Andrés Orozco-Estrada, direttore principale dell’OSN RAI, inaugurerà la stagione 2025-2026 dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai con la Terza Sinfonia di Mahler. Per questa nuova stagione sono previsti i ritorni di Kirill Petrenko, del Direttore emerito Fabio Luisi, di Robert Treviño e Ottavio Dantone. Sul podio si alterneranno bacchette di prestigio come quelle di Juraj Valchua, Michele Mariotti, Alpesh Chauhan e Hannu Lintu. Tra i giovani direttori al debutto sul podio Rai figurano Diego Ceretta, Nicolò Umberto Foron e Emmanuel Tjeknavorian.
La stagione, che si sviluppa da ottobre a giugno prossimi, con ventidue concerti in doppia serata all’Auditorium Toscanini di Torino, inaugurerà il 9 e 10 ottobre con la Terza di Mahler affidata al direttore Andrés Orozco-Estrada. Un’imponente pagina del repertorio sinfonico del primo Novecento concepita dallo stesso Mahler come una cosmogonia in musica, celebrativa della natura e dell’innalzamento della dimensione umana a quella spirituale.
Il concerto del 9 ottobre è proposto da Rai Cultura in diretta in prima serata su Rai 5 oltre cge su Radio 3. Il direttore principale dell’OSN Rai sarà sul palco in altre cinque occasioni: a fine ottobre dirigerà la Sinfonia n. 9 di Sostakovic, affiancandola a due pagine di Ravel. A gennaio proporrà brani di Berlioz e Respighi oltre al Concerto n.1 per violoncello e orchestra di Camille Saint-Saens. A febbraio sarà la volta della Sinfonia n. 1 di Brahms e del Concerto K 467 di Mozart. Ad aprile interpreterà la Sinfonia n. 2 di Rachmaninov e il concerto in mi minore per violoncello e orchestra di Elgar. A maggio, infine, dirigerà la prima assoluta di ‘Cratere’ di Leonardo Marino e il Concerto K 482 di Mozart.
Atteso ritorno per Kirill Petrenko, che, per il suo ottavo Concerto con l’OSN Rai in programma Il 15 e 16 ottobre, propone la Sinfonia n. 2 di Beethoven, affiancandola alle Danze lachiane e alla Suite dal Mandarino Meraviglioso di Bartok.
Il direttore emerito Fabio Luisi salirà sul palco il 4 e 5 marzo proponendo il concerto in mi minore per violino e orchestra di Mendelssohn. Il 4e 5 giugno dirigerà l’ultimo concerto del cartellone interamente dedicato a Brahms.
Molto atteso anche il ritorno di Robert Treviño che, impegnato in quattro concerti tra dicembre e maggio, proporrà repertori di Bruckner, Brahms e Adams.
Tre i concerti in stagione per un’altra storico direttore, Ottavio Dantone, a cui è affidato il concerto di Natale del 23 dicembre e che salirà sul palco a gennaio con alcune pagine di Richard Strauss e a febbraio con Haydn e Beethoven.
La stagione Sinfonica 2025-2026 è quella dei grandi ritorni, trai quali figurano quelli di Valcua, Mariotti, Chauhan e Lintu, che proporranno grandi pagine di Stravinsky, Cajkovskij, Rachmaninov, Beethoven e Vivaldi. La stagione Sinfonica è affiancata da gennaio a giugno 2026 da un’ampia scelta di concerti cameristici raccolti nel programma “Le domeniche dell’Auditorium”.
Gli abbonamenti alla stagione sinfonica 2025-2026 sono in vendita dal 10 giugno presso la biglietteria dell’Auditorium Rai, in piazza Rossaro, e online dall’8 luglio.
I carnet e i singoli concerti sono in vendita a partire dal 9 settembre prossimo.
Mara Martellotta






La notizia della morte di Giuseppe Parlato mi riempie di forti e dolorose emozioni. Fummo ambedue allievi di Alessandro Galante Garrone e di Narciso Nada con cui ci laureammo all’Universita’ di Torino. Parlato aveva già allora idee sicuramente di destra o almeno considerate tali e quindi non ritenute degne di attenzione. Credo sia stato il referendum sul divorzio del 1974 a segnare delle scelte divergenti: Parlato si espresse per l’abrogazione , io scelsi la difesa strenua del divorzio a fianco di Pannella. Nella nostra Università torinese non c’era posto per studiosi come Parlato, liquidato in modo sbrigativo da Galante Garrone come un reazionario. Cercai di parlare con Galante Garrone di Parlato, ma lui ebbe la stessa chiusura del giacobino “non mite” che ebbe poi con Vittorio Messori un altro mio amico. Parlato ebbe il coraggio di rompere i ponti con Torino e approdò a Roma alla scuola di Renzo De Felice , anche lui un reietto e un perseguitato. Della scuola defeliciana fu uno dei più coerenti seguaci. Ci incontrammo molte volte a Roma e a Torino dove lo invitai a parlare in più occasioni. Prima di lui invitai Gianni Scipione Rossi che presentò un suo libro sulla destra e Israele in dialogo con Elena Lowenthal. Un dibattito che fece epoca. Parlato ha sempre dimostrato l’equilibrio dello storico scrupoloso in tante occasioni diverse, aperto al confronto sereno con tutti. Qualche suo lavoro non mi convinse e la sua contiguità – più apparente che reale – con l’Msi non mi piacque. Una volta venne presentato un mio libro alla Fondazione De Felice di Roma da lui presieduta. C’era in prima fila la vedova di Er Pecora, l’on. Teodoro Buontempo che gentilmente mi applaudì. Provai un certo imbarazzo, poi la cena con Parlato fu l’occasione per rivederci dopo tanti anni. Parlammo per alcune ore in cordiale amicizia. La sua conversazione era sempre sfolgorante. Venne anche a trovarmi al mare dove gli chiesi di fare una conferenza su Guareschi che ebbe grande successo. Un assessore di origini comuniste lo presentò in piazza senza imbarazzo. Circa un anno fa, in occasione di un convegno sull’omicidio di Giovanni Gentile a Torino, ci sentimmo per definire il suo intervento. Mi disse che era ammalato di cancro , ma che non aveva nessuna voglia di morire e, citando Guareschi, mi disse che non sarebbe morto neppure se lo avessero ucciso. Non poté partecipare al convegno a cui mandò una magistrale relazione che venne letta. Peccato che il mancato finanziamento al convegno della Regione Piemonte abbia impedito la stampa degli atti. Di lui resterà la sua passione inesausta per la ricerca storica e la sua onestà intellettuale. Sono virtù che non vedo molto praticate dai giovani intellettuali di destra che dovrebbero ispirarsi a lui come ad un maestro che ha pagato prezzi altissimi per essere sè stesso. Vorrei anche ricordare la sua ironia, ma non è questo il momento, perché il dolore per la sua scomparsa me lo impedisce.

