CRONACA- Pagina 29

Lago d’Orta, storia di una rinascita

Già dal titolo – Il lago d’Orta, storia di una rinascita – il libro scritto da alcuni ricercatori che hanno lavorato al Cnr e in altre istituzioni scientifiche (Marina Manca, Piero Guilizzoni, Rosario Mosello e Maurizio Gentilini) si presenta come un affascinante viaggio alla scoperta del secondo lago piemontese ( l’11° in Italia). Di origine glaciale e definito da viaggiatori e scrittori come il più romantico specchio lacustre del Bel Paese, ha visto le sue sponde testimoni e protagoniste delle varie stagioni dello sviluppo dell’Italia postunitaria, dalla prima rivoluzione industriale di fine Ottocento all’essere una delle mete turistiche più gettonate. Purtroppo le sue acque furono vittima a partire dagli anni venti del secolo scorso di un pesante inquinamento dal quale si sono affrancate nel tempo grazie a una nuova coscienza ambientale ed ecologica che impose, attraverso la ricerca scientifica e le sue applicazioni tecnologiche – una grande opera di risanamento sul finire degli anni ’80 con l’intervento di liming  coordinato dall’Istituto per lo studio degli ecosistemi del Cnr. Il libro nasce dall’esigenza di fare memoria su questa originalissima vicenda e sulla storia del lago d’Orta che si è sviluppata nell’arco di due secoli. Circa un centinaio di anni sono trascorsi dall’inizio dell’inquinamento: lo 0,5% della durata complessiva della vita del lago, formatosi al termine dell’ultima glaciazione, nel Pleistocene. In questo geologicamente breve spazio temporale si è assistito ad uno dei più devastanti inquinamenti delle acque lacustri segnalati dalla bibliografia limnologica mondiale, per lunghi decenni, come scrivono gli autori, “ignorato o falsamente spacciato come anomalo fenomeno naturale”. Questo, è bene ricordarlo, in assenza di leggi adeguate a tutelare le acque naturali dagli inquinamenti e di organi di controllo in grado di denunciare quanto stava accadendo.

La Bemberg, azienda tessile di Gozzano, scaricava rame nel lago, immettendo ogni anno circa 2.000 tonnellate di azoto in forma ammoniacale. Queste sostanze davano luogo a reazioni chimiche che provocarono una grave acidificazione delle acque e la scomparsa della fauna ittica. Nonostante le denunce circostanziate e precise di due grandi scienziati limnologi come Rina Monti (1930) e Edgardo Baldi (1949) che segnalarono ripetutamente quanto stava accadendo, solo negli anni ’70 e ’80, con la legge Merli, con l’istituzione di organi di controllo e con la costruzione di due impianti di depurazione, si determinarono le condizioni per una sostanziale diminuzione degli scarichi. L’enorme massa di inquinanti accumulata, unita ai ridotti apporti idrici dal bacino imbrifero del lago, rendevano tuttavia molto lungo il tempo di recupero. Il trattamento di liming accelerò notevolmente questo processo, eliminando gran parte della tossicità delle acque. Più lungo e complesso fu il processo di recupero di un equilibrio ecologico nelle acque, con l’avvio del ristabilimento di una rete trofica che potesse dirsi in qualche modo equilibrata e alla ricostruzione di un popolamento ittico in grado di sostenere nuovamente una pesca sportiva e professionale. Su questi temi il Cnr di Pallanza, una delle grandi eccellenze della scienza e della ricerca italiane, è fortemente impegnato con studi sull’evoluzione dei popolamenti e sperimentazioni per tentare di accelerare i processi naturali. I processi di ripopolamento del lago, lenti per loro natura, sono ostacolati da organismi invasori, specie “aliene” o alloctone che, approfittando del vuoto creatosi nella rete trofica, si sono insediate nel lago in virtù di strategie riproduttive particolarmente efficaci.  Le considerazioni che il libro propone riguardano i danni che inevitabilmente derivano in assenza di leggi e controlli ambientali, lasciando via libera ad attività produttive che permettono un lucro a spese dell’ambiente naturale e storico. Nel volume che esamina la rinascita del lago d’Orta gli autori hanno riassunto i progressi faticosamente fatti in questo senso, dapprima con leggi nazionali, quindi con provvedimenti dell’Unione Europea. L’inerzia e i ritardi hanno permesso nel tempo irrimediabili scempi in campo ambientale, dei quali gli eventi del Lago d’Orta costituiscono un caso esemplare.

“ Se è vero che tali avvenimenti saranno sempre ricostruibili a partire dalla memoria interna al lago stesso attraverso l’archivio sedimentario – sostengono i ricercatori –  altrettanto non può dirsi per le vicende umane che li hanno accompagnati durante il lungo percorso che ha portato fino ai giorni nostri. Essi sono indissolubilmente legati alla vita e alle opere di coloro i quali di questo lago hanno fatto l’oggetto di studi e ricerche, lungo un percorso storico che ha le radici nell’esistenza stessa dell’Istituto di Pallanza”. Così, la ricostruzione delle vicende evolutive dell’Orta, della sua morte biologica e della sua rinascita, si intrecciano con la vita e le opere dei personaggi che nel tempo si sono avvicendati alla guida dell’Istituto Idrobiologico di Verbania. E di quelli che ne hanno portato avanti le ricerche: tecnici, ricercatori, studenti che con il loro lavoro hanno costruito quella gigantesca mole di dati e documenti che rappresentano un’eredità oggi da curare e valorizzare. Inizialmente poco compresi e considerati per il loro lavoro, nonostante i numerosi tentativi di rendere le loro risultanze accessibili al vasto pubblico, i protagonisti delle ricerche sul lago, si sono allargati a comprendere  centri di ricerca in Italia e nel Mondo, molti dei quali collegati, quanto meno per le loro origini, all’Istituto stesso. Con il libro – Marina Manca, Piero Guilizzoni, Rosario Mosello e Maurizio Gentilini – hanno voluto dare visibilità alle istituzioni, alle persone e ai personaggi che del lago hanno documentato l’esistenza e la morte, pianificato il recupero, accompagnato la rinascita, in sostanza facendone la storia. Gli studiosi che hanno ereditato il testimone delle ricerche sull’Orta oggi godono di ampio credito, ancora una volta considerando questo lago come ambiente ideale per studi pionieri e l’applicazione di tecniche di avanguardia.  Il recupero della qualità delle acque lacustri e di tutte le sue utenze, unita alle bellezze naturali ed artistiche presenti sul territorio, permetterà un ulteriore sviluppo di un  turismo sostenibile e attendo all’ambiente. Infine, la lezione che deriva dalla storia del lago d’Orta deve fare riflettere sulle sfide future, riguardanti non solo quel lembo di territorio al nord del Piemonte ma ogni realtà. Gli autori rammentano come sia “enormemente aumentata la potenzialità dell’uomo e delle sue macchine di incidere sull’ambiente, attingendo a combustibili fossili con l’emissione in atmosfera di ingenti quantità di biossido di carbonio, ossidi di zolfo e azoto. Gli effetti sull’ambiente e sulla qualità della vita sono già ben evidenti, ma gli sforzi per fronteggiare la situazione non sono arrivati a risultati degni di nota. La grande differenza rispetto agli eventi del passato riguarda l’estensione delle aree interessate, prima limitate a porzioni di territorio, ora estesa all’intero pianeta”. Una bella sfida, impegnativa quanto necessaria, alla quale questo libro e la passione di chi l’ha scritto offrono un contributo qualitativamente notevole.

Marco Travaglini

Lite in zona Aurora. Un ferito grave

ALESSI (Fdi): È ora di dire basta!”

Torino, Circoscrizione 7, Aurora Via Bra. “Una lite violenta tra sudamericani. Una persona portata via in codice rosso. Cittadini impauriti”, denuncia Patrizia Alessi, capogruppo Fdi che aggiunge: “potrebbe esserci un altro morto, una violenza inaudita che come dico sempre scoppia da un attimo all’altro. Solo la Città non capisce la terribile situazione che si vive in questo pezzo di territorio. È ora di dire BASTA!”
La richiesta, in particolare, è quella di maggiori controlli all’interno degli immobili. “Spesso in piccoli appartamenti si trovano a vivere anche venti trenta persone, molte tensioni che poi sfociano in episodi di violenza nascono in contesti di degrado come questi. Su questo aspetto la Città di Torino può e dovrebbe intervenire”.

Tentato femminicidio: uomo accoltella più volte la moglie dopo una lite

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Tentato femminicidio a Grugliasco, dove un uomo di 61 anni ha accoltellato più volte la moglie, sua coetanea, durante un violento litigio nell’abitazione di famiglia. L’aggressione è avvenuta intorno alle 18:30 in via Moncalieri. La donna, colpita all’addome, è stata trasportata in condizioni critiche all’ospedale Molinette, in arresto cardiaco per emorragia: ha subito gravi ferite e ha subito l’asportazione della milza. È ricoverata in terapia intensiva e le sue condizioni sono disperate. L’uomo è stato arrestato dai carabinieri. In casa era presente anche la figlia 24enne, che non è stata coinvolta nell’aggressione.

Dramma della solitudine: muore in casa, trovato dopo giorni

Un uomo di circa 80 anni è stato trovato senza vita nel suo appartamento di via Cesana, a Santena. La scoperta è avvenuta questa mattina, probabilmente a seguito di un decesso per cause naturali.

A lanciare l’allarme sono stati i servizi sociali, preoccupati per l’assenza di risposte ai ripetuti tentativi di contatto. Sul posto sono intervenuti il personale sanitario, i vigili del fuoco di Chieri e la polizia locale di Santena.

Secondo una prima ricostruzione, l’uomo sarebbe deceduto da alcuni giorni. Un triste segnale della solitudine in cui viveva.

Evelina Christillin nel Consiglio Generale di “Fondazione Passadore 1888”

A seguito delle nomine proposte dalla Banca, Socio Fondatore, si è insediato il nuovo Consiglio Generale della “Fondazione Passadore 1888” ente filantropico volto a sostenere, promuovere e svolgere iniziative nella tutela ambientale e del territorio, nella valorizzazione degli aspetti artistico-culturali, nell’utilità sociale e nel sostegno alla sanità e la solidarietà.

A seguito dell’ingresso dei due nuovi consiglieri Francesco Berti Riboli (imprenditore nell’ambito della sanità) ed Evelina Christillin (dirigente culturale, aziendale e sportiva), il Consiglio generale risulta così composto: Andreina Boero (Presidente), Federica Passadore (Vice Presidente), Francesco Berti Riboli, Matteo Bonelli, Evelina Christillin, Franco Lizza, Agostino Passadore, Marco Risso, Danco Singer, Alberto Sobrero. Il Segretario è Lucio Siboldi.

Il Comitato di gestione è stato confermato nella seguente composizione: Augusto Passadore, Francesco Passadore, Edoardo Fantino.

Confermato inoltre l’Avv. Francesco Illuzzi, Organo di Controllo.

La Fondazione è nata nel 2022 su iniziativa della Banca Passadore & C. come parte del più ampio percorso della Banca verso una sempre maggiore responsabilità sociale e rappresenta anche un punto di riferimento per tutti coloro che vogliano effettuare beneficenza rivolgendosi a una realtà affidabile e trasparente.

Nei primi tre anni di attività, la Fondazione ha sostenuto 121 progetti, deliberando interventi per circa 1.100.000 euro.

L’area che ha ricevuto il maggior stanziamento di risorse è stata quella del sostegno alla sanità e alla solidarietà con il 60% delle risorse destinate.

Bagni a Porta Nuova: “Così non va!”

Caro direttore, 

msento troppo frustrato della situazione dei bagni della stazione di Torino porta Nuova, è impossibile che tutti i locali della stazione sono tutti chiusi e ti invitano di andare al binario 19 dove per andare al bagno devi pagare €1,20: una cosa vergognosa. Ma la cosa peggiore: è possibile che tra tutti i passeggeri nessuno fa un reclamo, che siamo costretti ad andare solo a quei bagni lì, costretti a pagare salato.  C’è chi aspetta il treno un’ora e ha necessità di andare più volte in bagno ma così ci si mangia  mezzo stipendio!
Giuseppe Pignola

Resistere al tempo, conservare la memoria

SABATO 24 MAGGIO 2025, ORE 10

POLO DEL ‘900 – Auditorium

Piazzetta Franco Antonicelli – Torino

80 anni dopo – Verso un Museo regionale

Voci e luoghi della Resistenza piemontese

Con un intervento di Valentino CASTELLANI

 

I luoghi della Memoria e della Resistenza del Piemonte si raccontano al pubblico e offrono un contributo di idee e di proposte verso la realizzazione del Museo “regionale” della Resistenza.

Sabato 24 maggio, alle ore 10, l’Auditorium del Polo del ‘900 (piazzetta Franco Antonicelli), a Torino, ospiterà l’incontro «80 anni dopo – Verso un Museo regionale. RESISTERE AL TEMPO, CONSERVARE LA MEMORIA. Voci e luoghi della Resistenza piemontese», organizzato dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte, dal Polo del ‘900 e dalla Rete tematica regionale della Guerra e della Resistenza.

Introdurrà i lavori Domenico Ravetti, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione.

Seguirà la proiezione del cortometraggio vincitore della 43° edizione del “progetto Storia contemporanea” realizzato dagli studenti del Liceo Cavalieri di Verbania e dedicato alla figura della partigiana musicista e ministra della libera Repubblica dell’Ossola Gisella Floreanini.

Interverranno i rappresentanti di Alpette (Torino), Benedicta (Alessandria), Borgo San Dalmazzo (Cuneo), Colle del Lys (Torino), Cumiana (Torino), Ornavasso (Vco), Paraloup (Cuneo) Pozzol Groppo (Alessandria), Rocchetta Ligure (Alessandria), Verbania Fondotoce (Vco), Vesime e Vinchio (Asti).

È previsto un intervento di Valentino Castellani.

 

Dichiara Domenico Ravetti: «Per conoscere il Piemonte basta recarsi a visitare i tanti luoghi in cui si custodisce la memoria della lotta di Liberazione e dove si sono forgiati i principi della nostra Costituzione. Per questo crediamo nella necessità che il Museo Diffuso della Resistenza di Torino si trasformi in un “Museo del Piemonte”, venendo così a svolgere un ruolo di regia e di coordinamento. Un museo “regionale”, con protagonisti gli Istituti storici della Resistenza ma anche le Province e i Comuni, cosicché i nostri luoghi della Memoria possano essere potenziati dal punto di vista culturale e turistico (pensiamo ai sentieri partigiani e agli ecomusei), trovando anche il modo per meglio conservare e valorizzare archivi e raccolte private che in taluni casi rischiano di andare disperse. Abbinando l’anima multimediale e immateriale dell’attuale Museo Diffuso di Torino, con tutte le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie, indispensabili per coinvolgere le generazioni più giovani, con l’anima materiale, che è quella che troviamo nei vari musei, case della Resistenza, memoriali e sacrali».

Uccise la moglie in Perù, arrestato a Torino

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Nella mattinata di sabato 25 maggio 2025, la Polizia di Stato ha arrestato un cittadino straniero, classe 1992, risultato essere un ricercato internazionale per omicidio.

L’uomo è stato dapprima controllato da una pattuglia della Squadra Volante in Via Leonardo Da Vinci e poi dagli immediati accertamenti effettuati tramite le banche dati internazionali, è emerso che era destinatario di un mandato di cattura emesso dalle autorità peruviane, in quanto condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie, avvenuto in Sudamerica, con l’uso di un’arma da fuoco.

L’uomo è stato quindi arrestato e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa delle procedure di estradizione.

Rubavano veicoli e nei cantieri: quattro arresti

 

La Polizia di Stato di Torino ha dato esecuzione a quattro misure cautelari personali nei confronti di altrettanti soggetti impegnati in attività illecite finalizzate al furto di veicoli e di materiale edile prelevato da cantieri.

L’indagine, avviata nel novembre 2023 sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, ha preso il via in seguito alla denuncia presentata da un uomo agli uffici della Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale di Torino, vittima del furto del proprio autocarro all’interno del quale si trovava un carico di materiale edile di rilevante valore commerciale. 

L’attività di indagine ha permesso di attribuire a cinque indagati ben 23 episodi delittuosi commessi nelle ore notturne a Torino e nei comuni limitrofi, relativi in particolare al furto di veicoli o parti di essi, nonché di materiale edile custodito all’interno di cantieri.  

Scopo dei malviventi era la successiva commercializzazione delle parti dei mezzi oggetto di furto, che per tale ragione venivano quasi completamente smontati una volta condotti in luoghi “sicuri”.

Grazie all’attività della Polizia Stradale, gran parte dei veicoli trafugati sono stati rinvenuti e restituiti ai legittimi proprietari prima delle operazioni di cannibalizzazione.

Per i reati sopra menzionati, su disposizione del GIP presso il Tribunale di Torino, la Squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale di Torino ha eseguito l’ordinanza applicativa della misura cautelare dell’obbligo di dimora con divieto di allontanarsi in ore notturne dalla propria abitazione per due soggetti e dell’obbligo di presentazione quotidiana alla P.G. per altri due.

È doveroso precisare che il procedimento penale si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari: vige, pertanto, la presunzione di non colpevolezza degli indagati, sino alla sentenza definitiva.

Spray al peperoncino, liceo evacuato

Mattinata agitata al Liceo delle Scienze Umane “Regina Margherita” di Torino, dove lunedì 26 maggio, si è verificato un episodio che ha richiesto l’evacuazione dell’istituto scolastico.

Intorno alla seconda ora di lezione, all’interno della succursale di via Casana, è stato spruzzato un quantitativo consistente di spray urticante al peperoncino. Immediati i disagi tra studenti e studentesse: numerosi i casi di irritazione agli occhi e bruciore alla gola segnalati al personale scolastico.

La dirigenza, rilevata la situazione, ha disposto l’evacuazione dell’intero edificio per garantire la sicurezza di alunni e personale e favorire l’areazione dei locali. Sul posto sono intervenuti anche i soccorsi per accertare le condizioni dei presenti e ristabilire la normalità.

Non sono ancora noti i responsabili del gesto, mentre sono in corso le verifiche per chiarire l’accaduto.