Nell’arco di qualche manciata di minuti, il giovane è stato colpito violentemente dal mezzo in movimento, morendo praticamente sul colpo

Intorno alle ore 12e30 di questa mattina, un ragazzo di 16 anni residente a Santhià (Vercelli), è morto nei pressi della cascina Mandria, a pochi chilometri dalla città, travolto da un trattore guidato purtroppo dal padre stesso del giovane. Secondo le prime ricostruzioni, il padre stava lavorando con un aspiratore per la ghiaia e non si sarebbe accorto della vicinanza del figlio al trattore, il quale stava giocando in sicurezza poco prima con il cane. Nell’arco di qualche manciata di minuti, il giovane è stato colpito violentemente dal mezzo in movimento, morendo praticamente sul colpo. A nulla è servito purtroppo l’arrivo tempestivo dei soccorsi del 118 che hanno cercato di salvare il ragazzo. In seguito, sul posto sono intervenuti anche i carabinieri.
Prosegue l’impegno contro le mafie della Città di Venaria Reale. Lunedì 20 febbraio in mattinata al Teatro della Concordia, le classi terze medie degli Istituti Comprensivi I e II, le classi prime del Liceo Juvarra, le scuole Formont e Casa di Carità Arti e Mestieri, parteciperanno all’iniziativa riservata alle scuole “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”.
natura si rinnovi la primavera della verità e della giustizia sociale. Dal 1996, ogni anno in una città diversa, viene letto un elenco di circa novecento nomi di vittime innocenti. Ci sono vedove, figli senza padri, madri e fratelli. Ci sono i parenti delle vittime conosciute, quelle il cui nome richiama subito un’emozione forte. E ci sono i familiari delle vittime il cui nome dice poco o nulla. Per questo motivo è un dovere civile ricordarli tutti. Per ricordarci sempre che a quei nomi e alle loro famiglie dobbiamo la dignità dell’Italia intera. E Venaria Reale lo fa con questo importante appuntamento rivolto innanzitutto ai giovani. Si ringraziano l’associazione le Aquile, gli Amici della Biblioteca e l’ANC – Associazione Nazionale Carabinieri di Venaria Reale che effettueranno il servizio d’ordine, Fondazione Via Maestra, l’Azienda Speciale Multiservizi e il Comitato della Memoria.
l’accessibilità multiculturale e virtuale del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano
sguardo ironico di Dalsani”, “Immaginare la nazione” e “Torino e la Grande guerra 1915-1918”.
Questa mattina Torino si è svegliata fuorilegge. A neanche due mesi dall’inizio dell’anno è stato infatti consumato il “bonus annuale” di 35 giorni di sforamento previsto per le PM10. E’ un’aria mefitica quella che nel capoluogo e nel resto della regione si respira ormai da settimane, la peggiore degli ultimi 4 anni. Basti pensare che al capoluogo nel giro di qualche giorno faranno con tutta probabilità compagnia anche Asti, che ad oggi ha già raggiunto 31 sforamenti, Alessandria attualmente a quota 28 e Vercelli a 25. Ma la mal’aria ammorba anche i principali centri dell’area metropolitana torinese: Carmagnola dall’inizio dell’anno ha già fatto registrare 31 giorni oltre i limiti, Collegno 25, Borgaro 24, Ivrea 20. “Le soluzioni per ridurre lo smog esistono, metterle in pratica deve diventare una priorità a tutti i livelli istituzionali, dal governo nazionale alla Regione, fino ad arrivare ai singoli Comuni. L’inasprimento delle misure emergenziali a Torino da parte della Giunta Appendino è un primo incoraggiante segnale nella giusta direzione a cui però devono far seguito interventi strutturali efficaci che releghino la mobilità motorizzata privata all’ultimo posto delle opzioni per gli spostamenti quotidiani –dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Nell’attesa che la Regione Piemonte arrivi finalmente ad un aggiornamento ambizioso del Piano regionale antismog chiediamo alla sindaca di Torino, nella sua veste di sindaco della Città Metropolitana, di farsi promotrice di azioni diffuse anche su scala metropolitana”.
Legambiente ricorda che nei giorni scorsi è scattata per l’Italia la seconda fase nella procedura di infrazione sul biossido di azoto. La Commissione Europea contesta al nostro Paese il superamento dei limiti di biossido di azoto nell’aria in violazione della direttiva del 2008. “È arrivato il momento di fare in fretta, per evitare di dover pagare una multa salatissima -circa un miliardo di euro per intenderci- e per tutelare la salute dei cittadini, perché di smog si muore. La Ue –dichiara la presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni– ci contesta di non aver adottato le misure sufficienti per contenere gli sforamenti di biossido di azoto. Più aspettiamo, più aumentano i rischi per le persone, più cresce la sanzione, senza considerare che nel giro di un mese circa dovrebbe arrivare anche il parere motivato della procedura d’infrazione relativa al PM10. Da tempo sosteniamo la necessità di istituire un coordinamento permanente tra i diversi livelli di governo del territorio, per uscire dalla logica dell’emergenza e riuscire ad essere efficaci nell’azione, pianificando in maniera diversa gli investimenti per la riqualificazione e l’innovazione edilizia, per la mobilità pubblica, il riscaldamento, il verde e gli spazi urbani”.
Niente da fare per salvare i tre scialpinisti torinesi – una coppia di 25 e 28 anni e la loro guida di 38
E’ stato condannato a 21 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti, dalla Corte d’Assise d’Appello di Torino
Il problema, che persiste in diverse zone del Piemonte, sulla corretta ricezione del segnale digitale, è una questione ormai cronica.
Sono state stabilite le modalità operative per la definitiva messa in sicurezza della ciminiera dell’ex ospedale militare “Alessandro Riberi” ubicata nelle adiacenze di corso Orbassano.
sicurezza a tutela degli operatori tecnici e dei cittadini, come normalmente avviene in tutti gli interventi di questo tipo, nella fase iniziale dei lavori, d’intesa con le autorità locali, saranno adottati alcuni provvedimenti precauzionali relativi alla circolazione stradale – riduzione a una carreggiata di corso Orbassano – e al transito pedonale in prossimità del cantiere. La decisione di procedere alla demolizione della ciminiera si colloca nel quadro di una oculata gestione delle risorse da parte della Forza Armata che grazie a questa soluzione non dovrà sostenere l’onere di eventuali futuri interventi sul manufatto. L’esigenza di mettere in sicurezza la ciminiera, pur in assenza di imminenti situazioni di pericolo, è emersa nel corso dei periodici controlli di sicurezza infrastrutturale predisposti dall’Esercito nelle proprie installazioni.
Quattro gli scalatori morti a causa del crollo della cascata di ghiaccio nella tarda mattinata di oggi