Questa mattina si è registrato un incidente stradale all’altezza dello svincolo della Statale 24, nel territorio di Collegno, sulla tangenziale nord.
Tre vetture — una Fiat Punto, una Volkswagen e una Ford — sono rimaste coinvolte in uno scontro nella corsia di sorpasso.
Sul luogo sono intervenuti i sanitari del 118. I conducenti della Punto e della Bora hanno riportato ferite e sono stati trasportati in ambulanza all’ospedale di Rivoli. Le loro condizioni, fortunatamente, non sarebbero gravi.
“NESSUNO SI AZZARDI A SPORCARE IL LORO VALORE”
“È un’emozione grandissima stare insieme agli oltre 100 mila alpini in congedo e in servizio, con fanfare, ed i gonfaloni delle sezioni. C’è un calore umano ed una semplicità che arriva dritta al cuore”, le parole del Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Davide Nicco, che ha partecipato alla sfilata degli Alpini a Biella, uno dei momenti più significativi della 96ª Adunata Nazionale.
“Basta guardare negli occhi questi uomini – continua Nicco – per sentire l’amore per ciò che rappresentano. Non vogliono mancare e si commuovono: perché essere Alpino è un’identità che non si spegne mai”.
“Hanno saputo essere – rimarca Nicco – esempio di coraggio, umanità, e solidarietà. Ed oggi sono presenza costante nei luoghi colpiti dalle emergenze, vicini ai sindaci, ai territori, alle istituzioni e soprattutto alle persone. Sono un punto fermo nei momenti di difficoltà”.
Non manca, però, da parte del Presidente, una presa di distanza forte nei confronti di chiunque tenta oggi di mettere in discussione il ruolo degli Alpini: “Nessuno si azzardi – afferma – a sporcare l’immagine degli Alpini, a sminuirne il ruolo cercando di appiccicargli legami politici ridicoli e fantasiosi o sostenendo tesi che rigettiamo con fermezza. È inaccettabile che non si voglia che vadano nelle scuole a raccontare cosa sono e cosa sono stati, come se fossero un simbolo da rimuovere. Noi invece vogliamo difenderli. Gli Alpini non sono veicolo di guerra, ma testimoni di valori sani, di umanità e pace”.
“Sono un nostro meraviglioso orgoglio, e continueremo a sostenerli e onorarli sempre. Il nostro è un legame forte”, conclude Nicco.
Su proposta dell’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano, la Giunta regionale ha approvato un nuovo stanziamento di oltre 14 milioni di euro a favore delle imprese artigiane piemontesi.
Le nuove risorse sono finalizzate a sostenere investimenti per lo sviluppo, l’ammodernamento e l’innovazione dei processi produttivi. In particolare, più di 12,6 milioni di euro saranno destinati a prestiti agevolati, mentre 1,4 milioni saranno erogati sotto forma di contributi a fondo perduto.
Attivata nel 2019, la misura ha già beneficiato di oltre 34 milioni di euro di fondi regionali. Con questo ulteriore finanziamento, la Regione rinnova e rafforza il proprio impegno a sostegno dell’artigianato locale, un comparto che si è distinto nel tempo per vitalità e capacità di adattamento.
Molto apprezzato dalle imprese del settore, questo strumento ha registrato una partecipazione elevata, tanto che le risorse disponibili per il 2024 sono state esaurite in meno di quattro mesi. Il nuovo stanziamento consentirà ora di riaprire i termini per la presentazione delle domande, offrendo a molte imprese precedentemente escluse la possibilità di rientrare in graduatoria o accedere a nuovi finanziamenti.
La gestione della misura resterà in capo a Finpiemonte, il soggetto operativo della Regione per l’erogazione degli incentivi alle imprese.
“Gli artigiani sono un’eccellenza del nostro Piemonte e con questo ulteriore intervento forniamo una risposta concreta alle esigenze di un settore che, nel quadro complesso dell’economia, continua a dimostrarsi dinamico – dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano – I nostri artigiani sono infatti caparbi e non smettono di investire, innovare e creare valore. Riapriremo lo sportello per consentire alle imprese artigiane di accedere a risorse fondamentali per rinnovare tecnologie, attrezzature e processi produttivi. È un’azione strategica che rafforza la competitività del nostro tessuto economico e conferma l’impegno della Regione nel sostenere chi lavora e genera occupazione nei nostri territori”.
Il nuovo pacchetto di fondi potrà essere utilizzato per l’acquisto di macchinari e attrezzature innovative, per l’ammodernamento delle linee produttive e per investimenti in sostenibilità e digitalizzazione.
L’intervento rientra nel quadro previsto dalle leggi regionali sull’artigianato (n.1/2009) e sulle attività produttive (n.34/2004). Finpiemonte renderà noti nei prossimi giorni i dettagli operativi, comprese le tempistiche per la riapertura dello sportello e le modalità di presentazione delle domande.
A Torino arriva un nuovo servizio che semplifica la mobilità urbana: da oggi è possibile accedere ai parcheggi Palagiustizia e Re Umberto utilizzando il dispositivo Telepass, grazie alla collaborazione tra Telepass e Gruppo Torinese Trasporti S.p.A. Un’innovazione che punta a rendere l’esperienza di sosta più comoda, rapida e digitale. Dimenticate biglietti, code alla cassa e pagamento in contanti: con Telepass, l’ingresso e l’uscita dai parcheggi avvengono automaticamente, come in autostrada. Basta identificare le corsie dedicate, segnalate con l’apposita segnaletica, attendere il segnale acustico e proseguire senza fermarsi. Entrambi i parcheggi torinesi sono dotati del sistema Wavepass, sviluppato da Telepass Innova. Si tratta di una tecnologia avanzata che sfrutta boe intelligenti per ottimizzare accesso, uscita e pagamento. La gestione si basa su una piattaforma cloud, che garantisce una maggiore sicurezza dei dati, il controllo remoto delle operazioni e un’assistenza più tempestiva e personalizzata per gli operatori, con benefici concreti anche per gli utenti. Il servizio è disponibile per tutti i clienti Telepass senza costi aggiuntivi: il costo della sosta viene automaticamente addebitato sul conto associato, secondo le condizioni previste dal contratto. Attraverso l’app Telepass è possibile accedere a una serie di funzionalità aggiuntive: consultare lo storico delle soste, scaricare le ricevute per la nota spese, e scoprire l’intero ecosistema di mobilità digitale dell’azienda, che va ben oltre il classico servizio di pedaggio.
Il parcheggio in struttura è solo una delle tante soluzioni offerte da Telepass. L’azienda mette a disposizione anche servizi come l’accesso all’Area C di Milano, l’imbarco diretto per lo Stretto di Messina, e il pagamento dei parcheggi in oltre 700 strutture distribuite tra Italia, Francia, Spagna e Portogallo. L’obiettivo è chiaro: semplificare la mobilità urbana grazie a un ecosistema digitale pensato per le esigenze quotidiane delle persone. Il servizio parcheggi è incluso in tutte le offerte Telepass. L’elenco completo delle strutture convenzionate è disponibile sul sito ufficiale e sull’app Telepass. |
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Kakuma nella lingua locale significa “no-where”, cioè nessun posto, un non-luogo. Si trova nel nord-ovest del Kenya, al confine con il Sudan, l’Uganda e l’Etiopia, nella regione dei Turkana. L’ambiente è semi-desertico: sabbia, cespugli spinosi, pochi alberi capaci di resistere alle temperature costanti sui 40 gradi, pietre, tanto vento e tanta polvere. Kakuma è una piccola cittadina e sarebbe un posto assolutamente sconosciuto, con poche capanne di pastori nomadi. Nel 1991 un gruppo di oltre 40.000 ragazzi scapparono dal Sudan in guerra e si rifugiarono in Kenya proprio in questa regione. Le Nazioni Unite aprirono quindi in questo luogo nel 1992 uno dei piu’ grandi campi profughi dell’Africa: attualmente ospita più di 350.000 persone, che provengono dal Sudan, dalla Somalia, Congo, Burundi, Ruanda, Etiopia, Eritrea, Uganda… Una città senza futuro dove vivere la speranza potrebbe sembrare un’utopia. Partirà da qui il racconto di Sorella Elisabetta Grobberio, classe 1972, originaria di Torino ed ora missionaria consacrata presso il Centro Contemplativo e Missionario Charles.de Foucauld, fondato da Padre Andrea Gasparino a Cuneo.
L’incontro si svolgerà Venerdì 16 maggio, alle ore 21.00 presso l’Opera della Misericordia a Torino, in via Assietta 9. Attraverso foto e filmati verrà presentata la realtà della vita in un campo profughi, grazie alla testimonianza di oltre vent’anni di missione di Elisabetta. Chi sono i profughi? Persone che avevano sempre avuto una vita normale. Troviamo contadini, pescatori, studenti, maestre, casalinghe, insegnanti delle medie e delle superiori, sarte, avvocati, disoccupati, falegnami, medici, infermieri, laboratoristi, mamme, papà, nonni e bambini… persone che conducevano una esistenza normale, ma ad un certo punto della vita è successo qualcosa di inaspettato e di violento che ha cambiato tutto e sono stati costretti a lasciare tutto e a scappare. La povertà più grande non è la mancanza di cibo o denaro, è la mancanza di libertà! La gente non può muoversi, non può sognare un futuro.
La ricchezza più grande del campo sono i bambini. La stragrande maggioranza del campo (si stima più del 60 %) è fatta di giovani sotto i 35 anni. Il motivo principale è che gli anziani non sono in grado di scappare in situazioni di pericolo o di fare lunghe marcie per lasciare il loro paese. I giovani sognano l’istruzione e sono felici di poter andare a scuola. Le elementari nel campo sono gratis. Le scuole di grado superiore invece sono a pagamento (ciò rende pressochè impossibile la frequenza). Nonostante tutto questo quadro Kakuma non è un luogo triste: la gente ha sviluppato una enorme capacità di resistenza: hanno imparato ad affrontare le difficoltà della vita senza farsi schiacciare e sanno sempre ripartire, ricominciare credendo di nuovo nelle possibilità che il futuro può offrire loro.
PARLA PATRIZIA ALESSI (CAPOGRUPPO FDI CIRCOSCRIZIONE 7)
Le immagini di questa mattina al Giardino Madre Teresa di Calcutta dai cittadini, in allegato, parlano da solo, le parole sono superflue!
Adesso BASTA!
Ieri sera gran festa anche con fuochi d’artificio, e stamattina era uno schifo. Gli operatori Amiat fanno miracoli ogni giorno, ma dopo poco tutto è come prima! chi opera nel Giardino MTC andrebbe premiato dalla Città.
I cittadini che transitano nel Giardino Madre Teresa di Calcutta e soprattutto i residenti nelle case con i balconi in affaccio sul giardino CONTINUANO VEDERE UN LUOGO DOVE TUTTO E’ CONSENTITO
I residenti sono sempre più spaventati e stanchi delle tante parole dell’Amministrazione della Città e fatti mai nessuno.
Per non parlare dei pusher che continuano imperterriti a vendere morte sotto 6 telecamere che dovevano monitorare e diminuire il problema, ma che in realtà servono solo se dovesse accadere un omicidio.
Insieme ai colleghi Domenico Giovannini e Francesco Caria , oltre a innumerevoli documenti nel Consiglio della Circoscrizione 7, abbiamo già scritto all’Assessore Comunale alla Sicurezza ma senza avere risposte concrete, se non che stanno monitorando. Ora aspetto un appuntamento col Prefetto perché la situazione di alcuni tratti di Aurora non è più accettabile.
Manca la volontà politica di intervenire con azioni concrete a 360°, senza questa si vanifica anche il lavoro delle Forze dell’Ordine
E dire che il Giardino MTC non è isolato e periferico, si trova davanti la sede della Circoscrizione 7 ed è a poche centinaia di metri dal Centro di Torino.
Il Presidente della Circoscrizione 7 durante una Commissione di tempo fa aveva detto sul Giardino MTC: << e’ uno dei pochi giardini dove hai davvero i bambini ma non 10 lì ne ha 50, 60, 70 con le mamme le nonne i papà i nonni le zie le tate ecc.ecc.ecc. , ogni tanto c’è anche la presenza di altro però a me piace sottolineare l’aspetto della presenza dei bambini dalle 17 in avanti che giocano a pallone a nascondiglio vanno in bici o sui pattini >>
Questa visione è fuori dalla realtà che vedono ogni giorno i cittadini, non è negando la realtà che si possono risolvere i problemi.
Ogni tanto vi sono cittadini che chiedono la chiusura di questo giardino senza però mai arrivare a una soluzione. Secondo me non è chiudendo un giardino che si risolvono le situazioni, ma “controllandolo” con volontà politica seria. Forse chiudendolo si può essere più tranquilli di notte, ma di giorno?
Ricordo anche, come sempre, che il 7 marzo scorso, dopo l’inaugurazione della riqualificazione, dove si sono spesi 500 mila euro, su FB, si leggevano i seguenti post, completamente fuori dalla realtà quotidiana, che cercano solo di nascondere le quotidiane situazioni inaccettabili:
LO RUSSO: Con la riqualificazione del giardino Madre Teresa di Calcutta restituiamo alle persone che vivono nel quartiere Aurora e a tutta la città un luogo più verde e vivibile. Un luogo che sarà un punto di incontro e favorirà l’aggregazione e la pratica sportiva all’aria aperta, grazie anche alla piastra sportiva e alla nuova area giochi, pensata per essere accogliente e inclusiva per tutte e tutti. L’inaugurazione di oggi è un segnale ulteriore della nostra volontà di puntare sulla zona di Aurora, e si inserisce pienamente in quella serie di progetti diffusi che stiamo mettendo in campo nelle nostre circoscrizioni in aree protagoniste di interventi particolarmente attenti anche ad aspetti di sostenibilità, inclusione e alle esigenze delle comunità e dei quartieri. #stefanolorussosindaco
DERI: Con la riqualificazione del giardino Madre Teresa di Calcutta restituiamo alle persone che vivono nel quartiere Aurora e a tutta la città un luogo più verde e vivibile. Dopo la rigenerazione dei giardini Michele Pellegrino e Alimonda un’altra area di Aurora è stata completamente recuperata. All’appello manca solo il giardino di via Saint Bon i cui lavori di riqualificazione partiranno tra poche settimane. Tutti gli interventi sono stati realizzati con fondi dell’Unione Europea.
Il genocidio armeno è uno degli eventi più tragici e significativi della storia del XX secolo. Si riferisce al massacro sistematico e alla deportazione di circa 1,5 milioni di armeni dall’Impero Ottomano durante la Prima Guerra Mondiale, tra il 1915 e il 1923. Questo genocidio è riconosciuto da molti paesi e dagli storici come uno dei primi genocidi del XX secolo, anche se la Turchia, erede dell’Impero Ottomano, ne nega ufficialmente la natura genocidaria. Le cause di questo orribile evento sono complesse e legate a tensioni etniche, politiche e religiose. Gli armeni, che erano una minoranza cristiana all’interno di un impero a maggioranza musulmana, erano spesso considerati come collaboratori degli eserciti nemici durante la guerra, anche se questa accusa è stata ampiamente contestata. Le autorità ottomane decisero di attuare una politica di sterminio e deportazione, che portò a massacri di massa, marce della morte e condizioni disumane nei campi di concentramento. Il riconoscimento del genocidio armeno è un tema ancora molto delicato e politico. Molti paesi e organizzazioni internazionali hanno riconosciuto ufficialmente questi eventi come genocidio, mentre la Turchia continua a negare questa definizione, sostenendo che si trattò di un conflitto civile e di perdite causate dalla guerra. Ricordare il genocidio armeno è importante non solo per onorare le vittime, ma anche per promuovere la consapevolezza e la prevenzione di simili atrocità in futuro. La memoria di questo evento ci invita a riflettere sui pericoli dell’odio, del razzismo e dell’intolleranza, affinché tragedie simili non si ripetano mai più. Ai nostri microfoni il presidente dell’Unione Armeni d’Italia Baykar Sivazliyan accademico, scrittore e attivista armeno-italiano, noto per il suo impegno nella preservazione della memoria storica armena e nella promozione della cultura armena in Italia.
FRANCESCO VALENTE
Guarda il video:
I carabinieri stavano cercando droga e hanno trovato delle armi. Si tratta di tre fucili da caccia rubati nei giorni scorsi ad Alessandria, che sono stati scoperti dai carabinieri nei dintorni di Capriata d’Orba. Le armi erano chiuse in una cassaforte lasciata nel bel mezzo di un bosco.