CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 128

Torino e le sue donne: Carol Rama

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Le storie spesso iniziano là dove la Storia finisce

Con la locuzione sesso debole” si indica il genere femminile. Una differenza di genere quella insita nellespressione sesso debole” che presuppone la condizione subalterna della donna bisognosa della protezione del cosiddetto sesso forte, uno stereotipo che ne ha sancito lesclusione sociale e culturale per secoli. Ma le donne hanno saputo via via conquistare importanti diritti, e farsi spazio in una società da sempre prepotentemente maschilista. A questa categoria” appartengono  figure di rilievo come Giovanna Darco, Elisabetta I dInghilterra, Emmeline Pankhurst, colei  che ha combattuto la battaglia più dura in occidente per i diritti delle donne, Amelia Earhart, pioniera del volo e Valentina Tereskova, prima donna a viaggiare nello spazio. Anche Marie Curie, vincitrice del premio Nobel nel 1911 oltre che prima donna a insegnare alla Sorbona a Parigi, cade sotto tale definizione, così come Rita Levi Montalcini o Margherita Hack. Rientrano nellelenco anche Coco Chanel, lorfana rivoluzionaria che ha stravolto il concetto di stile ed eleganza e Rosa Parks, figura-simbolo del movimento per i diritti civili, o ancora Patty Smith, indimenticabile cantante rock. Il repertorio è decisamente lungo e fitto di nomi di quel sesso debole” che non si è addomesticato, per dirla alla Alda Merini. Donne che non si sono mai arrese, proprio come hanno fatto alcune iconiche figure cinematografiche quali Sarah Connor o Ellen Ripley o, se pensiamo alle più piccole, Mulan. 
Coloro i quali sono soliti utilizzare tale perifrasi per intendere il gentil sesso” sono invitati a cercare nel dizionario letimologia della parola donnadomna, forma sincopata dal latino domina” = signora, padrona. Non c’è altro da aggiungere.  (ac)

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5 Carol Rama
Torino è anche arte. Molte sono le Gallerie, le Fondazioni e i Musei che promuovono larte in tutte le sue sfaccettature, dalla scultura allarte figurativa fino al cinema, sia che si tratti di arte classica, medievale, o contemporanea.  La storia di oggi è una storia darte, che ha per protagonista una delle donne che larte lha creata, lha vissuta e allarte si è completamente dedicata.  Carol Rama nasce a Torino nel 1918, inizia a dipingere ancora adolescente, senza alcuna formazione accademica ma sostenuta nella sua passione da alcuni incontri fondamentali, primo fra tutti Felice Casorati. Molti sono gli amici intellettuali da cui trae informazioni, conoscenze e stimoli: Edoardo Sanguineti, Massimo Mila, Albino Galvano, Carlo Mollino, Paolo Fossati, Carlo Monzino, Luciano Berio, Eugenio Montale e ancora Luciano Anselmino, grazie al quale entra in contatto con Andy Warhol e Man Ray. Della pittura fa una pratica ininterrotta, è il filtro attraverso cui elabora oggetti, situazioni, persone della quotidianità per convertirli in qualcosa di artistico. Carol è sempre aggiornata sulle varie tendenze darte, ma mantiene grande autonomia di lavoro, sviluppando nel corso del ventesimo secolo un percorso tutto personale, attraverso luso di materiali, temi e stili diversi. Negli acquerelli degli anni Trenta e Quaranta, la rudezza e la scabrosità dei soggetti è decantata nelleleganza compositiva del quadro. Si tratta di lavori eseguiti a cavallo dei suoi ventanni, con noncuranza verso i ben pensanti e le mode artistiche del momento, produzioni che denotano grande maturità tecnica e di ideazione. Negli anni che precedono lo scoppio della guerra, lartista si accosta anche alla pittura a olio, con dense paste di colore e soggetti spesso non tradizionali. La sperimentazione continua: agli stessi anni Quaranta risale linteresse per lincisione che si concretizzerà nella splendida serie delle Parche, (linteresse per tale tecnica rispunta verso la fine degli anni Novanta). Dopo una esperienza astrattista negli anni Cinquanta allinterno del gruppo torinese del MAC (Movimento Arte Concreta), Carol attua negli anni Sessanta una svolta decisiva: su macchie di colore di derivazione informale applica oggetti duso quali strumenti medicali, trucioli metallici, occhi di bambola. Loggetto 
è inserito con tutta la sua fisicità nel dipinto, diventa colore e forma del quadro, pur rimanendo cosa. Negli anni Settanta, sostenuta da colui che sarà il suo gallerista per i decenni successivi, Giancarlo Salzano, un nuovo materiale entra a far parte della sua composizione pittorica, si tratta di camere daria segnate dalluso e di guarnizioni in gomma, utilizzate in sostituzione del colore e incollate su tele monocrome. Questi lavori conservano tutta lincisività dellessere materia (gomma come pelle e carne) e sono un rimando allattività aziendale del padre (specie luso della gomma richiama il lavoro paterno). Nel 1979 Carol espone per la prima volta alla Galleria Martano di Torino gli acquerelli realizzati una quarantina di anni prima, poi scelti lanno seguente da Lea Vergine per la mostra itinerante sulle grandi artiste del Novecento, Laltra metà dellavanguardia. A partire dagli anni Ottanta, lartista ritorna alla figurazione e realizza mirabili quadri in cui dipinge figure e animali fantastici su carte prestampate. La conoscenza internazionale di Carol è dovuta alle mostre pubbliche, come la sala personale alla quarantacinquesima Biennale di Venezia nel 1993, a cura di Achille Bonito Oliva, allestita dallamico Corrado Levi, e lantologica allo Stedelijk Museum di Amsterdam nel 1998, a cura di Maria Cristina Mundici. Il grande riconoscimento pubblico sul suolo Italiano le arriva nel 2003, quando le viene conferito il Leone doro alla carriera in occasione della cinquantesima Biennale di Venezia. Nel 2004 anche la sua città natale le dedica una ampia antologica presso la Fondazione Sandretto-Rebaudengo a cura di Guido Curto. Nel gennaio 2010, rappresentata da Corrado Levi, riceve il prestigioso Premio Presidente della Repubblica” da Giorgio Napolitano. Nel 2014 inaugura al Museo dArte Contemporanea (MACBA)  di Barcellona una importante mostra monografica a cura di Teresa Grandas, Beatriz Preciado e Anne Dressen, poi allestita anche a Torino nell’ ottobre 2016 alla GAM. Il consenso internazionale è ulteriormente consolidato nel 2017 dallampia personale tenutasi al New Museum di New York. Il suo ultimo lavoro conosciuto è del 2007 e chiude una intensa carriera durata oltre settantanni. Muore nella sua casa-studio torinese, il 24 settembre 2015.

 

Alessia Cagnotto

Premio Letterario ADEI WIZO Adelina Della Pergola

Autori e Ospiti d’eccezione per concludere la XXIV edizione

 

A Torino l’8 maggio arriveranno Denise Pardo, Hugo Hamilton e Sarai Shavit. In collegamento Gila Almagor e Goldie Goldbloom, ospite d’onore Luca Barbareschi. Insieme per una Premiazione che celebra la forza della letteratura nel combattere il pregiudizio. Il giorno dopo è la scuola a essere protagonista. 

 

 Mercoledì 8 maggio alle 17.00, il Circolo dei lettori di Torino accoglie uno straordinario parterre di scrittori per la Premiazione del XXIV Premio Letterario ADEI WIZO Adelina Della Pergola. Da Roma arriverà la giornalista e scrittrice Denise Pardo, da Israele Sarai Shavit, dall’Irlanda uno degli autori più illustri della letteratura anglosassone: Hugo Hamilton. Mentre in collegamento ci sarà la scrittrice e attrice israeliana Gila Almagor e dalla sua casa di Chicago Goldie Goldbloom.

Cos’hanno in comune questi blasonati autori? Hanno tutti pubblicato in Italia nel 2022 un romanzo imperniato su vicende che riguardavano da vicino l’ebraismo, chi raccontando episodi storici, chi descrivendo personaggi, tradizioni e cultura appartenenti a questo mondo. Una scelta che li ha portati a essere scelti per questo Premio, nato nel 2000, per iniziativa dell’Associazione Donne Ebree d’Italia, parte della Federazione della WIZO (Women International Zionist Organization), con lo scopo di dare rilievo agli autori contemporanei viventi di narrativa che pubblicano libri di argomento ebraico e, allo stesso tempo, di far conoscere le loro opere al grande pubblico. Una particolare sezione della manifestazione è rivolta ai ragazzi delle scuole con l’idea di rendere l’iniziativa uno strumento fondamentale per sviluppare nei giovani una sana valutazione della storia libera da pregiudizi.

A gennaio una Giuria selezionatrice presieduta da Sira Fatucci ha indicato i quattro finalisti: per la sezione adulti Madre (ed Playground libri) di Goldie Goldbloom, e La casa sul Nilo (ed Neri Pozza) di Denise Pardo, mentre per la sezione ragazzi, Sotto l’albero delle Giuggiole (ed Acquario) di Gila Almagor Tra le pagine (ed Einaudi) di Hugo Hamilton. Dopo questo step è partito il lavoro delle due giurie popolari che ha coinvolto 500 donne di tutta Italia per la sezione adulti e circa 700 studenti degli Istituti italiani che hanno aderito all’iniziativa a cui sono stati inviati gratuitamente i libri in lettura.

A marzo sono stati proclamati i vincitori: rispettivamente Denise Pardo Gila Almagor a cui si è aggiunto un premio speciale della giuria andato a Sarai Shavit per il romanzo Lettera d’amore e di assenzaOra a Torino vivranno la loro consacrazione nel corso della Premiazione condotta dalla giornalista Ada Treves. Un incontro che vedrà la partecipazione di importanti esponenti del mondo delle Istituzioni e della cultura e un ospite straordinario: Luca Barbareschi, attore, regista, produttore, chiamato a portare la propria testimonianza sui temi del Premio. Sarà anche lui nella tavola rotonda che nella seconda parte della cerimonia vedrà gli autori dialogare tra di loro.

Susanna Sciaky, Presidente Nazionale ADEI WIZO ricorda così questo momento “In 24 anni la cerimonia di Premiazione è stata ospitata in tante sedi illustri alla presenza di nomi prestigiosi, ma i tragici avvenimenti di questi mesi hanno reso questa edizione molto particolare. Mentre alcune Istituzioni delegate alla diffusione della conoscenza si stanno macchiando di atti di immotivato boicottaggio nei confronti di Israele, ho visto con piacere un mondo della cultura stringersi intorno alla nostra iniziativa, nata proprio per costruire la consapevolezza necessaria per sconfiggere il pregiudizio. In molti hanno capito che leggere e immedesimarsi nelle storie di questi autori è sicuramente un modo per essere cittadini migliori”.

Il 9 maggio Torino ospiterà anche il tradizionale incontro con le scuole. Dalle 9.30 gli autori saranno al Liceo d’Azeglio, luogo che ha visto la formazione di una straordinaria concentrazione di intellettuali italiani come Primo Levi, Cesare Pavese, Giulio Einaudi, Leo Pestelli, Massimo Mila, Luigi Firpo, Vittorio Foa, Tullio Pinelli, Giancarlo Pajetta, Emanuele Artom, Leone Ginzburg, Norberto Bobbio. Saranno presenti scuole da tutta Italia, come il Liceo Pietro Colonna di Galatina (Lecce), che da dieci anni manca mai a questa occasione.

Conduce l’incontro con le scuole la giornalista e scrittrice Manuela Dviri.

Gina Francon, “La portinaia di Palazzo Chigi”

Teatro Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO) Mercoledì 8 maggio, ore 21

Con Annagaia Marchioro

 

 

Gina Francon è la portinaia di Palazzo Chigi, ha visto gli ultimi 30 anni di storia d’Italia passarle accanto. Nata in Veneto e trasferita a Roma con un concorso truccato, come dichiara apertamente per essere onesta fino in fondo, vive tutte le difficoltà di una immigrata del nord al sud.

Un personaggio nato sui social dall’idea dell’attrice che la interpreta, Annagaia Marchioro, durante il vuoto della prima quarantena, che da allora non può più smettere di esistere. I suoi follower aumentano a vista d’occhio. In questo spettacolo Gina Francon racconta dal suo angolo della portineria le verità più scomode, i segreti più taciuti della politica italiana. Dato che lei ha aiutato il Governo nelle decisioni difficili, a volte persino per sbaglio, perché era lì, la prima ad arrivare e l’ultima ad andare via. E ha raccolto dalla pattumiera le pagine che avrebbero spiegato i dpcm all’Italia intera. In scena un tavolo, molti utensili e una piastra elettrica. Su quella piastra la protagonista cucinerà dei veri biscotti da offrire agli spettatori. Sembra che per questi biscotti siano cadute intere formazioni di governo. La Gina ha preparato il caffè a tutti e di tutti potrebbe raccontare qualcosa, considera i politici un po’ figli o figlie suoi, un po’ ex mariti da dimenticare. La sua saggezza popolare la rende intra-partes: può dire ciò che pensa come lo farebbe la zia della porta accanto.

È ecologista perché profondamente rurale, femminista in quanto matriarcale, europeista perché tutto il mondo è paese. Queste le solide basi del suo programma politico. Perché sì, Gina Francon, in un colpo di teatro finale, decide di scendere in campo, e annuncerà con sorpresa di tutti la nascita del suo partito: il Partito della Gina. Un partito squisitamente personale fondato sul carisma della Gina, leader non si sa di cosa, progressista quanto conservatore, post ideologico, post-moderno e un po’ anche post mortem (degli altri). Perché una portinaia alle volte conta più di un intero team di addetti stampa.

Mercoledì 8 maggio, ore 21

Gina Francon – La portinaia di Palazzo Chigi

Da un’idea di Annagaia Marchioro

Di Annagaia Marchioro e Gabriele Scotti

Con Annagaia Marchioro

Musiche di Flavia Ripa

Scenografia: Ze Arte

Biglietti: intero 15 euro, ridotto 13 euro (+ 2 euro prevendita)

Piemontesi al top in Italia per le visite nei musei: oltre quattro volte all’anno

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In Piemonte si registra il più alto numero di visitatori “forti” nei musei, ovvero coloro che tornano alle strutture museali con una frequenza superiore a 4 volte all’anno, anche grazie alle iniziative di Abbonamento Musei. Nella regione, l’anno scorso, sono stati quasi un milione gli accessi alle strutture museali con la tessera Abbonamento Musei, seguite da 244.457 in Lombardia e 69.082 in Valle d’Aosta. È quanto emerge da una ricerca commissionata dall’Associazione Abbonamento Musei e condotta dalla Fondazione Santagata, che sarà presentata nell’ambito del Salone Internazionale del Libro di Torino, il prossimo 13 maggio.

Lo studio, che ha ispirato la pubblicazione “25 anni al museo – Come Abbonamento Musei ha sostenuto i consumi culturali in Piemonte e Lombardia dal 1998 ad oggi”, a cura di Paola Borrione e Camilla Lo Schiavo, fotografa l’andamento dei consumi culturali e l’impatto dell’Associazione sul circuito di istituti di cultura e mostre che aderiscono all’iniziativa, analizzando anche il contesto sociologico. Il volume vedrà anche il contributo e la lettura di esperti e studiosi come Alessandro Bollo, Andrea Cancellato, Michele Lazinger, Angelo Miglietta e un’introduzione a cura del Presidente dell’Associazione Alberto Garlandini e della Direttrice Simona Ricci.

Secondo la ricerca “25 anni al museo”, lo strumento promosso da AM ha stimolato il numero di accessi, apportando ai musei un volume di introiti aggiuntivi – nell’ultimo anno, rispetto a un sistema senza abbonamento – di oltre 920 mila euro in Piemonte e 398 mila euro in Lombardia.

L’impatto di Abbonamento Musei sulla domanda di mostre e musei è più evidente in Piemonte, dove l’Associazione opera fin dalla nascita. Infatti, secondo le rilevazioni dell’Istat, i consumi culturali dei piemontesi si attestano sotto la media nazionale, all’ultimo posto tra le regioni del Nord-Ovest, motivati anche da un basso livello di scolarizzazione; al contempo però, il dato relativo ai soli consumi museali risulta opposto: in questa singola categoria culturale, il Piemonte mostra una costante propensione a posizionarsi tra le prime regioni in Italia per numero di visitatori “forti”.

Introdotto a Torino nel 1995, il pass di Abbonamento Musei consente per un anno l’accesso ai musei afferenti al circuito, che comprende più di 480 realtà in Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta tra musei, gallerie d’arte, castelli, regge, orti botanici, dimore storiche, luoghi di culto. L’Associazione inoltre vanta un database di oltre 337.000 appassionati di cultura, una preziosa risorsa per promuovere mostre e musei in modo efficace e connettere gli abbonati. Con un tasso di apertura delle newsletter del 34,01%, superiore alla media del settore, AM quindi ha la capacità di raggiungere un pubblico attento e interessato all’offerta culturale.

Come sottolinea Alberto Garlandini, Presidente dell’Associazione Abbonamento Musei: “Operiamo a stretto contatto con le istituzioni locali, promuovendo un ampio palinsesto di proposte, attraverso una comunicazione continua, chiara e costante. Il numero dei nostri associati è progressivamente cresciuto negli anni, contribuendo a calmierare i prezzi e semplificare le modalità d’accesso ai musei. Nel 2023, il numero di abbonati è cresciuto del 29% rispetto all’anno precedente, con un totale di 191.703 tessere vendute. Un dato che supera abbondantemente i numeri del 2019.

L’analisi del processo di messa in rete delle istituzioni museali, dalla costruzione degli strumenti e delle strategie di comunicazione, alla progettazione di nuove modalità per coinvolgere i pubblici, ha evidenziato il grande valore dell’Abbonamento Museo per i cittadini di Piemonte e Lombardia e per il settore museale – ha dichiarato la Presidente di Fondazione Santagata, Paola BorrioneFondazione Santagata è lieta di aver contribuito a questo progetto di ricerca che ha fornito nuovi spunti di riflessione per l’implementazione di politiche nazionali atte a sostenere i consumi culturali e ampliare il pubblico dei musei.

La ricerca “25 anni al museosarà presentata lunedì 13 maggio, alle ore 12.45, presso lo Spazio della Città di Torino e della Città metropolitana, Pad. 1, al Salone del Libro di Torino. Tra i relatori, interverranno: Alessandro Bollo (Direttore del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino), Paola Borrione (Head of Research di Fondazione Santagata), Alberto Garlandini (Presidente dell’Associazione Abbonamento Musei) e Simona Ricci (Direttrice Associazione Abbonamento Musei).

Tra le “Nuvole” poetiche di Graziella Provera

Il piccolo ma prezioso libro dal titolo “Nuvole” raccoglie alcune delle belle composizioni di Graziella Provera, poetessa costantemente sensibile ad ogni spettacolo della natura.

Istintivamente attratta dalle piccole cose, che per lei sono grandi verità, osserva tutto ciò che le scorre intorno appagando il desiderio di infinito e del senso della vita affidando alla parola la propria anima.

Le basta lo scorrere delle nuvole, compagne di viaggio, per farsi trasportare in misteriosi e sconfinati orizzonti, il canto di uccelli sui rami fioriti la fa cantare con loro di gioia, quando la sorprende la pioggia si lascia bagnare sentendosi parte della natura, quasi fosse “radice, foglia, fiore”.

Mentre nelle poesie in lingua aleggia una sottile e malinconica ricerca del tempo perduto dell’infanzia, in quelle dialettali, in particolare in romanesco, si svela un altro aspetto della sua personalità divertente ed autoironica.

La dualità dei diversi mezzi linguistici, l’uno più colto ed intimista, l’altro immediato e schiettamente impressionista, si concilia nel comune denominatore della sincerità e purezza d’animo che le fanno cogliere la vita attraverso il linguaggio del cuore.

Giuliana Romano Bussola

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Premessa: chiedo scusa a tutti li amici per li strafalcioni ne lo scrive in dialetto romanesco ma er  maestro mio, onorato poeta Trilussa, che da l’aldilà me sugerisce la poesia nun se spreca a dimme l’ortografia. Me dice arangiate che ‘ndo sto io c’ è troppo da fa’.

RICCHEZZA E POVERTÀ

A vede’ sta vecchia barbona

sopra ‘na bici malandata più de lei,

carica de borse

che pare n’ asino da soma

se ferma la gente

e la fa passa’

presa da ‘n sentimento de pietà.

Si fosse un re co’ la carrozza d’oro,

con un corteo de dame

e cavalieri in pompa magna

se fermerebbe pure,

pe’ rispetto e ammirazzione

e pure un poco de invidia,

chi lo sa.

Ricchezza e Povertà so’ du sorelle

che se tengono pe’ mano

ma la mejo de le due

è Poverta

che per lo meno

fa nascere nell’omo

un sentimento puro

de bontà.

15 gennaio 2024

Du’ Anime

L’anima mia se divide en due :

l’una se fa’ pija’ da’ malinconia

e giù me scappa ‘na lacrima

de nostalgia.

L’altra parla en vernacolo,

me tira fori tutte ‘ste fregnacce

che vado a scrive sur quaderno mio.

Sarebbe ‘na traggedia si una de le due

pijasse er sopravvento,

invece stanno a pari:

l’ anima mia piagnona

e l’altra un po’ sbruffona.

Del resto niuno è perfetto a questo monno.

Pijateme così amichi mia.

Ve lascio  n’eredita’ tutte ‘ste fole

che fanno ride e piagne

come fa la vita.

E pe’ vivela mejo, parola mia,

ce serve un poco de filosofia

come ce insegna Seneca, Zenone

e compagnia.

21 aprile 2024.

ODE A LA BICI

Io e la mia bici

famo ‘na cosa sola

‘ ndo ce sta lei

c’è sono pure io.

La reconoscerebbe in mezzo a mille

nun c’è nessuna come lei,

c’è metterebbe la mano sopra er foco

che vincerebbe er primo premio

pe’ la bici più brutta da’ città.

Ma a me m’ispira:

è la mia musa.

Quanno pedalo me vengono a mente

tutte ‘ste filastrocche :

è lei! Ne so sicura!

Er padrone de prima aveva d’ esse

un romano

altrimenti nun se spiega.

Me ce sono affezzionata

e lei a me.

Me aspetta ner cortile

e annamo a fa’ la spesa

e quanno piove che se fa?

Se resta a casa, avemo d’aspetta’.

26 marzo 2024

 

ABBRACCIA QUESTA VITA

Abbraccia questa vita con grande compassione,

anche i momenti vuoti e carichi di pioggia,

o quando una mortale tristezza soffoca il tuo cuore.

E quando, trepidante, insegui un desiderio

di amore e bellezza, incarnato in un viso, perdendoti in quegli occhi,

ebbro di dolcezza.

Quegli occhi sono gli occhi di Dio.

E le mani di tua madre che ti lavano le ginocchia nere

a forza di cadere quando muovi i primi passi,

e la mano di tuo padre, stretta intorno alla tua piccola mano,

quando ti portò la prima volta a vedere il mare, sono le mani di Dio.

E questa gioia, che vibra nel tuo cuore contemplando

la struggente bellezza intorno a te, ad ogni nuova primavera,

nel tripudio di fiori e profumi, nel canto degli uccelli,

che cos’è se non la gioia nel cuore di Dio?

E ci tornerai, si ci tornerai quaggiù,

finchè non avrai imparato ad amare, ad amare sempre,

ad amare di più, ad amare la vita nonostante a volte faccia male,

perché la Vita è Dio, perché l’Amore è Dio.

Abbraccia questa vita con amore e abbraccerai Dio.

 

BELLEZZA

Ovunque intorno a te la puoi scoprire,

se hai occhi per vedere e il cuore aperto.

La trovi nella luce che svela i colori delle foglie

in un giorno d’autunno,

e le piccole vite, che tutt’intorno danzano.

La vedi nelle opere dell’uomo, nella musica,

o nel canto di un uccello solitario,

in un freddo mattino.

Nell’anima tua infine la intuisci,

poiché scoprir non la potresti,

se non fosse già parte di te.

Ti celebro e canto un inno a Te,

Bellezza sublime, attributo divino,

discesa dai regni della Luce

a fecondar l’anima di gioia.

Cosa sarebbe quest’aspra vita senza te?

Attraverso i sensi tu penetri nel cuore

e il tuo soave balsamo lenisce e consola

lo spirito afflitto dagli affanni

e dalle pene.

Perciò ti rendo grazie con le mie povere parole

che mai potranno rendere

ciò che nell’intimo si cela.

Novembre 2013

 

NUVOLE

Nuvole a cumuli, bianche scogliere lontane all’orizzonte

ad arginare l’azzurra marea del cielo.

Nuvole candide, ovattate, silenti.

Nuvole grigie…incombenti…,

arrivano da occidente gravide di pioggia.

Nuvole a gruppi, nuvole sparse,

nuvole solitarie a piccoli fiocchi trasparenti.

Nuvole che solcano il cielo notturno come velieri,

in un oscuro mare infinito.

Ritorna un po’ bambino, ti prego, e guarda lassù,

lo vedi un drago che insegue un coniglio ?

Guardare le nuvole fa tornare bambini,

quando i giorni erano eterni e non soffrivi gli addii.

Le nuvole passando salutano e dicono: addio….addio…

Così, nel loro svaporare, ti ricordano quanto poco

Dura ogni cosa.

Lungamente anch’io dico: addio…addio…

salutando questo breve giorno di vita,

e questa ultima estate

che non vuole morire.

Settembre 2013

 

 

 

Blu di Prussia. Voci di dentro: L’esplorazione dell’universo femminile

Salone del libro 2024 ai blocchi di partenza: alla scoperta di nuovi autori

Mancano ormai pochi giorni al via alla XXXVI edizione del Salone del Libro 2024 che dal 9 al 13 maggio terrà viva e in fermento l’intera città. Il tema scelto per la prima edizione a cura della nuova Direttrice Creativa Annalena Benini è quello della “vita immaginaria” intesa come la capacità di muovere le “vita creativa e ad anticipare e indovinare le vicende della vita reale”.

Il Salone del Libro, oltre ad essere il luogo di incontro dei grandi nomi del panorama culturale e intellettuale nazionale e internazionale, diventa anche un’importante vetrina per scrittori meno conosciuti.

Un modo diretto e più veritiero per conoscere e scoprire nuove firme della letteratura italiana. Tra queste quella di Roberta C. La Guardia, attrice, produttrice e giornalista che porterà al Salone 2024 il suo ultimo lavoro “Blu di Prussia. Voci di dentro”.

Edito da Monetti Editore, lo scritto è una raccolta di 52 componimenti e un poemetto finale dedicato all’esplorazione dell’universo femminile e al viaggio esistenziale volto alla ricerca di sé stesse che ogni donna compie nel corso della sua vita. L’autrice, originaria della Basilicata, è in grado di parlare con una voce intima e leggere dei sentimenti umani- dal dolore alle emozioni più intime e profonde- mettendo in luce un universo di sensazioni facilmente condivisibili e vicine al pubblico. Un mondo raccontato “senza rabbia, ma con eleganza e candore e persino nobiltà”. Il testo è il frutto dell’esperienza ultradecennale dell’autrice nel campo della recitazione e nella regia, esperienza che le ha permesso di avvicinarsi alla letteratura con una visione profonda e innovativa. La Casa Editrice Salvatore Monetti ha scelto di mirare le sue scelte editoriali su autori emergenti che hanno molto da raccontare e da riscoprire.

Potrete conoscerla e approfondire il suo libro presso lo stand della Monetti Edizioni per l’intera giornata di sabato 10 maggio 2024.

Valeria Rombolà

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Gabriel García Márquez “Ci vediamo in agosto” -Mondadori- euro 17,50

A 10 anni dalla morte del grande scrittore colombiano –Premio Nobel con “Cent’anni di solitudine”- ora i figli Rodrigo e Gonzalo hanno deciso di pubblicare l’inedito che lui avrebbe voluto distruggere.

Romanzo breve, più che altro un racconto, nel meraviglioso e inconfondibile stile Marquez, che iniziò a scriverlo nel 1999 e poi lo accantonò e riprese ripetutamente. Al centro di 99 pagine c’è Anna Magdalena, donna vicina alla cinquantina, che ogni anno, il 16 agosto, onora un rituale preciso e consolidato.

Prende il traghetto per un’isola dei Caraibi dove è sepolta la madre, che ha scelto come luogo di tumulazione un affascinante piccolo cimitero in cima a un’altura che domina un panorama mozzafiato.

Ogni volta che Anna Magdalena sbarca sull’isola, prende il solito sgangherato taxi, alloggia in un alberghetto e porta un mazzo di gladioli sulla tomba della genitrice. Un pellegrinaggio solitario che la mette in profondo contatto con la figura materna e le permette di riflettere sul mondo e su se stessa, meditando dalla cima del camposanto che regala una vista straordinaria.

Poi c’è una svolta inattesa, quando Anna incontra uno sconosciuto nel bar dell’hotel e con lui passa la notte in un impeto di trasgressione; che però diventa frustrazione quando al risveglio trova una banconota sul comodino e l’avvolge un profondo senso di svilimento.

Di lì in poi è l’inizio di un’attesa dell’estate successiva, foriera di nuovi incontri con uomini ogni volta diversi, l’avvio di una nuova consuetudine trasgressiva e segreta che si incastona nella sua solita vita. L’isola diventa la sua oasi di libertà, amori fugaci ed un senso di emancipazione.

 

 

Benjamin Stevenson “Tutti su questo treno sono sospetti” -Feltrinelli- euro 19,00

L’autore 35enne di Sidney torna al suo alter ego Ernest Cunningham (dell’enorme successo del precedente “Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno”), scrittore e detective suo malgrado.

Questa volta è invitato al Festival Australiano del Giallo che riunisce 6 autori -7 se contiamo anche la sua fidanzata- più una nutrita schiera di editori, agenti letterari, aspiranti scrittori e altri personaggi vari. Tutti viaggiano sul “Ghan”, il mitico treno che in 4 giorni attraversa l’Australia da Darwin ad Adelaide.

Poi ci scappa il morto e la trama si fa interessante con un parterre di improvvisati detective, ovvero i passeggeri giallisti che si sguinzagliano in variegate teorie per risolvere il delitto.

Il romanzo è una potente satira del mondo letterario e ci regala pagine divertenti, piene di ironia, acume e uno sguardo disincantato.

 

Sara Mesa “La famiglia” -La Nuova Frontiera- euro 17,50

La scrittrice spagnola (nata a Madrid nel 1976) imbastisce un romanzo in cui mette a nudo un gigantesco malinteso iniziale. Al centro c’è una coppia normale, frutto dell’incontro di due personalità che non si capiscono e non hanno possibilità di farlo.

Il capofamiglia è il rigido Damian, guidato da regole ferree che applica con una certa dose di eccesso e nevrosi. La moglie è una depressa che ha rinunciato a se stessa nella convinzione di ottenere sicurezza sposandolo.

Poi ci sono 3 figli naturali e una adottata che cercano di cavarsela come possono in un’atmosfera familiare soffocante che di fatto è un buco nero.

Malintesi, nevrosi, assurdità, false certezze e ipocrisie serpeggiano nelle pagine di questo libro che, senza voler dare giudizi, mette comunque a nudo il gorgo di rapporti che muovono i membri della famiglia madrilena.

 

 

 

Eleanor Perry “Pagine azzurre” -Big Sur-

Euro 18,00

E’ il romanzo autobiografico di Eleanor Perry, sceneggiatrice, narratrice ed attivista (nata nel 1914 e morta nel 1981) moglie del regista di successo Frank Perry. Insieme hanno formato una coppia creativa d’oro che per circa un decennio è stata una stella del firmamento hollywoodiano, vincitrice di 2 Emmy Awards e in lizza per l’Oscar.

Poi il sodalizio si rompe ed Eleanor lotta per far riconoscere il suo talento personale, scontrandosi contro il maschilismo imperante.

La protagonista del romanzo è il suo alter ego, si chiama Lucia Wade e la sua storia ricalca quella della Perry.

In quasi 400 pagine ripercorriamo le varie tappe di Lucia; tra amori infelici e finiti male, successi professionali e delusioni brucianti. Ma di fatto il romanzo è un irriverente, spietato, sottile e acuto affresco dell’eclettico jet set hollywoodiano degli anni Sessanta e Settanta.

 

Rock Jazz e dintorni a Torino: Vasco Brondi e i Baustelle

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

Lunedì. Al Lambic si esibisce Marco Carena. All’Alfieri tributo a De Andrè da parte della Pfm.

Martedì. Al Blah Blah viene sonorizzato “Stereo” di David Cronenberg a cura di Propaganda 1904 e Swanz. All’Hiroshima Mon Amour “sold out” per Vasco Brondi.

Mercoledì. Al Magazzino sul Po è di scena Scarda. Al Blah Blah suonano i The Fuzillis

Giovedì. Al Magazzino sul Po si esibiscono i The Oddzilla mentre al Blah Blah sono di scena i The Spell of Ducks. Al Bunker per “Pagella non solo rock” sono di scena Ensi e Mastafive. All’Hiroshima si esibisce Enrico Nigiotti.

Venerdì. Al Peocio di Trofarello suona il chitarrista Neil Zaza. Al Colosseo arrivano i Baustelle. Al Folk Club suona il quartetto Jin Jim. Alla Cascina Falchera sono di scena i Tiromancino. Al Blah Blah si esibiscono i Riviera. Al Capolinea 8 suona la Blues Gang di Dario Lombardo. All’Hiroshima si esibisce Piotta. Allo Spazio 211 sono di scena i Cripple Bastards. A Piazza dei Mestieri suona il sestetto di Luigi Tessarollo. Al Capodoglio si esibisce Bassolino mentre al Bunker c’é Luca Morino con il progetto “De West”.

Sabato. Al Circolo Sud suona il quintetto del clarinettista Vadim Turanosoff. Al Magazzino sul Po si esibisce Paolo Spaccamonti. Alla Cascina Falchera è di scena Dov’è Liana. Al Blah Blah suonano i Mr. Bison. Allo Ziggy si esibiscono i Syk.

Domenica. All’Off Topic canta Gabriella Martinelli. Al Combo è di scena la produttrice e dj Octo Octa. All’Inalpi Arena si esibisce Flor Bertotti.

Pier Luigi Fuggetta

Castello di Saffarone, il maniero riservato di Torino

Da cascina agricola a dimora aristocratica.

A Torino, cosi’ come nel Piemonte intero, lo scenario  e’arricchito da splendidi castelli e proprieta’ gentilizie che ne fanno un luogo unico e prezioso. Oltre ai piu’ famosi manieri siti in citta’ e appena fuori come Il Valentino o il Castello di Rivoli, ve ne sono altri meno conosciuti, ma di ragguardevole bellezza e importanza storica. Uno di questi e’ Il Castello di Saffarone che nel tempo ha cambiato vestito, passando da tenuta agricola a residenza elegante e signorile, e che nonostante il suo cospetto schivo e ritirato contribuisce romanticamente a valorizzare il patrimonio architettonico dell’area torinese.

Appartenuto ai principi Dal Pozzo della Cisterna titolari di incarichi pubblici e benefici ecclesiastici, il Castello di Saffarone in passato era una parte della proprieta’, all’interno della tenuta omonima, insieme alle cascine di Cravetta, Cassinotta e Artrucco.Ereditato dal barone Giovanni Piero Saffarone nel 1865, a cui deve il suo nome, è composto da quattro torrette ed un corpo centrale, due cortili interni ed un bel parco. La prima traccia che riporta all’esistenza dei Saffarone e’ del 1580 e riconduce a“Messer Marco Zaffarone”  che risultava essere il possessore delcomplesso sito tra Torino, Grugliasco e Collegno composto da due edifici e una torre colombaia, una cascina agricola con annessa casa padronale all’interno di uno scenario rurale fatto di pascoli, boschi e campi coltivati. Nel ‘600 il casolare rurale comincio’ la sua trasformazione in dimora con decorazioni, cappella, un muro di recinzione e diverse stalle, la prima versione di un Castello dal sapore rustico con dei tratti che cominciano ad ingentilire. La vera trasformazione avvenne, tuttavia, quando la proprieta’ passo’, nel 1729, ad Anna Maria Litta, sposata con Giacomo Dal Pozzo Cisterna, che volle convertirla in una elegante residenza con tenuta agricola d’eccellenza per sfoggiare il  rango e le ricchezze della casata;  pare che i lavori di restauro furono affidati a Benedetto Alfieri (cugino di Vittorio) uno dei massimi architetti del tempo. Il periodo di splendore termino’nel 1833 con la fine della discendenza Dal Pozzo Cisterna e il maniero ando’ prima ai Marchesi Della Torre e poi ai Valperga di Masino che lo ridestinarono quasi tutto ad attivita’ agricole.

Ancora oggi si puo’ ammirare il salone ovale con il suo soffitto a cupola (che viene utilizzato come proprieta’ privata, per eventi come matrimoni e convegni) le decorazioni e l’arredo antico.

Ubicato a Via Regina Margherita 497, la sua presenza in citta’ e’molto riservata, quasi nascosta, ma il suo fascino e’ indiscutibile agli occhi di chi lo puo’ ammirare partecipando ad eventi privati organizzati al suo interno.

MARIA LA BARBERA

Augusto Daolio, uno sguardo libero

In occasione della mostra dedicata alla figura e alle opere di Augusto Daolio, fondatore e leader di Nomadi, un fitto programma di appuntamenti e approfondimenti.
Martedì 7 maggio alle 17 allo Spazio Musa (Via della Consolata 11, ingresso gratuito) l’appuntamento è con Rosanna Fantuzzi in un incontro con il cantante e autore Luca Morino, Vito Vita e la giornalista Marinella Venegoni. Nell’occasione l’attrice Laura Curino leggerà alcuni testi di Augusto Daolio. Ma non solo: verrà proiettato il documentario “I migliori anni della vostra vita” di Armando Ceste (1987, 30′), dedicato al ventennale dell’occupazione studentesca di Palazzo Campana, a cura dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Venerdì 10 maggio l’appuntamento è nei suggestivi spazi del Circolino di Flah Back Habitat (corso Lanza 76) alle 21.30 con il concerto degli Aironi Neri.
Il finissage della mostra, sabato 11 maggio, è in collaborazione con il Salone OFF e e/o. Nel salone di Spazio Musa alle 18 si terrà un interessante incontro con lo scrittore Sacha Naspini in occasione della pubblicazione di “Errore 404”. In un dialogo con Rosanna Fantuzzi e con gli interventi musicali di Alessio Marchiani Naspini, appassionato della musica di Daolio e dei Nomadi, racconta la storia del suo protagonista, dotato di uno straordinario super potere.

Il programma dal 7 al 12 maggio

Martedì 7 maggio
Spazio Musa – ore 18
Incontro con Rosanna Fantuzzi, Luca Morino, Marinella Venegoni, Vito Vita
Laura Curino legge testi di Augusto Daolio

Venerdì 10 maggio
Spazio Musa – ore 17
Incontro con ospiti presenti al Salone del Libro
Circolino Flash Back Habitat – ore 21.30
Concerto della Cover band dei Nomadi “Aironi neri”

Sabato 11 maggio – ore 17.3’.00
Spazio Musa – ore 18
Finissage della mostra con Rosanna Fantuzzi in dialogo con Sacha Naspini, con interventi musicali di Alessio Marchiani.
In collaborazione con Salone OFF

La mostra, gli incontri e i concerti sono promossi da
ICS Innovazione Cultura Società – Spazio Gerra
Associazione Augusto per la Vita

Con il patrocinio di
Città di Torino
Regione Piemonte

In collaborazione con
Salone internazionale del libro di Torino
Associazione Fan club I Vagabondi della Mole
Il Circolo dei cantautori di Torino

Con il sostegno di
Banca BTM Torino Uno
Broker Insieme
Domenico Clerico
Guido Gobino
Osteria Rabezzana        

Si ringrazia Antonella Fassio Noto per ili generoso sostegno alla mostra in ricordo di Bob

Orario della mostra
Martedì – venerdì 15.00 – 21.00
Sabato – domenica e festivi 16.00 – 21.00
Lunedì chiuso

Spazio Musa, Via della Consolata 11/E – Torino

L’Ingresso a offerta libera a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.