Al Palazzo di giustizia di Torino è stata discussa la perizia ordinata dal tribunale per capire le cause del naufragio, avvenuto con la piena del 25 novembre 2016, dei battelli turistici sul Po Valentino e valentina. Per la vicenda sono indagati quattro dirigenti GTT. In base alla perizia uno dei due battelli si sarebbe messo di traverso alla corrente dopo lo sganciamento dei puntoni di appoggio, non riuscendo così a resistere alla forte pressione della massa d’acqua. Le cime hanno ceduto e il battello ha trascinato anche l’altro.
(foto: Mihai Bursuc)

Italia, magari a fatica, siamo in uno stato di diritto democratico basato sulla divisione dei poteri. Certo che (credo) il magistrato che chiederà al Gip il rinvio a giudizio non lo farà a cuor leggero ed abbia le relative prove. Non é una anticipazione del verdetto. Che i pentastellati siano stai intempestivi in questi anni nel denunciare le magagne di altri e nel condannare seduta stante è un fatto. A mia memoria Chiara Appendino é forse la prima Sindachessa che verrebbe rinviata a giudizio .Triste primato. Siamo curiosi nell’eventualità, di quali saranno le reazioni pentastellate. Vale sempre il detto di non fare agli altri ciò che non si vuole che venga fatto a se stessi. Sugli arrestati
innanzitutto complimenti alle forze dell ordine. Presumo che le indagini siano state difficili, articolate e svolte con dedizione in ambienti ostili, magrebini della seconda generazione.Nati nel nostro paese. Complimenti per il riserbo sulle indagini. La digos è intervenuta, forse anche l’antiterrorismo .Ed anche qui non penso che gli arresti siano stati fatti con leggerezza. Non mi intendo più di tanto di diritto penale, ma creare il panico é un atto terroristico. La morte di una persona e i 1500 feriti testimoniano questi giudizi. Tragicamente vari fattori si sono
intersecati producendo la disgrazia che poteva essere una tragedia. Evoluzioni? Vedremo. Sta di fatto che siamo di fronte ad un atto terroristico .Possibile che gli arrestati non sapessero valutare le conseguenze? Si sono addirittura vantati via web. Qualcuno ha confessato. Pochi dubbi sulla loro
consapevolezza. Seconda generazione. Ho subito pensato a Parigi e alle sue periferie, d’ istinto all’immigrazione e alla convivenza. Siamo ad una nuova categoria del fenomeno, un salto di qualità non militare ma sociale e comportamentale .Mediatori culturali, forze politiche e forze di polizia possono solo collaborare tra loro per capire, limitare e reprimere il fenomeno. Rassegnarsi nel convivere con il problema ma non rassegnarsi nel contrastarlo e vincerlo.
Un incidente stradale sull’autostrada A5 Torino-Aosta avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi.
Sono finite in camera iperbarica le quattro persone che la scorsa notte a Muriaglio
Si è conclusa presso Palazzo Arsenale sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, la sessione straordinaria di discussione delle Relazioni di laurea triennale e delle Tesi di laurea specialistica riservata ai frequentatori civili dei Corsi in Scienze Strategiche
l’unicità del sistema formativo torinese nel quale Esercito ed Istituzioni Accademiche operano in stretta integrazione attraverso la Scuola Universitaria Interdipartimentale in Scienze Strategiche garantendo una proposta didattica moderna, flessibile e di grande interesse anche per numerosi
studenti civili, attratti da possibili sbocchi professionali nei settori della sicurezza, difesa e cooperazione internazionale. La Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino dove ogni anno si formano oltre mille studenti militari e civili, italiani e stranieri, rappresenta un polo culturale in grado di coniugare aspetti quali rispetto per le tradizioni, innovazione didattica ed internazionalizzazione degli studi.
Addio a Sauro Tomà, superstite del Grande Torino, scomparso martedì a 92 anni.
L’Associazione Ulaop Onlus di Fondazione CRT promuove una raccolta benefica di prodotti per l’igiene dei neonati e dei bambini domani, sabato 14 aprile,
Ha vinto l’Urologia universitaria dell’ospedale torinese
rischio” hanno dovuto sottoporsi entro 1 mese ad un secondo intervento, finalizzato ad individuare coloro che erano a rischio così elevato da dover asportare la vescica. Grazie ai risultati di questa ricerca, condotta su un’ampia casistica 2500 tumori “ad alto rischio” provenienti da 25 Centri internazionali, è stato possibile individuare solo un sottogruppo di pazienti per i quali è importante ripetere l’intervento, evitando così il fardello di un secondo intervento in altri casi. Le conclusioni dello studio sono state considerate convincenti al punto da essere acquisite dalle recenti Linee Guida Europee, che hanno ridimensionato significativamente le indicazioni a ripetere l’intervento per tumore alla vescica ad alto rischio. Questa ricerca rappresenta un beneficio per i pazienti che potranno da un lato veder ridotto lo stress di un secondo intervento ed al contempo un decongestionamento delle liste d’attesa sempre più incalzanti. Il Premio, sotto forma di borsa di studio, verrà consegnato nel mese di giugno durante il Congresso annuale dell’Associazione degli Urologi britannici che si terrà a Liverpool.