Il Cacao Cafè dovrà rinviare l’apertura . La nota discoteca avrebbe dovuto iniziare l’attività estiva ieri sera, ma il consigliere comunale Alberto Morano ha scoperto che alla società che «detiene attualmente i locali del Cacao Cafè senza titolo di occupazione non era ancora stato rinnovato il contratto di concessione da parte dell’amministrazione comunale” (120 mila euro annui di canone). Il notaio-consigliere Morano fa notare che nonostante il mancato rinnovo Cacao, tramite facebook «ha annunciato pubblicamente l’apertura del locale al pubblico».

Osserva Morano, che ha avvisato Questura e autorità municipali : «Come è già stato più volte segnalato all’interno dei locali la società in questione ha realizzato opere edilizie abusive di cui il 14 aprile 2017 il Comune ha richiesto la demolizione e le opere abusive configurano una ipotesi di violazione di norme penalmente rilevanti».
«Pare particolarmente grave – aggiunge il consigliere – che la Città di Torino non abbia tempestivamente comunicato alla società il mancato rinnovo del contratto di concessione ed il conseguente ordine di rilascio dei locali ed abbia consentito che, con possibile turbativa dell’ordine pubblico, la società annunciasse l’apertura al pubblico del locale Cacao Cafè senza essere a ciò autorizzata». Dice Morano che l’ apertura del Cacao Cafè potrebbe costituire un illecito, in quanto apertura abusiva di luoghi pubblici. Per aprire i battenti la discoteca del Valentino dovrà ancora attendere.
Lui , a torto, era sicuro di essere stato tradito e ora è in carcere per lesioni e maltrattamenti in famiglia
“Dopo un’attesa troppo lunga, uno stadio leggendario è rinato dalle sue macerie

Code interminabili attese per entrare nel Palazzo di giustizia di Torino.
Ha pensato di rapinare farmacie e negozi per trovare le somme necessarie per pagare un presunto debito di droga di qualche anno prima

hanno dato torto e sono molto, ma molto contendo d’ essere stato smentito dai fatti. Hanno fatto le scelte giuste sugli uomini.
stato, lasciando spazio ai piccoli editori, ed in questo tornando alle origini. Una consistente riduzione dei costi espositivi ha, poi fatto il resto. Allargando le proposte editoriali . Diciamola così, per tutti ma proprio tutti i gusti. Espositori che sono ritornati dopo anni di assenza che sono soddisfatti. Editori milanesi contenti d’aver esposto. “Qui abbiamo venduto e a Milano no”. Nulla è perfetto e tutto perfettibile, ma ripetiamo: per una volta siamo proprio soddisfatti.
E il rapporto tra Torino e Milano? Collaborazione che non vuole dire essere fagocitati. Direi proprio : Continuate così… da noi torinesi un piccolo e sincero grazie.



Nei giorni scorsi, nel Salone d’Onore dell’Accademia Albertina, alla presenza di importanti cariche istituzionali e di numerosi esponenti del mondo della Cultura e dell’imprenditoria, è stato conferito a Pietro Grasso,Presidente del Senato, il titolo di Accademico d’Onore. 
indipendentemente dal ruolo che riveste o dal settore in cui opera”. “Voler capire e conoscere con ostinazione”: ecco il dovere di un magistrato, quello cui Pietro Grasso ha dedicato tutta la sua vita professionale, da giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra , a Procuratore capo a Palermo, prima di diventare, dall’ottobre del 2005 al gennaio del 2013, Procuratore nazionale antimafia, e, infine, dal marzo 2013, Presidente del Senato. Numerosi sono i suoi saggi,” ricchi di storia e sentimenti – ha continuato Spataro – le caratteristiche che a me più piacciono in un libro. Non si può perdere , in particolare, il suo ultimo libro (Storie di sangue, amici e fantasmi) , presentato il 18 maggio al Salone del libro, che, dopo l’autorevole introduzione del Capo dello Stato, inizia e finisce con due lettere che l’autore rispettivamente indirizza a Giovanni Falcone ed a Paolo Borsellino. E comprende, tra i tanti, anche un bel ricordo di un altro magistrato
antimafia, Gabriele Chelazzi al quale ero particolarmente legato. Ebbene, Grasso mostra di ricordarli innanzitutto per non essersi mai proposti al Paese come alfieri del bene, unici pronti ad affrontare e vincere il male. Erano invece magistrati – esattamente come Grasso – ben sapevano che il loro dovere era quello di indagare con determinazione, senza fermarsi dinanzi agli ostacoli che incontravano, ma senza mai atteggiarsi a moralizzatori del Paese e senza avere come fine concorrente quello di scriverne la storia”. Tra pochi giorni cade l’anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Armando Spataro ha ricordato che nel maggio del 1991 Grasso era stato chiamato da Giovanni Falcone al Ministero della Giustizia e che, dopo la strage di Capaci , aveva anche sostituito Falcone quale componente
della Commissione Centrale per i programmi di protezione nei confronti di testimoni e collaboratori di giustizia. “Come Falcone e Borsellino anche altri magistrati sono stati uccisi per l’adempimento del loro normale e quotidiano dovere: non eroi perchè sono morti, ma perchè hanno voluto capire e conoscere con ostinazione. E tu, Piero Grasso, vivi ed operi per onorarli e per onorare la dignità e la coerenza, le virtù più importanti e necessarie per chi ha pubbliche responsabilità”.Dopo le parole commosse di Armando Spataro ,Sebastiano Lo Monaco ha interpretato un brano tratto dal romanzo ” Per non morire di mafia” di Pietro Grasso. La bella cerimonia si è conclusa con l’intervento dello stesso Pietro Grasso, che ha ringraziato il Consiglio Accademico per il conferimento del titolo tanto gradito.
DALL’ABRUZZO