CRONACA- Pagina 311

Volpiano, approvato il bilancio consuntivo 2023


Numerosi gli investimenti finanziati con il Pnrr

La seduta di lunedì 22 aprile del Consiglio comunale di Volpiano è stata dedicata soprattutto all’approvazione del rendiconto finanziario per l’esercizio 2023.  Entrando nel dettaglio, il bilancio 2023 registra un avanzo di amministrazione pari a 6 milioni e 600mila euro, con entrate correnti per 13 milioni e 361mila euro, e spese correnti per 11 milioni e 700mila euro, con entrambe le voci in lieve flessione, un conto economico positivo per 300mila euro e l’indebitamento prossimo allo zero; i capitoli di spesa più rilevanti sono per diritti sociali (due milioni di euro) e istruzione (un milione 600 mila euro). Gli investimenti hanno riguardato numerose opere finanziate con il Pnrr (il piano di ripresa nazionale dopo la pandemia), come il manto in erba sintetica per il campo da rugby, la realizzazione della nuova biblioteca, gli spogliatoi del Palazzetto dello sport, la riqualificazione dello stabile di via Botta, il consolidamento spondale del Rio Scolatore della Vauda e la messa in sicurezza del torrente Bendola, il nuovo sito Internet e gli strumenti per la transizione digitale; un capitolo specifico riguarda il rifacimento del tetto della scuola «Guglielmo da Volpiano», con una spesa di 700mila euro.

L’assemblea ha inoltre approvato una variazione al bilancio 2024/2026 comprendente numerosi voci: manutenzione della scuola «Gigi Ghirotti» (54mila euro), interventi al secondo piano dell’edificio di via Botta (58mila euro) e a Palazzo Oliveri (18mila euro), segnaletica stradale (55mila euro), manutenzioni al patrimonio pubblico (15mila euro), oltre a nuovi fondi per assistenza disabiliscuolabus trasmissione dati tra i plessi scolastici.

Corteo Torino, Coisp: scontro con Forze dell’Ordine, 7 agenti contusi 

Riceviamo e pubblichiamo – “Sette agenti contusi: è questo il bilancio di ciò che sta accadendo in queste ore a Torino, un epilogo scontato dell’insofferenza verso le Forze dell’Ordine che in quest’ultimo periodo sta crescendo in tutto il Paese” dichiara Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp, in riferimento alle tensioni tra Polizia e collettivi universitari in corteo nel capoluogo piemontese. “Oltre a esprimere tutta la nostra solidarietà verso i colleghi della Questura di Torino e dei Reparti Mobili, non possiamo far altro che sottolineare quanto questi sedicenti manifestanti nella maggior parte dei casi scendono in piazza non per un ideale, ma alla spasmodica e continua ricerca dello scontro con chi rappresenta lo Stato. Vieppiù: nel corteo si sono infiltrati anche numerosi militanti del centro sociale Askatasuna che, travestendosi da manifestanti, hanno aizzato la folla contro la Polizia, inscenando una vera e propria guerriglia urbana, e hanno messo a rischio l’incolumità non solo dei poliziotti che sono lì per tutelare l’ordine pubblico ma anche di tutti i cittadini”, conclude. (foto archivio)

Balocco – Ferragni, Codacons: “Tribunale Torino conferma nostra tesi”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Codacons sulla sentenza del tribunale di Torino

Con una clamorosa sentenza il Tribunale di Torino ha accolto il ricorso presentato da Codacons, Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi e Adusbef, accertando la pratica scorretta messa in atto dall’azienda Balocco sul caso del pandoro “Pink Christmas” griffato Ferragni, e l’ingannevolezza dei messaggi lanciati al pubblico sulla campagna di beneficenza associata alla vendita del prodotto.

Una sentenza importantissima che ora da un lato apre la strada ai risarcimenti in favore di tutti i consumatori che avevano acquistato il pandoro in questione, dall’altro aggrava la posizione di Chiara Ferragni nell’indagine per truffa aggravata condotta dalla Procura di Milano.

Per la prima sezione civile del Tribunale di Torino (giudice Dott.ssa Gabriella RATTI) “le modalità di pubblicizzazione e diffusione della pratica commerciale poste effettivamente in essere (anche) dalla società BALOCCO S.p.A. hanno lasciato intendere ai consumatori, contrariamente al vero, che, acquistando il “Pandoro PinkChristmas”, avrebbero contribuito direttamente e proporzionalmente al reperimento dei fondi utili al finanziamento in favore l’Ospedale Regina Margherita di Torino per l’acquisto di un nuovo macchinario, che avrebbe permesso di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing” – si legge nella sentenza – “Anche la rilevante differenza di prezzo del “Pandoro PinkChristmas” rispetto al suo equivalente pandoro Balocco classico ha evidentemente contribuito ad indurre nel consumatore il convincimento che nel maggior prezzo vi fosse una diretta contribuzione al reperimento dei fondi utili al progetto di beneficenza […] Dunque, attraverso la diffusione di tale comunicato stampa, è stato lasciato chiaramente intendere ai consumatori che, acquistando il pandoro PinkChristmas, gli stessi avrebbero contribuito direttamente e proporzionalmente alla sponsorizzata donazione in favore l’Ospedale Regina Margherita di Torino, tant’è che è stato utilizzato un verbo futuro (“…le cui vendite serviranno a finanziare…”) […] Come correttamente evidenziato dalle parti ricorrenti, non è stato tanto il prezzo di per sé del “Pandoro PinkChristmas”, liberamente determinabile trattandosi di un mercato libero, quanto la sua messa in vendita ad un prezzo circa due volte e mezzo superiore rispetto a quello del classico pandoro Balocco ad aver evidentemente rafforzato il convincimento in capo al consumatore che, con l’acquisto del prodotto, egli avrebbe contribuito al reperimento dei fondi per il macchinario per la ricerca dei tumori ossei infantili in favore dell’Ospedale Regina Margherita di Torino e che tale contributo alla donazione fosse incluso proprio in tale maggior prezzo. […] La pratica commerciale in questione, poi, oltre ad essere contraria alla diligenza professionale, è stata quanto meno “idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico, in relazione al prodotto, del consumatore medio”. I citati messaggi diffusi al pubblico, infatti, sono risultati idonei a fornire una rappresentazione scorretta dell’iniziativa benefica relativa al reperimento dei fondi per finanziare l’acquisto di un nuovo macchinario, che avrebbe permesso di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing da parte dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, lasciando intendere, contrariamente al vero, che acquistando il “Pandoro PinkChristmas” il consumatore avrebbe potuto contribuire all’iniziativa”.

Per il Tribunale di Torino, quindi, “deve accertarsi e dichiararsi la responsabilità della parte resistente società BALOCCO S.p.A. per pratica commerciale scorretta ai sensi 20, comma 2, 21 e 22 del Codice del Consumo, secondo quanto indicato in motivazione”.

Il tribunale ha accolto la nostra azione inibitoria volta ad accertare e dichiarare la responsabilità della Balocco per pratica commerciale scorretta – dichiara il Codacons – Una sentenza che ora apre le porte ai risarcimenti in favore di coloro che, ingannati dai messaggi lanciati dall’azienda e da Chiara Ferragni, hanno acquistato il pandoro “Pink Christmas”, e che aggrava la posizione dell’influencer nell’inchiesta per truffa aggravata aperta a Milano.

Detenuto armato di lametta tenta di ferire agente

Ennesimo grave fatto nel carcere San Michele di Alessandria

DAL PIEMONTE. RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “Un detenuto di origine marocchina, attorno alle ore 13.00, prima si reca nei pressi dell’ufficio di Sorveglianza Generale ma, non trovando nessuno, ha pensato bene di rovesciare un armadio situato all’interno del locale”, denuncia Demis Napolitano, vicesegretario regionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Riportato alla calma, il detenuto ha effettuato la prevista videotelefonata ma, una volta terminata, è tornato nei pressi del medesimo ufficio sorveglianza e, approfittando di un cancello usato dal personale per passaggio di servizio, vi si è lanciato in mezzo. Ha estratto una lametta scagliandosi contro il poliziotto e solamente la preparazione e l’attenzione del collega che riusciva a disarmarlo la situazione non è degenrata e non vi sono state conseguenze peggiori”. Il segretario nazionale del SAPPE Piemonte, Vicente Santilli, esterna il pubblico plauso del SAPPE al personale di Polizia Penitenziaria che ha evitato il compimento di un grave evento critico con estrema professionalità” ed evidenzia che “l‘evento è stato gestito al meglio dalla Polizia Penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno. È per noi importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale”. 

“Stiamo parlando di poliziotti che fanno servizio in sezioni al limite (e oltre…) le condizioni minime di salubrità, che sono costretti a fare ore e ore di straordinario ogni giorno per far fronte ai compiti istituzionali, che non hanno neppure gli strumenti utili a garantire la loro stessa incolumità fisica, come può essere il taser”, evidenzia il segretario generale del SAPPE Donato Capece. Che torna a sollecitare “provvedimenti urgenti”, a cominciare da “un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale di Polizia Penitenziaria durante la permanenza e l’espiazione di pena in carcere” e dalle “espulsioni di tutti i detenuti stranieri in Italia, spesso protagonisti per più gravi eventi critici in carcere”. “Serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, prosegue il sindacalista, che si appella ai vertici del DAP affinché creino le condizioni “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”. “Servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, conclude il leader del SAPPE. 

Ai bimbi della scuola dell’Infanzia di Bardonecchia il diploma di “cittadino del futuro”

 

I bimbi di cinque anni della Scuola dell’infanzia di Bardonecchia hanno ricevuto, oggi, il diploma di “Cittadino del futuro”. A consegnarlo il sindaco Chiara Rossetti ed il Comandante della Polizia Locale Diego Ciriaco.

Si conclude così un percorso di incontri avviato dalla Polizia Locale in collaborazione con l’Amministrazione comunale e la Scuola dell’infanzia per coinvolgere i più piccoli ed avvicinarli alla conoscenza dell’educazione civica ed anche stradale. “Cominciamo a formare da piccoli i nostri cittadini ” ha detto il sindaco Chiara Rossetti.

Studenti pro Palestina contestano conferenza del Politecnico. Agenti feriti, solidarietà di Meloni

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Alcune decine di militanti pro Palestina questa mattina a Torino hanno protestato contro l’evento della Conferenza degli addetti scientifici e spaziali e degli esperti agricoli ospitato al Castello del Valentino dal Politecnico di Torino con la presenza di ministri e rappresentanti delle  istituzioni.

“Fuori i sionisti dall’università”, così la scritta su uno striscione del corteo, che ha attraversato il centro città. Vi sono stati anche momenti di apprensione per le persone in preghiera per la Pasqua ebraica in corso nella sinagoga nel quartiere di san Salvario quando i manifestanti sono passati nelle vicinanze, ma tenuti lontani dalla polizia in assetto antisommossa.

Al convegno erano presenti il sindaco Lo Russo, il governatore Cirio e i ministri Tajani, Lollobrigida e Bernini. Sarebbero  rimasti feriti negli scontri verificatisi due manifestanti e sette agenti della Squadra mobile. I giovani  del corteo, appartenenti ai centri sociali e  al collettivo Cambiare rotta, hanno tentato di raggiungere il castello del Valentino. Una trentina di persone sono state identificate dalla Digos.

“Solidarietà alle Forze dell’ordine per l’ennesimo e inaccettabile attacco da parte di centri sociali e collettivi. Questa mattina sette agenti sono rimasti contusi a Torino a seguito del tentativo da parte di un violento gruppo di attivisti di sfondare un cordone di polizia nei pressi del Castello del Valentino. Condanniamo con fermezza quanto accaduto, lo Stato è accanto di chi difende la libertà e la sicurezza di tutti i cittadini”. Così su Twitter il premier Giorgia Meloni.

Il Consiglio Comunale chiede un nuovo carcere per Torino

E che si rispettino le capienze massime delle strutture

Nella seduta del 22 aprile 2024, il Consiglio Comunale di Torino ha approvato una mozione che impegna sindaco e Giunta a chiedere al ministro della Giustizia la realizzazione di una nuova struttura carceraria a Torino, meglio integrata con il resto della città e in cui sia possibile anche l’esecuzione di pene a custodia attenuata che portino a un reinserimento proficuo nella società.

Il documento, nel sottolineare il sovraffollamento della struttura e le precarie condizioni lavorative degli operatori e delle operatrici della Polizia Penitenziaria, di Assistenti Educativi e dei Sanitari che presidiano l’attuale struttura, chiede inoltre di promuovere un momento di riflessione e formazione incentrato sull’edilizia carceraria, da cui possano emergere indicazioni operative e progettuali per la realizzazione di spazi a misura di persona – sia per le persone ristrette che per chi vi lavora – con la possibilità di prevedere adeguate possibilità di formazione, lavoro e comfort.

Nel valutare la miglior localizzazione delle strutture nel tessuto urbano, il documento chiede di prendere in considerazione anche le aree demaniali inutilizzate e che vengano rapidamente stanziati fondi straordinari per questo tipo di necessità e per il recupero del Lorusso e Cutugno, anche accedendo a linee di finanziamento europee.

Infine, si propone di attuare politiche dell’abitare che possano permettere a chi abbia i requisiti comportamentali, ma non quelli economici e materiali, di fruire di misure alternative alla detenzione.

Dopo la mozione è stato approvato anche un ordine del giorno che invita sindaco, Giunta e Consiglio Comunale ad attivarsi presso il Governo affinché il numero totale delle persone detenute sia rapidamente ricondotto alla capienza legale delle strutture carcerarie, “per regolarizzare così un’esecuzione penale oggi totalmente al di fuori dei parametri”.

Respinto un altro ordine del giorno, discusso congiuntamente agli altri due documenti, che chiedeva un “soste

Bretella di Pessione, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso

RICONOSCIUTE TUTTE LE ARGOMENTAZIONI DEL COMUNE DI CHIERI

Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’ufficio stampa del  Comune di Chieri

Il Consiglio di Stato ha dichiarato infondato e respinto l’appello contro la sentenza del TAR del Piemonte proposto da alcuni cittadini, essendo “del tutto evidente la mancanza di interesse degli appellanti a coltivare qualsivoglia censura”, e condannato gli appellanti a rifondere le spese di giudizio in favore del Comune di Chieri (5mila euro).

I ricorrenti avevano impugnato davanti al TAR del Piemonte la delibera relativa alla cd. “bretella” di Pessione, infrastruttura che ha come obiettivo il miglioramento funzionale e dell’accessibilità alla zona produttiva, riducendo il traffico dei mezzi pesanti che gravano sul centro abitato, migliorando la qualità dell’aria e la sicurezza stradale, cercando così di garantire una maggiore convivenza tra la popolazione e una delle maggiori realtà dell’industria agroalimentare italiana, il cui stabilimento a Chieri, in Pessione, è oggi uno dei principali siti di produzione al mondo del Gruppo Bacardi.

Il TAR, all’inizio del mese di luglio del 2023, aveva respinto il ricorso giudicando infondate nel merito le censure formulate dai ricorrenti e dichiarato inammissibileil ricorso con riferimento al Comitato “Per Pessione” in quanto non ricorrevano in capo al Comitato ricorrente i presupposti perché possa essere al medesimo riconosciuta la legittimazione ad agire.

Ora, il Consiglio di Stato (Sez. IV, n. 3630/2024), ha respinto il ricorso nel merito, in completa adesione alle difese formulate dal Comune di Chieri.

La sentenza ha evidenziato come le osservazioni formulate dagli appellanti a suo  tempo, in occasione della variante urbanistica, siano state esaminate e puntualmente controdedotte dall’Amministrazione comunale, che ha anche valutato la proposta di tracciato alternativa avanzata dai medesimi, non ritenendola idonea e conforme alla pianificazione urbanistica sovraordinata.

La sentenza ha altresì evidenziato come inammissibile il fatto che gli appellanti pretendano di imporre le proprie soluzioni progettuali rispetto a quelle approvate in sede di Accordo di programma siglato con la Regione Piemonte, ricordando come la scelta di localizzazione di un’opera pubblica sia insindacabile persino per il giudice amministrativo.

Il pronunciamento del Consiglio di Stato è stato accolto con grande soddisfazione dal Sindaco di Chieri e dall’assessora alla Pianificazione urbana e ai Lavori pubblici, che ricordano, però, che i lavori del primo lotto avrebbero dovuto avviarsi entro la fine del 2022 e completarsi entro il 2023; invece si sono persi due anni e nel frattempo sono lievitati sensibilmente i costi dell’opera.

La sentenza del TAR del Piemonte era già stata netta nel respingere il primo ricorso, riconoscendo che: l’amministrazione della Città di Chieri ha adeguatamente risposto alle osservazioni del comitato, assicurando il contraddittorio; che l’opera è coerente con le esigenze di alleggerimento del traffico pesante e con quelle di risparmio del suolo; che non c’è modo di considerare la proposta alternativa, perché in contrasto con piani urbanistici sovraordinati.

Nonostante il giudizio di primo grado non lasciasse dubbio alcuno, c’è chi ha voluto insistere rivolgendosi al Consiglio di Stato, che è giunto alle stesse conclusioni, riconoscendo come l’intervento “persegue un obiettivo intercomunale di maggiore sostenibilità ambientale e di sicurezza della viabilità” e che il “tracciato alternativo non risulta adeguato a soddisfare le esigenze di decongestionamento del traffico” .

La Brigata Taurinense celebra i 72 anni

Il 15 aprile scorso, in occasione dell’anniversario della sua ricostituzione, la Brigata Alpina Taurinense ha celebrato la ricorrenza con una solenne cerimonia dell’alzabandiera. L’evento, trasmesso in video collegamento, ha permesso a tutti i membri della Brigata, sia quelli presenti nelle sedi stanziali sia quelli dislocati in operazione, di partecipare virtualmente a questo significativo momento.

L’evento ha simbolicamente riunito le “penne nere” di tutta la Brigata, operanti sia nell’ambito nazionale con l’operazione “Strade Sicure” sia internazionale, come in Libano, dove la Brigata ha assunto dallo scorso febbraio il comando del Settore Ovest di UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) e della Joint Task Force italiana (JTF L-SW).

Dalla base di Shama, nel Libano meridionale, il Generale di Brigata Enrico Fontana ha salutato tutte le unità collegate, ringraziando gli alpini per il loro impegno quotidiano al servizio della nazione, sia in Italia sia all’estero.

Ricostituita il 15 aprile 1952, la Brigata eredita le tradizioni delle storiche Divisioni “Cuneense” e “Taurinense”. Oggi, essa è una delle due Grandi Unità delle Truppe Alpine dell’Esercito, impegnata in numerose missioni internazionali sotto l’egida dell’ONU, della NATO e dell’UE. A livello nazionale, la Brigata vede impiegati i suoi uomini e donne nell’operazione “Strade Sicure” e guida i Raggruppamenti Piemonte-Liguria e Valsusa-Valle d’Aosta.