CRONACA- Pagina 745

In macelleria oltre un quintale di carne mal conservata

Tranci di carne non coperti, esposti alla polvere e agli agenti esterni, in parte adagiati all’interno di congelatori senza involucri di protezione, a diretto contatto con il ghiaccio; alimenti riposti sul banco di vendita privi di etichettatura e posizionati in contenitori non idonei. Sul pavimento del locale e nelle celle frigo, la presenza di macchie di sangue animale. E’ quanto accertato nei giorni scorsi all’interno di una macelleria in via Aosta dagli agenti del Comando Territoriale 7 della Polizia Locale, unitamente al personale del Servizio Veterinario dell’ASL, durante un controllo ispettivo mirato alla tutela del consumatore.

Il titolare del locale, un uomo di 56 anni, è stato sanzionato e denunciato all’Autorità Giudiziaria per vendita di alimenti in cattivo stato di conservazione.

In totale, sono stati posti sotto sequestro 103 chilogrammi di carne mal conservata.

Poco lontano, in corso Vercelli, gli agenti dello stesso Comando Territoriale hanno disposto la chiusura di una gastronomia etnica che effettuava la somministrazione di cibi ai tavoli in maniera abusiva, in assenza dei necessari titoli.

Risse e accoltellamenti: bar chiuso per un mese

A causa di una violenta rissa e dopo che un uomo è stato  gravemente accoltellato il questore di Novara ha disposto la chiusura di un locale.

Resterà  chiuso per 30 giorni, come da articolo 100 del testo unico delle leggi di Pubblica Sicurezza, un bar  nei pressi dell”autostazione. Sono stati diversi, infatti, gli episodi violenti verificatisi negli ultimi mesi. Il più recente il 13 novembre. La polizia è intervenuta per una rissa con bottiglie di vetro, in cui erano coinvolte  persone già note alle forze dell’ordine. Un  cittadino sudamericano è rimasto ferito da alcune  coltellate ed è ancora in ospedale in prognosi riservata.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Brasile e Piemonte, parola d’ordine: cooperazione

“Ogni assemblea legislativa, come il Consiglio regionale, è un luogo di incontro, di confronto di uomini e di idee, alla ricerca di decisioni democratiche nel rispetto del voto popolare”. Lo ha detto il presidente Stefano Allasia nel ricevere a Palazzo Lascaris la delegazione dell’Unale (União nacional dos legisladores e assembleias legislativas), che in Brasile riunisce i legislatori dei diversi Stati federati.

All’incontro erano presenti anche il vicepresidente Francesco Graglia e i consiglieri segretari Gianluca Gavazza e Michele Mosca. Sono anche intervenuti i capigruppo Alberto Preioni (Lega), Sarah Disabato (M5s) e Silvio Magliano (Moderati).

A rappresentare il presidente della Giunta regionale Alberto Cirio, l’assessore Maurizio Marrone che, in riferimento alla sua specifica delega, ha evidenziato l’importanza della cooperazione decentrata.

“Sono convinto che grazie a questi scambi, si possano affrontare al meglio diverse questioni, come quella legata al clima e all’ambiente, che stanno sempre più diventando di portata globale” ha concluso Allasia.

“Siamo felici di pensare di poter intraprendere un proficuo scambio di esperienze tra legislatori” ha detto Lídio Lopes, presidente di Unale.

L’incontro è stato promosso dall’associazione culturale italo-brasiliana Warã che, come spiegato dal suo presidente Paulo Henrique Correia, costituisce un punto di riferimento per gli oltre ottomila brasiliani in Piemonte, favorendo il loro processo di integrazione.

In particolare José Luís Schafer, deputato dello Stato di Rio Grande do Sul di mamma italiana e papà tedesco, ha ricordato anche l’apporto dell’emigrazione italiana che a fine Ottocento e nei primi anni Cinquanta del Novecento ha interessato il Brasile.

I Papi in Piemonte. E Francesco arriva sabato

Nel fine settimana un altro Pontefice toccherà la terra piemontese. Papa Francesco, di origine piemontese, sarà infatti ad Asti sabato e domenica. Prima di Giovanni Paolo II solo quattro Papi sono passati a Torino. Nel 1273 Gregorio X partecipò al Concilio di Lione mentre Martino V prese parte al Concilio di Costanza nel 1414-1418. Pio VI arrivò in città nel 1775 ma fu arrestato da Napoleone mentre Pio VII fu più fortunato, vide la Sindone nel 1804 e nel maggio 1815 celebrò la Messa in Duomo mostrando la Sindone da Palazzo Madama. Nel suo lungo pontificato, 26 anni, Giovanni Paolo II è stato nove volte in terra piemontese. A Torino nel 1980, Varallo e Arona nel 1984, Aosta e Courmayeur nel 1986, ancora a Torino, Castelnuovo Don Bosco e Chieri nel 1988, Oropa, Pollone e Torino per la terza volta nel 1989, Ivrea, San Benigno Canavese, Scarmagno e Chivasso nel 1990, Susa e Sacra di San Michele nel 1991, Asti e Isola d’Asti nel 1993, Vercelli e Torino (4 volta) nel 1998 senza contare una decina di soggiorni estivi a Les Combes di Introd in Valle d’Aosta. Il Papa polacco Karol Wojtyla tornò a Torino e a Castelnuovo Don Bosco ai primi di settembre nel 1988 per San Giovanni Bosco nel centenario della morte, il 21 luglio 1989 fu ospite di Gianni e Marella Agnelli e dell’arcivescovo cardinale Saldarini. Domenica 24 maggio 1998 in piazza Vittorio a Torino proclamò tre beati piemontesi. Infine domenica 2 maggio 2010 toccò a Benedetto XVI visitare Torino.    Filippo Re
nella foto Papa Giovanni Paolo II a Torino il 13 aprile 1980 sulla papamobile con il cardinale Ballestrero, allora arcivescovo di Torino (dall’archivio storico del settimanale  La Voce e il Tempo)

Polizia postale e Infra.To, accordo sulla cybersecurity

È stato firmato presso la Questura di Torino, un protocollo d’Intesa tra Infra.To e il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Polizia Postale e delle Comunicazioni Piemonte e Valle D’Aosta.

Erano presenti all’evento il Sig. Questore di Torino Dott. Vincenzo Ciarambino, il Presidente e A.D Ing. Bernardino Chiaia e il Dirigente del C.O.S.C Polizia Postale e delle Comunicazioni – Piemonte e Valle d’Aosta, Dott.ssa Fabiola Silvestri.

L’accordo, che si sviluppa su un programma di durata triennale, è finalizzato alla condivisione e all’analisi delle informazioni idonee a prevenire e contrastare attacchi o danneggiamenti alle infrastrutture informatiche.

La partnership posta in essere consentirà di adottare procedure di intervento ed uno scambio informativo utileall’implementazione ed innalzamento degli standard di sicurezza cibernetica; tra gli scopi peculiari vi è quello di prevenire l’indebita sottrazione di dati nonché qualsiasi ulteriore attività illecita correlata agli attacchiinformatici con particolare attenzione alla garanzia di continuità nei servizi di pubblica utilità.

Il protocollo prevede altresì lo svolgimento di attività formative congiunte sui sistemi e sulle tecnologie idonee al contrasto dei crimini informatici al fine di creare un know how strutturato ed aggiornato alle più recenti minacce.

L’accordo è particolarmente importante per Infra.To alla luce dell’evoluzione tecnologica che interessa le linee di trasporto metropolitano in termini di controllo, segnalamento e gestione del traffico.

La Polizia di Stato tramite il C.N.A.I.P.I.C. (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, svolge già da tempo un’efficace azione di raccordo operativo con gli uffici territoriali di competenza poiché la protezione delle infrastrutture critiche informatiche rappresenta un obiettivo prioritario di tutela dalla criminalità informatica comune, organizzata nonché di matrice terroristica.

Regione, commissione Legalità interviene su revoca scorta a Masciari

Il sistema di protezione dei testimoni di giustizia al centro della commissione Legalitàdel Consiglio regionale  (presidente Giorgio Bertola) che ha audito il presidente della fondazione Benvenuti in Italia, Mauro Beano, e con lui l’ex imprenditore Pino Masciari.
La seduta segue l’approvazione all’unanimità, il 25 ottobre scorso, di un ordine del giorno in cui il Consiglio – a seguito della notifica di avvio del provvedimento di revoca della scorta a Masciari – ha impegnato la Giunta ad attivarsi per verificare la situazione.
Masciari ha ripercorso la sua vicenda processuale e umana di chi “oltre trent’anni fa ha deciso di denunciare chi minacciava la mia impresa, una delle più importanti della Calabria. La ‘ndrangheta mi voleva imporre assunzioni e mi chiedeva una percentuale sui miei lavori. Ho vissuto 13 anni in località segreta, non ho più la mia impresa e ho chiesto un grandissimo sacrificio alla mia famiglia. Ho denunciato per essere libero, ma adesso chiedo allo stato il perché di questa decisione e non ottengo risposte”.
Durante la seduta sono intervenuti anche il testimone di giustizia Mauro Esposito, e il consulente della commissione nazionale Antimafia, Davide Mattiello.
Hanno chiesto approfondimenti i consiglieri Gianluca Gavazza (Lega), Domenico Rossi e Diego Sarno (Pd), Sarah Disabato (M5s), Francesca Frediani (M4o), Mario Giaccone (Monviso) e Silvana Accossato (Luv).
Il legale di Masciari ha risposto alle sollecitazioni spiegando che “il ruolo politico di ciascun consigliere è importante per arrivare a chiarire questa vicenda. Penso inoltre che il nostro paese abbia bisogno di una norma organica per i testimoni di giustizia, possiamo studiare insieme una proposta di legge”.

fmalagnino

Rubano vestiti nel centro commerciale. Arrestati

La Polizia di Stato ha tratto in arresto per tentato furto aggravato in concorso due cittadini italiani di 19 e 21 anni.

I fatti sono avvenuti dopo che il ventunenne, prelevati alcuni capi di abbigliamento maschili dal reparto uomo, si recava al piano dedicato al reparto femminile, dove veniva visto da personale della vigilanza interna consegnare gli stessi ad una ragazza.

A questo punto, mentre la diciannovenne faceva accesso ai camerini di prova, il giovane si è posizionato all’esterno, come a fare da palo, guardandosi attorno. Poco dopo, la ragazza è uscita dal camerino con una borsa capiente al seguito, dirigendosi insieme al complice verso l’uscita. Sul pavimento del camerino, diverse etichette tagliate: cosa che, pur consentendo alla coppia di superare le barriera antitaccheggio, non ha garantito loro la fuga. Infatti, venivano fermati subito dopo l’uscita dell’esercizio commerciale per un controllo di quanto presente nella loro borsa.

Nel corso della perquisizione, gli agenti hanno rinvenuto, oltre a sei capi oggetto del tentativo di furto, del valore di circa 530 euro, anche una tronchesina e un dispositivo verosimilmente usato per danneggiare le placche antitaccheggio.

Alla luce dei fatti, gli agenti del Commissariato di P.S. Centro hanno tratto in arresto i due.

Minacciano studente con bottiglia rotta e gli rubano soldi e orologio

Venerdì scorso, la Polizia di Stato ha tratto in arresto tre giovani di origine maghrebina indiziati del reato di rapina impropria aggravata in concorso.

L’intervento nasce a seguito della segnalazione al 112 NUE relativa alla rapina, in Corso Vittorio Emanuele II, ai danni di uno studente universitario che, mentre stava camminando su via Cesana attorno alle 20 di venerdì sera, è stato prima avvicinato da un giovane con una scusa e successivamente accerchiato da altri due soggetti. A questo punto uno dei tre, dopo aver spaccato una bottiglia di vetro contro un cassonetto e averlo minacciato con la stessa, gli avrebbe sottratto i soldi, un orologio, delle cuffie ed il cellulare. Il trio si sarebbe poi allontanato su via Revello.

La vittima veniva aiutato da un passante a contattare le forze dell’ordine e sul posto convergeva immediatamente personale della sezione Falchi della Squadra Mobile che, coadiuvati dalle pattuglie in servizio di Volante del Commissariato di P.S. San Donato, si sono messi immediatamente alla ricerca dei tre soggetti. Questi, di età compresa fra i 23 e i 28 anni, sono stati rintracciati in via Dante Di Nanni mentre ceravano di fuggire. Durante il controllo i poliziotti hanno rinvenuto lo smartphone, delle cuffie auricolari, l’orologio e la somma di 75 euro in contanti precedentemente asportati, riconsegnandoli al proprietario.

Rifiuti pericolosi: elettrodomestici esausti, denunciati padre e figlio

 SMALTIMENTO ABUSIVO DI RIFIUTI PERICOLOSI. SEQUESTRATA UN’AREA 

Era il mese di luglio scorso, quando un uomo di nazionalità marocchina, a seguito di un’indagine iniziata nel mese di maggio dal Comando Territoriale VII della Polizia Locale, era stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per ‘attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

Al termine dell’operazione gli agenti avevano posto sotto sequestro un’area a cielo aperto in viale Falchera, recintata con delle lamiere metalliche e utilizzata dallo stesso soggetto come deposito per i rottami di elettrodomestici e di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). L’attività di smontaggio delle componenti veniva svolta in un negozio di corso Regina Margherita, anch’esso posto sotto sequestro insieme a due box e un furgone.

E’ stato proprio il monitoraggio delle aree sottoposte a sequestro, nonché i successivi accertamenti sugli spostamenti del soggetto, a far emergere la reiterazione dell’attività illecita da parte dello stesso uomo e a condurre gli agenti della Polizia Locale all’individuazione di una nuova area di deposito rifiuti a cielo aperto, nel Comune di Caselle.

Ieri mattina, i ‘civich’ di Torino, in azione congiunta con gli omologhi di Caselle, hanno sorpreso l’uomo, unitamente al figli ventiduenne, intento a scaricare elettrodomestici esausti dal proprio furgone direttamente sul terreno recintato con una rete da cantiere.

Oltre a denunciare nuovamente l’uomo per la reiterazione del reato commesso nel mese di luglio e il figlio per concorso con il padre, gli agenti dei due Comandi di Polizia Locale hanno posto sotto sequestro il furgone e l’area di 280 metri quadrati comprensiva dei rifiuti stoccati, tra cui 53 frigoriferi con serpentina, 66 altre serpentine sparse sul terreno, 1 televisore, 2 cucine a gas e 87 pezzi di plastica vari, derivanti dallo smontaggio di altri frigoriferi.

Il 10eLotto regala 50 mila euro a Venaria Reale

Doppio colpo a Napoli per il Lotto

E’ stata effettuata martedì 15 novembre, l’estrazione dei numeri del Lotto e del 10eLotto. Come riporta l’agenzia Agimeg, il 10eLotto segna la vincita più alta con ben 50.000 euro a Venaria Reale
(Torino) con nove numeri indovinati su dieci giocati e una giocata di 3 euro. Da segnalare anche i 15.000 euro a testa a due giocatori di Gioia del Colle (Bari) e San Vito dei Normanni (Brindisi): il primo indovina 7 numeri su 7 con una giocata da 4 euro, il secondo otto su otto con 4,50 euro.

La vincita più consistente al Lotto è stata invece di 22.500 euro a San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli indovinando tre numeri (8, 15 e 27) sulla ruota di Napoli. Il territorio partenopeo si conferma
fortunato con anche la seconda vincita più alta della giornata, a Napoli città per 12.675 euro grazie ai numeri 1, 11, 31 e 68 usciti sulla ruota di Venezia. lb/AGIMEG