CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 123

“Tutta l’Italia” all’Eurovision Song Contest 2025

Gabry Ponte con “Tutta l’Italia” vince il San Marino Song Contest e vola a rappresentare la Repubblica del Titano all’Eurovision di Basilea, dove il 51enne dj torinese parteciperà alla prima semifinale di martedì 13 maggio 2025, in diretta tv su Rai2.

Con l’ormai tormentone dell’ultimo Festival di Sanremo ieri sera ha trionfato a San Marino; al secondo posto la band trentina The Rumpled e al terzo il cantante ucraino Teslenko.

Buona la posizione dell’altro torinese in gara, Davide “Boosta” Dileo arrivato quinto con il brano esclusivamente musicale “Btw” che ha definito “una canzone senza parole”.  Ultima, Luisa Corna. “Sono felice ed emozionato” è stato il commento dell’ex Eiffel 65 al momento della proclamazione, aggiungendo anche: “Grazie a Carlo Conti, che è stato il primo sostenitore di questo pezzo: è grazie a lui se stasera sono qui su questo palco”.

Igino Macagno

Igino Macagno

Il museo di anatomia umana Luigi Rolando

Tra i reperti i calchi del cranio di  Napoleone Bonaparte e Raffaello Sanzio

Situato a pochi passi dal Parco Valentino, in zona San Salvario a Torino, il Museo di Anatomia Umana offre una interessante collezione di riproduzioni del corpo umano in carta pesta, cera, ma anche reperti originali, grazie a diverse e generose  donazioni. L’area espositiva si sviluppa in una stanza unica ampia e  lunga dove si respira l’aria ottocentesca del positivismo torinese e di una scienza che tra meta’ e fine del 1800 trova il suo apice anche attraverso le prime esposizioni che avvengono nel Palazzo dei Regi Musei (oggi Museo Egizio e Accademia delle Scienze). A fine secolo le collezioni, ulteriormente arricchite, vengono spostate presso l’Ospedale Maggiore di San Giovanni Battista per essere trasferite definitivamente nella sede attuale in via Massimo D’azeglio 52. Luigi Rolando docente di Anatomia presso l’universita’ di Torino viene coinvolto nell’attivita’ del museo grazie anche alle sue competenze di ceroplastica che trasmettera’ai tecnici modellatori che si occuperanno per il museo delle riproduzioni di alcuni organi del corpo umano.


I percorsi espositivi
, oltre all’ anatomia umana, affrontano temi come la criminologia, la biodiversità, le differenti culture del mondo, la storia della scienza e la vita degli scienziati torinesi nell’Ottocento, un approccio multidisciplinare molto utile alla comprensione da parte di chi non conosce la materia e un ottimo approfondimento per chi, invece, e’ piu’ avvezzo a questi argomenti scientifici.

Il museo ripropone volutamente l’atmosfera di quel passatostorico con teche, vetrine e mobili originali, che, seppur limitanti e vecchie a livello espositivo, regalano una suggestione affascinante del mondo scientifico ottocentesco, a tratti cupo. Il materiale e’molto interessante e istruttivo, ma per la particolarita’ dei temi  trattati e soprattutto per l’approccio che vede una fedele ricostruzione dei vari organi del corpo umano potrebbe risultareun po’ inquietante, quindi e’ meglio prepararsi.

 

Alcune collezioni, non ancora restaurate, come quella strumentaria medica, sono incluse in futuri progetti  espositivi; al momento sono in vetrina esempi anatomici in cera, da poco riqualificati,  preparati a secco e in liquido, la raccolta craniologica e quella frenologica con calchi in gesso di crani di personaggi famosi come Raffaello Sanzio, Napoleone Bonaparte, il Principe di Talleyrand, il Conte di Cavour, Goffredo Mameli, Vincenzo Bellini, oltre a criminali famosi, come Giorgio Orsolanodetto “la iena di San Giorgio”.

Molto apprezzabile l’impegno di creare dei servizi educativi per gli studenti di ogni eta’, dall’infanzia alle scuole superiori, con laboratori e visite guidate specifiche e adattate con l’obiettivo di ampliare la conoscenza e approfondire questa materia, a moltissimi ignota.

Torino si conferma la citta’ dei musei, preziosi, differenti, utili e arricchenti. Una citta’ che offre ai suoi cittadini e a chi la visita un tesoro formidabile di arte, storia e cultura.

MARIA LA BARBERA

https://www.museoanatomia.unito.it/info/biglietti-orari/

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

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Sommario: Piccole donne, piccoli uomini per la pace? – Moranino e i suoi compagni del PCI – Lettere

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Piccole donne, piccoli uomini per la pace?
La grave crisi internazionale, a parte Trump entrato nella politica estera mondiale come un vero elefante in una cristalleria  (il giudizio su di lui  dovrà  pero’ essere espresso solo alla conclusione della crisi, prescindendo da ogni altra valutazione che non sia la eventuale pace raggiunta in Ucraina e in Israele), ha posto in ulteriore evidenza il bassissimo livello delle classi politiche americane, israeliane (i palestinesi non hanno classe politica, ma solo terroristi fanatici), russe, ucraine, europee.
Di fronte a due guerre che possono portare alla terza mondiale il mondo ha a sua disposizione funzionari di partito che non hanno la benché minima preparazione sui temi della geopolitica e parlano di riarmo come se stessero sbucciando le patate in cucina. Ci sono anche gli ometti che vogliono imitare De Gaulle e la sua force de trappe che impedì all’Europa un esercito unico, ma non creò altri danni anche se la situazione era molto diversa e con il generale c’erano statisti che mitigarono le pretese senili del Presidente francese. Macron e la presidente tedesca della Unione Europa che si nota solo per un vecchio titolo nobiliare che non ha neppure una storia, sono gli esempi di gente che occupa posti a loro non adatti e sta giocando con il fuoco. La mediocrità della classe politica italiana brilla in tutta la sua inadeguatezza confusionaria che divide anche i partiti. Questo è un momento in cui i nominati immeritatamente in posti di responsabilità rivelano tutta la loro fragilita’ e pericolosità. Essi fanno pensare agli “statisti” europei che non sbarrarono la strada ad Hitler e  e consentirono perfino a Mussolini di recitare la parte di “salvatore della pace” a Monaco. In questo contesto i diversi commentatori televisivi e della carta stampata, abituati da sempre alle vulgate da ripetere, diventano davvero ridicoli. Chiedere un’ opinione ad una deputata cinque stelle che stenta ad usare la lingua italiana , appare una delle tante stupidità che annebbiano i nostri cervelli.
Solo il Papa – al di là delle sue idee – rivela una statura non confrontabile. Forse semplifica in modo manicheo i fatti, ma nella sostanza rivela una superiorità intellettuale che gli dovrebbe essere riconosciuta. Ma i piccoli politicanti che si trovano ad esercitare funzioni del tutto sproporzionate  in politica ester , non riescono neppure a comprendere la lucidità di Francesco. Abbiamo gente adatta nella migliore delle ipotesi a fare i consiglieri comunali di piccoli municipi, giocano con la diplomazia che non conoscono e sono  anche privi di studi adeguati.
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Moranino e i suoi compagni del PCI
I delinquenti comuni che durante o subito dopo la Resistenza ammazzarono ricorrendo a  modi bestiali  partigiani  non comunisti, donne, fascisti arresisi, e si salvarono dai rigori della legge scappando in Cecoslovacchia, sono stati ristudiati da Enrico Miletto che, lasciati gli studi relativi alle foibe al collega negazionista Gobetti, adesso si occupa in un libro dal titolo “Oltrecortina” di questi individui, impossessandosi di una parola che non appartiene alla storia dei comunisti.
In esso si parla di gente condannata all’ergastolo come Moranino che fuggì all’estero per evitare le conseguenze penali dei suoi misfatti, malgrado la generosa amnistia Togliatti del 1946. Miletto imputa ad una persecuzione da parte di una magistratura non adeguatamente epurata il rigore nel perseguire chi tra i partigiani si macchiò di omicidi indiscutibili. Con l’autore del libro vorrei avere un incontro a due con un moderatore non di parte per sfidarlo e contestargli le affermazioni più eclatanti. Il tempo passa, ma la memoria di certi fatti ignominiosi resta.
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Lettere scrivere a quaglieni@gmail.com
Pietre d’inciampo al “D’Azeglio”
Il liceo “D’Azeglio”, l’ enclave dell’antifascismo settario, ha quattro pietre di inciampo di deportati in Germania davanti al suo ingresso in via Parini.  Due settimane fa le ho fotografate con due pietre  mancanti e due molto mal ridotte. Oggi le ho rifotografate: due mancanti e due tirate a lucido. Come mai?       F. Filippelli
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Lo deve chiedere al Preside  del liceo, ferreo custode dell’antifascismo dell’Istituto. E gli chieda anche cosa pensa del francobollo dedicato all’ex all’allieva  fascista quindicenne  Marilena Grill, uccisa barbaramente nel 1945 dai partigiani. A lei magari risponde. Ai miei articoli no.
Mazzoleni deve chiarire
L’Assessore  comunale all’ Urbanistica di Torino Paolo Mazzoleni, plurinquisito a Milano anche nello scandalo relativo al  “Salva Milano”, ritirato anche dalla discussione in Parlamento, malgrado fosse il cavallo di battaglia del sindaco di Milano Sala. Cosa ne pensa?    Angela Servetto
Lo scandalo di Milano appare di dimensioni enormi, tale da far saltare la stessa  Giunta Sala. Non sappiamo in che misura l’assessore torinese sia coinvolto, ma il problema è a monte. Ha senso avere un assessore all’Urbanistica a Torino così attivo  professionalmente a Milano e in più  inquisito in 4 vicende giudiziarie riguardanti l’urbanistica meneghina? Al di là della presunzione di innocenza che deve valere per tutti, qui il caso è legato alla opportunità e alla sensibilità politica dell’assessore  che farebbe bene a fare, sua sponte, un passo indietro. Nella storia del Consiglio comunale quella appare la strada  maestra da seguire, ma  le vicende attuali, dal caso Viale in poi, indicano esempi diversi.
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Uno “Strappo” alle regole teatrali, il successo di Edoardo Erba

Sino a domenica (soltanto) sul palcoscenico del Gioiello

Non soltanto uno “Strappo alla regola” quello scritto e diretto da Edoardo Erba, scrittura in certo qual modo alta, sofisticata e saggia, una regia appartata e in punta di piedi e leggera, ma altresì uno “strappo al o nel teatro”, di oggi come credo di ieri. Un’idea che vive in un mondo tutto suo, appartata, già frequentata, è vero, nel cinema di Woody Allen anno 1985, con “La rosa purpurea” dove una giovane Cecilia, stanca di una vita familiare fatta di soprusi e di delusioni si rifugiava nella magia di una sala per vedere un giorno la sua passione Tom Baxter balzar fuori dallo schermo e proporle una romantica fuga d’amore. Tra queste atmosfere s’avventura, in casa nostra, con garbo e intelligenza Erba, classe 1954, diplomato al Piccolo di Milano, drammaturgo che ha dato esempi nobili di confezione teatrale (con un piede in tivù), citando per tutti “Maratona di New York” (1992) e “Margherita e il gallo” (2007) soltanto e non dimenticando i tanti titoli che se ne sono andati anche all’estero, San Pietroburgo e Los Angeles, Rio de Janeiro e Amburgo, Barcellona e Amsterdam e Budapest.

Sullo schermo – montato in palcoscenico (al Gioiello, sino a domenica 9 marzo) – proiettano un horror degli anni Settanta, di quelli che si facevano a basso costo, ambientato in quella Bellano, sulla riva del lago di Como, dove Andrea Vitali ambienta i suoi gialli e il suo imperdibile maresciallo maggiore Ernesto Maccadò: dove l’Orietta, personaggio secondario del film, è la parte femminile tutta sospiri e sguardi dolci e ti amerò per sempre (lui è Sebastiano Somma) di una coppia in visita, sotto la guida di una enigmatica Asia Argento, di una villa per cui è in vena d’acquisto. Di stanza in stanza, da cunicolo a stanzone superiore che ospita il pollaio, che può fare allora l’Orietta se a un certo punto viene misteriosamente inseguita da uno scuro essere incappucciato e armato di lungo coltello se non trovare quello “strappo” dello schermo e catapultarsi nel più tranquillo palcoscenico? Urla e chiede aiuto a gran voce, alla giovane maschera, Moira, che compare atterrita più di lei e che sorveglia il cinema di un lunedì deserto, timorosa con quell’intrusione di essere cacciata da un posto di lavoro che le offre un minimo di indipendenza da quel Calogero con cui s’è messa e che la sorveglia al cellulare in continuazione. A far la fine della vittima dello schermo è un attimo. Tenta di convincere l’Orietta a ritornare dentro il film, lei che è la prima malcapitata di quel coltellaccio e senza la quale le altre due vittime non potranno mai arrivare: nel frattempo, con una confidenza che s’alimenta pian piano, arrivano i ricordi scolastici della mancata vittima, lei è segretaria in un liceo, “non è mica una scuola media”, e le confessioni di Moira, stanca di quella relazione tossica che le ha fatto anche perdere ogni rapporto con il figlio ma da cui non riesce a uscire. Mentre sullo schermo il film gira a vuoto, continuando la cinepresa a inquadrare galline che in quel pollaio non fanno altro che becchettare e ricevere visite di giornalisti e sensitive (Marina Massironi) che provano a sbrogliare la matassa. Dovrà essere Moira a ritrovare quello “strappo” e l’Orietta a darle una mano per afferrare quella via di fuga: realtà e finzione, ancora il vecchio Pirandello a fare l’occhiolino, l’una là sullo schermo l’altra sul palcoscenico, dove l’esistenza è davvero autentica.

Garbo e intelligenza dicevamo, di scrittura e regia, che si ripetono nelle interpreti, nella delicata e trasognata Maria Amelia Monti e in Claudia Gusmano, che arrotonda quelle vocali siciliane a buttar fuori la rabbia e ancora la non arrendevolezza della sua Moira. Bravissime entrambe, un interscambio notevole di sentimenti e ribellioni, accolte dalle risate e dagli applausi di un pubblico che riempiva la sala. Insomma, un successone.

Elio Rabbione

Le foto dello spettacolo sono di Gianluca Pantaleo.

“Surrealismo e Surrealismi”… I “Surfanta” a Torino. Ultimo giorno

In mostra nelle Sale del “Collegio San Giuseppe” di Torino, opere di artisti attivi sotto la Mole nel secondo dopoguerra fra “Surrealismo e dintorni”

Fino all’8 marzo

Una settantina le opere in mostra. E circa quaranta gli artisti coinvolti. All’ingresso nella prima delle Sale espositive del “Collegio San Giuseppe” di via San Francesco da Paola, a Torino, (dove la rassegna sarà ospitata fino al prossimo sabato 8 marzo) ci osserva con aria aristocratica e uno sguardo velatamente altezzoso e vagamente indagatorio un magnifico “Ritratto di signora” a firma di Raffaele Pontecorvo (Roma, 1913 – Torino, 1983), fra i più illustri artisti italiani, operanti nell’arco del secondo dopoguerra, esteta raffinato nell’uso dei colori e nella più accademica rinascimentale perfezione del segno. Quella sua “signora” ci osserva.

Un ciuffo di capelli biondi, occhi leggermente socchiusi, il collo alla “Modì” che (attenzione!) poggia però su una molla rotante necessaria a comporne appieno le fattezze. Insomma… una delle tante sue eccentriche “donne-manichino”. E qui, s’interrompe il terreno innamoramento, entrando invece negli spazi altrettanto suggestivi del fantastico, di un prezioso “oltre-reale”, che fa dell’artista uno dei principali attori di quel “surrealismo subalpino”, passato alla storia come “Movimento dei Surfanta”, capitanato alla grande dal “Papa Nero” (soprannome forse esagerato!) Lorenzo Alessandri (Torino, 1927 – Giaveno, 2000). E’ lui, il fondatore del Movimento a Torino, nel ’64, con tanto di “Manifesto”, alla pari di quanto successo a Parigi, per opera di André Breton, con quel “Surrealismo” (cent’anni da poco compiuti accanto ai sessanta dei nostri “Surfanta”) in cui, dal ’24, si mossero a larghe bracciate artisti quali Mirò, Ernst, Magritte e, naturalmente, l’“inarrivabile” (?) Salvador Dalì – “il surrealismo sono io”.

Accanto alla rossa “da incubo” “Bambola diavola”, a firma di Alessandri troviamo in mostra anche un terrifico (stralunati musicisti zombie“Ite Missa est” realizzato, con il pensiero rivolto ben bene al fiammingo Bosch, in quella sua “Soffitta Macabra” in “Cit Turin”, luogo di studio e ritrovo di molti artisti in qualche modo legati all’occulto e al gusto dell’esoterico. “Io i mostri non li creo – scriveva Alessandri – perché i mostri  ci sono già e sono intorno a noi, molti mostri siamo noi stessi”. Pensiero di certo condiviso da Enrico Colombotto Rosso (Torino, 1925 – Casale Monferrato, 2013) con la sua “Figura” – monstrum uscita dalla “Corte dei miracoli”, per dirla con Testori, così essenziale e di inquietante “diversa” visionarietà da viaggiare su pianeti del tutto opposti rispetto alla sontuosa preziosità  e al decorativismo di certi suoi “Costumi teatrali” o di quel suo “Pesce fantastico”, in cui l’atto di ferocia pare annullarsi in una sorta di brillantezza della forma simile ad un raro e ricco monile.

“Il Movimento dei ‘Surfanta’ – sottolinea Francesco De Caria, insieme a Donatella Taverna e ad Alfredo Centra, curatore della mostra che gode anche della collaborazione dello storico Stefano Morabito e della torinese ‘Sguazzi d’Arte’ – è rappresentato in rassegna attraverso un ‘Focus espositivo’ compreso fra i decenni Sessanta e Ottanta, con risvolti proseguiti e ben rintracciabili nei decenni successivi, e con precedenti importanti che vanno indietro fino ai pittori fiamminghi, a Bosch in particolare e all’opera di Italo Cremona”. Di quest’ultimo (nato a Cozzo-Pavia nel 1905 e scomparso a Torino, nel 1979) citiamo, un’ironica, pur se tristemente decadente e raccogliticcia “Giuria femminile”, dove i volti delle “giurate” assumono (chissà perché?) l’inesistente consistenza di un rilassato “canovaccio” pari al celebre “Enigma dell’ora” di De Chirico o alla “Persistenza della memoria” di Dalì. Presenti in mostra e di grande fascino anche i celebri “Volatari” e il “Rinoceronte figliato” di Silvano Gilardi (Torino, 1933 – 2021), in arte Abacuc (pseudonimo preso a prestito dal profeta vissuto sei secoli avanti Cristo, ottavo dei 12 Profeti minori), “quasi a voler sottolineare le caratteristiche visionarie e profetiche dell’Arte”.

E l’iter prosegue. Impossibile citare tutti gli artisti presenti in mostra. Ricordiamo ancora, accanto a Lamberto Camerini, fedele allievo di Pontecorvo, lo “Spazzacappa” di Guido De Bonis insieme al misterioso “All’ombra delle betulle” di Giovanni Macciotta e allo scultoreo (art brut“Concertino” di Mario Molinari, con le plastiche, incredibili e giocose “metamorfosi” di Mario Giani, in arte Clizia. Per finire con Sergio Albano (e il suo candido “mafioso” assopito in poltrona), il geometrico trionfo de “La donna montagna” di Michele Tomalino Serra, seguita dagli enigmi dell’“Albertina” e de “Il bambolaio” (con quelle incredibili “bambole siamesi” (?), fonte di non poco e oscuro stupore) di Giuseppe Attini. Altri nomi mancano in un panorama d’arte messo insieme con generosità, grande competenza ed impegno. Tutto da vedere. In una mostra davvero tanto bella, da apparire “surreale”!

“Surrealismo e Surrealismi a Torino”

Collegio “San Giuseppe”, via San Francesco da Paola 23, Torino; tel. 011/8123250 o www.collegiosangiuseppe.it

Fino all’8 marzo

Orari: lun. – ven. 10,30/12 e 15,30/18; sab. 10,30/12

Gianni Milani

Nelle foto: Raffaele Pontecorvo “Ritratto di Signora”; Lorenzo Alessandri “Ite missa est”; Enrico Colombotto Rosso “Bambola mostro”; Abacuc “Rinoceronte figliato”; Italo Cremona “Giuria femminile”

“Professional Dreamers”. In 94 scatti sono condensati i sogni delle donne

Dal 7 marzo al Museo Nazionale del Risorgimento al via la mostra. Fotografi Tiziana e Gianni Baldizzone

Al Museo Nazionale del Risorgimento di Torino si tiene la mostra “Professional Dreamers – The photographer’s eye, the psychologist’s gaze”, che rimarrà aperta fino al 27 giugno prossimo. Nel sogno, vuole dimostrare la mostra, si può entrare dalla porta della consapevolezza come da quella della non consapevolezza. L’esposizione rappresenta un progetto che unisce fotografia e psicologia per raccontare il coraggio di quindici donne nel seguire le proprie aspirazioni. È stata realizzata dai fotografi Tiziana e Gianni Baldizzone, in collaborazione con la psicologa Remigia Spagnolo, e curata da India Dhargalkar. L’esposizione offre al visitatore la vista di 94 scatti accompagnata da testi di analisi psicologica, offrendo uno sguardo profondo sul percorso di quelle donne che hanno seguito il proprio talento e le proprie aspirazioni Intime attraverso una trasformazione radicale delle proprie scelte di vita.

In dialogo fotografia e psicologia, che portano alla scoperta di sé, dei propri talenti e delle proprie ambizioni più intime che costituiscono il fil rouge della mostra allestita al primo piano del Museo del Risorgimento italiano, nel corridoio della Camera italiana. Parallelamente si sviluppano il linguaggio fotografico e il linguaggio psicologico su piani diversi, proponendo un doppio punto di vista su quella che è stata la realizzazione sul piano personale di queste donne. Gli scatti dei Baldizzone sono in bianco e nero, e ricercano, attraverso la scelta di quei colori, le tracce di un sogno che si può celare dietro una particolare carriera. I commenti psicologici guidano il visitatore nell’interpretazione simbolica delle scelte e delle emozioni delle protagoniste. Tra le figure raccontate emergono Patrizia Caraveo, astrofisica e vincitrice del Premio Enrico Fermi 2021, che figura tra le 100 esperte in area Stem del progetto “100 donne contro gli stereotipi della scienza”, l’apicultrice Debora Rizzetto, la scalpellina Lucie Branco, l’artigiana giapponese Eriko Horiki, ex impiegata di banca, che ha reinventato la tradizione del washi, la carta giapponese fatta a mano, salvando questa tradizione millenaria di un artigianato dimenticato in design di alto livello. Tra le altre donne ritratte Sèverina Lartigue, maestra d’arte, che è stata in grado di trasformare la seta in fiori di lusso, la direttrice d’orchestra Cloe Meyzie e Riccarda De Eccher, una delle pioniere dell’alpinismo in alta quota degli anni Settanta, e oggi pittrice ad acquerello, soprattutto delle sue amate Dolomiti. Al fondo del corridoio della Camera italiana, emerge la fotografia di Elisabetta Mijino, vincitrice di ben 5 medaglie ai Giochi paralimpici e chirurga della mano. Si tratta di storie femminili che hanno superato ostacoli e pregiudizi non per fare carriera ma per realizzarsi pienamente. L’8 marzo, in occasione della festa della donna, il Museo offrirà l’ingresso gratuito a tutte le visitatrici, per scoprire come un sogno possa diventare realtà.

Mara Martellotta

Al via  le Feste di fine inverno: “La cultura dietro l’angolo” in tutta Torino

Il 6 marzo hanno avuto inizio le feste di fine inverno de “La cultura dietro l’angolo”, il progetto di Città di Torino e Fondazione Compagnia di San Paolo, per portare la cultura a poca distanza da casa, creando nuove occasioni di relazione, condivisione e partecipazione.

La nuova edizione, rinnovata e ampliata nel numero di appuntamenti e istituzioni culturali che propongono le attività nei presidi diffusi su tutto il territorio, è pensata con una valenza biennale anche a seguito del riscontro più che positivo ottenuto negli anni precedenti.

“Per un progetto che mira alla costruzione di relazioni e occasioni di socializzazione uno a uno attraverso la cultura – spiega l’assessore alla Cultura Rosanna Purchia – gli oltre 12 mila passaggi agli appuntamenti del programma 2024, più del doppio rispetto all’anno precedente, sono un risultato importante che testimonia il crescente interesse del pubblico per un’offerta culturale diffusa e accessibile, capace di avvicinare sempre più persone alla cultura.

Nell’arco di questi tre anni il progetto ha visto un numero sempre più crescente di tesserati e una crescente fidelizzazione da parte del pubblico, un successo tutt’altro che scontato, reso possibile dalla sinergia tra tutti i soggetti coinvolti, di cui siamo davvero orgogliosi”.

“La cultura ha un valore sociale inestimabile ed è un potente motore di cambiamento che favorisce la coesione, l’inclusione e la cittadinanza attiva – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali Jacopo Rosatelli – Promuovere cultura significa anche aiutare a superare le diseguaglianze, abbattere le barriere sociali e combattere l’esclusione, rafforzando il senso di comunità. Ecco perché questa iniziativa che si propone di rendere la cultura accessibile a tutte e a tutti, è così apprezzata sul territorio cittadino, dove rappresenta una importante occasione di incontro e promozione nelle Case del Quartiere, nelle biblioteche civiche, nelle sedi di enti culturali e nei numerosi spazi pubblici coinvolti”.

Un questionario di soddisfazione condotto telefonicamente su un campione rappresentativo di 314 partecipanti, ha rilevato un elevato gradimento per le attività proposte nell’edizione 2024 di “La cultura dietro l’angolo”, ottenendo un 98 per cento di giudizi positivo di cui il 61% molto positivo.

Oltre alla qualità dell’offerta culturale, il progetto ha rappresentato un’importante occasione di scoperta del territorio e di creazione di nuove relazioni sociali. Il 43% degli intervistati ha esplorato angoli della città che non conosceva, mentre il 77% ritiene che l’iniziativa abbia valorizzato il proprio tempo libero.

“La cultura dietro l’angolo” ha inoltre favorito nuove connessioni sociali tanto che il 72% degli intervistati ha riscoperto il piacere di stare in compagnia e il 57% ha mantenuto i contatti con le persone conosciute durante gli appuntamenti.

La quarta edizione della Cultura dietro l’angolo si aprirà con una grande festa di fine inverno, diffusa nei presidi territoriali da giovedì 6 a sabato 8 marzo. Ogni festa nasce dalla co- progettazione di un presidio territoriale e di uno o più istituzioni culturali. Le case di quartiere, le biblioteche civiche e i presidi del territorio si animeranno di concerti, spettacoli teatrali, performance artistiche, giochi e appuntamenti di divulgazione scientifica, coinvolgendo la cittadinanza. La festa di fine estate si terrà invece dal 25 al 27 settembre.

L’Associazione Centro Scienza Onlus propone un percorso sul tema dell’informazione e dell’importanza dell’affidabilità delle fonti, partendo con il laboratorio “La bussola delle News” per poi proseguire sul tema del cambiamento climatico con “ Che clima c’è “ e su quello delle energie rinnovabili e della decarbonizzazione con “Da fossile a green”.

La Fondazione TGR propone “Traiettorie, Raccontare se stessi attraverso il teatro”, un percorso di storytelling in tre appuntamenti incentrato sul raccontare se stessi attraverso il linguaggio teatrale, di cui verrà creata una restituzione in formato audiovisivo.

Il Museo Egizio realizzerà un laboratorio all’incrocio tra saper fare, memoria e archeologia, diviso in più momenti. La memoria del fare è una presentazione delle trasformazioni del museo e della nuova sezione “Materie. Forma del tempo”. “Io so fare” inviterà i partecipanti a condividere un’abilità artigianale o la storia di un oggetto significativo. Nell’ultima fase “Mani in pasta nell’archeologia” i partecipanti impareranno le tecniche di lavorazione dell’argilla, realizzando un oggetto ispirato ai reperti egizi.

Le Gallerie d’Italia di Torino proporranno un percorso dedicato alla fotografia articolato in tre momenti. In “Ritratti di luce” i partecipanti si caleranno nei panni del fotografo, del modello e del tecnico delle luci, in un vero e proprio set fotografico. In “Tracce di Blu” fotografie d’autore vengono trasformate in segnalibri personalizzati mentre in “Tela Versus Pixel”, con l’uso dell’intelligenza artificiale alcune opere della collezione pittorica delle Gallerie verranno trasformate in una raccolta fotografica contemporanea.

La proposta del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale si articola in una serie di laboratori incentrati sulla funzione del linguaggio e sul suo valore all’interno di un nucleo di cittadini, grande o piccolo che sia. La Fondazione TPE-Teatro Piemonte Europa proporrà tre diversi laboratori teatrali “ Relazioni in movimento “, intitolati rispettivamente “Relazione me e me”, “Relazione me e l’altro” e “Relazione me e lo spazio”.

L’Unione Musicale proporrà tre momenti dedicati alla condivisione della musica dal vivo “ Tutti in coro”, concerto corale interattivo in cui i partecipanti assaporeranno la bellezza del cantare insieme, “Ascolta che musica” e “Ottoni per aria”, occasioni di avvicinamento alla musica classica, per conoscerne i segreti e curiosità attraverso l’ascolto di celebri brani di grandi autori.

Tra gli altri la GAM presenta tre appuntamenti ispirati alla programmazione primaverile e autunnale del museo. In dialogo con la mostra “Lasciatemi divertire” di Fausto Melotti, l’attività In leggerezza propone ai partecipanti di creare piccole sculture con fili di metallo. “Elementi differenti” prende spunto dall’esposizione dell’artista contemporanea Alice Cattaneo, suggerendo attività di composizione che interagiscono con l’ambiente. “Come d’incanto” è un’attività ispirata al nuovo allestimento museale, che indaga il tema della notte come spazio di trasformazione. Un percorso in tre tappe che insegna ad usare lo smartphone per fotografare e per raccontare storie personali attraverso la fotocamera del telefono è proposto da Camera, Centro Italiano per la Fotografia. Un percorso di lettura condivisa in tre tappe dal titolo “Leggere insieme”, con particolare attenzione alla lettura ad alta voce, è proposto dalla Fondazione Circolo dei Lettori. Il Polo del Novecento propone, invece, un percorso laboratoriale in tre tappe sul colonialismo italiano, diviso in “Storie” , “Memorie” e “Presente”, che fa emergere le tracce del colonialismo nella società contemporanea.

Un percorso laboratoriale in tre parti che unisce musica e pittura è proposto dall’Orchestra Filarmonica di Torino. All’interno del progetto trovano spazio i Gruppi di Proposta, un’opportunità di volontariato per i cittadini che desiderano mettere a disposizione della collettività passioni e competenze, per un’occasione per rafforzare e allargare le relazioni delle persone con il territorio.

Mara Martellotta

Foto archivio

Nuova edizione del Premio dedicato al grande “poeta in musica” Gianmaria Testa

A quasi nove anni dalla prematura scomparsa, alle “Fonderie Teatrali Limone” di Moncalieri

Domenica 9 marzo, ore 20

Moncalieri (Torino)

Il prossimo 30 marzo si compiranno nove anni esatti dalla scomparsa ad Alba, all’età di soli 57 anni, di Gianmaria Testa, il “cantautore ferroviere”, cuneese di  Cavallermaggiore, così soprannominato per aver svolto, fino al 2007 – già profondamente attratto e impegnato in campo musicale – il mestiere di capostazione allo scalo ferroviario di Cuneo. Tanto era il suo talento e la passione per le note in poesia, maturata con l’ascolto e la frequentazione dei grandi esponenti della musica d’autore italiana (e non solo), che, in una carriera relativamente breve, Testa riuscì a crearsi un posto di primo piano nell’ambito musicale internazionale, ricevendo nel 2007, con “Da questa parte del mare” (prodotto dalla moglie Paola Farinetti, con la direzione artistica di Greg Cohen) l’ambitissima “Targa Tenco”, come miglior album dell’anno. Schivo, non facile (anche da buon cuneese) alle lusinghe, pur meritate, del successo a Gianmaria Testa è stato dedicato un “Premio” (“Premio Gianmaria Testa – Parole e Musica”) rivolto ai giovani cantautori italiani e giunto oggi alla sua V edizione, con la serata finale in programma domenica prossima 9 marzo (ore 20), presso le “Fonderie Teatrali Limone” di Moncalieri. Sezione speciale dello storico “Premio Letterario Internazionale Città di Moncalieri” ed organizzata dalla “Città di Moncalieri” e dal “Circolo Saturnio”, in collaborazione con “Produzioni Fuorivia”, la serata rappresenta la volata finale, in piena “zona Cesarini”, di ben 142 brani, inediti o editi negli ultimi sei mesi e in arrivo da ogni parte d’Italia, selezionati da una qualificata Giuria, presieduta dal cantautore Eugenio Bennato, che dal gruppone dei partecipanti – tutti under 38 – ha estratto (compito non facile) i nomi dei cinque finalisti (tutti maschietti) giudicati meritevoli dell’ambito “Premio”. Ecco i loro nomi:  Alessandro Sipolo da Brescia, “cantautore che unisce passione per la musica e impegno sociale” con il brano “Vaniglia”Fabio Schember da Aversa, “che fonde musica e arte in un linguaggio unico” con la canzone “Loro lo sanno”, Manuel Apice da La Spezia, “che trasforma domande senza risposta in canzoni” con il brano “Africa”Alessio Alì da Roma, “che con la sua musica crea un viaggio nostalgico tra sonorità retrò e pensieri contemporanei” con “Paura di cambiare” e Mizio Vilardi, anche lui romano “con il sogno nel cassetto di scrivere canzoni per il cinema” autore di “De fiavere u mere”.

La serata di domenica 9 marzo darà la possibilità ai “magnifici cinque” di mettere in luce tutto il loro talento, ma vuole soprattutto essere un omaggio a Gianmaria Testa.  Oltre ad eseguire il proprio brano originale in gara, i finalisti interpreteranno infatti anche una sua canzone, offrendo un tributo di certo emozionante alla sua eredità artistica.

Il Premio – che si inserisce di diritto nel panorama dei più interessanti fra quelli organizzati nel nostro Paese e dedicati al cantautorato – rappresenta un’opportunità per gli autori e i musicisti che hanno partecipato da tutta Italia: il vincitore riceverà un riconoscimento economico di 1.500 euro, accompagnato da una “targa” e un “diploma” e avrà l’opportunità di esibirsi nelle più prestigiose rassegne musicali piemontesi. Tutti i brani finalisti, inoltre, saranno inseriti in un “album” prodotto da “Incipit Records” e “Produzioni Fuorivia”, distribuito da “Egea Music”, mentre un “premio speciale” di 800 euro verrà assegnato alla migliore esibizione live della serata, condotta da Chiara Buratti.

A rendere ancora più speciale l’evento saranno poi gli ospiti d’onoreStefano Bollani, geniale pianista e compositore, e la moglie Valentina Cenni, attrice e performer dalla creatività poliedrica. Nomi scelti non a caso. Bollani, infatti, è stato per moltissimi anni amico di Gianmaria Testa, collaborando con lui anche in diverse occasioni, tra cui il mitico spettacolo “Guarda che luna!” dedicato a un altro grande Fred Buscaglione, anche lui prematuramente scomparso nel 1960. E il dialogo musicale tra il pianoforte di Bollani e la presenza scenica di Valentina Cenni promette di rendere davvero magica la serata moncalierese dedicata alla memoria dell’indimenticato “cantautore ferroviere” di Cavallermaggiore che, nella sua carriera, dopo una serie di concerti in Germania, arrivò perfino a calcare le scene dell’“Olympia” di Parigi.

Per info: “Fonderie Teatrali Limone”, via Pastrengo 88, Moncalieri (Torino); tel. 011/5169555 o www.teatrostabiletorino.it

g.m.

Nelle foto: Gianmaria Testa (Ph. Pierre Terrasson); Stefano Bollani e Valentina Cenni

Beozanam, Bertola e Cafagna. “Seconda Risonanza”: Ritmo, struttura, segno

Seconda risonanza | Fausto Melotti e Torino

INCONTRO CON CHIARA BERTOLA E FABIO CAFAGNA

A seguire intervento musicale a cura del Conservatorio Giuseppe Verdi

Venerdì 7 marzo alle 18:00

BEEOZANAM

Via Foligno, 14 – Madonna di Campagna Torino

Partecipazione gratuita

 

Fausto MelottiModulazione ascendente (part), 1977 (Photo Perottino)

La GAM di Torino è lieta di anticipare ai partecipanti a “La Cultura dietro l’angolo”, con la Direttrice Chiara Bertola, i nuovi progetti espositivi della “Seconda Risonanza”: Ritmo, struttura, segno che inaugureranno il prossimo 15 aprile.

Fabio Cafagna, conservatore della GAM, racconterà la prossima mostra dedicata a Fausto Melotti con un particolare sguardo sul rapporto dell’artista con la città di Torino.

La relazione tra Fausto Melotti e Torino si mantenne costante nel corso dei decenni e fu così intensa, in alcuni frangenti, da spingere il critico d’arte Marziano Bernardi a parlare di una sorta di “cittadinanza onoraria”, quando sulle pagine de «La Stampa» recensiva la grande mostra antologica organizzata nel 1972 dalla Galleria d’Arte Moderna.

Il legame con Torino ha avvio già dalla primissima formazione, al fianco dello scultore Pietro Canonica, e prosegue con le celebrazioni di Italia ’61, occasione in cui l’artista realizza una colossale parete di formelle in ceramica per il Palazzo delle Nazioni, oggi del Lavoro, progettato da Pier Luigi Nervi. Di grande interesse sono inoltre le relazioni con le gallerie d’arte cittadine – Notizie, Martano e Galatea – e il confronto con le voci critiche più aggiornate attive a Torino, tra le quali va ricordata innanzitutto quella di Paolo Fossati, che nel 1971 curava per Einaudi il volume dedicato a Melotti Lo spazio inquieto. A cinquantatré anni dalla storica mostra del 1972, la GAM torna a omaggiare l’artista con un’ampia retrospettiva che può contare sul nutrito nucleo di sue opere che nel tempo sono entrate a far parte della collezione.

Alle ore 19:00 Intervento musicale degli allievi del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino.

Classe di Musica da camera della Prof.sa Francesca Gosio

Elisa Giordano al flauto e Gabriele Manfredi alla chitarra.

Musica di Chelso Machado e Jaques Ibert

A seguire: Aperitivo con videogallery di immagini storiche

a cura del presidio e di Fonderie Ozanam

La cultura dietro l’angolo quarta edizione

Riparte La cultura dietro l’angolo, il progetto di Città di Torino e Fondazione Compagnia di San Paolo che porta la cultura a poca distanza da casa, per creare nuove occasioni di relazione, condivisione e partecipazione. La nuova edizione, rinnovata e ampliata nel numero di appuntamenti e istituzioni culturali che propongono le attività nei presidi diffusi su tutto il territorio, è pensata con una valenza biennale anche a seguito del riscontro più che positivo registrato negli anni precedenti. Nel 2025 ciascuna delle tredici istituzioni culturali porterà tre appuntamenti nei dieci presidi individuati, per un totale di ben 390 appuntamenti, 150 in più rispetto al 2024.

La GAM di Torino presenta tre appuntamenti ispirati alla programmazione primaverile e autunnale del museo. In dialogo con la prossima mostra “Lasciatemi divertire!”, dedicata a Fausto Melotti, l’attività “In leggerezza”, propone ai partecipanti di creare piccole sculture con fili di metallo. “Elementi differenti” prende spunto dall’esposizione dell’artista contemporanea Alice Cattaneo, suggerendo attività di composizione che interagiscono con l’ambiente. “Come d’incanto” è un’attività ispirata al nuovo allestimento del museo, che indaga il tema della notte come spazio di trasformazione.

Scopri tutte le attività della GAM

Berthe Morisot, alla Gam aperture serali

Alla Gam in occasione del finissage, degli ultimi giorni della mostra su Berthe Morisot oggi e domenica 9 marzo la mostra resterà aperta fino alle 21 (stasera tre momenti musicali gratuiti a cura del Conservatorio di Torino accompagneranno il percorso) e sabato 8 marzo per le donne ci saranno tariffe speciali.

GP