le beltà dell’insegnante. E poi quando sono diventato padre per ben due volte ho rotto le palle perché studiassero bene l’ inglese. Ora Alice fa l’avvocato ed è in procinto di partire per la Romania: tre mesi di lavoro. I capi la mandano per ” carriera “. Mi racconta come e perché. Difficile ma appagante. Soprattutto le lezioni con tutor inglese, un avvocato che le dà lezioni d inglese sui termini da usare in campo legale Che ci fa a Torino un avvocato inglese? Ma papà che chiedi? Lui è a Londra ma esiste Skype. Ogni giorno un’ ora. Ammetto, mi sento vecchio. Bello? Sicuramente. Adesso è divertente anche per le domande che lui mi fa sulla situazione
politica italiana. Sai pa’, non ci capisce granché e non ci capisco molto anche io. Sorrido: non siete gli unici. Una città e una nazione in declino. Ma non diamoci per vinti e “continuiamo a lottare”.
Globalizzazione del sapere. E il viaggio in treno è conciliante tra pensieri, riflessioni e ricordi. Sono io il primo ad essere felice per le figlie che ho. Sono contento di essere il rompiballe che serve per spronare nello studiare anche l’ inglese. Ripenso alla sartina di mia madre che 50 anni fa mi sollecitava agli studi. Lei non c’è tanto riuscita. Ma ha posto le basi perché le mie figlie ci riuscissero. Difficile essere ottimisti. Difficile non essere preoccupati. Ma fin tanto che “si prende un treno” e i nostri figli studiano e magari studiano ” le lingue straniere” qualche ragionevole speranza per questo nostro mondo c’è ancora. Anche in questi momenti di totale confusione e dunque di non comprensione sperare è un atto d’obbligo per noi e per i nostri figli. È un regalo che ci fanno.













