Cosa succede in città- Pagina 366

Il Museo della Scuola… all’aperto! Le iniziative del Musli

MUSLI – Museo della scuola e del Libro per l’Infanzia. Apertura straordinaria martedì 2 giugno con visita guidata al Percorso Libro e incontro sulla storia della scuola all’aperto dai primi del ‘900 ad oggi

La Fondazione Tancredi di Barolo annuncia la riapertura straordinaria del MUSLI – Museo della scuola e del Libro per l’Infanzia, martedì 2 giugno in occasione della Festa della Repubblica, con cui quest’anno si vuole anche celebrare la riapertura dei musei torinesi. Due sono le iniziative previste per la giornata.

Tra le ore 15.30 e le 18.30 sarà possibile partecipare alla visita guidata al Percorso Libro, itinerario permanente dedicato alla storia del libro per l’infanzia, comprensivo della mostra temporanea “Tante teste tanti cervelli. Lanterna magica delle facce umane”. Si potranno così scoprire circa settanta libri animati, abbecedari e giochi dell’Ottocento e del primo Novecento, così come i rapporti tra libri animati e “precinema”, con un focus specifico sul tema delle metamorfosi del volto. Le visite saranno organizzate a piccoli gruppi ogni ora e con accompagnamento (ingresso 4 euro a persona comprensivo di guida). Il Percorso Libro e la mostra temporanea saranno visitabili anche nelle domeniche di giugno (7, 14, 21 e 28 giugno), dalle 15.30 alle 18.30; il Percorso Scuola è attualmente chiuso, ma sarà possibile visionare alcuni materiali dedicati al tema delle scuole all’aperto.

Sempre tra le ore 15.30 e le 18.30, nel cortile di Palazzo Barolo, si terrà l’incontro “Il Museo della Scuola… all’aperto!”. Le Scuole all’aperto, antesignane dell’“outdoor education”, sono nate nel primo Novecento. Oggi costituiscono un’esperienza di rinnovamento in risposta alle sfide che la scuola deve affrontare dopo l’emergenza coronavirus. Con Pompeo Vagliani, presidente della Fondazione Tancredi di Barolo, interverranno Fabrizio Bertolino dell’Università della Valle d’Aosta, Maria Cristina Morandini dell’Università di Torino, Luciana Pasino della Fondazione Tancredi di Barolo. Per l’occasione saranno esposti materiali originali, libri, quaderni, tabelloni didattici, fotografie provenienti dall’Archivio della Fondazione. La presentazione sarà a ingresso libero a gruppi di 10 persone ogni mezz’ora circa (in caso di pioggia l’incontro si terrà in un’area adiacente al coperto).

LE SCUOLE ALL’APERTO NELLA STORIA

Agli inizi del XX secolo, le scuole all’aperto costituiscono un’esperienza di rinnovamento sanitario, pedagogico e architettonico che va di pari passo con la lotta alle malattie infettive, soprattutto la tubercolosi, e alle loro cause: indigenza, malnutrizione, carenza d’igiene, abitazioni e sedi scolastiche malsane e sovraffollate. Nascono nei paesi del Nord, in Italia si sviluppano principalmente a Padova, Roma, Milano e Bologna tra gli anni ’10 e gli anni ’40, dove si configurano come scuole a tempo pieno con ordinamento speciale oppure come inserimento nel normale curriculum di attività all’aperto, quali giardinaggio, orto scolastico, escursioni e osservazioni della natura. I due filoni si incrociano con la campagna anti TBC e il tema dell’educazione alla salute, che trovano i loro strumenti didattici e di comunicazione in tabelloni scolastici, guide sanitarie e quaderni. Ma nonostante i buoni risultati l’esperienza, rimasta nell’ambito delle scuole speciali, subisce un progressivo declino fino a scomparire quasi del tutto negli anni ’70. L’emergenza “Covid 19” riaccende oggi i riflettori sulla necessità di recuperare un contatto quotidiano dei bambini con la natura. È forse giunta la stagione di rinascita di scuole all’aperto: un percorso intrapreso negli ultimi dieci anni da realtà come le scuole e asili nel bosco, gli agrinidi, le green school, e la recente Rete Nazionale delle scuole pubbliche all’aperto.

LE ESPERIENZE NEL CONTESTO TORINESE TRA OTTO E NOVECENTO

A Torino, la storia delle scuole all’aperto si intreccia con la storia dell’assistenza a bambini gracili e poveri e della prevenzione antitubercolare, tra iniziative pubbliche e private. Il Municipio istituisce nel 1881 le “scuole estive” finalizzate a custodire allievi bisognosi durante il periodo delle vacanze e fonda le colonie alpine e marine “Regina Margherita” (1892). Ma le prime lezioni all’aperto di scuole “normali” risalgono a inizio Novecento, quando i bambini della Tommaseo, con il banco-zaino in spalla, vanno a studiare nei giardini Cavour, quelli della Roberto D’Azeglio (1914) e della Gaspare Gozzi fanno lezione in campagna o coltivano il giardino scolastico. A favorirle è Antonio Ambrosini, Direttore delle Scuole Elementari dal 1897 al 1925, che promuove tra l’altro la trasformazione in scuola all’aperto del Ginnasio ricreativo di Villa Genero, già usato per ospitare scolari poveri durante l’estate e profughi durante la grande guerra.

Tra le iniziative private spicca l’esperienza di Paola Lombroso Carrara, la zia Mariù del Corriere dei Piccoli, dall’ “Assistenza bambini” in tempo di guerra presso la Villa Perroncito di Cavoretto (1915), al “Ricovero dei figli sani di genitori tubercolotici” presso la Casa del Sole (1919), tuttora attiva. Non si trattava di vere e proprie scuole ma di istituzioni con attività ludico-educative all’aria aperta, sostenute in gran parte dalla vendita delle cartoline illustrate.

Gli anni ‘20 vedono un rigoglioso sviluppo delle colonie comunali marine, a frequenza prevalentemente invernale, da quella di Finalpia (1924) a quella di Loano (1927/28) che nel 1929/30 diventa Scuola annuale all’aperto. Anche nei dintorni di Torino, a Lucento e a Mongreno, sempre a scopo profilattico vengono aperte nel 1927 altre due colonie permanenti, parificate nel 1933, in cui si svolgono interamente i programmi ministeriali. La preoccupazione del Regime per la vigoria fisica del popolo si concretizza nella riconversione di Villa Gualino nella Scuola-Colonia Elioterapica 3 Gennaio (1936).

Torino torna a splendere: musica in diretta streaming dal cuore di Porta Palazzo

Sabato 30 maggio, a partire dalle ore 20, la terrazza di Mercato Centrale Torino ospiterà Torino torna a splendere, un’iniziativa a porte chiuse organizzata dal duo Andrea Scarpa e Alessio Sogno, in arte A.A., protagonisti di un emozionante djset volto a rendere omaggio alla città e alla sua ripartenza post emergenza Coronavirus.

 

Al calar del sole, si potrà assistere, esclusivamente in streaming tramite diretta Facebook, sulla pagina di Andrea Scarpa, ad un appassionante viaggio fatto di musica e immagini, in cui scorci del quadrilatero romano e di Porta Palazzo saranno le star indiscusse. Torino torna a splendere è un progetto ideato per rispondere a un bisogno incessante di positività.

L’obiettivo, infatti, è quello di sfruttare le potenzialità della rete per lanciare un messaggio di buona speranza invitando tutti i torinesi a condividere – anche se distanti ma vicini il momento della ripartenza post Covid-19. I due artisti sostengono infatti che – “la musica ha un potere emozionale impareggiabile e le persone, più che mai in questo momento, hanno bisogno di sentirsi parte di qualcosa. Noi, nel nostro piccolo, cerchiamo solo di offrire uno spettacolo che dia coraggio e speranza a chi ne ha bisogno. E tutto questo non sarebbe stato possibile se non grazie a Mercato Centrale Torino, cuore pulsante della nostra città, che ci ha sostenuto e ha creduto sin da subito nel nostro progetto”. Gli A.A. avviano una collaborazione nel marzo del 2019 e da circa un anno si dedicano alla ricerca di sound inediti volti alla realizzazione di progetti non convenzionali. Andrea Scarpa, firma nota e prestigiosa nel panorama pugilistico italiano (e non solo) da qualche anno, oltre ai ring, padroneggia anche le consolle di molti locali torinesi e tra un allenamento e l’altro continua a coltivare la sua irrefrenabile passione per la musica elettronica. Alessio Sogno, della musica ne fa una professione sin da giovane. Nel 2006 frequenta il Sae Institute di Milano e ottiene il Certificate di Produzione di Musica Elettronica. Suona chitarra, pianoforte e batteria e da qualche anno, nel suo studio, tiene anche corsi per dj, producer e artisti emergenti.

Per la prima volta un giorno senza morti da coronavirus

A Torino e in Piemonte nessuna vittima a causa del Covid 19 è stata registrata nelle ultime 24 ore. Il bollettino di eri (vedi nostro articolo in Prima pagina)  indica 16 morti  avvenute però nei giorni precedenti. E’ la prima volta dall’inizio dell’epidemia che non accade neanche un decesso nell’arco di una giornata. Un primo segno di speranza. Intanto i guariti in tutta la regione si avviano ad essere 17 mila con altri 3.616 in via di guarigione.

Torino, dopo il lockdown: la sfida del mondo dei giovani

Passeggiare oggi nel centro di Torino e percorrere alcuni suoi viali che, nel loro andamento, ricordano quelli parigini più caratterizzanti, suscita una sensazione strana.

 

Se una persona potesse, come per miracolo, astrarsi dalla dimensione temporale e venire catapultata in questo spazio, senza aver vissuto il recente passato di un lockdown durato più di due mesi trascorsi in isolamento, vivendo l’emergenza sanitaria dovuta al Covid 19, credo che percepirebbe, in egual maniera, qualcosa di diverso ed anomalo rispetto al volto abituale che una città come Torino presenta nella sua quotidianità.

Passando accanto ad una pianta di gelsomino in fiore o ad un giardinetto in cui qualche sparuto bambino gioca, sorvegliato a distanza da un genitore, o due timidi fanciulli si scambiano tenere parole su di una panchina, timorosi di tenersi per mano, si comprende che la normalità, cui si era abituati e che si dava troppo per scontata, non è ancora ritornata. E non bastano certo i negozi di lusso del centro o i coiffeur riaperti a far ritrovare il sorriso, soprattutto sul volto delle persone che non siano più adolescenti. Le si incontra per strada, alcune, magari all’ora dell’uscita dal lavoro, mentre camminano solitarie verso il tragitto di casa, altre mentre fanno movimento o running in centro (magari per cercare di mantenersi in forma o forse per esorcizzare, attraverso questa attività, paure accumulate in mesi di isolamento e di timore del contagio).

Le persone cosiddette di mezza età (anche se il termine non è, forse, quello più appropriato), penso siano, in effetti, quelle che, almeno ad osservarle camminare per strada, pur con le dovute eccezioni, quelle che appaiono meno aggregate e più preoccupate. Il sorriso lo si coglie più evidente, invece, sui volti dei giovani, spesso studenti che hanno a disposizione del tempo libero dallo studio e che ne approfittano per ritrovarsi e distrarsi per passeggiare in centro e guardare qualche vetrina.

La sfida di affrontare un evento traumatico, quale quello che è stato rappresentato dalla pandemia da Coronavirus, ha richiesto la messa in campo di energie e di capacità che in molti di noi erano nascoste e che non eravamo forse neanche così consapevoli di possedere. Tra queste soprattutto la cosiddetta “resilienza”, che ci ha posti in un atteggiamento attivo di cambiamento di fronte alle difficoltà da affrontare nell’emergenza, riorganizzandoci a partire proprio dalla quotidianità.

Oggi, nella cosiddetta Fase 2, è richiesta, soprattutto, in un periodo di graduale riapertura al mondo, ma ancora di convivenza con il virus, flessibilità e capacità di mettersi in ascolto delle proprie emozioni, senza reprimerle. In questo credo che i giovani siano molto più avvantaggiati rispetto agli adulti, perché meno strutturati in schemi preordinati di tipo sociale o borghese e più aperti, come è  tipico dell’età che stanno vivendo. Osservandoli camminare per strada, la sensazione che ho percepito è che abbiano saputo mettere in campo, pur in un momento difficile come quello che hanno trascorso nel lockdown ( di lontananza fisica dalla scuola e di lezioni online), una rinnovata capacità di relazioni umane e di solidarietà. La capacità naturale propria dei giovani e giivanissimi di creare gruppi e stare in gruppo, se sicuramente può far paura oggi in una fase 2 a molti governanti, giustamente preoccupati di far osservare il distanziamento, può essere valutata come un valore autentico di gettare ponti verso l’altro e verso il prossimo, come una sfida che oggi essi lanciano al mondo adulto che, da questo lockdown, sta uscendo più impaurito rispetto al passato e, spesso, più chiuso in se stesso e meno solidale.

Mara Martellotta

In collaborazione con http://www.pannunziomagazine.it/

(Foto: Diocesi di Torino)

Appendino e Cirio si godono le Frecce tricolori dai balconi. Ma non tollerano che il popolo guardi lo spettacolo

La regina di Torino, Maria Antonietta Appendino, e sua maestà Luigi XVI Cirio hanno ammirato dalle finestre e dai balconi dei propri palazzi l’esibizione delle Frecce Tricolori che hanno sorvolato il centro della città. E le loro maestà si sono indignate per la presenza del popolo in piazza.

Quel popolo di straccioni che è approdato nei quartieri del potere e dei potenti perché, in periferia, le Frecce non hanno offerto spettacolo…

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Appendino e Cirio si godono le Frecce Tricolori dai balconi ma non tollerano che il popolo guardi lo spettacolo

Covid – 19, raccolta fondi del Comitato Aurora

Il Coordinamento nasce da un’idea dell’Associazione Arteria Onlus sostenuta da ActionAid Italia, in collaborazione con Cecchi Point, AuroraLAB del Politenico di Torino, Centro Studi Sereno Regis e Cooperativa Labins. Aderiscono associazioni, comitati, singoli cittadini e insegnanti di Aurora che dall’inizio del lockdown si sono mobilitati per cercare di dare risposte ai bisogni della popolazione di Aurora.

 

Riceviamo e pubblichiamo – L’obiettivo è sperimentare nuove forme di collaborazione tra realtà e cittadini attivi di Aurora e Porta Palazzo, favorire lo scambio di idee, mappare i bisogni della popolazione attraverso la condivisione di informazioni tra le realtà socio-educative che partecipano al Coordinamento e in raccordo con i Servizi territoriali.

In queste settimane, diverse associazioni hanno dato sostegno alimentare e di beni di prima
necessità a più di 700 nuclei, molti con minori a carico, del quartiere Aurora e delle aree
limitrofe.

Sono stati consegnati ad alunni dell’Istituto comprensivo Torino II, 280 pacchi di materiale
didattico (libri e materiali di cancelleria) rimasto chiuso nelle scuole.

Nell’I.C. Torino II circa 700 allievi su 1100 seguono la didattica a distanza utilizzando
esclusivamente un cellulare, quasi sempre di proprietà di un genitore, e in condivisione
con altri fratelli.

Per far fronte a questi bisogni, il Coordinamento promuove l’avvio di una raccolta fondi, per
l’acquisto di beni di prima necessità destinati alle persone più fragili del quartiere, in
particolare chi non ha ancora avuto accesso alle misure di sostegno attivate dalle istituzioni
(buoni spesa, pacchi degli snodi), compresi i soggetti “invisibili”, come le persone senza
residenza e senza documenti.

Oltre che all’acquisto di cibo e beni di prima necessità – con un’attenzione ai prodotti per la
prima infanzia – i fondi serviranno anche per acquistare prodotti di cancelleria e device
tecnologici (es. connessioni internet), per facilitare l’accesso alle attività didattiche a
distanza.

La proposta gestionale del fondo vuole essere innovativa: sarà infatti un fondo comune
gestito dalle associazioni del Coordinamento in modo collegiale.

Servirà a sostenere le attività delle diverse organizzazioni che, dall’inizio dell’emergenza,
hanno riorganizzato la propria attività avviando in modo autonomo diverse iniziative di
raccolta fondi destinate all’acquisto e alla distribuzione di cibo e beni di prima necessità da
distribuire alle famiglie di Aurora.

E possibile donare sul conto corrente dedicato intestato a Associazione Fuori di Palazzo –
Banca CRS – IBAN IT79U0630501000000110158062
info: www.cecchipoint.it – coordinamentoaurora2020@gmail.com

In questo momento di grande difficoltà noi volontari, nel nostro piccolo, cerchiamo di
collaborare andando incontro alle esigenze di tante famiglie in situazione di disagio
economico nell’affrontare le problematiche quotidiane, non solo per quanto riguarda la spesa
ma anche cercando di coinvolgere la società con donazioni di materiale utile per le attività
scolastiche dei più piccoli. Denise – volontaria dello Spazio Alimentare Cecchi Point.

Grazie alla collaborazione di volontari e maestre ed alle azioni di coordinamento condotte, si
è potuto far fronte, almeno in parte, ad una situazione del tutto inaspettata che ha lasciato
alunni, famiglie ed insegnanti sospesi nell’isolamento e privi, molto spesso, di riferimenti e
risorse. L’intervento (…) ha fatto sì che a moltissime famiglie e bambini del territorio
provenissero aiuti di vario genere. È stato possibile recuperare e recapitare i libri scolastici e
reperire fondi e strumentazioni per le famiglie prive di devices (per la didattica online).
Liliana Bono – insegnante di Scuola Primaria presso ICTorino2.

PARTECIPANTI AL COORDINAMENTO:
Casa del Quartiere Cecchi Point, Fondazione di Comunità Porta Palazzo, Arteria,
Educadora, Eco dalle Città, Ufficio Pastorale Migranti, ASAI, Camminare Insieme,
Associazione Pakistan Piemonte, ACFIL , Panafricando, Mosaico, Associazione Islamica
delle Alpi, Comitato CCQA, AuroraLAB – Politecnico di Torino, Piemondo – progetto VivoIn –
Rete di Comunità Barriera/Aurora, Comitato Oltrelabarriera, CasArcobaleno, insegnanti delle
scuole del quartiere, Almaterra, ARQA, Zhi Song, Fondazione UCI, Collettivo Ultramondo,
Bricocenter Via Cigna, Eatnico, YEPP Porta Palazzo, coabitazione Sorgente – Acmos,
Comunet Officine Corsare, Frati Madonna di Campagna, Spazio Alimentare del Cecchi
Point, Fuori di Palazzo, Officine Creative Torino, QuintaTinta, Videocommunity, Tekhnè,
Associazione Gambiani Torino, Orizzonti in Libertà – Casa Umanista

A Torino i primi Valutatori di Impatto certificati

 Grazie al Corso Universitario di Aggiornamento Professionale promosso dal Centro di Competenze di Torino Social Impact

Si conclude con successo oggi il Cuap – Corso Universitario di Aggiornamento Professionale per la Valutazione d’Impatto Sociale realizzato dall’Università degli Studi di Torino nell’ambito del piano strategico di Torino Social Impact come prima azione del Centro di Competenze per la Valutazione di Impatto nato a novembre.

91 partecipanti e 42 enti del terzo settore coinvolti, 125 ore di didattica per oltre 20 docenti e 15 progetti sviluppati, 84 valutatori di impatto certificati. Sono questi i numeri del primo corso, che confermano la grande attenzione del territorio per nuovi modelli di business in grado di coniugare obiettivi di rendimento economico e obiettivi di impatto sociale.

Il corso, sostenuto dalla Camera di commercio di Torino tramite il Comitato Imprenditorialità Sociale, è stato reso possibile grazie alla sinergia con l’Università degli Studi di Torino, ed alla collaborazione del Centro di Ricerca Internazionale Tiresia Politecnico di Milano, del Cottino Social Impact Campus e delle agenzie di formazione del sistema cooperativo.
Il Cuap sulla valutazione di impatto rientra nell’offerta formativa del Dipartimento di Management dell’Università di Torino.

Iniziato a gennaio di quest’anno, il percorso formativo ha visto la frequentazione di oltre 90 partecipanti appartenenti ad Enti del Terzo Settore, Cooperative sociali, Ordine dei Dottori Commercialisti, Volontariato Sociale. Più di 20 docenti, esperti della valutazione d’impatto in ogni ambito, hanno preso parte al progetto. Per citarne alcuni, oltre a Paolo Biancone direttore del Cuap: Mario Calderini, Giuseppe Chiappero, Flavia Coda Moscarola, Emiliano Giovine, Gabriele Guzzetti, Federico Mento, Filippo Montesi,  Roberto Randazzo, Elisa Ricciuti, Silvana Secinaro, Valentina Tosi, Paolo Venturi, Flaviano Zandonai. Il corso ha dovuto fare i conti con il Covid-19, virando sulla modalità online senza perdere il suo carattere partecipativo. I gruppi in cui sono stati divisi i partecipanti hanno preparato e presentato ai colleghi d’aula 15 project work su altrettante esperienze di valutazione d’impatto, 15 casi pratici che hanno rappresentato la voglia di mettersi in gioco e sperimentare quanto appreso durante le lezioni. A seguito di un esame, dal corso escono 84 valutatori di impatto/chief value officer certificati, titolati all’accompagnamento esterno o interno delle imprese nel percorso di valutazione d’impatto sociale.

Giunti al termine del percorso, la volontà di tutte le parti coinvolte è quella che ha spinto la creazione del corso stesso: diffondere la cultura dell’impatto sociale e la sua valutazione, dando vita sul territorio torinese ad una community di esperti disposti a confrontarsi e continuare ad accrescere le loro esperienze e competenze.

Tutto questo fermento ha, inoltre, portato alla pubblicazione di un volume scientifico “La Valutazione d’impatto sociale. Aspetti metodologici e applicativi” che ha tra gli autori, oltre al prof. Biancone e la prof.ssa Secinaro, alcuni dei tutor che hanno lavorato al fianco dei gruppi nella creazione dei project work, e alla nascita di una rivista scientifica, lo European Journal of Social Impact and Circular Economy, edito dall’Università di Torino, che ha come Editor-in-chief il prof. Biancone e nel comitato scientifico professori tra cui: Mario Calderini, Angelo Miglietta, Marco Pironti, Patrick O Sullivan e Marios Trigkas. Scopo della rivista scientifica, rivista online Open Access, è quello di contribuire allo sviluppo del metodo di ricerca teorico e pratico legato ai campi dell’impatto sociale e dell’economia circolare.

Dato il successo, è stata prevista una seconda edizione del corso in partenza entro la fine di quest’anno.

I Dati del Corso:

Ente Erogatore Dipartimento di Mangement – Università di Torino
Direttore del Corso Prof. Paolo Pietro Biancone
Coordinamento Torino Social Impact
Main Sponsor Camera di commercio di Torino – Comitato Imprenditorialità Sociale
Ore di didattica 125 di cui 40 frontali
Partecipanti 91
Docenti e relatori 20
Enti del terzo settore coinvolti 42
Project work presentati 15
Prossima edizione Dicembre 2020

Film sotto le stelle: il cinema estivo sarà all’aperto

La vecchia tradizione del Cinema all’aperto, ormai quasi dimenticata, questa estate  verrà rispolverata anche a Torino

Sarà una necessità dovuta al distanziamento sociale previsto dalle nuove regole anticovid, ma chissà che non diventi una nuova tendenza connotata da un pizzico di romanticismo

I principali spazi per il cinema sotto le stelle a Torino saranno,  a partire da luglio:

il Parco del Valentino, la storica Piazzetta Reale, il Parco Dora, il Parco Peccei e Spazio 211.

Location equamente suddivise tra centro e periferia per dar modo a tutti i torinesi di godere qualche serata di fresco (si spera) e di buon cinema

Da oggi riaprono piscine, palestre, centri sportivi

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Da lunedì 25 maggio lo sport piemontese riparte in sicurezza. Da questa data, infatti, sono consentite le attività sportive di base e l’attività motoria in palestre, piscine, centri sportivi, circoli sportivi sia pubblici che privati. Condizione essenziale per la ripartenza, ovviamente, sarà di garantire il distanziamento sociale e mantenere il divieto di assembramento. 

I gestori delle strutture sportive, per poter riaprire, dovranno seguire le linee guida approvate dall’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri. 

Per quanto riguarda le singole discipline le Federazioni sportive nazionali, le Discipline Sportive associate e gli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti da CONI e CIP, nonché le associazioni, le società, i centri e i circoli sportivi (anche se non affiliati ad alcun organismo sportivo riconosciuto) dovranno adottare protocolli pensati appositamente per le esigenze di ogni singolo sport, per tutelare la salute di atleti, gestori e di chiunque a qualsiasi titolo frequenti queste strutture.

Alle linee guida nazionali si affiancano quelle condivise dalla Conferenza delle Regioni che verranno applicate anche in Piemonte.

“Lo sport deve ripartire: è l’ora che palestre, piscine e circoli tornino in attività e che i piemontesi possano nuovamente allenarsi. E altrettanto importane, però, che in questa fase così delicata la ripartenza segua le regole del buon senso e della sicurezza – spiega l’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca -. Per questo chiediamo alle strutture e ai loro gestori di seguire i protocolli predisposti dal ministero e anche quelli della Regione. Norme come distanziamento sociale, igienizzazione, divieto di assembramento sono protocolli di sicurezza che ci dovranno accompagnare passo per passo ma che potranno fare la differenza, evitando di farci ricadere in una situazione di blocco”.

Tre le norme di sicurezza previste dalla Conferenza delle Regioni per le palestre ci sono:

-Redigere un programma delle attività il più possibile pianificato (es. con prenotazione) e regolamentare gli accessi in modo da evitare condizioni di assembramento e aggregazioni; mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni.

-Organizzare gli spazi negli spogliatoi e docce in modo da assicurare le distanze di almeno 1 metro (ad esempio prevedere postazioni d’uso alternate o separate da apposite barriere), anche regolamentando l’accesso agli stessi.

-Regolamentare i flussi, gli spazi di attesa, l’accesso alle diverse aree, il posizionamento di attrezzi e macchine, anche delimitando le zone, al fine di garantire la distanza di sicurezza: o almeno 1 metro per le persone mentre non svolgono attività fisica o almeno 2 metri durante l’attività fisica (con particolare attenzione a quella intensa).

Tre le norme di sicurezza da rispettare per le piscine:

-Non sarà possibile l’accesso del pubblico alle tribune e la realizzazione di manifestazioni, eventi, feste e intrattenimenti.

-Bisognerà privilegiare l’accesso agli impianti tramite prenotazione e mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni.

Sarà necessaria una vigilanza delle analisi biochimiche dell’acqua secondo i parametri indicati dalle linee guida.

Test sierologici, gestione unica di tutte le analisi

Diventa operativo, su proposta dell’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi e con l’approvazione da parte Giunta regionale, il nuovo protocollo della Regione Piemonte per la gestione dei test sierologici, sia in ambito pubblico che privato.

Predisposto dal coordinatore del piano regionale di prevenzione, il documento fornisce le indicazioni a tutti i soggetti che a vario titolo sono coinvolti nell’emergenza Covid e potrà essere aggiornato in base all’evoluzione della situazione epidemiologica, delle conoscenze scientifiche disponibili e degli eventuali nuovi indirizzi nazionali.

«In assenza di linee guida nazionali – osserva l’assessore regionale Icardi -, andava comunque fatta chiarezza sulla gestione degli esiti dei test sierologici a cui sempre più cittadini stanno facendo ricorso, nonostante questi test non abbiano alcun valore diagnostico e siano utili prevalentemente a fini epidemiologici. Attraverso l’azione combinata tra test sierologico e tampone, contiamo di aver dato una risposta razionale, che riconduce tutte le analisi ad un’unica gestione, mediante il filtro territoriale del medico di medicina generale e la rete della piattaforma covid della Regione Piemonte. Parallelamente, proseguiamo gli screening epidemiologici rivolti alle categorie più esposte al contagio. Sono quasi ultimati i test sul personale della Sanità regionale, mentre stanno iniziando quelli sul personale di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Municipale, Esercito, Vigili del fuoco ed Uffici Giudiziari, in modo da avere una misura sempre più precisa della circolazione del virus sul territorio».

In generale, qualora l’esito dell’esame sierologico rilevi una positività alle IgG, l’individuo asintomatico sarà considerato “sospetto” di infezione Covid-19. Al fine di consentire le misure di prevenzione necessarie da parte della Sanità Pubblica, il laboratorio provvederà ad effettuare la segnalazione al medico di famiglia o di riferimento dello studio epidemiologico, inserendo il referto sulla piattaforma Covid-19. Il medico disporrà l’isolamento fiduciario dell’assistito mediante l’inserimento della richiesta di tampone sulla piattaforma Covid-19.

Se il tampone derivante dalla positività alle IgG risulterà positivo, l’isolamento verrà trasformato in quarantena e si procederà all’indagine epidemiologica completa da parte del Servizio di Igiene e prevenzione (Sisp) per la ricerca di ulteriori contatti, la disposizione di ulteriori quarantene, eccetera.

In particolare, ecco come il protocollo viene applicato nei tre ambiti di riferimento.

PROGRAMMI DI SCREENING SIEROLOGICI REGIONALI

La Regione attraverso il Sistema Sanitario Regionale ha già realizzato ed ha in programma di realizzare programmi di screening che prevedono l’effettuazione di test sierologico seguito da tampone rino-faringeo per i soggetti risultati positivi alle IgG, individuando gruppi di popolazione a maggior rischio e di priorità legate al pubblico interesse.

Oltre allo studio già effettuato sul personale del Servizio sanitario regionale e sui medici competenti, altri studi potranno essere individuati sulla base di successive valutazioni tecnico scientifiche.

Ogni studio individuerà le modalità tecniche di isolamento fiduciario e di messa in quarantena derivante dall’esecuzione del tampone.

La Regione indica quale tecnica di elezione per esame sierologico il test immunometrico IgG semiquantitativo (test sierologico per le IgG anti SARS-CoV2).

Nei casi in cui sia necessario assicurare tempestività tra il riscontro di IgG e l’effettuazione del tampone diagnostico in modo da ridurre al minimo i tempi di isolamento fiduciario che, se prolungati, potrebbero avere un impatto negativo importante nell’erogazione di servizi pubblici, si potranno utilizzare, in via straordinaria, previa valutazione tecnico scientifica, i test rapidi.

La Regione Piemonte ha inoltre aderito al programma di screening sierologico nazionale, organizzato dall’Istituto superiore di Sanità, che coinvolgerà un campione di 8.099 cittadini piemontesi, che saranno scelti sulla base di criteri prestabiliti e contattati dalla Croce Rossa per effettuare il test sierologico e, in caso di positività ad IgG, il tampone.

Considerato l’interesse pubblico dei test epidemiologici suddetti, le attività richieste sono interamente a carico del Servizio sanitario regionale.

TEST SIEROLOGICO AI PRIVATI PRESSO LABORATORIO AUTORIZZATO

E’ consentito, seppur sconsigliato, ad ogni cittadino di poter effettuare, a proprie spese, presso laboratorio autorizzato inserito nell’elenco della Regione, un test sierologico validato per la ricerca di anticorpi Covid-19.

Al fine di assicurare una corretta informazione al cittadino evitando di creare false aspettative o innescare comportamenti scorretti, sono introdotti i seguenti obblighi per i laboratori analisi autorizzati:

  1. a) il cittadino che richiede ad un laboratorio un test sierologico deve ricevere adeguate informazioni sui risultati che otterrà e sulle misure da adottare, mediante l’utilizzo dell’apposito modulo di consenso informato, approvato a livello regionale e, che il cittadino sottoscrive;
  2. b) qualora si rilevi una positività alle IgG, l’individuo asintomatico sarà considerato “sospetto” di infezione Covid-19. Al fine di consentire le misure di prevenzione necessarie da parte della Sanità Pubblica, il laboratorio provvederà ad effettuare la segnalazione al medico di famiglia inserendo il referto sulla piattaforma Covid-19. Il medico disporrà l’isolamento fiduciario dell’assistito mediante l’inserimento della richiesta di tampone sulla piattaforma Covid-19.

L’Asl competente territorialmente procederà, tenendo conto delle priorità legate ai compiti di istituto previsti per i casi sospetti e per il contact tracing, nonché connessi alla gestione degli screening regionali e nazionali, all’effettuazione del tampone (in questo caso a carico del Sistema sanitario regionale).

Se il tampone risulterà positivo, l’isolamento diverrà una quarantena e si procederà all’indagine epidemiologica completa da parte del Sisp (ricerca di ulteriori contatti, disposizione di ulteriori quarantene eccetera).

SCREENING VOLONTARI EFFETTUATI DA ENTI O AZIENDE PUBBLICHE E PRIVATE

La proposta di test sierologici al di fuori del Servizio sanitario regionale e di scelte individuali può avvenire in questa fase esclusivamente sotto la supervisione di un medico e per finalità definite.

Alla luce degli screening per la valutazione della sieroprevalenza attivati a livello nazionale e regionale, si ritengono non approvabili programmi a livello locale che possano creare delle sovrapposizioni.

Possono invece avere una utilità, valutazioni dei livelli di sieroprevalenza per la modulazione delle misure di contenimento sul posto di  lavoro.

Nel caso in cui un ente o azienda pubblica o privata (per es. ambiente di lavoro, sindaco del Comune, eccetera) intenda avviare un percorso di screening di soggetti mediante test sierologici, tale attività dovrà avvenire previo nulla osta da parte della Asl competente per territorio, a seguito della trasmissione di una proposta di programma alla Asl medesima.

La stessa Asl concederà un nulla-osta sulla base della presenza e appropriatezza della documentazione trasmessa, dopo aver appurato che l’esecuzione del test sierologico, per i tamponi di diagnosi che ne derivano come attesi, non possa generare difficoltà nell’esecuzione dei tamponi obbligatori o sovrapporsi a programmi della sanità pubblica.

I relativi costi (test sierologico, tampone, visite, refertazioni, eccetera) non sono in carico al Servizio sanitario regionale.

Il referto positivo a test sierologico, con metodica Clia o Elisa o equivalenti, e del successivo tampone, devono essere comunicati, da parte del medico responsabile o del laboratorio analisi, alla Asl di residenza del soggetto, attraverso la piattaforma Covid-19 Regione Piemonte.