CRONACA- Pagina 144

Corsi di guida sicura per neopatentati

Sono aperte le iscrizioni per la partecipazione di 2.500 neopatentati piemontesi ai corsi di guida sicura per diffondere e promuovere la cultura della sicurezza stradale.

Per accedere ai corsi occorre avere tra i 18 ed i 29 anni, essere residenti in Piemonte, aver conseguito la patente di tipo B dopo il 1° gennaio 2019 e compilare la domanda pubblicata su https://regionepiemonte-moon.csi.it/moonfobl/accesso/gasp_regione/?amb=CGS

Ad ogni partecipante viene richiesto il pagamento di un contributo di 48,72 euro mentre i restanti 146,16 euro sono a carico della Regione, che ha stanziato a questo proposito 490.000 euro. Per ogni informazione scrivere a logistica.trasporti@regione.piemonte.it

«La formazione alla cultura della sicurezza stradale, con priorità per i neopatentati, è obiettivo prioritario per la nostra amministrazione regionale – hanno affermato il presidente Alberto Cirio e l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi nel corso della presentazione tenutasi nel Grattacielo Piemonte – Abbiamo voluto istituire questi corsi che mancavano da oltre dieci anni per ridurre i fattori di rischio, trasmettere ai giovani conducenti le giuste tecniche ed impostazioni di guida, educarli al rispetto della sicurezza stradale, far loro acquisire una maggiore consapevolezza dei pericoli che comporta essere un automobilista, prevenire gli errori che possono compromettere la propria incolumità e quella degli altri, assumere il comportamento più appropriato in situazioni rischiose. Ai partecipanti saranno anche forniti elementi di pronto soccorso sanitario, da prestare in caso di incidenti stradali».

«Non possiamo assistere senza far nulla – ha proseguito il presidente – a quello che ogni giorno vediamo sulle strade, situazioni che potrebbero essere evitate anche con una preparazione migliore soprattutto di fronte all’imprevisto o a condizioni difficili. Abbiamo un ottimo sistema di scuole guida in Piemonte, ma abbiamo voluto dare ai ragazzi un’esperienza in più, una sorta di master in sicurezza stradale perché abbiano tutti gli strumenti».

L’assessore Icardi: “L’obesità ha raggiunto dimensioni epidemiche”

L’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, è intervento al convegno “L’obesità nel 2024: nuovi modelli e traguardi di cura”, organizzato a Saluzzo dalla Società italiana di chirurgia dell’obesità e delle malattie metaboliche per fare il punto sulle prospettive delle terapie farmacologiche e della chirurgia bariatrica.

«Il fenomeno dell’obesità ha raggiunto dimensioni epidemiche – ha osservato l’assessore Icardi -, circa una persona su sette convive con questa patologia che impatta negativamente sulla salute e il benessere globale dell’individuo. I rischi e le comorbidità associati sono tali da determinare una significativa riduzione dell’aspettativa e della qualità di vita che risulta lesa anche dall’isolamento e dal malessere generalizzato a cui i pazienti affetti da obesità sono sottoposti a causa dei pregiudizi e degli stigmi sociali».

Ciò che però deve destare maggiore preoccupazione e motivare ad un cambiamento radicale, sia in termini di prevenzione che di trattamento, è il costante trend di crescita alla quale stiamo assistendo.

«Secondo le ultime stime della World Obesity Federation – ha detto Icardi -, nel 2035 saranno 4 miliardi le persone in tutto il mondo con sovrappeso o obesità con una drammatica estensione anche alle fasce più fragili della popolazione, in particolare bambini e anziani. Anche la situazione europea non è incoraggiante: dai dati emersi dall’Organizzazione mondiale della Sanità la prevalenza dell’obesità negli adulti in Europa risulta più alta che in qualsiasi altra Regione, fatta eccezione per le Americhe».

Il convegno ha messo in evidenza come l’avvento della terapia farmacologica antiobesità, in un programma globale che includa la dietoterapia e l’attività fisica, risulti un solido alleato nella strategia terapeutica. Ma oltre alla terapia farmacologica, gli standard di cura per il paziente obeso comprendono anche la chirurgia bariatrica.

«In provincia di Cuneo – ha informato l’assessore Icardi – si sta creando un polo ad hoc, attraverso un percorso interaziendale tra l’Asl Cn1 e l’Asl Cn2 al fine di creare una rete capillare di offerta di cura, che ottimizzi le risorse e possa dare una risposta ai tanti cittadini che attualmente si recano fuori dalla Regione Piemonte per affrontare la chirurgia bariatrica. L’obiettivo è avviare un percorso all’insegna delle multi professionalità e delle reti presenti in questo territorio (chirurghi, dietologi, endocrinologici, dietisti, psichiatri, psicologi, fisiatri, distretti etc…) per raggiungere elevati standard di cura e ottenere efficacia e sicurezza per il paziente».

 

Aggressione con il machete, il giovane fermato confessa. In manette anche il fratello

Il 23enne di origini nobili in arresto da tre giorni si è avvalso della facoltà di non rispondere sul movente dell’agguato al coetaneo a Mirafiori ma ha confessato di essere stato lui l’autore del ferimento. In arresto anche il fratello che  sarebbe stato il complice sullo scooter con cui sono giunti sul luogo dell’aggressione dove hanno atteso la vittima ferita con il machete.

Schianto tra auto: muore un uomo, in codice rosso la moglie

Ieri sera a Revello sulla strada provinciale per Envie si è verificato un grave incidente. È morto un pensionato di 82 anni, nello scontro con un’altra auto. Si è ferita gravemente anche la moglie, trasferita in codice rosso all’ospedale di Savigliano. Sul posto i carabinieri e i vigili del fuoco

Salone del libro, Piero Fassino assolto

Cinque le condanne e dodici tra assoluzioni e proscioglimenti per prescrizione in tribunale  a Torino per il processo relativo a presunte irregolarità nella vecchia gestione del Salone del libro. Piero Fassino, che era  chiamato in causa nella veste di ex sindaco del capoluogo piemontese,  è stato assolto nel merito dalle accuse. Assolta anche Antonella Parigi, ex assessore regionale alla cultura. Condanna per Giovanna Milella, ex presidente della fondazione a un anno di reclusione con la condizionale per una vicenda di falso ideologico.

Fermata per droga la ragazza del giovane nobile accusato dell’aggressione con il machete

Una giovane che si trovava in hotel  in corso Regina Margherita a Torino nella camera di Pietro Costanzia di Costigliole, il nobile accusato di aver ferito a colpi di machete un ragazzo al quale è poi stata amputata una gamba, a Mirafiori Nord lunedì sera, è stata fermata dalla polizia. È la  fidanzata di Costanzia accusata di detenzione ai fini di spaccio di  stupefacenti. Nella stanza d’albergo la polizia avrebbe infatti scoperto dosi di cocaina e hashish. Per quanto riguarda il movente dell’aggressione, la causa potrebbe essere stata una fotografia hard non gradita inviata a Costanzia, oppure si ipotizza che c’entrino questioni legate alla droga.

Con il contratto Anas arrivano i fondi per le strade piemontesi

Risorse per le varianti di Demonte e Re, la tangenziale di Mondovì, il collegamento sud-ovest di Asti, la superstrada Novara-Vercelli, oltre alla conferma di 384 milioni per la Pedemontana piemontese.

Il Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) ha approvato oggi il contratto di programma tra Governo e Anas che assegna al Piemonte quasi 900 milioni per una serie di opere strategiche.

Alla seduta ha partecipato in videocollegamento l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Gabusi.

Nel contratto di programma approvato tra Anas e Ministero delle Infrastrutture sono state inserite molte opere attese da anni e per le quali è finalmente delineato un percorso concreto di realizzazione:

– conferma delle risorse per il completamento della Pedemontana piemontese per 384 milioni di euro;

– finanziamento della variante di Re e del ponte Ribellasca, nel Verbano-Cusio-Ossola, per 138 milioni;

– finanziamento della variante di Demonte (CN) per 85 milioni;

– 70 milioni per i lavori del terzo lotto della tangenziale di Mondovì (CN);

– 74 milioni per il primo lotto della superstrada Novara-Vercelli, per la prima volta inserita nella pianificazione nazionale

– 104 milioni per il collegamento sud-ovest di Asti, che consentono di avviare l’iter autorizzativo per arrivare al finanziamento dell’opera nel 2025.

Il Cipess ha anche finanziato, nell’ambito dell’accordo che riguarda la Liguria, l’aggiornamento del progetto del collegamento Armo-Cantarana tra Liguria e Piemonte, dopo che nel 2019 i presidenti Alberto Cirio e Giovanni Toti avevano riacceso un faro su quest’opera.

«Abbiamo lavorato per mesi per definire questo contratto di programma che assegna al Piemonte un pacchetto di opere e risorse in grado di sostenere una delle regioni più produttive d’Europa, dando gambe concrete a opere che il territorio attende da anni e risposte a settori produttivi in crescita che hanno bisogno di infrastrutture moderne e collegamenti», ha dichiarato il presidente della Regione Alberto Cirio.

«Nel 2019, quando ci siamo insediati abbiamo trovato una serie di opere bloccate, Asti-Cuneo e Tav in testa, tanti capitoli di finanziamento a zero e un programma di nuovi interventi di viabilità vecchi di oltre 15 anni. Abbiamo sbloccato tanti interventi e lavorato insieme alle Province per determinare le priorità per cui abbiamo individuato risorse concrete», ha aggiunto l’assessore Gabusi.

‘Bosco Eliadi’, il nuovo giardino a disposizione dei bambini

Ieri l’assessora all’istruzione della Città di Torino Carlotta Salerno ha inaugurato ‘Bosco Eliadi, il nuovo giardino a disposizione dei bambini e delle bambine della scuola primaria Armstrong.

L’intervento di manutenzione straordinaria del giardino, iniziato lo scorso dicembre e il cui costo è stato di 60mila euro, ha previsto la sua intera riqualificazione con l’installazione di una cancellata e un gazebo per permettere le attività didattiche outdoor, il rifacimento del sistema di viabilità interno, una rete di smaltimento delle acque e la costruzione di un’area ad hoc per le attività espressive all’aperto.

La festa di inaugurazione di questa mattina è stata anche un’occasione per mostrare i risultati del progetto ‘Miti di Fondazione’ realizzato in collaborazione con l’Università di Torino, la Fondazione Marazzato, la Città, la Circoscrizione 4 e gli IC Duca d’Aosta e Turoldo, il Liceo Primo e il nido d’infanzia Bianca e Bernie.

Le attività effettuate, ispirate al mito di Fetonte, hanno previsto la piantumazione di sette pioppi volti a ricreare il bosco delle Eliadi; la realizzazione di un mural attinente al mito, raffigurato da scolari del Primo Liceo artistico di Torino; la riproduzione della costellazione di Eridano mediante l’installazione di 12 faretti a energia solare collegati da linee dipinte in terra e l’ideazione di uno spettacolo di ecodanza da parte dell’indirizzo coreutico del Primo Liceo.

‘Miti di Fondazione’ – che si pone l’obiettivo di educare all’ambiente e alla sostenibilità, con l’auspicio di aumentare progressivamente negli anni il numero di alberi e di valorizzare artisticamente giardini e boschi già esistenti – ha anche permesso la piantumazione di tre ulteriori albizzie rispettivamente nel nido di infanzia ‘Bianca e Bernie’ e nell’IC Turoldo.

Quest’area verde è un polmone importante per la scuola e per tutto il territorio e la sua riqualificazione era attesa da molti anni. La parte più interessante ed emozionante – ha affermato l’assessora Carlotta Salerno – è stata osservare quanto l’inaugurazione e il progetto ‘Miti di Fondazione’ siano stati partecipati, con il coinvolgimento di almeno una scuola per ogni grado, l’Università, la Fondazione e la Circoscrizione. Ogni ente coinvolto ha fatto la sua parte per rendere lo spazio bello esteticamente ma soprattutto fruibile, per ora dalle bambine e dai bambini della Armstrong, ma presto da tutta la comunità”.

Lidia Menapace, un secolo di lotte per le donne e la democrazia

“Nel nome della pace” è il titolo dell’incontro pubblico che la Casa della Resistenza di Fondotoce ospiterà sabato 23 marzo alle 15 in occasione del centenario di Lidia Menapace, partigiana, politica e saggista nata il 3 aprile 1924 a Novara (e morta nel 2020 a Bolzano). L’iniziativa metterà in risalto il suo impegno nel movimento femminista e in quello pacifista. Nel ruolo di moderatrice ci sarà la giornalista Giuliana Sgrena. Interverranno Michela Cella del coordinamento nazionale donne Anpi, Giancarlo Martini dell’associazione culturale Don Giacomini e l’ex deputato Vincenzo Vita. Inoltre l’illustratrice Valentina Stecchi presenterà la graphic novel “Lidia” e la regista Monica Lanfranco il documentario “Ci dichiariamo nipoti politici”. Lidia Brisca Menapace è stata una figura particolarmente intensa di intellettuale e dirigente politica espressione del dibattito autentico che ha attraversato il Novecento.

Lidia

 

Staffetta partigiana in Val d’Ossola, brillante laureata presso l’Università Cattolica di Milano, dove fu lettore di lingua italiana, dirigente della Democrazia Cristiana e vice presidente della Provincia di Bolzano, animatrice del movimento delle donne, tra i fondatori del Manifesto e, infine, senatore per Rifondazione comunista nella XV legislatura repubblicana, Lidia Menapace è stata fortemente impegnata sui temi della pace, con la Convenzione permanente delle donne contro tutte le guerre. “I valori che ha coltivato e ricercato nella sua vita — antifascismo, libertà, democrazia, pace, uguaglianza — sono quelli fatti propri dalla Costituzione italiana e costituiscono un insegnamento per le giovani generazioni”, scrisse il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Presidente nazionale ANPI ricordando Lidia Menapace quando morì il 7 dicembre del 2020 all’età di 96 anni nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Bolzano dov’era stata ricoverata per il Covid-19. La sua vita fu interamente scandita dall’impegno civile e politico. A Novara, dov’era nata nel 1924, studiò al liceo classico Carlo Alberto, una delle istituzioni culturali più importanti della città all’ombra della cupola antonelliana della basilica di San Gaudenzio. Giovanissima partigiana combattente in Val d’Ossola, maturò la sua scelta antifascista dentro le associazioni cattoliche come la Fuci. Visse la sua giovinezza sotto i bombardamenti e i coprifuoco, impegnandosi nella Resistenza. Descrisse la sua esperienza in un libro, “Io, partigiana”, che presentò in centinaia di incontri nelle scuole, impegnata com’era nel difendere e tramandare la memoria di quei momenti fondamentali della storia d’Italia. Laureatasi in letteratura con lode nel 1951 si trasferì a Bolzano dove sposò il medico Nene Menapace, insegnando nei licei. Iscrittasi alla Democrazia Cristiana, vicina alla sinistra interna dello scudo crociato, fu la prima donna eletta — era il 1964 — in consiglio provinciale a Bolzano e la prima donna a ricoprire incarichi nella giunta provinciale. Successivamente seguì, come è stato scritto, “il vento delle passioni” nel 1968. Lasciò la Dc e terminò quella legislatura nel gruppo misto “per non far violenza alla mia coscienza”. Aderì al Pci ma gli stava stretto anche quel partito per molti paragonato ad una chiesa laica. Intraprese l’avventura del Manifesto, impegnandosi nel Pdup e successivamente in Rifondazione comunista (partito del quale fu senatrice tra il 2006 e il 2008). Per molti Lidia Menapace è sempre stata “Bruna”, il suo nome di battaglia da partigiana. Disse di se stessa, qualche anno prima di morire: “Mi posso dimettere da tutto ma non da partigiana”. Mantenne quell’impegno, comportandosi sempre con grande coerenza nei confronti dei suoi ideali. L’intera sua vita fu coniugata con il verbo verbo ribellarsi. Antifascista, cattolica, comunista, femminista. Amava dire: “Noi donne che ci ribelliamo, trasgrediamo, usciamo dalle case, parliamo tra di noi, ci organizziamo. La nostra politica è liberazione”. Quella del femminismo e del pacifismo furono due scelte consapevoli, al tempo stesso istintive e ragionate, in linea con il suo carattere. Nel 1972 pubblicò un libro importante: “Per un movimento politico di liberazione delle donne”. Già durante la guerra e nella Resistenza, Lidia entrò a far parte dei Gruppi di difesa della donna e nel secondo dopoguerra, non lesinò l’impegno nell’Udi. Una personalità forte e gentile, determinata e infaticabile nel difendere i valori della Resistenza, di quello che lei stessa definì un “movimento politico, democratico e civile straordinario”.

Marco Travaglini

Una targa dedicata all’educatore fratel Enrico Trisoglio

Al termine di una cerimonia che si è svolta al Collegio San Giuseppe in via San Francesco da Paola 23, è stata scoperta, sulla facciata dell’edificio, una targa dedicata allo studioso ed educatore fratel Enrico Trisoglio.

Autore di oltre 130 pubblicazioni, fonda e anima a Torino una delle prime scuole di formazione sociale e politica configurandosi, sin dagli anni Cinquanta, come uno dei massimi esponenti della vita culturale e sociale della città. Studioso, storico, critico letterario, maestro per intere generazioni di giovani, con la sua pluridecennale attività lascia un’eredità culturale vastissima. La sua conoscenza e la sua passione civile e politica hanno dato credito e prestigio alla città, all’Università e al Collegio San Giuseppe, nel quale ha insegnato.

E’ nitida la figura di fratel Enrico Trisoglio nella sua duplice declinazione, religiosa e laica, ha sottolineato la presidente del Consiglio Comunale Maria Grazia Grippo. Lui stesso, ha ricordato, nel volume – Insegnare è impegnativo e bello – confida che la scuola è una delle pochissime professioni che da mestiere salgono a missione, come il sacerdozio o la medicina. La sua dedizione appassionata che accompagnava il senso del dovere in classe ha saputo plasmare generazioni di docenti. Aveva la capacità di attirare l’attenzione dei giovani accompagnandoli in approfondimenti e rimandi indicando la via d’uscita verso la conoscenza e la consapevolezza. Con lo stesso approccio, ha affermato Grippo, ha fondato la scuola di formazione socio politica ispirata alla dottrina cristiana, con l’idea di voler mettere a disposizione degli strumenti e di insegnare ad usarli”.

Fratel Gabriele Di Giovanni, visitatore della Provincia Italia dei fratelli delle scuole cristiane, ha ricordato Fratel Enrico evidenziando come farne memoria significa non solo ricordarlo ma attualizzarlo nel presente, lui che era espressione di serietà nello studio e di disponibilità nel mettere il suo sapere a disposizione degli altri.

Ricordo della personalità di Fratel Enrico anche da parte del presidente dell’associazione ex allievi del Collegio San Giuseppe, Dario Tarozzi, che ha ribadito l’attualità del messaggio del docente.

La coordinatrice della commissione Servizi sociali Vittoria Nallo, ha portato il saluto della Circoscrizione.