CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 10

Mario Lattes in mostra a Monforte d’Alba

La collezione ed alcune opere presso la Fondazione Bottari Lattes

 

“Echi del ‘900. Le collezioni della Fondazione Bottari Lattes da Amedeo Modigliani a Pinot Gallizio” è il titolo della mostra inauguratasi sabato 29 marzo scorso e aperta fino all’11 maggio prossimo presso la Fondazione Bottari Lattes a Monforte d’Alba.

L’esposizione rappresenta la narrazione dell’universo creativo di Mario Lattes a partire dalla collezione personale dell’artista con oltre quaranta opere. La mostra è curata da Armando Audoli e valorizza il corpus della Fondazione, in quanto, accanto alla raccolta originaria di Mario Lattes, sono presenti i lavori acquisiti dalla moglie, Caterina Bottari Lattes, che ha idealmente proseguito l’attività del marito, arricchendola di nuove opere secondo la propria sensibilità.

Per Mario Lattes il collezionismo non era solo una ricerca estetica, ma un’estensione del proprio percorso ed impegno artistico e intellettuale. L’incisione, il disegno e la pittura, le tecniche che più lo appassionavano, rappresentano il fulcro di questa mostra.

Secondo il curatore Armando Audoli, la collezione di Mario Lattes riflette il suo spirito irregolare e visionario, con la presenza di una serie di opere capaci di accostare con naturalezza artisti eccentrici e simbolisti ai grandi nomi del Novecento europeo e italiano.

Tra i pezzi più significativi in mostra spicca un dipinto del 1963 di Pinot Gallizio, che dialoga con opere di protagonisti dell’informale torinese come Giacomo Soffiantino, Piero Ruggeri e Sergio Saroni. Sono presenti tele di Ennio Morlotti, Albino Galvano, una selezione di incisioni di Mario Calandri, Luigi Bartolini, Jean Pierre Velly e Anderle.

Non mancano opere di artisti di respiro internazionale come Georges Braque, Maurice Utrillo e Amedeo Modigliani, che è presente con il disegno “Figura dell’uomo seduto”, delicato disegno di un fumatore di pipa.

Tra gli altri artisti presenti Osvaldo Licini, Ernst Fuchs, che testimoniano l’interesse di Lattes per il simbolismo e il surrealismo mitteleuropeo. Di Italo Cremona è esposta l’opera “La macchina da cucire”, sono anche presenti opere di Lucio Fontana, Gianfranco Ferroni, Virgilio Guidi, Fausto Melotti, Mario Sironi, Francesco Tabusso, Carlo Terzolo e Renzo Vespignani.

Un corpo di non minor rilevanza di opere riguarda i dodici lavori tra oli su tela, cartone e tecniche miste su carta realizzate da Mario Lattes, al quale venne dedicata una mostra nella famosa galleria Galatea nel1960.

L’iniziativa della mostra “Echi nel ‘900” si inserisce nel programma culturale della Fiera Internazionale dei Vini del Piemonte- Vinum Alba 2025 e vede rinnovare la collaborazione tra l’ente Fiera di Alba e la Fondazione Bottari Lattes che, durante l’apertura della mostra, promuoverà laboratori didattici e visite guidate per le scuole, permettendo ai ragazzi anche la sperimentazione della tecnica dell’incisione.

Orari di apertura

Dal lunedì al venerdì 9.30/13; 14.30-16.30

Sabato, domenica e festivi 10/13; 14/17.

Ingresso gratuito senza prenotazione

 

Mara Martellotta

Le biblioteche storiche di Torino, patrimonio dei cittadini

Il Salone del libro è  importante per Torino, ma anche per l’Italia tutta. L’affluenza e’sempre in aumento e questo vuol dire che leggere è una attività fondamentale a cui non si rinuncia, fortunatamente; attraverso i libri ci arricchiamo, sono uno strumento essenziale per la nostra crescita intellettuale,  morale e spirituale, ogni volume che leggiamo lascia una traccia, sempre.

Torino e’ nota anche per le sue diverse e straordinarie biblioteche e alcune, oltre che rappresentare luoghi di culto per il lettore e lo studioso, rivestono una grande importanza storica e monumentale.

Tra le molte esistenti eccone alcune molto importanti, simbolidella Torino dedita alla cultura e alla formazione.

Biblioteca Reale conserva circa 200.000 volumi, una ricchezza voluta da Carlo Alberto di Savoia-Carignano. La prestigiosa collezione di volumi e disegni importanti come i 13 autografi di Leonardo Da Vinci e il suo Codice del Volo degli uccelli. Nel 1942 venne inaugurata la nuova sede con importanti e preziosi arredi, dopo la Seconda Guerra Mondiale divento’ una biblioteca pubblica. Fanno parte del complesso museale anche il Palazzo reale, L’Armeria, la Cappella della Sindone, la Galleria Sabauda, il Museo di Antichità e i Giardini Reali.

Biblioteca Nazionale Universitaria

Fondata all’incirca nel 1723 per volontà di Vittorio Amedeo II di Savoia che realizzò l’accorpamento della raccolta del Comune, quella della Regia Università e i libri della corona, oggi e’ una biblioteca statale pertinente alla direzione del Ministero della Cultura. Nel 1957 comincio’ l’edificazione della sede attuale, in piazza Carlo Alberto, che terminò nel 1973 con il trasferimento del patrimonio dai locali di via Po, dove si sviluppò il grave incendio del 1904 che distrusse molte delle 4.500 unita’ presenti. Nella collezione attuale troviamo manoscritti in lingua ebraica, in greco, in latino, 1600 incunaboli che ci riportano agli albori della stampa e quindi alle meta’ del 1450, incisioni e disegni di inestimabile valore.

Archivio di Stato

Composto da 4 sezioni e’ risultato di una storia secolare che in origine era il Tesoro di carte dei Conti Savoia risalente al XII  secolo anche se  i primi atti che ne documentarono l’esistenza sono del XIV.

La biblioteca oggi e’ suddivisa in 3 settori: quella antica che custodisce volumi dal Medioevo al 1800, la nuova che contiene libri fino al 1930 circa e la corrente che arriva all’epoca attuale.

Sono conservati anche periodici, riviste scientifiche, dossier e studi culturali italiani e stranieri stampati dal 1593 fino ai giorni nostri.

Biblioteche Civiche Torinesi

Con 18 sedi in citta’ e punti di servizio in  2 ospedali e  3  carceri, le Biblioteche Civiche Torinesi rappresentano un patrimonio  condiviso di saperi e  un ponte tra culture e generazioni. Sono a disposizione oltre 500.000 libri, un tesoro di inestimabile di ricchezza culturale messo a disposizione dei cittadini. Spiccano tra le varie sedi edifici storici come Villa Amoretti, il Mausoleo della Bela Rosin o Andrea della Corte e altri piu’ moderni come il Dietrich Bonhoeffer, Natalia Ginzurg e poi il Bibliobus che sosta ogni giorno in diverse parti della citta’. Oltre alla consultazione e al prestito librario la biblioteca organizza eventi, corsi e laboratori dedicati alle varie fasce d’eta’ e diversi gruppi di lettura.

Centro Studi Piemontesi

La biblioteca  e’ nata nel 1969 in concomitanza con la fondazione del centro stesso che raccoglie volumi relativi alla cultura piemontese come la sua storia, la letteratura, il teatro, l’economia, l’arte, la civilta’.  La racconta e’ di circa 18.000 volumi moderni e 400 edizioni antiche, con un catalogo in costante aggiornamento anche in digitale su cui sono gia’ stati caricati 8.000 libri. E’ articolata in differenti fondi particolari legati ai maggiori  donatori come Mario Becchis o Renzo Gandolfo.

Centro Gobetti

Con una collezione, tra monografie e opuscoli, di 75.000 testi il centro e’ specializzato su alcune figure e correnti della cultura e della politica italiana del Novecento, sulla vicenda nazionale dall’Unità ai giorni nostri e sulla storia del pensiero politico contemporaneo. E’ un punto di riferimento per gli studiosi dell’antifascismo in chiave liberaldemocratica, per i cultori del pensiero di Piero Gobetti, Ada Prospero e Norberto Bobbio. Dal 1998 il centro e’ inserito nel Sistema Bibliotecario Nazionale e nel 2016 alcuni dei fondi librari sono stati trasferiti al Polo al ‘900 insieme a una parte della sua biblioteca generale.

Maria La Barbera

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Luis Landero “Una storia ridicola” -Fazi Editore- euro 18,50

E’ decisamente urticante il protagonista di questo romanzo di Landero, pubblicato in Spagna nel 2022 ed annoverato tra i dieci migliori da “El Pais”.

Luis Landero, nato ad Albuquerque, in Estremadura, nel 1948, mette in scena un uomo mediocre, con un fastidioso ipertrofico “Super Io” che, a tratti, scivola nel patetico e tracima nel ridicolo. Fondamentalmente è il classico “Uomo senza qualità”.

Si chiama Marcial, ha umili origini ed è cresciuto all’ombra di perenni difficoltà economiche; poi diventato caporeparto in una macelleria industriale. Lavoro non per animi troppo sensibili, dal momento che è lui a presiedere l’orrida catena di montaggio della barbara uccisone del bestiame, con annessi squartamento ed eviscerazione.

Nel corso di 216 pagine, scandite in 48 brevi capitoli, il protagonista racconta di sé, del suo fastidio (spesso più che altro odio) ed assoluto senso di superiorità rispetto al resto dell’umanità. Unico sentimento, in un certo senso, positivo che prova è la folgorante passione per Pepita.

Infatti lo scorrere banale e presuntuoso dell’esistenza di Marcial viene incrinato quando incontra la giovane donna; studiosa dell’arte, di famiglia colta e ricca che, però, non sembra ricambiare l’attrazione dell’uomo.

Per impressionarla, Marcial si professa quello che non è: scrittore, filosofo, pensatore di alto livello e suprema profondità. Chissà cosa succederà quando Pepita decide di invitarlo nel suo esclusivo salotto letterario…..

 

 

Maria Teresa Cometto Glauco Maggi “Qui non è Nuova York” -Neri Pozza- euro 20,00

Gli autori sono marito e moglie, entrambi giornalisti e scrittori pluripremiati, trasferitisi a New York nel 2000 e cittadini americani a tutti gli effetti dal 2018.

Questo libro è l’affascinante reportage del loro viaggio “On the road” di 100 giorni lungo le rotte dell’ʺAltra Americaʺ, quella meno conosciuta e poco glamour. Ma la più profonda e verace.

Il titolo rimanda allo storico corrispondente Rai degli anni ’60, Ruggero Orlando che, come loro, raccontò gli Stati Uniti conosciuti in misura minore. I due giornalisti hanno percorso il paese dal grande Nord al profondo Sud; 32mila chilometri suddivisi in due viaggi.

Il primo “Coast to coast” sulle tracce dei pionieri è stato nell’estate 2021, da New York a Portland in Oregon; poi il ritorno lungo il confine canadese. 17mila chilometri in 53 giorni: 19 stati visitati, 3 capitali, 13 parchi naturali e una miriade di incontri.

La seconda traversata, tra estate-autunno 2023, scendendo lungo l’Atlantico fino alla Georgia; e a seguire, in direzione Ovest fino a San Diego in California. La bellezza di 15mila chilometri in 52 giorni: 15 stati attraversati, 9 capitali viste. Questa volta (più che natura) hanno scoperto storia e cultura visitando biblioteche e musei presidenziali.

Ogni tappa impreziosita dagli incontri con abitanti dei luoghi, ognuno ammantato di origini disparate ed infinite storie da raccontare. Continue rivelazioni di quanto l’ʺAltra Americaʺ sia molto diversa dai soliti luoghi comuni.

 

 

Laurie Colwin “Felici tutti i giorni” -SUR-

Euro 18,00

L’autrice (morta nel 1992, a soli 48 anni,) era molto amata per la sua scrittura lieve e intrisa di sano ottimismo, tanto da essere di culto per l’affezionato pubblico. Basta leggere questo romanzo pubblicato nel 1978 ed ora riproposto dalle edizioni Sur.

Una storia di grande amicizia e rapporti sentimentali che evolvono piacevolmente in relazioni costruttive: autentiche, sane, sincere e durature tanto da sfociare in solidi matrimoni.

Sullo sfondo della New York di fine anni Settanta si muovono due giovani amici: Guido Morris e Vincent Cadworthy, appartenenti ad importanti famiglie della Upper Class. Hanno caratteri molto diversi, sono entrambi scapoli spensierati, laureati ed avviati a carriere di successo.

Guido dirige una fondazione che aiuta gli artisti a valorizzare e migliorare la città; Vincent, invece, si occupa di gestione dei rifiuti urbani. Le loro vite subiscono una svolta quando incontrano due fanciulle, che potrebbero rivelarsi anche future anime gemelle.

Guido, ha origini italiane, è espansivo e focoso, forse un po’ insicuro. Si innamora di Holly Sturgis: bella, ricca, elegante, sempre perfetta in tutto. Ma pure austera e apparentemente incapace di provare e manifestare sentimenti. Atteggiamento che scompensa Guido, il quale non sa bene come destreggiarsi.

Vincent, sportivo e per natura molto intraprendente, in ufficio incontra la giovane linguista Misty Berkowitz; ebrea dotata di gran cervello e notevole preparazione come scienziata della parola; ma di primo impatto, decisamente poco avvenente, regolarmente paludata in abiti informi, seriosi e assai poco donanti.

E’ l’esatto contrario delle bellissime rampolle dorate WASP con le quali Vincent aveva sempre avuto successo. Eppure si scopre sempre più innamorato della scontrosa, dura e respingente Misty.

Ma tranquilli….per una volta godetevi una boccata d’aria e un lieto fine.

 

 

Barbara Frandino “Tremi chi è innocente” -Einaudi- 17,50

Al centro del romanzo della scrittrice e sceneggiatrice torinese c’è la famiglia Astori, una come tante altre, di quelle assestate in un apparentemente consolidato e placido tran tran quotidiano. Padre ingegnere per lo più risucchiato dal lavoro e spesso assente; madre parecchio frustrata che cerca vie di fuga salvifiche nella lettura; il figlio Nicola di 16 anni.

E’ l’adolescente irrisolto e pericolosamente in mezzo al guado, come da manuale; imbrigliato in quella fase di trasformazione fisica che è informe e sgraziata terra di nessuno.

Aggrovigliato in stati d’animo e pensieri grigi tendenti alla depressione, che cerca di bloccare con psicofarmaci e chissà cos’altro. E’ intelligente e sensibile, ma anche tormentato, senza grandi prospettive future, né sogni nel cassetto.

A smuovere tanta infelice monotonia è un colpo di scena inaspettato. Viene ripescato nel fiume il cadavere del professor Costa, insegnante di Nico. Ma non è solo questo e più persone si ritengono responsabili del suo omicidio……

Rock Jazz e dintorni a Torino: Steve Wynn Trio e Umberto Tozzi

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. All’auditorium del Lingotto per 2 serate consecutive, si esibisce Umberto Tozzi.

Mercoledì. All’Off Topic è di scena Lamaar. Al Vinile si esibiscono i Fineharp Blues Revue.

Giovedì. Al Blah Blah suona Steve Wynn Trio. Al Magazzino sul Po si esibisce la rapper Fabjustfab. All’Osteria Rabezzana si esibiscono i Three Cool Cats. All’Hiroshima Mon Amour sono di scena i Fuera. Al Vinile suona il duo Moses e Tony Gruttola.

Venerdì. Al Circolo Sud sono di scena i The Wends. Al Vinile per 2 sere consecutive suona Rick Hutton &The Soul Women. All’Hiroshima Mon Amour per il 65° anniversario dell’indipendenza del Senegal, concerto con Mariaa Siga +Afrodream+ Orchestra dell’Africa subsahariana. Al Blah Blah suonano i Godzilla Was Too Drunk To Destroy Tokyo. Alla Divina Commedia si esibiscono gli Echi Soul Gang. Al Capolinea 8 suona il Matteo Castellano Trio. Allo Ziggy sono di scena i Je T’Aime.

Sabato. Al Circolo Sud si esibiscono i Carlomagno. Al Blah Blah suonano i Darkhold+ Deathox. Alla Divina Commedia sono di scena i 011…..live. Al Capolinea 8 si esibiscono gliOrange Mun. Al Folk Club suona Ian Shaw.

Domenica . Al Capolinea 8 è di scena Phil Mer. Alla Divina Commedia suonano i TheEnglishmen.

Pier Luigi Fuggetta 

Valerio Berruti, “More than kids”

Alla Fondazione Ferrero di Alba, nel Cuneese, un’ampia retrospettiva sulle opere anche dedicate all’infanzia dell’artista albese 

 

Si intitola “More than kids” la personale dedicata alle opere di Valerio Berruti, allestita dal 4 aprile al 4 luglio prossimi presso la Fondazione Ferrero di Alba e curata da Nicolas Ballario e Arturo Galansino.

La mostra, a ingresso gratuito, offre una panoramica del percorso creativo seguito dall’artista 48enne albese.

Saranno esposti affreschi, sculture, videoanimazioni che mettono in luce la grande versatilità di Valerio Berruti. Accanto alle sue iconiche rappresentazioni dell’infanzia, per la prima volta l’artista presenterà un nuovo filone di indagine creativa, concentrato sul paesaggio delle Langhe al quale egli è legato sin dalla più tenera infanzia. Il paesaggio delle Langhe viene disegnato da Berruti con un tratto distintivo e con l’invito rivolto al visitatore perché termini l’opera che ha di fronte semplicemente con l’osservazione.

Valerio Berruti utilizza l’antica tecnica dell’affresco, la scultura, la videoanimazione per creare immagini essenziali ispirate al mondo dell’infanzia, una fase della vita sospesa tra sogno e possibilità.

Alcuni dei lavori in esposizione alla Fondazione Ferrero proseguiranno il loro cammino verso Milano, dove andranno a completare l’allestimento che l’artista presenterà nelle sale di palazzo Reale, questa estate, dal titolo “Not just kids”.

Nel 2022 è stata inaugurata la sua monumentale scultura Alba, in acciaio inox bronzato alta 12 metri e donata dalla famiglia Ferrero alla Città di Alba, posizionata nella centrale piazza Michele Ferrero, dedicata all’imprenditore albese. Nel maggio del 2024 Berruti ha inaugurato

“ Circulating Sketch”, una personale in Cina nel prestigioso Teagan Space di Youyi Bay, nel distretto di Pechino.

Prima dell’inaugurazione della mostra è previsto un incontro tra l’artista e gli insegnanti nel corso del quale verranno presentate le attività educative e i laboratori artistici riservati alle scuole, organizzati nel periodo della retrospettiva alle Fondazione Ferrero.

 

Fondazione Ferrero, Strada di Mezzo 44, Alba

Orari: mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15 alle 19, sabato domenica e festività dalle 10 alle 19.

Chiuso dal 18 al 27 aprile.

 

Mara Martellotta

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Elezioni universitarie – Una minaccia grave – Franceschini – Lettere

Elezioni universitarie
I risultati delle elezioni universitarie non premiano i pro Palestina che hanno inscenato agitazioni e occupazioni devastanti. La sinistra di “studenti indipendenti” (da che cosa ?) e “Cambiare rotta “hanno perso il 14 per cento dei consensi, pur restando maggioritaria. La moderazione dei cattolici è stata premiata con un più 4,8% di voti. Anche il FUAN, che non ha mai cambiato il nome e resta quello del MSI, ha avuto un incremento di voti del 3 per cento. Ci sarebbe da obiettare su chi viola la legge con occupazioni ma vuole anche farsi rappresentare nel cda dell’Ateneo.
Il dato più eclatante è la mancata partecipazione degli studenti al voto: una percentuale del 16 per cento appare ridicola.
I rappresentanti eletti finiscono di essere più rappresentanti di sè stessi che di gruppi. Ricordo che l’elezione di organismi universitari morì con la contestazione. Gli ultimi eletti erano pallidi rappresentanti di una democrazia universitaria che aveva contribuito a formare una classe politica. Basterebbe pensare a Pannella, ad esempio. Il ‘68, con la finta democrazia diretta delle assemblee permanenti, pose fine ad un’esperienza importante per la storia dell’Università  italiana e della democrazia . In quelle competizioni si formarono leaders importanti. Dopo la fine della contestazione del ‘68 e del ‘77 si cercò di ripristinare gli organismi rappresentativi , ma senza risultati . Conobbi piccoli capi molto ambiziosi e velleitari. Con  Patuelli segretario della gioventù liberale andai a sostenere la lista liberale, ma seppi che i repubblicani avevano deciso  con scarsa intelligenza di correre da soli. Poi ebbi qualche contatto con universitari che vedevano certi posti come trampolini di lancio per un avvenire politico che non ci fu. I partiti devono svegliarsi perché un 16 per cento di votanti rivela una forma di falsa democrazia apparente e truffaldina. In ogni caso andrebbe ribadito che l’Università è il luogo in cui  soprattutto si deve  studiare.
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Una minaccia grave
Pur volendo attendere per dare un giudizio su Trump non ideologico, non è possibile dopo i recenti sconquassi non esprimere un giudizio preoccupato su un personaggio privo di equilibrio e prigioniero di interessi economici che intendono governare attraverso di lui. La democrazia americana è stata stravolta e il legame  storico con l’Europa infranto. Nessun repubblicano  americano può ritrovarsi in un autocrate bizzarro e arrogante. Reagan è l’unico presidente conservatore che sia riuscito nell’intento di correggere i guasti dei presidenti democratici.
Quattro anni di Trump possono provocare al  mondo danni irreparabili. Anche il suo modo di intendere la pace è autoritario e foriero di altre guerre. La politica dei dazi si rivelerà negativa anche per gli USA  e il presidente sta manifestando una ignoranza in materia economica davvero preoccupante. Trump è un elefante in una cristalleria che intende travolgere la diplomazia per affermare una politica di forza che può portare alla terza guerra mondiale. Chi oggi si dice trumpiano in Europa dimostra di non capire nulla di politica.
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Franceschini
Non ho mai stimato un personaggio piuttosto insignificante della  politica nostrana di origine cattolico – comunista. Come ministro alla cultura (per fortuna non ebbe altri dicasteri più importanti) si rivelò mediocre. Adesso se ne esce fuori con la proposta di dare ai figli il cognome della madre anziché quello del padre, contravvenendo a secoli di storia.
Qui non c’entrano il matriarcato o il patriarcato, anche se Franceschini con la sua proposta non mira certo all’eguaglianza tra i sessi. Sono questioni di ordine pratico che impediscono la sciocchezza voluta dalla Consulta  del doppio cognome che si rivela molto  problematico in Spagna. Se per secoli si è andati avanti così c’è un motivo molto concreto: quello di non generare confusioni anagrafiche. Per un certo numero di famiglie può anche essere la mutilazione di un nome onorato e prestigioso a cui non si vede perché un bambino debba rinunciare. Chiamarsi Pirandello o Marconi è un onore per chi ha diritto, che nessun Franceschini può cancellare  con una proposta propagandistica volta a toglierlo per qualche giorno dall’oblio. Forse Franceschini non è particolarmente orgoglioso della sua storia familiare?
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LETTERE  scrivere a quaglieni@gmail.com
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La biennale della democrazia
La biennale della democrazia in pochi giorni giunge persino alla bocciofila di Vanchiglietta, ma esclude istituzioni culturali storiche torinesi per ragioni di discriminazione ideologica?  Cosa ne pensa?   Tiziana Raiteri
Non rispondo perché mi sento il primo discriminato come studioso, mai invitato a parlare alla Biennale. Adesso ne faccio quasi motivo di vanto essere escluso aprioristicamente. Vengo invitato in tutta Italia e all’estero, ma alla Biennale mai. Dove inaugura le lezioni Barbero, è bene rimanere distanti. Lui va anche a parlare ai centri sociali, che spesso fanno della violenza la loro ragione di vivere.
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Sgarbi
Lei è amico di Sgarbi che è gravemente ammalato per una sindrome depressiva. Cosa ne pensa ?   Barbara Fratello
Il rispetto e l’amicizia sincera nata da Fogola tanti anni fa mi impone il silenzio sulle condizioni di Vittorio, che presto si riprenderà. Sono certo  di una ripresa. Ho letto che una delle figlie dopo essere andata a trovarlo dopo mesi di assenza ha detto ad un giornale che il padre andrebbe trasferito in psichiatria. Una frase barbara e incivile indegna di una figlia a cui Sgarbi con il suo lavoro forsennato ha garantito una vita di agi.
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Savoia
Abito in Savoia da anni e ho letto una bella intervista al più importante giornale della Savoia al principe Sergio di Jugoslavia, figlio di Maria Pia di Savoia. Il principe sa bene che le incaute dichiarazioni del cugino Emanuele Filiberto hanno offeso i cittadini della Savoia, che verrebbero privati delle tombe del re Umberto II e della regina Maria Jose’, che Emanuele Filiberto vorrebbe al Pantheon. Sarebbe un non senso però, dice il principe, ignorare che Vittorio Emanuele III e la regina Elena rimarrebbero a Vicoforte.     Ettore Teppati
Ho letto anch’io l’intervista, naturalmente non ripresa dai giornali italiani. Credo che un governo di centro – destra dovrebbe avere il coraggio di chiudere una annosa vicenda che non fa onore all’Italia. Ma la strada perseguita da Emanuele Filiberto è sbagliata e vedrei in Fratelli d’Italia un ostacolo a rendere l’onore del Pantheon a Vittorio Emanuele  III, che mandò a casa Mussolini nel ‘43 e lo fece arrestare. Neppure gli antifascisti lo riconobbero come un gesto importante. Dopo tanti anni siamo fermi lì. E il trasferimento alla chetichella a Vicoforte ha peggiorato il percorso verso il Pantheon.

Gypsy Musical Academy in “Bulli e pupe”, con una madrina d’eccezione: Margherita Fumero

I migliori allievi della Gipsy Academy di Torino, futuri professionisti di questo genere, pronti a calcare palcoscenici internazionali, tornano a esibirsi il 4 aprile 2025 alle 21 presso il teatro don Bosco di Rivoli nello spettacolo “Bulli e Pupe”. Versione italiana di “Guys and Dolls” di Frank Loesser su libretto di Jo Swerling e Abe Burrows, lo show, che debuttò a Broadway nel 1950, rappresenta un cult della storia del musical, vincitore di numerosi premi, tra cui cinque Tony Awards come miglior Musical e il Grammy Hall of Fame Award.

Qui lo si potrà vedere in lingua italiana, capace di regalarci le stesse emozioni, l’allegria e il divertimento della versione originale grazie alla supervisione artistica di Fabrizio Angelini, che già nel 2002 ne curò la regia per la compagnia della Rancia. La parte attoriale è a cura di Eugenio Gradabosco, le coreografie sono di Cristina Fraternale Garavelli e la direzione musicale è di Marta Lauria. Interpreti i migliori allievi diplomandi della sezione Accademica professionale della Gypsy Musical Academy. La produzione è presentata in accordo con Music Theatre International di Londra.

Lo spettacolo è a scopo benefico, organizzato dalla Lega per la lotta contro i tumori, con la collaborazione della Città delle Donne e Ti curo a Casa, con il patrocinio del Comune di Collegno e vede una madrina d’eccezione, l’attrice Margherita Fumero.

Teatro Don Bosco , via Stupinigi 1, Rivoli, 4 aprile 2025 ore 21

Info e prenotazioni 3277628172

Mara Martellotta

“KIN 金 – Sfumature d’oro nelle arti giapponesi”. Al Castello della Rovere di Vinovo

Dal 29 marzo all’8 giugno prossimi
Nel Buddhismo, l’oro è lo splendore della luce del Buddha, nel teatro
tradizionale giapponese Nō è la luce della dimensione sacrale che distingue
le divinità dagli esseri umani. Con il passaggio all’arte moderna, la
sensibilità nei confronti dell’oro vira dalla luce sacra a quella mondana e
gli artisti iniziano a considerarlo sia come luce che come il più brillante
tra tutti i colori, senza tralasciarne l’effetto lussuoso e decorativo.
Parte da questi presupposti la mostra “KIN 金 – Sfumature d’oro nelle arti
giapponesi”, in programma nelle sale del Castello Della Rovere di
Vinovo, dal 29 marzo all’8 giugno 2025, a cura di Roberta Vergagni e
organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Vinovo.
Ogni anno, dal 1995, i giapponesi scelgono il *kanji* – l’ideogramma – più
rappresentativo dell’anno trascorso, che viene annunciato a dicembre in una
solenne cerimonia presso il Kiyomizudera di Kyoto: ebbene, la votazione
nazionale ha decretato vincitore per l’anno scorso proprio il carattere 金
Kin, a rappresentare gli splendidi successi degli atleti giapponesi ai
Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024.
Il percorso espositivo si articola in tre sezioni principali:La prima offre
una panoramica su manufatti realizzati utilizzando diversi supporti, in cui
il protagonista è l’oro in dialogo con alcune importanti tecniche di
produzione artigianale giapponese. La seconda sezione è dedicata a una
selezione
di stampe di incisori moderni e contemporanei, che hanno impreziosito le
loro opere con l’utilizzo dell’oro o che all’oro si sono ispirati, e che
costituiscono la fase moderna e contemporanea delle xilografie *ukiyo-e*. È
esposta anche un’opera di Takashi Murakami, fondatore del movimento
Superflat giapponese, considerato il più famoso artista contemporaneo
nipponico. La terza sezione è dedicata alle opere della maestra calligrafa
Kazuko Hiraoka e della maestra di kintsugi Aiko Zushi. I dipinti
calligrafici di Hiraoka combinano la magia della foglia d’oro con
l’espressività dell’arte giapponese dello shodō. Le ceramiche riparate con
la tecnica del kintsugi dalla maestra Zushi, vivono una nuova vita
all’insegna del bello.
La mostra è stata realizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di
Vinovo, in collaborazione con Associazione I.N.T.K.- Associazione italiana
per la spada giapponese, Associazione Interculturale Italia-Giappone Sakura
di Torino. Con il patrocinio del Consolato Generale del Giappone a Milano.
Sono in programma tre laboratori. Due gratuiti per bambini: sabato 10
maggio, alle 16:30, manga con Haider Bucar; sabato 25 maggio, alle
16:30*, *letture
con kamishibai con Eva Gomiero.
Un workshop di *kintsugi*, sabato 5 aprile, alle 15:30, con la maestra Aiko
Zushi, pensato per avvicinare alla pratica del *kintsugi *le persone che
nutrono un profondo interesse per la cultura giapponese. Attraverso un
seminario con laboratorio pratico, i partecipanti potranno familiarizzare
con la lacca *urushi*, il materiale fondamentale usato in questo tipo di
tecnica, e sperimenteranno l’ultima fase del processo di restauro, ovvero
la finitura con polvere d’oro. Le materie prime e il piatto di ceramica
utilizzati arrivano direttamente dal Giappone.
*Info: *sabato dalle 15 alle 18:30; domenica dalle 10:30 alle 12:30 e dalle
15 alle 18:30. (Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura).
Biglietti: intero 7 euro; ridotto 5 euro (possessori Abbonamento musei,
over 65, gruppi minimo 10 Persone, adulti partecipanti ai laboratori per
famiglie); gratuito (minori di anni 18, persone disabili certificate,
comitive scolastiche, giornalisti muniti di tesserino).
Castello della Rovere – Via del Castello 2, Vinovo
Mara Martellotta

Torino nella Storia: Risorgimento e Resistenza

SCOPRI – TO  Alla scoperta di Torino

Torino è una città che ha avuto un ruolo fondamentale nel Risorgimento italiano, un periodo storico che ha segnato la nascita della nazione unita. Sebbene oggi sia famosa per la sua cultura, i suoi musei e la gastronomia, Torino conserva al suo interno molti luoghi che raccontano questa epoca cruciale. Passeggiando per la città, è possibile scoprire angoli e monumenti che testimoniano l’impegno dei torinesi nella lotta per l’indipendenza e l’unità del paese. La città è un vero e proprio scrigno di storia, che invita a esplorare oltre le sue bellezze più conosciute, in un viaggio che riporta indietro nel tempo, ai momenti che hanno cambiato il corso della nazione.
Il cuore del Risorgimento torinese si trova in Piazza Castello, che ha ospitato eventi determinanti come le Cinque Giornate di Torino nel 1848, quando la città si sollevò contro l’occupazione austriaca. In questa piazza si affacciano alcuni dei palazzi storici più importanti della città, come Palazzo Madama, che oggi ospita il Museo Civico d’Arte Antica, ma che nel 1848 fu teatro di scontri tra soldati e cittadini. Non lontano da lì, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, situato in Palazzo Carignano, è uno dei luoghi più significativi per comprendere le fasi cruciali dell’unità d’Italia. Qui fu proclamato il primo Parlamento italiano nel 1861, e oggi il museo custodisce testimonianze preziose dei protagonisti di quei giorni. Al di là dei monumenti più noti, Torino conserva molte tracce del Risorgimento nei suoi angoli meno frequentati. In alcune zone della città, come il quartiere di San Salvario, si possono ancora notare le tracce di una città che ha vissuto il fermento di quegli anni, tra fermento culturale e lotte politiche.
La Resistenza e le tracce di una lotta quotidiana
Nel Risorgimento torinese non si sono distinti solo i grandi personaggi storici, ma anche un’intera popolazione che ha contribuito alla causa della libertà. Tra le vie del centro e nei quartieri più popolari, come la Crocetta o le Vallette, si è vissuto uno spirito di resistenza che non sempre ha trovato voce nei libri di storia. Qui giovani patrioti e cittadini comuni si sono uniti nella lotta per la libertà, spesso agendo nell’ombra e in modo clandestino. Molti di questi luoghi, come il Liceo Cavour, che un tempo ospitava giovani rivoluzionari, sono ancora oggi punti di riferimento per la città. Le scuole, le piazze e le vie di Torino sono stati luoghi di confronto, dove i valori della libertà e dell’unità italiana venivano insegnati e vissuti ogni giorno. La città, dunque, non è solo un museo di edifici storici, ma un palcoscenico che ha visto la lotta quotidiana di uomini e donne che hanno dato vita a una nuova nazione. Le tracce di questa storia sono ancora visibili nelle strade e negli edifici, testimoniando un passato che ha forgiato l’identità della città e della nazione. Ogni angolo di Torino racconta una storia, e ogni edificio, con le sue mura, conserva la memoria di chi ha lottato per un ideale di libertà che si è trasformato in realtà.
Oggi, Torino non è solo una capitale culturale e gastronomica, ma anche un custode della memoria storica del Risorgimento. I luoghi che hanno fatto la storia d’Italia sono vivi e raccontano continuamente la lotta di chi ha creduto nell’unità del paese. Passeggiando per Torino, si può avvertire il legame con quella storia, e ogni angolo della città sembra sussurrare i racconti di un’epoca che non può essere dimenticata. La Torino del Risorgimento è una città che continua a vivere nel cuore dei suoi abitanti, una città che ha saputo trasformare la lotta e la resistenza in un patrimonio culturale che dura ancora oggi. Le nuove generazioni, pur vivendo in una città profondamente diversa, sono chiamate a preservare questo legame con il passato, per non perdere mai il senso di ciò che Torino rappresenta nella storia dell’Italia.
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NOEMI GARIANO

Oggi al cinema. Le trame dei film nelle sale di Torino

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A cura di Elio Rabbione

A complete unknown – Biografico. Regia di James Mangold, con Timothée Chalamet, Monica Barbaro, Elle Fanning e Edward Norton. Il film è ambientato nella New York degli anni Sessanta dove un musicista di diciannove anni del Minnesota, Bob Dylan, si sta affermando come cantante folk. Seguiamo le sue esibizioni nelle sale da concerto della Grande Mela e assistiamo alla sua rapidissima ascesa verso la cima delle classifiche. Grazie all’inconfondibile fascino delle sue canzoni, la sua popolarità travalica presto i confini del Nord America regalandole un successo mondiale. Il suo straordinario percorso artistico di quegli anni culmina con la rivoluzionaria esibizione rock and roll al Newport Folk Festival nel 1965. durata 141 minuti. (Greenwich Village sala 3)

Anora – Commedia. Regia di Sean Baker, con Mikey Madison, Mark Ejdel’štejn e Jurij Borisov. A New York, Anora (“ma il mio nome è Anj”) vive disordinatamente, in un monolocale con la sorella di giorno e facendo la spogliarellista in uno strip club la notte. Durante una di queste notti, incontra un giovanissimo rampollo di un magnate russo, Vanja, come se fossimo in piena atmosfera “Prettu woman” il ragazzo le chiede di essere la sua ragazza per sette giorni, accompagnandolo nelle sue divertenti e sfrontate scorribande e facendo l’amore con lui. Non soltanto: fino a che non le chiede di sposarlo a Las Vegas. È chiaro che al magnate e signora, una volta venuti a conoscenza del matrimonio, l’affare non piaccia affatto, per cui incaricano il loro faccendiere T’oros di ottenere l’annullamento del matrimonio. A tutto questo si aggiunga che Vanja, in preda al panico per i vari accadimenti, abbandona moglie e inviati genitoriali per darsi alla macchia. Intanto uno di questi ultimi, Ivan, sorveglia tacitamente la sposina. Cinque Oscar tra cui miglior film, miglior regia e miglior interprete femminile. Durata 138 minuti. (Lux sala 3, Massimo V.O.)

Le assaggiatrici – Drammatico. Regia di Silvio Soldini, con Elisa Schlott. Autunno 1943. La giovane rosa, in fuga da Berlino colpita dai bombardamenti, raggiunge un piccolo paese isolato vicino al confine orientale. Qui è dove vivono i suoceri e dove il marito, impegnato al fronte, le ha scritto di rifugiarsi in attesa del suo ritorno. Rosa scopre subito che il villaggio, apparentemente tranquillo, nasconde un segreto: all’interno della foresta con cui confina, Hitler ha il suo quartier generale, la Tana del Lupo, Il Führer vede nemici dappertutto, essewre avvelenato è la sua ossessione. Una mattina all’alba Rosa viene prelevata, con altre giovani donne del villaggio, per assaggiare i cibi cucinati per lui. Divise tra la paura di morire e la fame, le assaggiatrici stringeranno tra loro alleanze, amicizie e patti segreti. Da un fatto vero, dal romanzo di Rosella Postorino. (Eliseo Grande, Fratelli Marx sala Groucho, Ideal, Nazionale sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Il bambino di cristallo – Drammatico. Regia di Jon Gunn, con Zachary Levi e Meghann Fahy. Austin è affetto da osteogenesi imperfetta, ha le ossa particolarmente fragili, si spezzano per qualsiasi causa di pochissimo conto. Alla patologia s’aggiunge il fatto di essere autistico, di manifestare emozioni improvvise e incontenibili. Lo stato familiare s’aggrava quando una notte il padre, completamente ubriaco, si schianta contro un albero con la sua auto. Durata 109 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, Fratelli Marx sala Chico, Ideal, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Berlino estate ’42 – Drammatico. Regia di Andreas Dresen. L’estate del ’42 è stata per Hilde la più bella della sua vita. Ha conosciuto e sposato Hans e ora aspetta un bambino. Ma Hans fa parte di un movimento antinazista clandestino, a cui lei stessa decide di aderire, ed insieme partecipano ad azioni molto rischiose. Catturata dalla Gestapo, dovrà partorire suo figlio in carcere, ma sarà quel bambino a darle forza nei momenti più bui. Durata 124 minuti. (Romano sala 1)

Biancaneve – Fiabesco. Regia di Marc Webbe, con Rachel Zegler e Gal Gadot. Biancaneve, bellissima principessa, è rimasta sola dopo la morte dei suoi genitori, il Re Buono e la Regina Buona, e deve combattere contro le macchinazioni della Regina Cattiva che vorrebbe vederla morta. Ha l’aiuto dei sette nani, che lavorano in una miniera di diamanti, e del ladro Jonathan. Durata 119 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi sala 2, The Space Torino, Uci Lingotto anche V.O., The Space Beinasco, Uci Lingotto)

Bridget Jones – Un amore di ragazzo – Commedia. Regia di Michael Morris, con Renée Zellweger, Leo Woodall, Colin Firth, Hugh Grant e Emma Thompson. Quarto capitolo della più stropicciata e arruffata e pasticciona ragazza londinese, con gli anni che sono passati e passano, con Darcy che non c’è più per essere rimasto vittima in un’operazione umanitaria in Sudan, con i loro due figli da crescere, sempre in mezzo agli eterni dolori e la smisurata voglia di rinascita. Rimasta vedova, Bridget è ora una madre single che si destreggia tra il lavoro e la crescita della prole. Sebbene circondata dall’affetto degli stessi amici, che consigliano e pianificano, e persino dell’ex amante Daniel Cleaver, Bridget si trova in un periodo di stasi emotiva e cerca di trovare una nuova strada per sé e per i suoi cari. Spronata dalla sua “famiglia urbana”, decide di rimettersi in gioco, sia nel lavoro che nell’amore. In un tentativo moderno di ritrovare la felicità, s’avventura nel mondo delle app di incontri, dove viene subito affascinata da un giovane e intrigante corteggiatore. Tra il caos degli impegni lavorativi, la gestione dei bambini e i tentativi di una nuova relazione. In questo complesso equilibrio, la vita le riserva anche una serie di incontri bizzarri, aprendo la porta a nuove sfide e forse a nuove possibilità di felicità: all’orizzonte, il giovanissimo Roxster, piuttosto interessante, come bisognerà pur tenere presente l’insegnante del piccolo Billy, che per lei sembra avere più di un’attenzione. Durata 125 minuti. (Uci Lingotto)

Il caso Belle Steiner – Thriller. Regia di Benoît Jacquot, con Guillaume Canet e Charlotte Gainsbourg. Lui, Pierre, è un insegnante di matematica e lei, Cléa, lavora in uno studio d’ottica, non hanno figli, conducono una vita tranquilla in una piccola città. Le loro vite vengono sconvolte quando Belle, la figlia di un’amica e alla quale hanno dato ospitalità, viene trovata uccisa nella sua stanza. L’uomo diventa il principale sospettato dal momento che era l’unico presente in casa nel momento del delitto. Tratto dal romanzo di Simenon “La morte di Belle”. Durata 97 minuti. (Nazionale sala 2)

La città proibita – Drammatico, azione. Regia di Gabriele Mainetti, con Yaxi Liu, Enrico Borello, Sabrina Ferilli, Marco Giallini e Luca Zingaretti. Mei, una misteriosa ragazza cinese, arriva a Roma in cerca della sorella scomparsa. Il cuoco Marcello e la mamma Lorena portano avanti il ristorante di famiglia tra i debiti del padre Alfredo, che li ha abbandonati per fuggire con un’altra donna. Quanto i loro destini s’incrociano, Mei e Marcello combattono antichi pregiudizi culturali e nemici spietati, in una battaglia in cui la vendetta non si può scindere dall’amore. Durata 138 minuti. (Massaua, Ideal, Nazionale sala 4, The Space Torino, Uci Lingotto, Uci Moncalieri)

Le donne al balcone – The Balconettes – Commedia, horror. Regia di Noémie Merlant: Fa caldo a Marsiglia e ognuno cerca ombra e riparo. Ruby, cam girl vivace, si diverte con due amanti, Nicole, coinquilina con il sogno della scrittura, cerca una storia da raccontare spiando nella finestra di fronte un vicino esibizionista, Elise, attrice in cerca perenne di scritture, ha lasciato compagno e set. Insieme condividono appartamento e vita quotidiana. Vestita come marilyn – sta girando una brutta fiction sull’attrice – Elise ha un incidente con la macchina del vicino, che finisce con l’incontrare la stessa sera. Invitate nel suo appartamento a bere e a ballare, siglano una constatazione amichevole: ma la serata prende una piega imprevedibile e il vicino, fotografo di moda di giorno e predatore di notte, finisce infilzato come un pollo. La difesa è legittima ma adesso bisogna liberarsi del cadavere. Niente polizia, niente confessioni, niente uomini soprattutto. È un affaire di sorellanza. Durata 105 minuti. (Eliseo)

FolleMente – Commedia. Regia di Paolo Genovese, con Eduardo Leo e Pilar Fogliati, e con Emanuela Fanelli, Maria Chiara Giannetta, Claudia Pandolfi, Vittoria Puccini, Maurizio Lastrico, Rocco Papaleo, Claudio Santamaria. Dopo l’enorme successo di “Perfetti sconosciuti”, Genovese sceglie di seguire le avventure – e i tanti sentimenti – di Piero e Lara, gli scombussolamenti più intimi che hanno inizio con il primo incontro, fatto per conoscersi meglio. Non devono prendere piede gli aspetti esteriori appunto, ma è necessario entrare nelle teste di ognuno e chiedersi quanto conosciamo davvero di noi stessi quanto prendiamo una decisione? E se dentro di noi esistessero più versioni del nostro IO, ognuna con qualcosa da dire? È uno svelare a poco a poco i pensieri più nascosti e le battagli interiori che tutti siamo portati ad affrontare, la volontà decisionista, e gli aspetti più romantici, le spinte impulsive con le paure e le disillusioni (per la parte femminile), l’idealizzazione e l’Eros e la parte più irrazionale di noi tutti (per la parte maschile). Durata 97 minuti. (Massaua, Eliseo, Ideal, Nazionale sala 3, Reposi sala 3, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Lee Miller – Drammatico, biografico. Regia di Ellen Kuras, con Kate Winslet, Alexander Skarsgard, Marion Cotillard e Hosh O’Connor. Lee, ex modella statunitense per Vogue dall’età di 19 anni e grande appassionata di fotografia, parte per l’Europa durante la Seconda Guerra Mondiale in veste di fotoreporter proprio per la celebre rivista. La sua missione sarà quella di documentare le atrocità della guerra e mostrare al mondo il vero volto della Germania nazista. Attraverso i suoi scatti denuncerà i crimini perpetrati nei confronti degli ebrei e delle minoranze nei campi di concentramento. La giornalista produrrà un enorme archivio tra foto e appunti lasciando un’inestimabile testimonianza di quel periodo durissimo in cui lei stessa dovrà fare i conti con alcune verità del suo passato. Durata 116 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Greenwich Village sala 1)

Mickey 17 – Drammatico, Fantasy. Regia di Bong Joon-Ho, con Robert Pattinson, Toni Collette e Mark Ruffalo. Nel 2054, la mancanza di opportunità sulla terra spinge le masse al pellegrinaggio interstellare, che inevitabilmente vuol dire sfruttamento da parte di potenti demagoghi al comando di queste spedizioni. Uno di loro è Kenneth Marshall, politico fallito in cerca di una nuova era per l’umanità su un pianeta inospitale abitato da strane creature. Per sfuggire a dei pericolosi usurai, Mickey Barnes accetta di imbarcarsi sull’astronave firmando un contratto da “expendable”, tuttofare destinati a morire ripetutamente grazie a una tecnologia che consente di “ristampare” un corpo all’infinito mantenendone la coscienza. Durata 106 minuti. (Massaua, Greenwich Village sala 2, Ideal, Reposi sala 5, The Space Torino , Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Muori di lei – Regia di Stefano Sardo, con Riccardo Scamarcio, Maria Chiara Giannetta e Mariela Garriga. In periodo di pandemia, l’insegnante liceale di filosofia Luca si ritrova solo in casa, lontana da lui la moglie Sara, perennemente in ospedale a fronteggiare l’epidemia. Un bel giorno fa gli occhi dolci alla vicina di casa e ne nasce una passione che travolge tutti e tutto. Durata 103 minuti. (Reposi sala 1, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Il Nibbio – Drammatico. Regia di Alessandro Tonda, con Claudio Santamaria, Sonia Bergamasco e Anna Ferzetti. Il film racconta i 28 giorni precedenti i tragici eventi del 4 marzo 2005, quando Nicola Calipari, Alto Dirigente del SISMI, sacrificò la propria vita per salvare quella della giornalista de “Il manifesto” Giuliana Sgrena, rapita in Iraq da una cellula terroristica. Calipari ha avuto un suo ruolo cruciale nelle operazioni in Iraq nei primi anni Duemila per salvaguardare la vita umana e mantenere la pace. Giunto in vista dell’aeroporto con la giornalista, il suo corpo fu colpito dal fuoco di un soldato americano. Il suo omicidio è ancora irrisolto. Durata 90 minuti. (Massimo)

Nonostante – Drammatico. Regia di e con Valerio Mastandrea, con Dolores Fonzi, Barbara Ronchi e Laura Morante. Un uomo trascorre serenamente le sue giornate in ospedale senza troppe preoccupazioni. È ricoverato da un po’ ma quella condizione sembra il modo migliore per vivere la sua vita, al riparo da tutto e da tutti, senza responsabilità e problemi di alcun genere. Quella preziosa routine scorre senza intoppi fino a quando una nuova persona viene ricoverata nello stesso reparto. È una compagna irrequieta, arrabbiata, non accetta nulla di quella condiziione soprattutto le regole non scritte. Non è disposta ad aspettare, vuole lasciare quel posto migliorando o addirittura peggiorando. Vuole vivere come si deve o morire, come capita a chi finisce lì dentro. Lui viene travolto da quel furore, prima cercando di difendersi e poi accogliendo qualcosa di incomprensibile. Quell’incontro gli servirà ad accettare che se scegli di affrontare veramente il tuo cuore e le tue emozioni, non c’è alcun riparo possibile. Durata 92 minuti. (Romano sala 3)

No Other Land – Documentario. Un premio agli European Film Awards e altre candidature, una regia collettiva di quattro cineasti, per raccontare le immagini di Bazsel Adra, attivista palestinese, che inizia i propri ricordi con l’arresto di suo padre mentre manifestava contro gli espropri voluti dallo Stato di Israele, testimonianze vive, e di Yuval Abraham, giornalista israeliano, prima di una tregua, nei territori invasi dal sangue e dalle morti, tra gli orrori che ogni giorno invadono Israele e Palestina, l’insieme di 19 villaggi della Cisgiordania che è Masafer Yatta, le abitazioni in antiche grotte e un’economia a carattere rurale, esplosioni, bombe su scuole e ospedali, carneficine. Durata 96 minuti. (Fratelli Marx sala Harpo V.O.)

Puan – Il professore – Commedia drammatica. Regia di Maria Alche e Benjamìn Naishtat, con Marcelo Subiotto e Leonardo Sbaraglia. Marcelo è un insegnante di filosofia all’Università pubblica di Buenos Aires, quando viene a mancare il suo mentore il posto è vacante: sarebbe lui ad aspirarvi se un nuovo “pretendente”, famoso alle cronache anche per la sua relazione con una famosa attrice. Una vera lotta per la cattedra e con essa la situazione del paese che sta degenerando. Durata 109 minuti. (Centrale anche V.O., Fratelli Marx sala Chico)

La storia di Patrice e Michel – Drammatico. Regia di Olivier Casas, con Yvan Attal e Mathieu Kassovitz. 1948. Michel e Patrice, due bambini di 5 e 7 anni, dopo essere stati abbandonati dalla madre in un campo estivo nei pressi di La Rochelle, fuggono nella foresta in seguito alla scoperta del cadavere del proprietario del posto che si è suicidato. Lì sopravvivono per sette anni e affrontano insieme continue avversità che fortificano ancora di più il loro legame. Patrice protegge sempre Michel arrivando pure a digiunare per di far mangiare lui. Trascorrono molti anni. Michel si è sposato, ha due figli, ed è diventato architetto. Patrice in vece è medico ed è direttore di una clinica ma un giorno sparisce. Così Michel molla tutto e lascia lasua famiglia per ritrovare il fratello che si è rifugiato in Canada. I segreti del loro passato continueranno però a tormentarli, anche a distanza di tempo e dall’altra parte del mondo. Durata 106 minuti. (Greenwich Village sala 2)

Il seme del fico sacro – Drammatico. Regia di Mohammad Rasoulof. Amin ha finalmente ottenuto, dopo due decenni di lavoro, la promozione che attendeva: è ora addetto agli interrogatori e spetta a lui rinviare dinanzi al giudice gli accusati verso quella condanna che poi verrà eseguita. Ha una moglie devota e due figlie che studiano. La maggiore ha un’amica che è gravemente sfigurata durante una manifestazione. Come aiutarla senza farlo sapere al capo famiglia? Per di più l’arma che è stata consegnata ad Amin al momento della promozione scompare da casa e lui rischia il carcere se non la si trova. Candidato agli Oscar quale miglior film straniero. Film designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani: “Per la capacità di Mohammad Rasoulof di partire da un drammatico evento collettivo, e reale anche nell’utilizzo delle immagini, per giungere a un racconto familiare che è archetipo e metaforico a un tempo, storia di figlie che devono combattere il potere usurato dei padri, con le mura domestiche che amplificano, invece di attenuarle, le contraddizioni e i conflitti insiti nella società”. Durata 167 minuti. (Romano sala 2)

Sons – Drammatico. Regia di Gustav Moller, con Sidse Babett Knudsen e Dar Salim. Il film narra la storia della guardia carceraria Eva, la cui professionalità viene messa iun discussione dalla giustizia, dal momento in cui l’assassino di suo figlio viene rinchiuso nella prigione dove lei lavora. La donna chiede di essere trasferita nel reparto dove è detenuto i’omicida, senza rivelare, però, il legame che lei ha con il carcerato. Il desiderio di vendetta di Eva cresce sempre più, fino a mettere in gioco la sua morale e anche il suo stesso futuro. Durata 100 minuti. (Classico, Due Giardini sala Nirvana)

The Alto Knights – I due volti del crimine – Poliziesco. Regia di Barry Levinson, con Robert De Niro. Il fil segue le vicende di due dei più noti boss della criminalità organizzata di New York, Frank Costello e Vito Genovese, intenti a contendersi il controllo delle strade della città. Un tempo migliori amici, piccole gelosie e una serie di tradimenti li mettono in una rotta di collisione mortale che cambierà per sempre la mafia e l’America. De Niro chiamato a interpretare tutti e due i ruoli. Durata 123 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, Greenwich Village sala 2, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

U.S. Palmese – Commedia. Regia dei Manetti Bros., con Rocco Papaleo e Blaise Affonso. Etienne è uno degli astri nascenti del calcio, abbandona la banlieue parigina in cui e cresciuto e cerca il successo a Milano. una grave squalifica può interrompere quella ricerca di progredire: a Palmi, in Calabria, don Vincenzo vede concretizzarsi l’idea di chiamarlo a far parte della squadra di calcio locale. Durata 120 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi sala 4, Uci Lingotto, Uci Moncalieri)