Cosa succede in città- Pagina 74

Rock Jazz e dintorni a Torino: il trio Calderazzo-Patitucci-Weckl e Nada

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Blah Blah si esibisce Paolo Dellapiana con Lori Goldston e Fabrizio Modenese Palumbo.

Mercoledì. Al Lambic suona la Banda Bondioli. Al MAO si esibisce Sabine Salamè.

Giovedì. Al Blah Blah sono di scena i My Plastic Bones. Al Bunker “jazz torinese” con i quintetti di Claudio Bonadè e Alfredo Ponissi insieme all’ensemble di Giorgio Diaferia. Alla bocciofila Rami Secchi suona il chitarrista Calum Graham.

Venerdì. All’Off Topic sono di scena Filippo Cattaneo Ponzoni e Maelys. Allo Juvarra prima di due serate consecutive per “Torino Soul Night” con Chiara Corallo, Tormento, Tony Finch Marino e Davide Shorty. Al Blah Blah suonano gli Origod. Allo Ziggy sono di scena Vicious Rumours e i Crying Steel. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce il rapper Spender.

Sabato. Al Blah Blah suonano i Knives Brothers. All’Alfieri di Asti si esibisce il trio “stellare” Calderazzo- Patitucci- Weckl. A Cocconato canta Nada.

Domenica. Al Barrio “Prima Era Fest” con Mille e i Kutso. Allo Ziggy suonano i Los Crueles.

Pier Luigi Fuggetta

“Il teatro che visse due volte – i segreti della ricostruzione del Regio”

Laura Curino interprete dello spettacolo finale per i cinquant’anni del Teatro Regio

A conclusione di un anno di festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario della rinascita del Teatro Regio di Torino, andrà in scena uno spettacolo in prosa appositamente creato per l’occasione. Questa prima assoluta ha come protagonista Laura Curino, che farà rivivere la storia del Regio a partire dalla funesta notte dell’incendio del 1936 fino alla sbalorditiva rinascita con Maria Callas, nell’avveniristico teatro progettato da Carlo Mollino.

In una Torino a prevalente missione industriale, segnata dalle sommosse degli anni Sessanta, tra dibattiti e scontri socio-politici, rinvii e ripensamenti e sterzate dell’ultimo minuto, lo spettacolo mette in scena un racconto intrigante scritto da Vittorio Sabadin, per la regia, il video e le luci di Marco Rampoldi. La pièce nasce da un’idea di Paolo Cantarella.

Molti teatri d’opera hanno incontrato le fiamme nella loro lunga storia ma nessuno al mondo ha conosciuto una storia così lunga e enigmatica per giungere alla propria ricostruzione come il Teatro Regio, dall’8 febbraio 1936, data dell’incendio che in pochi anni distrusse quasi due secoli di storia, fino al 1973, anno della rinascita.

“Quando Paolo Cantarella, già Presidente degli Amici del Regio ed ex consigliere di indirizzo del teatro, mi ha parlato dell’idea di questo spettacolo – afferma il Sovrintendente Mathieu Jouvin – ho subito pensato che fosse la chiusura ideale per le celebrazioni del cinquantesimo anniversario. Il testo di Vittorio Sabadin ricostruisce benissimo il periodo storico intercorso tra l’incendio e la ricostruzione, la seconda guerra mondiale e la necessità di ricostruire la città, gli anni Cinquanta e Sessanta pieni di problemi politici e sociali, fino alla decisione del Sindaco di Torino Giuseppe Grosso di affidare il progetto a Carlo Mollino, il più stravagante ma anche il più geniale degli architetti torinesi, il quale disegnò un teatro bellissimo che ho ammirato e amato fin dal primo momento”.

Vittorio Sabadin, giornalista e scrittore, e da molti anni collaboratore del Teatro Regio per la drammaturgia di spettacoli per le scuole, afferma:” Le persone che oggi frequentano il Teatro Regio sono così abituate a vederlo in quell’angolo di piazza Castello da non farci più caso. È lì da cinquant’anni, un tempo abbastanza lungo da considerarlo ormai un edificio storico. La storia della distruzione del teatro precedente, e dei 37 anni che ci vollero per costruirne uno nuovo, si è persa nell’affievolirsi dei ricordi, quasi nessuno la conosce più, ma gli ingredienti per farla diventare uno spettacolo teatrale c’erano tutti: il dramma della notte dell’incendio, con il ‘fil di fumo’ che esce da una finestra visto da un passante, le fiamme che divorano tutto, la famiglia dei custodi intrappolata nell’appartamento, l’asinello che era stato usato in scena e che si salva perché era una star, la notte gelida con il ghiaccio sull’asfalto, il pompiere che attraversa tutta la città in bicicletta per dare il suo contributo nel cercare di salvare il teatro…e infine la serata d’inaugurazione con ‘I Vespri siciliani’ di Giuseppe Verdi e l’interpretazione della più grande celebrità dell’epoca, Maria Callas”.

Il direttore artistico Cristiano Sandri aggiunge:” Quando abbiamo pensato a chi avrebbe potuto interpretare questa prima assoluta, anche grazie alla collaborazione  del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, la prima artista sulla quale abbiamo puntato per recitare la storia del nuovo Regio è stata Laura Curino, una delle migliori interpreti del teatro di narrazione, vincitrice di numerosi riconoscimenti oltre al Premio Ubu e al Premio Hystrio, e da ultimo il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2023”.

Le immagini che popoleranno la scena, come un gigantesco album, provengono dall’Archivio storico del Teatro Regio e da numerosi archivi di rilievo, quali l’Istituto Luce, Rai Teche, Archivio La Stampa, Archivio Gazzetta del Popolo, Archivio storico Città di Torino. Lo spettacolo si inserisce dunque a pieno titolo nell’ambito di Archivissima 24 – il Festival e la Notte degli Archivi.

Biglietteria del Teatro Regio : Piazza Castello 215 – 011 8815241

 

Mara Martellotta

 

I segreti della ricostruzione del Regio

Spettacolo finale Regio 50

Piccolo Regio Puccini, venerdì 7 e mercoledì 12 giugno 2024 ore 20
Prima rappresentazione assoluta

Spettacolo teatrale da un’idea di Paolo Cantarella
Testo e ricerca storica di Vittorio Sabadin

Con Laura Curino

Regia, video e luci Marco Rampoldi

Con il sostegno di Banor Sim SpA

Palazzo Fauzone Relais e Kalatà presentano “Colazione con vista”

Sabato 1 giugno 2024, un’esperienza da non perdere

 

Un’esperienza emozionante unisce due edifici simbolo del territorio di Mondovì. Da un lato palazzo Fauzone, antica dimora di origini medievali nel centro storico di un borgo dal sapore antico, perfetto per riscoprire  I tempi lenti  di un turismo diverso, a pochi chilometri da Torino e dalle Langhe. Dall’altra il santuario  Regina Montis Regalis, caratterizzato dalla sua maestosa cupola, la più grande del mondo di forma ellittica.

Entrambi questi luoghi ricchi di storia sono stati portati nella contemporaneità e resi visitabili e visibili ai visitatori. Palazzo Fauzone è stato trasformato da Barbara Franco, autrice per l’infanzia tra le più prolifiche e famose in Italia, in un particolarissimo hotel, dove ogni camera è ispirata a uno dei grandi classici della letteratura internazionale.

Grazie alla visione di Kalatà, il Santuario di Vicoforte, capolavoro del Barocco e importante monumento nazionale, è stato reso palcoscenico di un tour avventuroso che prevede una salita di sessanta metri fino alla sommità. Il Magnificat – questo è il nome ideato per questa esperienza – è un esempio unico di fruizione differente di un luogo sacro, culturale e artistico. Un’occasione anche per ammirare da vicino i preziosi affreschi della sua cupola.

“Colazione con vista” è l’evento lanciato insieme da entrambe le realtà, il cui ritrovo è previsto alle ore 9 di sabato 1 giugno prossimo presso Palazzo Fauzone, in cui verrà allestita una ricca colazione, dolce e salata, a base di prodotti locali scelti accuratamente dalle aziende del territorio. Finita la colazione, Barbara Franco condurrà gli ospiti attraverso un percorso di sale affrescate dedicate alla storia di Mondovì.

Ci si sposta in seguito, dopo un breve tragitto, al Santuario di Vicoforte, che alle 11.45 aprirà le porte alla salita e alla visita della cupola, approfondendo l’incredibile storia di questa terra e della sua straordinaria architettura.

Il costo a persona è di 45 euro.

Gli ospiti di Palazzo Fauzone Relais che soggiorneranno per una notte in una delle camere a tema letterario dell’hotel avranno accesso all’evento con una tariffa dedicata di 15 euro a persona. per info e prenotazioni camere chiamare il numero +39 378 3035504

 

Mara Martellotta

Mercato Centrale Torino: ecco il Festival “Gaya – Gaya”, 100% giapponese

 

 

Il Mercato Centrale di Torino presenta “Gaya – Gaya”, il festival 100% giapponese promosso dal 31 maggio al 2 giugno, un evento rumoroso, pieno, ricco di esibizioni e esperienze giapponesi.

Un giapponese, di fronte alla richiesta su cosa significhi Gaya – Gaya, risponderebbe “rumoroso, pieno”. Si tratta di una delle onomatopee del Sol Levante più utilizzate nella vita quotidiana, e indica un contesto dove presenta allegria e energia. Il festival, che ha ottenuto il patrocinio della ambasciata giapponese, è organizzato dal Mercato Centrale di Torino in collaborazione con l’artigiano della bottega di Ramen e altre specialità giapponesi Akira Yoshida. Una grande festa della cultura orientale con tre giorni di appuntamenti didattici, workshop e degustazioni gastronomiche. Tra gli ospiti di grande rilievo che coloreranno il festival figura lo chef Hiro, il cuoco giapponese più famoso d’Italia che mostrerà come si cucina l’okonomiyaki, il piatto tipico di Osaka, la città dove si terrà Expo 2025. L’arte dei Samurai approderà al Mercato Centrale di Torino con Kamui, una troupe di artisti samurai che divulgano l’arte e la cultura giapponese nel mondo. Il loro leader, Tetsuro Shimaguchi ha partecipato anche al film Kill Bill di Quentin Tarantino come attore e coreografo in alcune scene di combattimento. Grande protagonista della tre giorni sarà ovviamente la grande cultura gastronomica nipponica, con la cerimonia del tè, Cha-no-yu – acqua calda per il tè, che sarà raccontata dalla maestra Tomoko Hoashi, o con il sakè, spiegato in tutte le sue accezioni dalla sakè sommelier Kana Cappelli, o ancora Luca Rendina, che porterà il pubblico alla scoperta del sochu, un distillato originario del Giappone. La musica sarà affidata a Kikuki Shinobu, che suonerà il sanshin, letteralmente il “tre corde”, uno strumento a corde pizzicate okinawano, probabilmente derivate dal sanxian cinese, e a Takuya Taniguchi, artista di Wakadaiko giapponese che gira il mondo facendo ascoltare gli strumenti tradizionali nipponici. Spazio anche alla narrazione contemporanea, con la partecipazione di personaggi come Kenta Suzuki, influencer giapponese più noto in Italia, o Elikottero, youtuber giapponese famoso come insegnante di lingua giapponese per il popolo italiano. Oltre agli ospiti che si esibiranno allo spazio “Fare”, molti saranno i workshop a pagamento e su prenotazione obbligatoria scrivendo a info.torino@mercatocentrale.it, che si svolgeranno nella tre giorni al Mercato Centrale Torino: degustazioni di tè, sakè, distillati giapponesi, corsi di calligrafia giapponese, di sushi, di ravioli, di origami e di Kintsuji, l’arte giapponese della riparazione delle ceramiche. Durante il festival, la terrazza del Mercato Centrale Torino, col suo pittoresco affaccio su Porta Palazzo, si trasformerà nella Asahi Beer Garden, una birreria all’aperto con street food a cura del Ramen Bar Akira, e lo spazio Fare ospiterà, oltre alle esibizioni dei tanti nomi invitati, un piccolo mercato con artigiani e produttori giapponesi che proporranno prodotti tipici.

 

Mara Martellotta

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

VENERDI 24 MAGGIO

 

Venerdì 24 maggio ore 17

MOMENTI BONSAI AL MAO

MAO – Lezione con pratica sui bonsai della terrazza – nell’ambito del Festival del Verde

Massimo Bandera, uno dei massimi bonsaisti europei, ci condurrà nel fantastico mondo in miniatura dei bonsai con i suoi allievi. Una lezione sulla terrazza del museo, dove si possono ammirare bellissimi esemplari del #masierobonsaimuseum ed eseguire pratiche di potature sui capolavori: una kata di tradizione giapponese, dove la ripetizione dei gesti stagionali ci riporta alla natura.

Partecipazione gratuita; prenotazione obbligatoria: maodidattica@fondazionetorinomusei.it oppure t. 011.4436928

 

SABATO 25 MAGGIO

 

Sabato 25 maggio ore 11 – 12

STUDENTESSE E STUDENTI DI CINESE DELLE SCUOLE MEDIE SUPERIORI PRESENTANO ALLA CITTADINANZA ROMANZI E AUTORI DELLA CINA ANTICA E MODERNA

MAO – Attività coordinata dall’Istituto Confucio dell’Università di Torino

 La formazione negli anni di scuola è un momento fondamentale della crescita intellettuale ed emotiva di ciascun individuo. Spesso i ragazzi e le ragazze sono capaci di interpretazioni e sintesi creative di quanto apprendono durante il loro percorso di studio, che rimangono di norma all’interno delle mura scolastiche. Questo progetto intende valorizzare il loro lavoro, mettendo gli studenti e le studentesse in dialogo aperto e paritario con un pubblico interessato di “fruitori” delle conoscenze che loro vorranno condividere. La speranza è che si crei uno scambio proficuo tra tutte le parti coinvolte; studentesse e studenti condivideranno i loro saperi, le loro conoscenze e le loro idee intorno alla cultura letteraria cinese. Il pubblico potrà commentare, chiedere, chiosare…Accanto alla presentazione di opere e autori, la lettura di brani scelti, tratti dai lavori presentati al pubblico potrà fornire ulteriori elementi di conoscenza e spunti di dibattito.

ore 11 – 12
Studentesse del Valdese (Torre Pellice)
I padri della Cina moderna a confronto con la tradizione: Le Antiche storie rinarrate di Lu Xun (1881-1936).
RaccontanoEmma Geymonat, Noemi Lo Iacono e Gloria Prina

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

MERCOLEDI 29 MAGGIO

 

Mercoledì 29 maggio ore 17

IL COFANO RITROVA SMALTO

Palazzo Madama – conferenza con con Giovanni Carlo Federico Villa e Simonetta Castronovo

Il cofano di Palazzo Madama rappresenta un unicum nell’ambito dell’arte medievale:  per la qualità straordinaria dei suoi smalti e della serratura con figure fantastiche in rame sbalzato – giudicata da sola uno dei massimi capolavori dell’oreficeria del Duecento; per la ricchezza del suo decoro: con i nove medaglioni in rame traforato del lato frontale raffiguranti combattimenti di animali, e gli otto sui fianchi dedicati a scene cortesi e profane descritte con estrema raffinatezza e precisione naturalistica; e perché al mondo esiste solo un altro cofano di Limoges di queste dimensioni e di questa tipologia – nella cattedrale di Aquisgrana -, un’opera tuttavia più tarda e molto rimaneggiata in età moderna.

Palazzo Madama ha avviato una raccolta fondi per acquisire gli smalti e così riposizionarli sul prezioso scrigno, restituendo a quest’opera una parte del suo decoro perduto.
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Prenotazione consigliata: 
t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 09.30 – 13.00; 14.00 – 16.00) oppure scrivere a madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

Mercoledì 29 maggio ore 18.30

SABINE SALAMÉ

MAO – performance nell’ambito del public program di Tradu/izioni d’Eurasia Reloaded

Narrativa hip hop di migrazioni

Nel dinamico panorama dell’hip hop in lingua araba, è emersa una voce unica che sta riportando il genere alla sua essenza. Sabine Salamé, rapper e poetessa libanese, con il suo ultimo lavoro “Taffe Daw…”, composto insieme al produttore libanese Jawad Nawfal (Munma), accompagna gli ascoltatori in un viaggio attraverso le fasi emotive della sua migrazione. Miscelando vari stili musicali e una narrazione sincera, “Taffe Daw…” va oltre la semplice raccolta di canzoni, diventando un riflesso delle esperienze di Salamé e delle sue complesse emozioni. Usando il potere della vulnerabilità per affrontare questioni politiche e personali da una prospettiva non convenzionale, Salamé costruisce una testimonianza per il futuro con l’obiettivo di far sentire meno soli tutti coloro che attraversano un simile tumulto.

Costo: 15 € intero – 10 € ridotto studenti (disponibile solo in museo).
I biglietti sono acquistabili il giorno del concerto presso la biglietteria del museo e in prevendita sul nostro sito e su Ticketone.


Theatrum Sabaudiae
 propone visite guidate in museo
alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

La nuova rivoluzione delle Serre Reali, sotto la guida di Filippo Masino

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Nella grande area dei Musei Reali, lungo il corso Regina Margherita, là dove sino a pochi mesi fa trovava spazio il Museo di Antichità, da un paio d’anni collocato presso la Manica Nuova di Palazzo Reale, esiste un nuovo cantiere. Una nuova veste per quella linea delle Serre suddivisa in tre padiglioni, nata nel 1921 sotto la direzione dell’ing. Aurelio Mastrogiacomo e rivolta alla visione delle settecentesche Orangery dei Kew Gardens londinesi. Non soltanto: “punto d’arrivo delle grandi trasformazioni che avevano interessato nel secolo precedente il territorio compreso tra il centro antico e il corso della Dora”, zona altresì salvaguardata dalle demolizioni degli antichi bastioni, su ordine di Napoleone nell’anno 1800, zona ancora oggi unica nella quale si può ammirare quell’antico ricordo che rimane il bastione di San Maurizio. Il cantiere delle Serre Reali, “oggetto del più importante tra gli interventi strategici dei Musei Reali torinesi”, vedrà un finanziamento con un fondo da 12 milioni di euro  – a cui vanno aggiunti altre cinque per i bastioni – messo a disposizione dal CIPE – Piano Cultura e Turismo, un progetto che vede il proprio sviluppo suddiviso tra i Musei Reali e la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Torino, coinvolto un prezioso team di professionisti, guidati dallo studio torinese Isolarchitetti con l’architetto Giovanni Durbiano. Responsabile del progetto l’arch. Filippo Masino, dallo scorso lunedì nuovo direttore delle Residenze Reali Sabaude – Direzione regionale Musei Piemonte, 45enne torinese, già a lui si deve il restauro del Teatro Romano e delle basiliche paleocristiane nella zona inferiore del Duomo nonché l’ideazione del riallestimento della Galleria archeologica.

Mentre Mario Turetta, Segretario generale del Ministero della Cultura e Direttore avocante dei Musei Reali di Torino, parla di un progetto “strategico, straordinario e ambizioso” ovvero “nuovi servizi museali avanzati, integrazione museo-città, reti per le istituzioni del territorio, l’Università, l’associazionismo e i portatori di interessi, giovani e public engagement: sono queste le coordinate sulle quali i “Musei Reali di Torino intendono mettersi in gioco per il futuro, scommettendo sulle Serre Reali in chiave di sostenibilità ambientale, innovazione, condivisione dell’eredità culturale e valorizzazione di quello straordinario insieme di arte e natura che sono i Giardini Reali”, guardando alla seconda parte del 2026 per il fine lavori (ma può darsi che la data debba essere corretta, anticipandola), Filippo Masino parla di “progressiva restituzione alla comunità”, guardando a quella nuova e saggia apertura su corso Regina come ad un punto ravvicinato, “un ponte”, che facilmente potrà mettere in contatto il centro della città con i musei e i giardini con i quartieri di Porta Palazzo e Aurora, definiti con un entusiasmo senza confini, forse un po’ troppo facili e comodi, “veri laboratori di buone pratiche, di istituzioni virtuose, caleidoscopio di culture del mondo e luogo di formazione di nuovi cittadini”.

“Gli edifici del complesso verranno rinnovati sia nell’architettura, a cui sarà restituita l’ariosa spazialità originaria – sottolineano nei loro interventi, ad una sola voce, i vari responsabili -, sia nelle componenti tecnologiche, che consentiranno di installare nuove funzioni e attività allineate ai moderni standard museali. Il programma di rifunzionalizzazione prevede spazi espositivi e depositi climatizzati, un laboratorio di restauro, sale per i servizi educativi del museo, per conferenze ed eventi, spazi per il ricovero delle piante e le attività nel verde.” Quest’ultima ambientata nel padiglione di levante – sottolinea ancora Masino -, mentre ancora una parte superiore ad un auditorium sotterraneo concepirà un tetto-giardino guardato come un tutt’uno con il resto dei Giardini.

Cogliendo infine qua e là tra i tanti e più importanti lavori che saranno messi in cantiere, si procederà con il restauro conservativo delle facciate, i padiglioni saranno liberati dalle ingombranti strutture inserite negli anni Settanta, riconsegnando loro l’antica e suggestiva spazialità, l’offerta al padiglione di Ponente di arredi leggeri in unione con la trasparenza delle vetrate pronte a illuminare una vetrina a tutta altezza dove saranno conservati segmenti delle collezioni mentre quello di Levante sarà nuovamente impiegato quale ricovero delle piante, coinvolte con le attività dedicate al verde. Interessante, dopo l’abbattimento del vecchio padiglione, sarà la costruzione di un nuovo volume vetrato ad alta tecnologia, dalle linee essenziali, che ospiterà una hall di accoglienza per il nuovo ingresso sul corso, un auditorium da 120 posti e alcune sale polivalenti attrezzate per convegni, mostre, restauri visibili, attività culturali ed eventi. La rivoluzione dei giardini, insomma; mentre a poche centinaia di metri di distanze sta prendendo consistenza un altro progetto, quello della Cavallerizza, dove si concretizza il permesso per costruire.

Elio Rabbione

Nelle immagini: le Serre Reali e rendering di future ambientazioni

“Le forme di Natura”, il ritorno di Flor

Musei Reali di Torino – Giardini Reali

Da venerdì 24 a domenica 26 maggio 2024

Nell’ambito del programma del Festival del Verde, uno degli appuntamenti più attesi è FLOR Primavera 2024, che torna per il terzo anno consecutivo ai Musei Reali di Torino coinvolgendo gli spazi dei Giardini Reali, dal Ducale alla Cavallerizza, in un magnifico connubio tra natura, arte e storia.

L’appuntamento è per venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 maggio, dalle 9.30 alle 19, per un’edizione all’insegna dei profumi e dei colori della Natura ma anche della cultura green, dell’educazione alla sostenibilità e del benessere.

Saranno circa 150 gli espositori tra florovivaisti provenienti da almeno 10 regioni d’Italia, dal Piemonte alla Sicilia, dalla Lombardia alla Toscana passando per la Liguria, l’Umbria e il Veneto, ma anche artigiani, ceramisti, agricoltori.

 

I florovivaisti, con qualche presenza internazionale dalla Slovenia e dall’Olanda, porteranno le proprie eccellenze per offrire un vero e proprio spettacolo naturale primaverile e permettere a tutti i green lovers e ai semplici curiosi di trovare ogni tipologia di pianta: dalle più “classiche” a quelle insolite e rare.

Un turbinio di colori e profumi che spazierà dalle rose alle piante aromatiche e officinali, dalle orchidee agli agrumi passando per le affascinanti succulente. Ma anche piante acquatiche, rampicanti e tropicali, da secco e da sole intenso, da ombra, bonsai, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Un insieme di proposte per abbellire spazi urbani, giardini, terrazzi e balconi e stuzzicare la curiosità degli esperti di giardinaggio e di tutti gli appassionati che stanno affinando il loro pollice verde.

Non soltanto fiori ma, come da tradizione, anche una selezione di alcuni dei più apprezzati produttori agricoli che porteranno tipicità come i taralli e le marmellate, frutta e verdura disidratata e distilleria, e artigiani con i loro prodotti unici come gioielli di vetro e argento, decorazioni in metallo riciclato per il giardino, ceramiche e oggettistica in legno.

FLOR propone anche arredi antichi e moderni per gli spazi esterni, sementi e prodotti naturali, decorazioni per la casa e il giardino, spezie di ogni tipo ed erbe medicinali.

Dal florovivaismo alla cultura, la mostra “La Cavallerizza Reale: una comunità multispecie”, realizzata nell’area dei Giardini della Cavallerizza afferenti ai Musei Reali, vuole illustrare la biodiversità nello spazio dei giardini del bastione San Maurizio, evidenziando la presenza di numerose specie di flora e fauna.

Come ormai tradizione, in occasione di FLOR Primavera 2024 torna “Flor Educational”, con una programmazione di eco – laboratori all’aria aperta destinati ai bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni, con l’obiettivo di avvicinare le nuove generazioni ai segreti della Natura e far conoscere più da vicino l’affascinante mondo dei fiori, delle piante e degli animali.

Spazio anche quest’anno alla rassegna VerdeTrama, una mostra mercato di moda e tessuti sostenibili. Un inno all’eleganza della Natura e allo Slow Fashion, un punto d’incontro tra il grande pubblico e oltre 20 realtà artigianali emergenti che hanno la possibilità di mettere in mostra le proprie creazioni in un luogo incantevole e di grande impatto scenografico.

Per la prima volta, poi, all’interno di FLOR Primavera ci sarà uno spazio dedicato al benessere con Verde Benessere, festival diretto da Marta Indra di Giulio con pratiche di benessere multidisciplinari svolte da professionisti del settore. Le attività offriranno esperienze per riconnettersi con la natura e imparare da essa.

Anche Amiat-Gruppo Iren sarà presente all’interno della manifestazione, con uno spazio all’interno dei Giardini Reali dedicato al ciclo dei rifiuti: qui sarà possibile ricevere materiale informativo e ritirare gratuitamente del compost, prodotto in appositi impianti grazie alla valorizzazione della frazione organica della raccolta differenziata. Un esempio virtuoso di economia circolare che trova perfetta applicazione nell’ambito di FLOR Primavera

Non mancherà come sempre un’area food con la selezione di stand e food truck presso la Cavallerizza Reale per degustare le eccellenze enogastronomiche del territorio durante l’orario di apertura della manifestazione.

 

INFORMAZIONI

FLOR Primavera 2024 è ideato e organizzato da Orticola del Piemonte (www.orticolapiemonte.it) grazie alla preziosa collaborazione dei Musei Reali di Torino. Media partner dell’evento sono Casa Naturale, Radio Veronica One e Radio Beckwith.

Si svolge presso i Giardini dei Musei Reali, con ingresso da Piazzetta Reale, 1, da venerdì 24 a domenica 26 maggio (orari: 9.30 – 20 tutti i giorni, ultimo ingresso ore 19).

Costi: biglietto di ingresso giornaliero euro 8 // biglietto ridotto (under 30 solo online) euro 6. Ingresso gratuito per bambini e ragazzi da 0 a 14 anni.

Per i possessori di Abbonamento Musei, Royal Pass o Torino + Piemonte card è possibile acquistare il biglietto alla tariffa ridotta di 6€ (in loco).

Svelati a Palazzo Barolo i segreti di “Moyoco Anno e l’eredità dei bijinga”

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A Palazzo Barolo è in corso fino al 30 giugno 2024 la mostra immersiva intitolata “Shinhanga”, un focus sulla nuova onda delle stampe giapponesi, con riferimento al movimento artistico che, all’inizio del XX secolo ha rivoluzionato la tradizionale stampa Ukiyoe.

Per la prima volta in Italia si possono ammirare oltre ottanta opere originali di alcuni dei più celebri maestri Shinhanga, che combinano gli elementi classici della tradizionale stampa Ukiyoe con la sensibilità modernista del Giappone del XX secolo. La mangaka Moyoco Anno, amata in tutto il mondo per i suoi shoujo manga dedicati alle donne e alle tematiche femminili, è la protagonista degli eventi collaterali a Palazzo Barolo. A parlare di Moyoco Anni e dell’eredità dei bijinga, ritratti di belle fanciulle tra i soggetti più ricorrenti dell’arte giapponese, sarà la Professoressa Anna Specchio, Docente di Lingue Letterature del Giappone e della Corea all’Università di Torino. I bijinga costituiscono una forma d’arte che, sebbene usate dalle xerigrafie in epoca moderna, non ha mai smesso di influenzare la contemporaneità. Oggi sono i manga a veicolare tali raffigurazioni, grazie ad artiste e artisti che rappresentano delle donne dal corpo avvenente in chiave pop.

 

Mara Martellotta

 

 

Torna il Festival delle Colline Torinesi

Con 15 spettacoli, 7 prime e 6 produzioni, dal 12 ottobre prossimo

 

Il Festival delle Colline Torinesi – Torino Creazione Contemporanea- è la storica rassegna teatrale diretta da Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla, e ideata da TPE Teatro Astra. Tornerà dal 12 ottobre al 10 novembre prossimi con un’edizione di ampio respiro che può contare su sette prime, sei produzioni, quindici spettacoli, 28 giorni di programmazione e 52 recite.

Il Festival delle Colline Torinesi porta in scena spettacoli internazionali e italiani per riflettere sul tema del confine e sconfinando tra le arti. L’attenzione verso le avanguardie teatrali si accompagna alla ricerca di nuovi linguaggi scenici e drammaturgici e alla scoperta di nuovi talenti. Sono questi gli elementi su cui si basa la rassegna, ospitata in varie sale, tra cui quelle della Fondazione Merz, le Fonderie Limone, la Lavenderia a Vapore, il Teatro Astra, il Teatro Gobetti e la Sala Pasolini.

Il12 e 13 ottobre prossimi verrà presentato la “Luz de un lago” di El Conde de Torrefiel.

Una delle sfide ricorrenti di questa compagnia spagnola è quella di produrre teatralità a partire da un paesaggio sonoro. In questo spettacolo il suono diventa pilastro centrale della comunicazione e della narrazione; la tecnologia rinforza l’acqua, l’argilla e il metallo. Il 12 e 13 ottobre sarà di scena la pièce “Senza titolo” della Società, di Romeo Castellucci. La performance presenta componenti di ritualità e somiglia al movimento del Giunca, di molte forme di preghiera e di danza del pianeta. Si tratta di un’azione reiterata offerta al pubblico con un moto perpetuo. “Senza titolo” è il focus condiviso su Castellucci per il terzo anno consecutivo. Il 15 e 16 ottobre sarà di scena il nuovo lavoro di Sotterraneo, che si rifà al romanzo di Ray Bradbury “Fahrenheit 451”, reso celebre dal regista francese Truffaut. In questa pièce a un futuro distopico corrisponde una reale notte della civiltà, il rogo dei libri, che ricorda quello hitleriano del maggio 1933. Come in “Fahrenheit 451”, i pompieri furono gli adepti di una politica liberticida a decidere. Dal 15 al 20 ottobre andrà in scena “Cenci-Rinascimento contemporaneo” con la Piccola Compagnia della Magnolia. Una sua riscrittura attinge a Shilley, Stendhal, Artaud e rivela gli inquietanti atti del processo contro Beatrice Cenci, giovane nobildonna romana decapitata per parricidio nel 1599, dopo aver subito per anni le violenze di un padre violento, incestuoso e corrotto. Oggi quel “teatro della crudeltà” rivela un mancato rinascimento, in cui la vulnerabilità al patriarcato dominante è un’ombra scura mai cancellata. Dal 18 al 19 ottobre sarà in scena “Salomè”, che si ispira alla musicalità ipnotica del testo di Oscar Wilde, che scelse il francese per sfruttare il potenziale sonoro e ritmico della lingua, e che ha ispirato la forma di una drammaturgia in un corpo, luce e suono che agiscono in simbiosi, non mancando di sviluppare tensioni violente. Erode fece decapitare Giovanni Battista e posò la testa su un vassoio porgendola a Salomè. Un’altra pièce, che giunge dal Festival di Atene ed Epidauro, si intitola “Thebes: A Global Civil War”, e sarà in scena il 19 e 20 ottobre. Lo spettacolo riflette sulle guerre civili di ieri e di oggi, e fonte di ispirazione sono “I Sette contro Tebe” di Eschilo, con la lotta fratricida tra Eteocle e Polinice, con Antigone che sfida il tiranno Creonte per dare sepoltura al fratello sconfitto. Gli interpreti sono greci, provenienti da Bosnia, Congo e Libano. Il nucleo concettuale è l’importanza della memoria “Mnemosine – madre delle Muse”. Tra gli altri spettacoli vi è “Elogio della vita al rovescio” di Daria Deflorian, che si concentra su uno dei rapporti più narrati e più amati dalla scrittrice sudcoreana Han Kang. L’osmosi tra le due sorelle è una corrente infinita. Sullo sfondo la violenza delle relazioni domestiche e le guerre del mondo. Il titolo della pièce è preso a prestito da una raccolta di articoli di Karl Kraus.

Dal 22 al 31 ottobre si terranno due conferenze-spettacolo intitolate “Hannah”, promosse da Sergio Ariotti e Francesca Cutolo. La prima datata 1943 e la seconda risalente ai giorni nostri. Nella prima si comincia a discutere della “soluzione finale” della Shoah e della condizione dei migranti in America. Nell’altro incontro si parlerà dell’eredità culturale di Hannah Arendt, in riferimento allo Stato di Israele e al mondo arabo.

Il Festival delle Colline Torinesi si concluderà con gli spettacoli “Lapis Lazuli” il 22 e 23 ottobre, “Sahara” il 26 e 27 ottobre, “Ordalie” il 30 e 31 ottobre, e a novembre con quattro spettacoli, l’1 e 2 novembre “L’ombelico dei limbi”, tratto da Artaud, presso la Lavanderia a Vapore di Collegno, l’1 e 2 novembre “La pagina” con il Teatro della Tosse, il 5 novembre “La notte, con Pippo Delbono e Piero Corso, infine dal 6 al 10 novembre sarà in scena “Il risveglio” con la compagnia di Pippo Delbono al Teatro Astra.

 

Mara Martellotta