Cosa succede in città- Pagina 64

In anteprima al cinema Massimo il documentario “Le valigie della storia”

Di Marina Piperno e Luigi Monardo Faccini

 

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino, nell’ambito degli eventi che ricordano le vittime della Shoah, accoglie un’iniziativa a cura dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, in collaborazione con la comunità ebraica di Torino e il gruppo studi ebraici di Torino.

Domenica 28 gennaio, alle ore 18:00, presso la sala 3 del cinema Massimo, verrà proiettato “Le valigie della storia”, il docufilm inedito realizzato nel 2023 da Marina Piperno e Luigi Monardo Faccini, che racconta il commovente viaggio nella memoria storica di Marina, cominciato con il ritrovamento di alcune bobine Pathé girate dal 1931 al 1946 nell’immenso archivio personale del padre della regista. Salvaguardare le pellicole è la sfida e il pretesto per restituire la biografia di una carriera che affonda le radici nella lotta all’antisemitismo. Lo sguardo di Marina ripercorre il Novecento, secolo che l’ha vista protagonista, testimone, narratrice e attrice dall’infanzia nella comunità ebraica romana fino alle persecuzioni razziali del 1938 e alla clandestinità durante la guerra, per approdare alla vocazione di cineasta e produttrice coraggiosa, riconosciuta a livello nazionale e internazionale fin dagli esordi.

“Questo film nasce da due leve che da sempre ci hanno guidato nella nostra ricerca storica e antropologica – afferma Marina Piperno – la prima consistente nella convinzione che sia fondamentale raccogliere la memoria dell’accaduto, ma soprattutto versandola nella storia che l’aveva causata; la seconda consistente nella ricerca della documentazione fotografica che consente di afferrare gli avvenimenti del passato studiando in maniera accanita fino ai dettagli infinitesimi della lente di ingrandimento”.

La proiezione sarà preceduta dalla presentazione del libro della regista “Eppure qualcosa ho visto sotto il sole”. Marina Piperno e Luigi Monardo Faccini dialogheranno con Giovanni De Luna e Silvio Alovisio.

 

Museo Nazionale del Cinema, via Montebello 22, Torino

Telefono: 011 8138509

 

Mara Martellotta

Gli appuntamenti culturali della Fondazione Torino Musei

26 gennaio – 1 febbraio 2024

 

 

VENERDI 26 GENNAIO

Venerdì 26 gennaio ore 14.30

UN NUOVO QUARTIERE AL POSTO DELLA CITTADELLA

Palazzo Madama – percorso guidato in città

Il percorso guidato, legato alla mostra Liberty. Torino Capitale, in corso a Palazzo Madama fino al 10 giugno 2024, intende presentare un’area della città fortemente caratterizzata da costruzioni sorte durante il periodo del Liberty con esempi di edifici destinati sia alla residenza che alla produzione e all’istruzione. Passeggiando lungo le strade sarà possibile cogliere esempi di architetture e decorazioni ispirate sia all’Art Nouveau floreale che ai modelli più geometrici tipici dello Jugendstil.

Dopo la demolizione della Cittadella, Torino vide una rapida espansione urbana nell’area prossima al Maschio salvato dalla distruzione; nel nuovo quartiere scuole e palazzi sorsero prima secondo il modello definito “Umbertino” e successivamente con spiccati riferimenti al Liberty.

Ritrovo ore 14.30 davanti al monumento di Pietro Micca in via Cernaia angolo corso Galileo Ferraris

Costo singolo itinerario: 14€ intero; 11€ ridotto (possessori di Abbonamento Musei e under 18); gratuito under 6

Durata: 2 ore

Pacchetto tre visite: 38€ intero; 29€ ridotto

Ai visitatori che parteciperanno alla visita guidata della mostra Liberty. Torino Capitale (in calendario ogni lunedì alle ore 11 e ogni venerdì, sabato e domenica alle ore 16.30) abbinata a uno o più percorsi tematici sul Liberty sarà riservata una tariffa speciale:

costo visita guidata mostra Liberty. Torino Capitale + itinerario singolo Liberty in città: 18€

costo visita guidata mostra Liberty. Torino Capitale + pacchetto itinerari Liberty in città: 36€

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun – dom 9 – 17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Prossimi appuntamenti

Giovedì 1 febbraio ore 14.30: Palazzina Lafleur e la bizzarria del nuovo stile Liberty

Domenica 25 febbraio ore 10.30Un nuovo quartiere al posto della Cittadella

SABATO 27 GENNAIO

Sabato 27 e domenica 28 gennaio ore 10-13 e 14-17

LETTERE LIBERTY

Palazzo Madama – workshop di calligrafia con Massimo Polello

Questo workshop di due giorni vuole analizzare le lettere fluide, espressive e a volte idiosincratiche create da artisti e designer del Liberty dal 1890 fino ai primi anni del XX secolo.

Negli anni Novanta dell’Ottocento e nei primi anni del Novecento artisti e designer di tutta Europa crearono un lettering che si distaccava dalle tradizionali aspettative di proporzioni classiche, di posizionamento prevedibile di spessori, di nozioni di equilibrio interno, di spaziatura coerente e di leggibilità. A volte le lettere si ondulavano, si gonfiavano o strisciavano per creare inaspettate contorsioni in sintonia con gli aspetti floreali e gusto del tempo. Il Liberty fu a tutti gli effetti un momento di gloriosa libertà per le lettere. Spesso le lettere erano viste come parte integrante del disegno, alla pari di illustrazioni e ornamenti. In effetti queste lettere sono effettivamente disegnate, distaccandosi nettamente dalla classica calligrafia. Assistiamo per la prima volta a quello che oggi chiamiamo “design del lettering” cioè una sorta di “font” dell’epoca.

I partecipanti saranno introdotti alla vasta gamma di lettere e forme del periodo Liberty; si analizzeranno ed esploreranno i metodi e le tecniche utilizzate da questi artisti e designer, concentrandoci sulle svariate possibilità di deformazioni per rendere le lettere eleganti e funzionali alla composizione estetica.

Si arriverà infine alla creazione e alla composizione del proprio monogramma, poi di semplici parole fino a composizioni decorative più complesse.

Questo corso è aperto a tutti i livelli e non richiede alcuna esperienza precedente con la calligrafia.

Il workshop della durata complessiva di 12 ore sarà accreditato per l’aggiornamento degli insegnanti (legge 170 del 21/03/2016 art. 1.5).

 

Materiale occorrente: matita HB o 5B, biro di qualsiasi tipo, roller, penne gel, matite colorate. Righe e/o squadre, gomma da cancellare, cutter, colla stick. Inoltre l’insegnante metterà a disposizione per il tempo del workshop: pennino e porta pennino per ciascun partecipante, inchiostro, blocchi di carta per schizzi esercizi Favini; fogli di carta della migliore qualità bianca e colorata.

 

Massimo Polello, graphic art-designer e artista, vive e lavora a Torino. Ha tenuto seminari presso la School of Visual Arts New York, Concordia University e UQUAM Montréal, Adobe di San Francisco ed è stato invitato alle Conferenze Internazionali di Type Designer a Mosca, Istanbul, San Paolo. È membro onorario di Letter Exchange di Londra ed ha collaborato con l’Università La Sapienza di Roma e Biblioteca Laurenziana di Firenze. Ha collaborato con Peter Greenaway e Luca Ronconi per l’allestimento e le calligrafie della mostra La Bella Italia, per il 150° dell’Unità di Italia.

Una delle sue ultime opere è un libro di pregio a edizione limitata per il RIJKS Museum di Amsterdam.

Attualmente è Presidente e insegnante presso l’Associazione Calligrafica di Torino “Dal Segno alla Scrittura”.

 

Costo: € 140 a persona

Prenotazione obbligatoria: tel. 011 4429629 e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Sabato 27 gennaio dalle 14.30 alle 17.30

ARTE E TÈ IN ORIENTE

MAO – Visita guidata alla collezione cinese e workshop di preparazione del tè

A cura di Theatrum Sabaudiae in collaborazione con The Tea

L’evoluzione e la diffusione della cultura del tè in Cina e in Giappone incontra e influenza la storia della produzione ceramica traducendosi in un connubio artistico di grande raffinatezza. La visita guidata alla galleria del MAO dedicata alla Cina e incentrata sulle manifestazioni di arte funeraria, seppur in assenza di riferimenti direttamente riconducibili all’ambito del tè, si soffermerà su alcuni nuclei di opere della collezione esemplificativi di tecniche ed estetica della ceramica cinese, dalla terracotta al grès, in un arco temporale che spazia dal periodo neolitico alla dinastia Tang (618-907 d.C.). Ispirandoci alle sfumature dei tè protagonisti del laboratorio, seguiremo nelle sale l’intensità dei colori e la luminosità delle superfici invetriate che caratterizzano i manufatti in esposizione, in un suggestivo itinerario di scoperta di tradizioni e concezioni rivelate dai corredi funerari della Cina antica.

Workshop di preparazione del tè a cura di Claudia Carità (The Tea)

L’attività del T-LAB è un’occasione per avvicinarsi e conoscere i vari tipi di tè utilizzando lo strumento professionale universale e applicando le modalità di valutazione tecnica. Ogni tipo di tè sarà preparato con un set dedicato. Il set si compone di tazza, coperchio e coppetta in porcellana di colore bianco ed è l’accessorio utilizzato dalla figura professionale del tea tester durante la valutazione qualitativa dei tè. Ogni partecipante potrà così prendere familiarità con gli elementi necessari che lo guideranno per la corretta scelta e preparazione del tè. T-LAB Area CINA ABC del TÈ cinese: foglie di tè bianco, verde e rosso. In occasione di questa attività si valuteranno tè ottenuti con tre diverse ossidazioni delle foglie. Il laboratorio si concluderà con la preparazione di un quarto tè con gaiwan, ovvero una tazza priva di manico dotata di coperchio e piattino utilizzata per l’infusione del tè. È un accessorio che appartiene alla tradizione cinese le cui origini ci riportano alla dinastia Ming. L’utilizzo della gaiwan introdurrà anche la buona pratica di infondere il tè più volte, tempi e temperature adeguate.

Sintesi dell’attività di laboratorio: – preparazione di n.3 tè con Set Tea Taster (3 set per partecipante) – preparazione di wulong con gaiwan (1 per tavolo).

Ogni tè proposto sarà presentato e successivamente preparato da ogni partecipante in autonomia. Tutti i partecipanti potranno poi provare ad utilizzare la gaiwan sfruttando la possibilità di infondere più volte le stesse foglie di tè e offrendolo quindi ai partecipanti allo stesso tavolo. Il tè finale infuso con gaiwan sarà accompagnato da piccole dolcezze in abbinamento.

Prenotazione obbligatoria entro giovedì 25 gennaio, l’iniziativa verrà attivata al raggiungimento di un numero minimo di partecipanti, fino ad esaurimento posti disponibili.

Informazioni e prenotazioni: 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30).

Costo: 24 € a persona.

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; ingresso gratuito per possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte.

Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio

DOMENICA 28 GENNAIO

 

Domenica 28 gennaio ore 16

DIAMO FORMA ALL’ARGILLA

MAO – attività per famiglie

In visita alla mostra temporanea Tradu/izioni d’Eurasia, per osservare le preziose opere esposte: fiasche, piatti e brocche a forma di gallo forniranno lo spunto per il laboratorio di manipolazione. Durante l’attività l’argilla prenderà forma e ogni partecipante potrà realizzare il proprio oggetto.

Adatto a tutte le età

Prenotazione obbligatoria: 011.4436927/8 maodidattica@fondazionetorinomusei.it

Costo: bambini 7 €, adulti ingresso ridotto alla mostra

GIOVEDI 1 FEBBRAIO

 

Giovedì 1 febbraio ore 14.30

PALAZZINA LAFLEUR E LA BIZZARRIA DEL NUOVO STILE LIBERTY

Palazzo Madama – percorso guidato in città

Il percorso guidato, legato alla mostra Liberty. Torino Capitale, in corso a Palazzo Madama fino al 10 giugno 2024, intende presentare un’area della città fortemente caratterizzata da costruzioni sorte durante il periodo del Liberty con esempi di edifici destinati sia alla residenza che alla produzione e all’istruzione. Passeggiando lungo le strade sarà possibile cogliere esempi di architetture e decorazioni ispirate sia all’Art Nouveau floreale che ai modelli più geometrici tipici dello Jugendstil.

La zona intorno all’attuale Piazza Peyron e la parte terminale di corso Francia presentano una serie di edifici ispirati al nuovo stile del Novecento. Abitazioni e stabilimenti vennero costruiti secondo lo stile floreale che troverà nella fantasia di Pietro Fenoglio il suo principale interprete a Torino.

Ritrovo in piazza Amedeo Peyron angolo via Bagetti

Costo singolo itinerario: 14€ intero; 11€ ridotto (possessori di Abbonamento Musei e under 18); gratuito under 6

Durata: 2 ore

Pacchetto tre visite: 38€ intero; 29€ ridotto

Ai visitatori che parteciperanno alla visita guidata della mostra Liberty. Torino Capitale (in calendario ogni lunedì alle ore 11 e ogni venerdì, sabato e domenica alle ore 16.30) abbinata a uno o più percorsi tematici sul Liberty sarà riservata una tariffa speciale:

costo visita guidata mostra Liberty. Torino Capitale + itinerario singolo Liberty in città: 18€

costo visita guidata mostra Liberty. Torino Capitale + pacchetto itinerari Liberty in città: 36€

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun – dom 9 – 17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Prossimi appuntamenti

Domenica 25 febbraio ore 10.30: Un nuovo quartiere al posto della Cittadella

Giovedì 14 marzo ore 14.30Liberty in Borgo Crimea

 


Theatrum Sabaudiae
 propone visite guidate in museo
alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Il Museo delle Ferrovie dello Stato a Porta Nuova

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Apertura straordinaria, domani, sabato 27 gennaio 2024, dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle ore 14 alle 17.30, nei locali che si affacciano sul binario numero 20, a fine pensilina, della stazione di Porta Nuova, del Museo Ferroviario di Torino P.N.

 

Un museo dedicato all’ingegnere Riccardo Bianchi, il primo direttore generale delle Ferrovie dello Stato nel 1905, quando Giolitti realizzò l’unificazione delle varie reti private trasformandole in un unico soggetto pubblico.

Dedicato all’oggettistica per la circolazione dei treni, la tariffazione dei biglietti e tante altre curiosità tutte da scoprire custodisce anche alcuni rari e preziosi progetti riguardanti le linee d’oltre Oceano ed una biblioteca che annovera testi storici e libri specifici dell’Ottocento e del Novecento che descrivono mezzi, tragitti, stazioni e linee ferroviarie. Sabato ed anche domenica 28, in via Sacchi 63, al primo piano del DopoLavoro Ferroviario è inoltre possibile visitare il grande plastico con 20 treni e ben 260 metri di binari in miniatura.

Igino Macagno

In Barriera ritorna “In.FEST.ante”, Festival di Musica Contemporanea

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Negli spazi inediti dello storico “Circolo Arci Banfo” di via Cervino

Da sabato 27 gennaio, ore 19,30

Si inizia in pieno inverno e si chiude a primavera appena iniziata. Da sabato 27 gennaio a sabato 23 marzo. Fa indubbiamente una bella corsa, proponendo appuntamenti musicali d’indubbio interesse, la seconda edizione di “In.FEST.ante”, il “Festival di Musica Contemporanea e di Ricerca”, promosso dallo storico “Circolo Arci Banfo”di Torino in partenariato con la torinese associazione “Babelica aps” e la romana “Magma aps”, forti del sostegno della “Fondazione Compagnia di San Paolo”. L’idea alla base è quella di portare la “musica di ricerca” fuori dai circuiti convenzionali, in un quartiere che, contro i luoghi comuni, è il più “europeo” della città e il più ricco di realtà ed energie creative. Ispirandosi ai “tiny desk concert”, concerti con allestimenti molto semplici in “luoghi inaspettati”, “In.FEST.ante” va così in scena negli spazi del “Circolo Arci Banfo” in via Cervino 0, a Barriera di Milano. Un “luogo altro”, dunque, che si apre ai set e alla “ricerca musicale” per un progetto che prevede di avvicinare non solo appassionati e addetti ai lavori ma anche tanti curiosi. Un’incursione è anche prevista alla “Galleria Gagliardi & Domke” di via Cervino 16, che ospiterà una data del festival, nella quale la musica creerà interazioni visive e concettuali con le opere d’arte esposte.

Gli artisti selezionati dalla direttrice artistica Rosy Togaci sono tutti noti a livello nazionale ed internazionale e rappresentano appieno, e nella maniera migliore, la “sperimentazione artistica” e la “multidisciplinarietà” dei linguaggi musicali. Sottolinea la stessa Togaci: “Per la sua seconda edizione, In.FEST.ante allarga il suo focus allo scambio e all’incrocio di culture. La rassegna, che ha le sue radici nel quartiere multietnico di Barriera di Milano, ha voluto invitare artisti nazionali e internazionali dalle identità musicali complesse, per sviluppare coralmente un “mosaico di suoni” tra origini e prospettive globali, mappe musicali, universi di ritmi, battiti, e tonalità che generano nuove cartografie sonore”.

Musica e musiche, ma non solo. Nella mattina  del giorno del loro set, infatti, i musicisti si faranno anche “maestri”, realizzando una lezione per “spiegare” e “condividere” la loro musica con i bambini delle scuole del quartiere, protagonisti abituali delle attività del “Circolo”, che ospita anche una “Biblioteca popolare”, una “streetview art gallery” e organizza attività di “doposcuola”, nonché corsi di lingua italiana per i residenti stranieri.

Ad aprire le danze, sabato 27 gennaio, sarà il chitarrista romano, arrangiatore e “manipolatore elettronico”, Marco Bonini che si esibirà in uno spettacolo dalle grandi sorprese e suggestioni, dal titolo “Rituale domestico”.

A chiudere i giochi, sabato 23 marzo, negli spazi della “Galleria Gagliardi & Domke”(via Cervino, 16 – Unica esibizione “fuori casa”, tutte le altre sempre al “Circolo Banfo”) sarà “Here The Was Once A Sea” con Pouya Ehsaei, musicista, sound designer e promotore iraniano, attualmente residente a Londra, dov’è considerato uno dei musicisti elettronici più prolifici.

In mezzo, sabato 10 febbraio, “Didjin Beat”con Christian Muela (Italia-Congo), musicista specializzato in “didjeridoo”, strumento a fiato aborigeno con cui Christian compone musica contemporanea elettronica e sonorità urbane provenienti dal Trip hop, Dub e Techno. A seguire (24 febbraio) la romana Barbara De Dominicis con Christian Maddalena ed Elio Martusciello, in “Body Maps”, mentre (sabato 9 marzo) andrà in scena “Zaleska”, con Caterina Palazzi, leader della band “Sudoku Killer” e annoverata, nel 2022, tra i venti migliori bassisti italiani di sempre dalla rivista “Rockit”.

Tutti gli appuntamenti si terranno a partire dalle 19,30. Ingresso libero con la formula “up to you”.

Dettagli sugli appuntamenti e sulle singole iniziative previste in: www.circolobanfo.it/in-fest-ante-2024

g.m.

Nelle foto:

– Marco Bonini

– Caterina Palazzi (ph. Paolo Cruschelli)

– Barbara De Dominicis

– Pouya Ehsaei

Al via le masterclass della Gispsy con le più grandi star del West End di Londra

 

Il 27 e 28 gennaio si inizia con la Strega verde di Wicked, Alice Fearn.

Il 26 gennaio open day con Reece Richards da Hairspray e dalla serie Netflix “Sex education”

 

 

Prendono il via gli appuntamenti  di “Broadway & West end Gypsy Project” della Gypsy Musical Academy, la grande e storica  accademia di spettacolo e musical torinese.

La prima grande artista che approderà  sotto la Mole direttamente dai più  grandi palcoscenici di Londra è  Alice Fearn, famosa soprattutto per il ruolo di Elphaba nel musical “Wicked”, la strega verde del West End, ruolo che ha interpretato più di 700 volte.

La masterclass si terrà sabato 27 e domenica 28 gennaio. Il primo giorno sarà  dedicato soltanto agli allievi dell’accademia, il secondo sarà  aperto a tutti.

Per informazioni e prenotazioni 011/0968343

Alice è impegnata nel ruolo di Captain Beverley Bass & Others nel musical “Come from away”, vincitore dell’Olivier Award.

Alice ha iniziato la sua carriera nel West end con “Woman in White” e si è  poi unita al cast de “Les Miserables” sostituendo Cosette e Fantine; ha interpretato il ruolo di Rapunzel in “Into the woods”, Gingy/Sugar Plum Fairy in  Shrek e Nancy in Oliver.

Alice è solo la prima di una serie di grandi artisti  che vedremo nei prossimi mesi grazie alla Gipsy musical Academy, tutti provenienti dal prestigioso West End di Londra e da Broadway a New York, per un testa a testa tra i luoghi più importanti del mondo per quanto riguarda il teatro in lingua inglese. Qui hanno visto la luce i musical dei musical e, alle due estremità  dell’oceano, sono cresciuti i migliori interpreti del panorama internazionale pronti adesso a portare il loro insegnamento a Torino grazie alla Gipsy.

Per coloro che, invece, desiderino candidarsi alle audizioni del triennio accademico intensivo per l’anno 2024/2025, è prevista una masterclass gratuita con un altro grande artista  del West End di Londra, nonché noto autore di Netflix, Reece Richards.

II 26 gennaio si terrà l’open day della sezione accademica e una masterclass di musical con questo artista che vanta nel suo curriculum non solo ruoli come Seaweeed di Hairspray e Jackie Wilson e Martin Gaye Motown, ma anche nel piccolo schermo ruoli in famose serie come “Sex Education” e “You”.

Ad accompagnare i ragazzi nel trienno accademico i corsi quotidiani, dal mattino alla sera, composti da ben 38 discipline, nell’ambito del canto, della recitazione e della danza, tenuti da insegnanti di prestigio, quali Claudio Insegno, uno dei principali registi di musicali in italia, Vittorio Matteucci, lo storico frollo diNotre  Dame de Paris e Fabrizio Angelini, altro grande regista italiano.

Tra i residenti Stefania Fratepietro, Cristina Fraternale Garavalli, il ballerino Luca Spalato, Sergio Moses, Eugenio Gradabosco e la direttrice artistica e fondatrice della Gypsy, Neva Belli.

La Gypsy Academy significa anche accompagnamento nel mondo del lavoro, grazie all’inserimento dei ragazzi nel mondo dello spettacolo e ai titoli realizzati dalla sua compagnia che, nel 2019, si aggiudicò il passaggio alla finalissima di “Italia’s Got Talent”.

MARA MARTELLOTTA

Alice in WWWWONDERLAND alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani

 

La casa del Teatro giovani e Ragazzi ospiterà due spettacoli per famiglie, sabato 27 e domenica 28 gennaio; alle 16.30 in Sala Grande andrà  in scena Alice in WWWWONDERLAND della fondazione TGR, liberamente ispirato  a ‘Alice nel Paese delle meraviglie’ di Lewis Carroll, drammaturgia di Micol Jalla, con Claudio Dughera, Letizia Russo e Simone Valentino, per la regia di Claudia Martore.

Nel racconto della pièce Alice non cade nella tana di Bianconiglio, ma sullo schermo di un cellulare, che le apre la strada per WWWWONDERLAND.  Lì  la bambina ha a che fare con un mondo che non conosce, che vorrebbe divorare  ma dal quale ha anche la paura di venire sopraffatta. A partire da un grande classico,  la storia di una ragazzina che si perde, diventa grande e torna piccola, finché non capisce che, per trovare davvero se stessi, bisogna accettare di sentirsi persi.

Con “Alice  nel paese delle meraviglie” Lewis Carroll ha scritto un romanzo complesso, che affronta tanti temi, e lo fa senza moralismi e preconcetti.  Il romanzo  ha molteplici chiavi e livellidi lettura che celano, dietro una stratificazione apparentemente semplice, molteplici significati tematici e concettuali.

Carroll rifiuta di avere condiscendenza nei confronti del suo giovane pubblico e lascia da  parte morali semplicistiche. Se in grandi romanzi per l’infanzia il mondo dei bambini, buoni, saggi e innocenti, si scontrava con quello degli adulti, meschini, superflui e sciocchi, i libri su Alice inscenano le assurdità  del mondo degli adulti, meschini e superficiali, senza giungere  a conclusioni approssimative. Allo stesso modo in Alice in WWWWONDERLAND si vuole riflettere  e fa riflettere sul percorso della crescita, spesso conflittuale,  raramente lineare, anche in termini di cambiamento del proprio corpo,  sull’incontro/scontro con un mondo fatto di regole e norme nuove, da interpretare e fare proprie, sulla formazione di una propria identità  personale,  non solo mentale ma anche fisica, in un  rapporto corporeo con gli altri, sul concetto di realtà e immaginazione,  sul senso del tempo e dello spazio, così diversi quando ci si addentra in universi sconosciuti quali possono essere quelli del web.

Spettacolo adatto dai 6 anni in su.

Sabato 27 e domenica 28 gennaio, alle ore 11, in sala piccola andrà in scena ‘Storia di un palloncino’ della compagnia teatrale Stilemi, spettacolo storico di e con Silvano Antonelli.

Casa Teatro Ragazzi e Giovani

Corso Galileo Ferraris 266

Tel 011/19740280

 

Mara Martellotta

A Palazzo Madama un pomeriggio dedicato ai capolavori della miniatura fiamminga

Giovedì 25 gennaio 2024

ore 15.00

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

Sala Feste

Piazza Castello, Torino

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica propone, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino, giovedì 25 gennaio alle ore 15, un pomeriggio dedicato ai capolavori della miniatura fiamminga del museo.

Dal 2020 il Museo Civico sta lavorando, in collaborazione con l’Università di Torino, alla schedatura, campagna fotografica e studio della propria collezione di codici miniati e miniature ritagliate.

La conferenza apre una finestra sul mondo fiammingo, le cui opere – caratterizzate da una descrizione lenticolare della realtà – tanto influirono sulla produzione figurativa tra Piemonte e Savoia nel XV e XVI secolo.

Le collezioni del Museo Civico d’Arte Antica di Torino comprendono diversi capolavori della miniatura degli antichi Paesi Bassi borgognoni, il più famoso dei quali è senza dubbio il manoscritto delle Ore Torino-Milano. Si prenderà quindi in considerazione la situazione degli studi dopo la pubblicazione del facsimile nel 1996 e l’imponente commento scritto per l’occasione da Anne H. Van Buren. Mentre fino a quel momento sembrava esserci un sostanziale consenso a favore dell’identificazione della mano G come quella di Jan van Eyck, da allora si è cominciato a mettere in discussione questa ipotesi. Inoltre, la pubblicazione di fotografie ad alta risoluzione delle pagine miniate del manoscritto sul sito Closer to Van Eyck, ospitato dall’Institut Royal du Patrimoine Artistique (IRPA, Bruxelles), ha riacceso le discussioni tra gli specialisti. Si affronterà anche la delicata questione delle ridipinture, che distorcono la percezione delle miniature.

Un altro manoscritto affascinante è il Libro d’Ore 446/M, attribuito dagli anni Settanta al pittore e miniatore di Valenciennes Simon Marmion. L’estetica dello “spazio perduto”, con numerose pagine bianche e bordi vuoti, è tipicamente borgognona, così come l’uso della grisaille. Il manoscritto contiene stemmi parzialmente cancellati, che sono riconducibili alla famiglia dei Rolin, grandi servitori dello Stato borgognone.

Infine, si esamineranno due Libri d’Ore di fattura più modesta, realizzati a Bruges negli anni Sessanta del Quattrocento da miniatori della cerchia di Willem Vrelant.

Dominique Vanwijnsberghe ha conseguito il dottorato in storia dell’arte (Katholieke Universiteit Leuven, 1996) ed è responsabile di ricerca presso l’Institut Royal du Patrimoine artistique (IRPA, Bruxelles), dove dirige l’unità di ricerca sulla storia dell’arte e sugli inventari all’interno del dipartimento di documentazione. È stato Visiting Fellow all’Università di Princeton (1997-1998), alla Ruprecht-Karls-Universität di Heidelberg (2003-2004) e alla Section des Sources iconographiques dell’Institut de Recherche et d’Histoire des Textes (CNRS, Parigi/Orléans) (2009). Ha ottenuto l’abilitazione a dirigere la ricerca dall’Università di Lille-III nel 2011. È membro effettivo dell’Académie Royale d’Histoire de l’Art et d’Archéologie de Belgique. I suoi ambiti di specializzazione sono la pittura e la miniatura tardo-medievali nei Paesi Bassi meridionali e la ricezione dell’arte medievale nel periodo moderno.

*Didascalia foto: Miniatore fiammingo, Preghiera nell’orto di Getsemani.

Dalle Très Belles Heures de Notre-Dame de Jean de Berry, codice noto anche come Heures de Turin-Milan, 1380-1450.

Tempera e oro su pergamena, 29,5 x 21,3 cm (con la legatura). Dalla collezione Trivulzio.

Ceduto dalla Città di Milano, 1935

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Un europeo a New York. Da Robert Capa al MoMA, André Kertész e la fotografia americana del dopoguerra

Giovedì 25 gennaio, ore 18.30,Gymnasium di CAMERA

(Via delle Rosine 18 – Torino)

 

 

L’amicizia con Robert Capa, il rifiuto diLife, la grande consacrazione al MoMA di New York. Giovedì 25 gennaio, alle 18.30, incontriamo Walter Guadagnini, direttore artistico di CAMERA e storico della fotografia, per scoprire gli episodi, i rapporti umani e il clima culturale che hanno segnato la seconda fase della vita e della carriera di André Kertész.

Un contratto con l’agenzia fotografica Keystone in tasca, la fama di grande fotografo europeo, l’amicizia con Robert Capa, già noto oltreoceano per i suoi servizi dalla Spagna in guerra: l’arrivo di André Kertész a New York sembra l’inizio di una bella storia. In realtà comincia così un periodo difficile per il grande maestro della fotografia. A causa della diminuzione delle committenze e dalle crescenti tensioni antisemite, nel 1936 Kertész si unisce al gruppo dei tanti intellettuali europei che lasciano il vecchio continente per approdare nel nuovo centro del mondo, la Grande Mela. Sono anni nei quali per diventare famosi bisogna lavorare per Life, per Look o per Vogue. Le raffinate fotografie dell’artista di origini ungheresi, tuttavia non sono apprezzate dalle riviste americane: “Mi hanno detto, le sue immagini parlano troppo”, racconterà lui stesso in un’intervista alla BBC, a proposito di un reportage realizzato per Life e mai pubblicato. Poi, improvvisa la svolta: nei primi anni Sessanta la Biennale di fotografia di Venezia gli dedica una mostra, e il nuovo nume tutelare del MoMA e della fotografia mondiale, John Szarkowski, lo omaggia con una grande antologica, trasformandolo in uno dei padri della street photography, che nel frattempo sta trionfando negli Stati Uniti. L’ultima stagione dell’esistenza di Kertész diventa quella dei riconoscimenti, ma coincide anche con gli anni d’oro della grande fotografia americana di Garry Winogrand e di Lee Friedlander, che tanto devono anche al suo sguardo. Ormai celebrato in tutto il mondo, Kertész conclude la sua vicenda creativa con un’ultima sperimentazione, la fotografia a colori, a cui si avvicina quando è già più che ottantenne, a dimostrazione della curiosità che ha sempre animato la sua personalità.

È consigliato prenotare per l’incontro sul sito di CAMERA.

Il biglietto d’ingresso per l’incontro ha un costo di 3 Euro.


È consigliato prenotare per l’incontro sul sito di CAMERA.

Il biglietto d’ingresso per l’incontro ha un costo di 3 Euro.

Foto:

André Kertész

Riflesso di un grattacielo in una pozzanghera

New York, 1967

© Donation André Kertész, Ministère de la

Culture (France), Médiathèque du patrimoine

et de la photographie, diffusion RMN-GP

Steve McCurry presenta il volume “Devotion. Amore e spiritualità”

Per “Aspettando il Salone”, oggi a Torino 

Mercoledì 24 gennaio 2024, ore 18Gallerie d’Italia – Torino, museo di Intesa Sanpaolo

Maestro internazionale della fotografia contemporanea da oltre cinquant’anni, autore di scatti memorabili dalla grande potenza espressiva, capaci di documentare conflitti, culture, tradizioni e contraddizioni, mettendo spesso al centro la persona, come dimostra il celebre ritratto della ragazza afghana, Steve McCurry arriva a Torino per il ciclo Aspettando il Salone, con il nuovo volume fotografico Devotion. Amore e spiritualità, edito da Mondadori Electa.

Steve McCurry, in dialogo con il giornalista e scrittore Maurizio Crosetti, incontrerà il pubblico mercoledì 24 gennaio 2024 alle ore 18 alle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo a Torino (Piazza San Carlo 156). McCurry racconterà il progetto fotografico Devotion, che attraverso oltre 100 immagini (di cui 75 inedite) indaga sulle declinazioni che la devozione assume in diverse aree del mondo: l’amore, la passione, la dedizione all’altro, la lealtà, il sacrificio, l’impegno. Attraverso i ritratti di monaci buddisti, artigiani, bambini intenti a studiare, madri dedite ad assistere i figli, anziani che si supportano a vicenda o di un padre accanto al figlio sdraiato nel letto di un ospedale, McCurry offre al lettore una riflessione intima su come ogni individuo possa dedicare tutto se stesso agli altri o alla fede religiosa.

Aspettando il Salone è il percorso di avvicinamento all’appuntamento primaverile con il Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma dal 9 al 13 maggio 2024, che durante il corso dell’anno fa incontrare autrici e autori con la comunità di lettrici e lettori, per dialogare e confrontarsi insieme sui tanti temi di discussione che i libri suscitano.

L’appuntamento è realizzato dal Salone Internazionale del Libro di Torino grazie alla collaborazione con Mondadori Electa e Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo.

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria al link:

https://milanocivita.eventim-inhouse.de/webshop3/webticket/shop?production=178

A fine incontro seguirà il firmacopie da parte dell’autore, aperto anche al pubblico che non avrà trovato posto in sala.

Il pubblico presente all’incontro, a fine dell’appuntamento potrà visitare gratuitamente la mostra in corso alle Gallerie d’Italia Torino “Luca Locatelli. The Circle”.

Info: salonelibro.itcomunicazione@salonelibro.it.

Il volume e l’autore

Devotion. Amore e spiritualità (Mondadori Electa). Come si esprime la devozione? Nel nuovo volume fotografico Devotion, edito da Mondadori Electa, Steve McCurry risponde a questa domanda offrendo uno sguardo profondo su tutte le possibili sfaccettature che nel mondo può assumere la devozione: l’amore, la passione, la dedizione all’altro, la lealtà, il sacrificio, l’impegno. Attraverso i ritratti di monaci buddisti, artigiani, bambini intenti a studiare, madri dedite ad assistere i figli, anziani che si supportano a vicenda o di un padre accanto al figlio sdraiato nel letto di un ospedale, il fotografo offre al lettore una riflessione molto intima su come ogni individuo possa dedicare tutto se stesso agli altri o alla fede religiosa. Con oltre 100 immagini, di cui 75 mai pubblicate prima, il volume permette al lettore di ripensare al mondo e all’umanità con occhi diversi, svelando il meglio dello spirito umano nei più diversi angoli del pianeta e nelle più disparate situazioni.

Le fotografie di Steve McCurry sono apprezzate e stimate in tutto il mondo e le sue mostre attraggono migliaia di visitatori in Italia come all’estero. Dal momento che il lavoro di Steve McCurry dialoga con persone di diversa origine, religione e cultura, il volume Devotionsarà tradotto in diverse lingue e pubblicato e distribuito in tutto il mondo da editori Francesi, Spagnoli, Inglesi e Tedeschi.

Steve McCurry. È una delle icone della fotografia contemporanea da oltre cinquant’anni. Nato a Filadelfia, Pennsylvania, studia Cinematografia alla Pennsylvania State University e inizia a lavorare come fotografo per un giornale locale. Due anni dopo intraprende il primo di una lunga serie di viaggi in India. Partito portando con sé poco più di una sacca di vestiti e una scorta di rullini, esplora il subcontinente con la sua macchina fotografica. Dopo qualche mese, lascia l’India e si sposta in Pakistan. In un piccolo villaggio incontra un gruppo di profughi afghani che lo convincono a seguirli. Travestito da contadino indigeno, con la barba lunga e il viso segnato da mesi di privazioni passati tra i mujahiddin, McCurry riesce ad attraversare il confine pakistano con i rullini cuciti nella fodera dei vestiti proprio mentre gli invasori sovietici chiudono l’accesso alla stampa occidentale. Le sue fotografie sono tra le prime a mostrare al mondo la brutalità dell’invasione russa. Da allora McCurry ha continuato a puntare il suo obiettivo su svariati Paesi sparsi nei sei continenti. I suoi scatti memorabili documentano conflitti, culture che rischiano di sparire, tradizioni millenarie e contraddizioni contemporanee, senza tuttavia tralasciare quell’elemento umano che ha reso il celebre ritratto della ragazza afghana un’immagine di grande potenza espressiva.

McCurry è stato insignito di alcuni dei riconoscimenti più prestigiosi, tra cui la Robert Capa Gold Medal e il National Press Photographers Award, e può vantare il primato di aver vinto per ben quattro volte il World Press Photo Contest. Di recente la Royal Photographic Society di Londra lo ha insignito della Centenary Medal for Lifetime Achievement. Nel 2019 Steve McCurry è stato inserito nella International Photography Hall of Fame.

Con Mondadori Electa ha pubblicato Una vita per immagini, nominato miglior libro di fotografia dell’anno dal Times, Il mondo nei miei occhi e Bambini del mondo.

A Carnevale il Museo Nazionale del Cinema ricerca la più bella coreografia del Mercoledì Addams

 

 

Proseguono le iniziative collegate alla grande mostra dedicata a Tim Burton, aperta fino al 7 aprile prossimo al museo Nazionale del cinema di Torino. In occasione del Carnevale il Museo alla Mole Antonelliana propone un concorso dedicato ai fan di Tim Burton.

Dal 7 al 13 febbraio i visitatori troveranno all’interno del percorso di mostra una postazione allestita come un ‘Dance corner’ con faretti e fondale dedicati. Chi lo desidera potrà sfruttare lo spazio per ricreare, con un video, la celebre coreografia di ballo di mercoledì Addams, diventata virale sui social con la canzone dei The Cramps- Goo to muck.

Il concorso avrà luogo sulle pagine social del Museo Nazionale del Cinema e le cinque performance che avranno più like verranno premiate con una box esclusiva contenente una selezione del merchandising della mostra e il più votato riceverà una vip card della durata di un anno che darà accesso gratuito agli spazi del museo e al Cinema Massimo.

“Carnevale è l’occasione perfetta per dare ai nostri visitatori la possibilità di cimentarsi con il ballo di mercoledì, diventato uno dei trend più famosi sui social- sottolineano Enzo Ghigo e Domenico De Gaetano, rispettivamente presidente e direttore del Museo Nazionale del cinema. In questi mesi molte delle oltre 280 mila persone che hanno visitato la mostra di Tim Burton erano vestite come i suoi personaggi. Abbiamo quindi pensato alla possibilità di ricreare questo Dance corner che avrebbe dato l’opportunità a tutti di sentirsi per un minuto Mercoledì Addams. Questa è anche la magia del mondo di Tim Burton!”.

 

Mara Martellotta