CRONACA- Pagina 68

Rapine nei negozi di Mirafiori, un arresto

Il 31 marzo , nel corso della serata, a Torino, in zona Borgo Dora, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Mirafiori hanno arrestato un quarantenne torinese ritenuto responsabile di rapine a mano armata effettuate a metà marzo a danno di esercizi commerciali della città. All’interessato, individuato e bloccato dai militari dell’Arma dopo un’indagine lampo, è stato notificato ed applicato un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Torino a seguito del quale è stato tradotto in carcere presso la casa circondariale “Lorusso e Cutugno”, in quanto gravemente indiziato dei reati di “rapina aggravata e tentata rapina”.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, l’uomo, già noto alle forze dell’ordine per numerosi precedenti, avrebbe commesso quantomeno due rapine – il 18 marzo u.s. ad un esercizio commerciale di via Buenos Aires e tre giorni dopo ad una farmacia nei pressi di Piazza Omero – ma ne avrebbe tentato una terza, ad una rosticceria nella stessa zona.
In tutte le circostanze contestate, l’interessato si sarebbe presentato dalle vittime armato di pistola. I riscontri investigativi hanno permesso di identificarlo compiutamente: in particolare, nel corso delle perquisizioni, gli investigatori dell’Arma hanno recuperato e sequestrato i capi di abbigliamento, calzature ed il casco, perfettamente compatibili con quelli indossati dal rapinatore e immortalati dalle telecamere di sorveglianza degli esercizi commerciali interessati.
A seguito dell’attività, il G.I.P. del Tribunale di Torino ha disposto il mantenimento dello stato di carcerazione del presunto rapinatore.

Falsi carabinieri tentano di derubare anziana: arrestati

I carabinieri hanno notato un’auto sospetta e l’hanno pedinata sotto un’abitazione di Biella. I due a bordo sono stati bloccati proprio mentre uno di loro stava per entrare nella casa  di un’anziana di 74 anni, che aveva appena raccolto denaro e i gioielli che aveva in casa, per oltre 10mila euro. La signora  era stata convinta di consegnare il tutto ai carabinieri (in realtà truffatori) , per evitare l’arresto del figlio: le avevano fatto credere che aveva investito una donna.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Rave a La Cassa, feriti tra agenti e partecipanti

Erano centinaia i ragazzi che nella zona industriale di La Cassa, la scorsa notte, in mezzo a capannoni abbandonati si sono dati appuntamento con musica techno a tutto volume. Poi nel pomeriggio, le forze dell’ordine hanno cercato di sgomberare la zona occupata illegalmente. Si sono registrati scontri con feriti,  almeno 14,  tra gli agenti e tra i partecipanti al rave.

Alle Molinette trapianto di fegato con tecnica innovativa salva ragazza

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Nei giorni scorsi, presso la Città della Salute e della Scienza di Torino ospedale Molinette, è stato eseguito un trapianto di fegato davvero eccezionale: una ragazza di 21 anni è stata salvata grazie ad una tecnica totalmente extra-anatomica mai utilizzata prima, in cui il nuovo fegato è stato collegato al corpo in modo completamente diverso dal solito. Infatti, i tre “canali” principali a cui normalmente viene unito il fegato – vena porta, arteria epatica e via biliare – non erano più utilizzabili.
La ragazza, grande fan di Jovanotti in questi giorni in concerto a Torino, era nata con una grave malformazione chiamata atresia delle vie biliari. A meno di sei mesi era già stata operata per un primo trapianto di fegato, avvenuto sempre alle Molinette nel Centro Trapianti di fegato, allora diretto dal professor Mauro Salizzoni. Dopo un buon inizio, si era però verificata una complicazione: un blocco della vena porta. Un tentativo di correggere il problema chirurgicamente all’età di un anno non aveva avuto successo, ma fortunatamente il nuovo fegato aveva continuato a funzionare abbastanza bene da permetterle di crescere.
Purtroppo, durante l’adolescenza, la ragazza ha cominciato ad avere infezioni biliari ricorrenti al fegato trapiantato, che nel tempo hanno portato ad una forma di cirrosi, cioè ad un grave deterioramento dell’organo. Vista la doppia problematica – sia alla vena porta che alle vie biliari – era stata inserita in lista d’attesa per un secondo trapianto, all’interno del programma nazionale pediatrico gestito dal Centro Nazionale Trapianti (CNT) di Roma (diretto dal dottor Giuseppe Feltrin).
Negli ultimi mesi le sue condizioni sono peggiorate rapidamente. L’ittero ed una grave debolezza generale hanno spinto gli epatologi della Terapia Intensiva Epatologica, guidati dalla dottoressa Silvia Martini, a segnalare l’urgenza della situazione. Per fortuna, il CNT ha proposto un fegato compatibile, donato da un ragazzo deceduto per trauma in un’altra regione. La segnalazione è arrivata al Centro Regionale Trapianti del Piemonte-Valle d’Aosta (diretto dal dottor Federico Genzano), che l’ha poi inoltrata al professor Renato Romagnoli (Direttore del Dipartimento Trapianti della CDSS e del programma trapianto fegato adulto e pediatrico della Regione Piemonte).
Il dottor Davide Cussa, dell’équipe del professor Romagnoli, ha eseguito il prelievo del fegato. Intanto, nelle sale operatorie della CDSS, le équipes di chirurghi e anestesisti si preparavano ad un’operazione al limite dell’impossibile. Una volta rimosso il fegato malato, i medici non hanno trovato nessuno dei soliti punti dove attaccare il nuovo organo. Per far arrivare sangue al fegato hanno collegato direttamente l’aorta addominale della paziente all’arteria del nuovo organo. Per sostituire la funzione della vena porta è stata usata una tecnica chiamata “trasposizione cavo-portale”: la vena cava inferiore è stata tagliata e unita alla vena porta del fegato donato. Questa scelta è stata possibile grazie alla presenza di vie alternative che si erano formate nel tempo nel corpo della ragazza.
Il nuovo fegato ha iniziato a funzionare subito dopo il collegamento dei vasi sanguigni. Per completare l’intervento, la via biliare del fegato è stata collegata direttamente ad un tratto dell’intestino della paziente.
L’operazione, durata circa 14 ore, è stata condotta dal professor Renato Romagnoli con la sua équipe, insieme agli anestesisti dell’Anestesia e Rianimazione 2 (diretta dal dottor Maurizio Berardino) ed ai cardiochirurghi e tecnici perfusionisti della Cardiochirurgia del professor Mauro Rinaldi. In una fase delicata, è stato necessario usare per circa 80 minuti una macchina extra-corporea che sostituisse temporaneamente la circolazione del sangue.
Dopo cinque giorni in terapia intensiva presso la Rianimazione Centrale dell’ospedale Molinette, oggi la ragazza sta bene ed è in fase di recupero presso l’Area Semintensiva Chirurgica del professor Romagnoli.
“Una grande azienda ospedaliero-universitaria come la nostra Città della Salute e della Scienza di Torino si è nuovamente dimostrata capace – commenta il Commissario Thomas Schael – di gestire un caso gravato da complessità clinica e tecnica estreme, grazie alla dedizione, al coraggio ed alla collaborazione multidisciplinare tra specialisti così altamente qualificati, così come solo nella nostra Azienda è possibile trovare. E così come dovrà essere nel futuro Parco della Salute”.
“La Regione Piemonte si conferma all’avanguardia in campo nazionale ed internazionale nell’offerta e nell’applicazione delle più innovative modalità di cura, che in ambito trapiantologico si giovano sempre della generosità di chi si dichiara favorevole alla donazione degli organi” dichiara l’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte Federico Riboldi.
L’Addetto Stampa

Esercizio commerciale chiuso per spaccio di stupefacenti

E’ stata sospesa per 30 giorni, ai sensi dell’art. 100 TULPS, la licenza di un attività di commercio di alimenti e bevande presso un esercizio situato a Torino in zona Barriera Milano, con contestuale chiusura al pubblico.

Il provvedimento nasce a seguito di una complessa attività di indagine svolta dal Commissariato di P.S. Centro che aveva portato nel decorso mese di marzo, al deferimento della titolare dell’esercizio e all’arresto dei due avventori per i reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente in concorso e di ricettazione.

In tale occasione gli operatori avevano trovato una quantità significativa di sostanza stupefacente, oggetti utilizzati per il taglio e lo smistamento della stessa, una cifra pari a circa 8.000 euro in denaro, oltre a 12 telefoni cellulari e 1 computer Mac Book.

Successivamente, nel corso di un servizio di controllo straordinario del territorio finalizzato al contrasto dell’attività di spaccio, i poliziotti del Commissariato di P.S. Barriera Milano notavano uscire dal medesimo locale uno dei due soggetti arrestati nel precedente controllo che alla vista degli operatori tentava di disfarsi della sostanza stupefacente, svuotandola in una canna fumaria e provando in parte a deglutirla, ma bloccato dagli agenti lo trovavano in possesso di crack e di cocaina e della somma di 400 euro.

Considerato che l’esercizio veniva utilizzato come punto di ritrovo per coloro che vogliono acquistare o consumare della sostanza stupefacente, costituendo fonte di concreto e attuale pericolo per la sicurezza dei cittadini, dei consociati e degli avventori, con indubbi riflessi negativi sull’ordine pubblico, è stata, ai sensi dell’art. 100 del Testo Unico leggi Pubblica Sicurezza, la sospensione per 30 giorni dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande.

“Shisha bar”, sequestro di melassa per narghilè

A Torino, durante la scorsa settimana, nell’ambito dei controlli disposti da Comando Gruppo Tutela Salute Milano, i Carabinieri del N.A.S. di Torino, unitamente a personale dell’A.D.M. e ai militari delle Stazioni Carabinieri territorialmente competenti, Torino Monviso e Torino San Salvario, hanno eseguito diverse verifiche presso gli esercizi pubblici denominati “shisha bar”.
I militari del N.A.S. di Torino hanno sequestrato complessivamente Kg 1,230 di melassa per narghilè, poiché detenuta, priva di autorizzazione rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (A.D.M.) di Torino.
Due i titolari delle attività segnalati all’Autorità Amministrativa.

Rapina alle Poste: individuato uno degli autori

I Carabinieri  di Torino hanno individuato uno degli autori della rapina all’ufficio postale di Caselle, avvenuta lo scorso 16 gennaio. È un 44enne del luogo che è stato indagato a piede libero per rapina aggravata in concorso. Secondo la ricostruzione degli investigatori, sarebbe una delle due persone che sono entrate nelle Poste  a volto coperto e armate di pistola e coltello a serramanico. Bottino, meno di duemila euro.

Il termovalorizzatore del Gerbido ha aperto le porte all’ente nazionale Sordi

Il termovalorizzatore del Gerbido ha accolto una numerosa delegazione dell’ente Nazionale Sordi (ENS) di Torino, confermando la sua vocazione all’inclusività e all’apertura di tutti i tipi di pubblici.

La visita, resa possibile grazie al supporto di un interprete LIS, ha coinvolto oltre cinquanta partecipanti che hanno potuto seguire l’intero percorso, dalla presentazione introduttiva al sopralluogo negli spazi degli impianti in modo chiaro e partecipato. L’esperienza è stata arricchita da materiali visivi e infografiche che hanno facilitato la comprensione del processo di termovalorizzazione.

TRM si conferma così un punto di riferimento per la trasparenza e il dialogo con il territorio, offrendo visite su misura per scuole, enti, associazioni, con particolare attenzione però alle esigenze di ogni interlocutore. A testimoniarlo anche i numeri. Nel solo 2024 l’impianto ha infatti ospitato circa 2900 persone per visite didattiche a scuole di ogni ordine e grado, associazioni, professionisti, stakelholder territoriali.

 

Mara Martellotta

Dove sono gli scrutatori?

L’approssimarsi dei referendum del prossimo mese di giugno (e delle elezioni amministrative in alcuni Comuni) ripropone l’annoso problema delle defezioni di quanti vengano incaricati di svolgere la funzione di scrutatori (e Presidenti) nei seggi elettorali.

Vi sono appositi elenchi, nei quali ci si può iscrivere ma che vengono solitamente alimentati in autonomia dai Comuni, ai quali si attinge poi per formare gli equipaggi dei vari seggi.

Soprattutto negli ultimi anni si assiste al fenomeno dell’astensionismo (o dell’assenteismo, se preferite) mettendo così a rischio la formazione delle singole sezioni; malattie improvvise e assenze ingiustificate obbligano il Ministero dell’Interno a correre ai ripari reclutando in fretta i sostituti necessari, anche precettando dipendenti comunali.

Facciamo un passo indietro: negli anni 80, quando cominciai a votare, gli scrutatori erano designati dai vari partiti cosicché ogni partito, se non altro per vigilare che non venissero lesi i propri interessi, proponeva il numero necessario di componenti.

Successivamente vennero istituiti gli elenchi comunali, nei quali potevano iscriversi tutti i cittadini dai 18 anni in su.

Qualche anno fa, almeno a Torino, la precedenza nell’incarico di scrutatore venne data ai disoccupati pensando in tal modo, l’Amministrazione, di risolvere un minimo i problemi economici dei designati.

Fu l’inizio della fine: defezioni enormi, abbandoni durante le operazioni di voto misero in luce la difficoltà di coniugare senso civico, possibilità di guadagno e organizzazione di un diritto-dovere.

Vedremo quest’anno come andrà: certamente si nota, ogni giorno di più, la mancanza di senso civico e di voler partecipare, anche in un aspetto collaterale al voto, alla vita politica del Paese.

Vigilare sul corretto svolgimento del voto e, soprattutto, sullo spoglio delle schede significa garantire al Paese il rispetto della volontà degli elettori; io fin dal 1981 (appena diciottenne, in concomitanza col primo voto) ho sempre prestato servizio come scrutatore tranne durante il servizio militare, quando non mi chiamarono e con la riforma dei disoccupati descritta sopra. Ora si assiste ad una diserzione di massa, inspiegabile da qualsiasi parte la si guardi.

A chi presti servizio come scrutatore (o segretario) viene riconosciuto un compenso di 120 euro per 2 giornate di lavoro; nel caso si svolgano anche elezioni amministrative il compenso è notevolmente superiore. Se consideriamo, dunque, l’aspetto economico rinunciare a tale possibilità significa rinunciare a permettersi una cena per due, un week end da solo o un libro di testo universitario.

Se, guardando all’aspetto civico, pensiamo che è dovere di ognuno di noi garantire la democrazia, il regolare svolgimento delle elezioni, e svolgere incarichi amministrativi allora, a maggior ragione, non si comprende il perché di tale defezione di massa.

E’ vero che l’assenteismo ai seggi si osserva tanto tra gli elettori quanto fra i componenti dei seggi e, dunque, pare essere un fenomeno sociale ancora da studiare; di certo è che occorre arginare, se non sia possibile risolverlo, il fenomeno.

Perché continuiamo a usare schede cartacee e matite, anziché consultare un monitor e apporre una scelta digitale? Sarebbe sufficiente avere due sistemi separati, uno che verifichi se l’elettore ha titolo per votare e l’altro che raccolga il voto, non connessi tra di loro per evitare di abbinare l’elettore al suo voto, con sistemi che ormai qualsiasi azienda informatica può realizzare.

Così facendo si potrebbero unire due sezioni rendendo sufficienti 3-4 componenti, anziché 10, ed il problema sarebbe arginato.

Siamo sicuri di voler risolvere la questione? A chi non conviene?

Sergio Motta