2 ottobre, una data anonima, il calendario ricorda gli Angeli Custodi, ed è per questo che dal 2005 è stata istituita in tale data la Festa dei Nonni anche in Italia- in America è attiva dal 1978 – ma sta guadagnando sempre più consenso, perché i nonni sono diventati sempre più importanti nelle famiglie moderne.
Rispetto al passato, e per via del calo demografico, i nonni hanno spesso soltanto uno o due nipoti, ai quali dedicano almeno un po’ del tempo, anche se soltanto una minoranza li cura in modo sistematico.
L’obiettivo è celebrare l’importanza del ruolo dei nonni nelle famiglie e nella società. La data scelta è il 2 ottobre, in cui la Chiesa celebra gli angeli custodi è in realtà per ricordare più il ruolo sociale e di sostegno alle famiglie: i nonni sono il welfare.
Non tutti i nonni possono stare quanto vorrebbero con i propri nipoti, ma non c’è nonno o nonna che è orgoglioso/a del proprio nipote. Con ognuno di loro si instaura un rapporto diverso ed unico che servono e ad entrambi: ai nonni per sentirsi ancora utili e ai nipoti per sentirsi amati senza obblighi.
Un amore che cresce con gli anni anche se la vita quotidiana spesso li porta a vivere lontano.
Gabriella Daghero
Durante la conferenza ci si è interrogati su quanto significato assuma il cristianesimo al giorno d’oggi: difatti, è sempre molto facile trasformare la fede in un insieme di lodevoli valori dimenticandosi, però, della figura di Gesù e arrivando, così, a generare qualcosa di assolutamente insignificante.
Sicuramente, per poterne uscire fuori, è importante coltivare il proprio mondo interiore, fatto di pause, silenzi, passi rallentati, amicizie, esercizio fisico.. affinché il prendersi cura di tutto questo generi dentro di noi qualcosa di profondo che ci possa condurre alle grandi domande, per le quali la risposta esiste solo nella vita spirituale e giunge a noi tramite Dio.
A Torino ci si accoltella troppo, pare che la lama sia sempre a portata di mano. I casi di cronaca negli ultimi mesi sono davvero tanti, e non si tratta “solo” di regolamenti di conti tra spacciatori. Così, alle 19.15 di un tranquillo lunedì, Roberto, 22 anni, esce a comprare le sigarette in zona Mirafiori e si ritrova protagonista di un duello che nessuno gli aveva annunciato. Un malvivente incappucciato, felpa nera, passamontagna da manuale e un coltello da cucina, di quelli che si usano per tagliare l’arrosto. Gli salta addosso, lo stende a terra, poi gli regala un fendente alla caviglia prima di dileguarsi verso via Barbera. Prognosi: dieci giorni. Una ferita, dicono i medici, “non grave”. Come se l’aggettivo potesse medicare la paura.