Regina Margherita, l’ospedale dei bimbi del mondo

Questa mattina all’ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino si è svolta la cerimonia di dedica dell’ospedale ai bambini del mondo, alla presenza del ministro degli Esteri Antonio Tajani, del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, dell’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi, del commissario Franco Ripa e della direttrice del Dipartimento Patologia e Cura del Bambino Franca Fagioli, insieme ai bambini che sono in cura, accolti a Torino insieme alle loro famiglie. La scelta nasce dalla vocazione che il Regina Margherita ha consolidato negli anni accogliendo decine di piccoli pazienti da ogni angolo del mondo garantendo assistenza a cura a loro e ai famigliari.

 

«In questi mesi abbiamo lavorato per portare in Italia e curare tanti bambini da varie zone di guerra: ringrazio l’ospedale Regina Margherita e  il presidente Cirio perché hanno sempre risposto con generosità quando abbiamo chiesto alla Regione Piemonte di accogliere bambini rifugiati dall’Ucraina e dalla Palestina. Adesso sto guardando con grande preoccupazione alle condizioni di molti minori in Sudan. Un volo italiano arriverà in Sudan il giorno di Natale per consegnare beni alimentari; prima di Pasqua invieremo anche una nave carica di altri aiuti. Non escludo che chiederemo un aiuto alla Regione Piemonte per accogliere anche bambini dal Sudan, dove è in corso una guerra civile di cui si parla poco» dichiara il vicepremier e ministero degli Esteri, Antonio Tajani.

«Da oltre dieci anni l’ospedale Regina Margherita di Torino accoglie e cura bambini malati provenienti da ogni parte del mondo e in particolare dalle zone più difficili e dagli scenari di guerra, come è accaduto per i piccoli che siamo andati a prendere in Ucraina o per chi è arrivato dalla Striscia di Gaza, solo per citare gli esempi più recenti – dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – Si tratta di decine di bambini che nei loro Paesi non avrebbero potuto avere le cure necessarie e che qui invece le hanno trovate e sono stati accolti insieme alle loro famiglie, perché, quando si ammala un bambino, si ammala tutta una famiglia, e curare lui significa prendersi cura anche dei genitori e dei fratelli. Ed è quello che si fa qui, abbracciando chi ha bisogno di una cura che è sì del corpo, ma anche dell’anima. Oggi scegliamo quindi di dedicare questo ospedale, che è un’eccellenza della nostra sanità piemontese, ai bambini del mondo, perché ovunque, nel mondo, i bambini devono sapere che a Torino c’è un luogo dove, se hanno bisogno, possono essere accolti e curati. E di questo vogliamo ringraziare il ministero degli Esteri, e il ministro Tajani, con cui collaboriamo per portare qui i bambini, e i nostri medici e il nostro personale sanitario per il loro lavoro quotidiano e straordinario».

 

«Il Regina Margherita è da sempre un luogo di cura, ma oggi diventa anche un simbolo universale di solidarietà e speranza. Dedicare questo ospedale ai bambini del mondo significa riconoscere il valore di una sanità che non conosce confini e che mette al centro la tutela dei più fragili, indipendentemente dalla loro provenienza o dalle tragedie che hanno vissuto – aggiungono gli assessori alla Sanità, Federico Riboldi, e alla Cooperazione internazionale, Maurizio Marrone – Qui, ogni giorno, professionalità straordinarie si uniscono a un profondo senso di umanità per offrire cure, protezione e futuro a bambini colpiti dalla guerra e da gravi malattie. Come Regione Piemonte siamo orgogliosi di sostenere un presidio che rappresenta un’eccellenza clinica e, al tempo stesso, un messaggio potente di pace e cooperazione internazionale».

 

«Lospedale Infantile Regina Margherita è molto più di un ospedale: è un luogo in cui l’eccellenza clinica si unisce all’umanità della cura. Accogliamo bambini da tutto il mondo, prendendoci cura di loro e delle loro famiglie in modo globale, con attenzione alla persona, alle relazioni e al futuro senza distinzione di nazionalità, lingua o provenienza, affermando il diritto universale alla cura e alla speranza. Per questo il Regina Margherita è davvero l’ospedale dei bambini del mondo», spiega la direttrice Franca Fagioli.

L’ospedale Regina Margherita rappresenta da oltre un secolo un punto di riferimento fondamentale per la cura dei bambini. Nato con una forte vocazione pediatrica, è diventato nel tempo un simbolo di accoglienza, ricerca e innovazione medica. Qui, ogni giorno, medici, infermieri e operatori sanitari lavorano con competenza, dedizione e umanità per garantire cure altamente specialistiche ai piccoli pazienti, provenienti non solo dall’Italia ma anche da numerosi Paesi del mondo.

Il Regina Margherita viene dedicato come “Ospedale dei bambini del mondo” per la sua capacità di coniugare l’eccellenza scientifica con una profonda attenzione alla dimensione umana della cura, accogliendo piccoli pazienti e le loro famiglie provenienti da contesti geografici e culturali molto diversi tra loro. Accanto alle terapie all’avanguardia e alla ricerca clinica, l’ospedale offre supporto psicologico, assistenza alle famiglie e percorsi pensati per rendere l’esperienza ospedaliera il meno traumatica possibile per i bambini, grazie anche al lavoro dei mediatori culturali, che facilitano la comunicazione e l’integrazione tra famiglie straniere e il personale sanitario.

Grazie al contributo del Terzo Settore, e in particolare della signora Maria Teresa Lavazza con ADISCO, a partire dal 2013 sono state realizzate o riqualificate importanti strutture dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, tra cui ad esempio il Day Hospital e l’Ambulatorio di Oncologia ed Ematologia pediatrica, l’Isola Margherita, il Pronto Soccorso Pediatrico e alcuni reparti di degenza. Questi interventi rappresentano non solo un significativo passo avanti nell’ammodernamento dell’ospedale, ma anche un’innovazione tecnologica e culturale orientata al benessere complessivo della persona. L’obiettivo è stato quello di costruire ambienti di cura strutturati, accoglienti e flessibili, capaci di rispondere non solo alle esigenze clinico-assistenziali, ma anche a quelle educative e ricreative dei pazienti e delle loro famiglie. 

Si tratta di creare uno “spazio che cura” che si avvicini il più possibile agli ambienti di vita quotidiana del bambino e che gli consenta di guardare all’esterno, perché per i bambini, gli adolescenti e le famiglie ospedalizzate, tutto quello che c’è fuori assume la connotazione di futuro. 

Negli ultimi tre anni, l’ospedale ha accolto più di 100 bambini con i loro familiari provenienti dall’estero, di cui un terzo dai Paesi dell’Europa dell’Est, un terzo dall’Asia e dal Medio Oriente, e un terzo dall’Africa e dal Sud America. Questi dati confermano il ruolo internazionale del Regina Margherita e sottolineano l’impegno nell’offrire accoglienza, cure specialistiche e supporto umano a chi affronta viaggi complessi e situazioni di grande fragilità.

Negli stessi anni, l’ospedale ha accolto nuclei familiari provenienti da contesti di guerra e di emergenza umanitaria, in particolare 39 famiglie dall’Ucraina e 15 dalla Striscia di Gaza, consolidando il suo ruolo internazionale anche nei momenti di crisi globale. L’accoglienza ha richiesto un impegno coordinato tra Autorità nazionali e regionali, Organizzazioni umanitarie, ospedale e associazioni di volontariato, e si è configurata come una presa in carico globale e multidimensionale del paziente pediatrico e del suo nucleo familiare. Questo percorso ha compreso assistenza medica specialistica, supporto psicologico modulato in base alle esigenze dei bambini e dei caregiver (con metodologie evidence based per la stabilizzazione emotiva, interventi di gioco simbolico e tecniche di autoregolazione), interventi sociali ed educativi, continuità scolastica e inclusione sociale, oltre a supporto post dimissione, sempre nel rispetto delle specificità culturali e religiose. Fondamentale è stato il contributo dei mediatori culturali, che hanno facilitato la comunicazione, garantito la comprensione reciproca e sostenuto l’integrazione delle famiglie nel percorso di cura. In questi contesti drammatici, accogliendo bambini feriti o gravemente malati e collaborando con reti umanitarie e sanitarie internazionali, l’ospedale ha dimostrato come la medicina possa diventare strumento di solidarietà, pace e tutela dei più fragili.

Manifestanti in piazza per Askatasuna, Torino blindata

I manifestanti si sono dati appuntamento alle 14,30 davanti a Palazzo Nuovo, storica sede delle facoltà umanistiche dell’università. Il corteo, aperto dallo striscione “Torino Partigiana que viva Askatasuna”cercherà di raggiungere la questura, la prefettura e Palazzo Civico. La  manifestazione vede la partecipazione di rappresentanti antagonisti provenienti da Genova e Bologna, dalla Lombardia e dal Veneto. Imponente lo schieramento delle forze dell’ordine con centinaia di agenti in tenuta antisommossa.

Investita in via Buenos Aires: 76enne grave al CTO

È rimasta investita da un’auto ed è stata trasportata in codice rosso al CTO: grave una donna di 76 anni. L’incidente è avvenuto nella serata di ieri in via Buenos Aires, all’altezza del civico 27. La donna ha riportato un trauma cranico e nella mattinata è previsto un intervento chirurgico per stabilizzare una frattura al bacino. La prognosi resta riservata. Sul posto sono intervenuti la polizia locale e due ambulanze per prestare i soccorsi.

VI.G

Partito Liberaldemocratico: Askatasuna, decisioni giuste al momento sbagliato

Il Partito Liberaldemocratico di Torino, il Segretario provinciale Francesco Aglieri Rinella esprimono
preoccupazione per la gestione del caso Askatasuna di questi giorni.
«Lo sgombero di Askatasuna, il corteo e le violenze di ieri sera dimostrano anzitutto una cosa», ha
dichiarato il segretario provinciale, «lo scontro tra centro destra e centrosinistra, anche a livello
locale, genera cortocircuiti dannosi per tutti: entrambe le fazioni hanno preso la decisione giusta al
momento sbagliato. Da un lato abbiamo il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo che corregge solo ora
la decisione di collaborare con una realtà che da trent’anni penalizzava l’immagine di Torino e
vandalizzava proprietà pubbliche. Dall’altro abbiamo un governo e un ministro degli interni che
decidono di mettere in atto solo ora lo sgombero per danneggiare Lo Russo e la sua giunta. La
risoluzione di Piantedosi di sgomberare Askatasuna a pochi giorni dal Natale, nel week end che per
il commercio di prossimità rappresenta buona parte dei profitti dell’anno, danneggerà i
commercianti e cittadini dei quartieri limitrofi».
Il Partito Liberaldemocratico di Torino prende quindi atto delle conseguenze dannose della politica
di contrapposizione fra i due poli: 10 agenti feriti con pietre e bottiglie, scuole di quartiere chiuse e
i leader di Askatasuna che minacciano di invadere le strade nel periodo in cui la cittadinanza fa gli
acquisti di Natale. «I cittadini sono esasperati dai danni alle loro proprietà, agli immobili, alle
automobili e agli esercizi commerciali», continua Francesco Aglieri Rinella, «e sono stati frustrati sia
dalla proposta di accettare possibili collaborazioni con i responsabili di tali danni, sia dalla tempistica
con cui il Governo ha scelto di agire. Mentre la sede di Reale Mutua in Corso Siccardi si barrica
temendo i disordini dei prossimi giorni, noi ribadiamo con forza che la continua contrapposizione
tra destra e sinistra genera solo errori, e che le decisioni vanno prese non contro la parte politica
avversa, ma nell’interesse dei cittadini, e quindi al momento giusto».

Le Finali della Coppa Italia Frecciarossa

Nei giorni scorsi personalità istituzionali e sportive si sono incontrate nella Sala Trasparenza del Grattacielo Piemonte a Torino per presentare le Finali della Coppa Italia Frecciarossa, l’evento organizzato dalla Lega Volley Femminile con il patrocinio della Regione Piemonte e del Comune di Torino e la collaborazione della FIPAV Piemonte.

L’Assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-olimpico, Caccia e Pesca, Parchi, Paolo Bongioanni, e l’Assessore allo Sport del Comune di Torino, Domenico Carretta, hanno introdotto le Finali del 24 e del 25 gennaio in compagnia dell’Amministratore Delegato della Lega Volley Femminile, Enzo Barbaro, e del Presidente della FIPAV Piemonte, Paolo Marangon. All’interno della conferenza stampa, moderata dalla responsabile delle Relazioni Esterne di Lega Volley Femminile, Consuelo Mangifesta, è stata anticipata la presenza di una grande Fan Zone, che sarà attiva dal sabato mattina nel foyer dell’Inalpi Arena con momenti di intrattenimento e spettacolarizzazione, ed è stata annunciata Paola Cardullo, ex campionessa europea e mondiale con l’Italia e quattro volte campionessa della Coppa Italia, come testimonial e madrina dell’evento.

Di seguito le dichiarazioni.

Alberto Cirio e Paolo BongioanniPresidente Assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-olimpico, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte: “Le Finali della Coppa Italia Frecciarossa rappresentano un appuntamento di altissimo profilo sportivo e un’ulteriore conferma della capacità del Piemonte di essere protagonista nell’organizzazione di grandi eventi nazionali e internazionali. Accogliere a Torino le migliori quattro squadre della Serie A di volley femminile in una regione dove questo sport è espresso ai livelli più alti e ha un vasto seguito significa valorizzare ulteriormente uno sport che esprime eccellenza, passione e grande partecipazione di pubblico. Come Regione siamo orgogliosi di ospitare sempre più sul nostro territorio grandi appuntamenti sportivi, capaci di generare ricadute positive sia in termini economici e turistici, sia culturali e sociali. Eventi come questo rafforzano l’identità del Piemonte come terra di sport, di accoglienza e di organizzazione di qualità. Ringraziamo la Lega Volley Femminile, la FIPAV Piemonte e tutte le istituzioni coinvolte per il lavoro svolto e per aver scelto ancora una volta il nostro territorio come palcoscenico di un evento così prestigioso”.

Domenico CarrettaAssessore allo Sport e Grandi Eventi della Città di Torino: “Torino si prepara ad ospitare il primo grande evento sportivo del 2026. Aver aggiunto la Final Four di Coppa Italia Volley Femminile al nostro calendario rafforza la nostra immagine di città dello sport, aperta, dinamica, un’immagine che abbiamo saputo costruire, nel tempo, con competenza, professionalità, esperienza organizzativa facendo squadra con tutte le istituzioni del territorio”.

Paolo MarangonPresidente di FIPAV Piemonte“Il movimento di pallavolo femminile in Piemonte ci fa essere orgogliosi, siamo l’unica Regione in Italia con quattro squadre nel massimo campionato di Serie A1. Siamo felici del percorso che stiamo intraprendendo, abbiamo bloccato i campionati territoriali per fare si che i ragazzi abbiano il tempo per venire a questo grande evento e possano ammirare le migliori campionesse al mondo. Negli ultimi anni tanti tifosi e appassionati hanno risposto presente sul territorio e sono sicuro che anche quest’anno sarà così”.

Enzo BarbaroAmministratore Delegato della Lega Volley Femminile“Per noi è un onore essere qui perché dimostra il percorso di crescita che abbiamo fatto negli ultimi anni: in credibilità, in affidabilità e nella qualità del nostro lavoro e di quello di tutte le Società di Serie A. Abbiamo elevato insieme il livello della pallavolo italiana e ci siamo meritati di arrivare qui a Torino, che per noi è una sfida bellissima: nonostante tempi stretti, con un impianto che fa anche un po’ di paura perché è molto grande, ci siamo ripetuti ‘se non ora quando’. Abbiamo sempre riempito palazzetti in impianti più piccoli e venire qui è una bella prova. Abbiamo trovato una squadra incredibile che ci sta supportando dal primo momento, ci siamo subito sentiti a casa per la collaborazione. Grazie a tutti, da Regione e Comune alla FIPAV Piemonte e CUS Torino fino ai partner, sia quelli che ci supportano da anni sia quelli che da poco si sono uniti a noi. Una menzione particolare per Frecciarossa che ha scelto anche quest’anno di essere al nostro fianco come Title Sponsor, non vediamo l’ora di portare a termine tante delle cose che ci siamo detti, dalla promozione alla spettacolarizzazione. L’Inalpi Arena è l’impianto più bello d’Italia, puntiamo a regalare a tutti gli appassionati il miglior evento di pallavolo femminile che si sia mai realizzato”.

Diretta su TikTok tradisce un 47enne ricercato: arrestato a Poirino

Stava facendo una diretta su TikTok insieme alla fidanzata ed è così che i carabinieri di Poirino lo hanno sorpreso e arrestato, poiché ricercato. L’uomo, 47 anni, residente nella frazione Appendini, era irreperibile dallo scorso ottobre ed è stato individuato dai carabinieri di Chieri grazie a lunghi monitoraggi sul web. Dopo aver seguito l’ennesima diretta social, i militari sono risaliti alla sua abitazione e hanno eseguito un provvedimento di carcerazione emesso dalla Procura di Ivrea. L’uomo dovrà scontare una pena di due anni e mezzo di reclusione per reati contro il patrimonio commessi in Piemonte e in altre regioni.

VI.G

Askatasuna: “Oggi Rifondazione in piazza”

Paolo Ferrero, segretario provinciale di Rifondazione Comunista di Torino ha dichiarato:
“Oggi Rifondazione Comunista parteciperà alla manifestazione di Protesta contro la chiusura del Centro Sociale Askatasuna di Torino.
Come abbiamo già detto nei giorni scorsi consideriamo lo sgombero voluto dal governo e condiviso dal sindaco di Torino un atto demente che trasforma un problema politico in un problema di ordine pubblico. Non a caso oggi i media di regime già prevedono una manifestazione con scontri di piazza e cioè si apprestano a raccogliere esattamente i frutti mefitici che il governo vuole generare con la sua azione demente.
Il motivo di questo accanimento è assai semplice: a Torino in questi mesi vi è stata una fortissima mobilitazione contro il genocidio del popolo palestinese. A queste mobilitazioni ha partecipato uno schieramento sociale molto ampio. Il governo ha cercato una prima volta di bloccare lo sviluppo del movimento e di trasformarlo in un problema di ordine pubblico con l’arresto dell’Imam Mohamed Shahin.
Grazie alla mobilitazione popolare che ha visto in prima file varie autorità religiose, questo tentativo non è riuscito e la Magistratura ha impedito – per ora – la deportazione di Mohamed evidenziando che il governo si era mosso con puro spirito repressivo e non certo nel rispetto delle regole.
Dopo questa vittoria politica e nonviolenta del movimento contro la guerra torinese e italiano il governo ha allora deciso di sgomberare Askatasuna e di bastonare la prima manifestazione spontanea di protesta. Il governo in altri termini, non riuscendo ad averla vinta in termini politici sul movimento, è alla ricerca dello scontro, ben sapendo che questa è la strada migliore per ridurre la partecipazione e isolare le mobilitazioni di piazza.
Per questo oggi saremo in piazza a protestare, a mani nude e non violenti come sempre, perché pensiamo che il tentativo del governo vada respinto e che Torino merita di meglio di questa riedizione del periodo scelbiano.
Infine, il sindaco, se si è pentito della connivenza con il governo Meloni nello sgombero di Askatasuna, faccia un atto politico chiaro: venga alla manifestazione ed esprima in questo modo la scelta del dialogo”.
cs

Vasta operazione antidroga della Polizia: 384 arresti e 655 denunce, coinvolto anche il territorio torinese

La Polizia di Stato, con l’impegno degli investigatori delle Squadre Mobili presenti su tutto il territorio nazionale, coordinati dal Servizio Centrale Operativo, ha concluso una vasta operazione nazionale ad alto impatto investigativo finalizzata al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, talvolta anche attraverso i c.d. cannabis shop, e dei connessi reati di c.d. criminalità diffusa.

Le condotte criminose contrastate sono state quelle riconducibili ai c.d. “regolamenti di conti”, ad alcune tipologie di reati contro il patrimonio, al porto illegale di armi e, più in generale, agli episodi di violenza.

In tale contesto, inoltre, hanno assunto una particolare rilevanza le nuove modalità di approvvigionamento e utilizzo delle sostanze stupefacenti, come peraltro chiaramente emerso nella recente relazione della Direzione centrale per i servizi antidroga.

L’attività degli investigatori, con il supporto di equipaggi del Reparto Prevenzione crimine e di altri uffici delle Questure, ha consentito di:

  • identificare 95.164 persone sospette, di cui 16.701 stranieri e 10.848 minorenni, soprattutto in aree di spaccio o di c.d. “mala-movida”, su un migliaio delle quali sono in corso di valutazione eventuali provvedimenti amministrativi di prevenzione;
  • arrestare 384 soggetti, di cui 166 stranieri e 6 minorenni, e indagarne in stato di libertà 655, di cui 256 stranieri e 39 minorenni, soprattutto per reati contro la persona e il patrimonio nonché per spaccio di sostanze stupefacenti e porto illegale di armi;
  • sequestrare kg 35 di cocaina, 1.370 di cannabinoidi e 1 di eroina;
  • sequestrare 41 armi da fuoco e 80 armi bianche nonché oltre 300.000 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività di spaccio;
  • elevare 565 sanzioni amministrative di diversa natura, la maggior parte delle quali per uso di sostanze stupefacenti e somministrazione illegale di bevande alcoliche;
  • individuare diversi profili social sui quali sono in corso verifiche sui contenuti, apparentemente riconducibili ai fenomeni criminali in questione, per l’eventuale segnalazione alle competenti Autorità giudiziarie ai fini dell’oscuramento.

Nel medesimo ambito, sono stati altresì svolti mirati controlli per verificare l’applicazione del nuovo quadro normativo introdotto con il decreto legge 48/2025, convertito in legge n. 80/2025, inerente anche alla vendita di prodotti a base di canapa nei c.d. cannabis shop. I controlli specifici hanno consentito di:

  • sequestrare 5 cannabis shop, in 3 diverse città;
  • arrestare 3 soggetti e denunciarne in stato di libertà 141, titolari o gestori di cannabis shop;
  • controllare 312 cannabis shop;
  • sequestrare kg 296 di cannabinoidi risultati, dalle prime analisi, avere le caratteristiche di stupefacenti.

   Nella provincia torinese, la Squadra Mobile ha condotto attività di investigazione con interventi diretti nelle principali piazze di spaccio e svolto verifiche sull’adeguamento dei c.d. “Cannabis shop” alle recenti modifiche normative.

   In tale ambito, sono stati predisposti servizi di controllo straordinari del territorio, ad alto impatto, con il coinvolgimento e la partecipazione dei commissariati di P.S. competenti per territorio, di personale dell’UPGSP e del Reparto Prevenzione Crimine “Piemonte”. Ai servizi hanno concorso anche il Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica e l’Ufficio Immigrazione, per quanto di competenza.

L  l’attività ha consentito di arrestare 8 persone e denunciarne 3, a vario titolo responsabili della violazione della normativa in materia di stupefacenti.Sono stati sequestrati oltre 7 kg di cannabinoidi oltre 500 grammi di cocaina e 890 pastiglie di un farmaco oppioide.

In particolare, una delle attività è avvenuta a Bussoleno (TO), dove le donne e gli uomini della Questura di Torino hanno arrestato un cittadino italiano di 32 anni che aveva adibito una parte della sua abitazione a serra indoor professionale con tubi di areazione, ventilatori, sistema di irrigazione automatizzato, centralina per la regolazione della temperatura e dell’umidità oltre a un impianto di illuminazione per accelerare l’accrescimento delle piante.

Nel corso della conseguente perquisizione, i poliziotti hanno rinvenuto e sequestrato: 3 chili e 700 grammi di inflorescenza essiccata risultata essere marijuana; 17 buste contenenti 1 chilo e 300 grammi della stessa sostanza; 200 piante di marijuana; 13 panetti contenenti hashish per un peso complessivo superiore a un chilo e 200 grammi; il materiale necessario al confezionamento delle dosi. L’uomo è risultato avere nella disponibilità un altro immobile, a Sant’Antonino di Susa (TO), dove gli agenti hanno scovato altri 300 grammi di marijuana.

La Procura della Repubblica di Torino ha richiesto e ottenuto la convalida dell’arresto.

Il Il procedimento penale si trova nella fase delle indagini preliminari, pertanto, vige la presunzione di non colpevolezza a favore dell’indagato sino alla sentenza definitiva.

Anima Festival: il 10 luglio 2026, a Cervere, il concerto di Emma

Dopo l’annuncio di due grandi concerti negli ippodromi di Roma e Milano, oggi Emma ha svelato che il suo live tour 2026 farà tappa all’Anima Festival di Cervere il 10 luglio prossimo, unica tappa piemontese.

“Per la prima volta – spiegato Ivan Chiarlo, patron del Festival insieme alla sorella Natasha – l’anfiteatro dell’Anima ospiterà un concerto nella modalità ‘tutti in piedi’, come richiesto dall’artista per una migliore fruizione dello spettacolo. Siamo molto contenti di rendere omaggio a un’artista speciale, che porterà sul palco tutta la sua grinta, la potemza del suo repertorio e i brani che hanno segnato la sua carriera musicale, da quelli che hanno fatto ballare generazioni di appassionati fino ai brani più recenti”.

I biglietti per il concerto sono disponibili su Ticketone a partire dalle ore 14 di venerdì 19 dicembre. Il 2025 di Emma si conclude con risultati straordinari: il suo ultimo singolo “Brutta storia” è stato accolto con grande entusiasmo da pubblico e critica, raggiungendo il vertice delle classifiche radiofoniche generali. Nell’ultimo mese, inoltre, a distanza di più di 12 anni dalla sua pubblicazione, il brano “L’amore non mi basta” è tornato a dominare le classifiche streaming italiane, conquistando il primo posto della Top 50 di Spotify Italia, risultato che ha reso Emma la terza artista italiana solista, nel corso dell’ultimo decennio, a raggiungere questo traguardo. Il brano ha totalizzato oltre 120 milioni di stream rtd, e più di 75 mila creazioni su Tik Tok, diventando fenomeno virale.

Quanto all’anfiteatro dell’Anima, rimane invariata la composizione dei posti a sedere numerati per i concerti di Riccardo Cocciante, nel settembre 2026, e Claudio Baglioni, del 5 settembre 2026 e sempre nell’ambito dell’Anima Festival.

Mara Martellotta

Il confine tra dissenso e illegalità

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Pier Franco Quaglieni

Da Pasquino a Barbero, alla Cgil,  a pezzi del Pd,  per non parlare di Verdi e sinistra italiana, a partire dal piccolo leader locale Grimaldi e’ apparsa un’area estesa di gente che di fatto dissente dallo sgombero del centro sociale Askatasuna. Dicono che non bisogna reprimere il dissenso, ma fingono di dimenticare che l’edificio è occupato illegalmente da trent’anni ed è un covo della sovversione violenta a Torino e in valle di Susa a sostegno dei No Tav che autorevoli magistrati di sinistra ritengono eversivi. Non sono dei Ghandi, sono dei professionisti della eversione e del vandalismo.  Difendere Askatasuna significa difendere l’indifendibile e schierarsi come conniventi di gente che commette gravi reati a danno della società.  C’è addirittura chi ha parlato di fascismo da parte del governo, tesi delirante che ci riporta a Lotta continua, all’assassinio di Calabresi,  alle Brigate Rosse. Alcuni stanno raccattando dalla spazzatura le tesi di Tony Negri e dei suoi compagni. Chi continua a vedere in Askatasuna un interlocutore va denunciato come nemico della democrazia. Non c’è spazio per sottilizzare alla maniera di Pasquino, così come non si può dimenticare che Barbero e’ stato più volte un “compagno di merende”, ospite come oratore, in quel centro di corso Regina Senza mai trascurare l’aggressione alla “ Stampa”, un giornale che non ha mai denunciato le illegalità di quel covo. Uso proprio la parola covo,  come faceva Carlo Casalegno. Sullo sgombero non ci sono mezze misure, ma una sola: quella di tutelare, sia pure in ritardo di trent’anni, la legalità repubblicana, come diceva Casalegno. Il ritorno ai compagni che sbagliano, anzi alla loro difesa codarda è un campanello di allarme che dovrebbe scuotere le coscienze democratiche,  superando i piccoli interessi dei “politicanti di quartiere” come Grimaldi.