Gianluca Cupri, 41 anni, di Collegno, era stato anche in Tv in trasmissione dalle Iene, per chiedere di essere aiutato a “guarire” dalla “malattia” che lo colpiva e di cui non riusciva a liberarsi: era un truffatore compulsivo. A quanto pare non è guarito e ha continuato la sua attività sino all’arresto da parte dei carabinieri che ieri gli hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per truffa aggravata e continuata. E’ considerato responsabile di numerose truffe tra il 2014 e il 2017, quando pubblicava annunci sul sito “subito.it”. Peccato che dopo aver ricevuto il pagamento per cd, macchine fotografiche, cellulari, non inviava la merce.
A Lessolo una mamma ha partorito nella sua auto sotto casa. Il marito era al telefono con l’operatore del 118, e le prestava assistenza
Sono arrivati il freddo e la neve. Da giorni il termometro si è abbassato sotto lo zero e il passo del Monginevro è stato chiuso non permettendo più il passaggio delle auto dal Colle della Scala. Eppure nonostante la difficile situazione climatica, la traversata di migliaia di migranti sembra non volersi arrestare, creando una vera situazione di emergenza nei comuni coinvolti. Le sale d’aspetto delle stazioni di Oulx e Bardonecchia sono state chiuse al pubblico per motivi di sicurezza, mentre altre sale all’interno della stazione sono state utilizzate come punto d’accoglienza provvisorio dove la polizia può accogliere gli stranieri che giungono con l’intento di proseguire il loro cammino verso la Francia. La grave emergenza viene però rappresentata dalla montagna e dai suoi sentieri che i migranti continuano a percorrere ad ogni ora del giorno rischiando, il più delle volte, l’ipotermia. La settimana scorsa ad esempio, sono stati soccorsi alcuni ragazzi che cercavano di attraversare il valico a piedi, in ciabatte, passando per stradine secondarie ricoperte totalmente dalla neve. La difficile situazione ha costretto il sindaco di Bardonecchia, Francesco Avato, e il sindaco di Oulx, Paolo De Marchis, a chiedere un incontro urgente con il prefetto Renato Saccone, in modo da cercare una soluzione condivisa e attuabile da tutti gli enti coinvolti, polizia compresa. Intanto in entrambi i comuni si sta creando, grazie alla Croce Rossa e ad alcuni volontari del posto, una “rete” di assistenza per dare soccorso ai migranti con coperte, thè caldo e vestiti pesanti. Anche alcune Ong si sono interessate della situazione che da quest’estate sta coinvolgendo le montagne della Valsusa. Lo scopo è quello di cercare di sopperire al fenomeno dell’immigrazione senza creare disagi ma anche attriti con chi vive qui, soprattutto nella stagione più importante per quanto riguarda l’economia del posto.


tempistiche e modalità ben definite, in modo da assicurare la piena continuità e accessibilità ai servizi”. Si chiede anche la garanzia che “le due Strutture complesse abbiano la disponibilità di tutto il personale sanitario necessario” e che sia assicurata una “nuova allocazione dei servizi e delle attività che consenta un più efficiente ed efficace utilizzo delle risorse disponibili e, dunque, una riduzione delle liste d’attesa”. Si pensa anche all’edificio e “tenuto conto del ruolo storicamente acquisito dall’Ospedale Oftalmico” si chiede “che nei locali di via Juvarra a Torino sia ospitata una Casa della Salute” anche per un “primo orientamento all’utenza e di accompagnamento alla certificazione della disabilità legata a patologie oculari; a mantenere, infine, nell’Ospedale Oftalmico quelle attività in ambito oculistico di carattere ambulatoriale che si sono affermate in questi decenni, quali l’ortottica e l’ipovisione”. La seduta straordinaria sulla chiusura e sullo spostamento del Pronto soccorso del Presidio Oftalmico ha riguardato anche il progetto della rete oculistica torinese ed è stata richiesta da Gian Luca Vignale (Mns) e sottoscritta dai gruppi di opposizione. Il consigliere ha sottolineato che in più occasioni l’Assemblea ha contestato il fatto che il Presidio venga ridotto a uno “spezzatino” tra le strutture di via Cherasco e il San Giovanni Bosco. C’è molta preoccupazione, ha aggiunto, perché a suo avviso è materialmente impossibile garantire nelle dieci stanze di via Cherasco i medesimi servizi
e pari assistenza alle migliaia di utenti che si rivolgono ogni anno all’Oftalmico. “Un’amministrazione può sbagliare ma non perseverare – ha concluso -. Chiediamo alla Giunta e al Consiglio di fare un passo indietro”. L’assessore alla Sanità Antonio Saitta ha affermato che la chiusura dell’Oftalmico è stata una scelta della Giunta precedente. E che quando quella attuale ha cominciato ad affrontare il tema, ha voluto evitare gli errori commessi con la chiusura dell’Ospedale Valdese, la cui decisione venne presa dall’oggi al domani e senza pensare a strutture alternative in cui allocare i servizi. Si è poi detto sicuro che “la creazione di una rete oculistica per la Città di Torino e l’istituzione di reparti di oculistica in due grandi ospedali torinesi, che ne erano sprovvisti, porterà a una crescita dell’offerta sanitaria e a un aumento della sicurezza per i pazienti”.
cittadini contro la chiusura. Per Forza Italia sono intervenuti Daniela Ruffino, Claudia Porchietto e Gilberto Pichetto, che hanno domandato come s’intenda far fronte all’emergenza con lo “smantellamento di un ospedale che vede una media di 53mila passaggi l’anno al pronto soccorso e un tempo medio di 44 minuti d’attesa”. Il trasferimento del Presidio è secondo Forza Italia “una scelleratezza politica” ed è “mancata l’attivazione di un tavolo di confronto così come una presa di posizione da parte della sindaca di Torino”. Pichetto ha aggiunto che il problema non è tanto mantenere la sede quanto mantenere l’integrità, l’unitarietà del servizio offerto, trasferendo in toto la struttura magari alla Città della Salute. Per il Partito democratico sono intervenuti Allemano e Davide Gariglio infastiditi dal fatto che “si dipinga la maggioranza come un gregge che si risveglia dal sonno”. Sarebbe grave, hanno aggiunto, tornare indietro su quanto previsto nel piano di rientro o ridurre i servizi per i cittadini. L’Oftalmico, hanno ribadito, non viene chiuso ma riallocato in due “hub” torinesi: “chiediamo che tale processo venga fatto garantendo la qualità dei servizi, macchinari efficienti e il personale medico necessario e che i locali dell’Oftalmico vengano trasformati in un ospedale di comunità. È fondamentale, a questo proposito, che i cittadini vengano informati nei particolari sulla nuova allocazione dei servizi, che sappiano dove andare, che gli spostamenti siano graduali e venga mantenuta l’operatività dei servizi”. Prima dell’approvazione dell’ordine del giorno di Allemano (Pd) l’Assemblea ha bocciato gli atti d’indirizzo presentati rispettivamente dai primi firmatari Vignale (Msn) Bono (M5s) e Pichetto (Fi) che sostanzialmente chiedevano di preservare la struttura.
Una donna di 40 anni, ieri sera, è morta cadendo dalla bici
La Segreteria Regionale FNS CISL della Polizia penitenziaria ha reso noto che ieri alle 17.30 tre detenuti maggiorenni, uno marocchino, uno italiano ed uno ucraino, hanno appiccato il fuoco alla loro cella bruciando i materassi, per futili motivi.
seguito con cura la nostra richiesta». «È una notizia che abbiamo accolto con emozione e orgoglio, in quanto si tratta di un riconoscimento che viene concesso solo ad alcuni Comuni, con caratteristiche e storie peculiari. È il giusto riconoscimento alla storia millenaria di Rivalta. Una storia ricca di cultura, di natura e di memoria. Una storia di lavoro e fatica, prima nei campi e poi nelle fabbriche». «Rivalta ha vissuto da protagonista gli anni della Liberazione e della lotta partigiana, dell’industrializzazione e della deindustrializzazione, dell’immigrazione degli anni cinquanta e di quella di oggi». Il titolo di Città non porterà più risorse nelle casse comunali, né contribuirà, da solo, a migliorare la qualità della vita dei rivaltesi. Non si tratta però neanche di un semplice cambio di nome. «Diventare Città -ha detto ancora Nicola de Ruggiero- vuol dire continuare a valorizzare le peculiarità della cultura locale che non risiedono solo negli edifici e nelle tradizioni, ma anche e soprattutto nelle persone, vecchie e nuove, che hanno scelto di abitare a Rivalta. Il compito che abbiamo adesso di fronte è non deludere la fiducia che il Presidente Mattarella ha voluto accordare alla nostra comunità». Rivalta nei prossimi mesi organizzerà incontri e appuntamenti in tutti i quartieri, per far conoscere e per far vivere questo riconoscimento nei rivaltesi. Si comincia già il 16 dicembre prossimo, giorno in cui verrà inaugurata la nuova Biblioteca nelle sale Castello.