Ieri a Sciolze, si è svolta la tradizionale festa del Ringraziamento del mondo agricolo della collina torinese che a turno ogni anno coinvolge i vari Comuni; l’agricoltura è una delle attività che tiene vivo e che, ancora oggi, rappresenta il nostro territorio, come dimostrato nonostante la forte pioggia, dalla sentita presenza di tanti operatori, mezzi agricoli ed Amministratori locali che hanno sfilato lungo le strade collinari e hanno partecipato alla cerimonia (Facebook)
Città Metropolitana contro le discriminazioni
Si avvicina la XX edizione della Settimana di azione contro il razzismo dal 18 al 24 marzo 2024 e la Città metropolitana di Torino prosegue il suo impegno nella formazione di enti e associazioni protagoniste nella prevenzione delle discriminazioni. Mercoledì 28 febbraio nella sede di corso Inghilterra, una partecipata riunione con la consigliera delegata alle politiche di parità Valentina Cera per valorizzare il lavoro di squadra su una tematica sempre più attuale e delicata.
Il Nodo metropolitano contro le discriminazioni, istituito dalla Città metropolitana di Torino, è parte integrante della Rete regionale contro le discriminazioni in Piemonte, nell’ambito della quale svolge una serie di attività territoriali tra cui l’accoglienza, l’orientamento e la presa in carico delle persone segnalanti e gestione dei casi di discriminazione, la costruzione e il coordinamento della Rete territoriale contro le discriminazioni, costituita dai Punti informativi e da numerosi altri soggetti, il monitoraggio del fenomeno delle discriminazioni e – non ultima – l’attività di informazione, comunicazione e sensibilizzazione sulle tematiche antidiscriminatorie.
Il nodo con i suoi sportelli contro le discriminazioni offre attività di consulenza gratuita a tutte le persone che ritengono di essere vittime o testimoni di atti o episodi di discriminazione (diretta, indiretta, molestie) fondata su una o più delle condizioni previste dalla Legge regionale 5/2016: nazionalità, sesso, colore della pelle, ascendenza od origine nazionale, etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione o convinzioni personali, opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, appartenenza ad una minoranza nazionale, patrimonio, nascita, disabilità, età, orientamento sessuale e identità di genere, ogni altra condizione personale o sociale. Con Ufficio Antidiscriminazioni Razziali-Presidenza del Consiglio dei Ministri
Ires Piemonte Regione Piemonte. (Facebook)
La nuova piazza San Marco a Buttigliera Alta
Importante taglio del nastro, sabato 2 marzo, per l’inaugurazione della nuova piazza San Marco: ultimo tassello del complesso progetto che ha portato, in un paio di decenni, alla completa riqualificazione dell’area municipale, cambiando il cuore civico del paese. Taglio del nastro alla presenza delle autorità comunali, con il Sindaco e la Giunta, ma anche del Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, del Consigliere Regionale Paolo Ruzzola, del Vicesindaco della Città Metropolitana e Sindaco di Rivoli Andrea Tragaioli, dei rappresentanti dell’Arma e della Polizia Locale e delle Associazioni cittadine, in primis il Comitato Festeggiamenti, che ha collaborato all’organizzazione dell’evento.
La nuova piazza San Marco, battezzata in omaggio al patrono di Capoluogo e della limitrofa chiesa parrocchiale, presenta un’avveniristica architettura, progettata dallo studio buttiglierese di Emanuele Andreone e Alberto Rigon, basata sull’elemento dell’acqua che guida i fruitori, accogliendoli con due fontane che fanno ala alla scalinata e al logo municipale scolpito sul selciato e accompagnandoli lungo la spina centrale, circondata da altri giochi d’acqua, verso il palazzo comunale. Giochi d’acqua impreziositi da una suggestiva illuminazione a led, che crea giochi di colore. La pavimentazione riprende, in continuità, quella del resto dell’ambito municipale, proseguendo la linea che attraversa la limitrofa piazza Donatori, in un continuum di spazi aggregativi. Il camminamento pedonale che divide piazza San Marco da via Reano prosegue quello già realizzato lungo il giardino di accesso principale del municipio. Il cantiere, affidato alla ditta valsusina Borgis, è iniziato lo scorsa estate, nel giugno del 2023, per chiudersi con l’inverno 2024 e i lavori sono stati seguiti dallo staff dell’Ufficio Tecnico, guidato dall’Ingegner Riccardo Bogetto. Opera finanziata da un contributo della Regione Piemonte, per 320mila€, e da altri 200mila€ di fondi propri comunali. (Facebook)
A Robassomero un uomo di 72 anni, ex imprenditore spara nella direzione del figlio che dormiva in auto, fortunatamente colpendo solo la portiera. Il figlio di 40 anni è in balia di dipendenza dalla droga e chiede sempre denaro alla madre. Da qui la lite che ha spinto il genitore a estrarre la pistola e sparare. I vicini di casa hanno avvisato i carabinieri della Compagnia di Venaria che sono giunti sul posto.
Statale Moncenisio chiusa per pericolo valanghe
La strada statale 25 del Moncenisio è provvisoriamente chiusa, secondo un protocollo regolato da Ordinanza, in entrambe le direzioni dal km 59,400 al km 64,750, nel territorio comunale di Giaglione a causa del pericolo di valanghe.
La regolare transitabilità verrà ripristinata non appena le condizioni meteorologiche lo consentiranno.
Donna muore travolta da un treno alla stazione
Ha attraversato i binari alla stazione ed è stata investita e uccisa dall’Intercity Torino-Reggio Calabria. È avvenuto a Novi Ligure, la vittima è una donna. La dinamica dell’incidente è ancora da verificare e tutte le ipotesi sono all’attenzione degli investigatori.
NOTIZIE DAL PIEMONTE
Smog, livello 0 fino a lunedì
In vigore le sole misure strutturali
Prosegue fino a lunedì 4 marzo 2024 compreso – prossimo giorno di controllo – l’applicazione delle sole misure strutturali di limitazione al traffico: sulla base dei dati previsionali sulla qualità dell’aria forniti oggi da Arpa Piemonte è stato infatti confermato il livello 0 (bianco) delle misure antismog.
Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, verranno comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entreranno in vigore il giorno successivo.
L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi dai blocchi è disponibile alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale
(TORINO CLICK)
Lettera aperta all’Istat da 27 Comuni piemontesi
“L’Istat non fa nulla per consentire l’interazione e lo scambio automatizzato dei dati con i Comuni” – sottolinea Giovanni Caggiano, Presidente ASMEL.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – ASMEL, Associazione per la sussidiarietà e la modernizzazione degli Enti Locali che rappresenta 4.368 Enti in tutta Italia, ha indirizzato una lettera aperta al Presidente ISTAT Francesco Maria Chelli per contestare le sanzioni comminate ai Comuni che non hanno trasmesso all’Istituto Nazionale di Statistica i dati sul censimento delle unità economiche.
La lettera, firmata da oltre 500 sindaci in tutta Italia, contesta la mancata attuazione dell’obbligo di scambio dati automatizzato tra Comuni e ISTAT imposto da oltre vent’anni dal TUEL – il Testo Unico Enti Locali – all’articolo 12.
27 i Comuni che hanno aderito in Piemonte: 12 nella provincia di Torino (Azeglio, Brozolo, Burolo, Cavour, Gassino Torinese, Gravere, Mattie, Palazzo Canavese, Pavarolo, Piverone, Sauze D’Oulx, Villareggia), 4 nella provincia di Alessandria (Arquata Scrivia, Cassano Spinola, Quattordio, Sardigliano), 3 nella provincia di Cuneo (Bergolo, Cavallermaggiore, Feisoglio), 3 nella provincia di Novara (Mezzomerico, San Nazzaro Sesia, Tornaco), 2 nella provincia di Vercelli (Buronzo, Santhià), 2 nella provincia di Asti (Castagnole Monferrato, Moncucco Torinese), 1 nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola (Valstrona).
“Se l’ISTAT avesse rispettato la legge non vi sarebbero sanzioni da applicare. Ma la storia non finisce qui. Con ogni probabilità il prossimo 2 marzo graveranno sulle spalle dei Sindaci anche le sanzioni per le mancate rilevazioni statistiche nell’edilizia. Dalle nostre rilevazioni, dei circa 1.200 adempimenti di cui ogni Comune annualmente è chiamato a rispondere, circa 70 riguardano i fini statistici. L’invio dei dati statistici estratti dai software gestionali dei Comuni sarebbe superfluo se funzionasse lo scambio dati automatizzato tra gli Enti Pubblici e l’ISTAT. Invece i Comuni sono chiamati sempre e solo ad adempiere, mentre la vera chiave per la transizione amministrative risiede insieme nella sburocratizzazione procedurale e nella semplificazione legislativa” – conclude Caggiano.
La piazzetta di via delle Querce, alla Falchera, accanto al centro incontri “Salvatore Scavello” è dedicata a Guido Rossa, operaio, delegato sindacale CGIL, ucciso dalle Brigate Rosse il 24 marzo 1979 dopo aver segnalato un fiancheggiatore dell’organizzazione terroristica intento a distribuire volantini all’interno dell’Italsider di Cornigliano.
Fu il primo operaio sindacalista e militante del Partito Comunista ad essere ucciso dalle BR, segnando, con la sua morte, uno spartiacque nella storia del terrorismo italiano.
Nei giorni scorsi alla presenza del prefetto, del questore e di tante altre autorità civili e militari, in tanti hanno voluto ricordare Guido Rossa che, giunto a Torino a quattordici anni da Belluno dove era nato nel 1934, visse alcuni anni nel capoluogo piemontese, lavorando in una fabbrica di cuscinetti a sfera e poi in Fiat, prima di trasferirsi in Liguria.
La presidente del Consiglio Comunale e della Commissione Toponomastica, Maria Grazia Grippo, ricordando tutte le sfaccettature attraverso le quali si racconta Guido Rossa, diviso tra l’impegno civile e l’alpinismo, ha evidenziato “la sua assunzione di responsabilità nella scelta di esserci per gli ultimi, la stessa responsabilità che lo spinse ad anteporre la giustizia, la legalità all’appartenenza di classe. Oggi vive in un ricordo unanime e per sempre vicrà come simbolo unanimemente riconosciuto come simbolo della lotta all’eversione. Il sedime individuato è un messaggio potente perché inserito in un territorio dove, nella seconda metà del secolo scorso, alla tradizione rurale si affaccia quella proletaria, con i residenti espressione di domanda di giustizia sociale che per Guido Rossa ha sempre rappresentato tutto”.
Gianna Pentenero, assessore al Lavoro del Comune di Torino, si è soffermata sulla coerenza e sintesi morale e intellettuale, di un italiano fuori del comune, che ha saputo testimoniare con la propria vita e con il proprio operato come sia necessario tracciare un percorso che va al di là delle stesse vie biografiche. Oggi ci ricorderebbe quanto sia importante la sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro. La Città di Torino ha deciso di intitolare questa piazza perché questi simboli restino la testimonianza vera della storia di chi ha lottato per la democrazia e per la libertà”
Per Gabriella Semeraro, segretaria generale della CGIL Torino, dopo averne ripercorso l’esperienza professionale, ha sottolineato come Guido Rossa sia stato la rappresentazione di un trentennio durante il quale le tute blu rappresentavano il soggetto portante di una Repubblica costituzionalmente fondata sul Lavoro. Rossa visse il suo essere operaio in modo attivo e consapevole con la tensione di chi vuole difendere i diritti di tutti e, in particolare degli ultimi. Un uomo sempre dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori, con un grande senso di responsabilità. La sua morte segnò una rottura e creò la consapevolezza rispetto a dove stare, dalla parte della legalità. Era finito il tempo degli equilibrismi e delle ambiguità. Il nome delle vie e delle piazze sono uno strumento per fare un uso pubblico della storia, per comprendere come pagine del passato siano state scritte da persone comuni, anche a costo di mettere a repentaglio la propria vita”.
Durante la cerimonia, alla quale ha portato il saluto anche il presidente della Circoscrizione 6, Valerio Lomanto, sono intervenuti Paolo Rossa, nipote di Guido, Paolo Terrizzi responsabile della società di mutuo soccorso “Guido Rossa” e il giornalista e scrittore Enrico Camanni che hanno completato l’illustrazione del personaggio.
“E agli altri professionisti sanitari che hanno lasciato il nostro Paese. Si tratta di un percorso obbligato, se l’obiettivo è quello di riportare in Italia le eccellenze della sanità fuggite all’estero”.
Riceviamo e pubblichiamo la nota del Nursing Up
Gli incentivi fiscali già previsti per i nostri ricercatori e per le nostre eccellenze della scienza e della medicina che lavorano all’estero, allo scopo di riportarli legittimamente nel nostro Paese, secondo Schillaci vanno doverosamente estesi ai medici italiani all’estero.
A tal proposito questo è ciò che ha dichiarato di recente il nostro Ministro della Salute rispondendo nei giorni scorsi in aula alla Camera all’interrogazione sul tema presentata dai parlamentari di Forza Italia.
“Non posso che concordare sull’opportunità che l’applicazione della disciplina degli incentivi prevista per i docenti e i ricercatori si estenda anche al personale medico. Questa circostanza, infatti, potrebbe costituire un possibile incentivo per il rientro dei medici nel nostro sistema sanitario in un momento particolarmente critico, dopo una valutazione da parte del Ministero dell’Economia e delle finanze”.
«Ora, senza nulla togliere al valore che le centinaia di valenti camici bianchi sparsi per il mondo possono apportare al nostro SSN, elevando indiscutibilmente anche i livelli qualitativi delle nostre equipe sanitarie, ancora una volta il Ministro dimentica di citare gli infermieri e tutti gli altri professionisti dell’assistenza.
Siamo di fronte a un copione già ampiamente letto, con Schillaci che da settimane non manca di sottolineare ai media e alla collettività che il deficit più urgente da risolvere è la carenza infermieristica.
Addirittura Schillaci ha proposto di recente di ampliare le responsabilità da affidare ai professionisti sanitari non medici, in linea con la loro crescente autonomia e le indubbie competenze, che nel nostro Paese camminano di pari passo con percorsi di specializzazione sempre più elevati offerti nel ricco panorama post-laurea.
L’unico problema è che il Ministro ancora una volta, quando si tratta di andare oltre le mere enunciazioni, riguardo alla indispensabile revisione delle retribuzioni, nella maggior parte delle circostanze cita solo i medici».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«Pochi giorni or sono Schillaci ci aveva già negativamente sorpreso, parlando di soli 10mila infermieri mancanti all’appello in Italia. Era evidente che si riferisse a una prima necessità per i reparti di emergenza-urgenza, oppure, e meglio farebbe a chiarircelo, si riferiva ai professionisti che sono andati a lavorare fuori dall’Italia negli ultimi anni, ma dimenticando di enunciare , contemporaneamente, le cifre complessive degli infermieri mancanti dalle strutture ospedaliere e territoriali del nostro SSN, che sono ben altre, ha rischiato di sminuire la portata del problema.
In secondo luogo ecco che il nostro Ministro della Salute innesta nuovamente il freno a mano quando si tratta di fare ipotesi concrete finalizzate alla valorizzazione economica degli infermieri, come avvenuto nel caso del suo discorso in relazione alla proposta degli incentivi fiscali per i professionisti sanitari italiani nel mondo partita da alcuni esponenti della maggioranza.
Ci fa piacere che, dalla stessa maggioranza, siano arrivati chiarimenti in merito alla proposta finalizzata a riportare le nostre eccellenze a casa, includendo apertamente, per fortuna loro si , nel discorso avvenuto durante la question time alla camera, il riferimento a tutti gli altri professionisti della sanità, e non soltanto ai medici come invece fa il Ministro.
Ora vorremmo vederci chiaro e capire se questa proposta nel concreto è davvero allargata a tutti i professionisti della sanità. Se dovessimo solo basarci sulle parole di Schillaci sembrerebbe infatti di no. Siamo certi si tratta della sua ennesima dimenticanza, che tuttavia non ci fa piacere.
L’estensione degli incentivi fiscali, previsti per cervelli in fuga che ritornano a lavorare e a vivere in Italia, va quindi secondo noi allargata doverosamente anche agli infermieri ed agli altri professionisti sanitari che hanno deciso di lasciare il nostro Paese, e non sono certo pochi, con una media di 3000-3500 all’anno, lo dicono report autorevoli, sui quali basiamo le nostre denunce.
Questa è la strada giusta per affrontare la grave crisi della carenza di organici nella sanità, visto che, sia chiaro una volta per tutti, non sono certo i medici a mancare strutturalmente in Italia!.
L’attuale regime, applicabile a docenti e ricercatori che tornano in Italia, prevede uno sconto del 90% sull’imponibile Irpef e può essere certamente ampliato anche agli operatori sanitari che, nel tempo, hanno scelto di esercitare la professione in un Paese straniero, soprattutto in Medio Oriente, come accade di recente.
Riportare in Italia tutti i nostri professionisti sanitari, attraverso agevolazioni fiscali, peraltro già previste per altre categorie di lavoratori, significa non solo recuperare competenze scientifiche di altissimo profilo ma anche ricostruire gli organici delle strutture sanitarie e ospedaliere che negli anni si sono impoveriti migliorando così l’offerta sanitaria del nostro Paese», conclude De Palma.