CRONACA- Pagina 1514

Un referendum contro la Ztl prolungata?

/

A Palazzo Civico, in occasione del  Diritto di Tribuna, si è svolta una iniziativa di protesta per il prolungamento della Ztl a Torino e per l’ipotesi di pedaggio. I promotori sono pronti anche al referendum. In Comune è stata  presentata la petizione promossa dai commercianti e residenti che ha raccolto  6.409 firme certificate su più di  8.200. La prima firmataria è Monica Martinelli, presidente della Associazione Commercianti di via San Francesco d’Assisi. I contrari alla chiusura prolungata  temono il rischio di  desertificazione del centro e conseguenze preoccupanti per i negozianti, che chiedono attenzione alla Giunta municipale.

Effetto Ronaldo: “via la Gran Madre”

“I tifosi raccolgono le firme per vedere la casa di Ronaldo”. A TorinoStratosferica il banco adesioni

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Forse i tifosi sono ancora troppo su di giri, ma da quando CR7 è sbarcato a Torino la città non è stata più la stessa. A distanza di pochi mesi dal suo arrivo la febbre per il fenomeno juventino non ha fatto altro che aumentare. Dopo aver saputo che Ronaldo vive in una delle più lussuose ed esclusive ville della collina torinese, la reazione dei suoi sostenitori non si è fatta attendere. Da giorni, infatti, un gruppo di tifosi bianconeri ha aperto una petizione decisamente singolare: abbattere la Chiesa della Gran Madre. Il motivo è strettamente legato ad un fattore visivo. A quanto sembra, la chiesa storica sarebbe d’intralcio per coloro che vogliono ammirare la casa del giocatore della Juventus. Il banco firme è situato proprio ai piedi dell’edificio e, ad oggi, si contano più di diecimila adesioniAlcuni storici, inoltre, sostengono che la Gran Madre sia stata edificata senza permesso, altri che sia fuori scala. Demolendo la chiesa, la nuova piazza pedonale apre la vista su Villa della Regina, regalando alla città uno spazio verde sul fiume: un’esplanade contemporanea in linea con piazza Vittorio. Questa iniziativa è stata accolta positivamente dalla manifestazione TorinoStratosferica Utopian hours. Dopo il successo dell’anno precedente, il progetto per il 2018 verterà sui temi dell’evoluzione urbanistica e l’applicazione di idee creative nella realtà cittadina. Non è quindi un caso se, insieme a 30 ospiti di caratura internazionale, per tutto l’evento (dal 19 al 21 ottobre) sarà presente un banco firme che appoggia la causa. Per maggiori informazioni sulla manifestazione: www.torinostratosferica.it

 

Questa è un’iniziativa per promuovere, scherzosamente, l’evento culturale no-profit Torinostratosferica.

In ricordo di Alfredo Frassati

“In un mondo in cui persone tracciano la strada con fatica e altre stanno a guardare e a giudicare, Alfredo Frassati e la sua scelta di assumersi compiti e responsabilità di classe dirigente appartiene di diritto al primo gruppo

Fu senza dubbio un modernizzatore e il suo modello per La Stampa, di cui fu fondatore, direttore ed editore, era quello dei quotidiani tedeschi. Giolittiano neutralista durante la I guerra mondiale e antifascista, quando l’8 luglio 1924 entrò in vigore il decreto che aboliva in Italia la libertà di stampa scrisse: ‘Proprio in un momento in cui tutti toccano con mano i tristissimi effetti di un regime compressore di libertà, proprio oggi il Governo si decide a colpire una libertà così essenziale come quella della stampa con un colpo mortale'”. Lo ha ricordato il presidente del Consiglio regionale Nino Boeti nel corso del convegno “Alfredo Frassati. Un grande piemontese a 150 anni dalla nascita”, che il Consiglio regionale del Piemonte, in collaborazione con il Centro Pannunzio, ha organizzato oggi a Palazzo Lascaris. In apertura il presidente Boeti ha anche letto il telegramma inviatogli per l’occasione dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha definito l’iniziativa “di grande interesse e attualità, perché non ha mai termine l’esercizio della libera critica in una società democratica” e la lezione umana e morale di Frassati “a distanza di oltre un secolo, un’eredità impegnativa per quanti siano pensosi del progresso dell’Italia”. Dopo il saluto del presidente della Giunta Sergio Chiamparino, che ha sottolineato “gli ideali liberali e democratici” di Frassati, sono intervenuti il giornalista Jas Gawronski, l’editorialista de La Stampa Marcello Sorgi, e lo storico Pier Franco Quaglieni, direttore del Centro Pannunzio. Gawronski ne ha ricordato il carattere schivo e riservato, il rapporto irrisolto con il figlio Pier Giorgio, designato – dopo la morte prematura – con l’espressione “quello che non c’è più”, il coinvolgimento nella vita dei contadini delle sue cascine, gli unici coi i quali pareva trovarsi davvero a proprio agio, e il suo unico vanto: aver piantato oltre 100mila alberi nel Biellese. Sorgi ne ha ripercorso la cerriera giornalistica, il desiderio di realizzare un giornale che si differenziasse da tutti gli altri: “non un’antologia di notizie già pubblicate dai principali organi di stampa ma un’occasione per dar voce al territorio piemontese e far comprendere che grazie alla rivoluzione industriale sarebbe stato possibile per l’Italia intera crescere e cambiare”. E ha elencato le caratteristiche peculiari del suo impegno: professionalità, affidabilità, serietà e rigore morale.    Quaglieni ne ha evidenziato la statura politica, il rapporto con Giovanni Giolitti, “che fu intenso ma non esente da conflitti a proposito, per esempio, della spedizione italiana in Libia nel 1911”, il suo comprendere per tempo che la I guerra mondiale non sarebbe stato affare di pochi mesi e che il Trattato di Versailles avrebbe posto le basi per una nuova guerra mondiale. Un uomo schivo e coraggioso, ha concluso Quaglieni, che – componente della Consulta nazionale, al termine della II guerra mondiale – non esita a denunciare pubblicamente le violenze dell’immediato dopoguerra criticando il governo Parri per l’eccessiva debolezza nell’arginarle. 

 

cs- www.cr.piemonte.it

Arrestato il “terrore dei supermercati”

E’ stato arrestato il “il terrore dei supermercati”, il rapinatore  che colpiva nella zona Nord di Torino. E’ un torinese di 29 anni che, con il volto coperto dal casco, gli occhiali da sole e  un coltello da cucina, tra maggio e luglio 2018 ha commesso dieci rapine. Ma l’undicesima è stata sventata da un giovane nigeriano, che si trovava fuori dal  ‘Prestofresco’ di via Mercadante per chiedere l’elemosina, che ha fatto fuggire il ladro. Successivamente i carabinieri della compagnia Oltre Dora lo hanno trovato grazie alle testimonianze e alle immagini delle telecamere. Il rapinatore ha confessato i diversi colpi , tra i quali anche uno con il casco e lo scooter rubati a un postino.

La sindaca Appendino alla Scuola di applicazione

Dopo il saluto di benvenuto, dinanzi alla Bandiera di Istituto, decorata di Medaglia d’Argento al Valore Militare, il Generale di Corpo d’Armata Fungo ha illustrato alla prima cittadina, la struttura e le attività del Comando

 Successivamente, nel corso della visita a Palazzo Arsenale, dal 1739 storica sede della Scuola di Applicazione, la Sindaca Appendino ha incontrato gli ufficiali italiani e stranieri che attualmente frequentano i vari corsi, portando loro il saluto della città di Torino e manifestando il proprio apprezzamento per un Istituzione profondamente radicata nella città e protagonista della vita quotidiana del territorio. La visita, improntata a un clima di reciproca cordialità, ha ulteriormente

testimoniato la costante ed efficace collaborazione che intercorre da anni tra le Istituzioni locali e l’Esercito le cui attività risultano essere particolarmente apprezzate riscuotendo la stima e il consenso della cittadinanza. Il Generale di Corpo d’Armata Fungo ha messo in luce l’unicità del sistema formativo torinese nel quale Esercito ed istituzioni cittadine operano in stretta sinergia garantendo una proposta didattica moderna, flessibile e come tale di grande interesse anche per i numerosi studenti civili attratti da possibili sbocchi professionali nei settori della sicurezza, difesa e cooperazione internazionale. Nel lasciare Palazzo Arsenale la Sindaca Chiara Appendino ha sottolineato l’importanza delle ottime relazioni fra istituzioni militari e cittadine, essenziali soprattutto per garantire una sempre più consapevole partecipazione al progresso del “sistema Italia”. Il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito presiede alla formazione di base e avanzata del personale appartenente ai diversi ruoli e categorie della Forza Armata. Ha alle proprie dipendenze l’Accademia Militare di Modena, la Scuola Sottufficiali dell’Esercito di Viterbo, le Scuole militari “Nunziatella” di Napoli e “Teuliè” di Milano, la Scuola Lingue Estere dell’Esercito di Perugia, l’80° Reggimento Addestramento Volontari “ROMA” di Cassino ed il Centro Studi Post Conflict Operations di Torino, quest’ultimo preposto allo studio, alla ricerca e alla formazione di personale militare e civile, nazionale ed internazionale, nei settori della ricostruzione e stabilizzazione.

Escursioni della polizia francese in Piemonte

Non c’è due senza tre e la polizia francese è stata colta ancora una volta a recapitare il “pacco di immigrati” in Piemonte. Stavolta è il caso della cittadina sciistica di Claviere, l’altra volta si trattava di Bardonecchia, ma chissà quanti altri casi ci saranno stati.

Le fonti ufficiali parlano di errore da parte della Gendarmeria che sono sconfinati senza accorgersene. In effetti si può capire il nome del piccolo paese di confine, molte volte si pronuncia alla francese e da qui l’errore di fonetica scusabile che ha di pari passo portato a quello geografico. Ancora una volta l’Eliseo ribadisce che lo sconfinamento dei gendarmi francesi a Clavière è stato un “errore”. Allo stesso tempo “si inalbera”, ma denuncia la “strumentalizzazione politica individuale” del ministro degli Interni, Matteo Salvini, che ha rifiutato le scuse della Francia e ha aggiunto:  ”Bisogna relativizzare le cose”, ha aggiunto l’Eliseo, citato sul sito di Le Figaro, spiegando: “E’ un errore, la prefettura lo ha riconosciuto. C’è stata un’incursione, non prevista né conforme agli ordini, in territorio italiano, dove sono stati depositati due individui”. A difesa dei cugini francesi, va detto che operazioni di polizia fra i Paesi confinanti possono essere eseguite e sono previste dalle normative vigenti. Quello che però avviene è che non sono in condizioni di reciprocità. Vale a dire i francesi vengono in Piemonte e gli italiani se lo devono scordare di andare Oltralpe.Il ministro Matteo Salvini insiste: ”Dopo il furgone della gendarmeria avvistato a Claviere stanno emergendo altri episodi inquietanti. Non ci interessano le giustificazioni, peraltro ridicole, né le indagini interne avviate dai francesi. Parigi deve comunicarci immediatamente le identità degli immigrati lasciati nei boschi. Nomi, cognomi, nazionalità, date di nascita”. ”La gendarmeria – chiede Salvini – è abituata a scaricare delle persone in mezzo al nulla? L’ha fatto anche con dei minori? Ci sorprende la timidezza dell’Europa e degli organismi internazionali, solitamente solerti a bacchettare l’Italia”. Faccio gli auguri di buon lavoro al nuovo ministro dell’Interno francese Castener, con l’auspicio che possa controllare i suoi uomini meglio di quanto abbiano fatto i suoi predecessori“. Salvini infine si interroga su chi siano questi immigrati e sulla loro nazione di origine e perché siano stati abbandonati? Aggiunge inoltre: “per la civile Parigi è normale scaricare delle persone nei boschi? Intanto i pm di Torino stanno indagando suun altro episodio sospetto di sconfinamento in territorio italiano dello scorso agosto registrato da agenti della Digos nella zona di Cesana, dove due cittadini italiani, residenti a Claviere, sarebbero stati avvicinati e controllati da 4 uomini armati in tuta mimetica militare ”verosimilmente francesi” in territorio italiano.

Tommaso Lo Russo

 

Riparazione valvola mitrale a cuore battente

L’intervento è tecnicamente riuscito ed è stato effettuato presso le sale operatorie dell’ospedale Mauriziano di Torino su un paziente di 85 anni

 

Per la prima volta le cardiochirurgie dell’ospedale Mauriziano e della Città della Salute di Torino hanno effettuato insieme un intervento innovativo combinato di riparazione di una valvola mitrale con il paziente a cuore battente. L’intervento è tecnicamente riuscito ed è stato effettuato presso le sale operatorie dell’ospedale Mauriziano di Torino su un paziente di 85 anni di Torino, che ha beneficiato di un’innovativa tecnica chirugica che permette di riparare la valvola mitrale gravemente insufficiente a causa di quello che tecnicamente viene chiamato prolasso. La tecnica, detta Neochord, consiste nel ricostuire la valvola mitrale mediante uno strumento introdotto attraverso la parete laterlale del cuore, in grado di “agganciare” il lembo prolassante e di impiantare corde tendinee sulla parte malata della valvola. Questo intervento permette di non fermare il cuore e di non utilizzare la circolazione extracorporea, consentendo brevi tempi di degenza ed un rapido recupero del paziente. Il paziente dopo neppure 24 ore dall’intervento è addirittura già sveglio, respira autonomamente ed in giornata uscirà dalla terapia intensiva e verrà trasferito in reparto. L’intervento è stato realizzato grazie alla collaborazione dell’équipe della Città della Salute di Torino, uno dei centri leader a livello mondiale per questa tecnica. L’équipe del dottor Paolo Centofanti (Direttore della Cardiochirurgia del Mauriziano), coadiuvato dall’anestesista Gabriella Buono e dall’ecocardiografista Antonio Tommasello, ha eseguito l’intervento con l’aiuto dei cardiochirughi delle Molinette professor Rinaldi (Direttore Cardiochirurgia universitaria Città della Salute) e dottor Stefano Salizzoni e dell’ecocardiografista dottor Walter Grosso Marra.                                                    (foto: il Torinese)

 

 

Toret imbrattato con scritte inneggianti alla “Nazionale del duce”

Il toret è stato vandalizzato con vernice spray bianca e nera e ricoperto di volantini recanti il simbolo di ultrà bianconeri vicini a Forza Nuova. La fontanella di piazzale San Gabriele di Gorizia, a Torino, vicino allo stadio Filadelfia era oggetto della proposta del consigliere della circoscrizione 8 Augusto Montaruli, che aveva presentato una mozione per dipingerla di granata e intitolarla a Bruno Neri, il centrocampista del Toro che partecipò alla resistenza e nel ’44 venne ucciso sugli Appennini. Nella notte sul toret è apparsa la scritta: “Per Giampiero Combi  grande campione della Juventus e della Nazionale dell’Italia fascista, la cosiddetta Nazionale del Duce”. “Un gesto odioso”,  ha commentato Montaruli.

In memoria dei caduti sul lavoro

In occasione della Giornata nazionale delle vittime degli incidenti sul lavoro, celebrata domenica scorsa, l’Aula di Palazzo Lascaris, durante la seduta del 16 ottobre, ha commemorato le donne e gli uomini residenti in Piemonte che hanno perso la vita sul luogo di lavoro. “Dai dati risulta che, in Piemonte nel 2017, ci sono stati 51 infortuni mortali, quindi sostanzialmente invariati rispetto al 2016”, ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Nino Boeti. “Il numero di questi incidenti, causati dal mancato rispetto di norme esistenti resta infatti inaccettabile e contrasta palesemente con i valori fondamentali della dignità ed integrità della persona umana, garantite dalla Costituzione. Al di là delle statistiche – che segnalano un numero sempre molto alto degli incidenti e delle malattie professionali – se anche una sola persona perdesse la vita sul lavoro, o fosse costretta a gravi menomazioni, sarebbe comunque una tragedia intollerabile. Questi eventi sono causati da circostanze che possono e devono essere evitate e richiamano alla responsabilità di tutte le parti, politiche, sociali e imprenditoriali. Il nostro pensiero va innanzitutto alle vittime e al profondo dolore dei loro familiari, cui esprimiamo una sincera vicinanza”. Alla commemorazione erano presenti anche la direttrice regionale dell’Inail, Alessandra Lanza, e Silvio Olivero, il presidente piemontese dell’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (Anmil). Dopo la lettura dei nomi delle vittime, l’Aula ha osservato un minuto di silenzio.

La politica degli “altri” e gli sgarbi istituzionali

STORIE DI CITTA’  di Patrizio Tosetto
Claudio Cerrato da una vita si occupa del suo quartiere, San Donato – Campidoglio – Parella, quartiere carico di storia. Da quanto te ne interessi? gli chiedo. Lui inizialmente ci scherza. “Da troppo. Sono 25 anni e 7 da Presidente. Ed è la prima volta che mi succede questo sgarbo istituzionale. L’offesa non è stata fatta solo alla mia persona ed al mio ruolo, ma ai cittadini rappresentati”. Precisa amaramente.  Andiamo con ordine, partendo dall’antefatto. Alla scuola Boncompagni la situazione della manutenzione e della sicurezza è fortemente precaria. Cerrato aveva anche interessato direttamente quando era Ministro il torinese prof Profumo. Scarsi i pratici risultati con l’ annoso problema dei fondi necessari. In questa scuola è stata costruita una struttura per garantire in sicurezza l’entrata degli alunni. Sono diminuite le iscrizioni e i genitori sono molto preoccupati.  Il comitato dei genitori e la direttrice invitano il sindaco e il presidente Cerrato ad un sopralluogo per sapere se e quando inizieranno i necessari lavori. Arriviamo al Fatto. Domenica una imbarazzata direttrice scolastica comunica che la sindaca vuole incontrare da sola i bambini. Sola perché non è un incontro politico. (Sic). Una lacrimuccia mi scende. Spiegazione: ha evidente paura di essere incalzata da domande ( impertinenti) su tempi e modi dell intervento?  Non ha la scappatoia solita: “colpa degli altri che mi hanno preceduta”. Ora le responsabilità sono sue per il futuro.  Il giorno dopo una segretaria del gabinetto del sindaco chiama Cerrato dicendo che sicuramente ci sarà un’altra occasione.  Ma quale era l’obiettivo della sindachessa? Trovare i soldi? Magari.   Più prosaicamente tirare a campare. Tanto ha già fatto capire che non si ricandiderà.  Necessario dunque non prendersi dei mal di pancia. I problemi restano, ma almeno i mal di pancia sono evitati. Diciamocelo fino in fondo, Chiara Appendino – almeno in questo caso – è stata indelicata nella sostanza e nella forma. Mi chiedono perché ce l’ho con i pentastellati. Giuro, non è cosi.  Non penso che gli altri siano peggiori, ma non tocca a me giudicare. Mi limito alla constatazione del presente. Ma aggiungo: c’è chi dice che non farà delle cose come le hanno fatte gli altri. Successivamente le fa tali e quali e ha pure il torto di essere arrivato dopo . Non ha giustificazioni ed il suo comportamento è più grave proprio perché arriva dopo.