Cosa succede in città- Pagina 152

I volti dei bambini di Doisneau nella letteratura

Incontro in collaborazione con Alliance Française Torino

 

12 gennaio | ore 18.30 | Gymnasium di CAMERA

 

 

Giovedì 12 gennaio alle 18.30, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, in collaborazione con Alliance Française Torino, ospita l’incontro I volti dei bambini di Doisneau nella letteratura. In compagnia di Chiara Ramero, ricercatrice specializzata in letteratura per ragazzi, il pubblico avrà l’occasione di scoprire opere letterarie che condividono quell’immagine dell’infanzia che ritroviamo nella fotografia di Robert Doisneau, in un racconto sui sogni e sui desideri dei bambini del Secondo Dopoguerra.

Soggetto ricorrente nelle fotografie di Doisneau, i bambini sono tra i principali interpreti dell’ottimismo e della positività di cui la fotografia umanista è impregnata e della quale Doisneau è superbo interprete. Ritratti principalmente in strada mentre giocano e fanno marachelle, Doisneau non ne sminuisce le attività, le tratta anzi con il massimo rispetto, raccontando attraverso i gesti dei più piccoli un importante spaccato di vita urbana.

Tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta, la letteratura francese dedica molte delle sue pagine all’infanzia e all’adolescenza: personaggi o lettori, i bambini prima e gli adolescenti poi ottengono una considerazione crescente da parte della letteratura. L’albo illustrato vive la sua più grande rivoluzione, il fumetto conquista i giovani lettori, il romanzo per ragazzi inizia ad interessarsi a temi esplorati raramente prima di allora, le serie per bambini e ragazzi ottengono un successo editoriale strabiliante.

Da Caroline a Martine, passando per Babar o Il piccolo principe e fino al Petit Nicolas, la letteratura dà vita e voce a personaggi bambini e adolescenti desiderosi di svelare ai lettori il loro quotidiano, i loro interessi, le loro paure e i loro sogni. Quei bambini che Doisneau ha ritratto con gentilezza e stupore nei suoi famosi scatti che sono fruibili in mostra a CAMERA fino al 14 febbraio.

 

Intervengono:

Chiara Ramero, ricercatrice specializzata in letteratura per ragazzi, Università degli Studi di Torino, Université Grenoble Alpes e Alliance Française Torino

Walter Guadagnini, direttore di CAMERA

Ingresso a 3 Euro.

Per prenotazioni, www.camera.to.

Didascalia dell’immagine: Robert Doisneau, L’information scolaire, Paris 1956 © Robert Doisneau

Record di visitatori per le fotografie del leggendario Doisneau

8.500 visitatori a CAMERA nel periodo natalizio

per la mostra su ROBERT DOISNEAU

 

Record per singola mostra e record assoluto di visitatori nel 2022

 

 

Torino, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia

Fino al 14 febbraio 2023 | Aperta tutti i giorni

 

 

Le fotografie del leggendario autore francese Robert Doisneau, esposte a CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, continuano a riscuotere un grande interesse di pubblico come dimostrano gli oltre 8.500 visitatori di questo periodo natalizio, dal 26 dicembre 2022 fino all’8 gennaio 2023 compreso, per una media giornaliera di circa 600 persone.

Il totale dei visitatori della mostra – aperta a metà ottobre – a oggi è di 38.000 persone, cifra che rappresenta un record assoluto per le mostre di CAMERA, superando anche quella dedicata a Man Ray, tenutasi prima della pandemia.

Altro successo per il 2022 di CAMERA sono gli oltre 71.000 visitatori annuali che hanno superato il massimo raggiunto fino ad ora dal Centro Italiano per la Fotografia con 63.000 visitatori nel 2019.

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In un viaggio unico attraverso le strade di Parigi e della sua banlieue, nel cuore di quel “teatro della strada” oggetto di molti suoi scatti iconici e indimenticabili, la mostra, visitabile fino al 14 febbraio a Torino, racconta la storia, la vita e l’amore a Parigi in oltre 130 fotografie con immagini iconiche insieme a scatti meno noti ma altrettanto straordinari, selezionati fra gli oltre 450.000 negativi di cui si compone l’archivio Doisneau.

Che si tratti di fotografie realizzate su commissione o durante le lunghe giornate a girovagare per Parigi, Doisneau racconta il proprio tempo attraverso uno sguardo guidato dalla disobbedienza e dalla curiosità, indicati da lui come ‘i due requisiti principali di questo mestiere’. Non sorprende, quindi, quanto le sue immagini siano impregnate di un surrealismo ‘premeditato’, data la spiccata capacità nel comporre scene all’apparenza spontanee, come nel caso dell’iconica fotografia del bacio.  Con il suo obiettivo, Doisneau ha catturato con enorme libertà espressiva la vita quotidiana degli uomini, delle donne, dei bambini di Parigi e della sua banlieue, sapendo tradurne le azioni e i gesti, i desideri e le emozioni, tracciando uno spaccato realistico ed empatico dell’umanità del dopoguerra. È questo sguardo, assolutamente personale e talmente lucido da riuscire a toccare corde universali, ad avergli garantito un posto d’onore nella storia della fotografia del XX secolo, portandolo a essere uno degli autori più conosciuti al mondo.

L’esposizione, curata da Gabriel Bauret e promossa da CAMERA, Silvana Editoriale e Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, è accompagnata dal catalogo “Robert Doisneau”, edito da Silvana Editoriale.

Dostoevskij, Umberto Orsini e “Rifare Bach” i protagonisti della stagione del teatro Astra

La stagione del teatro Astra nel 2023 prenderà  avvio il 13 gennaio prossimo con la piece dal titolo Festen, tratto dall’omonima sceneggiatura del film danese diretto nel 1998 da Thomas Vinterberg, la prima opera aderente al manifesto Dogma 95 e vincitrice al 51esimo Festival di  Cannes del Gran Premio della Giuria presieduta da Martin Scorsese.

 

Festen rappresenta una grande sfida con un testo che, in Europa,  è ormai considerato un classico e che, in Italia, ha debuttato per la prima volta nel 2021 al Teatro Astra. Festen racconta di una grande famiglia dell’alta borghesia danese, i Klingenfeld, che si riunisce per festeggiare il sessantesimo compleanno del patriarca Helge. Alla festa sono presenti i tre figli, Christian, Michael e Helene. Momento di svolta della pièce sarà  il discorso di auguri del figlio maggiore Chistianche, una volta pronunciato, cambierà per sempre gli equilibri della famiglia. L’opera scava all’interno dei tabù più  scomodi, affrontando la relazione con la figura paterna, con la verità, il potere e l’autorità imposta. Impossibile non pensare a Amleto, alla tragedia greca e all’universo favolistico dei fratelli Grimm.

Le repliche saranno fino al 15 gennaio prossimo.

Dal 17 al 22 gennaio prossimo andrà in scena al teatro Astra la pièce tratta dal testo di Fjodor M. Dostoevskij, dal titolo “Le memorie di Ivan Karamazov” con Umberto Orsini protagonista,  insieme a Luca Micheletti. Sarà, infatti, il grande protagonista di un inedito viaggio dell’umana coscienza che non teme di affrontare tabù antichi e moderni. Ivan Karamazov è  il libero pensatore che teorizza l’immoralità del mondo e che conduce, forse inconsapevolmente, all’omicidio, l’assassinio di suo padre. Una confessione straziata e commuovente, a metà tra finzione letteraria e il dissidio pirandelliano con un personaggio che ritrova le espressioni più oscure del proprio Io. Umberto Orsini affronta questo testo per la terza volta nella sua carriera di attore, come una vera e propria linea guida e cavallo di battaglia. Dopo l’indimenticabile sceneggiato televisivo di Sandro Bolchi del 1969 e La leggenda del Santo Inquisitore del 2014, questo nuovo Karamazov rappresenta l’occasione di un confronto con la complessità di uno dei personaggi più  controversi dell’intera epopea letteraria, Ivan Karamazov, il libero pensatore, capace di teorizzare l’amoralita’ del mondo, colpevole e innocente al tempo stesso. Qui ritorna a parlare come un uomo maturo, che sente di aver esaurito il proprio compito e di dover chiarire le dinamiche dei propri delitti e castighi. Ritiene che il suo personaggio sia troppo limitato per esprimere la complessità del proprio  pensiero.Ivan si confessa e cerca di raccontare la propria storia, attraverso la ricchezza di un linguaggio immediato e penetrante, nell’avvicendarsi degli stati psicologici di una figura inafferrabile e amletica al tempo stesso.

Palcoscenico Danza, Volare Oltre, edizione 2023 sarà inaugurato con il lavoro dal titolo “Rifare Bach” della Zappalà Danza, in scena dal 24 al 25 gennaio prossimi al Teatro Astra. Al centro dell’universo coreografico il corpo con tutta la sua fragilità,  quale elemento fondante  e transito ineludibile. La bellezza del corpo dei danzatori, che si fonde alla musica di Bach, trova in questa creazione un corollario nei suoni della natura e del mondo animale. Roberto Zappalà nutre da sempre una grande ammirazione per  Johann Sebastian Bach e nella sua trentennale attività ha composto sulle note del grande musicista russo soli, duetti, trio e ensemble, tra le pagine coreografiche a lui più care.

La musica cristallina e preziosa di Bach incarna per il coreografo siciliano l’ideale di un’arte pura e “onesta”.

Le immagini bucoliche che si susseguono presentano una natura quasi da “alba dell’umanità” in cui i suoni contemporanei e la sua violenza sono ancora assenti. Poi un grido futurista crea spazi su cui riflettere e sul sentire comune. In “Rifare Bach” non è  presente alcuna drammaturgia articolata o intellettualismo, ma una stretta relazione tra l’estetica eterea della musica e quella più  carnale della danza, in un viaggio denso di poesia.

MARA MARTELLOTTA

Fondazione Torino Musei, 530 mila visitatori nel 2022

Dopo due anni di emergenza pandemica, il 2022 è stato contrassegnato da un progressivo ritorno alla frequentazione dei luoghi della cultura.

Nell’anno appena trascorso i nostri musei hanno raggiunto importanti risultati in termini di visitatori, ritornando quasi ai numeri prepandemia, con oltre 530.000 persone che hanno visitato il patrimonio e le mostre della GAM, del MAO e di Palazzo Madama oltre ad Artissima, la nostra Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea.

I visitatori registrati nel corso del 2022 sono stati 154 mila alla GAM, quasi 100 mila i visitatori del MAO e oltre 243 mila a Palazzo Madama, a cui si aggiungono gli oltre 33 mila visitatori in 4 giorni della ventinovesima edizione di Artissima, diretta per il primo anno da Luigi Fassi che si è riconfermata come vero punto di riferimento per il mercato dell’arte contemporanea internazionale ed è statadefinita dai media come la fiera più sperimentale, innovativa e interessante d’Italia e d’Europa.

I tre musei hanno realizzato nel complesso 18 mostre e organizzato180 eventi tra incontri, corsi di storia dell’arte, conferenze, concerti, performance, visite speciali e altro. I prestiti di opere sono stati 86 a beneficio di 31 musei e istituzioni italiane e internazionali, portando la ricchezza del nostro patrimonio fuori dai confini e permettendo di rafforzare i rapporti di scambio con importanti realtà culturali. IDipartimenti Educazione hanno visto la partecipazione di oltre 50 mila tra bambini, ragazzi, insegnanti, famiglie, persone con disabilità e adulti.

La Fondazione insieme alla Città di Torino ha realizzato la venticinquesima edizione di Luci d’Artista, tutelando e promuovendole installazioni esistenti. Ha allestito insieme agli artisti i tre nuovi progetti e portato all’antico splendore le opere danneggiate dal tempo.

LE MOSTRE E LE ATTIVITÀ

Alla GAM nel 2022 hanno riscosso successo di pubblico sia l’esposizione World Press Photo 2022 sia la mostra Ottocento. Collezioni GAM dall’Unità d’Italia all’alba del Novecento. Grande attenzione ha suscitato anche il progetto espositivo dedicato al lavoro di Atelier dell’Errore e Chiara Camoni Hic sunt dracones inaugurato lo scorso novembre in occasione della settimana torinese dedicata all’arte contemporanea. Preziose le esposizioni in Wunderkammer Carlo Levi. Viaggio in Italia: luoghi e volti in collaborazione con il Circolo dei Lettori, Flavio Favelli. I Maestri Serie Oro, progettovincitore dell’avviso pubblico PAC2020 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, Edoardo Sanguineti. Il volto del poeta in collaborazione con Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Studi Umanistici, Centro Studi Interuniversitario Edoardo Sanguineti. Infine in VideotecaGAM si è concluso, con le ultime due mostre dedicate a Vincenzo Agnetti e Jannis Kounellis, ilciclo espositivo realizzato in collaborazione con l’Archivio Storico della Biennale di Venezia. L’estate ha visto protagonista il ciclo di incontri legato alla mostra Una collezione senza confini dedicato all’inclusione sociale e al coinvolgimento di nuovi pubblici. INCROCI è nato nell’ambito del programma “La democratizzazione della cultura” ideato e promosso dalla Phillips Collection di Washington DC e dalla Missione Diplomatica degli Stati Uniti in Italia. Gli incontri hanno permesso a culture e idee differenti di incontrarsi, con temi quali il disegno e l’intessitura, la cristalloterapia, la meditazione la pratica yoga e l’uso delle erbe per la cura del corpo.

Nella collaborazione con 19 istituzioni e musei italiani e internazionali, nel 2022 la GAM ha prestato oltre 50 opere che hanno viaggiato e si sono fatte ammirare in Italia e all’estero.

Al MAO il pubblico ha potuto apprezzare le mostre Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese, Il Grande Vuoto, 稍息 Riposo! Cina 1981-84. Fotografie di Andrea Cavazzuti e Buddha10, che vanta la collaborazione con il Centro Restauro Venaria Reale e contributi scientifici di importanti studiosi provenienti da istituzioni internazionali quali l’Università di Singapore, l’Università di Chicago, il Montreal Museum of Fine Arts, il Museo delle Civiltà di Roma,l’Università Ca’ Foscari di Venezia e molti altri.

Il 2022 del Museo d’Arte Orientale ha visto l’arrivo del nuovo direttore Davide Quadrio, che ha impresso al museo una direzione più internazionale e contemporanea, in un’ottica di contaminazione culturale e apertura verso nuove tipologie di pubblico attraverso progetti come il t-space X MAO e il ricco calendario di performance musicali con artisti internazionali realizzate nell’ambito delle mostre temporanee. Per rafforzare il rapporto con l’Università di Torino, il museo ha anche avviato lo scorso ottobre il Corso di formazione di Cultura Materiale dell’Asia, realizzato in collaborazione con StudiUm, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino. Per il Museo e per l’Università si tratta di un programma a carattere sperimentale e rappresenta il primo step di una collaborazione che potrà strutturarsi e ampliarsi nei prossimi anni, creando una connessione profonda fra i due luoghi di cultura.

A Palazzo Madama hanno riscontrato successo di pubblico le mostre Invito a Pompei realizzata insieme al Parco Archeologico di Pompei;Da San Pietro in Vaticano. La tavola di Ugo da Carpi per l’altare del Volto Santo in collaborazione con la Fabbrica di San Pietro in Vaticano e Margherita di Savoia, Regina d’Italia. Importante è statoil progetto Europa. L’illustrazione italiana racconta l’Europa dei popoli, ideato in occasione del Comitato interministeriale per gli Affari Esteri che ha proposto l’esposizione, su stendardi sotto i portici di piazza San Carlo e di via Po, di sedici illustrazioni originali dedicate ai valori promossi dal Consiglio d’Europa di altrettanti grandi illustratori italiani. Il progetto, che rientra nel processo di sviluppo internazionale della Fondazione Torino Musei, ha ottenuto il patrocinio del Consiglio d’Europa, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero della Cultura. L’esposizione è stata poi riallestita a Siena nel Cortile del Podestà, in occasione della campagna #InsiemepergliSDG organizzata dal Comune e dall’Università di Siena e promossa dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale con i partner FAO, UN SDG Action Campaign, Save The Children, CIHEAM Bari e Commissione Europea. Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha indicato questo progetto quale strutturale agli 82 Istituti Italiani di Cultura all’estero, e sarà presentato in prestigiose sedi europee a maggio 2023 in occasione della Settimana Europea.

Per il quinto anno consecutivo, in collaborazione con Art Site Fest, il museo ha arricchito la sua programmazione con il progetto BruegelSuite, una video installazione di Lech Majewski, presentata alla 54° edizione della Biennale di Venezia. La Corte Medievale è stata riallestita con la presentazione di La porta della città. Un racconto di 2.000 anni, una narrazione visiva che accoglie il visitatore e lo accompagna nel percorso di visita al museo, cui ha fatto seguito una nuova guida aggiornata della millenaria storia di Palazzo Madama.Dal 21 dicembre 2022 con Textiles are back è stata riallestita, dopo sette anni di assenza, anche la Sala tessuti del museo, presentando una parte della collezione di tessuti e moda: un patrimonio di circa 4.000 manufatti, tra i più importanti in Italia.

Grazie al finanziamento dalla Fondazione CRT sono iniziati i lavori di restauro della facciata juvarriana e delle quattro monumentali statue in marmo di Brossasco, leAllegorie del buon governo sabaudo” che coronano la balaustra del corpo centrale.

Nel 2022 il museo ha prestato 33 opere a 11 musei e istituzioniitaliane e straniere.

ARTISSIMA 2022, tornata totalmente in presenza all’Oval Lingotto,ha indirizzato le proprie energie nella costruzione di un appuntamento di alta qualità e dall’impianto commerciale e internazionale, accogliendo le 4 sezioni consolidate – Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue e Art Spaces & Editions – e le 3 sezioni curate – Disegni, Present Future e Back to the Future che hanno avuto anche un’estensione digitale sulla piattaforma Artissima Voice Over. La fiera ha dato il benvenuto a oltre 650 collezionisti provenienti da 30 Paesi, quasi 8.000 VIP e 800 art professional, tra direttori di museo e curatori. Una dimostrazione di fiducia e rilevanza che continua ad essere accordata alla manifestazione anche in ambito internazionale.

Per i venticinque anni di LUCI D’ARTISTA, progetto della Città di Torino realizzato da Fondazione Torino Musei, la Fondazione oltre alla curatela scientifica del progetto e alla tutela delle opere ha lavorato per la realizzazione di tre nuove installazioni luminose di Giorgio Griffa, Renato Leotta e Grazia Toderi e ha coordinato gli importanti lavori di restauro e ripristino delle installazioni Piccoli spiriti blu di Rebecca Horn situata sul Monte dei Cappuccini e Luce Fontana Ruota di Gilberto Zorio sul laghetto di Italia ’61riportandole alla condizione originale. Infine anche per l’edizione 2022, la Fondazione ha collaborato con l’Area Attività Culturali della Città di Torino per la curatela e realizzazione del Public Program“Incontri illuminanti con l’Arte Contemporanea”.

I PROGETTI SPECIALI DEL 2022

Accanto alle tradizionali attività di tutela e promozione del patrimonio della Fondazione Torino Musei, GAM, MAO e Palazzo Madama hanno contribuito alla realizzazione di alcuni importanti progetti in collaborazione con altre istituzioni culturali italiane e internazionali.

In occasione di Artissima i tre musei hanno ospitato So will yourvoice vibrate, progetto costituito da due installazioni sonore alla GAM con Riccardo Benassi (galleria Zero…, Milano) e al MAO con Charwei Tsai (galleria mor charpentier, Parigi, Bogotà) e una performance di Darren Bader (galleria Franco Noero, Torino) a Palazzo Madama.

Dopo essere stata esposta per la prima volta alla GAM, Sinfonia di Alessandro Sciaraffa, vincitrice del bando Italian Council 2020, a marzo 2022 si è trasferita con grande successo alla Fondazione e Galleria TSE Art Destination di Nur-Sultan, una delle realtà più dinamiche nell’arte contemporanea del Kazakhstan. Il progetto ha visto il coinvolgimento e il supporto dell’Ambasciata d’Italia a Nur-Sultan rafforzando le collaborazioni tra il museo e le realtà culturali della capitale kazaka.

Il progetto espositivo del MAO Il Grande Vuoto andrà invece nel 2023 in mostra all’Italian Cultural Center di New Delhi e Bangalore.

Palazzo Madama nell’anno in corso ha avviato importanti progetti per portare “il museo fuori dal museo” coinvolgendo scuole, circoscrizioni, anagrafi, dipendenti comunali. Al fine di definire nuove linee di lavoro con il territorio sono stati attivati interventi come L’aula che vorrei, che ha coinvolto più di 200 studenti che hanno fatto lezione in museo e Miniature rivelate in collaborazione con le Biblioteche civiche della Città di Torino.

Come di consueto, i musei hanno aderito alle principali iniziative promosse dalla Città, proponendo aperture straordinarie e ingressi gratuiti o a tariffe agevolate in occasione di Eurovision Song Contest, del Salone del Libro, delle ATP Finals, della festa di San Giovanni, della Notte Europea dei Musei, del Ferragosto, delle Giornate Europee del Patrimonio, della Notte delle Arti Contemporanee e della giornata AMACI.

Palazzo Madama, oltre ad aver ospitato i Ministri delegati del Comitato interministeriale per gli Affari Esteri del Consiglio d’Europa con una visita al museo e cena di lavoro, nel 2022 è stato Media centre in occasione di Eurovision Song contest e Casa Italia durante le ATP finals.

L’integrale delle Sinfonie di Mendelsshon nella direzione di Daniele Gatti all’Auditorium RAI

Atteso ritorno a gennaio, all’Auditorium RAI di Torino, del direttore Daniele Gatti, dopo l’integrale delle Sinfonie di Brahms e delle Sinfonie di Schumann. Recentemente designato prossimo direttore musicale della Staatkapelle di Dresda, affronterà il nuovo corpus sinfonico completo di Felix Mendelssohn- Bartholdy.

I concerti all’Auditorium RAI in programma sono tre: mercoledì 11 e giovedì 12 gennaio sono previste le Sinfonie n.1 e n.3. Lunedi 16 gennaio, in serata unica fuori abbonamento, Daniele Gatti affronterà la Sinfonia n.2 detta “Lobgesang”. Il ciclo delle Sinfonie si concluderà giovedì 19 e venerdì 20 gennaio con quelle n.4 e n.5.

La programmazione delle cinque Sinfonie di Mendelssohn tutte insieme, nell’arco di due settimane, offre l’occasione di indagare l’immagine del compositore, che è considerato “il più classico dei romantici”. Composte in un arco di sedici anni, fra un’adolescenzaenfant prodige e una fiorente maturità, i cinque capolavori si collocano tra l’accettazione dei modelli storici e le sperimentazioni di forme e linguaggi nuovi, rispecchiando il passaggio di un’intera cultura, dalla Classicità al Romanticismo.

La Sinfonia n.1 in do minore op. 11 fu composta nel 1824, quando Mendelssohn aveva appena quindici anni, arrivando dopo una serie di tentativi di sinfonie per orchestre ad archi eseguite in ambito domestico. Quattro anni dopo, nel 1828, l’opera ebbe il suo battesimo a Londra con il compositore stesso sul podio. Fu uno straordinario successo.

Più che al primo Beethoven, questa Sinfonia guarda ai tardi modelli di Haydn (Sinfonia in do minore n. 95) e di Mozart (Sinfonia in sol minore K. 550). All’interno di una forma artigianale si individuano già diversi tratti personali, quali la vitalità ritmica e il trattamento dell’orchestra orientato verso timbri fiabeschi romantici nel primo movimento, l’Allegro molto. Il secondo movimento, l’Andante, si espande in una tranquilla cantilena, che si può considerare una forma di un rondò variato. Il Minuetto è ricalcato sul modello mozartiano e si ispira a una meditazione spirituale quasi religiosa. L’ultimo movimento, l’Allegro con fuoco, presenta delle correlazioni ritmiche che saranno uno dei tratti essenziali della musica sinfonica di Mendelssohn.

Subito dopo l’esecuzione di questa Sinfonia, Mendelssohn, partito per un viaggio in Scozia, tra Edimburgo e i luoghi cari a Maria Stuarda, trovò ispirazione per la Sinfonia n. 3 in la minore op. 56, detta “Scozzese”. Mendelssohn si recò in Scozia in compagnia dell’amico di famiglia Carl Klingemann, scrittore, librettista e consigliere di legazione a Londra. L’itinerario del viaggio condusse i due amici a Edimburgo, dove approdarono nel luglio del 1829 e rimasero particolarmente impressionati dall’Holyrood Palace. Il giovane Mendelssohn, ammiratore del teatro di Schiller, non poté mancare nel visitare i luoghi storici dedicati a Maria Stuarda, fra cui le rovine della cappella, dove venne incoronata la sventurata Regina. Mendelssohn abbozzò il primo tempo della Scozzese nel corso del suo soggiorno romano del 1831, contemporaneamente alla creazione dell’embrione della “Sinfonia italiana”.

L’opera sinfonica detta “Scozzese”, dedicata alla Regina Vittoria,fu terminata molti anni più tardi, nel 1842, divenendo l’ultima Sinfonia da lui composta, anche se la numerazione dell’editore non corrisponde alla cronologia delle opere, essendo la Scozzese nota come terza sinfonia. La sua esecuzione si tenne nell’estate del 1842 presso la Società Filarmonica di Londra, ancora una volta sotto la guida dello stesso compositore.

La finalità della Sinfonia era quella di rievocare atmosfere e impressioni di un viaggio giovanile in modo tale da donare unità concettuale e continuità narrativa ai quattro movimenti della forma sinfonica, Andante con moto, Allegro poco agitato, Vivace non troppo e Allegro vivacissimo.

 

Edizione 22 per il Premio Inedito Colline di Torino

Tra guerre, pandemia e crisi energetiche il PREMIO INEDITO COLLINE DI TORINO taglia il traguardo della ventiduesima edizione.  In una realtà dominata dalla paura, il metaverso è uno spazio virtuale dove trovare rifugio ed esprimere la propria creatività. È questo l’input che caratterizza la nuova grafica del Premio InediTO – Colline di Torino,  il cui bando scadrà il 31 gennaio 2023. Il concorso letterario talent scout, punto di riferimento in Italia, è dedicato alle opere inedite in lingua italiana e a tema libero, ed è l’unico a rivolgersi a tutte le forme di scrittura: poesianarrativasaggisticateatrocinema e musica.

Possono partecipare autori già affermati o esordienti, di ogni età e nazionalità. Il premio, organizzato dall’associazione culturale Il Camaleonte di Chieri (TO) e diretto dallo scrittore Valerio Vigliaturo, ha coinvolto in questi anni migliaia di iscritti da tutta Italia e dall’estero (Europa, Stati Uniti, America centrale, Sud America, Africa, Asia, Australia), a conferma anche della dimensione internazionale acquisita.

Il Comitato di Lettura è presieduto dal poeta Valentino Fossati, la Giuria dalla scrittrice Margherita Oggero, e ne hanno fanno parte: Milo De Angelis, Mia Lecomte, Piersandro PallaviciniUbah Cristina Ali FarahAndrea Donaera, Giulia Muscatelli, Federico Vercellone, Susanna Mati, Roberto Latini, Lisa Ferlazzo Natoli, Laura Muscardin, Marco Bonini, Fausto (Coma Cose) e dai vincitori della passata edizione. (Mentre fra i giurati delle passate edizioni si annoverano: Umberto Piersanti, Paola Mastrocola, Luca Bianchini, Andrea Bajani, Aurelio Picca, Davide Ferrario, Morgan, Paolo Di Paolo, Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, Maurizio Cucchi, Maria Grazia Calandrone, Enrica Tesio, Elisabetta Pozzi, Teresa De Sio e Willie Peyote).

Il Premio sostiene e accompagna i vincitori delle varie sezioni, senza abbandonarli al loro destino, verso il mondo dell’editoria e dello spettacolo, attraverso il montepremi di 8.000 euro destinato alla pubblicazione, promozione e produzione delle opere, e i premi speciali “InediTO Young” destinato agli autori minorenni e “InediTO RitrovaTO” a un’opera inedita di uno scrittore non vivente (conferito nelle passate edizioni a Primo Levi, Alfonso Gatto, Italo Svevo e Alessandro Manzoni). 

 

Ad aprile la designazione dei finalisti che riceveranno una scheda di valutazione e saranno presentati a maggio al Salone del Libro di Torino, mentre la premiazione si svolgerà a giugno attraverso la consegna dei premi e un reading dedicato alle opere dei vincitori (cui hanno partecipato in passato ospiti prestigiosi come Giorgio Conte, Franco Branciaroli, Eugenio Finardi, David Riondino, Francesco Baccini, Alessandro Haber, Gipo Farassino, Arturo Brachetti, Rita Marcotulli, David Riondino, Red Ronnie e Lella Costa. Mentre, in collaborazione con il Salone OFF, sono stati ospitati a Chieri gli scrittori Marc Augé, Andrea Vitali, Giuseppe Catozzella e Michela Marzano).

Il premio è inserito da diverse edizioni nella manifestazione Il Maggio dei libri promossa dal Centro per il Libro e la Lettura, ha ottenuto in passato il contributo e l’alto patrocinato del MIBACT, e nella scorsa edizione il contributo di Regione Piemonte, Consiglio Regionale del Piemonte, Città di Chieri e Città di Moncalieri, il patrocinio e contributo in servizi della Città di Torino, il patrocinio di Città Metropolitana di Torino e Città di Chivasso, il sostegno di Fondazione CRTCamera di commercio di TorinoAmiat Gruppo Iren e la sponsorizzazione di  Aurora Penne. I partner sono Film Commission Torino Piemonte, Premio Lunezia, Festival Internazionale di Poesia “Parole Spalancate” di Genova, Biblioteche Civiche Torinesi, SBAM (Sistema Bibliotecario dell’Area Metropolitana di Torino), Officina della Scrittura, Indyca Film, l’agenzia L’Altoparlante, e da questa edizione il Glocal Film Festival di Torino e la compagnia teatrale l’Accademia dei Folli. 

Direttore Valerio Vigliaturo

Per il bando completo consultare il sito: www.premioinedito.it – info@premioinedito.it

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Rock Jazz e dintorni a Torino: Steve Wynn e i Figli di Guttuso

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Jazz Club si esibiscono gli Almostone. Al Blah Blah è di scena Liede.

Mercoledì. Al Jazz Club Jam session blues condotta dal chitarrista Fast Frank. Al Blah Blah si esibisce Johnny DalBasso.

Giovedì. Al Jazz Club suonano i Dionysian in versione acustica. All’Hiroshima Mon Amour è di scena Tutti Fenomeni. Al Dash si esibisce l’Ukuele Turin Orchestra. Alla Falegnameria è di scena il cantautore Renzo Rubino. All’Off Topic comincia il festival “Situazione?” con protagonisti:Jacopo Perosino, Protto e Sabrina Pallini. Al Blah Blah suona il trio Lame.

Venerdì. Al Magazzino di Gilgamesh si esibiscono gli Hot Dogs. Steve Wynn dei Dream Syndicate si esibisce al Folk Club. Al Jazz Club suona l’Om Quartet. Al Magazzino sul Po sono di scena i Senza Coloranti Aggiunti e il pisano Toru. All’Askatasuna sono di scena i Nerosud. Al Blah Blah suonano i Diplomatics. Allo Ziggy si esibiscono i Mai Mai Mai. Allo Spazio 211 sono di scena dARI e Melody Fall. Per “Situazione?” al Off Topic suonano La Trappola di Dalian, Fattosano e Baobab!.

Sabato. Da Gilgamesh si esibiscono i Freubers In The Sky. Al Blah Blah festeggiano i 35 anni di attività i Figli di Guttuso. Al Jazz Club suona il quartetto di Marco Varvello. Allo Ziggy punk con i Dick Dastardly’s preceduti dai Housebroken. Al Magazzino sul Po si esibiscono i Cazale con Monkey Sound. All’Azimut Marzio Zorio presenta il “Concerto per quattro battiti”.

Domenica. Al Jazz Club si esibiscono i Sound Remember Vaughan.

Pier Luigi Fuggetta

Garibaldi, un’icona pop. Oggi chiude la mostra

Garibaldi non è solo un personaggio della storia, ma una figura popolare. Lo troviamo nelle pubblicità, nei film e in canzoni come quelle di Sergio Caputo o degli Statuto.

La narrazione del mito che si è sviluppata attorno alla figura dell’Eroe dei due mondi è il filo conduttore della mostra ‘Hero. Garibaldi icona pop’ ,  al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, aperta fino all’8 gennaio 2023 a Torino.

Curata dal direttore del Museo, Ferruccio Martinotti la mostra racconta attraverso 300 oggetti la memoria che Garibaldi ha lasciato nelle decine di Paesi in cui ha vissuto e combattuto. Esposti giocattoli,  banconote uruguayane, ceramiche inglesi, pipe in terracotta bottiglie di whiskey e fotoromanzi.

Carolina arriva per la prima volta al Teatro Colosseo dopo l’Epifania

Domenica 8 gennaio ore 15 e ore 18
CAROLINA

Un Natale favoloso…a teatro!
poltronissima € 37,50 | poltrona A € 29,50 | galleria € 29,50 | galleria B € 23,50
Direttamente dalla tv in teatro, dal vivo, per vivere la magia del Natale nel più caloroso dei modi: Carolina arriva per la prima volta al Teatro Colosseo con il suo spettacolo “Un natale favoloso…a teatro” che racchiude i più grandi successi di Carolina e dei suoi simpatici amici elfi, che trasporteranno grandi e piccini in una entusiasmante storia natalizia.
A questo link il comunicato stampa
Tutte le informazioni sul sito www.teatrocolosseo.it e sui profili social del Teatro.

Carolina “la rossa – bordeaux”, più bordeaux che rossa… indimenticabile!

COSA SUCCEDE(VA) IN CITTÀ 

“La trappola dei ricordi”

Gianni Milani

In tutta la mia vita, ne ho avute solo cinque! Ehi, ehi… cosa sono questi risolini? E poi chissà, quanti di voi ne avranno avute anche meno! Io sono arrivato a cinque…e tutte conquistate con gran sudore e una fatica che non vi dico. Del resto, sono sempre stato un po’… come dire …un po’ “lentino”. In tutti i casi quattro erano italiane e una francese. Ma la prima, la “Carolina” è davvero, ancor oggi, in assoluto, quella che mi ha dato più soddisfazioni. Indimenticabile! Sarà, come si dice, perché il primo amore non si scorda mai. Bella! Per me era davvero il massimo. Rossa, tendente al bordeaux. Più bordeaux che rossa. Pensate, sono passati più di quarant’anni (alla faccia!) e mi ricordo ancora il numero di … targa. Di targa, sì! Ma che sono quelle facce? Cosa avevate capito? Tutte le macchine hanno, e hanno sempre avuto, una targa. Anche se cambiate per formulazione nel corso degli anni. E io di quelle parlavo. Di macchine! Chissà cos’avevate capito! Che? Fidanzate? Ma no! E di quelle, poi, ne ho avute ben più di cinque. Non faccio per vantarmi … ma almeno almeno (aspetta un po’) … almeno sei! Sorvoliamo. Bene, la targa dicevo. Eccola: TO M56851. Stampata a fuoco nella mente e nel cuore. Ancora targa nera con sigla della provincia ben in vista. Quale macchina? Embé! Una “brillante” FIAT 127 prima serie, mantenuta in listino dall’allora gloriosa casa torinese dal 1971, come erede dell’ormai obsoleta 850, fino al 1987. Due porte, ampio bagagliaio e adeguata spaziosità, “Auto dell’Anno 1972”, opera di Rodolfo Bonetto (nipote del pilota Felice) e di Pio Manzù (figlio dello scultore Giacomo) che morì trentenne nel ’69 in un incidente automobilistico, proprio mentre si recava a Torino per la presentazione ufficiale della “maquette”. Correva l’anno 1974. La “Carolina” (non so perché, mi venne subito da personalizzarla e chiamarla affettuosamente così) era il mio grande regalo di laurea: 110/110 con lode alla torinese Facoltà di Lettere. Rossa – bordeaux, più bordeaux che rossa. A consegnarmela, senza pacco regalo né fiocco, fu papà Renzo. Era di luglio, se non erro. Appuntamento in corso Settembrini, allora ancora Mirafiori Nord, settore Carrozzerie/Verniciatura. Entro di buon mattino in un grande mare, Parking – auto. Tutte pronte alla consegna o alla vendita. Pensate che solo di 127, nel ’74 la Fiat ne aveva sfornate un bel milione tondo tondo! A venirmi incontro, lungo lungo magro magro, tuta blu (da “Baracchino Fiat”, che col vestito della domenica sembrava quasi lui il padrone della “fabbrichetta”, tant’era uomo raffinato e di classe), sorriso con malcelata ansia incorporata, il parin, come i più giovani colleghi della “Verniciatura” chiamavano il babbo, ormai quasi alle soglie della pensione. In mano un mazzo di chiavi. Eccole, la macchina ti aspetta lì. Si realizzava un sogno. Ma è proprio mia? Mi veniva da chiedergli. Non lo feci. Quel sorriso sul volto di mio padre, che non era facile al sorriso, l’avevo già visto una volta. Al ritorno a casa (abitavamo allora in via Bidone) dopo il primo esame universitario: Estetica, superata con un bel 30/30 sul libretto. Era un sorriso di orgoglio, benevolenza, piena soddisfazione. Totale amore. Non c’era l’ansia che un po’ appannava il sorriso al passaggio di mano della “Carolina”. Ora tocca a te, sembrava volermi ricordare. Già, tocca a te. La patente l’avevo presa qualche anno prima. Mi sarei ricordato ancora tutto? Avviamento, partenza, precedenze e ammennicoli vari. Forza Gianni! E forza “Carolina”. Prima tappa, il ritorno a casa. Corso Unione Sovietica, via Filadelfia, via Spano al 14 interno 10. Una mezz’oretta, per pochi imbarazzanti chilometri. Parcheggio. Fatto anche quello. Prima prova superata. Salita di corsa e di gioia per le scale. Idea: la riprendo questa sera. Meno traffico, farò due orette di pratica. E qui viene il bello! Certo che la “Carolina” ne ha provate tante con un principiante imbranato come me. Scena fantozziana. Al calar del sole, mi riapproprio della “Carolina”. Immaginavo moltitudini di vicini al balcone. Pronti alla partenza! Papà e mamma, certamente sì. Al balcone del quarto piano. Ansanti e tremanti. Al mio pari. Troppa l’ansia! Infilo le chiavi. Piede sinistro sulla frizione. Innesco la prima e giro la chiave. Il motore gira. Eccome se gira, ma la macchina non parte. Che ti succede “Carolina”? Riprovo. Niente. Riprovo e riprovo. Niente da fare. La “Carolina” non fa una piega e il motore si diverte a “vociare” al quartiere. Io, un Fantozzi calzato e vestito. Immaginavo la scena in cui il mitico ragioniere creato dall’altrettanto mitico Villaggio tentava di acchiappare il pullman al volo con tutti i vicini pronti all’applauso. Che vergogna! Finché, al finestrino mi s’affaccia un vecchietto mandato dal cielo (forse San Cristoforo, protettore degli automobilisti?): giovanotto, per partire, basta che tolga il freno a mano! Caz…una vergogna da farmi sprofondare. Saluto il vecchietto – San Cristoforo e tutta via Spano, braccio orgogliosamente fuori dal finestrino sinistro. Niente applausi. Erano le 20 o poco più. Ritorno alle 22. Sudato fradicio. Carico di insulti “automobilistici”, dai classici e più garbati “ma chi t’ha dato la patente?” ai più impietosi “vaffa…” regalatimi a piene sporte. Comunque. Un bel giro in centro. Velocità massima 30/40 Km orari. A pieno regime. Ma era andata! Con buona pace dei miei, che, se avessi ritardato di cinque minuti, avrebbero chiamato tutti i “Pronto Soccorso”, pompieri, carabinieri, polizia, esercito (anche quello della Salvezza) e tutto il parentado in Italia e all’estero. Ma il ghiaccio era rotto. A fine carriera, sei anni dopo, la “Carolina” portò me e Patrizia (prima vacanza da maritato) fino in Calabria. Una meraviglia. Dopo di lei altre quattro. Ma nessuna come lei. Sarà, come dicevo, che il primo amore non si scorda mai. Sarà il suo ricordo legato all’alta (in tutti i sensi) figura del mi’ babbo. Tant’é. Come “Carolina” la rossa – bordeaux più bordeaux che rossa, nessuna mai!

Gianni Milani