CRONACA- Pagina 992

Presto nuove panchine alla Tesoriera

Scrive il consigliere Magliano / “E’ stato premiato il mio impegno: la Città di Torino interverrà, come da me richiesto alla Giunta, per ripristinare o sostituire tutte le panchine ammalorate o vandalizzate presso il Parco della Tesoriera.
Moltissime delle 120 panchine di pregio presso il parco di corso Francia 186 sono infatti da mesi, di fatto, inutilizzabili. La Giunta, rispondendo poco fa in Consiglio Comunale alla mia interpellanza sul tema, ha garantito che si interverrà nell’ambito di un appalto attualmente in corso per la sostituzione o la manutenzione di tutte le panchine danneggiate. I lavori sono già iniziati e questo mi fa ben sperare su tempistiche ragionevoli. Il Parco della Tesoriera è uno dei luoghi simbolo della Circoscrizione 4 e dell’intera Torino.”
Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Caselle “best airport” per la gestione dell’emergenza

«Quello conferito a Turin Airport è molto più di un premio. È la dimostrazione che le capacità e le competenze ci sono meritano di essere sostenute in preparazione della ripresa».

Commenta così l’assessore ai Trasporti e Infrastrutture della Regione Piemonte Marco Gabusi il riconoscimento conquistato dall’aeroporto Sandro Pertini quale ‘Aci Europe Best Airport2020’ ovvero il migliore scalo europeo della sua categoria (fino a 5 milioni di passeggeri) premiato alla 30° Assemblea e Congresso Annuale di ACI Europe, l’Associazione che riunisce oltre 500 scali di 46 Paesi.

«Siamo davvero orgogliosi di questo premio – prosegue l’assessore Gabusi – e in particolare della motivazione che sottolinea la capacità di mettere in atto con tempestività ed efficacia le misure preventive volte a contenere la pandemia,proponendo, spesso per primo, soluzioni innovative. Il premio giunge in un momento di oggettiva difficoltà, con voli ridotti al lumicino e scenari futuri ancora confusi; proprio per questo ancora più gradito. Il riconoscimento europeo è la dimostrazione che quando anche un socio privato ha capacità e voglia di investire i risultati arrivano. Sagat ha fatto la propria parte, come del resto l’amministrazione regionale; ora ci aspettiamo che, quando si riapriranno le attività, anche la compagnia di bandiera torni sul territorio e dia il suo contributo per far ripartire il nostro aeroporto principale».

Il premio Aci Europe, giunto alla 16esima edizione, ha voluto riconoscere quest’anno la capacità di reagire all’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19, vero elemento caratterizzante per l’industria nel corso del 2020.  Particolare rilevanza è stata attribuita alla formazione e alla tutela dei dipendenti, oltre alla capacità di collaborare con la comunità, sostenendo persone e scuole in difficoltà attraverso donazioni ai comuni limitrofi.

L’Aeroporto di Torino è stato giudicato da una giuria indipendente formata da esperti di aviazione civile della Commissione europea, di Eurocontrol, di SESAR Joint Undertaking, della EuropeanTravel Commission e di Flight Global.

Covid, Nursing Up: «In Italia si ammalano 500 infermieri al giorno”

Riceviamo e pubblichiamo dal sindacato infermieri Nursing Up, operativo anche a Torino e in Piemonte  / “E’ il trend reale di una seconda ondata dalla violenza inattesa e incontrollabile”  Vi raccontiamo il drammatico bilancio degli ultimi 30 giorni: «20.464 operatori sanitari infetti, di cui la metà sono infermieri. Proiezioni disastrose da qui al 15 dicembre . Se non rallentiamo il contagio molti dei nostri infermieri potrebbero aggiungersi al triste numero dei colleghi che hanno perso la vita prima ancora di avere la soddisfazione di vedere “quell’indennità di specificità infermieristica” per la quale hanno lottato, partecipando alle manifestazioni ed allo sciopero promossi dal Nursing Up».

Il Presidente Nazionale del Sindacato Infermieri Italiani lancia l’allarme: da nostro report costruito incrociando dati Istituto Superiore Sanità con quelli Inail emerge una realtà tristissima: dal 5 novembre scorso, ogni giorno, registriamo un aumento che oscilla tra i 450 e i 500 infermieri contagiati. Fermiamo adesso un treno che corre a massima velocità, libero e che rischia di schiantarsi alla fine dei binari». 

«Entro il 15 dicembre prossimo rischiamo concretamente di arrivare a 15mila infermieri contagiati in più rispetto ai 10mila che si contano fino a oggi. Numeri drammatici di una seconda ondata che non doveva essere gestita in questo modo approssimativo e scellerato da un Governo che solo oggi, di fronte a 48 decessi di professionisti della sanità, di fronte a oltre 50mila operatori sanitari che si sono ammalati dal febbraio scorso, ci regala barlumi di speranza stanziando 335 milioni di euro che altro non saranno che 100 euro in più nelle nostre busta paga.

Certo, come negare la soddisfazione per una piccola grande vittoria del Nursing Up, arrivata dopo le manifestazioni nazionali di Milano e del Circo Massimo e lo sciopero del 2 novembre scorso. Ma serviva davvero tutto questo, serviva davvero arrivare a 500 infermieri che si ammalano ogni giorno in Italia a partire dall’ultima tragica settimana, per ottenere una risposta da chi fin ora ci ha guardato con indifferenza lottare contro la morte nelle corsie e ci ha voltato le spalle?

Serviva davvero assumere forze nuove con il contagocce e proporre nel contempo contratti di tre mesi al minimo della paga per chi lotta contro la morte, ottenendo per tutta risposta una emorragia di infermieri che sembra inarrestabile? E a cosa serve, se non ad esacerbare gli animi, prorogare una norma adottata a marzo scorso, con la quale si riconosce alle aziende sanitarie la facoltà di bloccare, di fatto, i pensionamenti di infermieri e medici, senza prevedere nemmeno l’assenso dell’interessato?».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, ci racconta del nuovo report che il sindacato ha realizzato incrociando nuovamente i dati dell’Istituto Superiore della Sanità con la percentuale Inail di fine luglio, pari al 45,7%, destinata a diventare ben più alta adesso: parliamo di quella percentuale che sta ad indicare la gli infermieri infetti da Covid rispetto alla totalità dei soggetti infettati del comparto sanitario.

«La nostra indagine sindacale ha avuto inizio il 5 novembre scorso. La media è davvero preoccupante: ogni giorno almeno mille operatori sanitari in più rimangono infettati. La metà sono chiaramente infermieri. Se il trend dovesse rimanere lo stesso e se cominciassimo oggi a ricalcolare il numero dei professionisti che si contagiano, arriveremmo al 15 dicembre con cifre da film del terrore. Ovvero 15mila infermieri ammalati di covid che andrebbero aggiunti ai 10mila che già si calcolano dal 15 ottobre al 15 novembre. E’ davvero questo quello che vogliamo? 

Come sindacato che esprime le istanze infermieristiche ci chiediamo come mai non sia ancora intervenuta la FNOPI per far sentire la propria voce. Come è possibile che il nostro ente di riferimento professionale, che è anche istituzione sussidiaria dello Stato taccia su tutto questo?  Esaurita del tutto la forza residua degli infermieri nella sanità pubblica, chi difenderà i cittadini italiani dalla morte? Pensa davvero questo governo che studenti neolaureati, operatori pensionati o personale di supporto ce la possano fare senza di noi? 

E c’è anche un altro paradosso di cui parlare. Sì, perchè se non rallentiamo il contagio molti dei nostri infermieri potrebbero perdere la vita, e non avranno nemmeno la soddisfazione di vedere “quell’indennità di specificità infermieristica” per la quale hanno lottato, partecipando alle manifestazioni ed allo sciopero promossi dal Nursing Up.

Si tratta di azioni di lotta che, lo ricordiamo, sono state organizzate dal sindacato Nursing Up con il sostegno di altre associazioni ma senza il sostegno della FNOPI e tantomeno quello degli altri sindacati rappresentativi, ai quali Nursing Up aveva pure fatto un appello e che invece hanno preferito tenere un profilo basso. 

Detto questo, invitiamo i governanti ai vari livelli ad adoperarsi per tutelare la salute dei cittadini italiani. Senza infermieri questo Governo si prepari ad assistere al crollo inesorabile del sistema! Campania e Lombardia, da sole, messe insieme, fanno registrare in questo momento 2mila infermieri contagiati nell’ultimo mese. Insomma, qualcuno fermi un treno che corre alla massima velocità verso un enorme precipizio, qualcuno pensi ai passeggeri a bordo del convoglio», conclude De Palma.

Rapina una ragazza, scappa sullo stesso pullman dove poi verrà fermato

Fermato dalla Polizia di Stato a pochi passi dal Commissariato Centro

 

Sono le 19 circa e una giovane viene scippata del telefonino in via Buniva; mentre aspetta che qualcuno le apra il portone dello stabile in cui abita, infatti, un quarantenne di nazionalità marocchina la avvicina alle spalle e le strappa dalle mani l’I-Phone: alla resistenza della ragazza la minaccia di morte e le punta qualcosa di affilato alla pancia. La ragazza allora molla la presa, il rapinatore fugge correndo in direzione di corso San Maurizio. Gli agenti della Squadra Volante accorsi in suo soccorso la aiutano a localizzare il telefonino con l’apposita applicazione e si rendono conto che il soggetto si muove troppo in fretta. Una pattuglia nota che le intersezioni corrispondono a quelle del percorso dell’autobus 68, che in quel frangente sta svoltando in via Rossini direzione via Po. I poliziotti fermano la corsa del bus e rintracciano a bordo dello stesso un uomo corrispondente alle fattezze del rapinatore con in mano un cellulare. Chiedono alla madre della ragazza di far squillare il telefonino della figlia e sul display appare proprio il contatto “mamy”. L’uomo non può fare altro che ammettere le proprie responsabilità. Dagli accertamenti è emerso come lo stesso avesse precedenti specifici e che risultasse colpito dall’ordine di presentazione quotidiana alla PG. Infatti, poco prima di consumare la rapina, si era recato al commissariato Centro per assolvere all’obbligo, rimanendo di fatto nella zona di Piazza Vittorio Veneto, dove poi si renderà responsabile del fatto. Sottoposto a fermo, in seguito convalidato, il quarantenne si trova tuttora in carcere.

Il Comune di Volpiano cerca  volontari per i servizi di assistenza Covid-19

Sia per la Protezione civile che per i servizi erogati dalla Caritas

Riprende la consegna delle borse alimentari ai nuclei familiari bisognosi di Volpiano, da parte della Caritas parrocchiale; in considerazione della situazione di emergenza, l’amministrazione comunale cerca volontari da destinare sia a questo servizio che all’assistenza erogata dalla Protezione civile a soggetti in quarantena o in isolamento domiciliare per l’epidemia Covid-19.

«Purtroppo – spiega il sindaco Emanuele De Zuanne – stiamo ricevendo i dati sui casi positivi molto in ritardo rispetto a quando viene eseguito il tampone e questo ci impedisce di chiamare tempestivamente le persone per fornire assistenza. Inoltre, avendo avuto alcuni casi positivi tra gli impiegati degli uffici comunali, vi è stata una riduzione degli addetti che verificano i dati e controllano quotidianamente un file con oltre tremila registrazioni, con un conseguente allungamento dei tempi». Si invitano le persone in quarantena o in isolamento fiduciario prive di adeguata rete familiare e non ancora contattate dalla Protezione civile, a segnalare le proprie necessità al numero 011.9954511 (centralino, dalle 9 alle 12.30).

Per offrirsi come volontari telefonare ai numeri 011.9951831 (polizia municipale di Volpiano) oppure 338.2505380 (Caritas parrocchiale), dalle 9 alle 12.

Prima infusione di CAR-T su una giovane affetta da Leucemia

Per la prima volta nei giorni scorsi una giovane paziente di 25 anni, affetta da una forma di Leucemia Linfoblastica Acuta, refrattaria alla chemioterapia, è stata sottoposta a terapia con CAR-T (Tisagenlecleucel), presso l’Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino.

Tisagenlecleucel è uno dei primi farmaci ottenuti mediante la trasformazione in vitro di linfociti T del paziente stesso, al fine di esprimere un particolare costrutto molecolare, denonimato Chimeric Antigen Receptor (CAR), che rende queste cellule in grado di riconoscere ed eliminare selettivamente le cellule neoplastiche.

Nel 2019 l’Agenzia Italiana per il Farmaco, sulla base dei risultati dello studio Eliana, pubblicato sul New England Journal of Medicine nel 2018, lo ha autorizzato per il trattamento di alcune forme recidivate e/o refrattarie di Leucemia Linfoblastica Acuta nella popolazione sino ai 25 anni di età. Si tratta di un farmaco caratterizzato da promettenti risultati in termini di efficacia ma che in relazione alla complessità degli effetti secondari che è in grado di determinare necessita di essere somministrato in Centri ad elevata specializzazione.

La possibilità di poter avviare tale programma anche presso l’Oncoematologia pediatrica nasce dalla volontà del suo Direttore, la professoressa Franca Fagioli dell’Università degli Studi di Torino, direttore del Programma Trapianti Metropolitano di Torino (CTMT), di poter offrire anche sul territorio piemontese questa possibilità terapeutica, arricchendo la ventennale esperienza maturata nel campo del trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche anche delle sue più recenti evoluzioni, quali appunto la terapia con Tisagenlecleucel.  Per fare questo è stato necessario creare all’interno dell’ospedale un apposito team di specialisti con specifiche competenze nella gestione di questo farmaco composto da medici oncoematologi, medici consulenti, infermieri, dirigenti biologi, farmacisti, specialisti in aferesi e medicina trasfusionale, data managers e study coordinators, che hanno operato in stretta connessione per arrivare alla somministrazione del farmaco.

Un ruolo fondamentale è stato anche svolto dalla Direzione aziendale della Città della Salute di Torino diretta dal Commissario dottor Giovanni La Valle), che ha istituito di concerto con il dottor Francesco Cattel (Direttore della Farmacia aziendale) un organo aziendale denominato CAR-T team finalizzato alla organizzazione ed all’armonizzazione del percorso terapeutico di tutti i pazienti sottoposti a questa terapia all’interno dell’Azienda.

La paziente, inizialmente seguita presso l’Ematologia dell’ospedale Molinette dalla dottoressa Ernesta Audisio e dal dottor Alessandro Busca, è stata quindi presa in carico dal team della prof.ssa Fagioli, composto tra gli altri da Elena Vassallo, Nicoletta Bertorello, Francesco Saglio ed Ivana Ferrero, che hanno seguito le ultime fasi della terapia fino alla somministrazione del farmaco.

Attualmente la paziente è ricoverata presso il Centro Trapianti dell’ospedale Infantile Regina Margherita in buone condizioni generali per il monitoraggio delle possibili tossicità del trattamento praticato. I primi esiti della terapia saranno valutabili tra circa un mese, ma ovviamente per determinarne la riuscita complessiva occorrerà attendere un adeguato follow up pluriennale.

(foto: il Torinese)

Tumore della vescica: un innovativo intervento

Permette la ricostruzione dell’organo e preserva le funzionalità urinarie e sessuali

 

La particolare tecnica di ricostruzione è stata messa a punto daI dott. Mari, Responsabile Unità Operativa di Urologia a Maria Pia Hospital di Torino

 Si stima che in Italia, durante il 2019, siano stati diagnosticati 29.700 nuovi casi di tumore alla vescica. Si tratta di neoplasie con un’incidenza in crescita; tuttavia un’attenta prevenzione e i progressi delle tecnologie di imaging permettono una diagnosi precoce e le innovazioni in campo medico-chirurgico registrano importanti risultati nel trattamento del tumore anche nella sua forma infiltrante, più rara, a carattere maligno. L’équipe di Urologia di Maria Pia Hospital di Torino riserva una grande attenzione alle problematiche oncologiche in questo ambito, come testimonia un recente caso che ha coinvolto un uomo di 64 anni affetto da tumore vescicale infiltrante, sottoposto ad una specifica ricostruzione vescicale che ha consentito di conservare le funzionalità urinarie e sessuali.

Il dott. Mauro Mari, responsabile dell’Unità Operativa di Urologia a Maria Pia Hospital, con la collaborazione del dott. Andrea Cugudda e del dott. Davide Vaccino, si è occupato della diagnosi e del trattamento della neoplasia del 64enne, un fumatore. Il tabagismo è infatti uno dei fattori di rischio per questo tipo di tumore, insieme all’esposizione professionale a sostanze nocive contenute in vernici e solventi.

L’équipe ha inizialmente sottoposto il paziente a TURP (resezione della prostata per rimuovere eventuali ostacoli allo svuotamento della vescica, dall’inglese TransUrethral Resection of the Prostate); dopodiché ha pianificato un’operazione di cistectomia radicale con linfoadenectomia iliaco-otturatoria bilaterale e ha confezionato una neovescica ortotopica a Y con ileocapsuloplastica. Una terminologia complessa che sta a significare che al paziente sono state rimosse la vescica colpita dal tumore e la sola parte interna della ghiandola prostatica, che non era stata intaccata dalla malattia, preservandone la capsula. Utilizzando una parte dell’intestino, è stata poi creata una nuova vescica che, collegata all’apparato genitale, svolge oggi correttamente la sua funzione consentendo al paziente di preservare l’autonomia urinaria e sessuale.

Il paziente è stato dimesso dopo 16 giorni di degenza post operatoria, con buona continenza e istruito sulla modalità di una corretta minzione. “L’intervento ha avuto successo e il paziente ha imparato a gestire una nuova routine per la funzionalità urinaria – spiega il dott. Mari –. Al controllo eseguito successivamente abbiamo riscontrato la conservazione della funzione erettile. Infine, l’esame istologico ha confermato l’assenza di neoplasia in altre sedi, pertanto il paziente non necessita di altre terapie ma solo di regolari controlli”.

L’intervento di cistectomia e ricostruzione della neovescica

Dopo l’asportazione della vescica e della sola parte interna della prostata, la vescica del paziente è stata ricostruita utilizzando un tratto di ileo – una parte dell’intestino – autologo (ovvero del paziente stesso) alla quale vengono collegati gli ureteri che portano le urine dai reni alla vescica. Questa procedura normalmente provocherebbe una sicura incontinenza notturna e una discreta incontinenza diurna, con una compromissione dell’attività sessuale. In questo caso, invece, attuando prima la disostruzione prostatica e poi asportando la vescica, vengono preservate sia la continenza urinaria che la potenza sessuale.

L’intervento viene eseguito in una sola seduta chirurgica della durata di circa 4-5 ore.

Attualmente il tumore vescicale infiltrante non può prescindere da un intervento chirurgico di cistectomia radicale con ricostruzione della vescica. La ricerca sta progredendo per individuare terapie farmacologiche e trattamenti chirurgici che permettano sempre meno invasività e sempre più la conservazione delle funzionalità, per un minor impatto fisico e psicologico per il paziente.

“Quando possibile, procedure meno invasive possono prevenire delle vere e proprie disabilità, migliorando infinitamente il tenore di vita post-operatorio – commenta il dott. Mauro Mari –. L’impotenza e l’incontinenza sono delle disabilità in grado di innescare problematiche psicologiche, oltre che fisiche, nei pazienti coinvolti.  L’Urologia di Maria Pia Hospital è molto attenta a questi aspetti e, quando possibile, adotta tecniche conservative e meno invasive anche in ambito Oncologico”.

Alternative chirurgiche: la tecnica MICT

Quando non è possibile procedere con la ricostruzione della vescica, si interviene con una cistectomia, ovvero la rimozione della vescica colpita da tumore e conseguente derivazione urinaria con un sacchettino all’esterno. Nella tecnica originaria (derivazione urinaria secondo Bricker) il sacchettino viene posto sulla parte destra del corpo, per cui l’uretere di sinistra deve fare un percorso complicato e una curva per arrivare sulla destra e attaccarsi a questo serbatoio. Questo corso dell’uretere può provocare il restringimento dell’uretere di sinistra e la gestione delle problematiche connesse (coliche renali, infiammazione del rene) è complessa.

Il dott. Mari ha ideato la tecnica MICT (tecnica del condotto ileale modificata), brevettata e presentata ai Congressi internazionali di urologia: tramite la MICT il chirurgo non sposta l’uretere ma è il tratto di intestino che va verso l’uretere di sinistra. Così facendo, il fenomeno di restringimento non si verifica più.

Qualora non fosse stato possibile ricostruire la vescica nel 64enne, si sarebbe attuato questo intervento.

Vaccini antinfluenzali mancanti, l’impegno di Uncem con le farmacie

I Comuni montani e Uncem sono fortemente preoccupati e lanciano l’allarme per la mancanza di dosi sufficienti di vaccini antinfluenzali nelle farmacie. Uncem agisce su questo fronte in accordo con Federfarma e con il Sunifar Federfarma che coordina le ‘farmacie rurali’. È Andrea Garrone, Sindaco di San Germano Chisone (TO) – con il presidente di Federfarma Marco Cossolo, il Presidente del Sunifar Gianni Petrosillo, i vertici del sunifar territoriali, tra i quali Stefano Rossi e Clara Mottinelli – a lavorare su questo fronte insieme a Uncem.

Da lunedì 16 novembre tutte le farmacie si sono rese disponibili a distribuire i vaccini contro l’influenza e potranno iniziare ad erogare il prodotto, ma il numero dei vaccini sarà assolutamente insufficiente a coprire il fabbisogno.

Federfarma, sia a livello regionale che nazionale, ha espresso preoccupazione circa lo scarso numero di dosi acquisite dallo Stato per la distribuzione alla popolazione. Sono ancora troppe poche le dosi medie di vaccino ad esercizio per far fronte alle più che ragionevoli e numerose richieste. La prassi vaccinale contro l’influenza rappresenta uno strumento fondamentale per evitare che l’insorgere dei sintomi di quest’ultima, facili a confondersi in prima istanza con quelli del Covid-19, possano concorrere a rallentarne riconoscimento e contenimento. Per questo, anche alla luce delle reiterate richieste d’aumento delle forniture rimaste disattese, è necessario che vengano recapitate alle farmacie le forniture di vaccino richieste. Anche e specialmente nelle farmacie dei Comuni montani italiani. I farmacisti ricevono da giorni svariate richieste da parte dei clienti e, nonostante abbiano assicurato la loro disponibilità ad erogare i vaccini, si trovano ora nella condizione di sapere che non potranno soddisfare i bisogni di tutti.
Destinatari dei vaccini sono tutti i residenti o domiciliati sul territorio che appartengano alle categorie a rischio, cui il farmaco dovrebbe essere erogato in forma gratuita. Per tutti gli altri (ammesso che ve ne sia disponibilità) avrà un costo di poco più di dieci euro.
“Ci auguriamo – auspica il Presidente Uncem Marco Bussone – che lo Stato riesca ad ottenere una maggior produzione di dosi di vaccini per far fronte alla situazione e, in un periodo di profonda insicurezza e costante preoccupazione come quello che stiamo vivendo, metta nella condizione le farmacie di poter erogare ai cittadini con la dovuta puntualità questo importante servizio. Con Federfarma e con il Sunifar continuiamo nell’azione per potenziare le farmacie dei territori. Ringrazio Andrea Garrone, Marco Cossolo, Gianni Petrosillo, tutti i dirigenti Federfarma per il lavoro che si sta facendo insieme a vantaggio delle nostre comunità”.

Una giornata tra furti e rapine

I fatti accaduti la scorsa settimana

 

4 interventi, 5 arresti. Questi i numeri prodotti la scorsa domenica dagli agenti della Squadra Volante, impegnati nei vari servizi di controllo del territorio.

Intorno alle 10, il primo intervento: personale della vigilanza di un supermercato in corso Traiano sta trattenendo un uomo, cittadino italiano di 59 anni, che era stato visto poco prima appropriarsi di una confezione di noci, una barretta di cioccolato e due confezioni d’integratori, per un totale di circa 40 euro, presentando però in cassa solo una birra ed un mocio. Scoperto dalla vigilante, l’uomo ammette il furto dichiarando di essere disposto a saldare la differenza. Una volta a conoscenza della somma da integrare alla spesa, il cinquantanovenne inizia a dare in escandescenze, aggredendo la dipendente, tentando poi, invano, la fuga. Arrestato per tentata rapina.

Nel primo pomeriggio, una pattuglia in transito su via Cernaia, sente delle urla provenire da sotto i portici. Avvicinandosi in direzione delle grida, gli operatori vedono un uomo con una ferita profonda all’altezza della fronte e due soggetti fuggire via. Entrambi vengono immediatamente bloccati. Uno dei due, cittadino italiano di 23 anni, aveva appena scagliato una bottiglia di birra contro il volto del titolare di un esercizio commerciale che li aveva redarguiti per essersi allontanati dal locale senza aver pagato la merce. Sottoposti a perquisizione, il secondo individuo, ventenne ivoriano, viene trovato in possesso di due tessere sanitarie appartenenti a terzi, una delle quali risultata essere provento di furto, e di un sacchetto contenente frammenti di sostanza stupefacente, nascosto nel risvolto dei pantaloni. Rinvenuto inoltre, durante la perquisizione domiciliare, un bilancino di precisione. I due, entrambi con numerosi precedenti di Polizia, sono stati arrestati per tentata rapina con annesse lesioni personali aggravate per il ventitreenne, mentre l’ivoriano è stato denunciato per ricettazione e detenzione ai fini di spaccio. La vittima verrà dimessa con una prognosi di 10 giorni.

Tra le 20.30 e le 21 la sala operativa della GTT segnala alle forze dell’ordine un episodio di rapina ed uno di furto. Non rintracciando alcun soggetto al loro arrivo, gli agenti iniziano a visionare le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Nel primo episodio osservano tre soggetti allontanarsi, correndo da un convoglio, inseguiti da una cittadina. Le seconde immagini mostrano uno dei tre scippatori del video precedente, spingere una donna e sbatterle la testa contro la parete per poi strapparle il telefonino dalle mani e darsi alla fuga. L’uomo, un cittadino romeno di 21 anni, è stato rintracciato poco dopo. Arrestato per rapina e sanzionato in quanto inottemperante alle norme previste per il contenimento da covid19.

L’ultimo intervento in via Roccavione dove un cittadino dal proprio balcone allerta il 112 NUE di aver visto un soggetto in sella ad una bicicletta sostare nei pressi di un lampione, estrarre una tenaglia, tranciare la catena che assicurava un’ulteriore bicicletta al palo e successivamente allontanarsi a bordo di questa, abbandonando nello stesso punto la precedente. Bloccato sul marciapiede di via Cigna in contromano, l’uomo, un cittadino italiano di 44 anni, viene trovato in possesso dello stesso arnese precedentemente segnalato. Con numerosi precedenti di Polizia per reati contro il patrimonio ed un divieto di dimora nel comune di Torino, il quarantaquattrenne è stato arrestato per furto e denunciato per ricettazione e violazione delle normative anticovid19.

Le partite Iva: “In piazza eravamo tremila”

Riceviamo e pubblichiamo/ Covid, in piazza Castello 3mila partite Iva chiedono interventi strutturali per superare la crisi

Fipi (Futuro italiano partite Iva): Vogliamo essere ascoltati dalle Istituzioni

“Dopo la serrata evitiamo la bancarotta”. La voce delle partite Iva si è fatta sentire oggi in piazza Castello a Torino, in una manifestazione pacifica che ha visto oltre 3mila persone unirsi nell’Alleanza delle Partite Iva per rappresentare diverse categorie di lavoratori autonomi, tra le più importanti per la tenuta del sistema Italia. La manifestazione che si è conclusa intorno alle 17 si è svolta ordinatamente e nel rispetto delle disposizioni sanitarie previste. “Abbiamo voluto sottoporre un elenco di interventi concreti, per scongiurare il crack. Alcune attività hanno già chiuso, molte sono in sofferenza e altre chiuderanno”, spiega Beba Pucciatti, presidente di Fipi (Futuro Italiano Partite Iva). “Noi siamo per il rispetto delle regole e per la tutela della salute, ma a fianco dei provvedimenti sanitari ci devono essere nell’immediato decisioni che vadano oltre i piccoli rimborsi sinora effettuati e che siano strutturali. Per questo vorremmo essere ascoltati dallo Stato e ragionare con la Regione affinché possa fare da tramite con il Governo per trovare soluzioni che non mettano ko i professionisti e le piccole imprese”, prosegue Pucciatti.

“A questo punto, con molte partite Iva che devono scegliere se pagare bollette e tasse, oppure fare la spesa per mangiare, occorre intervenire concretamente – aggiunge la presidente Fipi  – come? Chiediamo l’anno fiscale bianco, una tassa ad aliquota unica, finalmente l’avvio di una seria riforma fiscale, unita alla revisione dei sistemi di controllo legati alla centrale rischi. Sostanziale per tutti è tornare a lavorare il prima possibile e prevedere indennizzi per le chiusure prolungate”.

Tra gli altri punti enunciati nel corso della manifestazione, anche la revisione previdenziale della gestione separata dell’Inps per le partite Iva: “Sono stati sospesi i contributi Inps per le aziende con dipendenti – sottolinea Paolo Fresi, vice presidente Fipi e atleta paralimpico – ma niente di analogo è stato pensato per i liberi professionisti”. Anche il mondo dello sport e degli eventi è tra i più colpiti dalle serrande abbassate per virus. “Praticamente tutte le attività sono ferme, bloccate – ha aggiunto Fresi – chi lavora con partita e chi collabora è al palo in questo momento”.

Dal palco allestito in piazza Castello, i manifestanti dell’Alleanza delle Partite Iva hanno preso le distanze dai negazionisti che si sono presentati verso la fine dell’incontro. Queste persone sono state esortate ad allontanarsi dalla piazza, specificando che non avevano nulla a che fare con l’organizzazione, volta invece a chiedere alle Istituzioni interventi concreti per l’economia del paese.

Alla manifestazione hanno partecipato come Alleanza Partite Iva:

FIPI (Futuro italiano partite Iva)
NCC (Noleggio con conducente)
AFI (Associazione Fieristi Italiana)
GOIA (Gruppo organizzato indipendente Autonomi)
AAPICAST (Artisti, Artigiani, Piccoli Imprenditori, Commercianti, Ambulanti, Simpatizzanti Torino)
Ambulanti Settimo
Associazione San Mauro Centro
FRI (Associazione civica diretta da avvocati, medici, scienziati, imprenditori, professionisti, artisti)
VRPI (Vera Rivolta Partite Iva)
Gruppo ‘Tutti in piazza. Torino C’è’
UBAT (Unione Battitori Ambulanti Torinesi)