CRONACA- Pagina 69

Torna la campagna “Maturità al sicuro” della Polizia di Stato e di Skuola.net

Torna la campagna “Maturità al sicuro” della Polizia di Stato e di Skuola.net per contrastare le fake news sull’esame di Stato e informare correttamente gli studenti. Quasi 1 maturando su 4 pensa di poter tenere con sé lo smartphone durante le prove, circa 1 su 5 che può usare uno smartwatch. E qualcuno ancora cade nel tranello delle tracce reperibili online e rischia di passare la vigilia in bianco per trovarle…

Passano gli anni ma, per gli studenti che si apprestano a sostenere la Maturità, il rischio di cadere in una delle tradizionali fake news sulle regole d’esame rimane altissimo. Quanto basta per alzare il livello di attenzione su possibili “bufale” legate alle regole di base che governano l’Esame di Stato. Cosa che puntualmente fa la Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica con “Maturità al sicuro”, la campagna di sensibilizzazione svolta assieme al portale specializzato Skuola.net, che per il diciassettesimo anno consecutivo si pone proprio l’obiettivo di “smontare” le principali notizie false sull’argomento.

Le nuove tecnologie in particolare, con il costante sviluppo di “aiuti” digitali, possono indurre in tentazione. Diventando un possibile amplificatore di errori di comportamento. Che, nelle peggiori delle ipotesi, possono addirittura portare all’esclusione dall’esame. Il rischio è concreto. Lo mostrano chiaramente le risposte date dai circa 1.000 maturandi raggiunti dal monitoraggio effettuato proprio da Skuola.net per la Polizia di Stato a circa una settimana dal via della Maturità 2024.

Quasi 1 studente su 4, ad esempio, è convinto che durante le prove scritte gli smartphone si possano tenere con sé in postazione. Quando, invece, devono essere consegnati al banco della commissione, come correttamente dimostra di sapere il 77% del campione interpellato. E se il 17% è consapevole che comunque i telefoni debbano rimanere rigorosamente spenti, il 6% pensa che si possano persino usare rischiando al massimo di essere richiamati o penalizzati in fase di correzione e non, come potrebbe avvenire, di vedere invalidato l’intero esame. La quota di coloro che potrebbero incappare in un uso scorretto dello smartphone all’esame, inoltre, aumenta del 20% rispetto all’anno precedente. Non proprio un buon viatico.

Qualcosa di simile avviene con un altro “sorvegliato speciale”: lo smartwatch. In questo caso è quasi 1 su 6 (il 17%) a pensare che l’orologio tech si possa indossare e usare tranquillamente al polso durante le prove scritte, basta che non sia connesso a Internet. Mentre il 4% è convinto che si possa usare senza alcuna limitazione anche per accedere alla Rete. Se già la prima è una credenza errata, figuriamoci la seconda, che è di fatto una pratica assolutamente vietata. Visto che l’utilizzo dello smartwatch – di qualsiasi tipologia – è inibito tanto quanto quello del telefonino, eppure complessivamente 1 su 5 è convinto del contrario.

La funzione di “Maturità al sicuro”, però, non è solo quella di informare su possibili ipotesi di infrazioni connesse alla Maturità ma anche di ricordare alcuni aspetti fondamentali del regolamento d’esame il cui mancato rispetto potrebbe portare all’esclusione: dalla necessità di presentarsi con un documento di identità a quella di non introdurre altri fogli che non siano quelli forniti dalla commissione. Senza dimenticare le fake news vere e proprie.

Circa un quarto dei maturandi (26%) è infatti convinto che la Polizia possa controllare gli smartphone “da remoto” per capire chi eventualmente sta copiando; cosa non corrispondente al vero. E addirittura quasi la metà (46%) ritiene che, durante gli esami, i membri della commissione possano perquisire i candidati, alla ricerca di oggetti proibiti. Anche in questo caso, si tratta di informazioni non corrette che vanno sfatate, invitando comunque alla prudenza, visto che i commissari d’esame, se dovessero notare manovre illegali, hanno comunque il diritto di escludere i candidati colti in “flagranza di copiato”.

E poi c’è il grande, annoso, tema delle tracce d’esame. Specie di quelle dello scritto di Italiano. Perché sono ancora troppi gli studenti che pensano di trovare in anticipo gli spunti da sviluppare il giorno della prova, soprattutto online. Ad avere ben presente che online si possano trovare solo indiscrezioni, previsioni o, al massimo, degli esempi, è “solo” il 76% dei maturandi.

Il 24%, invece, crede che quantomeno gli argomenti vengano diffusi prima; il 4% pensa che con le giuste mosse si possano mettere le mani con qualche ora di vantaggio sulle tracce vere e proprie. E oltre 1 su 3 immagina che il Ministero possa cambiare le tracce anche all’ultimo minuto. Così non stupisce che circa 1 su 7 sia tentato, nell’immediata vigilia della Maturità, di presidiare fino a tarda notte piattaforme social e siti specializzati sperando nell’imbeccata vincente.

Ecco perché campagne come quella “antibufale” di Polizia di Stato e Skuola.net sono estremamente utili per diffondere messaggi corretti e sgomberare il campo da convinzioni fuorvianti.

L’esame di Maturità è un appuntamento molto importante per gli studenti e per questo è necessario mantenere la serenità necessaria per affrontarli. Le false notizie, invece, possono portare a sterili distrazioni, facendo calare la concentrazione che invece è necessaria per affrontare uno dei momenti più importanti del percorso scolastico.

Tutti messaggi, questi, racchiusi anche in uno short video costruito in linea con le tendenze social del momento, utilizzando quindi un linguaggio più vicino possibile a quello dei protagonisti dell’esame. Il contenuto, che vede come protagonista lo youtuber ufficiale Nikolais, verrà sulla piattaforma di Skuola.net e sui canali social Instagram, TikTok, Facebook, X della Polizia di Stato e del media per studenti.

Gli operatori del Commissariato di P.S. online anche quest’anno saranno perciò a disposizione dei ragazzi per rispondere a tutti i loro quesiti e dubbi sulle informazioni che circolano in Rete. Inoltre, un rappresentante della Polizia di Stato parteciperà alla tradizionale diretta di Skuola.net alla vigilia del primo giorno d’esami, per fare il proprio in bocca al lupo a tutti gli studenti protagonisti dell’Esame di Stato 2024.

Noto parrucchiere muore mentre gioca a calcio

Sconcerto e dolore per l’improvvisa morte a Pezzana nel Vercellese, di Gaspare Varsalona, 61 anni, noto parrucchiere di Vercelli, titolare del negozio in corso Prestinari. L’uomo si è accasciato mentre stava giocando una partita di calcio. I sanitari del 118, intervenuti immediatamente, non hanno potuto salvarlo.

In Comune mozione per i malati cronici non autosufficienti

Sostenere i malati cronici non autosufficienti

Nella seduta del 17 giugno 2024, il Consiglio Comunale di Torino ha approvato una mozione (primo firmatario: Pierino Crema (PD) – con 23 voti favorevoli e 2 astenuti – che chiede di salvaguardare il diritto alle cure sanitarie delle persone anziane malate croniche non autosufficienti.

Tra le varie richieste, il documento impegna sindaco e Giunta Comunale ad attivarsi affinché sia ritirata la Dgr 10-5445/2022 dalla Giunta regionale del Piemonte e siano abrogate le Dgr 14/2013 e 34/2016 finalizzate al piano di rientro concluso nel 2017, i cui criteri legati alla valutazione economica e ai limiti di durata del ricovero sono già stati superati dalla sentenza del Consiglio di Stato n°. 1858/2019, e siano recepiti nuovi provvedimenti nel rispetto delle norme vigenti.

Il provvedimento chiede anche alla Regione Piemonte di superare le criticità delle liste di attesa e il rispetto della legge regionale 10/2010, mai abrogata, che prevedeva una spesa anche del Ssnnella domiciliarità, e di coinvolgere anche l’Anci.

Viene inoltre proposta una campagna informativa rivolta alla cittadinanza, di concerto con le associazioni aderenti al Consiglio dei Seniores e con le Circoscrizioni cittadine, volta a fornire ai congiunti degli anziani malati non autosufficienti la conoscenza dei diritti vigenti in materia sanitaria e socio-sanitaria per garantire il diritto costituzionale alla tutela della salute ai propri cari e non dover sostenere oneri esosi e non previsti dalle leggi dello Stato.

La nostra Costituzione garantisce a tutte e tutti il diritto alla salute – ha dichiarato in aula il presentatore della mozione, Pierino Crema (PD) – ma ciò non vale per gli anziani cronici non autosufficienti nella nostra regione.

In Piemonte – ha spiegato – su 45 mila posti letto in Rsa, soltanto poco meno di 30 mila sonoconvenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale.

L’assessore al Welfare, Jacopo Rosatelli, ha ribadito la necessità che la programmazione della prossima agenda sanitaria regionale prenda in considerazione le tematiche affrontate dalla mozione, garantendo maggiori risorse per l’assistenza alle persone anziane.

Avvocato di strada Torino compie 10 anni

Lo sportello torinese di Avvocato di Strada compie dieci anni. L’associazione che offre assistenza legale gratuita ai senza dimora, nata a Bologna nel 2001, è arrivata a Torino nel 2014 e da allora sono stati tutelati i diritti di oltre 300 persone.

Dal diritto alla residenza alle cause di separazione e divorzio, dal recupero dei crediti da lavoro alla tutela di persone vittime di violenze e aggressioni sono diverse le tematiche affrontate dai legali e paralegali dell’associazione, unite però dalla volontà di dare dignità e voce agli ultimi, il tutto, gratuitamente.

«Siamo molto felici di essere riusciti a raggiungere questo importante traguardo – dichiara l’avvocato Elena Virano, coordinatrice dello sportello torinese- Quando si opera in un’associazione c’è sempre il rischio che l’individualità dei singoli prevalga sul gruppo. Nel nostro caso ciò non è successo ed è questa la forza del nostro sportello. Ogni volontario che ha fatto parte e che fa parte dell’associazione ci ha aiutati a crescere e migliorare e soprattutto ad aiutare concretamente tutti coloro che si sono rivolti a noi».

Al successo del progetto ha senza dubbio contribuito anche la fitta rete di associazioni, enti e istituzioni che in questi anni hanno ospitato i legali di Avvocato di Strada. Una rete con la quale ora è tempo di fare un bilancio che vada oltre i numeri, con cui confrontarsi su un tema, quello delle persone senza dimora, che accende sempre di più il dibattito tra i cittadini del capoluogo piemontese.

A dare il via al ciclo di incontri pensati per “tirare le somme” di questi primi dieci anni sarà l’avvocato Antonio Mumolo, presidente nazionale dell’associazione, che sarà a Torino venerdì 21 giugno alle 18.30 alla libreria Binaria – Centro Commensale del Gruppo Abele per presentare il libro Non esistono cause perse. Gli avvocati e la strada scritto a quattro mani con il giornalista Giuseppe Baldessarro.

La presentazione sarà un’occasione per conoscere l’associazione, la sua storia, le battaglie affrontate dentro e fuori dai tribunali, ma anche le tante storie di chi si rivolge agli avvocati di strada.

A dialogare con l’autore la giornalista e scrittrice torinese Rosanna Caraci.

L’incontro del 21 giugno sarà solo il primo evento per celebrare il traguardo dei dieci anni: nell’autunno, infatti, si terrà un convegno dedicato agli operatori e a tutti coloro che si occupano di senza dimora per porre le basi per affrontare le sfide del futuro.

L’associazione Avvocato di Strada: alcuni numeri.

Dal 2001 ad oggi i volontari di Avvocato di strada hanno tutelato oltre 40mila persone.​

Ad oggi l’associazione è presente in 60 città italiane con all’attivo 1334 avvocati e volontari. Nello sportello torinese operano 15 persone tra avvocati, studenti e volontari.

Nel 2023 sono state 2691 le persone assistite gratuitamente per un valore del lavoro legale messo gratuitamente a disposizione degli ultimi pari a 1,8 milioni di euro.

Il libro Non esistono cause perse. Gli avvocati e la strada. Edizioni Intra.

Gli invisibili protagonisti della povertà contemporanea e la straordinaria missione dell’Associazione Avvocato di Strada – Prefazione di S.E. Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente CEI.

La prima cosa che viene in mente quando si vede un ‘barbone’ dormire per strada è che si tratta di una causa persa. Lo pensiamo, anche se a volte non lo confessiamo nemmeno a noi stessi. Nel linguaggio comune e nell’immaginario collettivo la “causa persa” indica un problema impossibile da risolvere o una persona che non si rialzerà. Nel linguaggio giuridico vuole anche dire lottare contro i mulini a vento ovvero proporre una causa quando si sa che la sentenza sarà molto probabilmente negativa. Per noi non esistono persone che non si possono aiutare e non esistono giudizi che non si possono affrontare, anche in situazioni molto complicate, perché c’è sempre la possibilità di ottenere sentenze innovative. Così come è sempre possibile provare a costruire un mondo migliore, più giusto. Per noi non esistono cause perse.

Gli autori

Antonio Mumolo (1962) avvocato giuslavorista, vive a Bologna. Da sempre impegnato nella tutela delle persone più deboli, è socio fondatore della Associazione Bologna Kurdistan, è socio fondatore della Associazione Amici di Piazza Grande, è socio fondatore e Presidente della Associazione Avvocato di strada. Ha curato la redazione del libro “I diritti e la povertà”, una raccolta di casi giuridici relativi alle dolenti figure della povertà contemporanea, e del libro “I diritti dei minori”, raccolta di casi affrontati in favore dei minori figli di persone senza dimora.

Giuseppe Baldessarro (1967) giornalista professionista. Cronista di Repubblica, dal 2015 vive e lavora a Bologna, dove si occupa di cronaca giudiziaria e nera. È autore di libri d’inchiesta per i quali gli sono stati assegnati diversi riconoscimenti. Tra i più noti, i premi “Pippo Fava” (Catania, 2010), “Borsellino” (Roseto degli Abruzzi, 2011), “Agende Rosse”, “Matita rossa matita blu” (Fondazione Falcomatà, 2011 e 2016) e il terzo premio “Piersanti Mattarella” (2018).

Nuova vita per l’ex colonia della città di Torino a Loano: al via le proposte

/

Ex colonia di Loano, pubblicato l’avviso per la gestione del complesso immobiliare

La Città di Torino ha pubblicato un avviso di consultazione del mercato per poter individuare gli interventi necessari e le modalità di realizzazione più adeguate per riattivare il complesso immobiliare dell’ “ex colonia marittima” di Loano e valutare attività, funzioni e strategie economiche capaci di sostenere la rifunzionalizzazione dell’immobile e delle sue pertinenze nel tempo.

L’avviso è finalizzato esclusivamente ad acquisire delle informazioni utili alla pianificazione e alla preparazione della futura azione amministrativa per il riutilizzo della struttura di Loano.

Le ipotesi di gestione ricevute, serviranno ad orientare l’attività dell’Ente riguardo la fattibilità, nonché la convenienza e opportunità, di procedere alla valorizzazione dell’immobile di cui è proprietario, dando ad esso “nuova vita”, e indicare le possibili modalità di realizzazione a fronte del contesto attuale e dei possibili sviluppi nei confronti di diverse tipologie di destinatari, tra cui sono da ricomprendere bambine, bambini, ragazze, ragazzi e giovani che sono residenti o che fruiscono di servizi sociali e/o educativi nella Città di Torino.

Le soluzioni tecniche e gestionali dovranno, inoltre, guidare la Civica Amministrazione verso una scelta futura che abbia il carattere della sostenibilità sociale ed economica nel tempo e, quindi, garantire un costante equilibrio tra il soddisfacimento dell’interesse pubblico e il rispetto dei vincoli finanziari.

L’edificio della ex colonia marittima di Loano è uno dei gioielli del nostro patrimonio immobiliare oltre a rappresentare un importante pezzo di storia dei servizi educativi della nostra Città- sottolinea la Vicesindaca Michela Favaro. Decine di migliaia di torinesi sono passati da questa struttura in quasi 100 anni di soggiorni marittimi. I tempi attuali impongono nuovi modelli di gestione di questi spazi che soddisfino sostenibilità economica, utilità sociale, servizi educativi e ricreativi di qualità. Vogliamo tornare ad offrire ai nostri cittadini opportunità di soggiorno, formazione e crescita anche al mare”.

“La scelta di consultare il mercato sulla struttura di Loano – afferma l’assessora alle Politiche Educative Carlotta Salerno – mantenendo come caposaldo le attività per ragazze e ragazzi, conferma ancora una volta la volontà dell’Amministrazione di ampliare quanto più possibile il ventaglio di offerte educative e ludiche a giovani cittadine e cittadini e, di conseguenza, essere di supporto anche per le famiglie. Ci aspettiamo suggerimenti e proposte concrete con le quali rendere nuovamente l’ex colonia un autentico punto di riferimento per la nostra Città.”

Le proposte dovranno pervenire entro le ore 12 dell’8 lugliovia PEC a centri.cultura@cert.comune.torino.it indicando in oggetto “Istanza di partecipazione all’avviso di consultazione preliminare di mercato ex art. 77, comma 1, d.lgs. 36/2023 relativo all’immobile ex Colonia marittima “Città di Torino” in Loano”.

Il complesso è situato nella parte occidentale dell’abitato di Loano, al civico 446 della via Aurelia, è costituito da una palazzina indipendente elevata a 3 piani fuori terra e porzione di seminterrato, della superficie catastale di circa 2.300 metri quadrati. Ne costituiscono pertinenze due bassi fabbricati, l’uno adibito a servizio igienico, l’altro a deposito ed un villino indipendente utilizzato quale “palazzina di custodia”. Tali immobili insistono su un’area della superficie catastale di 3.980 metri quadrati, adibita, per la parte libera da costruzioni, parte ad area verde, parte a cortile. La palazzina principale, per lunghissimo tempo adibita a colonia ha ospitato il Laboratorio Didattico sull’Ambiente Mediterraneo della Città di Torino. L’edificio maggiore, che presenta una forma a L riflessa ospita un refettorio e relativi servizi, gli uffici, una sala giochi, la sala medica, l’infermeria e la portineria. Ai piani primo e secondo sono collocate le camere della ex colonia, con i relativi servizi ed un paio di sale giochi per piano. E’ inoltre presente, nel parco circostante, un villino di custodia a due piani fuori terra.

TORINO CLICK

Docufilm per la Giornata mondiale del Rifugiato

Il 20 giugno alle Raffinerie sociali il docufilm per la Giornata mondiale del Rifugiato

Sono oltre 114 milioni le persone in fuga da guerre, persecuzioni e violenze a livello globale, almeno una ogni 73, e il numero crescente di conflitti, la crisi climatica, l’insicurezza alimentare e la difficoltà ad accedere alle cure mediche spingono sempre più persone a lasciare le proprie case e cercare rifugio in altri Paesi: sono questi i dati dell’Unhcr che il 20 giugno celebra la Giornata mondiale del Rifugiato.

Anche Amnesty International Torino, insieme a Sos Méditerranée, Refugees Welcome, Si può fare, Renken, invita a riflettere su questo tema, proponendo una serata per confrontarsi.

Giovedì 20 giugno, alle 19,30 alle Raffinerie sociali di via Giuseppe Fagnano 30/2, a Torino, verrà proiettato il docufilm “Real People” di Olmo Parenti, prodotto da Athingby e Willmedia: mostra il salvataggio di 114 persone a bordo della Ocean Viking, la nave della ong Sos Méditerranée Italia e i dieci giorni di viaggio che seguono, le conversazioni dei migranti, le paure e le speranze nell’attesa di sbarcare in Europa.

E’ previsto un aperitivo a cura di Renken, a seguire il dibattito.

Ingresso libero, aperitivo a offerta libera

All’Ospedale Cottolengo il 19 giugno Open Day per la prevenzione delle malattie renali

Esami e visite gratuite per le donne

 

All’Ospedale Cottolengo di Torino (via Cottolengo 9) mercoledì 19 giugno 2024 si terrà l’Open Day per la prevenzione delle malattie renali.

 

In particolare lungo tutta la mattina saranno offerti esami delle urine gratuiti alle donne previa prenotazione all’indirizzo mail urp@ospedalecottolengo.it

 

Qualora l’esito dell’esame fosse fuori norma sarà possibile effettuare, nella stessa mattinata, una consulenza gratuita con il Nefrologo dell’Ospedale Cottolengo.

 

«Numerose malattie primitive del rene», sottolinea il nefrologo Dott. Marco Manganaro, consulente dell’Ospedale Cottolengo, «ma anche altre diffuse condizioni, quali il diabete, l’ipertensione arteriosa e l’uso protratto e senza controllo medico di farmaci potenzialmente nefrotossici, possono gradualmente compromettere le fondamentali funzioni renali. Queste patologie hanno spesso un decorso subdolo e senza sintomi; si rivelano, infatti, solo a danno renale ormai così avanzato da precludere il successo di terapie che risulterebbero invece efficaci se avviate più precocemente».

 

L’insufficienza renale, inoltre, «provoca anche un aumentato rischio di comparsa di eventi cardiovascolari sfavorevoli». Diventa dunque fondamentale il ruolo della prevenzione e della diagnosi precocedelle malattie renali.

 

«La prevenzione», evidenzia il nefrologo Dott. Manganaro, «si fonda su 8 semplici regole (riportate nell’immagine disponibile in allegato) a suo tempo individuate dalla Società Internazionale di Nefrologia (ISN) in collaborazione con la Federazione Internazionale delle Fondazioni del Rene (IFKF), e fatte proprie anche dalla Fondazione Italiana del Rene (FIR)».

«Utili e semplici ausili per una diagnosi precoce», conclude il Dott. Manganaro, «sono invece rappresentati dalla misurazione della pressione arteriosa e dall’esecuzione dell’esame delle urine per la ricerca di alterazioni quali soprattutto la presenza di albumina, di tracce di sangue, di globuli bianchi e di cilindri che possono caratterizzare l’esordio di molte nefropatie».

Inseguimento in autostrada: tenta di seminare la polizia ma la sua Dacia non è abbastanza potente

Nei giorni scorsi gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Vercelli hanno arrestato in flagranza di reato un quarantenne di nazionalità rumena, residente in provincia di Alessandria ma domiciliato a Vercelli, gravato da numerosi precedenti penali e di polizia, in quanto sorpreso in possesso di una notevole quantità di sostanza stupefacente del tipo hashish.

Nell’ambito della intensificazione dei servizi – disposta dal Questore di Vercelli – per fronteggiare il fenomeno della detenzione e spaccio di droga, con la conseguente diffusione delle sostanze soprattutto tra i giovani, gli agenti della Squadra Mobile, nel corso di un servizio effettuato nelle ore serali intercettavano una Dacia Logan che procedeva a velocità elevata sulla autostrada A26, in direzione Vercelli, destando quindi sospetto nel personale operante.

Nonostante le intimazioni di arrestare la marcia, il conducente tentava di sottrarsi al controllo, dando vita ad un breve inseguimento sull’arteria autostradale, subito interrotto non appena l’uomo si è accorto di non avere alcuna possibilità di far perdere le proprie tracce.

Raggiunto nel territorio del comune di Stroppiana, nel corso della identificazione, l’uomo appariva particolarmente agitato, motivo per cui l’autovettura veniva sottoposta a perquisizione, che si rivelava immediatamente fruttuosa.

All’interno della vettura, infatti, e precisamente tra i sedili della medesima, i poliziotti della Squadra Mobile rinvenivano una busta termica per alimenti, al cui interno erano occultati numerosi panetti di sostanza stupefacente di tipo hashish.

A quel punto l’uomo non poteva far altro che ammettere la propria responsabilità circa il possesso della sostanza.

Una volta in Questura gli agenti riscontravano che il cittadino rumeno stava trasportando ben 5 chili di hashish, suddivisi in 11 panetti, che avrebbe dovuto consegnare ad un altro soggetto allo stato sconosciuto, per la cui identificazione la Questura sta lavorando sotto l’attenta direzione della locale Procura della Repubblica.

Gravissimo in ospedale è morto il motociclista di 21 anni

A 21 anni non ce l’ha fatta Lorenzo Corsico, di Borgaro Torinese, il giovane centauro è morto a seguito di un incidente stradale in strada Villaretto a Torino, avvenuto venerdi 14 giugno. Si erano violentemente scontrate una Honda Repsol condotta dal giovane e una Fiat 500L. Lorenzo era stato portato in condizioni gravissime al Giovanni Bosco di Torino.

Controllori Amiat per verificare che i rifiuti siano collocati al posto giusto

Il lettore Luigi Gagliano ci invia la foto che vedete è ci scrive: : Piazza Galimberti.  L’Amiat avvia un giro di vite contro  chi abbandona  rifiuti in modalità difformi alle normative. All’uopo sono stati assunti una decina di controllori ambientali con il compito di vigilare e ove possibile sanzionare chi abbandona rifiuti  sulle pubbliche strade e fuori dagli appositi contenitori. Oltre ad aver potenziato la rete di relecamere. Durante un controllo  hanno rinvenuto involucri di pacchi e bollette di utenze con relativi indirizzi riportati, abbandonate fuori dai cassanetti. Li hanno annotati  per le formalità d’ufficio e presumibilmente per sanzionare i trasgressori.