Musei Reali di Torino: sarà un anno “mai visto” 

 

Il 2026 porterà con sé una programmazione ricca di iniziative inedite e scoperte affascinanti, tra percorsi e attività culturali.

Un palinsesto che sarà svelato nel corso di una conferenza stampa, attesa nella seconda metà di gennaio, ma che si inaugura il 6 febbraio con la mostra dossier Beato Angelico negli occhi di Bartholomäus Spranger. Giudizi Universali a confronto.

Fino al 3 maggio, l’esposizione tematica propone, per la prima volta, un confronto diretto tra la straordinaria e pionieristica invenzione iconografica, elaborata da Beato Angelico intorno al 1425-1428, per la rappresentazione del Giudizio Universale nella celebre tavola oggi conservata al Museo di San Marco — eccezionalmente concessa in prestito dalla Direzione Regionale Musei Nazionali Toscana, nell’ambito delle relazioni culturali e di scambio tra musei del Sistema museale nazionale del Ministero della cultura — e l’opera appartenente alle collezioni della Galleria Sabauda, eseguita dal pittore fiammingo Bartholomäus Spranger tra il 1570 e il 1571 per papa Pio V. Quest’ultima, dichiaratamente ispirata al modello di Beato Angelico, consente di indagare le modalità di ricezione, reinterpretazione e trasmissione di un prototipo figurativo di grande fascino, mettendo in luce continuità e trasformazioni del tema  tra primo Rinascimento e Manierismo maturo. L’esposizione si tiene in occasione del rientro ai Musei Reali della tavola di Fra Giovanni da Fiesole raffigurante la Madonna dell’Umiltà, concessa in prestito alla mostra monografica Beato Angelico (Firenze, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, 26 settembre 2025 – 25 gennaio 2026).

 

Maltempo su Torino e Piemonte, nevicate in montagna

Una nuova e vigorosa perturbazione di origine atlantica è in arrivo sul Nord-Ovest italiano e darà avvio a un periodo prolungato di tempo instabile.

A partire da domenica 21, le precipitazioni tenderanno ad estendersi progressivamente a gran parte del territorio, aumentando d’intensità fino a risultare moderate nella seconda parte della giornata. Le piogge continueranno anche tra lunedì e martedì, quando potranno risultare localmente forti su Cuneese, Torinese e Canavese.

Nei prossimi giorni il maltempo interesserà in modo diffuso la regione, con precipitazioni frequenti e localmente intense soprattutto sui settori occidentali, accompagnate da nevicate abbondanti sulle aree alpine.

Il limite delle nevicate resterà inizialmente oltre i 1.200 metri nella giornata di domenica; nel corso di lunedì la quota neve scenderà fino a circa 500 metri nel Cuneese, tra 700 e 1.000 metri nel Torinese e tra 1.000 e 1.200 metri sull’alto Piemonte. Martedì è previsto un nuovo rialzo della quota neve, che tornerà a posizionarsi oltre i 1.200-1.400 metri su tutta la regione.

Scade il 31 gennaio il bando del Premio InediTO

“Questo nostro mondo umano, che ai poveri toglie il pane, ai poeti la pace” è tratto dalla poesia ‘Al principe’ di Pier Paolo Pasolini, scelto in occasione dei cinquanta anni dalla morte del poeta scrittore friulano, ed è  il nuovo input grafico illustrato da Francesca Rossetti del Premio InedITO Colline di Torino, giunto alla sua venticinquesima edizione, dopo aver premiato in tutti questi anni centinaia di autori e scoperto nuovi talenti di ogni età e nazionalità,  sostenendoli e accompagnandoli verso il mondo dell’editoria e dello spettacolo.

Il bando del Premio scadrà il 31 gennaio prossimo ed è dedicato alle opere inedite di tutte le forme di scrittura, dalla poesia alla narrativa, dalla saggistica al teatro, dal cinema alla musica, in lingua italiana e a tema libero, con esclusione di testi generati dall’intelligenza artificiale.

Sul successo maturato negli ultimi anni è stata dedicata una nuova sezione alla Graphic Novel. Sono state istituite le collaborazioni con la  Scuola Internazionale di Comics, il Palmosa Fest Festival Nazionale di Arte e Letteratura di Castelvetrano in provincia di Trapani, i festival “La grande invasione” di Chieri nel Torinese, e “Chiavi di lettura” di Chivasso nel Torinese, nonché la partnership con l’etichetta discografica “Sorridi Music” che premierà i vincitori e realizzerà la compilation “InediTO Music” con i brani di tutti i finalisti .

Il premio è stato inserito da diverse edizioni nella manifestazione “Il maggio dei libri” promossa dal Centro per il Libro e la Lettura , e ha ottenuto in passato il contributo e l’alto patrocinio del MIBACT. Nella scorsa edizione anche il contributo della Regione Piemonte, Consiglio Regionale del Piemonte, il patrocinio di Città Metropolitana di Torino, Città di Chieri, Città di Moncalieri e del Salone del Libro, il sostegno di Fondazione CRT, Camera di Commercio di Torino, Iren e Aurora Penne.

Mentre da questa edizione riceve nuovamente il patrocinio di ANCI Piemonte e Città di Chivasso. Collabora con Film Commission Torino Piemonte.

Possono partecipare autori già affermati o esordienti di ogni età e nazionalità. Migliaia gli iscritti in questi anni da tutta Italia e dall’estero, dall’Europa agli Stati Uniti, dall’America Centrale al Sud America, dall’Africa all’Asia, all’Australia, centinaia gli autori che il Premio ha sostenuto e accompagnato verso il mondo dell’editoria e dello spettacolo, senza abbandonarli al loro destino.

Grazie a un montepremi di 8 mila euro i vincitori delle varie sezioni riceveranno un contributo per la pubblicazione, promozione e produzione delle opere. Saranno inoltre assegnati premi quali “InediTO ritrovato”, dedicato a un’opera inedita di scrittori non viventi, conferito nelle passate edizioni a Primo Levi, Alfonso Gatto, Italo Svevo, Alessandro Manzoni, Grazia Deledda e Totò. “InediTO young”, destinato ad autori minorenni, “InediTOpic”, ispirato all’input grafico di questa edizione e “InediTOi.a.”, a un’opera realizzata tramite intelligenza artificiale.  Il concorso è organizzato dall’associazione Camaleonti di Chieri e diretto da Valerio Vigliaturo. Il comitato di lettura è presieduto da Riccardo Levi, mentre la giuria, presieduta da Margherita Oggero e, tra gli altri, il poeta Aldo Nove, Mary Barbara Tolusso, Stefania Bertola, Davide Bregola, Matteo Casali, Michele Di Mauro, Irene Dionisio, Gnut. Entro marzo la designazione dei finalisti presso la scuola Holden di Torino, che riceverà una scheda di valutazione della giuria. A maggio la proclamazione dei vincitori al Salone del Libro 2026 e la premiazione che si svolgerà attraverso la consegna dei premi e un reading degli autori vincitori.

Per il bando consultare il sito https://www.premioinedito.it/bando-2026

Info: info@premioinedito.it – cellulare: 3336063633

Mara Martellotta

Dal Gruppo Iren 120 computer rigenerati a enti e associazioni 

Sono stati consegnati  120 computer rigenerati del Gruppo Iren destinati alla Rete delle Case del Quartiere e a una rete di associazioni attive sul territorio, individuate dall’azienda con la collaborazione della Città di Torino e il coordinamento di Eduiren, settore educational del Gruppo Iren.

Alla consegna hanno partecipato l’Assessora alle Politiche educative e giovanili della Città di Torino, Carlotta Salerno, il Presidente della Circoscrizione 6, Valerio Lomanto, la Direttrice Tecnologie e Sistemi Informativi del Gruppo Iren, Maria Greco, e Erika Mattarella, Direttrice della Casa del Quartiere Bagni Pubblici di via Agliè.

La rigenerazione dei computer consegnati consente di evitare lo smaltimento prematuro di apparecchiature ancora funzionanti, ridurre la produzione di rifiuti elettronici e contenere il consumo di risorse naturali. Si tratta di un esempio concreto di economia circolare, in cui ciò che sarebbe considerato scarto torna a essere una risorsa utile per la comunità.

Gli apparecchi supporteranno infatti attività educative, sociali e culturali di facilitazione digitale e supporto allo studio, promosse dalle Case del Quartiere e da associazioni particolarmente attive nell’area di Barriera di Milano, un territorio in cui sono già in corso progettualità condivise tra Eduiren e la Città.

La consegna si inserisce, per il Gruppo Iren, all’interno di un più ampio programma di azioni parte del progetto “C’è un futuro nei RAEE” dedicato al riuso, alla raccolta e al riciclo dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), e che ha coinvolto tutti i territori in cui l’azienda opera.

«Mettere a disposizione computer rigenerati significa sostenere concretamente il diritto allo studio, l’accesso alle competenze digitali e le opportunità di crescita di ragazze e ragazzi, dentro e fuori la scuola – dichiara Carlotta Salerno, assessora alle Politiche educative e giovanili della Città di Torino – e, allo stesso tempo, contribuire alla riduzione dei rifiuti elettronici, coniugando inclusione sociale e sostenibilità ambientale. Un sentito ringraziamento va al Gruppo Iren per il lavoro svolto: grazie a questa collaborazione rafforziamo presìdi educativi di prossimità che, nei quartieri, affiancano giovani e famiglie nei percorsi di apprendimento, socialità e partecipazione, aiutando a ridurre le disuguaglianze e il divario digitale».

«Con questa iniziativa, trasformiamo un problema ambientale in una soluzione concreta – dichiara Maria Greco, Direttrice Tecnologie e Sistemi Informativi del Gruppo Iren –. Stiamo offrendo un’opportunità: questi PC consentiranno di ridurre il divario digitale, aiutando le associazioni sul territorio torinese. Inoltre, riduciamo la produzione di rifiuti elettronici, promuovendo un virtuoso principio di economia circolare».

Le realtà beneficiarie comprendono le Case del Quartiere Barrito, Cecchi Point, Bagni Pubblici di via Agliè, Casa nel Parco a Mirafiori, Più SpazioQuattro, Officine CAOS, Casa del Quartiere San Salvario e Cascina Roccafranca, insieme a numerose associazioni tra cui AMECE, Zhi Song, Angi, il Comitato per lo sviluppo della Falchera, l’Associazione Araba Falchera, Il Nodo, Marchesa, Il Volo ODD, ASLM studenti e lavoratori del Mali, Cascina Macondo, Guineani Torino, l’Oratorio Maria Regina della Pace, ASAI, il Gruppo Abele – Educativa di strada, Dar El Forqan, Noi Risurrezione del Signore, 1000 genitori, Antica Abbadia, Contesto e Aye.

TorinoClick

Askatasuna, perchè la sinistra tollera la violenza?

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

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C’è un aspetto che, francamente, rischia di diventare sempre di più un mistero fonte di
contraddizione e ambiguità. E cioè, ma com’è possibile che di fronte alla decisione di smantellare
– scelta purtroppo tardiva – del centro sociale torinese Askatasuna la sinistra torinese, o meglio la
stragrande maggioranza della sinistra torinese e anche nazionale, contesta la scelta degli
organismi istituzionali preposti di fronte ad un centro sociale che in questi anni si è contraddistinto
per una feroce ed inaudita violenza che ha messo in campo? A livello torinese, piemontese e
soprattutto sul versante nazionale?

Ora, il tema della discordia è molto semplice. Da un lato abbiamo un centro sociale che è tutt’altro
che un centro di socializzazione, di elaborazione culturale, di promozione politica, di convivialità
democratica o di approfondimento tematico. Si tratta, come tutti sanno – ma proprio tutti a Torino
e in Piemonte – di un luogo che soprattutto esercita e pratica la violenza. Una violenza brutale che
viene scagliata a viso aperto contro tutto ciò che si ritiene che possa anche solo minimamente
ostacolare l’azione di questo sedicente centro sociale.

E qui veniamo al punto politico di fondo. E cioè, se è comprensibile che il partito del trio
Fratoianni/Bonelli/Salis difenda a spada tratta tutti i centri sociali disseminati in Italia – essendo il
partito, appunto, che è il prolungamento di quelle esperienze cosiddette sociali – stupisce che
altre forze di sinistra, a cominciare dai 5 stelle e da alcuni settori del Pd, contestino una scelta del
genere o, peggio ancora, continuino tutto sommato a difendere una esperienza come quella di
Askatasuna. Certo, si tratta di un atteggiamento politico ben noto e che non si ferma alla vicenda,
peraltro complessa e drammatica, del centro sociale torinese. Perchè, purtroppo, c’è un nodo
irrisolto nel rapporto tra la sinistra, soprattutto l’attuale sinistra italiana, e il tema della sicurezza,
della tutela della legalità, della difesa del ruolo e della mission delle forze dell’ordine e, in ultimo,
della garanzia per i cittadini di poter vivere in un clima di pace e di sicurezza pur nel rispetto di
tutto ciò che è sinonimo di dissenso, di manifestazioni di piazza e di contestazione politica. Ed è
un nodo, questo, che continua ad attraversare l’universo della sinistra italiana nelle sue multiformi
sfaccettature e che non trova soluzione. E la drammatica situazione del centro sociale torinese,
uno i tra i più violenti e spietati a livello nazionale di quella galassia, non fa altro che riproporre
questa eterna contrapposizione. E cioè, da un lato una difesa sperticata di chi garantisce in tutte
le forme possibili l’ordine pubblico e, dall’altro, coloro che mettono sistematicamente in
discussione ogni scelta che punta deliberatamente a garantire e a ricercare la sicurezza dei
cittadini. Su questo versante, non ci possono essere visioni ideologicamente contrastanti. Perche
il nostro paese ha già conosciuto in un triste passato le contraddizioni di una parte politica che ha
sostanzialmente minimizzato tutto ciò che era riconducibile alla violenza. Speriamo sia una lezione
che nessuno possa o debba dimenticare. Soprattutto nel campo della sinistra estremista,
ideologica e massimalista.

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Giolitti, Forattini e il “Pannunzio” – Difendere i Comuni  montani! – I non laureati – Differenze – Lettere

Giolitti, Forattini e il “Pannunzio”
Con il direttore di questo giornale Cristiano Bussola  e Toto Vullo ho ricordato Giorgio Forattini e mi è tornato alla mente un episodio curioso che avevo dimenticato. Un sabato dei primi anni 2000 presentai ad Alassio un libro del prof. Aldo Mola, non ancora senatore del regno d’Italia che non c’è più dal 1945. Dopo lo invitai a cena  in un bel ristorante sul mare e gli parlai del progetto di Maria Grazia Imarisio, Diego Surace e di chi scrive, di allestire una mostra antologica di vignette su Giovanni Giolitti il più caricaturizzato insieme a Cavour e Andreotti.
Pensavo si trattasse di una persona corretta e, a parole, amica. Il professore e  futuro senatore del regno che fu, già la settimana dopo  presentò in Regione un improvvisato progetto con richiesta di fondi che ricalcava quello di cui gli avevo parlato. Voleva batterci sul tempo. Forattini, a cui avevo parlato, chiedendogli una vignetta per il catalogo della eventuale mostra, quando seppe di questo sublime  gesto di lealtà e correttezza, si disse indignato e nel giro di poche ore mi mandò una sua straordinaria vignetta che venne esposta nella mostra inaugurata dal presidente della Regione Enzo Ghigo e da Zanone con grande partecipazione di pubblico. Non bastò una  sontuosa cena pacificatrice offerta a Centallo un anno dopo dal senatore Beppe Fassino ad appianare un dissidio rimasto in piedi per quasi un quarto di secolo. Una delle storie più incredibili che ho vissuto in 57 anni anni di studi e di attività culturale. Forattini mi disse: “ringrazi Mola che è uno sconosciuto, perché altrimenti lo avrei distrutto in una vignetta”.
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Difendere i Comuni  montani!
Il ministro Calderoli sembrerebbe abituato, per sua stessa ammissione, allo stile “porcellum”, espressione calderoliana doc in relazione ad una legge elettorale da lui scritta. E’ strano che sia ancora ministro, ma tant’è. Il dentista di Bergamo è molto  longevo politicamente.
La  sua legge che dovrebbe cancellare oltre 150 comuni montani, è cosa che non sta né in cielo né in terra, confondendo, tra l’altro, comuni alpini ed appenninici. La montagna va tutelata, si sta totalmente spopolando e impoverendo. I veri regionalisti come i valdostani Chabod e i due  Passerin d’Entreve’s si metterebbero le mani nei capelli.
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I non laureati
Solo un governo che ha un numero altissimo di non laureati come ministri e sottosegretari, poteva pensare di annullare, persino con effetto retroattivo, il riscatto degli anni di laurea ai fini pensionistici. Hanno tentato di farlo e hanno dovuto fare marcia indietro. Solo chi non sa cosa sia una laurea e i sacrifici che essa  richiede, può giocare con i diritti, quelli veri  dei cittadini. Spiace perché le promesse di cancellare la legge Fornero sarebbero diventate una effimera e falsa promessa elettorale tradita alla prima occasione.
Per altri versi, mentre Monti resta odioso, la Fornero è una studiosa seria che merita rispetto. Chi andò a molestarla sotto casa, dimostrò di essere uno zulù. Ammesso che non sia interpretato come una forma di razzismo. In tal caso parlerei di persona incivile, una categoria ben presente anche in Italia.
Differenze
Il giornale   “La S t a m p a”,  ancora una volta, ha dimostrato che informare in modo equilibrato  non è il suo forte. Nella stessa pagina ha dedicato  un grosso articolo su più colonne con una grande fotografia all’Iman di San Salvario liberato dai giudici e un box di poche righe all’assoluzione del ministro Salvini da parte della Cassazione per il presunto (e falso) sequestro di persona di cui venne accusato quando era ministro degli Interni e tentò di limitare  gli sbarchi di clandestini in Italia. Informare significare rispettare i fatti e non imporre letture preconcette.
Questo  “stile G i a n n i n i”   ha fatto perdere lettori e soldi al giornale di via Lugaro, ma   M a l a g u t i   e i suoi continuano sulla strada della perdizione imperterriti, fidandosi dei futuri articoli gratis di Gambarotta che non è proprio un Enzo Bettiza.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
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Condomìni
La legge sui condomini prima firmataria   Elisabetta   G a r d i n i    che non giudico con la cultura politica minima necessaria per legiferare, sta creando già subito problemi. E’ assurdo che si voglia imporre ai condomini in regola di pagare per i morosi contro cui è l’amministratore a doversi rivalere avviando un contenzioso legale. Possibile che il Parlamento pulluli di incompetenti?  Tina Mussarini
E’ proprio così. Troppi incompetenti, troppe persone loquaci che urlano, ma non sanno, non pensano, non leggono, non sanno scrivere. Gente che urla, si agita come il deputato di Alessandria che ha ormai smarrito la continenza polemica.  Senatus mala bestia, senatori boni viri, dicevano i Romani. Qui troppi deputati e senatori, dopo il dimagrimento grillino del numero, sono pessimi.
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Il Chiampa
Che l’ex sindaco ormai quasi ottantenne Chiamparino difenda il progetto di fare del centro sociale di corso Regina, covo di violenti, un bene comune, rivela come il Chiampa sia un politico assai discutibile come è inevitabilmente un vecchio comunista nostalgico. Chiamparino dovrebbe godersi la lauta pensione e meditare prima di parlare. Si faccia quattro passi salutari sotto i portici di piazza Vittorio dove abita. La sua voce è solo un’eco del passato destinata  a non più tornare.  Gianni Mathieu
Non aggiungo una parola, sottoscrivo tutto. Chiamparino non mi è mai stato particolarmente simpatico, compreso il suo famoso figlio Tomaso, un tempo sui suoi manifesti elettorali. Anche Tomaso si è, per nostra fortuna, volatilizzato.
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Cinquantesimo anniversario
Festeggia anche la Unitre per i suoi cinquant’anni. È  stato un passatempo per molti anziani, ma ritengo nulla di significativo in termini culturali. Nulla di universitario. Un docente senza laurea amava ripetere spesso di sé: le ore più belle io le passo in Ateneo per tentare di farmi passare come professore universitario. Era un marchese decaduto. Leggendo un articolo ho capito perché l’Unitre  è un  mero passatempo per la terza età: il divieto di adottare libri di testo. L’Università è studio severo, non cazzeggio magari con offerta di caffè a metà mattina. Se non si studia, è solo un parcheggio per anziani, un “centro sociale senza bocciofila”.   Vincenzo Luotto
Condivido,  anche se è un po’ troppo severo. Offrire assistenza agli anziani è atto generoso. Rispetto ai centri sociali dei giovani questi inoltre  non fanno danni. Tra i tanti non laureati che vorrebbero frequentare l’Unitre  c’è anche il grande Culicchia. Basta il nome per rivalutare l’Unitre. Anche il suo amministratore è un pensionato che ha lavorato all’Unione industriale e adesso ammazza il tempo, amministrando l’ente benefico come Marzano, classe di ferro 1940,  fa con gli ex allievi di un noto liceo, anche portandoli in gita scolastica come fossero studentelli.

Una mostra di presepi nella Chiesa di Sant’Agostino ad Avigliana

Ad Avigliana, nella splendida cornice della Chiesa di Sant’Agostino, ubicata presso il Polo Sanitario ed immersa in un bosco di antichi tigli sul Monte Piocchetto, è allestita la mostra “Presepi dal Mondo”. Quest’esposizione, giunta alla sua terza edizione, è organizzata dall’Associazione Amici di Avigliana, presieduta da Silvio Amprino, in collaborazione con “Il Filo della Memoria” de “Il Colibri Aps” e la delegazione della Valle di Susa del FAI. Hanno concesso il loro patrocinio il Consiglio Regionale del Piemonte, la Città Metropolitana di Torino, i Comuni di Avigliana e Buttigliera Alta e l’A.S.L. TO3.
La mostra permette di fare un vero e proprio viaggio virtuale nel mondo, alla scoperta di come viene rappresentata la nascita di Gesù nelle diverse culture. Il pubblico ha la possibilità di ammirare le splendide Natività facenti parte della collezione di Liliana Novo, la quale da oltre trent’anni raccoglie Natività di ogni forma, acquistate in occasione dei suoi viaggi. Per lei il presepe rappresenta l’unione della famiglia ed è un simbolo a cui potersi ispirare continuamente e in cui potersi riconoscere. Le composizioni ripetono la stessa scena, ma ognuna ha una passione, uno spirito e una delicatezza nuova.
Tra i presepi esposti, quello in cartapesta delle Filippine, acquistato nel 1990, che è stato il primo della collezione di Liliana; la Natività messicana in ceramica; quella boema in vetro e il presepe in legno d’ulivo proveniente da Israele. Non mancano i caratteristici “santons” provenzali, mentre molto particolare è la Natività keniana.
Grande rappresentanza anche dell’Italia con il presepe genovese, quello in cartapesta di Lecce e quello in ceramica di Caltagirone.
All’inizio della navata sinistra si ammira invece la Natività allestita dall’Associazione Amici di Avigliana e dal Gruppo di Preghiera, il cui Bambinello proviene da Napoli, mentre ai piedi della statua della Vergine, ubicata a sinistra dell’abside, è esposto un presepe secolare donato da una signora di Buttigliera Alta.
Nella chiesa sono inoltre allestite la mostra fotografia “Dagli Agostiniani ai Gesuiti” che narra la storia del convento quattrocentesco del quale la Chiesa di Sant’Agostino faceva parte e una mostra dedicata alla Nobile famiglia Carron di San Tommaso, che possedette il feudo di Buttigliera Alta dal 1619 al 1912. I Carron di San Tommaso furono Marchesi di Avigliana dal 1702 al 1888, anno della morte di Gerardo, il loro ultimo esponente maschile.

QUANDO E’ POSSIBILE VISITARE LA MOSTRA

La mostra è visitabile gratuitamente dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 17 nei seguenti giorni:

DICEMBRE: domenica 21 – S. Natale giovedì 25 (mattino) e S. Stefano venerdì 26 – domenica 28

GENNAIO 2026: Giovedì 1 (pomeriggio), domenica 4, Martedì 6.

LA CHIESA DI SANT’AGOSTINO

La Chiesa di Sant’Agostino è quello che rimane del Convento di Sant’Agostino al Monte Piocchetto edificato nel 1470 accanto ad una preesistente chiesa detta della Misericordia.
I lavori furono finanziati dai nobili Andrea Balbis e Filippo Testa, quest’ultimo esponente di una famiglia aristocratica originaria del Monregalese, stabilitasi ad Avigliana verso il 1230. Il suo unico figlio Cherubino, nato nel 1451, fu il primo novizio della struttura e vi morì il 17 dicembre 1479 all’età di 28 anni. Una leggenda vuole che le campane di Avigliana suonarono a lungo, senza l’intervento di nessuno, annunciando il suo decesso. La sua salma fu deposta nel sepolcro della Chiesa della Misericordia; qualche mese dopo, il Superiore del convento decise di effettuare una ricognizione del corpo e scoprì con stupore che questo era intatto e nel petto di Cherubino era sbocciato un giglio bianchissimo ed intensamente profumato. Il giovate Testa venne beatificato con decreto firmato da Papa Pio IX il 21 settembre 1865. In seguito all’invasione giacobina del 1802 il convento venne soppresso e tre anni dopo le spoglie di Cherubino furono trasferite nella Chiesa Parrocchiale di San Giovanni.
Il Governo francese mise il luogo di culto all’asta e il complesso venne acquistato da un certo Blandino di Avigliana, il quale, senza alcun rispetto per la storia della struttura, demolì la chiesa e una parte del convento. Nel 1890 la Contessa Clementina Carron di San Tommaso contribuì all’acquisto di ciò che rimaneva del complesso e lo donò ai Padri Gesuiti, che gli diedero nuova vitalità spirituale e aprirono, dopo quasi un secolo, le porte agli aviglianesi. L’attuale Chiesa di Sant’Agostino risale al 1917. Nel convento aviglianese studiò Padre Federico Lombardi, Direttore della Sala stampa della Santa Sede dal 2006 al 2016.
I Gesuiti abitarono il complesso fino al 1971 quando lo alienarono al Comune, ma la chiesa, ricostruita sulle ceneri dei quella della Misericordia, continuò ad essere aperta al pubblico sotto la direzione della Parrocchia di San Giovanni. Nel 1975 il Comune cedette il complesso all’ ASL TO3 e la chiesa rischiò di venire abbattuta; si salvò soltanto grazie all’intervento del Parroco Don Rolle, della Curia e della Sovrintendenza, ma venne chiusa al pubblico e destinata a magazzino dell’ospedale. Nel dicembre 2018, dopo troppi anni di degrado, l’ASL TO3 provvide alla pulizia e al risanamento del luogo di culto. Grazie all’associazione Amici di Avigliana e alla volontà del Comune, la chiesa e il monte annesso sono stati candidati alla Campagna del Fai I luoghi del cuore dell’anno 2020, ottenendo un eccellente risultato: 89° posto e 4436 firme a favore. Questo ha permesso di rendere il luogo fruibile a visite guidate, aperture programmate con i volontari dell’associazione ed eventi.
L’interno della chiesa attuale presenta ancora parte degli ornamenti originali: il pulpito in legno di noce, una completa Via Crucis policroma in gesso, l’affresco del Beato Cherubino nella cupola centrale e il dipinto di Rodolfo Morgari del 1892, recentemente restaurato da Chiara Restauri di Collegno.
Il Comune di Avigliana ha stipulato un contratto di comodato con l’ASL TO3 per la gestione dell’area verde circostante la chiesa, il bosco e il viale dei tigli.
Grazie all’intervento della Città Metropolitana di Torino è stato ripulito il vecchio portale di accesso del monastero, testimonianza di un passato al quale gli aviglianesi sono ancora molto legati.

LE ALTRE ATTRAZIONI NATALIZIE DI AVIGLIANA

Nell’atrio della Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, in Via Umberto I, il Gruppo Amici del Presepio di Avigliana, come da tradizione ha allestito un magnifico presepe in scala 1:20.
Il gruppo “Un Borgo Vecchio più vivo” ha organizzato il Calendario dell’Avvento diffuso nel centro storico e la Grande natività nei portici della trecentesca Casa Senore. Tra gli addobbi, in Largo Beato Umberto spicca l’albero di filo all’uncinetto. Nel centro della Borgata dei Bertassi gli abitanti hanno realizzato una mostra di presepi e addobbi in collaborazione con Borgo Paglierino, mentre in Borgo Pertusera gli alberi narranti raccontano una piccola filastrocca che parla di pace, gentilezza e comunità.
In città sono state inoltre allestite due mostre diffuse di presepi: la prima è quella della Natività diffusa con 50 presepi nel borgo medievale fino al Castello e al Giardino delle donne, a cura del Gruppo volontari Ecopresepi;  la seconda è quella dei Presepi in vetrina, a cura del Distretto del Commercio di Avigliana e del Gruppo volontari Ecopresepi ed è allestita nelle vetrine delle attività commerciali e presso l’Ufficio turismo di Avigliana in Corso Laghi 389. I presepi esposti sono stati realizzati dalle scuole del paese. I più votati verranno premiati nel corso dell’evento “Accendi la Befana” che si terrà il 6 gennaio nel Parco Alveare verde alle ore 14.

ANDREA CARNINO

Giachino: guerriglia urbana assurda e il Comune voleva dialogare con loro? 

Ho seguito tutta la manifestazione in diretta su video dei giornali torinesi.  Sono arrivati  alla manifestazione armati di bombe, hanno messo in prima fila bambini ignari. In venti anni si sono preparati. Paghiamo gli errori di anni, la lentezza dei lavori della TAV sembra fatta apposta per offrire il motivo della lotta. I proclami lanciati durante il pomeriggio smentiscono la sinistra al cachemire che li ha coccolati in questi anni. Il rilancio della economia di Torino e del Paese non può sicuramente arrivare da lì. 125 stabili occupati da vent’anni in Italia sono la base di ciò che abbiamo visto oggi a Torin . Chi in questi anni ha impoverito l’ economia torinese disinvestendo o investendo all’estero ha grandi responsabilità. La risposta alla metà della Città che sta male cui quelli di Askatasuna non hanno mai pensato potrà arrivare solo da ha una proposta complessiva di sviluppo del lavoro e del benessere da portare nella Periferia torinese che oggi sta peggio di quattro anni fa.
Mino Giachino 
UDC Torino 

Festeggiare in sicurezza, l’invito del Comune di Pino Torinese

In vista del periodo delle Festività, il Comune di Pino Torinese rivolge ai cittadini l’invito di festeggiare in modo responsabile. Il periodo delle feste natalizie, e in particolare la notte di San Silvestro, rappresenta un momento di gioia e condivisione, ma è importante ricordare che i comportamenti imprudenti possono mettere a rischio la sicurezza di tutti. L’utilizzo di materiali pericolosi, come petardi e fuochi d’artificio, può rappresentare un pericolo per le persone e per gli animali. Si ricorda che l’uso dei botti è vietato durante tutto l’anno, come stabilito dall’articolo 68 del regolamento comunale di Polizia Urbana. Oltre a rischi fisici, botti e rumori improvvisi provocano forte stress negli animali domestici e selvatici, che vivono questi momenti con paura e disorientamento. Un comportamento attento e rispettoso contribuisce a tutelare anche la fauna che condivide il nostro territorio.

“Il rispetto delle regole e il buonsenso sono fondamentali per far sì che le Feste siano un momento di gioia e serenità per tutti – afferma la Sindaca di Pino Torinese Alessandra Tosi – festeggiare non vuol dire mettere in pericolo se stessi o gli altri, ma vivere con responsabilità uno dei periodi più belli dell’anno, garantendo un ambiente sereno e rispettoso per tutta la comunità. Approfittiamo di queste Feste ciò che conta: amicizia, solidarietà e bene comune”.

Mara Martellotta