “Folklore globale”, e Turi Rapisarda, con “Mille”. La serie fotografica di Rapisarda documenta la migrazione e degli operai meridionali verso il nord Italia durante il boom economico, ispirandosi alla storica “spedizione dei mille” di Garibaldi. L’opera dedicata al coraggio di questi lavoratori, ma che critica il sistema che li ha sfruttati senza garantire pari opportunità. Realizzata nel 1992, la serie rappresenta ritratti a grandezza naturale, simbolo di una lotta silenziosa per un riscatto economico e sociale. Il pittore viareggino di fine Ottocento Lorenzo Viani, racconta il dramma delle moglie dei pescatori, documentando il lavoro e la resistenza di chi aspetta. “Enterramiento de diez trabajadores”, di Santiago Sierra, svela il lato più brutale del lavoro, le condizioni di sfruttamento e mercificazione dell’essere umano. I protagonisti sono 10 lavoratori senegalesi che accettano per una esigua somma di denaro di essere sepolti sotto la sabbia per una intera giornata. Gianluca e Massimiliano De Serio, attraverso il linguaggio cinematografico, raccontano le storie di chi lavora ai margini, accendendo le luci sul caporalato. Il cortometraggio dell’artista croato Igor Grubic ,“How Steel Was Tempered”, segue le vicende di un padre che porta il figlio in una vecchia fabbrica in disuso, dove un tempo lavorava. L’opera esplora non solo l’evoluzione del problema economico e sociale, ma diventa metafora anche di riconciliazione intergenerazionale. Edificio e simbolo del passato industriale, diventa il contesto in cui padre e figlio si ritrovano. Alla fine il figlio comprende il sacrificio del padre, risanato così il loro legame. Cosimo Calabrese con “Zona Ilva”, e Pierfrancesco Lafratta con “Diorama” si confrontano con le conseguenze della crisi d’abbandono in cui imperversa il territorio tarantino: rimane una città sospesa tra sopravvivenza e morte, tra la necessità del lavoro e l’emergenza sanitaria e ambientale in un luogo fagocitato dall’industrializzazione. Nell’opera “Elisa”, Arcangelo Sassolino richiama una figura femminile che può essere interpretata come simbolo di forza, determinazione e vulnerabilità , facendo riferimento a una condizione di fatica e sacrificio associata al lavoro e alla lotta quotidiana. L’opera di Sassolino evoca inoltre un forte senso di resistenza, di sforzo prolungato, di un corpo che persiste e si oppone pur nella inevitabile consapevolezza dei suoi limiti. Il linguaggio astratto di Giuseppe Santomaso riguarda sempre il lavoro in fabbrica. La sua “Trancia” è uno strumento per forare materiali duri come il metallo, rappresentazione del duro lavoro e sacrificio legato alle attività industriali. Una riflessione sulle conseguenze dell’inquinamento industriale proviene dall’opera “Per l’eternità” di Luca Vitone, che racconta gli effetti, le cicatrici, l’amara eredità dell’impatto che l’eternit ha avuto sulla vita delle persone e sul territorio piemontese. Quella polvere bianca è un nemico invisibile ma presente, cristallizzato nelle voci di chi quella tragedia l’ha vissuta nella paura che suscita la paura del vento, che per analogia diventa paura di respirare.
Attraverso questi sguardi eterogenei ed altre opere e artisti in mostra, “Fondato sul lavoro” non si limita a rappresentare il lavoro, ma lo mette in discussione. Chi lavora oggi ? In quali condizioni ? Qual è il valore reale del lavoro in una sistema in evoluzione ? Attraverso epoche diverse gli artisti hanno narrato la fatica quotidiana, la precarietà, la miseria e i drammi umani legati al lavoro, rendendo visibili quelle realtà spesso trascurate e ignorate. Dare luce a ciò che è nascosto, marginalizzato e dimenticato è uno dei compiti che Flashback si assume con forza, ponendolo al centro attraverso un dialogo tra arte e vita, tra opere e quotidiano. In questo modo l’arte viene percepita anche nel ruolo attivo e vivo capace di parlare di sfide e speranze dell’esistenza umana. L’arte diventa una lente di ingrandimento sulla realtà e un efficace strumento per comprenderla, criticarla e trasformata.
Mara Martellotta
Un thriller finanziario ambientato nel Ticino dei primi anni Duemila.
È uscito in settimana, autopubblicato su Amazon da Claudio Bollentini, “L’uomo di Lugano. Il denaro non puzza”. È un libro ispirato da vicende e fatti realmente accaduti, opportunamente celati e romanzati, raccontati con lo stile senza fronzoli del giornalista d’inchiesta. Lo scenario è la piazza finanziaria luganese dei primi anni Duemila. Un periodo critico e decisivo per gli gnomi svizzeri, costellato di strani suicidi e torbide trame collegate ad alcuni irrisolti scandali italiani. La narrazione che si dipana nell’arco di un biennio è una buona occasione per fare il punto della situazione nel Ticino di allora, una fase in cui si ponevano le basi delle trasformazioni successive. Un mondo finiva irrimediabilmente per gli evidenti limiti di una generazione che anche per motivi biologici era alla fine e per le pressioni internazionali sempre più incombenti. Un periodo di mezzo in cui non si intravedevano ancora le soluzioni più appropriate per la sopravvivenza della piazza finanziaria luganese.
La trama. Il libro narra la storia di un gestore patrimoniale varesino poco più che trentenne agli inizi degli anni 2000. La sua vita cambia quando decide di trasferirsi a Lugano in Svizzera nell’estate del 2001 perché assunto da una nota fiduciaria finanziaria. Il periodo non è storicamente dei più favorevoli, ma per lui non è nulla in confronto a quello che succederà dopo la scomparsa di lì a poco del presidente della fiduciaria, una morte ufficialmente derubricata a suicidio per non ben specificati motivi legati al lavoro. Il giovane consulente non crede alle soluzioni di comodo trovate in fretta e furia dalle autorità competenti e alle risposte evasive dei colleghi e intende pertanto vederci chiaro, almeno per capire le conseguenze di questi fatti sul suo futuro professionale. Inizia da quel momento un’altra storia, una trama che si dipana con lo stile di un thriller finanziario in un universo opaco pieno di trappole e sabbie mobili, internazionale e trasversale, misterioso e impenetrabile, denso di pericolose collusioni tra finanza e criminalità, di difficile decifrazione anche da parte degli occhi esperti di inquirenti e magistrati. Il protagonista diventa lo svelatore di una storia emblematica di un certo periodo storico in Ticino, i primi anni Duemila e il prezioso narratore di una genia di persone e ambienti finanziari a questo territorio allora strettamente collegata.
L’autore. Claudio Bollentini (Milano, 1963), laureato in Scienze Politiche e specializzatosi in Relazioni Internazionali prima e in Comunicazione Istituzionale e Politica poi, è un giornalista, esperto di comunicazione reputazionale e crisis management, comunicazione istituzionale e politica, tecniche di influenza e di creazione di immagine, con una lunga esperienza tra Italia e Svizzera. Negli ultimi anni ha dedicato ampio spazio ai new media sul web e ai social network creando blog, portali e giornali. Divide la sua vita tra Varese e Novalesa in Piemonte.
Madrina del festival: Karla Sofía Gascón
Premio Stella della Mole a Alan Cumming
8 giorni, 70 film in programma da 26 Paesi
Fra i tanti ospiti: James Duval, Gaël Morel, Gabriele Salvatores, Andrea Occhipinti,
Rita Rusic, Lorenzo Balducci e la gestante per altri Cynthia Kruk
Ospite musicale: Ditonellapiaga
A Torino, dal 10 al 17 aprile -– presso il Cinema Massimo, la multisala del Museo Nazionale
del Cinema – torna il Lovers Film Festival, il più antico festival italiano sui temi LGBTQI+
(lesbici, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali). Diretto da Vladimir Luxuria e fondato
da Giovanni Minerba e Ottavio Mai, quest’anno, la rassegna raggiunge un importante
traguardo compiendo 40 anni.
“È un compleanno importante, un traguardo che siamo sicuri non vi lascerà delusi –
sottolineano Enzo Ghigo e Carlo Chatrian, rispettivamente presidente e direttore del Museo
Nazionale del Cinema. Ci sono ospiti importanti e prestigiosi che rendono questa edizione
internazionale, confermando come il Lovers Film Festival sia uno dei più importanti al
mondo. Tanti auguri quindi a Vladimir Luxuria e alla sua squadra che, siamo sicuri, ci faranno
godere di un festival indimenticabile”.
Vladimir Luxuria
Per il sesto anno Lovers è diretto da Vladimir Luxuria, attivista, scrittrice, personaggio
televisivo, attrice, cantante e drammaturga, celebre anche per la sua attività politica. La
direttrice artistica sarà affiancata da Angelo Acerbi, assistente alla direzione e responsabile
della selezione e dai selezionatori Elisa Cuter e Alessandro Uccelli.
La madrina e la serata inaugurale
La quarantesima edizione del Lovers Film Festival si aprirà giovedì 10 aprile, alle 19,30
nell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana simbolo della città di Torino e sede del Museo
Nazionale Del Cinema (via Montebello 20) con il consueto saluto della madrina
d’eccezione Karla Sofía Gascón (cfr. file ospiti).
Durante la serata inaugurale, la pluripremiata attrice, recentemente candidata all’Oscar
per il ruolo di protagonista in Emilia Pérez, dialogherà con la direttrice Vladimir Luxuria.
Il talk sarà preceduto dall’introduzione di Andrea Occhipinti, attore e fondatore di Lucky
Red. Infine, l’artista partenopeo Andrea Maresca in arte Spiff – autore del manifesto –
interverrà alla serata insieme alle Karma B.
Ingresso su inviti
Il Premio Stella della Mole
Alan Cumming, il celebre attore e produttore scozzese naturalizzato statunitense, verrà
insignito della Stella della Mole, il premio che il Museo Nazionale del Cinema attribuisce a
personalità che hanno lasciato un segno indelebile nel mondo del cinema e non solo.
“Artista completo e attivista instancabile, Alan Cumming ha attraversato la sua carriera
senza mai venire meno alla propria identità e portando avanti un discorso di visibilità e
riconoscimento per la comunità lgbt anche in momenti non particolarmente accoglienti. –
commenta Vladimir Luxuria – Attore brillante e profondo, attento al cinema indipendente
e di denuncia e a suo agio nel mainstream delle major, scrittore sagace e principe del
palcoscenico britannico e americano, è un obbligo quasi oltre che un onore per Lovers di
celebrare una tale personalità che nel mondo dello spettacolo e della cultura ha saputo
tener fede a sé stesso e a supportare la propria comunità, sempre e comunque”.
Alan Cumming sarà al festival anche in qualità di interprete di “Drive Back Home” di
Michael Clowater.
Gli Ospiti
Giovedì 10, oltre alla madrina Karla Sofía Gascón, Lovers ospiterà l’attore e fondatore di
Lucky Red, Andrea Occhipinti e Gaël Morel, attore, regista e sceneggiatore francese, negli
anni più volte ospite a Lovers e a cui il festival dedica una sezione di Lovers Celebrations.
Vladimir Luxuria ha deciso, per il quarantennale, di richiamare tutte le drag queen che ha
invitato durante le sue direzioni artistiche e le prime saranno le Karma B.
Venerdì 11 saranno al Cinema Massimo Luis Sal – uno dei content creator più famosi in Italia
– con Muschio Selvaggio e l’attesa ospite musicale Ditonellapiaga, cantante fra le più
seguite dalle giovani generazioni. Sarà anche la giornata in cui si parlerà di EuroPride, la
manifestazione internazionale che Torino ospiterà nel 2027, con Patrick Orth e Goran Miletic,
di EPOA (European Pride Organizers Association) e Alessandro Battaglia, presidente del
Comitato organizzatore Torino EuroPride 2027.
Sabato 12, oltre a Alan Cumming, tornerà a Lovers l’attore Lorenzo Balducci che proporrà
un monologo inedito. Sul palco anche un altro gradito ritorno: Priscilla.
Inoltre, Gabriele Salvatores sarà l’ospite d’onore della sezione Riflessi nel Buio.
Domenica 13 sarà la volta del comico Alessio Marzilli e della compagnia Theater Company
della Luna. In arrivo dagli Usa, Cynthia Kruk, gestante per altri grazie alla quale il regista
Marco Simon Puccioni e il suo compagno Giampietro Preziosa hanno potuto diventare
papà (la loro storia è raccontata nel film “Prima di tutto” proiettato al festival). Con loro
Antonio Vercellone, docente di Gender Studies all’Università degli Studi di Torino.
Lunedì 14 alla stand up comedian Laura Pusceddu sarà affidato il compito di far ridere e
riflettere il pubblico di Lovers. La drag queen della serata sarà Tekemaya.
Martedì 15 toccherà a Le Rubrichette, lo show di Edoardo Zaggia e Alberto Sacco nel quale
comicità fa rima con inclusività. Ospite internazionale per la “dédicace” a Gregg Araki,
l’attore statunitense James Duval.
Mercoledì 16 interverranno l’attore e intrattenitore Gino Curcione e poi Giovanni Minerba
e Irene Dionisio, alla guida del Lovers prima di Vladimir Luxuria. Con lei e con Marziano
Marzano e Gabriele Ferraris ripercorreranno la storia dei 40 anni del Festival.
Ospiti della serata di chiusura di giovedì 17 la drag queen La Diamond, la produttrice, attrice,
cantante e modella Rita Rusic e il conduttore Diego Passoni.
I Film
70 film in programma, provenienti da 26 nazioni (cfr. programma completo
allegato).
Il film di apertura sarà “Vivre, mourir, renaître” di Gaël Morel (Francia, 2024, 109’).
Ambientato a Parigi negli anni ’90, il ritorno alla regia di Morel – con cui ha partecipato
all’ultima Queer Palm – esplora la complessità dell’amore, in un potenziale triangolo
amoroso tra Emma, Sammy e Cyril, che viene distrutto dall’emergere della crisi dell’AIDS.
Domenica 13 la moda sarà la protagonista di “Thom Browne: the Man Who Tailors Dreams”
di Reiner Holzemer (Germania/Italia, 2024, 95’). Il film è un ritratto definitivo del pionieristico
e strabiliante stilista americano Thom Browne, la cui visionaria e spregiudicata reinvenzione
dell’abito grigio su misura, e non solo, ha rivoluzionato la moda sfidando le sue regole.
Lunedì 14 “Satanic Sow” di Rosa Von Praunheim (Germania, 2025, 85’) avrà come focus il
racconto di più di 50 anni di carriera del suo regista. Rosa Von Praunheim, affidandosi
all’artista stravagante Armin Dallapiccola (suo alter ego), compie un viaggio selvaggio
attraverso la fama, la sessualità, la fede e la famiglia. Premio per il miglior documentario ai
Teddy Awards 2025.
Il film di chiusura sarà “The Wedding Banquet” di Andrew Ahn (Usa, 2025, 102’). Remake del
dramedy omonimo diretto da Ang Lee nel 1993, rivisto attraverso le istanze e problematiche
con cui deve confrontarsi la community oggi. Con Lily Gladstone (Killers of the Flower
Moon), Joan Chen (L’ultimo imperatore) e Bowen Yang (Wicked, Fire Island).
Venerdì 4 aprile, alle18.30, presso la libreria Belgravia , in via Vicoforte 14/D, verrà presentato il libro di Michele Paolino “Il profeta del lungo termine” (Capricorno Edizioni), con la partecipazione del giornalista Beppe Minello.
“Il profeta del lungo termine” narra di una Torino affascinante e smarrita, orfana di un re edi una corte, ma assediata dai cortigiani, dove imperversano un faccendiere complottista con la passione per l’arte erotica, un elegante e spregiudicato avvocato presenzialista, un imprenditore nerd con la fissa per il lungotermismo. Serena Valente, luogotenente del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri, e Mimmo Pescatore, vicecommissario di Polizia devono seguire il corso tortuoso di un’indagine che parte da due dipinti scandalosi ed una serie di tavole inquietanti.
Michele Paolino, classe ’66, è nato a Torino nello storico quartiere operaio di Borgo San Paolo. È di origini lucane. Giornalista pubblicista, si occupa di servizi pubblici locali, di comunicazione e di una bocciofila. In passato è stato presidente di Circoscrizione e consigliere comunale della Città di Torino. È un appassionato scrittore di letteratura noir con diverse pubblicazioni all’attivo.
Info e prenotazioni al n. 3475977883
Mara Martellotta