CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 18

All’Hiroshima Mon Amour, Carlo Lucarelli omaggia Pasolini con “PPP | Un segreto italiano”  

 

C’è un’energia speciale che attraversa le mura dell’Hiroshima Mon Amour, storico tempio della cultura alternativa torinese. Qui, dove la musica incontra il teatro e la sperimentazione non conosce confini di genere, prende il via una nuova settimana ricca di appuntamenti da segnare in agenda. Dal 3 al 7 novembre, il celebre locale di via Bossoli propone un calendario fitto di spettacoli capaci di coinvolgere e sorprendere un pubblico eterogeneo, fedele alla sua vocazione più autentica: quella di spazio vivo e inclusivo per l’arte in tutte le sue forme.

Ad aprire la rassegna, lunedì 3 novembre, sarà PPP | Un segreto italiano, lo spettacolo di e con Carlo Lucarelli, un viaggio intenso e appassionante nel mistero e nel mito di Pier Paolo Pasolini. Al centro dello spettacolo, la figura immensa e controversa di Pasolini – poeta, scrittore, regista e intellettuale tra i più lucidi del Novecento. Lucarelli parte da una scoperta personale: alcuni corsivi e editoriali ritrovati nella soffitta della casa di famiglia a Mordano. Da lì prende forma un’indagine che attraversa l’Italia degli anni Settanta, tra tensioni sociali, misteri e ombre ancora aperte.

In scena, le parole si intrecciano a ricordi, riflessioni e ricostruzioni che ripercorrono le vicende legate all’assassinio dell’intellettuale friulano, uno dei grandi “misteri italiani”. A dare corpo all’atmosfera del racconto contribuiscono Elena Pau, voce narrante e cantante, e Alessandro Nidi al pianoforte, con un tessuto musicale che accompagna e amplifica la narrazione.

Il viaggio sonoro include brani del cantautorato italiano degli anni di Pasolini – da De Gregori a Lolli – e canzoni a lui dedicate da artisti come Giovanna Marini e Fabrizio De André. Non mancano, infine, alcune composizioni scritte dallo stesso Pasolini per il teatro e il cinema, testimonianza di una voce poetica capace di trasformarsi anche in musica.

Un appuntamento speciale per ricordare, interrogare e celebrare una delle menti più potenti e scomode della cultura italiana del Novecento.

Valeria Rombolà

Le grange dei marchesi Cavour e Gozzani

Le grange vercellesi costituivano già nei tempi antichi un vasto territorio compreso tra Crescentino, Livorno Ferraris, Trino e 
Fontanetto Po, rappresentando fonte di ricchezza per la presenza di abbondante acqua.
Continuamente contese dalle comunità e abbazie di San Genuario e Lucedio, erano considerate le fattorie dei monasteri. L’abbazia di Santa Maria di
Lucedio fu costruita nel 1109 al tempo di Guglielmo I° di Monferrato, passata ai monaci cistercensi provenienti dalla Francia con atto del 1123 redatto dal marchese Rainero. La tenuta di Lucedio era costituita dalle attuali grange di Castel Merlino, Montarolo (Montis Auriolo), Montarucco, Ramezzana, Darola ovvero la Versailles delle risaie (Corte Auriola), Leri (Alerii) e con altri appezzamenti del Canavese e Monferrato rappresentò la massima espansione della risicoltura.
Leri, una delle grange più antiche, comprendeva una fortificazione oggi inesistente e fu bonificata dai monaci per la coltivazione del riso, acquisita dal monastero di San Genuario nel 1179. Lucedio era una posizione strategica lungo la via Francigena, motivo di scontro tra le dinastie Gonzaga, Savoia e Napoleone, rappresentando un centro di potere economico, politico e religioso. Con l’occupazione francese del Piemonte, la tenuta di Lucedio venne divisa con Decreto della Commissione Esecutiva del 1801 in seimila azioni del valore di 500 lire ciascuna, obbligandone l’acquisto ai cittadini più facoltosi, ma nel 1804 ritornò al demanio. Nel 1807 Napoleone cedeva Lucedio e le sei grange al cognato Camillo Borghese, governatore generale del Piemonte prima della restaurazione, per tre milioni di lire quale quarta parte del prezzo delle 322 opere formanti la galleria d’arte romana del valore di dodici milioni di lire, da lui venduta al governo francese.
Caduto Napoleone, Borghese voleva vendere le sette grange ai privati, ma i Savoia ne sequestrarono i beni dalla Magistratura. Ritenuto illegale il sequestro dal protocollo di Parigi del 1816, le grange furono vendute  dal Borghese nel 1818 al marchese Michele Benso di Cavour, al marchese Carlo Giovanni Gozzani di San Giorgio (figlio di Carlo
Antonio e Sofia D’Oria) e a Luigi Festa, direttore di una società immobiliare di affitti proprietà di Giuseppina Gattinara e Marco Antonio Olivero, già tenutaria delle grange concessa dal demanio nel 1807. La spartizione della tenuta avvenne nella misura di 24/24: 6/24 al Festa con Darola, Montarolo e 1/2 Ramezzana, 6/24 al Cavour con Leri e Montarucco, 12/24 al Gozzani con Lucedio, Castel Merlino, 1/2 Ramezzana e la tenuta S. Bernardino di Trino. La spartizione effettiva avvenne solo nel 1822. All’Ordine Mauriziano furono restituite prima le tenute di Montonero nel 1818, quindi Gazzo e Pobietto nel 1827, già passate al demanio e poi vendute alle Regie Finanze dello Stato nel 1854.
La comunità di Lucedio fu così soppressa e aggregata al comune di Trino nel 1818 e ancora oggi ne forma una frazione. Michele Benso era in effetti l’amministratore di Lucedio, ma il Borghese voleva inserire al suo posto Evasio Gozzani di San Giorgio, già amministratore, con il figlio Giuseppe, del Borghese e della moglie Paolina Bonaparte nelle segreterie di Roma. Non trovando accordo economico, Evasio (definito il marchese pazzo) propose l’acquisto di Lucedio al nipote Carlo Giovanni, il quale era già in affari con il Benso per la creazione della prima società di navigazione del lago Maggiore con una società di Locarno. Evasio riuscì ad inserire in casa Borghese il nostro architetto Luigi Canina, dove ebbe inizio la propria fortuna. Carlo Giovanni nel 1827 lasciò in eredità il suo enorme patrimonio, costituito in sette milioni di lire, al cugino d’Austria Felice Carlo Gozani.
Con il proprio fallimento dichiarato dal tribunale di Casale nel 1861, in parte dovuto al gioco d’azzardo, Felice Carlo fu costretto a vendere le grange di Lucedio a Raffaele de Ferrari duca di Galliera, insignito nel 1875 del titolo principe di Lucedio per i servizi resi alla patria dai Savoia con Regio Decreto. Le stazioni ferroviarie genovesi furono intitolate ai coniugi de Ferrari, Genova Principe di Lucedio de Ferrari e Genova Brignole dal nome della moglie Maria Brignole Sale. Tramite l’acquisto del conte Paolo Cavalli d’Olivola nel 1937, oggi Lucedio è proprietà della figlia contessa Rosetta, pronipote della contessa Paolina Gozani sepolta a Casale nella tomba gentilizia del marito Alessandro Cavalli d’Olivola, legale del padre Felice Carlo sepolto a San Giorgio nella tomba gentilizia del conte Umberto Cavalli d’Olivola. Il marchese Carlo Giovanni e i suoi genitori sono sepolti nel sotterraneo, da loro acquistato, della chiesa parrocchiale di San Giorgio edificata dal nonno di Carlo Giovanni, marchese Giovanni Battista Gozzani.
Titus Gozani, ultimo marchese di San Giorgio vivente della linea austriaca e la moglie Eva Maria Friese, abitanti in Germania, nel 1998 fecero visita alla cugina Rosetta nella tenuta di Lucedio e nel 2019 ritornarono, su nostro invito, nelle proprietà dei loro antenati, i palazzi Treville e San Giorgio Gozzani di Casale e il castello Gozzani di San Giorgio. Il padre di Titus, marchese Leo Ferdinando III°, incontrò nel 1937 il cugino conte Paolo Cavalli d’Olivola nel castello Gozzani di San Giorgio. La grangia di Leri proprietà di Michele Benso, vicario e sovraintendente generale di polizia e politica di Torino, venne affidata nel 1835 al secondogenito Camillo e alla contessa di Clermont-Tonnerre, società che si sciolse con la morte del marito.
La nuova società formata dal conte Camillo Benso di Cavour, dal fratello primogenito marchese Gustavo e dall’agricoltore Giacinto Corio portò una forte innovazione all’azienda applicando i nuovi principi dell’agronomia, confermando quanto Camillo aveva manifestato nella valorizzazione delle
Langhe. Da pochi anni è in corso un progetto di recupero per tutelare e valorizzare il Borgo Leri Cavour, luogo di riposo dello statista, promosso dall’associazione L.E.R.I. Cavour ODV presieduta da Roberto Amadè. Il Borgo ha organizzato domenica 11-12-2022 il primo concerto di Natale sul piazzale della chiesa, ospitando il Casale Coro diretto dal maestro Giulio Castagnoli.
Armano Luigi Gozzano 

A Torino 40 galleristi per la mostra mercato antiquaria Apart Fair

Al palazzo della Promotrice delle Belle Arti, in viale Balsamo Crivelli 11, a Torino, si inaugura il 29 ottobre, alle ore 10, la mostra Apart Fair, che si consolida come il più importante appuntamento in Piemonte per il mondo dell’antiquariato e tra i più rilevanti a livello nazionale. Apart Fair, giunta alla sua nona edizione, introduce la settimana dedicata alle arti a Torino. L’evento è organizzato dall’Associazione Piemontese Antiquari A.P.A., in collaborazione con ASCOM Confcommercio Torino e Provincia  e Federazione Italiana Mercanti d’Arte F.I.M.A, con il patrocinio del Comune di Torino, Regione Piemonte e il contributo della Camera di Commercio di Torino. Si conferma come una delle mostre più autorevoli a livello nazionale, con 40 galleristi provenienti da tutta Italia e dall’estero, che espongono una selezione delle loro opere migliori, dal design contemporaneo all’archeologia, dai mobili agli arazzi, dai tappeti ai vetri, opere provenienti dall’Europa, dall’Asia e dall’America. Tra i capolavori, un paesaggio dI Giorgio Morandi, un’opera di Arnolfo Di Cambio e un’altra di Salvator Rosa. La fiera è sicuramente tra le poche, a livello nazionale, a garantire l’assoluta autenticità delle opere, con una doppia garanzia del gallerista e del comitato scientifico della F.I.M.A, che ne esprime una valutazione. Viene anche verificata la legittima proprietà e la valutazione corretta dell’opera. Accanto a terracotte archeologiche cinesi, figurano dipinti dell’Ottocento, gioielli, mobili, arazzi e aeropitture futuriste, e non mancano i juke box e una macchina per fare i pop corn. Nel salone centrale emerge l’imponente opera dell’artista torinese Luisa Rabbia.
Una novità di quest’anno è rappresentata dallo spazio dedicato alla fotografia alchemica, dove un gruppo di fotografi specializzati stampano ritratti utilizzando tecniche ottocentesche per i visitatori che lo desiderino. Non mancheranno incontri tematici curati da storici dell’arte.
Tra le opere in mostra spiccano le aeropitture della galleria Pirra di Torino, un bronzo di Giorgio De Chirico della galleria 56 di Bologna, un arazzo ispirato alla “Guernica” di Picasso, della galleria Sorgato di Milano, una grande tela di Leonardo Roda della galleria Ars Antiqua di Milano. Lo spazio di fotografia alchemica raggruppa 30 ritratti d’autore che dialogano con le tele in esposizione.

Palazzina della Società Promotrice delle Belle Arti di Torino – viale Balsamo Crivelli 11, Torino.

Telefono: 011 6615252 -0115622645

associazionepiemonteseantiquari@email.com

Mara Martellotta

La viola di Tamestit per il concerto di William Walton all’Auditorium RAI

Debutta nella stagione dell’Orchestra sinfonica Nazionale  della Rai, prima di essere portato in Spagna, all’Auditorium Nacional de Musica di Madrid, il concerto per viola e orchestra di William Walton, con Antoine Tamestit in veste di acclamato solista. Il concerto è in programma giovedì 30 ottobre alle 20.30 all’Auditorium RAI Arturo Toscanini di Torino, con trasmissione in diretta su Radio 3. Replica del concerto a Torino venerdì 31 ottobre alle 20 e in live streaming sul portale di RAI Cultura, che lo proporrà  giovedì 13 novembre a partire dalle 22.20.
Sul podio, anche nella successiva tournée dell’Orchestra RAI in Spagna dal 3 al 6 novembre, il direttore  principale della compagnia Andrés Orozco-Estrada.

In apertura di serata Orozco-Estrada proporrà di Maurice Ravel, di cui ricorrono i 150 anni dalla nascita,  l’”Alborada del Gracioso”. Rielaborato in versione orchestrale nel 1918, il lavoro, composto per pianoforte nel 1895, è uno dei primi di ispirazione iberica di Ravel. Alborada si riferisce ad una serenata d’amore, eseguita con la chitarra nelle ore mattutine. Questa forma probabilmente deriva dalla tradizione galiziana ed è riconducibile alla prassi dei trobador.
Il “Gracioso” è invece una figura comica del teatro tradizionale spagnolo, celebre nelle opere di Calderon e Lope de Vega.

Seguirà il concerto per viola e orchestra di William Walton, composto nel 1929 ed eseguito per la prima volta a Londra da Paul Hindemith.  Solista sarà  Antoine Tamestit, che ha all’attivo collaborazioni con importanti istituzioni  e orchestre, quali la Boston Symphony, l’Orchestre de Paris, l’Orchestre National de France e l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia.

Protagonista della seconda parte della serata sarà la Sinfonia n. 9 in mi bemolle maggiore op. 70 di Dmitrij  Sostakovič. Scritta nell’agosto del 1945 per celebrare la vittoria di Stalin sui nazisti, la partitura si distingue dai toni epici e nazionalisti delle due sinfonie precedenti per la sua scrittura leggera e scanzonata, di taglio neoclassico, che causò non pochi malumori soprattutto tra le alte personalità del regime sovietico.
A chiudere il concerto sarà la Valse di Ravel, composta  tra il 1919 e il 1920, quando l’Europa provava a riemergere dalle macerie della Grande Guerra. L’impulso venne fornito dall’impresario dei Ballets Russes Sergei Diaghilev, che incoraggiò l’autore a comporre un poema coreografico per poi rifiutarsi di trasformarlo in balletto. Solo dopo otto anni dalla stesura definitiva, la Valse venne messa in scena all’Opera di Parigi, grazie all’intuito della danzatrice e mecenate Ida Rubinštejn, riscuotendo un grande successo.

I biglietti sono in vendita online sul sito dell’OSN Rai e presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino.
Info: 0118104653; biglietteria.osn@ rai.it

Mara Martellotta

Isabel Allende: “La casa degli spiriti”, al teatro Studio Bunker

Venerdì 31 ottobre prossimo è in programma l’ultimo appuntamento stagionale con “Tracks”, progetto culturale multidisciplinare della compagnia di musica e teatro torinese Accademia dei Folli, vincitore del bando “Torino che cultura!” della Città di Torino. Alle 21, il teatro Studio Bunker ospiterà lo spettacolo “La casa degli spiriti”, adattamento teatrale curato da Corrado Accordino del celebre romanzo di Isabel Allende, prodotto dalla compagnia Binario 7 di Monza. Sul palco l’attrice Silvia Giulia Mendola, accompagnata dalle belle musiche originali di Mimosa Campironi e dalla voce dal vivo di Michele Fagnani, interpreta tutti i personaggi del romanzo, a cominciare dalle tre donne protagoniste, che rappresentano diverse generazioni di una famiglia, che sono complesse, complete e diversissime fra loro: Clara, la chiaroveggente, la figlia Bianca, l’artista, e Alba, che vive la rivoluzione. Accanto a loro molti altri personaggi femminili, nessuna rappresentata come “eroina”, ma come donne che cercano di fare ciò che è giusto.
Le vicende della famiglia si svolgono sullo sfondo politico e sociale del Cile durante gli ultimi decenni del Novecento, quelli del golpe del Generale Pinochet, del 1973; della violenza e del terrore della dittatura militare e della lenta ripresa ad una vita normale, del ritorno alla democrazia.
La storia di queste donne, circolare ed ereditaria, è un misto di spiritismo, realtà e finzione, amori e crudeltà, carità e follia: nel loro mondo le bambine nascono con i capelli verdi e le apparizioni siedono a tavola conversando con i mortali. Accanto a quello dei vivi, si dispiega il mondo dei morti, vivi come chi è in vita.

Ingresso: 10 euro – biglietti in prevendita online su www.oooh.events

Info: prenotazioni@accademiadeifolli.com – telefono: 345 6778879

Mara Martellotta

Alla Gam le Mostre della Terza Risonanza

Dal 29 ottobre la GAM di Torino presenta le nuove mostre che segnano l’avvio della TERZA RISONANZA dedicata a incanto, sogno e inquietudine. L’intrusodi questa edizione è l’artista Davide Sgambaro.

 

 

LE MOSTRE DELLA TERZA RISONANZA

 

NOTTI

CINQUE SECOLI DI STELLE, SOGNI, PLENILUNI

 

 

LINDA FREGNI NAGLER
ANGER PLEASURE FEAR

 

 

ELISABETTA DI MAGGIOFRANGIBILE LOTHAR BAUMGARTEN
CULTURE NATURE

29 ottobre 2025 – 1 marzo 2026
GAM Torino

www.gamtorino.it

Con la Terza Risonanza, in programma dal 29 ottobre 2025 al 1° marzo 2026, la GAM di Torino prosegue il suo percorso di indagine sui linguaggi dell’arte, articolando un nuovo nucleo tematico che esplora l’incontro tra incanto, sogno e inquietudine. L’incanto a cui qui si fa riferimento non è mai pacificato né puramente estetico: si alimenta di ambiguità, di slittamenti percettivi, di quelle crepe sottili che si aprono nella superficie del reale e ne svelano il lato più fragile, misterioso o perturbante.

La Terza Risonanza si intreccia con la collezione storica della GAM, grazie a un accurato lavoro di selezione e accostamento. Come ogni volta le opere del passato entrano in dialogo con quelle contemporanee, attivando connessioni temporali e concettuali inedite, e rafforzando l’idea di una continuità dinamica tra memoria e presente, tra sedimentazione e risonanza.

 

Le mostre che compongono questa Risonanza offrono esperienze visive e sensoriali in cui la fragilità dei materiali, l’uso della luce e dell’ombra, l’ambiguità e la rivelazione delle immagini, conducono il pubblico in un paesaggio sconosciuto, poetico e perturbante.

Prosegue al secondo piano l’allestimento deldeposito vivente, che, riprendendo il concetto di un deposito museale, offre al pubblico la visione di un gran numero di opere del patrimonio artistico del museo.

NOTTI

CINQUE SECOLI DI STELLE, SOGNI, PLENILUNI

Mostra a cura di Fabio Cafagna ed Elena Volpato

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

29 ottobre 2025 – 1° marzo 2026

Installation views “Notti”, GAM Torino, ph Studio Gonella

 

La mostra NOTTI. Cinque secoli di stelle, sogni, pleniluni, a cura di Fabio Cafagna ed Elena Volpato, ripercorre la rappresentazione del notturno nell’arte figurativa dall’inizio del XVII secolo fino alla contemporaneità.

L’esposizione presenta un centinaio di opereprovenienti da prestigiose istituzioni pubbliche e collezioni private d’Europa, delle quali un nucleo consistente è parte delle collezioni della GAM.

Figurano in mostra opere e documenti che hanno segnato la storia dell’arte e della scienza dal Seicento a oggi. Tra i principali nomi di riferimento:Galileo Galilei, Maria Clara Eimmart, Giuseppe Antonio Petrini, Jules César Denis Van Loo, Joseph Wright of Derby, Antonio Canova, Francisco Goya, Giuseppe Pietro Bagetti, Giovanni Battista De Gubernatis, Ippolito Caffi, Victor Hugo, Odilon Redon, František Kupka, Franz von Stuck, Wenzel Hablik, Giacomo Balla, Paul Klee, Alberto Martini, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Felice Casorati, Arturo Martini, Pablo Picasso, Marc Chagall, Joseph Cornell, Jackson Pollock, Louise Nevelson, Fausto Melotti, Osvaldo Licini, Sergio Romiti, Titina Maselli, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Gino De Dominicis, Vija Celmins, Thomas Ruff, Merlin James, David Schutter.

LINDA FREGNI NAGLER

ANGER PLEASURE FEAR

Mostra a cura di Cecilia Canziani

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

Spazio del Contemporaneo

29 ottobre 2025 – 1 marzo 2026

 

Installation views “Linda Fregni Nagler. Anger Pleasure Fear”, GAM Torino, ph Luca Vianello e Silvia Mangosio

La GAM di Torino presenta la prima mostra antologica in un’istituzione italiana dedicata a Linda Fregni Nagler (Stoccolma, 1976) a cura di Cecilia Canziani.

L’artista utilizza il mezzo fotografico intrecciando ricerca, collezionismo e un’indagine profonda sulla materialità dell’immagine. La sua pratica riflette sulle convenzioni iconografiche, sui cliché visivi e sull’uso delle immagini anonime, costruendo dispositivi narrativi capaci di generare nuove riflessioni sul presente. Nell’isolare e conservare frammenti del visibile, le immagini fotografiche raccontano la storia dello sguardo: testimoniano non solo ciò che mostrano, ma anche i diversi modi in cui, nel tempo, abbiamo osservato il mondo. Nella fotografia, presenza e assenza, visibile e invisibile si inseguono, rendendo ogni immagine un luogo di riflessione, memoria e immaginazione.

La mostra, costruita intorno a opere realizzate nel corso di oltre vent’anni, riunisce cicli differenti in un unico racconto, mettendo in dialogo opere distanti nel tempo ma capaci di restituire, attraverso la materialità della fotografia, un affresco poetico sul XX secolo: una lunga notte rischiarata da brevi lampi di incanto e bellezza che ci accompagna fino al nostro tempo.

ELISABETTA DI MAGGIO

FRANGIBILE
mostra a cura di Chiara Bertola e Fabio Cafagna

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

Primo piano

29 ottobre 2025 – 1 marzo 2026

Installation views “Elisabetta Di Maggio. Frangibile”, GAM Torino, phStudio Gonella

La GAM di Torino ospita un’ampia antologica diElisabetta Di Maggio, a cura di Chiara Bertola e Fabio Cafagna. Allestita nelle sale del primo piano del Museo, la mostra, che ripercorre la carriera dell’artista attraversandone le stagioni creative e i temi prediletti, presenta lavori storici accanto a nuove produzioni, appositamente concepite per gli spazi della GAM.

Di Maggio, sin dai primi anni di attività, ha prestato la massima attenzione agli aspetti materiali dell’opera e alla manualità del fare artistico. I suoi lavori incantano chi li osserva: sono pareti di carta velina di dimensioni ambientali finemente incise a mano, saponi di Marsigliascavati con il bisturi a formare mappe di grandi agglomerati urbani, mosaici di vetro e micromosaici di cera che si posano su fragili e aerei supporti, porcellane sottili come fogli di carta, elementi vegetali in equilibrio, la cui struttura è fatta emergere con un fine lavoro di intaglio, sovrapposizioni regolari di francobolli che creano mandala ipnotici.

L’artista dà vita a immagini in cui il confine tra figurazione e astrazione è così permeabile da confonderci e, talvolta, turbarci. Quel che osserviamo viene costantemente contraddetto. Il minuzioso intaglio è frutto della sapienza e della pazienza di una mano abile oppure è ottenuto meccanicamente? La trama dei solchi che percorrono i saponi disegna una rete cittadina oppure neuronale? La superficie bianca delle sue sculture è di gesso, carta o porcellana?

LOTHAR BAUMGARTEN
CULTURE NATURE

Mostra a cura di Chiara Bertola con Virginia Lupo

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

Videoteca

29 ottobre 2025 – 1 marzo 2026

Installation views “Lothar Baumgarten. Culture Nature”, GAM Torino, ph Studio Gonella

Negli spazi della Videoteca della GAM, prende forma un omaggio a Lothar Baumgarten, artista scomparso nel 2018, noto per aver intrecciato la ricerca estetica con una profonda riflessione antropologica ed ecologica.

Lothar Baumgarten è stato una delle figure più rilevanti dell’arte concettuale della seconda metà del Novecento. Attraverso fotografie, film, disegni e installazionil’artista tenta di portare alla luce saperi alternativi, spesso marginalizzati o a rischio di scomparsa e di ragionare sugli effetti che ha avuto il colonialismo occidentale sulla loro rappresentazione.

Il percorso espositivo rende omaggio a Baumgarten concentrandosi in particolare sulla dimensione fotografica della sua ricerca con un arco cronologico che va dalla fine degli anni Sessanta fino ai suoi ultimi lavori. La serie Culture–Nature (1968–1972) documenta un insieme di sculture effimere, realizzate e abbandonate in ambienti naturali, in dialogo diretto con il paesaggio che l’artista ricrea all’aperto: nel suo giardino, nei parchi o nelle periferie urbane di Düsseldorf.

L’INTRUSO

DAVIDE SGAMBARO

a cura di Virginia Lupo

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

Videoteca

29 ottobre 2025 – 1 marzo 2026

Davide Sgambaro, Tonight, Performance, Ph Gianluca Minuto

 

L’”Intruso” è un artista o un curatore invitato in ogni Risonanza a dialogare con le mostre e con le collezioni della GAM. La sua “intrusione” è decisiva in ogni riallestimento delle collezioni e in quel rimettere in moto traiettorie interpretative o tranquillizzanti percorsi cronologici.

L’artista invitato a ricoprire il ruolo di Intruso per questa Terza Risonanza è Davide Sgambaro. La sua ricerca si sviluppa in una tensione tra incanto e inquietudine: al primo impatto le sue opere mostrano un’estetica giocosa e colorata, con materiali e forme che richiamano immaginari ludici, vivaci e gesti poetici. Tuttavia, a uno sguardo più attento e riflessivo, gli oggetti, le abitudini e i gesti di una gioventù disincantata che si ritrovano nelle sue opere, permeati da un’atmosfera tragicomica, si trasformano in chiavi per indagare con delicatezza e stupore il trauma generazionale. Negli spazi interni della GAM, Sgambaro presenterà due opere: la prima in un’area di passaggio al primo piano, mentre l’altra occuperà la Sala del Riposo al secondo piano. Inoltre, durante la serata di inaugurazione il 28 ottobre, con replica il 28 novembre, Davide Sgambaro proporrà una performance negli spazi esterni, coinvolgendo la particolare architettura del museo.

 

Gli appartamenti reali del castello della Mandria

Gli Appartamenti Reali abitati da Vittorio Emanuele II di Savoia e Rosa Vercellana, “la Bela Rosin”, contessa di Mirafiori e Fontanafredda, sono stati recentemente restaurati grazie ad un importante finanziamento pubblico ed al contributo di Compagnia di San Paolo.

Leggi l’articolo su piemonteitalia.eu:

https://www.piemonteitalia.eu/it/cultura/musei/appartamenti-reali-del-castello-de-la-mandria-0

Flashback 2025, arte in dialogo: tra Gaza, Carol Rama e il ritorno del Legnanino  

 

Il Public Program 2025 di Flashback Art Fair apre uno spazio di confronto tra linguaggi e generazioni, dove l’arte diventa racconto, memoria e responsabilità. Nella cornice del Padiglione C – Il Circolino al Flashback Habitat (corso Giovanni Lanza 75), dal 31 ottobre al 2 novembre si susseguono incontri, proiezioni, laboratori e musica dal vivo che ampliano il tema di quest’anno, “Senza titolo”, come invito all’ascolto e alla pluralità dei punti di vista. Il ciclo di Flashback Talk si apre venerdì 31 ottobre alle 16.30 con Il capitale che cresce, dialogo con Monica Biancardi, Chiara Gatti, Lorenzo Benedetti e Gabi Scardi dedicato al progetto fotografico che racconta la crescita delle gemelle palestinesi Saleha e Sarah nell’arco di diciassette anni. Un diario visivo poetico e politico insieme, recentemente acquisito dal MAN di Nuoro e in mostra dal 2026.

Sabato 1 novembre, doppio appuntamento: alle 15.30 Gaza Opera Viva, con Alessandro Bulgini, Christian Caliandro e Ilda Curti, riflette sulla responsabilità dell’artista nel presente, a partire dal progetto Opera Viva di Bulgini, nato per dare visibilità ai luoghi e alle vite marginali del nostro tempo; alle 17.30 Legnanino ritrovato racconta invece il ritorno a Palazzo Carignano del dipinto Belisario di Stefano Maria Legnani, scomparso per tre secoli e oggi restituito al patrimonio delle Residenze Reali Sabaude.

Domenica 2 novembre alle 17.00, omaggio a Carol Rama, con la presentazione di due volumi del fotografo Roberto Goffi dedicati alla grande artista torinese e alla sua casa-museo, insieme a Maria Cristina Mundici, Miriana Mininni, Stefano Testa e Dario Salani.

Accanto ai talk, tornano i Flashback Lab, laboratori per bambini e famiglie (1 e 2 novembre, ore 15.30), con Io sono nessuno, percorso ispirato al mito di Ulisse come viaggio contemporaneo di scoperta e solidarietà.

Il programma si chiude venerdì 31 ottobre alle 21 con ’Sta Cosa del Jazz, concerto dell’Elis Sextet, formazione guidata da Elis Prodon e composta da musicisti di lungo corso della scena jazz torinese, per una serata di eleganza, libertà e improvvisazione.

Flashback 2025 conferma così la propria vocazione a essere una fiera viva, inclusiva e dialogica, dove l’arte si intreccia alla vita e si fa strumento di riflessione collettiva.

Valeria Rombolà