CRONACA- Pagina 193

Poste italiane incontra il territorio della Valle Susa

Si è svolto ieri presso la Sala Consiliare del Comune di Susa l’incontro dedicato agli Amministratori locali della Valle nell’ambito delle iniziative di valorizzazione dei territori e delle comunità locali promosso da Poste Italiane. Alla presenza dell’Assessore agli Enti Locali della Regione Piemonte, Enrico Bussalino, del Presidente UNCEM, Marco Bussone, del Sindaco di Susa, Pier Giuseppe Genovese, del Presidente dell’Unione Montana Valle Susa, Pacifico Banchieri, i rappresentanti di Poste Italiane hanno illustrato le iniziative messe in campo sul territorio.

Nel ribadire l’importanza di mantenere la capillarità soprattutto nelle piccole comunità, al fine di consolidare la propria presenza attraverso un’offerta di servizi sempre più ampia, l’Azienda ha condiviso l’avanzamento territoriale del progetto Polis “Casa dei servizi digitali” in Valle grazie al quale gli Uffici Postali si stanno trasformando in veri e propri Sportelli digitali di prossimità con servizi disponibili 24 ore su 24. Grazie a Polis, i cittadini della Valle di Susa possono già accedere ai servizi della P.A. quali la richiesta di certificati previdenziali e giudiziari, certificati anagrafici e di stato civile e a breve sarà possibile richiedere anche la carta d’identità elettronica, il passaporto, il codice fiscale per i neonati e numerosi altri servizi che si aggiungono a quelli postali, finanziari, logistici, assicurativi e di telecomunicazione. Infatti, sono già 11 gli Uffici Postali abilitati al servizio mentre i restanti 25 saranno completati nel biennio 2025- 2026.

L’Ufficio di Via Mazzini a Susa è già stato interessato dai lavori e offre oltre ai servizi postali, finanziari, di assicurazione ed energia anche i servizi INPS (il cedolino della pensione, la certificazione unica e il modello “OBIS M” che riassume i dati informativi relativi all’assegno pensionistico) e i certificati anagrafici. Nella nuova configurazione l’ufficio ha cinque postazioni di lavoro, di cui due ribassate ed è stata creata una seconda sala consulenza per favorire così una relazione più agevole col cliente nella totale riservatezza. Inoltre, per poter far fronte alla crescente domanda di servizi, Poste Italiane ha ampliato l’orario di apertura della sede anche al pomeriggio.

Sempre in Valle, ad Avigliana, Poste Italiane ha investito nella realizzazione di Spazi per l’Italia, la più grande rete di co-working del Paese con la creazione di un sito smart, interconnesso, ricavato dalla valorizzazione di un immobile di proprietà aziendale dedicato ad aziende, organizzazioni e liberi professionisti. L’immobile è stato completamente ristrutturato e allestito con uffici moderni, digitalizzati e dotati di postazioni di lavoro attrezzate, open space, aree break e sale riunioni.

Polis contribuirà anche ad una maggiore efficienza energetica e darà slancio alla mobilità verde attraverso l’installazione di colonnine di ricarica per i mezzi elettrici e di impianti fotovoltaici.

Poste Italiane è presente sul territorio della Valle di Susa con 37 Uffici Postali, 16 ATM Postamat di cui 2 installati in Comuni senza ufficio postale, 5 centri di distribuzione per il recapito della corrispondenza e pacchi e 30 Punto Poste, ovvero reti terze quali tabaccai o stazioni di servizio ENI, collect point per l’invio e il ritiro di spedizioni.

Tra i servizi per la Pubblica Amministrazione è stato presentato durante l’incontro il servizio di Tesoreria dedicato ai Comuni. Grazie alla partnership siglata con Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Poste Italiane garantirà la gestione di tutte le attività di incasso/pagamento e le verifiche di bilancio, attraverso un team di risorse qualificate e dedicate, la disponibilità di un Ufficio Postale di radicamento per le attività che richiedono la “presenza fisica” e l’accessibilità a tutta la Rete di Uffici Postali per le attività di incasso. CDP assicurerà la gestione delle “anticipazioni di cassa” nelle situazioni di temporanea carenza di liquidità.

Cottolengo, “l’amore si fa casa”

Al Cottolengo di Torino si inaugura il nuovo Percorso storico alle origini della Piccola Casa della Divina Provvidenza

Giovedì 12 dicembre 2024 alle ore 16,

con il Vescovo Ausiliare Mons. Giraudo e il Sindaco Lo Russo

 

Al Cottolengo di Torino giovedì 12 dicembre 2024 alle ore 16 si inaugura il nuovo Percorso storico alle origini della Piccola Casa della Divina Provvidenza.

 

La presentazione inizia nella Chiesa grande della Piccola Casa (via Cottolengo 14 – Torino).

 

Dopo il saluto dei Superiori generali

  • Padre Carmine Arice, Padre generale della Piccola Casa
  • Madre Elda Pezzuto, Superiora generale delle Suore di S.G.B. Cottolengo
  • Fratel Giuseppe Visconti, Superiore generale dei Fratelli cottolenghini

intervengono:

  • Mons. Alessandro Giraudo, Vescovo Ausiliare di Torino
  • Prof. Stefano Lo Russo, Sindaco della Città di Torino

Quindi si tiene la presentazione del Percorso storico a cui seguono il taglio del nastro e la visita libera della neonata esposizione.

 

Si tratta di un itinerario di visita, aperto a tutti, nel primo nucleo della Piccola Casa in Borgo Dora che San Giuseppe Benedetto Cottolengo avviò nel 1832, dopo che fu costretto a chiudere «l’Ospedaletto della Volta Rossa» in via Palazzo di Città a causa del colera che dilagava a Torino. Aprì dunque la Piccola Casa della Divina Provvidenza per ricoverare le persone malate che non trovavano accoglienza negli ospedali cittadini.

 

«L’Amore si fa Casa» è il titolo del percorso nelle prime stanze adibite dal Cottolengo all’accoglienza e alla cura dei malati e nella farmacia storica avviata dal santo per produrre in autonomia i medicinali di cui c’era bisogno nella Casa.

 

Nel percorso viene documentato lo sviluppo della Piccola Casa nei primi dieci anni di vita, dal 1832 al 1842, fino alla morte del fondatore (30 aprile 1842).

In particolare si trovano i documenti originali con cui il Regno sabaudo, con il re Carlo Alberto, nel 1833 riconobbe ufficialmente la Piccola Casa.

 

Viene mostrata anche la crescita e la diffusione delle famiglie religiose fondate dal santo – Sacerdoti, Suore e Fratelli – e vengono ricordate alcune famiglie di ospiti a cui l’opera cottolenghina offriva cure sanitarie, assistenza, istruzione e percorsi educativi.

 

L’itinerario di visita va ad ampliare il percorso storico nelle stanze abitate dal Santo Cottolengo e dai suoi primi collaboratori, inaugurato dall’Arcivescovo Mons. Roberto Repole il 30 aprile 2023.

 

«Con l’apertura del nuovo percorso di visita», evidenzia Padre Carmine Arice, «desideriamo andare alle origini dell’opera fondata dal Cottolengo per una rinnovata fedeltà al carisma. Intendiamo, inoltre, far conoscere la nascita della storia e della mission della Piccola Casa alla Città, alla Regione e a coloro che da tutto il mondo ogni anno si recano in visita al Cottolengo».

 

Il percorso storico, dopo l’inaugurazione di giovedì 12 dicembre, verrà inserito nel ricco itinerario di visita che la Piccola Casa riserva da tempo ai diversi gruppi di pellegrini e alle scuole che intendono conoscere l’opera cottolenghina.

 

Per prenotare le visite: e-mail veniteevedetecottolengo@gmail.com

Per ulteriori informazioni: www.cottolengo.org

Pic nic di fuoco ai giardini Alimonda

LA DENUNCIA DI ALESSI (Capogruppo FDI Circoscrizione 7)

Caro direttore,

questa mattina i cittadini, transitando nel Giardino Alimonda, hanno trovato i resti di un pic nic con tavoli pieni di bottiglie e un cestino dei rifiuti incendiato. Poco distante un pancale di legno smontato per mettere i pezzi di legno dentro il cestino e dargli fuoco. Spesso al mattino gli operatori dell’Amiat si trovano difronte a situazioni del genere. Anche alcune panchine sono rotte. Non basta per riqualificare un Giardino costruire un campo da pallavolo se poi non si controlla il territorio.

Patrizia Alessi

Mauriziano, impiantato a ventenne per la prima volta defibrillatore extravascolare

Intervento cardiaco innovativo, ultima frontiera nella prevenzione della morte cardiaca improvvisa
Nei giorni scorsi, presso la Cardiologia dell’ospedale Mauriziano di Torino (diretta dal dottor  Giuseppe Musumeci), l’équipe elettrofisiologica, guidata dalla dottor Stefano Grossi, ha realizzato con successo il primo impianto di defibrillatore extravascolare intratoracico.
La morte cardiaca improvvisa é la principale causa di decesso sotto i 60 anni ed é responsabile del 50% delle morti imputabili a malattie cardiovascolari. Ogni anno in Europa si registrano circa 400mila arresti cardiaci. 60mila soltanto in Italia.
Come emerge dalla cronaca di questi ultimi giorni, anche soggetti giovani e professionisti dello sport possono essere colpiti da aritmie improvvise e potenzialmente letali.
Il moderno dispositivo è stato impiantato su un giovane poco più che ventenne affetto da una malattia genetica rara, una forma di distrofia neuromuscolare che ha risparmiato le funzioni muscolari motorie, ma che ha colpito l’attivazione elettrica del cuore rendendo il paziente  vulnerabile rispetto alla morte improvvisa.
I defibrillatori impiantabili sono dispositivi in grado di interrompere queste gravi aritmie. Essi tradizionalmente vengono collocati parzialmente all’interno delle camere cardiache attraverso il sistema venoso e con il tempo possono essere oggetto di disfunzione o di infezione, rendendo necessari interventi di estrazione non scevri da rischi per i pazienti.
Per ridurre tali problematiche negli ultimi anni é stato introdotto un sistema extracardiaco in cui i  cateteri decorrono in sede sottocutanea, evitando che eventuali fenomeni infettivi giungano nel sistema circolatorio ed al cuore con gravi conseguenze. Questo dispositivo ha però il limite di avere tra il sistema di defibrillazione ed il cuore tutto lo spessore della cassa toracica, con conseguente impossibilità di stimolazione duratura e necessità di alte energie di intervento.
Il nuovo dispositivo extravascolare intratoracico (grande quanto una saponetta) è impiantato sotto l’ascella e la sua parte attiva,  l’elettrodo, viene posizionata direttamente sotto lo sterno vicino al cuore, evitando i problemi del sistema transvenoso, ma mantenendone i vantaggi: una elevata longevità di oltre 11 anni, piccole dimensioni e possibilità di stimolare il cuore ed interrompere le aritmie potenzialmente letali, anche senza erogare shock ad alta energia. Il sistema ha inoltre un minimo impatto estetico e determina un impaccio trascurabile nei movimenti.
“Per tutte queste ragioni abbiamo scelto di impiantarlo (uno dei primi interventi in Italia ed il primo in Piemonte) in un paziente così giovane. – dichiara il dottor Stefano Grossi – La procedura di impianto del defibrillatore extravascolare si é svolta senza alcuna complicanza e il ragazzo é già stato dimesso ed in pochi giorni potrà tornare ad avere  una vita normale, riprendendo le sue usuali attività, compreso lo svolgimento di una moderata attività fisica”.
“Questo intervento innovativo – dichiara il Direttore della Cardiologia dell’ospedale Mauriziano dottor Giuseppe Musumeci, fa parte di un programma assolutamente all’avanguardia, che vede il servizio di elettrofisiolgia della nostra Divisione essere il primo in Italia tra gli ospedali pubblici ed il terzo in assoluto per volume e qualità delle procedure ablative delle principali aritmie. Recentemente l’apertura della seconda sala di elettrofisiologia ha permesso infatti di ridurre le liste d’attesa e trattare ancora più pazienti, garantendo ancora più innovazione come testimoniato da questo caso e dalla recente introduzione di una nuova tecnica di ablazione mediante due diverse forme di energia per ottenere la neutralizzazione delle aree aritmogene. Infatti con un solo catetere é stato possibile erogare  sia  radiofrequenza che elettroporazione. All’ospedale Mauriziano, oltre alla combinazione delle due energie nella stessa seduta, tale metodica é stata utilizzata per la prima volta al mondo con un approccio endo-epicardico, cioé sia dall’interno che dall’esterno del cuore. Tutte queste metodiche sono possibili grazie alla guida di una Direzione aziendale illuminata, nel contesto di un’Azienda ospedaliera che, non a caso, è stata recentemente riconosciuta da AGENAS come una delle prime 13 eccellenze nazionali”.

In Commissione Ambiente: “Il lupo non necessita più di essere specie protetta”

Il lupo non ha più bisogno di essere una specie protetta perché ormai è presente in tutto l’arco alpino e soprattutto in Piemonte. Questo il risultato principale del monitoraggio svolto negli ultimi cinque anni dal progetto europeo Life WolfAlps (cofinanziato dalla UE) conclusosi a settembre 2024. Il progetto è stato illustrato durante l’audizione in Commissione Ambiente, presidente Sergio Bartoli, richiesta dalla consigliera Sarah Disabato (M5s).

Sergio Bartoli, presidente V Commissione Ambiente

La professoressa Francesca Marucco dell’Università di Torino, Coordinatrice Scientifica dell’Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime, ha presentato il progetto internazionale che coinvolge Italia, Francia, Austria, Slovenia e Svizzera con lo scopo di migliorare il rapporto di convivenza tra uomo e lupo e organizzare sistemi di prevenzione dei problemi che questo comporta.
“Abbiamo elaborato una mappa della presenza dei lupi nelle sei nazioni alpine, con il lavoro di più di mille persone ne sono stati censiti 846, di cui 680 nella zona ovest delle Alpi (ma bisogna tener conto che si spostano), il trend della popolazione è stato monitorato e documentato in crescita nel 2023-2024 soprattutto in Piemonte e in Lombardia ma prevediamo che la loro presenza rimarrà stabile nei prossimi decenni. Il progetto Life – ha proseguito la professoressa Marucco – ha avviato per la prima volta un sistema di governance comune nei vari Stati che ora lavorano con gli stessi protocolli con soluzioni complementari al PSR e una programmazione a lungo termine. Il progetto in Italia ha coinvolto diverse istituzioni e professionalità: parchi, Carabinieri forestali, veterinari della Asl, unità cinofile antiveleno, cacciatori, allevatori. Per informare i cittadini abbiamo fatto anche parecchi incontri sul territorio e nelle scuole che hanno riscosso grande interesse”
All’audizione hanno partecipato anche: Piermario Giordano, Luca Gautero, Elisa Avanzinelli, Marta De Biaggi, Arianna Menzano del Parco Alpi Marittime, Luca Marello Parco Alpi Cozie, Andrea De Giovanni Parco Appennino piemontese, il tenente colonnello Andrea Baldi dei Carabinieri forestali del Parco della Val Grande.
Sono intervenuti per chiarimenti e domande i consiglieri: Sarah Di Sabato (M5s), Alberto Unia (M5s), Gianna Gancia (Lega).

 

Truffa del “caro nipote”, anziana derubata di 3500 euro

Nei primi giorni del mese di marzo 2024 un’anziana novarese è rimasta vittima di una truffa attraverso il metodo del “Caro Nipote”. La donna aveva ricevuto una telefonata da parte di un sedicente carabiniere che le diceva che la figlia aveva causato un grave incidente stradale per il quale sarebbe andata in prigione se non avesse pagato immediatamente un avvocato. L’anziana, disperata dall’idea che la figlia andasse in carcere, consegnava a un “collaboratore” del legale presentatosi a casa sua 3.500 euro in contanti e i gioielli presenti in casa.

L’intervento di un nipote, allarmato dal non riuscire a contattare la nonna, faceva fuggire precipitosamente il soggetto, che portava con sé solo il denaro e abbandonava il sacchetto con i preziosi.

Sul posto giungevano gli operatori della Squadra Volanti, della Polizia Scientifica e della Squadra Mobile, che dava immediatamente inizio alle indagini, dalle quali emergevano chiari elementi di prova nei confronti di un ventottenne nato e residente a Napoli, con precedenti specifici attribuitigli in varie regioni del Nord e Centro Italia.

L’attività condotta dagli agenti della Squadra Mobile della Sezione Reati contro il Patrimonio ha consentito di individuare il soggetto anche come presunto autore di un analogo episodio avvenuto sempre in questo capoluogo nel febbraio 2024, nel quale la vittima, una donna ultraottantenne, consegnava al “collaboratore del legale” 1.800 euro in contanti e il bancomat con il relativo pin, con il quale veniva poi effettuato un prelievo di ulteriori 600 euro.

L’uomo è stato quindi denunciato poichè ritenuto responsabile di due truffe aggravate e di indebito utilizzo di carta bancomat.

Il G.I.P. del Tribunale di Novara, su richiesta della locale Procura della Repubblica e ritenendo fondati gli elementi di prova acquisiti, il 26 novembre u.s. ha emesso nei confronti del soggetto interessato un’Ordinanza di applicazione di misura cautelare, disponendo nei confronti del soggetto l’obbligo di dimora nel comune di Napoli e l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.

La misura cautelare è stata eseguita nelle prime ore di sabato 30 novembre u.s. da personale del Commissariato di P.S. “Montecalvario” di Napoli, sotto la cui giurisdizione si trova il domicilio dell’indagato.

Con l’occasione la Polizia di Stato ricorda a tutti i cittadini di prestare molta attenzione alle telefonate che ricevono. Nessun ente dello Stato chiede denaro al telefono, tantomeno gioielli a parziale pagamento per prestazioni, sanitarie o legali che siano. Parimenti, non vengono mai inviate a casa persone incaricate del ritiro dei beni. Telefonate con richieste di questo genere devono creare un campanello d’allarme nei confronti di chi le riceve, che deve immediatamente interrompere la telefonata e comporre, preferibilmente da un’utenza cellulare, il Numero Unico di Emergenza 112.

Maggiori delucidazioni su questa tipologia di reati possono essere reperite al seguente link della Polizia di Stato:https://poliziadistato.it/articolo/40151.

Dalla Regione il buono da 1.000 euro per i servizi fondamentali dei bambini da 0 a 6 anni

In Piemonte il 2025 sarà anche l’anno di Vesta, il nuovo buono da 1.000 euro creato dall’Assessorato regionale alle Famiglie per sostenere l’accesso a servizi fondamentali per i bambini da 0 a 6 anni.

Con l’impiego di 34 milioni di euro attinti dalle misure del Fondo Sociale Europeo se ne potranno erogare 10.000 l’anno nel corso del triennio 2025-2027.

Per accedere a Vesta, che prende il nome dalla dea romana protettrice della famiglia, basterà presentare domanda collegandosi alla piattaforma online che sarà attiva entro il mese di giugno, caricare l’Isee del nucleo familiare e indicare il numero di figli in fascia d’età 0-6 anni, così da poter ottenere il buono per ciascuno di essi.

«Questa misura conferma la volontà del Governo regionale affrontare il tema della natalità e sostenere le famiglie con bambini finanziando quei servizi e attività che fanno parte della quotidianità delle famiglie – ha dichiarato il presidente Alberto Cirio nel corso della conferenza stampa di presentazione – Sono risorse che abbiamo individuato sui fondi europei, proseguendo l’uso virtuoso e innovativo che questa amministrazione fa di questi strumenti. perché riusciamo ad utilizzarli davvero al servizio dei cittadini, siano essi le famiglie, come in questo caso, gli studenti come nel caso delle borse di studio, o le imprese».

L’assessore regionale alle Famiglie e ai Bambini Maurizio Marrone ha evidenziato che «avevamo promesso un ingente piano di sostegno alla famiglia ed ecco Vesta, un aiuto strutturale per pagare l’accesso a servizi fondamentali che stanno diventando troppo costosi anche per il ceto medio in difficoltà. Nessuna coppia vorrebbe mai rinunciare ad avere figli, ma troppo spesso redditi e risparmi non sono sufficienti a permetterseli: da qui un preoccupante inverno demografico che rischia di privare del futuro la comunità, ma anche la nostra ferma determinazione ad utilizzare ogni risorsa pubblica disponibile per sostenere concretamente il potere di acquisto delle famiglie. La rivoluzione delle culle in Piemonte compie così un altro importante passo avanti nel cammino per la natalità».

Come funzionerà Vesta

Una volta ricevuta la comunicazione di assegnazione, Vesta potrà essere utilizzato per servizi per la prima infanzia 0-6 anni (nido d’infanzia, micronido, sezioni primavera, nido in famiglia, spazio gioco per bambini, centro per bambini e famiglie), scuole per l’infanzia e servizi di assistenza scolastica correlati (iscrizione e frequenza, pre e post orario, mensa); centri estivi; baby-sitting; supporto ai soggetti con disabilità (tra cui servizi erogati da centri diurni, di assistenza educativa, laboratori); attività sportiva (ginnastica, psicomotricità, corsi di nuoto e acquaticità, danza, ecc…); corsi di massaggio infantile/espressione corporea; percorsi di avvicinamento all’apprendimento di una lingua straniera; fattorie didattiche/alpeggi.

Alle famiglie basterà tenere copia delle fatture di spesa e caricarle in piattaforma per ottenere sul conto corrente il rimborso fino a 1.000 euro dei costi sostenuti.

Vesta rappresenterà anche l’occasione per intervenire in maniera importante nel rafforzamento del sistema pubblico. L’Assessorato alle Famiglie ha deciso di destinare 5 milioni di euro per istituire una nuova unità di missione nella Direzione Welfare e rafforzare e coordinare l’attività dei Centri per le Famiglie a titolarità pubblica degli Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali nel sostegno alle funzioni genitoriali e cura dei legami, attività di consulenza, mediazione familiare e gestione dei conflitti, rapporti con associazioni ed organismi del terzo settore no-profit.

Mobilità automatizzata, da gennaio a Torino i test di una nuova navetta

È arrivata  a Torino ‘Ohmio Lift’,  la navetta automatizzata del progetto IN2CCAM, finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del Programma di Ricerca e Innovazione Horizon Europe, che coinvolge 21 partner di 10 Paesi europei e 6 Living Lab.

Da gennaio del prossimo anno circolerà lungo un circuito all’interno del territorio cittadino con l’obiettivo di implementare e testare servizi connessi e automatizzati per veicoli, infrastrutture e utenti.

La sperimentazione ha lo scopo di estendere l’ecosistema CCAM –  acronimo di Cooperative, Connected and Automated Mobility, con il quale si indica una sottocategoria dei sistemi di trasporto intelligenti cooperativi (C-ITS) che oggi rappresenta uno dei principali trend del futuro dell’industria automobilistica – urbano; applicare e testare nuove strategie dinamiche di gestione del traffico con il supporto della mobilità connessa e automatizzata, anche con l’obiettivo di bilanciare il flusso dei veicoli, cercando di evitare fenomeni di congestione; simulare e valutare gli impatti sulla rete stradale delle strategie di gestione del traffico in diversi scenari di adozione dei veicoli connessi e autonomi (CAV) .

Il Living Lab di Torino è coordinato da TTS Italia, l’Associazione Nazionale per la Telematica per i Trasporti e la Sicurezza, con il supporto di LINKS Foundation e 5T. In qualità di portatori di interesse sono inoltre coinvolti nella sperimentazione il Comune di Torino, GTT,  il fornitore della navetta automatizzata e i l Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che l’ha autorizzata.

TORINO CLICK

Disabilità, la Regione per l’inclusione scolastica e lavorativa

La Regione Piemonte conferma il suo impegno per favorire l’inclusione scolastica e lavorativa, ponendo al centro questi cittadini e i loro diritti e dare vita ad una società finalmente inclusiva.

Fondo regionale Lavoro e Disabilità: quadruplicate le risorse

Negli ultimi anni, sotto la guida dell’assessore Elena Chiorino, il Fondo regionale Lavoro e Disabilità è stato significativamente potenziato, passando da uno stanziamento di 20 milioni di euro del triennio 2016-2018 agli attuali 78,8 milioni. Queste risorse sono state destinate a finanziare progetti concreti per l’inserimento lavorativo, il supporto all’autonomia personale e l’accompagnamento individualizzato verso il mondo del lavoro. Tra le principali misure: il buono servizi lavoro (13 milioni di euro investiti per 5.503 persone coinvolte e 1.271 contratti stabili attivati) e gli interventi per le imprese (21,8 milioni di euro). Ammontano invece a 2,2 milioni i fondi investiti per il progetto Percorsi#Possibile, che coinvolge 70 scuole e avvierà 570 percorsi personalizzati con l’obiettivo di favorire la partecipazione dei giovani alle esperienze di raccordo scuola-lavoro e alla vita sociale e collettiva.

Sostegno all’inclusione scolastica

La Regione ha intensificato gli interventi per favorire una piena inclusione degli studenti con disabilità, sostenendo attività di supporto personalizzato, il potenziamento della formazione per i docenti e l’acquisto di strumenti tecnologici che facilitano l’apprendimento. Spiccano i 9,5 milioni investiti per l’assistenza all’autonomia e comunicazione degli studenti in condizione di disabilità (di cui 5 milioni per garantire il trasporto degli alunni).

In tema di borse di studio agli studenti con una disabilità superiore al 66% solo nell’anno accademico 2023-24 ne sono state assegnate 177 per un valore comprensivo di 1,3 milioni. Inoltre è stato attivato per la prima volta un contributo straordinario a studenti con disabilità compresa tra il 46% e il 66%: ne hanno beneficiato 29 studenti per un importo complessivo di 180.000 euro.

Per favorire l’inclusione degli studenti sordi attraverso il bilinguismo italiano/LIS sono stati finanziati dal 2020 a oggi 49 progetti per un totale di 1,3 milioni. Nell’anno scolastico 2024-2025 sono in fase di valutazione 25 istanze.

Formazione professionale: investiti 10 milioni

Relativamente all’offerta formativa di Istruzione e Formazione professionale vengono finanziati annualmente oltre 1.200 interventi di sostegno per l’inclusione di allievi con disabilità, Esigenze Educative Speciali (E.E.S.) e BES con svantaggio socio-economico, linguistico e culturale certificati. Le risorse impiegate ammontano a circa 4,5 milioni di euro.

Per quanto riguarda l’inclusione socio-lavorativa di soggetti vulnerabili nel triennio 2021-24 sono stati stanziati 5,4 milioni l’anno. Mediamente sono stati attivati ogni anno 120 corsi di formazione rivolti a 900 persone con disabilità.

Si tratta di misure che portano Elena Chiorino, vicepresidente e assessore regionale all’Istruzione e Merito, Lavoro e Formazione, ad affermare che “siccome la disabilità non può e non deve essere un ostacolo per chi cerca il giusto posto nel mondo del lavoro, come Regione Piemonte diamo pari opportunità di accesso ai percorsi occupazionali e la massima inclusione per raggiungere l’indipendenza che solo la dignità del lavoro può offrire. Abbiamo fatto passi significativi per sostenere le persone con disabilità, ma questi risultati sono un punto di partenza: continueremo a lavorare per abbattere le barriere che ancora ostacolano l’inclusione, con l’obiettivo di costruire una società che sappia davvero riconoscere la forza e il talento di ogni persona”.

 

Satispay, Buoni Pasto nei negozi del Gruppo Esselunga

 

I Satispay Buoni Pasto sono spendibili in tutti i negozi in Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio

 

 A solo 1 anno dal lancio dei Buoni Pasto, Satispay annuncia un importantissimo passo in avanti tramite l’accordo con il Gruppo Esselunga, principale realtà italiana nel settore della grande distribuzione che opera attraverso una rete di oltre 190 negozi, i Bar Atlantic e le profumerie EB, in Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte e Lazio.

I buoni pasto di nuova generazione, pensati e sviluppati da Satispay per generare il massimo valore per gli utilizzatori e la rete di accettazione, raggiungono oggi uno dei più radicati e grandi gruppi italiani.

Una partnership strategica che semplifica la spesa alle migliaia di dipendenti che già oggi fruiscono dei Buoni Pasto Satispay. L’innovativo modello proposto da Satispay si sta affermando sempre più anche come strumento al servizio della spesa, alimentando un trend virtuoso che genera valore sia per i consumatori che per il contesto economico territoriale in cui si inserisce.

 

Angela Avino, Chief Business Development Officer, Satispay, conclude: “Siamo orgogliosi di annunciare questa partnership con il Gruppo Esselunga che rinnova l’impegno e la fiducia in Satispay, già scelta nel 2017 come strumento di pagamento, e che rappresenta per noi un importante tassello di crescita. Questa integrazione valorizza l’impegno di Satispay che ha creato e diffuso un singolo strumento che racchiude efficienza, comodità ed etica”.

 

Satispay Buoni Pasto, infatti, ridisegna completamente l’esperienza d’uso per i clienti: i buoni pasto, totalmente digitali, saranno caricati automaticamente su una sezione dedicata nell’app

Satispay del lavoratore che potrà pagare nei diversi negozi di Esselunga e Bar Atlantic utilizzando sia il buono pasto che l’eventuale importo extra prelevato dal suo wallet personale. Un processo fluido e veloce come un normale pagamento effettuato con l’app Satispay che velocizza l’operazione alla cassa e permette di utilizzare i buoni anche nei giorni festivi e che avrà una durata di 1 anno.