Cosa succede in città- Pagina 72

Un trittico di mostre apre l’anno 2024 a Camera – Centro Italiano per la Fotografia

Un trittico di mostre inaugura l’anno 2024 di Camera – Centro Italiano per la Fotografia, esposizioni dedicate a grandi maestri della fotografia internazionale. Dalle immagini della guerra civile spagnola a un grande progetto artistico nella Milano del boom economico, passando attraverso i paesaggi del Piemonte rurale.

La prima mostra intitolata “Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra” ha il suo fulcro nella guerra civile spagnola, momento cruciale della storia del XX secolo, e nel rapporto professionale e sentimentale tra Robert Capa e Gerda Taro, tragicamente interrottosi con la morte della fotografa avvenuta nel 1937. Fuggita lei dalla Germania nazista, lui emigrato dall’Ungheria, Gerta Pohorille e Endré (poi francesizzato André) Friedmann (questi i loro veri nomi), si incontrano a Parigi nel 1934. L’anno successivo nasce il loro sodalizio artistico-sentimentale, che li porta a frequentare i “caffè” del quartiere latino e a impegnarsi nella fotografia e nella lotta politica. In una Parigi in gran fermento, invasa di intellettuali e artisti da tutta Europa, Gerta si inventa il personaggio di Robert Capa, ricco e famoso fotografo americano approdato da poco nel continente, alter ego con il quale André si identificherà con il resto della sua vita. Anche Gerta cambia il suo nome e assume quello di Gerda. L’anno decisivo per entrambi è il 1936, quando raggiungono Barcellona per documentare la resistenza repubblicana.

Prima di approdare in Spagna, Robert fotografa le elezioni a Parigi, la vittoria del Fronte Popolare, gli scioperi e le manifestazioni, pubblicando alcuni servizi sulla stampa francese. A inizio agosto del 1936 raggiungono Barcellona per documentare la resistenza repubblicana, e nei mesi successivi ritornano in Spagna più volte, insieme o singolarmente.

La mostra si conclude con la morte di Gerda, avvenuta sul fronte spagnolo, a Brunete. Negli anni successivi, Robert Capa viene riconosciuto come il più grande fotoreporter della storia, ma è accanto a lei che la sua leggenda inizia. È proprio del 1936 lo scatto leggendario di Capa rappresentante “Il miliziano colpito a morte”, mentre Gerda Taro scatterà la sua immagine più iconica ne “una miliziana in addestramento” con la pistola puntata e scarpe con i tacchi, da un punto di vista inedito della guerra fatta e rappresentata da donne.

L’intensa stagione fotografica, guerra e amore di questi due straordinari personaggi è narrata nella mostra di Camera, curata da Walter Guadagnini e Monica Poggi, attraverso le fotografie di Gerda Taro e Robert Capa, nonché grazie alla riproduzione di alcuni provini della celebre “valigia messicana”, contenente 4.500 negativi scattati in Spagna dai due protagonisti della mostra e dal loro amico e sodale Davide Seymour, detto Chim. La valigia, di cui si persero le tracce nel 1939, quando Capa la affidò a un amico per evitare che i materiali venissero distrutti o sequestrati dalle truppe tedesche, è stata ritrovata alla fine degli anni Novanta a Mexico City, permettendo l’attribuzione corretta di una serie di immagini di incerta provenienza.

La seconda mostra è una personale dedicata a Michele Pellegrino, intitolata “Michele Pellegrino. Fotografie 1967 – 2023”, curata da Barbara Bergaglio, si compone di 50 immagini del fotografo nativo di Chiusa di Pesio nel 1934. Un’essenziale antologica del suo percorso creativo, tra montagne, ritualità, volti e momenti del mondo contadino che narrano la passione per la sua terra e per la fotografia. La mostra si compone di cinque sezioni che costituiscono una sintesi del lavoro dell’autore nel corso della sua lunga attività professionale e artistica: Esodo, Storie di uomini e di montagne, Visages de la contemplation, Scene di matrimonio, Le nitide vette e Langa.

La prima sezione contiene reportage realizzati negli anni Settanta dal fotografo tra le valli cuneesi, ritratti di abitanti, mezzadri, margari, uomini, donne, bambini e anziani vissuti in condizioni durissime che hanno portato all’abbandono della montagna e alla ricerca di una vita migliore a valle. Con “Visages de la contemplation” si entra nel progetto artistico dedicato al tema della clausura. Pellegrino indaga questa realtà nascosta in cui viene ammesso gradualmente, conquistando fiducia e riuscendo a entrare attraverso il passaparola, all’interno di abbazie e conventi italiani e francesi. “Scene di matrimonio” nasce dai servizi fotografici di nozze durante i quali, oltre alle fotografie ufficiali, il fotografo fissa sulla pellicola momenti dei preparativi e della festa, colti con simpatia e un pizzico di ironia. Siamo negli anni Cinquanta, ed egli ritrae la bella sposa fiera del suo abito, i camerieri sull’attenti, le damigelle in attesa, le coppie felici e i gruppi di famiglia dalla significativa prossenica. Le fotografie dedicate alla montagna sono proposte nella sezione “Le nitide vette”, frutto di pazienti attese e lunghi appostamenti per cogliere la luce migliore nel momento giusto, mentre altri scatti sono stati realizzati “al volo”. Langa è la sezione dedicata a un territorio molto noto, attraversi poche e intense immagini lontane dagli stereotipi attuali.

La terza mostra è quella dedicata a Ugo Mulas, che ha fotografato l’opera realizzata nel 1961 da Saul Steinberg, una straordinaria decorazione a graffito dell’atrio della palazzina Mayer, a Milano. Si trattava di un lavoro importante che seguiva altre analoghe imprese compiute dal grande illustratore nel decennio precedente. Per aiutare Mulas nel suo lavoro, Steinberg redige un breve testo che spiega l’iconografia e il senso dell’opera, e decide per la prima e unica volta di lavorare sull’intonaco fresco, popolando i muri di personaggi e allegorie che affondano le proprie radici nella vita personale dell’artista. I graffiti andarono distrutti e le fotografie di Mulas rimangono l’unica testimonianza del lavoro di Steinberg.

 

Camera – Centro Italiano per la Fotografia, via delle Rosine 18, Torino

www.camera.to

 

Gian Giacomo Della Porta

Premiata una torinese a Miss mamma Italiana

Varese. Proseguono in tutta Italia le selezioni per “Miss Mamma Italiana 2024”, concorso nazionale di bellezza e simpatia giunto quest’anno alla sua 31° edizione, curato dalla Te.Ma Spettacoli di Paolo Teti (ideatore e Patron del Concorso) e riservato a tutte le mamme aventi un’età tra i 25 ed i 45 anni, con fascia “Gold” per le mamme dai 46 ai 55 anni e fascia “Evergreen” per le mamme con più di 56 anni.

“Miss Mamma Italiana” sostiene “Arianne” Associazione Onlus per la lotta all’Endometriosi, una malattia cronica, progressiva ed invalidante, ancora poco conosciuta, che in Italia colpisce quasi 4 milioni di donne fin dall’adolescenza e che, per questo motivo, deve essere ben conosciuta per permettere un’attivazione spontanea in caso di sintomi sospetti. Domenica 18 febbraio, a Varese, si è svolta una selezione valevole per l’elezione di “Miss Mamma Italiana 2024”. 24 le mamme partecipanti che, oltre a sfilare in passerella con abiti eleganti, hanno sostenuto una prova di abilità (come cantare, ballare, illustrare ricette gastronomiche, cimentarsi in esercizi ginnici ed in prove creative ed artistiche), che rappresentasse la loro personalità.

La giuria ha proclamato vincitrice della selezione FEDERICA DE FINO, 41 anni, insegnante di scuola d’infanzia, di Sumirago (VA), mamma di Emanuele ed Elisa, di 14 ed 11 anni; la fascia “Miss Mamma Italiana GOLD” (riservata alle mamme dai 46 ai 55 anni), è andata a FEDERICA MARANGONI, 47 anni, operaia, di Porto Ceresio (VA), mamma di Diego e Matteo, di 13 e 6 anni; mentre la fascia “Miss Mamma Italiana EVERGREEN” (riservata alle mamme con più di 56 anni), è andata a LUCIA VITRANI, 57 anni, commessa, di Brenta (VA), mamma di Susanna e Simone, di 34 e 30 anni. Queste le altre mamme premiate: ◦ “Miss Mamma Italiana Damigella d’Onore” CHIARA DE GIORGIO, 31 anni, psicopedagogista, di Varese, mamma di Gabriele di 2 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Solare” CHIRIHANE FATAT, 35 anni, parrucchiera, di Lavena Ponte Tresa (VA), mamma di Asia di 12 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Fashion” NADEJDA TOMAC, 41 anni, casalinga, di Gallarate (VA), mamma di Riccardo e Mattias, di 14 e 12 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Glamour” ROSAMARIA CORBISIERO, 39 anni, impiegata, di Cassano Magnago (VA), mamma di Daniele di 8 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Sportiva” MONICA DE BONIS, 34 anni, cuoca, di Casale Litta (VA), mamma di Leonardo, Bianca, Ginevra e Federico, di 12, 6, 4 e 2 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Dolcezza” CHIARA BIANCHI, 40 anni, insegnante, di Buguggiate (VA), mamma di Mirko, Gioele ed Aurora, di 7, 6 e 4 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Gold Sorriso” DAINA GIULIANINI, 47 anni, modellista, di Busto Arsizio (VA), mamma di Giorgia ed Alice, di 14 e 13 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Gold Eleganza” IVANA COSENTINO, 49 anni, imprenditrice, di Torino, mamma di Oscar di 15 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Gold Sprint” MONICA TONETTI, 54 anni, sarta, di Lonate Pozzolo (VA), mamma di Melissa di 28 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Gold Solare” EMANUELA LOCATELLI, 48 anni, agente di viaggio, di Corbetta (MI), mamma di Riccardo di 7 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Evergreen Radiosa” ALBERTINA GALLIVERTI, 76 anni, casalinga, di Busto Arsizio (VA), mamma di Francesco e Valentina, di 53 e 50 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Evergreen in Gambe” SIMONA UBOLDI, 59 anni, impiegata, di Novate Milanese (MI), mamma di Matteo e Samuele, gemelli di 34 anni e di Gabriele di 29 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Evergreen Arianne” ANGELA GEMELLI, 62 anni, dirigente di comunità, di Crodo (VB), mamma di Simone e Rita, di 41 e 34 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Evergreen Simpatia” SEBASTIANA PILOTA, 64 anni, casalinga, di Besozzo (VA), mamma di Pamela e Laura, di 42 e 36 anni. L’evento è stato presentato da PAOLO TETI Patron del concorso e da MARIA RAIMONDO, vincitrice del titolo nazionale “Miss Mamma Italiana Solare 2023”. Ospiti d’Onore, le Madrine di Miss Mamma Italiana, vale a dire le vincitrici di fascia nazionale del concorso. Le mamme interessate a partecipare al Concorso a loro dedicato (le iscrizioni sono gratuite), possono contattare la Te.Ma Spettacoli al numero 0541 344300 oppure consultare il sito www.missmammaitaliana.it

All’Archivio di Stato la mostra dedicata a Edoardo Sanguineti e al suo rapporto con Torino

Alle sezioni riunite dell’Archivio di Stato, in via Piave 21,

La mostra, a ingresso gratuito,  sarà aperta fino al 30 aprile 2024 e attingerà ai fondi del Centro Studi interuniversitario Edoardo Sanguineti, con i quali interagiscono alcune schede lessicografiche selezionate provenienti dal fondo esempi letterari (scarti e giunte) del grande dizionario della lingua italiana, al quale Sanguineti partecipò grazie alla fondamentale mediazione dell’amico Tullio de Mauro in veste di direttore di Supplementi.

Sarà anche possibile ammirare per la prima volta due recentissimi ritrovamenti, che risalgono agli albori della carriera di Sanguineti poeta, il manoscritto di Composizione, la raccolta sottoposta nel febbraio 1950 a Cesare Pavese, che la rifiutò, due redazioni di Laszo Varga e il manoscritto finale di labirinto, la fondamentale opera di esordio di Sanguineti, nella redazione il cui titolo era ancora Laberintus

La mostra fa parte della rassegna intitolata “Edoardo Sanguineti nella città “cruciverba””, ideata dal centro studi interuniversitario Edoardo Sanguineti in collaborazione con UniVerso, l’osservatorio permanente sulla contemporaneità dell’Universitàdi Torino, Archivio di Stato di Torino, Accademia delle Scienze di Torino,  infini.to- planetario di Torino e Museo dell’astronomia e dello spazio Attilio Ferrari, Dipartimento di scienze della vita e biologia dei sistemi, Dipartimento di studi umanistici  e StudiumLab, che vanta il prestigioso patrocinio di istituzioni culturali nazionali  quali l’Accademia della Crusca e l’Accademia Toscana di Scienze e Lettere la Colombaria, della Gam, Galleria d’arte moderna di Torino e di Rai Teche.

Il programma è stato inaugurato il 27 novembre scorso e include una mostra e cinque momenti di convegno, articolati in un percorso significativo per i luoghi e gli enti coinvolti, che guarda ai diversi interessi di Sanguineti in un itinerario alla scoperta delle spinte creative dell’autore e delle molteplici relazioni interdisciplinari che conducono ad un’incessante rideterminazione semantica di materiali ed oggetti.

Sanguineti definì la parola “fabbrica del mondo” e proprio la parola rappresenta il fil rouge della rassegna, che esplora gli interessi lessicografici del poeta, strettamente connessi alla città di Torino, da lui definita “città cruciverba” con tutte le caselle bene a posto, secondo uno schema assolutamente geometrico e con tutte le definizioni  a posto”. Una definizione che guardava anche al suo ruolo di ‘lessicomane’. Nel capoluogo piemontese, infatti, Sanguineti collaborò ai progetti di due dizionari, il grande dizionario della lingua italiana (GDLI Battaglia) e il Grande Dizionario italiano dell’uso (GDU, De Mauro).

 

Mara Martellotta

Rock Jazz e dintorni a Torino. Seeyousound e Mike Dawes

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

Lunedì. Al Cafè Des Arts suona il quartetto israeliano Sandia.

Martedì. Allo Spazio 211 si esibisce il chitarrista Mike Dawes.

Mercoledì. Al Blah Blah sono di scena i Raining Nails. All’Osteria Rabezzana suona il Creative Jazz Quartet.

Giovedì. Al Peocio di Trofarello è di scena David Ellefson. All’Hiroshima Mon Amour suonano i C’mon Tigre. Al Blah Blah si esibisce James Ionathan Clancy.

Venerdì. Inizia Seeyousound al cinema Massimo. L’inaugurazione è affidata al lungometraggio su Cindy Lauper “Let The Canary Sing” preambolo dell’esibizione della cantante Lamante. All’Hiroshima si esibisce il rapper Kaos  accompagnato dal Dj Craim. Allo Ziggy suonano i 99th Floor mentre al Cafè Muller si esibiscono i Desidia. Al Kontiki suonano i Follia Nuda e gli Invernice. Al Blah Blah sono di scena i Bluedaze. Al Magazzino sul Po suonano i Bengala Fire. Al Folk Club suona il bluesman Francesco Piu. Allo Spazio 211 è di scena Edda.

Sabato. Al Bunker serata intitolata “La grande notte del jazz torinese”. Tanti i musicisti da segnalare: Luigi Tessarollo, Alessandro Chiappetta, Claudio Bonadè, Max Gallo e Alfredo Ponissi. Per Seeyousound il documentario sul pioniere del suono elettronico Morton Subotnick preceduto dal trio Solar Pulsers. Al Blah Blah suonano i Burn The ocean. Al Magazzino di Gilgamesh si esibisce la cantante Sheol Dilù Miller. Allo Ziggy sono di scena i Putan Club.

Domenica. Per Seeyousound il documentario “Rèveiller Les Vivents” su Brigitte Fontaine e “Even Hell Has Its  Heroes” sui metallari Earth. All’Imbarchino suona la violinista Catherine Graindorge mentre al Magazzino sul Po si esibisce il percussionista Manu Delago.

Pier Luigi Fuggetta

“IAAD. Design Workshop” A Torino, 150 studenti si confrontano

Sei workshop, sei “sfide” per progettare il futuro: “IAAD. Un linguaggio senza confini”

Dal 19 al 24 febbraio

“Gli ‘IAAD. Design Workshop’ sono riflessioni che si trasformano in progetti. Idee che diventano soluzioni”.

Con questa suggestiva presentazione si apre la XIV edizione degli “IAAD. Design Workshop” progettata da “IAAD.Torino”, in collaborazione con “Itinerari Paralleli”“impresa sociale che accompagna nell’ideazione, progettazione e realizzazione di contenuti culturali e azioni di innovazione sociale, aggregando competenze complementari con una forte visione etica in comune”.

Titolo “Design. A dialogue without boundaries”, la nuova edizione si aprirà lunedì 19 febbraio alle 11,30, presso l’Impresa Sociale – Teatro “Q77” (corso Brescia 77, Torino) e vedrà il contributo di “World Design Organization” (“WDO” di Montreal – Canada)) con gli interventi di Thomas Garvey, WDO President, Lilian González, Industrial Designer e Board advisor WDO e del designer Matteo Ragni.

Da lunedì 19 a sabato 24 febbraio, 150 studenti “IAAD.” e delegazioni provenienti da college europei “AD Education” e dai partner italiani “Accademia Italiana” (Firenze e Roma), “Scuola Holden” (Torino), “SAE Institute” (Milano), si confronteranno per immaginare “nuove opportunità e soluzioni” per risolvere le attuali “divisioni fisiche, culturali, tecnologiche, sociali”.

Ogni team sarà composto da un “project leader” (un professionista vicino alla tematica affrontata dal workshop), uno o più assistenti e studenti dei diversi dipartimenti “IAAD.” e delle delegazioni ospiti. Caratteristica del team di lavoro è la trasversalità di competenze rappresentate”, per promuovere il confronto con background culturali, sociologici e accademici diversi sul tema del confine “Design. A dialogue without boundaries”.

Ospiti della conferenza inaugurale: Lilián González  (designer industriale, coordinatrice accademica all’“Università Anahuac” del Messico, nonché membro del comitato editoriale della rivista “Worldesign” di “Domus” e consigliere del “Don Norman Design Award”) insieme al milanese Matteo Ragni , che dal 1994 progetta e si occupa di design negli ambiti più diversi dell’industria e dell’artigianato, con un interesse che si focalizza sempre di più sulla progettazione volta ad unire “funzione” e “innovazione tipologica”. Ragni é stato, inoltre, uno dei più giovani vincitori del “Compasso d’Oro” a 29 anni, nel 2001, con la posata usa e getta “Moscardino”, disegnata insieme a Giulio Iacchetti. Nel 2014 ha ricevuto il secondo “Compasso d’Oro”, sempre con Giulio Iacchetti, per il design di una serie di tombini per “Montini Spa”, azienda specializzata in chiusini e griglie stradali, con sede a Roncadelle (Brescia). Lavori, che di volta in volta “sottolineano un approccio eclettico e discreto, sempre alla ricerca dell’ironia e del gesto progettuale riflessivo e pulito”.

Alla guida dei sei workshop“MinD Mad in Design”, l’associazione che dal 2014 opera in risposta a situazioni di disagio ed emarginazione nell’ambito della fragilità mentale; Elia Pellegrino, musicista, ha suonato nel “Pugile” (band torinese) per diversi anni e portato avanti il progetto solista “AKE”; Jacopo Gottlieb , esperto nella creazione di esperienze di “realtà virtuale” nel campo della divulgazione scientifica; Dario Oliverodesigner multidisciplinare appassionato di “car design”, vincitore del “Red Dot Design Award”Alessandro Argenio, direttore nel Master in “Transportation Design” all’“Umeå Institute of Design” (Svezia); Alberto Piazzalunga, “designer multidisciplinare” che lavora su progetti di impatto sociale; Enrico Tarò , designer, operatore culturale e ricercatore indipendente interessato in particolare “allo sviluppo di nuove forme di collettività e di partecipazione attraverso linguaggi artistici e culturali”.

Per infowww.iaad.it

g.m.

Scatenato dj set di SKIN alle Gru

In occasione dell’inaugurazione della nuova piazza sud delle Gru ieri sera si è esibita Skin in uno scatenato dj set infiammando il numeroso pubblico accorso al centro commerciale di Grugliasco.

L’artista londinese, dopo il grande successo riscosso a Sanremo duettando con i canavesani Santi Francesi, è stata la punta di diamante di una settimana ricca di festeggiamenti.

 

La sua performance alla consolle nel format WOW Night 2 è stata preceduta dall’opening Act di Mauro Furdone e chiusa da Tapeout. Al termine dell’esibizione Skin ha concesso qualche autografo ai fans adoranti.

GIULIANA PRESTIPINO

Sold out per il ritorno della star mondiale del pianoforte Lang Lang all’Auditorium del Lingotto

È sold out all’Auditorium del Lingotto per il ritorno della star mondiale del pianoforte, Lang Lang, che suonerà venerdì 23 febbraio prossimo alle 20.30

Il suo recital pianistico avrà al centro la forma libera, con scelta di brani da Gabriel Fauré a Robert Schumann fino a Frydryk Chopin.

Per il New York Times si tratta “dell ‘artista della classica più in voga sul pianeta”, tanto da essersi esibito nelle più grandi sale da concerto del mondo, per i reali inglesi a Buckingham Palace e per papa Francesco in Vaticano.

Virtuoso celebre per la sua esuberanza pop, ha suonato alla cerimonia inaugurale di apertura delle Olimpiadi di Pechino e ai Grammy Awards con i Metallica.

A quindici anni dalla sua ultima esibizione a fianco di Daniel Harding e della Royal Concertgebouw Orchestra, il grande pianista fa ritorno all’Auditorium del Lingotto con un repertorio totalmente romantico, quale seconda tappa del tour che il 19 febbraio lo vedrà impegnato all’Accademia di Santa Cecilia a Roma.

Per il suo programma torinese Lang Lang intreccia la cantabilità suadente della Pavane in fa diesis minore op. 50 che più ha contribuito alla fortuna di Gabriel Fauré dalla sua creazione, avvenuta nel 1888 con l’aggiunta di un coro ai Concerts Lamoureux; le otto folgoranti fantasie di Kreisleriana op. 16 del 1838 di Robert Schumann e dedicate a Chopin; una scelta di brillanti Mazurche di Fryderyk Chopin, che si iscrivono nel comune repertorio della Salonmusik coltivato ininterrottamente dal compositore fin dai precoci esordi nei salotti dell’aristocrazia di Varsavia; la Polacca in fa diesis minore op. 44 del 1841, una pagina chopiniana dal tono eroico fortemente sperimentale a livello formale, che fu lo stesso autore a definire “una specie di Fantasia in forma di Polacca”. Detta anche Polonaise, la Polacca in fa diesis minore risulta un’opera sperimentale che nasce nel 1841, anno in cui Chopin andava ricercando per le sue composizioni nuove soluzioni formali che raggiungeranno la loro espressione più alta nella Fantasia in fa minore op.49. Pubblicata nel 1841 questa Polacca, anzi Fantasia in forma di polacca, sollevò gli entusiasmi di Huneker, Liszt e molti altri. Si tratta di una pagina arditamente concepita e realizzata. Il tema della Polacca sgorga da un gruppo di suoni inesistenti affermandosi con un tono drammatico, che rivela subito la personalità di Chopin.

 

Mara Martellotta

Palazzo Madama, “Europa”: fino al 2 aprile 2024

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Palazzo Madama inaugura il 2024 proseguendo la propria missione di Museo Civico nell’ottica della valorizzazione delle collezioni comunali torinesi e del dialogo con il territorio, della presentazione delle donazioni e della proposizione di nuovi allestimenti temporanei.

Se all’inizio dell’anno si andava a ridefinire, per motivi di conservazione e tutela dei beni, la sezione dedicata ai tessuti, si presenta per la prima volta al pubblico l’importante collezione di peltri, donata da Attilio Bonci e presente nel piccolo Guardaroba e nel Gabinetto cinese. Febbraio è il mese consacrato al completamento del progetto iniziato nel 2022 e dedicato ai valori fondanti dei popoli europei. Con i suoi 2000 anni di storia, palazzo Madama incarna la storia e le identità europee, nel primo secolo era porta decumana di Augusta Taurinorum, dal XIII secolo castello medievale e residenza rinascimentale; nel Settecento fu capolavoro del Barocco e nell’Ottocento sede del Senato che decretò l’Italia unita; dopo aver redatto lo Statuto Albertino, la Carta Costituzionale, nata dal ciclo rivoluzionario e dai moti europei del 1848, spesso definiti “la primavera dei popoli” in Europa. Promulgato da Carlo Alberto di Savoia Carignano il 3 marzo 1848, con l’Unità d’Italia del 17 marzo 1861, lo Statuto divenne la carta fondamentale del Regno, fino all’entrata in vigore della nostra Carta della Costituzione Repubblicana, che trova ancora in esso i suoi fondamenti.

Palazzo Madama, dopo la commissione da parte del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in occasione della Giornata dell’Europa del 9 maggio 2023, a integrazione di quanto compiuto nel maggio 2022 nelle sue sale per la riunione del Consiglio d’Europa, sta avviando il progetto “Europa – l’illustrazione italiana racconta l’Europa dei popoli”, che ha accompagnato in 43 Paesi del mondo in cinque continenti. Palazzo Madama ha scelto di completare questo intervento con un’illustrazione dedicata allo Statuto Albertino, realizzata da Marta Signori, che ha preso spunto dalla chiosa del proclama che annuncia lo Statuto con le parole di Carlo Alberto. Un’accelerazione della nostra storia moderna che vede protagonista nuovamente palazzo Madama con un nuovo documento essenziale per la costituzione dell’Europa: 18 ottobre 1961 ospitò i firmatari della Carta Sociale Europea, il Trattato del Consiglio d’Europa, che protegge i diritto di ogni individuo nella sua vita quotidiana. Sono il diritto all’abitazione, alla protezione della salute, all’istruzione, al lavoro, alla tutela giuridica e sociale, alla libera circolazione delle persone e alla non discriminazione. Sono i diritti generati dai valori fondanti dei popoli europei, la libertà, il rispetto della dignità umana, l’uguaglianza, la democrazia, la scienza e il rispetto dei diritti umani, a cui si affiancano i valori primari dell’Unione Europea, la fraternità, il lavoro, la cultura, la pace, l’ambiente, lo stato di diritto e l’inclusione. Le illustrazioni sono state compiute nel 2022 da Lucio Schiavon, Ale Giorgini, Emiliano Ponzi, Bianca Bagnarelli, Marina Marcolin, Francesco Poroli e Giulia Conoscenti. Ora si completano con l’opera dedicata ad Andrea Mongia alla Carta Sociale Europea. Si tratta di un insieme di immagini capaci di raccontare un’Europa composta da una comunità di Nazioni che si riconoscono nella convivenza pacifica di una molteplicità di linguaggi, sensibilità e valori in costante dialogo tra loro.

Palazzo Madama, Museo Civico di Arte Antica, piazza Castello, Torino

Orari: lunedì e da mercoledì a domenica 10:00/18:00 – martedì chiuso

 

Mara Martellotta

“La ragazza sul divano” di Jon Fosse in prima nazionale al teatro Carignano

Per la regia di Valerio Binasco,  dal 5 al 24 marzo 2024

 

Martedì 5 marzo prossimo, alle 19:30, debutterà in prima nazionale al teatro Carignano di Torino, lo spettacolo “La ragazza sul divano” di Jon Fosse, autore norvegese insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 2023. Il 27 febbraio prossimo uscirà, con Giulio Einaudi Editore, “La ragazza sul divano” del noto scrittore. La traduzione del testo è di Graziella Perin, a firmare la regia è Valerio Binasco, direttore artistico del Teatro Stabile di Torino, che sarà in scena con Pamela Villoresi, Michele Di Mauro, Giordana Faggiano, Fabrizio Contri, Giulia Chiaramonte e Isabella Ferrari. Le scene e le luci sono di Nicolas Bovey, i costumi di Alessio Rosati, il suono di Filippo Conti. “La ragazza sul divano” è una nuova produzione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale insieme al Teatro Biondo di Palermo. Lo spettacolo verrà replicato al Carignano per la Stagione in abbonamento dello Stabile di Torino fino a domenica 24 marzo 2024.

Valerio Binasco è riconosciuto come il principale interprete italiano di Jon Fosse. Da sempre affascinato dalla poesia introspettiva che attraversa ogni suo testo, e dalla relazione quasi proustiana che le opere del maestro norvegese tracciano tra passato e presente.

Questa storia ha il suo fulcro narrativo in una donna di mezza età intenta a dipingere il ritratto di una ragazza seduta su un divano. Combatte contro i dubbi sulle proprie capacità artistiche e con l’immagine ricorrente della ragazza da cui si sente perseguitata. Essa non è altro che il ritratto di se stessa da giovane, turbata da mille incertezze.

Binasco è affiancato da un cast di grandi interpreti e affronta la difficoltà di curare e rimarginare le proprie ferite affettive.

“La scelta di allestire un’opera – afferma Valerio Binasco – come scrissi tempo fa a proposito della commedia ‘Sonno’ di Jon Fosse, a volte nasce da minimi segni, come certe pietre sul sentiero danno l’indicazione di un percorso; altre volte è il titolo stesso un indizio ermetico di qualcosa che stiamo cercando, perché si concretizza in un’immagine che si trasforma in un personaggio che viene voglia di guardare, di vedere cosa fa e, alla fine, di trovarsi al suo fianco e nel suo mondo. Altre volte un personaggio ci appare come un volto visto in sogno; al risveglio non si è sicuri di chi sia davvero, ma si sente di amarlo, chiunque esso sia. Amo la percezione fuori fuoco della realtà che trovo nei testi di Fosse. Il tema principale de ‘La ragazza sul divano’ è l’abbandono. In molte opere di Fosse torna, come un sogno ricorrente, la figura di una donna che aspetta il ritorno di un uomo che è partito per mare e non è più tornato. I quadri che la donna dipinge in questa pièce sono il punto di vista di chi guarda una nave partire e svanire verso un orizzonte ostile, simbolo di una minaccia che non riguarda solo il mare. Il dipinto simboleggia il padre che se ne va verso la sua idea di vita (il mare), la figlia rimasta sola, reclusa nella vita d’appartamento, percossa dal mare di un’acerba femminilità, cosiccome da quella tempestosa della madre e da quella autodistruttiva della sorella. Il dipinto incompiuto, se si vuole parlare dell’attesa: chi aspetta resta sospeso come sospesa è la forza purgatoriale dell’eterna attesa di un padre che non ritorna mai. Lo stile ossessivo e minimale di Fosse mi seduce. Credo che la sua qualità principale sia il ritmo. Un ritmo che, nonostante appaia lento o inerte, non è mai in ‘battere’, ma, al contrario, possiede un andamento in ‘levare’, anche e soprattutto quando l’azione sembra procedere con esasperata lentezza. Il suo ritmo è scenico, e ciò che è scenico risulta festoso e pieno di humour. Ecco perché, sebbene i suoi temi siano molto tristi e spesso tragici, la tragedia e la tristezza non sono in primo piano. Vi sono in primo piano le atmosfere sospese e l’umorismo serio, quasi duro, inespressivo di personaggi e interpreti”.

 

Teatro Carignano, piazza Carignano 6, Torino

dal 5 al 24 marzo 2024, Prima nazionale

Orari: da martedì, giovedì e sabato ore 19:30/ mercoledì e venerdì ore 20:45/ domenica ore 16:00/ lunedì riposo

Mara Martellotta

“Giovedì Scienza”: Hedy Lamarr, l’attrice che inventò il Wi -Fi

Per “Giovedì Scienza”, il 15 febbraio 2024, al Polo del ‘900, in via del Carmine 14, a Torino, alle ore 17.45, si terrà l’incontro “Da Holliwood al Bluetooth – L’attrice che ci ha portato il Wi -Fi”. Un pomeriggio con l’attrice e scrittrice torinese Sara Damario e con la professoressa Michela Meo del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni del Politecnico di Torino alla scoperta dell’attrice austriaca Hedy Lamarr. La diva viennese, per Andy Warhol la “donna più bella del mondo” non fu un’attrice qualsiasi: oltre a diversi film, sei mariti ed il successo internazionale sin dalla prima pellicola in cui si vede un seno nudo – “Extase” del cecoslovacco Gustav Machaty nel 1933 – brevettò un’invenzione a scopo militare, oggi utilizzata per la telefonia mobile, la tecnologia wireless. Lady Bluetooth interpretò quindi un ruolo chiave nella storia dell’innovazione scientifica inventando il moderno metodo di comunicazione senza fili impiegato nelle reti wi -fi e nel Gps. Modernissima.

Igino Macagno