CRONACA- Pagina 60

Rivoli Medaglia d’Oro al Merito Civile, arriva Mattarella

Cerimonia ufficiale con il Presidente della Repubblica il 16 maggio 2025

 

Il Comune di Rivoli è orgoglioso di annunciare che, con Decreto del Presidente della Repubblica in data 13 settembre 2024, è stata conferita alla città la Medaglia d’Oro al Merito Civile, massimo riconoscimento per il sacrificio, il coraggio e la straordinaria dignità dimostrati dalla popolazione durante i drammatici eventi della Seconda Guerra Mondiale.

Il conferimento della medaglia rappresenta un tributo solenne a tutte le cittadine e i cittadini rivolesi che, tra il 1943 e il 1945, si opposero con determinazione all’occupazione nazifascista, contribuendo con atti di eroismo e resistenza alla costruzione di un’Italia libera e democratica.
Venerdì 16 maggio 2025, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegnerà ufficialmente la Medaglia al Sindaco di Rivoli Alessandro Errigo in Prefettura, nel corso di una cerimonia a porte chiuse, alla presenza di un numero ristretto di rappresentanti istituzionali.

 

La celebrazione pubblica si terrà invece la sera stessa, alle ore 21.00 in Piazza Martiri della Libertà a Rivoli, alla presenza della Vicepresidente del Senato Anna Rossomando, delle massime autorità civili e militari e di numerosi rappresentanti delle istituzioni locali, regionali e nazionali.
Durante la cerimonia saranno ricordati i “primi cittadini della Città di Rivoli” dal Dopoguerra a oggi, insigniti del titolo di Sentinelle della Repubblica, e verrà consegnato un riconoscimento speciale ad Anna Losano, protagonista della fiction Fuochi d’artificio.
Il Sindaco Alessandro Errigo ha dichiarato: “Questa onorificenza ci onora profondamente. È il simbolo della memoria viva di una comunità che ha saputo resistere, lottare e ricostruire. Una medaglia che appartiene a tutti i cittadini di Rivoli, passati e presenti.”
Anche il Presidente del Consiglio Comunale Paolo De Francia ha espresso grande soddisfazione: “Rivoli ha avuto un ruolo centrale nella storia della Resistenza e questo riconoscimento lo sottolinea. È un momento storico che ci richiama all’impegno, alla coesione e alla memoria.”
La serata sarà accompagnata da un momento musicale a cura del Musicalcenter Suzuki Talent Education, MusicaAvanguardia e dell’Istituto Musicale Giorgio Balmas di Rivoli.
Un evento di straordinario valore civile e simbolico, che consegna alla storia l’impegno e il coraggio della comunità di Rivoli.

Tre auto si scontrano in tangenziale, due feriti

Questa mattina si è registrato un incidente stradale all’altezza dello svincolo della Statale 24, nel territorio di Collegno, sulla tangenziale nord.

Tre vetture — una Fiat Punto, una Volkswagen e una Ford — sono rimaste coinvolte in uno scontro  nella corsia di sorpasso.

Sul luogo sono  intervenuti i sanitari del 118. I conducenti della Punto e della Bora hanno riportato ferite e sono stati trasportati in ambulanza all’ospedale di Rivoli. Le loro condizioni, fortunatamente, non sarebbero gravi.

Penne nere a Biella e Piume al vento a Marsala: l’Italia migliore

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni
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Penne nere e bianche al Nord, piume al vento al Sud: l’Italia ai due estremi della Penisola si ritrova in un tripudio di tricolori. Credo che sia un caso unico nella storia delle adunate delle associazioni combattentistiche e d’arma: gli alpini si ritrovano a Biella per la loro adunata nazionale, mentre negli stessi giorni i bersaglieri sfilano di corsa a Marsala per la loro adunata.  Una coincidenza  che ha  però danneggiato mediaticamente i due eventi. Ho seguito su Internet ambedue nella loro fase finale. Debbo dire che appare difficile oggi in clima  paventato di guerra evocare pagine di storia intessute di guerra. Anche gli stessi media hanno subito colto la palla al balzo per avventarsi contro gli alpini per un episodietto insignificante come fecero anche in passato. Mi è sembrato quasi incredibile vedere osannata sui social la partecipazione di Barbero alla adunata alpina di Biella, anche se mi aveva ancora di più  sorpreso l’orgoglio alpino di Lapo Elkann. Barbero irride alla storia d’Italia pur di compiacere il conformismo semplificatorio televisivo e non. Sapere che Lapo è stato alpino a Cuneo stupisce, generando  in verità una certa confusione.
Dare un segno di amor di Patria è oggi cosa difficile. Così anche i commentatori delle sfilate hanno evitato richiami alle battaglie che segnano la storia dei reggimenti. Gli stessi striscioni evocavano messaggi solidali ben più facilmente “digeribili”. Ho partecipato di persona a tante adunate che si sono tenute a Torino e ad Asti sempre sulla tribuna d’onore come studioso che si è occupato di storia militare e ho sempre colto un clima diverso in cui il patriottismo era il valore preminente. Il solo ricordare il sacrificio degli alpini in Russia che si immolarono per consentire il ripiegamento dei soldati sopravvissuti all’immane sconfitta , è oggi divisivo. Migliore il clima bersaglieresco a Marsala dove si rievocava lo sbarco di Garibaldi in Sicilia nel 1860. C’è da sperare che nessuno in loco abbia evocato Bronte che venne considerato erroneamente – con un giudizio infondato che fu dissolto da Rosario Romeo –  una macchia grave della spedizione garibaldina e di Bixio in particolare. Tra gli alpini ho sentito citare solo Battisti e Filzi, mentre gli eroismi alpini dal generale Battisti prigioniero  in Russia al maggiore Mauri nella guerra di Liberazione sono tantissimi.
Va invece evidenziato l’alto numero di partecipanti alle adunate. Si tratta di gente che va a proprie spese per la gioia di stare insieme ma anche per respirare una certa idea d’Italia che ama e che non trova più altrove. Nelle musiche  delle fanfare alpine e di quelle dei bersaglieri vive la storia dell’Italia migliore, quella che dal Risorgimento in poi ha rappresentato il sacrificio per valori patriottici considerati oggi da molti dei disvalori. In quell’Italia alpina e bersaglieresca ci sono tuttavia molti che si ritrovano idealmente, provando orgoglio nazionale e brividi di commozione per il tricolore e la “Leggenda del Piave”.  E’ l’Italia migliore, alternativa anche moralmente a chi ricorre alla violenza  e al vandalismo nei cortei per affermare sedicenti idee di pace e odio antisemita.

Alpini, Nicco: “Un forte legame ci unisce”

“NESSUNO SI AZZARDI A SPORCARE IL LORO VALORE”
“È un’emozione grandissima stare insieme agli oltre 100 mila alpini in congedo e in servizio, con fanfare, ed i gonfaloni delle sezioni. C’è un calore umano ed una semplicità che arriva dritta al cuore”, le parole del Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Davide Nicco, che ha partecipato  alla sfilata degli Alpini a Biella, uno dei momenti più significativi della 96ª Adunata Nazionale.

“Basta guardare negli occhi questi uomini – continua Nicco – per sentire l’amore per ciò che rappresentano. Non vogliono mancare e si commuovono: perché essere Alpino è un’identità che non si spegne mai”.

“Hanno saputo essere – rimarca Nicco – esempio di coraggio, umanità, e solidarietà. Ed oggi sono presenza costante nei luoghi colpiti dalle emergenze, vicini ai sindaci, ai territori, alle istituzioni e soprattutto alle persone. Sono un punto fermo nei momenti di difficoltà”.

Non manca, però, da parte del Presidente, una presa di distanza forte nei confronti di chiunque tenta oggi di mettere in discussione il ruolo degli Alpini: “Nessuno si azzardi – afferma – a sporcare l’immagine degli Alpini, a sminuirne il ruolo cercando di appiccicargli legami politici ridicoli e fantasiosi o sostenendo tesi che rigettiamo con fermezza. È inaccettabile che non si voglia che vadano nelle scuole a raccontare cosa sono e cosa sono stati, come se fossero un simbolo da rimuovere. Noi invece vogliamo difenderli. Gli Alpini non sono veicolo di guerra, ma testimoni di valori sani, di umanità e pace”.
“Sono un nostro meraviglioso orgoglio, e continueremo a sostenerli e onorarli sempre. Il nostro è un legame forte”, conclude Nicco.

Uno sportello per rilanciare le imprese artigiane del Piemonte

Su proposta dell’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano, la Giunta regionale ha approvato un nuovo stanziamento di oltre 14 milioni di euro a favore delle imprese artigiane piemontesi.

Le nuove risorse sono finalizzate a sostenere investimenti per lo sviluppo, l’ammodernamento e l’innovazione dei processi produttivi. In particolare, più di 12,6 milioni di euro saranno destinati a prestiti agevolati, mentre 1,4 milioni saranno erogati sotto forma di contributi a fondo perduto.

Attivata nel 2019, la misura ha già beneficiato di oltre 34 milioni di euro di fondi regionali. Con questo ulteriore finanziamento, la Regione rinnova e rafforza il proprio impegno a sostegno dell’artigianato locale, un comparto che si è distinto nel tempo per vitalità e capacità di adattamento.

Molto apprezzato dalle imprese del settore, questo strumento ha registrato una partecipazione elevata, tanto che le risorse disponibili per il 2024 sono state esaurite in meno di quattro mesi. Il nuovo stanziamento consentirà ora di riaprire i termini per la presentazione delle domande, offrendo a molte imprese precedentemente escluse la possibilità di rientrare in graduatoria o accedere a nuovi finanziamenti.

La gestione della misura resterà in capo a Finpiemonte, il soggetto operativo della Regione per l’erogazione degli incentivi alle imprese.

“Gli artigiani sono un’eccellenza del nostro Piemonte e con questo ulteriore intervento forniamo una risposta concreta alle esigenze di un settore che, nel quadro complesso dell’economia, continua a dimostrarsi dinamico – dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano – I nostri artigiani sono infatti caparbi e non smettono di investire, innovare e creare valore. Riapriremo lo sportello per consentire alle imprese artigiane di accedere a risorse fondamentali per rinnovare tecnologie, attrezzature e processi produttivi. È un’azione strategica che rafforza la competitività del nostro tessuto economico e conferma l’impegno della Regione nel sostenere chi lavora e genera occupazione nei nostri territori”.

Il nuovo pacchetto di fondi potrà essere utilizzato per l’acquisto di macchinari e attrezzature innovative, per l’ammodernamento delle linee produttive e per investimenti in sostenibilità e digitalizzazione.

L’intervento rientra nel quadro previsto dalle leggi regionali sull’artigianato (n.1/2009) e sulle attività produttive (n.34/2004). Finpiemonte renderà noti nei prossimi giorni i dettagli operativi, comprese le tempistiche per la riapertura dello sportello e le modalità di presentazione delle domande.

Telepass, le “boe intelligenti” per pagare i parcheggi Palagiustizia e Re Umberto

A Torino arriva un nuovo servizio che semplifica la mobilità urbana: da oggi è possibile accedere ai parcheggi Palagiustizia e Re Umberto utilizzando il dispositivo Telepass, grazie alla collaborazione tra Telepass e Gruppo Torinese Trasporti S.p.A. Un’innovazione che punta a rendere l’esperienza di sosta più comoda, rapida e digitale.

Dimenticate biglietti, code alla cassa e pagamento in contanti: con Telepass, l’ingresso e l’uscita dai parcheggi avvengono automaticamente, come in autostrada. Basta identificare le corsie dedicate, segnalate con l’apposita segnaletica, attendere il segnale acustico e proseguire senza fermarsi.

Entrambi i parcheggi torinesi sono dotati del sistema Wavepass, sviluppato da Telepass Innova. Si tratta di una tecnologia avanzata che sfrutta boe intelligenti per ottimizzare accesso, uscita e pagamento. La gestione si basa su una piattaforma cloud, che garantisce una maggiore sicurezza dei dati, il controllo remoto delle operazioni e un’assistenza più tempestiva e personalizzata per gli operatori, con benefici concreti anche per gli utenti.

Il servizio è disponibile per tutti i clienti Telepass senza costi aggiuntivi: il costo della sosta viene automaticamente addebitato sul conto associato, secondo le condizioni previste dal contratto.

Attraverso l’app Telepass è possibile accedere a una serie di funzionalità aggiuntive: consultare lo storico delle soste, scaricare le ricevute per la nota spese, e scoprire l’intero ecosistema di mobilità digitale dell’azienda, che va ben oltre il classico servizio di pedaggio.

“Con l’avvio del servizio presso i parcheggi Palagiustizia e Re Umberto a Torino, Telepass raggiunge un altro importante traguardo grazie alla proficua collaborazione con il Gruppo Torinese Trasporti SPA – ha dichiarato Aldo Agostinelli, Chief Consumer and Marketing Officer di Telepass – La struttura si aggiunge agli oltre 380 parcheggi negli aeroporti, stazioni, ospedali, centri urbani e fiere su tutto il territorio italiano dove il servizio è già attivo. Nello scenario attuale, la sfida di Telepass è offrire una rete di servizi che diano alle persone la possibilità di muoversi in libertà, in modo integrato, sicuro e sostenibile”.

Il parcheggio in struttura è solo una delle tante soluzioni offerte da Telepass. L’azienda mette a disposizione anche servizi come l’accesso all’Area C di Milano, l’imbarco diretto per lo Stretto di Messina, e il pagamento dei parcheggi in oltre 700 strutture distribuite tra Italia, Francia, Spagna e Portogallo. L’obiettivo è chiaro: semplificare la mobilità urbana grazie a un ecosistema digitale pensato per le esigenze quotidiane delle persone.

Il servizio parcheggi è incluso in tutte le offerte Telepass. L’elenco completo delle strutture convenzionate è disponibile sul sito ufficiale e sull’app Telepass.

 

Vivere la speranza a Kakuma

Kakuma nella lingua locale significa “no-where”, cioè nessun posto, un non-luogo. Si trova nel nord-ovest del Kenya, al confine con il Sudan, l’Uganda e l’Etiopia, nella regione dei Turkana. L’ambiente è semi-desertico: sabbia, cespugli spinosi, pochi alberi capaci di resistere alle temperature costanti sui 40 gradi, pietre, tanto vento e tanta polvere. Kakuma è una piccola cittadina e sarebbe un posto assolutamente sconosciuto, con poche capanne di pastori nomadi. Nel 1991 un gruppo di oltre 40.000 ragazzi scapparono dal Sudan in guerra e si rifugiarono in Kenya proprio in questa regione. Le Nazioni Unite aprirono quindi in questo luogo nel 1992 uno dei piu’ grandi campi profughi dell’Africa: attualmente ospita più di 350.000 persone, che provengono dal Sudan, dalla Somalia, Congo, Burundi, Ruanda, Etiopia, Eritrea, Uganda… Una città senza futuro dove vivere la speranza potrebbe sembrare un’utopia. Partirà da qui il racconto di Sorella Elisabetta Grobberio, classe 1972, originaria di Torino ed ora missionaria consacrata presso il Centro Contemplativo e Missionario Charles.de Foucauld, fondato da Padre Andrea Gasparino a Cuneo.

L’incontro si svolgerà Venerdì 16 maggio, alle ore 21.00 presso l’Opera della Misericordia a Torino, in via Assietta 9. Attraverso foto e filmati verrà presentata la realtà della vita in un campo profughi, grazie alla testimonianza di oltre vent’anni di missione di Elisabetta. Chi sono i profughi? Persone che avevano sempre avuto una vita normale. Troviamo contadini, pescatori, studenti, maestre, casalinghe, insegnanti delle medie e delle superiori, sarte, avvocati, disoccupati, falegnami, medici, infermieri, laboratoristi, mamme, papà, nonni e bambini… persone che conducevano una esistenza normale, ma ad un certo punto della vita è successo qualcosa di inaspettato e di violento che ha cambiato tutto e sono stati costretti a lasciare tutto e a scappare. La povertà più grande non è la mancanza di cibo o denaro, è la mancanza di libertà! La gente non può muoversi, non può sognare un futuro.

La ricchezza più grande del campo sono i bambini. La stragrande maggioranza del campo (si stima più del 60 %) è fatta di giovani sotto i 35 anni. Il motivo principale è che gli anziani non sono in grado di scappare in situazioni di pericolo o di fare lunghe marcie per lasciare il loro paese. I giovani sognano l’istruzione e sono felici di poter andare a scuola. Le elementari nel campo sono gratis. Le scuole di grado superiore invece sono a pagamento (ciò rende pressochè impossibile la frequenza). Nonostante tutto questo quadro Kakuma non è un luogo triste: la gente ha sviluppato una enorme capacità di resistenza: hanno imparato ad affrontare le difficoltà della vita senza farsi schiacciare e sanno sempre ripartire, ricominciare credendo di nuovo nelle possibilità che il futuro può offrire loro.

Degrado continuo al Giardino Madre Teresa: “Adesso Basta!”

PARLA PATRIZIA ALESSI (CAPOGRUPPO FDI CIRCOSCRIZIONE 7)

Le immagini di  questa mattina al Giardino Madre Teresa di Calcutta dai cittadini, in allegato, parlano da solo, le parole sono superflue!
Adesso BASTA!
Ieri sera gran festa anche con fuochi d’artificio, e stamattina era uno schifo. Gli operatori Amiat fanno miracoli ogni giorno, ma dopo poco tutto è come prima! chi opera nel Giardino MTC andrebbe premiato dalla Città.


I cittadini che transitano nel Giardino Madre Teresa di Calcutta e soprattutto i residenti nelle case con i balconi in affaccio sul giardino CONTINUANO VEDERE UN LUOGO DOVE TUTTO E’ CONSENTITO
I residenti sono sempre più spaventati e stanchi delle tante parole dell’Amministrazione della Città e fatti mai nessuno.
Per non parlare dei pusher che continuano imperterriti a vendere morte sotto 6 telecamere che dovevano monitorare e diminuire il problema, ma che in realtà servono solo se dovesse accadere un omicidio.
Insieme ai colleghi Domenico Giovannini e Francesco Caria , oltre a innumerevoli documenti nel Consiglio della Circoscrizione 7, abbiamo già scritto all’Assessore Comunale alla Sicurezza ma senza avere risposte concrete, se non che stanno monitorando. Ora aspetto un appuntamento col Prefetto perché la situazione di alcuni tratti di Aurora non è più accettabile.
Manca la volontà politica di intervenire con azioni concrete a 360°, senza questa si vanifica anche il lavoro delle Forze dell’Ordine
E dire che il Giardino MTC non è isolato e periferico, si trova davanti la sede della Circoscrizione 7 ed è a poche centinaia di metri dal Centro di Torino.
Il Presidente della Circoscrizione 7 durante una Commissione di tempo fa aveva detto sul Giardino MTC: << e’ uno dei pochi giardini dove hai davvero i bambini ma non 10 lì ne ha 50, 60, 70 con le mamme le nonne i papà i nonni le zie le tate ecc.ecc.ecc. , ogni tanto c’è anche la presenza di altro però a me piace sottolineare l’aspetto della presenza dei bambini dalle 17 in avanti che giocano a pallone a nascondiglio vanno in bici o sui pattini >>
Questa visione è fuori dalla realtà che vedono ogni giorno i cittadini, non è negando la realtà che si possono risolvere i problemi.
Ogni tanto vi sono cittadini che chiedono la chiusura di questo giardino senza però mai arrivare a una soluzione. Secondo me non è chiudendo un giardino che si risolvono le situazioni, ma “controllandolo” con volontà politica seria. Forse chiudendolo si può essere più tranquilli di notte, ma di giorno?
Ricordo anche, come sempre, che il 7 marzo scorso, dopo l’inaugurazione della riqualificazione, dove si sono spesi 500 mila euro, su FB, si leggevano i seguenti post, completamente fuori dalla realtà quotidiana, che cercano solo di nascondere le quotidiane situazioni inaccettabili:
LO RUSSO: Con la riqualificazione del giardino Madre Teresa di Calcutta restituiamo alle persone che vivono nel quartiere Aurora e a tutta la città un luogo più verde e vivibile. Un luogo che sarà un punto di incontro e favorirà l’aggregazione e la pratica sportiva all’aria aperta, grazie anche alla piastra sportiva e alla nuova area giochi, pensata per essere accogliente e inclusiva per tutte e tutti. L’inaugurazione di oggi è un segnale ulteriore della nostra volontà di puntare sulla zona di Aurora, e si inserisce pienamente in quella serie di progetti diffusi che stiamo mettendo in campo nelle nostre circoscrizioni in aree protagoniste di interventi particolarmente attenti anche ad aspetti di sostenibilità, inclusione e alle esigenze delle comunità e dei quartieri. #stefanolorussosindaco
DERI: Con la riqualificazione del giardino Madre Teresa di Calcutta restituiamo alle persone che vivono nel quartiere Aurora e a tutta la città un luogo più verde e vivibile. Dopo la rigenerazione dei giardini Michele Pellegrino e Alimonda un’altra area di Aurora è stata completamente recuperata. All’appello manca solo il giardino di via Saint Bon i cui lavori di riqualificazione partiranno tra poche settimane. Tutti gli interventi sono stati realizzati con fondi dell’Unione Europea.

Per non dimenticare il genocidio armeno

IL TORINESE WEB TV

Il genocidio armeno è uno degli eventi più tragici e significativi della storia del XX secolo. Si riferisce al massacro sistematico e alla deportazione di circa 1,5 milioni di armeni dall’Impero Ottomano durante la Prima Guerra Mondiale, tra il 1915 e il 1923. Questo genocidio è riconosciuto da molti paesi e dagli storici come uno dei primi genocidi del XX secolo, anche se la Turchia, erede dell’Impero Ottomano, ne nega ufficialmente la natura genocidaria. Le cause di questo orribile evento sono complesse e legate a tensioni etniche, politiche e religiose. Gli armeni, che erano una minoranza cristiana all’interno di un impero a maggioranza musulmana, erano spesso considerati come collaboratori degli eserciti nemici durante la guerra, anche se questa accusa è stata ampiamente contestata. Le autorità ottomane decisero di attuare una politica di sterminio e deportazione, che portò a massacri di massa, marce della morte e condizioni disumane nei campi di concentramento. Il riconoscimento del genocidio armeno è un tema ancora molto delicato e politico. Molti paesi e organizzazioni internazionali hanno riconosciuto ufficialmente questi eventi come genocidio, mentre la Turchia continua a negare questa definizione, sostenendo che si trattò di un conflitto civile e di perdite causate dalla guerra. Ricordare il genocidio armeno è importante non solo per onorare le vittime, ma anche per promuovere la consapevolezza e la prevenzione di simili atrocità in futuro. La memoria di questo evento ci invita a riflettere sui pericoli dell’odio, del razzismo e dell’intolleranza, affinché tragedie simili non si ripetano mai più. Ai nostri microfoni il presidente dell’Unione Armeni d’Italia Baykar Sivazliyan accademico, scrittore e attivista armeno-italiano, noto per il suo impegno nella preservazione della memoria storica armena e nella promozione della cultura armena in Italia.

FRANCESCO VALENTE

Guarda il video:

Una cassaforte piena di fucili rubati scoperta dai carabinieri

I carabinieri stavano cercando  droga e hanno trovato delle armi. Si tratta di tre fucili da caccia rubati nei giorni scorsi ad Alessandria, che sono stati scoperti dai carabinieri nei dintorni di Capriata d’Orba. Le armi erano chiuse in una cassaforte lasciata nel bel mezzo di un bosco.