CRONACA- Pagina 68

Gli studenti del Politecnico in mostra a Urban lab per immaginare la Torino del futuro

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Dodici mesi di lavoro, 52 luoghi, 14 atelier, 543 studenti coinvolti, 41 docenti e 46 tutor. Questi i numeri di “Scenario Torino”, la 2ª edizione della mostra realizzata da alcuni studenti del Politecnico su come immaginano il futuro di Torino e che sarà inaugurata alle 18 di oggi, presso la sede di Urban Lab e sotto i portici di piazza Palazzo di Città.

Ieri si è svolta un’anteprima riservata ai giornalisti che hanno potuto apprezzare il lavoro degli studenti dei corsi di Laurea Triennale, Laurea Magistrale in Architettura, Design, Pianificazione urbanistica e territoriale e Architettura del paesaggio del Politecnico di Torino. I futuri architetti si sono cimentati con esercizi progettuali su diverse aree urbane e tematiche di lavoro, a stretto contatto con l’Amministrazione comunale e in particolare con l’assessorato all’urbanistica della città di Torino. Gli esiti di questa stimolante mostra saranno visibili a tutti proprio da questo pomeriggio. Le fotografie sotto i portici della piazza illustrano i luoghi di progetto. Negli spazi di Urban Lab, invece, analisi, disegni e modelli mettono in mostra molteplici possibili destini per edifici, isolati e intere zone di una Torino che si immagina più sostenibile e accessibile.

La Città di Torino sta affrontando un momento di straordinario cambiamento: rilevanti investimenti pubblici e privati hanno avviato una nuova stagione di rigenerazione e ripensamento del territorio. Il numero delle trasformazioni urbane che si stanno avviando sul territorio comunale e le sfide attuali, mettono in luce la possibilità di ragionare in termini esplorativi intorno alla trasformazione di aree, edifici, brani di città. E il nuovo Piano regolatore presentato lo scorso 14 ottobre alla ESCP Business School ne è un esempio.

«Il lavoro che si fa con “Scenario Torino” – spiega l’assessore all’urbanistica Paolo Mazzoleni – è straordinario per noi e per gli studenti che si mettono all’opera su aree esistenti della città con progetti migliorativi che riqualificano interi quartieri. È un esercizio utilissimo per la città da cui poter prendere anche spunto ed è interessante capire come gli studenti immaginino la loro visione della città con modellini fisici e disegni tecnici. Un enorme mole di lavoro per gli studenti e i loro tutor e docenti del Politecnico che ringrazio».

L’iniziativa è stata curata dai docenti Caterina Barioglio, Nadia Caruso, Valerio Della Scala e Saskia Gribling, e ha coinvolto più di 14 insegnamenti di Ateneo.

Un’opportunità unica, che ha consentito da una parte ai ragazzi e alle ragazze di confrontare le proprie conoscenze teoriche con le sfide reali dell’urbanistica contemporanea, e dall’altra alla Città di Torino di beneficiare di una serie più variegata di immaginari ed esplorazioni meta-progettuali sul territorio e sulla sua trasformazione.

La mostra sarà visitabile fino all’8 novembre 2025 dal mercoledì al venerdì, dalle 14 alle 18 e il sabato dalle 12 alle 19.

All’inaugurazione sono previsti gli interventi di Paolo Mazzoleni, Assessore all’Urbanistica della Città di Torino, Andrea Bocco, Direttore del Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio-DIST del Politecnico di Torino, Michele Bonino, Direttore del Dipartimento di Architettura e Design-DAD del Politecnico di Torino e Piero Boccardo, Presidente di Urban Lab.

Soggetti coinvolti:

Assessorato all’Urbanistica della Città di Torino
Urban Lab
Dipartimento DAD (Architettura e Design) del Politecnico di Torino
Dipartimento DIST (Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio) del Politecnico di Torino.

TORINO CLICK

La pensione è poca, il furto è tanto

FRECCIATE

C’è un limite all’indecenza? Probabilmente no, almeno a giudicare da questa realtà che non risparmia neanche i più deboli. Un uomo di 54 anni, reduce da un ictus, viene derubato della sua carrozzella elettrica, come riporta la cronaca torinese di Repubblica: il suo strumento di autonomia, comprato a caro prezzo, tre volte la sua misera pensione. Il figlio urla, giustamente: “Non è un gioco”. E infatti non lo è. È la cruda realtà di un mondo dove la pietà sembra un optional, dove la miseria si mescola all’irrazionalità, e chi osserva resta impotente, sbalordito e disgustato di fronte a tanta crudeltà.

Iago Antonelli

Sequestrano un minore per debiti di droga

Nelle scorse ore, la Polizia di Stato ha arrestato a Torino un quarantenne italiano e un ventottenne cittadino rumeno, per sequestro di persona a scopo di estorsione in concorso.

L’attività ha avuto inizio dopo la segnalazione di un uomo per la scomparsa del nipote. Dopo due giorni, lo stesso viene contattato, sulla piattaforma Instagram, da un utente sconosciuto; all’altro capo, però, c’è il nipote scomparso, il quale dice allo zio di attenersi alle indicazioni che gli verranno riferite; a questo punto, nella conversazione subentra una terza persona che chiede all’uomo una somma di denaro per ripianare un debito contratto dal proprio nipote. Lo zio contatta quindi il numero di emergenza 112 NUE e, insieme a personale della Squadra Volanti della Questura di Torino, si reca presso il Parco Sempione, luogo concordato per l’incontro. Lì individua il nipote, tallonato da due uomini, i quali, accortisi della presenza del personale di Polizia, hanno tentato di allontanarsi ma sono stati bloccati dagli operatori, dislocati strategicamente sulle vie di fuga del parco.

Da una prima ricostruzione dei fatti, ancora al vaglio degli inquirenti, è emerso come il minore, per un debito di droga di 50 euro maturato due giorni prima e da estinguere, fosse stato trattenuto contro la sua volontà all’interno del Parco Sempione per due giorni, sotto minaccia di ripercussioni, sino all’intervento del personale della Polizia.

Gli arresti sono stato convalidati dall’Autorità Giudiziaria.

Schianto mortale: vittima un motociclista 24 enne

Aveva 24 anni il motociclista  in sella alla propria moto, una Aprilia 125, che proveniente da Montanaro è caduto sulla strada finendo sotto un furgoncino Fiat Ducato che viaggiava in direzione opposta. Il giovane è morto sul colpo. Sono intervenuti i sanitari del  118, l’elisoccorso,  i carabinieri di Chivasso  e i vigili del fuoco.

Auto in crisi, futuro incerto per l’economia: Torino rischia

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Il settore dell’automotive sta vivendo una fase di profonda trasformazione e incertezza, che a Torino e in Piemonte assume una valenza particolarmente delicata. L’area che per decenni è stata il cuore pulsante dell’industria automobilistica italiana, con la Fiat prima e poi con Stellantis, oggi affronta una crisi strutturale dovuta a una combinazione di fattori: la transizione verso l’elettrico, il rallentamento della domanda in Europa, la riorganizzazione delle strategie produttive globali e la perdita progressiva di occupazione.

Negli ultimi anni, la produzione automobilistica in Italia ha subito un calo costante, e il Piemonte ne è uno degli epicentri. I dati diffusi dai sindacati mostrano che Stellantis ha ridotto di diverse migliaia il numero di dipendenti nel Paese, con una parte consistente degli esuberi concentrata tra Torino e Mirafiori. Lo storico stabilimento torinese, simbolo del “miracolo industriale” del Novecento, è oggi al centro di un difficile processo di riconversione: la produzione della Fiat 500 elettrica, su cui si erano riposte molte speranze, non ha raggiunto i volumi attesi, e l’azienda ha dovuto fare ricorso a cassa integrazione e programmi di uscite volontarie per centinaia di lavoratori. Le linee produttive funzionano a ritmo ridotto e, in più occasioni, sono state sospese per mancanza di domanda.

Le cause di questa crisi sono molteplici. Da un lato, la transizione ecologica impone investimenti enormi per aggiornare impianti e competenze, mettendo in difficoltà i territori che per decenni hanno basato la loro forza su motori termici e componentistica tradizionale. Dall’altro, la concorrenza internazionale — in particolare dei produttori cinesi di veicoli elettrici a basso costo — sta erodendo quote di mercato, mentre l’Unione Europea si trova a dover bilanciare le politiche ambientali con la tutela della propria base industriale. A ciò si aggiunge la strategia di Stellantis, che tende a razionalizzare la produzione su scala europea, concentrando le catene di montaggio nei siti più competitivi e lasciando in secondo piano alcuni stabilimenti italiani.

Le ripercussioni per il Piemonte sono significative. Oltre agli effetti diretti sull’occupazione nelle fabbriche torinesi, si osservano difficoltà diffuse nella rete dei fornitori locali, composta da centinaia di piccole e medie imprese specializzate in componentistica meccanica, elettronica e servizi di supporto. Molte di queste aziende rischiano di non reggere l’urto della trasformazione se non riusciranno a riconvertire rapidamente le proprie produzioni. Tuttavia, la regione conserva un patrimonio di competenze tecnico-industriali e di ricerca di altissimo livello, sostenuto da poli universitari e centri di innovazione che potrebbero diventare un punto di forza nella filiera dell’elettrico, della mobilità sostenibile e delle tecnologie digitali applicate all’automotive.

Per evitare che la crisi si traduca in un declino irreversibile, occorre un impegno coordinato tra istituzioni, imprese e sistema formativo. Le priorità riguardano la riqualificazione dei lavoratori, il sostegno alla riconversione delle PMI, la creazione di infrastrutture per la produzione di batterie e componenti per veicoli elettrici, e una politica industriale capace di attrarre nuovi investimenti. Alcune iniziative in questa direzione sono già in corso, ma serviranno tempi rapidi e strategie condivise per restituire competitività a un comparto che ha costruito la storia economica e sociale del Piemonte.

La crisi dell’automotive torinese, insomma, non è solo la fine di un ciclo produttivo, ma il segnale di una transizione epocale. Se affrontata con visione e coraggio, potrebbe diventare l’occasione per ridisegnare il futuro industriale della regione, mantenendo viva una tradizione manifatturiera che ha dato al Paese alcuni dei suoi momenti più alti di innovazione e sviluppo.

RESTART, le opportunità per lo sviluppo delle PMI nel TLC e digitale

Riunite a Torino le eccellenze d’impresa e dell’innovazione nazionale
Grande successo, il 10 ottobre 2025, all’Hotel Hilton Turin Centre di Torino, per l’evento “Tech-Transfer: la leva delle TLC e del digitale per la svolta delle PMI”, iniziativa organizzata da Fondazione RESTART in collaborazione con ANFoV e Il Quadrato della Radio nel contesto del programma RESTART – “RESearch and innovation on future Telecommunications systems and networks, to make Italy more smart”. Finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del NextGenerationEU-PNRR, RESTART rappresenta il più importante programma di ricerca e sviluppo pubblico mai realizzato in Italia nel settore delle Telecomunicazioni.
Una giornata di approfondimento, articolata con un focus particolare sulla Missione 3 “Innovazione e Trasferimento Tecnologico” del programma RESTART, che ha mirato a facilitare l’innovazione creando consapevolezza delle nuove opportunità offerte da componenti e sistemi tecnologici innovativi nel settore delle telecomunicazioni.
L’evento, introdotto da Roberta Sabella – Responsabile della Missione 3 di RESTART – insieme ad Umberto De Julio – Presidente di ANFoV e Quadrato della Radio – e Marco Baldi – Responsabile Area Ricerche Economiche e Sociali di CNA -, ha riscosso grande interesse, con la presenza in sala di un ottantina di spettatori selezionati con cura tra CEO, professionisti dell’innovazione, esponenti del settore pubblico, rappresentanti di aziende piccole o medie e start up.
I lavori hanno visto, in apertura, l’intervento della Vice Sindaca di Torino, Michela Favaro e un messaggio che è stato inviato dell’Assessore regionale all’Innovazione e attività Produttive, Andrea Tronzano. Testimonianze che hanno sottolineato l’importanza di trasmettere alle Piccole e Medie Imprese il valore strategico delle telecomunicazioni e delle tecnologie digitali come motore di crescita e competitività, in un contesto economico e tecnologico in rapida evoluzione.
La giornata ha vissuto il susseguirsi degli interventi di esperti, casi di successo e workshop, con un focus particolare ad imprenditori e dirigenti di PMI interessati ad aggiornarsi e innovare, a startup nel settore digitale e delle telecomunicazioni, responsabili di R&D e innovazione, università, centri di ricerca ed enti tecnici e locali, con l’obiettivo di facilitare il trasferimento tecnologico, stimolando partnership pubblico-private e favorendo l’adozione di soluzioni innovative nelle PMI.
“RESTART rappresenta un’opportunità strategica per le PMI perché offre un contesto concreto nell’ambito del quale le stesse PMI possono attingere a competenze e tecnologie innovative” – ha sottolineato la Direttrice della Fondazione RESTART, Adele Del Bello, intervenendo per illustrare le prospettive offerte dal piano industriale post PNRR.
“Il processo di trasferimento tecnologico previsto da RESTART va oltre la semplice intermediazione tra domanda e offerta d’innovazione – ha aggiunto Roberto Sabella responsabile della Missione “Innovazione e Trasferimento tecnologico” –. Esso prevede infatti un’interazione attiva tra i proponenti delle innovazioni e i potenziali destinatari, facilitata da eventi dedicati come questo, con l’obiettivo di affinare le proposte e adattarle alle esigenze specifiche del mercato”.
Il Presidente di ANFoV e de Il Quadrato della Radio – Umberto De Julio – ha invitato a riflettere sull’importanza di migliorare la capacità d’innovare del nostro sistema produttivo, in un’industria, quella delle TLC “che oggi è in difficoltà e non solo in Italia. Si tratta – ha detto De Julio – di un settore fondamentale per la crescita del Paese. Il focus di oggi è sulle PMI. Storicamente esse sono l’ossatura della nostra industria ed oggi, nelle economie più avanzate, è proprio dalle piccole aziende, dalle start-up, che parte e si diffonde il processo d’innovazione. Questa giornata ha fornito contributi e proposte su come, anche nel nostro Paese, si possa alimentare e potenziare il trasferimento di idee, di brevetti, dal mondo dell’Università e della ricerca a quello delle imprese, per aiutarci a ridurre il gap d’innovazione che separa l’Italia e l’Europa dagli Stati Uniti e dalla Cina”.
In un momento in cui la trasformazione digitale e le infrastrutture di telecomunicazione sono sempre più centrali per la competitività aziendale e della nazione, l’evento di Torino è stato un’occasione unica per le PMI di acquisire conoscenze e strumenti operativi per beneficiare dei bandi attivi e dei programmi collegati all’innovazione e anche per aprire la via a collaborazioni con enti di ricerca e partner tecnologici toccando con mano casi reali di successo che ispirino le proprie strategie.
Marco Baldi, Responsabile Area Ricerche Economiche e Sociali di CNA, ha presentato una ricognizione dettagliata sul ruolo e la partecipazione delle PMI ai processi innovativi e sull’evoluzione dello scenario.
Fulcro del programma della mattinata sono stati gli interventi dei protagonisti della filiera dell’innovazione: hanno partecipato Daniele Munaretto, R&D and Innovation Manager di Hewlett Packard Enterprise; Nicola Ciulli, Co-founder e Responsabile R&I di Nextworks; Luciano Lucrezia,  Chief Operating Officer e Co-founder di Tiesse; Roberto Siagri, Amministratore Delegato di Rotonium; Alfredo Salvatore, Amministratore Delegato di Sensor ID e Francesco Brescia, Ventures Associate di Plug & Play, che hanno presentato casi di successo frutto del ruolo delle telecomunicazioni e delle tecnologie digitali come infrastrutture abilitanti per l’innovazione nelle imprese. La Direttrice della Fondazione RESTART, Adele Del Bello è, infine, intervenuta per illustrare le prospettive del piano industriale post PNRR.
La tavola rotonda moderata dalla giornalista ed esperta di innovazione Mila Fiordalisi ha permesso, inoltre, di far emergere i punti cruciali dell’evoluzione dell’ecosistema dell’innovazione in Italia – e a livello europeo/globale – soprattutto in relazione alla transizione digitale e tecnologica.
I due workshop pomeridiani, svolti in parallelo e coordinati da Gabriele Elia, Responsabile Standard & IPR di TIM e Roberto Siagri, Amministratore Delegato di Rotonium hanno rappresentato un’ulteriore occasione per approfondire le tematiche legate al trasferimento tecnologico, favorendo l’incontro tra domanda e offerta di tecnologie avanzate per la digitalizzazione, supportando le PMI nel superamento dei gap tecnologici e diffondendo la cultura del tech transfer come leva di crescita economica e competitiva.
Sul sito della Fondazione Restart (reperibile al seguente link https://fondazione-restart.it/it/2025/10/14/restart-grandi-opportunita-per-lo-sviluppo-delle-pmi-grazie-a-tlc-e-digitale/ ) saranno pubblicati i video degli interventi della mattinata di lavori, a disposizione gratuitamente per le PMI, i professionisti e tutti coloro che sono interessati e che non hanno potuto partecipare, oltre ad alcune brevi videointerviste realizzate ai protagonisti dell’evento.

Cibo sano, cura vicina: km zero in corsia

La Regione Piemonte lancia il progetto “Cibo sano, cura vicina: portiamo il km0 in corsia”, primo esempio nazionale di integrazione strutturale tra sistema sanitario e mondo agricolo. Promosso dagli assessori regionali all’Agricoltura Paolo Bongioanni e alla Sanità Federico Riboldi, il modello si propone di rivoluzionare le mense ospedaliere introducendo prodotti tipici piemontesi, garantendo pasti più sani, più buoni e più legati al territorio.
Saranno coinvolte le associazioni agricole – Coldiretti, Confagricoltura e CIA – e le organizzazioni cooperative del settore che avranno un ruolo centrale, perché gli agricoltori non saranno semplici fornitori, ma partner nella definizione delle forniture, assicurando stagionalità, tracciabilità e qualità delle materie prime. Le strutture tecniche delle aziende sanitarie regionali, invece, avranno il compito di integrare questi prodotti nei piani nutrizionali, trasformando il pasto ospedaliero in parte attiva del percorso di cura.
Un asse decisivo del progetto riguarda la qualità delle mense ospedaliere. L’introduzione di prodotti locali e tipici permette di elevare lo standard del cibo servito, migliora il gusto, aumenta il gradimento dei pazienti e, grazie alla filiera corta, si ottiene un contenimento dei costi. Riducendo i trasporti inutili si abbassa l’impatto ambientale: non ha senso movimentare alimenti da altri continenti quando il Piemonte dispone di eccellenze riconosciute e sicure. In sintesi, più salute, più territorio, più sostenibilità.
«Non è un’operazione di immagine, ma un cambio di paradigma – dichiarano Bongioanni e Riboldi – Con “Cibo sano, cura vicina” portiamo la filiera agricola dentro il sistema sanitario, restituendo dignità al pasto ospedaliero. Sanità e agricoltura tornano ad essere alleate strategiche, pilastri dell’identità piemontese».
A coordinare l’attuazione sarà una Cabina di Regia regionale con Regione, associazioni agricole, AMOS, ASR e Università. La fase pilota partirà nel 2025 nelle Aziende Ospedaliero – Universitarie di Alessandria, Novara e Città della Salute di Torino, per poi estendersi entro il 2030 a tutta la rete sanitaria regionale. Il progetto prevede anche campagne di educazione alimentare rivolte a pazienti, famiglie e personale sanitario, per diffondere una nuova cultura del cibo come parte della cura.
«Il Piemonte sarà la prima Regione dove il paziente riconosce il territorio anche a tavola, perché la cura comincia dal cibo» concludono Bongioanni e Riboldi.

Memoria e Accoglienza nella citroniera di Villa Lascaris

Nell’ambito della mostra fotografica multimediale “Memoria e Accoglienza-storie di mondi in cammino”, in corso a Villa Lascaris, a Pianezza, fino al 26 ottobre prossimo, lo spazio talk di domenica 19 ottobre, a partire dalle ore 16, nella citroniera ottocentesca, racconta le vicende degli italiani che emigrano e le nuove generazioni che rimangono. Nella prima parte dell’incontro vi saranno le testimonianze dirette di Meryem Lemaaoui, arrivata in Italia dal Marocco a 7 anni, studentessa di Giurisprudenza e attiva nella associazione ASAI, che racconta la vita di migliaia di ragazzi e ragazze che, pur studiando vivendo e studiando in Italia, non hanno ancora ottenuto la cittadinanza; Andrea Casacci, trentenne laureato in graphic design che, dopo esperienze professionali a Londra è tornato in Italia, è che racconterà la vita all’estero e le differenze tra due mondi: Londra e Torino. Insieme a Marco Fracon, direttore di Villa Lascaris, il talk sarà un’occasione per ascoltare veramente le nuove generazioni, spesso raccontate attraverso luoghi comuni. Nella seconda parte dell’incontro, condotta da Silvia Mercuriati, direttrice artistica di Progetto Zoran, il focus si sposterà sull’arte, con due interlocutori: Marco Monfredini, direttore artistico, regista e attore della Compagnia Anticamera Teatro, che parlerà di come far teatro nei luoghi in cui la guerra è realtà, condividendo l’esperienza di bordermindproject nei territori occupati palestinesi, da cui è nato il libro “Il teatro nei luoghi di conflitto”; Chiara Benetton, illustratrice, che racconterà la sua esperienza artistica a Bristol tra una lingua diversa, gli affetti lontani e le sfide quotidiane, che le hanno aperto gli occhi sul mondo.

“Memoria e Accoglienza – Storie di mondi in cammino” è inserito nel programma delmFestival dell’Accoglienza, promosso dalla Pastorale Migranti dell’Arcidiocesi di Torino e dall’Associazione Generazioni migranti, organizzato a Villa Lascaris insieme associazioni pianezzesi, Pianezza Protagonista e gli Amici dell’Arte. L’iniziativa si avvale del contributo della Pastorale Migranti, Associazione Generazione Migranti, Fondazione CRT, del Patrocinio della Città Metropolitana di Torino e del Comune di Pianezza, del sostegno di Turismo Torino e Provincia, oltre alla collaborazione di molte realtà legate al territorio, quali l’Associazione Nazionale Alpini, Gruppo di Pianezza, Club Alpino Italiano, Progetto Zoran, Unecon, UniTre di Alpignano, Caselette, Pianezza e il Progetto sociale Materiali di scARTo.

Appuntamento domenica 26 ottobre, alle ore 16, “Storie di esperienze e racconti”.

Accesso alla mostra e agli incontri è libero. Sarà gradito un contributo volontario a sostegnomdell’iniziativa.

Orari: venerdì e sabato 17-19 / domenica 15-19

Mara Martellotta

Al Congresso Forense omaggio ai carabinieri caduti

Si è aperto oggi al Teatro Regio il XXXVI Congresso Nazionale Forense (i lavori proseguiranno dalle 14.30 al Lingotto di Torino e fino al 18 ottobre) indetto dal CNF – Consiglio Nazionale Forense – dal titolo LAvvocato nel futuro. Pensare da Legale, agire in Digitale“.

Francesco Greco, presidente del CNF, ha preso la parola e ha chiesto alla platea un minuto di silenzio per ricordare i carabinieri caduti a Castel D’Azzano e ribadito la vicinanza dell’Avvocatura all’Arma dei Carabinieri e a tutte le forze di polizia che ogni giorno, mettendo anche a repentaglio la loro vita, proteggono i cittadini. Dopo l’Inno nazionale e l’Inno europeo, ha quindi letto il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

 

“Gli avvocati svolgono un ruolo di grande importanza nella promozione dei valori costituzionali, oltre che nello sviluppo del pensiero giuridico. Il tema scelto per il XXXVI Congresso Nazionale Forense testimonia l’ambizione e la consapevolezza del ruolo dell’Avvocatura nel promuovere la tutela dei diritti in una delicata fase di transizione, che include la sfida delle tecnoscienze. Per continuare a concorrere a garantire il rispetto dei diritti fondamentali e la corretta applicazione della legge, al servizio dei cittadini, la professione forense esige piena autonomia e responsabilità, con il rispetto da parte delle istituzioni e con l’osservanza di rigorose regole deontologiche. Il Congresso rappresenta un significativo appuntamento di confronto e di dibattito sulla funzione dell’Avvocatura in una realtà inedita in cui le innovazioni tecnologiche rischiano di porre in discussione la stessa centralità della decisione umana, anche nelle professioni intellettuali e nel sistema giustizia. Con l’auspicio che dal dibattito e dal confronto emergano riflessioni e proposte utili e stimolanti per l’intero Paese, formulo a tutti i presenti auguri di buon lavoro”.

Giulio Biino presidente della Fondazione Circolo dei Lettori

La giunta regionale nella riunione odierna, su proposta dell’assessore alla Cultura, Marina Chiarelli, ha designato Giulio Biino presidente della Fondazione Circolo dei Lettori. Come previsto dal bando, l’incarico avrà la durata di un anno con l’obiettivo di conseguire più strutturati rapporti con il Ministero della Cultura e dare così al Circolo dei lettori un maggiore rilievo a livello nazionale, di cui possa anche beneficiare il prossimo Salone internazionale del libro, con le conseguenti modifiche statutarie. 
La scelta di Biino avviene in continuità con il mandato precedente, per l’approfondita conoscenza tecnica e giuridica in materia di fondazioni e associazioni e una proficua pregressa esperienza acquisita sugli enti di diritto privato, in particolare nell’ambito delle fondazioni, quale è appunto il Circolo.