CRONACA- Pagina 16

Finalmente le luci di Natale in borgata Lesna dopo dieci anni di attesa

 

Dopo un decennio di attesa, la borgata Lesna può finalmente tornare a brillare durante le festività natalizie. Le nuove luci, accese in questi giorni, sono il frutto dell’impegno congiunto dell’Associazione Commercianti del Borgo, che ha lavorato con determinazione per riportare nel quartiere un’atmosfera calda e accogliente.

Un ruolo decisivo lo ha avuto Beppe Alfieri, vicepresidente dell’Associazione Commercianti della borgata Lesna, il cui costante attivismo sul territorio ha permesso di superare ostacoli burocratici e organizzativi. Grazie alla sua dedizione e al sostegno di numerosi esercenti, il progetto è finalmente diventato realtà.

Le luminarie rappresentano non solo un simbolo di festa, ma anche un segnale di rilancio per il commercio di vicinato e di rinnovata vitalità per tutta la comunità.

Enzo Grassano

Radio Torino Popolare: “Ascoltare la città”

Il Polo del ‘900 ospita la presentazione del libro “Ascoltare la città. Comunicare a 360°. Nuotare nel sociale”, la storia dell’emittente a cura di Carlo Degiacomi

Martedì 2 dicembre, alle ore 17, presso il Polo del ‘900 di piazza Antonicelli, a Torino, verrà presentato il libro “Ascoltare la città. Comunicare a 360°. Nuotare nel sociale. Radio Torino Popolare. Una radio locale e i suoi sviluppi (EBS Print, 2025) ”, a cura di Carlo Degiacomi e con la collaborazione di Pino Riconosciuto, Elio Dogliotti, Manuele Degiacomi e Gianfranco Zabaldano. Con la moderazione di Marcella Filippa, interverranno all’evento Andrea Bajani, Uliano Lucas, Gino Schiona, Vito Miccolis, alias Dott Lo Sapio, Salvatore Pes, Marco & Gio, Carlo Degiacomi, Milena Boccadoro, Pino Riconosciuto e Manuele Degiacomi.

Il volume racconta la ricostruzione dell’esperienza dell’emittente Radio Torino Popolare e dei suoi sviluppi con Ecofficina, dal 1983 ad oggi, parla anche al presente e al futuro. Descrive un lavoro continuo, sviluppato in forme diverse, di rete, attento ad ascoltare la città, dal 1983 ad oggi, a Torino e dintorni, in Piemonte e in altre regioni, coinvolgendo direttamente nel lavoro di comunicazione a 360° centinaia di persone per arrivare a centinaia di migliaia di utilizzatori dei servizi culturali offerti. Guida i lettori lungo la storia dell’emittente e della cooperativa con il dettaglio delle tante attività promosse, e poi proseguite, con altre esperienze culturali, come il Museo A come Ambiente; la storia di Ecofficina, ideazione e realizzazione di exhibit e allestimenti, eventi e educational. Un’avventura radicata nel terreno della comunicazione a 360°. Racconta e analizza, in particolare nelle schede, le caratteristiche e i tagli culturali originali dell’intera esperienza e di ogni attività, le voci di “maestri” e di esperti, di compagni di viaggio. Fa emergere il clima e il fermento in cui la radio, e il team successivo di Ecofficina, caratterizzati da impegno sociale e creatività, hanno “nuotato” in molti strati e strutture della società torinese, in un periodo difficile di reinvenzione della città, che ancora oggi è alla ricerca di una visione equilibrata del proprio futuro prossimo. Dedica il capitolo finale alle voci di tanti che hanno collaborato, fornito supporti, idee, attenzioni durante vari periodi e che si sono prestati a “sporgere” la loro testimonianza.

Mara Martellotta

Roberto Colombero confermato Presidente UNCEM Piemonte 

È stato confermato Roberto Colombero, Sindaco di Marmora, Presidente di UNCEM Piemonte. Guida la Delegazione piemontese dell’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani dall’ottobre 2020. L’elezione è avvenuta all’unanimità a Bardonecchia al Congresso UNCEM, ospitato al Palazzo delle Feste, con oltre 200 Sindaci e amministratori presenti.

“Siamo in un periodo di profonde trasformazioni – ha dichiarato Colombero – che richiedono uno sforzo supplementare per la comprensione dei nuovi fenomeni, e che rendono necessaria la creazione di un’interpretazione quanto più condivisa, che può nasce solo da un confronto con le istituzioni, i portatori di interessi e la società civile. Un confronto che deve necessariamente partire dai territori e dalle comunità per poi estendersi ad altri livelli. Abbiamo in Piemonte un sistema di 52 Unioni Montane di Comuni, con 553 Enti riuniti. È importante a livello nazionale questo impianto, che va rafforzato insieme alla Regione, alla Giunta e al Consiglio. Necessitiamo di istituzioni forti, che guardino al futuro, che facciano ciò che oggi fanno bene tante Unioni, ma più forti, con possibilità di pianificazione e investimenti. Non per tornare indietro, ma per guardare avanti, per essere protagonisti nella prossima programmazione europea del Fondo Unico. Va delineato e accompagnato un percorso dalla Regione finalizzato a non lasciare indietro nessuno”.

Gian Giacomo Della Porta

A Torino, FederBIM porta al centro i servizi ecosistemici

Venerdì 28 novembre scorso, all’auditorium del Palazzo della Regione Piemonte, si è svolto il convegno nazionale dal titolo “Dai sovracanoni ai servizi ecosistemici – la montagna che vale all’Italia”, organizzato da FederBIM, a latere dell’assemblea ordinaria della Federazione. L’evento è stato realizzato in collaborazione con il Coordinamento BIM Piemonte e con il Patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte, della Regione Piemonte e della Città Metropolitana di Torino. Al centro dei lavori il tema del pagamento per i Servizi Ecosistemici, “capace di riconoscere in modo stabile il ruolo della montagna come infrastruttura strategica per il Paese”. L’incontro ha visto un’ampia partecipazione di Presidenti e Direttori di Consorzi BIM, Sindaci, Amministratori locali del mondo scientifico e del Terzo Settore, arrivati a Torino da tutta Italia.

Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha riconosciuto il ruolo dei Consorzi BIM nella gestione della risorsa idrica e nel governo delle aree montane.

“Il sistema dei Consorzi BIM vanta un passato di decine di anni. L’esperienza maturata in questi anni da FederBIM e il lavoro svolto da FederBIM, possono essere un importante contributo alle politiche nazionali e territoriali  -ha dichiarato Pichetto Fratin”.

Sono seguiti i contributi dei relatori, incentrati sull’approfondimento del tema dei Servizi Ecosistemici da varie angolazioni, sulle condizioni alle quali possano essere valorizzati a vantaggio delle comunità locali di montagna. Il Presidente FederBIM, Gianfranco Pederzolli, ha richiamato al percorso compiuto dalla Federazione e alla definizione della rete dei Consorzi BIM come infrastruttura istituzionale operativa di una politica nazionale per i Servizi Ecosistemici.

“Il messaggio che vogliamo lasciare, a chiusura di questo convegno – ha dichiarato Pederzolli – è che FederBIM è pronta a fare la sua parte mettendo a disposizione una rete di Consorzi che da 70 anni gestisce i sovracanoni, conosce le concessioni, dialoga con Comuni, concessionari e Regioni. Una rete che può diventare, se messa in condizioni di farlo, il braccio operativo di una politica nazionale nei Servizi Ecosistemici nei territori montani”.

Il convegno è stato occasione per presentare il progetto FederBIM, sviluppato in collaborazione con CURSA, al fine di sperimentare e implementare una piattaforma abilitante per la produzione di carbon e water credits, partendo dall’assunzione di alcuni territori pilota, per sperimentare le soluzioni ipotizzate in coerenza con la domanda di mercato. Una piattaforma digitale operativa e interoperabile con sistemi MASE, basata su un gemello digitale e sulla tracciabilità dei flussi finanziari che possa supportare il lavoro dei Consorzi BIM. A seguito del convegno nella mattinata di sabato 29 novembre scorso, si è svolta l’assemblea della Federazione, all’interno della quale l’intervento del professor Comi, dell’Università di Bergamo, ha sviluppato un approfondimento sui Consorzi BIM, sovracanone e programmazione pubblica, richiamando le potenzialità dei Consorzi BIM come soggetti di raccordo tra politiche nazionali, scelte regionali e bisogni dei territori montani.

Mara Martellotta

Torna il Festival Bardomont per conoscere la montagna

Sono i cinque sensi il filo conduttore della seconda edizione del Festival BardoMont, la manifestazione dedicata a far conoscere, far vivere e raccontare la montagna, organizzata dal Comune di Bardonecchia insieme all’associazione Star, con il sostegno del Consiglio Regionale del Piemonte, il patrocinio della Regione Piemonte e della Città metropolitana di Torino, sostenuta dalla Compagnia di San Paolo e sponsorizzata dall’Enel. Tanti gli appuntamenti, che si svolgeranno nelle quattro giornate al Palazzo delle Feste e al Palazzetto dello Sport di Bardonecchia, pensati per pubblici di diverse età.

L’evento, presentato ufficialmente giovedì 27 novembre nella sala panoramica al 15° piano della sede della Città metropolitana di Torino, prenderà il via venerdì 5 dicembre con una mattinata rivolta alle scuole e agli studenti universitari e con alcuni incontri sul tema dei cambiamenti climatici e sull’impatto che hanno sui ghiacciai, realizzati in collaborazione con il Dipartimento di Scienza della Terra dell’Università di Torino, con il Comitato Glaciologico del CNR e con il Parco Alpi Cozie. Sarà anche possibile sentire il suono dei ghiacciai, grazie all’artista e musicista Sergio Maggioni.

Sempre il 5 mattina aprirà l’escape room dedicata alla transizione ecologia e al tema dei rifiuti, a cura di “Xchè? Il laboratorio delle curiosità”. Si tratta di un progetto Interreg Alcotra Francia-Italia, di cui è capofila la Città di Chambery, insieme a Città metropolitana di Torino, Uncem e Galerie Eureka. Nei giorni seguenti al Palazzo delle Feste si succederanno incontri con studiosi, ricercatori, alpinisti, atleti, giornalisti e scrittori: da Piero Bianucci allo scienziato Nicola Pugno, da Roberto Mantovani al bardonecchiese Ian Matteoli, la nuova stella dello snowboard italiano, tre volte sul podio in Coppa del Mondo e medaglia di bronzo nei Mondiali Juniores del 2023. Presenti anche i campioni dello sci alpinismo Matteo Eydallin, capace di vincere sia nei Mondiali che in Coppa del Mondo, ed Ilaria Veronese, più volte protagonista nei campionati italiani e in Coppa del Mondo. La passione per lo sport e per la montagna sarà testimoniata anche da Andrea Lanfri, primo atleta con disabilità a scalare l’Everest nel 2023. Gli altri nomi illustri presenti a BardoMont sono quelli dell’alpinista Francois Cazzanelli, degli scrittori Franco Faggiani ed Irene Borgna, del campione olimpico di Slalom nei Giochi Invernali di Innsbruck 1976 Piero Gros, dell’allenatore bardonecchiese della Valanga Azzurra Gino Senigagliesi, del collega Dario Borsotti e dell’ex azzurro, valtellinese di nascita ma bardonecchiese d’adozione, Fabio De Crignis, capace di salire per due volte sul podio negli Slalom di Coppa del Mondo.

Sempre al Palazzo delle Feste si potrà partecipare a Workshop del Gusto con i prodotti tipici del territorio, a un momento dedicato ai balli occitani, oltre alle letture per i più piccoli in collaborazione con la biblioteca di Bardonecchia.

Nella giornata di sabato 6 dicembre al Palazzetto dello Sport saranno proposti una lezione di yoga, un workshop teorico e pratico dedicato alla paura di cadere con la freeclimber e mental coach Marta Carminati e prove di arrampicata per bambini e ragazzi con le Guide Alpine Valsusa.

A portare il saluto della Città metropolitana di Torino nella conferenza stampa di presentazione di BardoMont è stata Sonia Cambursano, consigliera delegata alle attività produttive, allo sviluppo economico, alla pianificazione strategica e al turismo, la quale ha sottolineato che “a Bardonecchia, dal 5 all’8 dicembre si parlerà di montagna a 360 gradi, dai temi ambientali al turismo, dagli sport che nelle Terre Alte possiamo praticare 12 mesi all’anno alla ricerca di attività alternative e complementari allo sci, che nell’ultimo secolo ha evitato lo spopolamento di intere vallate. Sono temi su cui la Città metropolitana è fortemente impegnata, con progettualità di respiro nazionale ed europeo, tutte volte a rinsaldare l’alleanza tra le vallate alpine e l’area metropolitana torinese, nel rispetto delle rispettive peculiarità e con l’obiettivo di valorizzare ambiente, cultura e opportunità turistiche”.

“Il Festival BardoMont – ha sottolineato la sindaca di Bardonecchia, Chiara Rossetti -, è un appuntamento a cui la nostra amministrazione comunale crede molto e che indica la nostra visione del vivere questi territori con rispetto, attenzione ai cambiamenti in corso, volontà di accogliere e passione per le nostre bellezze naturali”.

“BardoMont – ha spiegato Riccardo Topazio, coordinatore del Festival -, è un’occasione speciale per vivere la montagna attraverso i cinque sensi. Nelle giornate della manifestazione saranno moltissimi gli ospiti, che racconteranno le Terre Alte, la ricchissima biodiversità alpina, l’appeal che attrae sempre più giovani alla pratica dell’arrampicata e a scegliere questi territori. Vogliamo raccontare varietà e differenze, la connessione emotiva che nasce da un incontro. Tutto questo per noi è BardoMont e vogliamo raccontare e trasmetterlo a molti”.

“In questa manifestazione – ha commentato Roberto Mantovani, giornalista e scrittore -, vogliamo condividere lo spirito che ci guida: la montagna come luogo di inclusione, dove atleti con abilità si incontrano sullo stesso terreno, spinti dalla stessa passione. Le storie che presenteremo non parlano di limiti, ma di modi diversi di interpretarli, trasformandoli in forza. Incontreremo Andrea Lanfri, paralimpico della Nazionale Italiana di Atletica Leggera e oggi alpinista indomabile, e Francois Cazzanelli, guida alpina, astro dell’alpinismo mondiale. Voci diverse unite dal grande amore e rispetto per la montagna”.

“Dal Festival BardoMont – ha svelato Davide Ugetti, esponente della quinta generazione di una nota famiglia di pasticceri bardonecchiesi -, nascerà anche una piccola golosità, dedicata proprio a questo importante appuntamento: il cioccolatino BardoMont, creato con ingredienti locali, pensato per raccontare in un solo assaggio i profumi, le tradizioni e l’energia delle nostre montagne”.

Nella notte tra domenica e lunedì esercitazione  lungo il Passante Ferroviario

 

Si è svolta nella notte tra domenica 30 novembre e lunedì 1 dicembre un’esercitazione finalizzata a testare il Piano di Emergenza Esterno del Passante ferroviario di Torino. Il Piano sarà aggiornato a seguito del collegamento con la linea Torino-Ceres, al termine di un lavoro durato circa un anno che ha coinvolto la Protezione Civile comunale, la Polizia locale, i Vigili del Fuoco e le altre forze dell’Ordine, sotto il coordinamento della Prefettura.

Il Passante ferroviario cittadino è una infrastruttura sotterranea lunga circa 20,6 km, lungo la quale sono dislocate 60 uscite di emergenza per l’esodo di passeggeri e operatori in caso di emergenza. Nell’area dell’esercitazione è stato simulato il malore del conducente di un convoglio, costretto a fermarsi lungo la tratta sotterranea in corrispondenza di corso Principe Oddone, dopo il transito dalla stazione di Porta Susa.

La simulazione, prevista dalla normativa, è servita a verificare l’efficacia delle comunicazioni fra i vari centri di comando, le procedure operative e le tempistiche di intervento necessarie alla messa in sicurezza dei passeggeri.

All’esercitazione hanno partecipato personale della Prefettura di Torino, della Protezione Civile comunale, della Polizia Locale, del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, dell’Emergenza Territoriale 118, di RFI, della Questura e delle altre Forze dell’Ordine, oltre a circa 50 volontari delle organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile convenzionate con la Città, incluso il Gruppo Comunale.

TorinoClick

 

 

Impianti di sci più sicuri: un investimento per il turismo

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La Regione Piemonte accoglie con grande favore la graduatoria pubblicata dal Ministero del Turismo relativa ai contributi del Fondo per l’ammodernamento, la sicurezza e la dismissione degli impianti di risalita e di innevamento artificiale. Una misura di carattere nazionale che, per il Piemonte, rappresenta una leva di grande rilevanza strategica per sostenere il turismo montano, aumentare la sicurezza delle infrastrutture e accompagnare i territori verso una gestione più moderna, resiliente e sostenibile del sistema neve.

Il Fondo – dotato di oltre 160 milioni di euro nel periodo 2023-2026 – finanzia interventi di ristrutturazione, manutenzione straordinaria, innovazione tecnologica, miglioramento dei sistemi di innevamento, realizzazione di bacini e opere idriche funzionali, nonché la dismissione degli impianti obsoleti. Una misura che si rivolge direttamente alle imprese funiviarie, comprese quelle aggregate in consorzi o società di gestione.

«Queste risorse rappresentano una leva strategica per il Piemonte – sottolinea l’assessore regionale allo Sviluppo e Promozione della Montagna, Marco Gallo –. Significa investire in sicurezza, innovazione e competitività. I nostri comprensori hanno bisogno di impianti moderni, efficienti, capaci di garantire qualità dell’esperienza sportiva e turistica. È un sostegno concreto alle vallate, alle imprese e all’economia della montagna, che oggi vive tutte le stagioni: non solo lo sci, ma outdoor, turismo lento e nuove forme di fruizione del territorio».

Per un territorio alpino articolato e ad alta vocazione turistica come quello piemontese, il Fondo costituisce un sostegno essenziale per aumentare la sicurezza delle infrastrutture in un contesto climatico complesso; supportare gli operatori negli investimenti più onerosi; modernizzare impianti e innevamento per garantire qualità e continuità delle attività; favorire la sostenibilità ambientale e la razionalizzazione delle strutture obsolete; rafforzare l’attrattività turistica dei comprensori alpini piemontesi.

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IMPIANTI PIEMONTESI FINANZIATI

Dalla graduatoria ministeriale risultano finanziati i seguenti soggetti piemontesi:

• Colomion Spa – Bardonecchia. Contributo: € 2.030.288,73

  • Limone Impianti Funiviari e Turistici Spa – Limone Piemonte. Contributo: € 8.811.355,43
  • Monterosa 2000 SpA – Alagna Valsesia e Alpe di Mera. Tre contributi per complessivi € 9.950.000,00

Pur non risultando finanziati in questa fase, diversi impianti piemontesi hanno ottenuto valutazioni molto elevate e rimangono in graduatoria per eventuali risorse aggiuntive:

• Prato Nevoso Spa – Frabosa Sottana

• Colomion Spa – Bardonecchia

• Artesina Spa – Frabosa Soprana

• Domobianca Srl – Domodossola

• Macugnaga Trasporti e Servizi Srl – Macugnaga

• Alpe Devero Ski Srl – Baceno

• Sestrieres Spa – Sestriere/Via Lattea

• Vigezzo & Friends Srl – Valle Vigezzo / Piana di Vigezzo

• Alpe Campo Srl – Alto Sermenza

Mercoledì 3 dicembre, presso il Grattacielo Piemonte, saranno presentati gli esiti del Bando Neve da 50 milioni di euro dedicato all’ammodernamento e alla valorizzazione degli impianti piemontesi. Misura che evidenzia la piena complementarità tra il lavoro svolto a livello ministeriale e le politiche regionali.

Le due azioni – il Fondo nazionale e il Bando Neve regionale – concorrono infatti a un unico obiettivo: rafforzare il sistema neve del Piemonte, rendendolo più sicuro, moderno e competitivo. La conferenza sarà l’occasione per illustrare nel dettaglio i progetti finanziati e la strategia complessiva con cui la Regione intende sostenere il settore nei prossimi anni, integrando investimenti pubblici, innovazione tecnologica e nuove opportunità per i territori montani.

Serra di droga in casa, 22enne arrestato a Settimo

Una serra improvvisata con sei piante di cannabis alte ben un metro e ottanta, 230 grammi di marijuana e semi, e tanta altra droga: arrestato un 22enne di Settimo Torinese. Denunciata la fidanzata.

Questo è stato il controllo eseguito dai carabinieri della stazione di Fiano e della tenenza di Settimo Torinese lo scorso 21 novembre, durante il quale i militari hanno trovato nell’abitazione del giovane una piccola coltivazione artigianale ricavata in un angolo della cucina, completa di termoventilatore e illuminazione adeguata.

Il ragazzo aveva deciso di allestire proprio lì una serra domestica, all’interno della quale i militari hanno sequestrato oltre 100 grammi tra hashish e olio di hashish, 1 grammo di cocaina, 3 grammi di ketamina e tre vaschette etichettate contenenti funghi allucinogeni (psilocibina). Il giovane è stato poi posto agli arresti domiciliari, mentre la compagna, 23 anni, è stata denunciata.
Tutto il materiale è stato sequestrato insieme a 800 euro in contanti, somma ritenuta il possibile provento dell’attività di spaccio.

VI.G

Nuovo Ospedale, le ragioni del NO

Caro direttore,

sempre in merito alla questione delle aree industriali dismesse da utilizzare, gradirei porre l’attenzione sulle ragioni che hanno coloro che si oppongono alla realizzazione del nuovo Ospedale Torino Nord all’interno del Parco della Pellerina, poiché esistono già due aree nel quadrante nordoccidentale di Torino che potrebbero fornire il suolo necessario per costruirlo senza devastare un parco pubblico: l’area ex ThyssenKrupp di corso Regina Margherita e l’ex mattatoio di via Traves.
Il nuovo ospedale va sicuramente realizzato, ma non si può affermare che la scelta di edificarlo mediante uno scempio ambientale ai danni del Parco della Pellerina sia inevitabile: se ci fosse la reale intenzione di perseguire una soluzione ecocompatibile e funzionale, unita ad opere di riqualificazione condotte seriamente e nel rispetto delle normative vigenti, si potrebbe costruire il nuovo ospedale senza intaccare il parco. Risulta assurdo ed incomprensibile che Torino sia una città dove si intende cementificare un’area verde pubblica quando esiste già altro suolo urbanizzato da utilizzare: è questo il modello di sviluppo sostenibile di cui tanto si parla ed in nome del quale si asserisce di dovere e volere orientare le politiche di governo, dal livello comunale a quello mondiale? Scelte come questa, inoltre, alimentano le peggiori dietrologie sui criteri e sulle ragioni che hanno condotto a tali determinazioni, la cui conseguenza è la crescita dell’antipolitica.
Ringrazio per la gentile attenzione ed auguro un buon lavoro.
Walter Nicolosi

Sentieri e rifugi di montagna, interviene la Regione

La Regione compie un nuovo passo nella strategia di valorizzazione della montagna piemontese, approvando uno stanziamento di 50.000 euro per il Club Alpino Italiano, destinato alla manutenzione dei sentieri, della segnaletica, dei rifugi e dei bivacchi alpini.

Un intervento mirato, che applica e rende operative alcune delle azioni previste dal Protocollo d’intesa 2025–2030 tra Regione Piemonte e Club Alpino Italiano, firmato a Macugnaga lo scorso ottobre.

«Dopo aver definito con il CAI un quadro pluriennale di collaborazione, iniziamo subito a dare forma operativa agli impegni presi – dichiara l’assessore regionale allo Sviluppo e Promozione della Montagna, Marco Gallo –. Questi fondi sono un tassello concreto della strategia: investire su sentieri, rifugi e bivacchi significa garantire sicurezza, qualità dell’esperienza outdoor e presidio del territorio».

In particolare, i fondi contengono di finanziare l’attività svolta dal CAI in alcuni ambiti, come: aggiornare e verificare i percorsi escursionistici, le vie ferrate e i siti di arrampicata per l’inserimento nella Rete dei Percorsi Escursionistici (RPE) regionale; intervenire sulla manutenzione della segnaletica, con un’attenzione particolare ai tracciati più frequentati;  programmare lavori di cura e ripristino sui sentieri di maggiore rilevanza, come la Grande Traversata delle Alpi (GTA) e il Sentiero Italia CAI; supportare la manutenzione di rifugi e bivacchi, strutture fondamentali come presìdi di sicurezza e punti di riferimento per escursionisti e comunità locali.

Un percorso che riconosce la rete escursionistica come un’infrastruttura fondamentale per tutelare il territorio, sostenere le comunità montane, rafforzare il turismo sostenibile, e promuovere la sicurezza in ambiente naturale.

«Il Piemonte può contare su una rete di oltre 20.800 chilometri di sentieri e più di 130 strutture alpine tra rifugi e bivacchi – aggiunge Gallo –. È un patrimonio enorme, che richiede cura costante e collaborazione istituzionale. Continueremo a investire perché le nostre montagne siano sempre più accessibili, sicure e valorizzate, non solo per i turisti ma soprattutto per chi le abita ogni giorno».