CRONACA- Pagina 1387

“Arma il prossimo tuo”, incontro con gli autori

Dal primo marzo, giorno dell’inaugurazione, a questi ultimi giorni di agosto, sono stati staccati ben 76mila biglietti d’ingresso. Davvero un risultato più che lusinghiero per la prima mostra fotografica (visitabile fino a domenica 9 settembre prossimo) organizzata negli spazi del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino; un successo, di pubblico e di critica, perfino inaspettato (forse, ma tutto meritato) per l’esposizione di quei centodieci scatti coraggiosi, per la maggior parte in bianco e nero, assemblati sotto il titolo ad

Afghanistan – Kabul, 2002.
Nella Moschea Karta Sakhi gli sciiti celebrano il rito della flagellazione:
festeggiano il Novruz, il capodanno islamico.
Il rituale era stato soppresso dal regime dei taliban.
(foto P. Siccardi)

effetto “Arma il prossimo tuo. Storie di uomini, conflitti, religioni”, negli spazi espositivi del Museo più antico e importante dedicato alla storia del Risorgimento italiano. Firmate da due fotoreporter d’eccezione, Roberto Travan e Paolo Siccardi – entrambi torinesi – le immagini raccontano con poetica crudezza alcuni luoghi del mondo (ma soprattutto dell’anima) devastati negli anni più recenti e ancora oggi delle guerre cosiddette “di religione”: dall’Ucraina al Sud Sudan al Nagorno-KarabacK fino alla Siria e all’Afghanistan. Ebbene di esse – del quando del come e del perché furono scattate – si potrà direttamente parlare con gli autori in due incontri, eventi speciali, promossi da Fujifilm Italia e organizzati nei locali del Museo in Palazzo Carignano, per la prossima domenica 2 settembre,

Nagorno-Karabakh – Talish, 2016.
Un sacerdote abbandona il villaggio dopo la violenta offensiva dell’Azerbaijan.
A Talish tre civili sono stati trucidati e mutilati delle orecchie.
«Uccisi da mercenari islamici al soldo dall’Azerbaijan» affermano i testimoni.
(foto R.Travan)

alle ore 11 e alle 15. Per l’occasione, il biglietto d’ingresso sarà ridotto al prezzo speciale di tre euro; possibile la prenotazione, telefonando allo 011/5621147. “Queste foto – sottolinea, in un toccante testo di accompagnamento alla mostra, Domenico Quiricosono lampi di crudo dolore… La fede ottiene dall’essere umano ciò che nessun’altra dottrina ha mai ottenuto. Nel bene e nel male”.

 

G.M.

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Museo Nazionale del Risorgimento Italiano – Palazzo Carignano, via Accademia delle Scienze 5, Torino; tel. 011/5621147 – www.museorisorgimentotorino.it

 

 

 

Muore a 25 anni sulla moto a causa di un malore

E’ morto probabilmente per un malore il  motociclista di 25 anni, di Buriasco, nel Pinerolese,  che ieri sera verso le 21 percorreva  una strada rurale a  Baudenasca di Pinerolo. Il ragazzo era in comitiva con degli amici che ad un certo punto non lo hanno più visto. Lo hanno poi ritrovato riverso, e ormai senza vita, vicino alla  sua moto. L’allarme è stato dato al 112, che non ha potuto fare nulla per salvarlo. I carabinieri di Pinerolo stanno facendo accertamenti.

Linee guida prevenzione  ictus cerebrale, il contributo della Cardiologia delle Molinette 

E’ stato appena pubblicato, durante il Congresso della Società europea di Cardiologia (ESC), il più grande al mondo di Cardiologia in corso in questi giorni a Monaco di Baviera, il documento di indirizzo e di Linee guida europee sulla prevenzione della recidiva di ictus cerebrale nei pazienti con forame ovale pervio, ovvero un piccolo “buco” del cuore, presente in circa un quarto della popolazione sana e di per sé non patologico, ma che, in determinate circostanze, può portare all’insorgenza di ictus, soprattutto in pazienti di giovane età. Ampio è stato il contributo della Cardiologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, (diretta dal professor Mauro Rinaldi), un grande riconoscimento all’eccellenza scientifica, oltreché clinica, raggiunta in questi campi dalla scuola torinese nel campo dell’interventistica coronarica e strutturale. La compagine torinese ha visto coinvolto un team di giovanissimi specialisti e specializzandi, coordinato dal dottor Fabrizio D’Ascenzo, ricercatore dell’Università di Torino, che, con i colleghi Pierluigi Omedé, Sebastiano Gili, Mario Iannacone, Flavia Ballocca, Umberto Barbero e Francesca Giordana, si è occupato della revisione critica della letteratura mondiale sull’argomento, un compito cruciale di cernita e valutazione della ricerca scientifica esistente e necessario per fornire la base scientifica delle raccomandazioni contenute nel documento. Fondamentale per il raggiungimento di questi risultati è stata l’esperienza pluriennale della scuola torinese in questo ambito, grazie anche al contributo clinico e scientifico del professor Fiorenzo Gaita e del dottor Paolo Scacciatella. Il documento, rivolto a tutta la comunità medica europea e non solo, è stato redatto da una task force internazionale multidisciplinare, guidata dal dottor Christian Pristipino del San Filippo Neri di Roma e sostenuta, oltre che dall’ESC, anche dalle principali Società scientifiche cardiologiche e neurologiche europee. Nonostante numerose ricerche condotte negli ultimi anni, infatti, non vi era ancora unanime consenso riguardo all’approccio ottimale ai pazienti con questo problema, la cui gestione, di pertinenza non solo cardiologica, ma anche neurologica, richiede la collaborazione professionale tra diverse figure.  Il documento, frutto della collaborazione internazionale tra i maggiori esperti europei, si prefigge di far luce sulle indicazioni e sul reale beneficio in termini di prevenzione di ulteriori ictus della chiusura del forame ovale pervio, mediante un sistema dedicato, il cosiddetto “ombrellino”, che può essere posizionato a livello cardiaco in anestesia locale tramite una semplice puntura venosa.

(cs)
(foto: il Torinese)

MONTIGLIO MONFERRATO, IL SINDACO DIMITRI TASSO INAUGURA L’ANNO DEL VENTENNALE

Il 1° Settembre 1998 nasceva l’attuale Comune, dalla fusione virtuosa con Colcavagno e Scandeluzza

 

Sono trascorsi vent’anni da quella data storica, il 1° Settembre 1998, giorno in cui veniva tenuto a battesimo – primo caso assoluto in Piemonte dopo il varo del Decreto Legge 8 Giugno 1990 n° 142 sull’Ordinamento delle autonomie locali – il nuovo Comune di Montiglio Monferrato, frutto della fusione virtuosa tra i preesistenti comuni di Montiglio, Scandeluzza e Colcavagno. Un evento unico e altrettanto degno di nota, che ha segnato concretamente l’attuarsi di un esempio virtuoso e riuscito di sforzo di coesione civica di quello che è ritenuto indiscussamente la perla del Monferrato, con un pregiato patrimonio architettonico, costituito altresì da splendidi castelli oggetto di un intenso e vivace turismo, più di 30 chiese di varie epoche e stili, una pieve romanica di interesse artistico nazionale e un antico palazzo con uno scalone monumentale frutto dell’estro di Filippo Juvarra. Ma, anche, paesaggistico: la presenza dell’oasi verde del rinomato Lago di Codana ha fatto sì che, dal Dopoguerra a oggi, Montiglio Monferrato venisse conosciuto oltre i confini piemontesi, mentre la presenza di molte frazioni ognuna con un ricco calendario di eventi dislocati lungo l’intero arco del calendario accresce l’offerta culturale di intrattenimento che ogni anno richiama numerosi visitatori italiani ed esteri. Senza dimenticare che il paese è conosciuto anche per le sue meridiane (opera del noto gnomonista Mario Tebenghi) e per la Fiera ottobrina del Tartufo, tra le più rinomate e seguite a livello regionale. “Il primo pensiero, in termini di gratitudine e riconoscenza per l’impegno profuso in tal senso, va agli allora primi cittadini illuminati che felicemente intuirono le potenzialità e i vantaggi che la fusione avrebbe recato al nostro territorio, realizzandola nel concreto: Angelo Lago, Sindaco di Montiglio, Alfonso Pescarmona, Sindaco di Colcavagno e Francesco Mattioli, Sindaco di Scandeluzza”, esordisce Dimitri Tasso, Sindaco storico del nuovo corso di Montiglio Monferrato fresco di rielezione, imprenditore e consulente esperto per le P.A. con un curriculum vitae umano e professionale di tutto rispetto, anche Coordinatore nazionale Anci Unioni di Comuni (dal 2009).  Che riprende: “Il 1° Settembre 2018 si apre ufficialmente l’Anno delle Celebrazioni del Ventennale dalla Fusione, che prevede in scaletta a Montiglio Monferrato tutta una serie di importanti eventi artistici, culturali, religiosi e di spettacolo al fine di creare coesione e viva partecipazione della cittadinanza. E ricordare degnamente la preziosa ricorrenza, fornendo al contempo un panorama di iniziative di spicco che possano fare del nostro Comune sempre più meta di turismo nazionale e oltreconfine, come già accade da tempo”, aggiunge il Sindaco Dimitri Tasso. Per poi concludere: “Abbiamo l’ambizione, grazie alle meridiane e a un progetto sulle campane, di definirci “Il Paese del Tempo”. Ringraziamo chi ci sta sostenendo in questo sforzo, e presto sveleremo in modo più approfondito questa importante progettualità“.

 

Agricoltore diciottenne muore schiacciato da macchinario

DAL PIEMONTE Un giovane agricoltore diciottenne è morto in un incidente sul lavoro nella cascina dell’azienda della propria famiglia, a Marene , nel Cuneese. Stava tentando di collegare a un trattore una macchina trinciatrice per il mais ed è rimasto schiacciato dal macchinario. L’elicottero del 118 lo ha portato all’ospedale di Savigliano, ma è morto poco dopo essere giunto al pronto soccorso

Partnership tra Mauriziano e Buenos Aires su clinica, ricerca e formazione

E’ stato sottoscritto un progetto di collaborazione internazionale tra l’ospedale Mauriziano di Torino e l’Ospedale Italiano di Buenos Aires, uno dei Centri ospedalieri più prestigiosi del Sud America

L’occasione per la firma di questa cooperazione internazionale è la presenza a Torino del professor Eduardo de Santibanes, Direttore del Dipartimento Chirurgico e dei Trapianti dell’ospedale argentino, in visita alla struttura di Chirurgia Generale ed Oncologica del Mauriziano, diretta dal dottor Alessandro Ferrero. La partnership è finalizzata alla realizzazione di percorsi formativi che consentano di crescere attraverso il confronto tra due strutture sanitarie all’avanguardia nella chirurgia oncologica del fegato e delle vie biliari. Il piano di collaborazione prevederà, pertanto, lo svolgimento di stage e scambi di professionisti tra i due ospedali per la formazione medica, l’apprendimento di nuove tecniche e lo sviluppo di progetti di ricerca. La collaborazione tra le due istituzioni verrà ufficializzata e presentata giovedì 30 agosto, nell’Aula Carle dell’ospedale Mauriziano alle ore 17, al termine di una sessione straordinaria della Società Piemontese di Chirurgia, durante la quale il professor De Santibanes ed il dottor Ferrero si confronteranno e presenteranno le nuove tendenze nella chirurgia del fegato.

 

Pierpaolo Berra

 

(foto: il Torinese)

 

GIOVANNI RAMELLA, UNICO ED IRRIPETIBILE

di Pier Franco Quaglieni

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Si sono svolti stamattina i funerali del prof. Giovanni Ramella alla Chiesa della  Crocetta gremitissima di persone. Al termine del rito l’ho ricordato con la sobrietà dovuta alla circostanza, ma molto altro andrebbe detto sull’illustre e compianto  defunto.
Sono stato amico di Giovanni Ramella per oltre cinquant’anni ed ho anche intensamente collaborato con lui al Centro “Pannunzio” dove lo volli mio Vicepresidente Vicario a partire dal 2003.E’ stato un professore di raro fascino intellettuale, un preside capace di governare una scuola difficile come il Liceo d’Azeglio, un raffinato studioso di letteratura italiana, latina, francese e tedesca, aperto ai più vasti interessi culturali. Ha al suo attivo saggi importanti tra cui uno dedicato a Riccardo Bacchelli che il Centro “Pannunzio” pubblicò in collaborazione con il Ministero dei Beni culturali. Al lucido e penetrante articolo di Letizia Tortello-sua ex allieva – sulle pagine de “La Stampa” si sono aggiunte le più disparate testimonianze. Sulla mia pagina  Facebook sono centinaia le attestazioni di stima e di affetto nei suoi confronti che ex allievi, soci del Centro “Pannunzio” , semplici sconosciuti  hanno voluto manifestare nei modi più diversi. Spiace dover rilevare che chi ha scritto il necrologio sul “Corriere  Torino” non si sia documentato con chi avrebbe potuto dargli informazioni utili a scrivere del prof. Ramella. Il fatto di aver ricordato due episodi non significativi di un quindicennio della sua presidenza al liceo di via Parini  mi ha addolorato. Ramella va accostato al suo predecessore Aurelio Verra che pure non seppe o non volle  affrontare il ’68 nel modo adeguato.  Erano anni turbolenti ,con gruppi di genitori e allievi faziosi che volevano dettar legge, professori narcisi, polemici all’eccesso e molto arroganti che, pur essendo minoranza tra il corpo docente, offrivano l’opportunità a Maria Valabrega di scrivere molti articoli non sereni sul “d’Azeglio”. Non bisognava andare a raccattare i pezzi della Valabrega per scrivere di Ramella, ma semmai bisognava informarsi della sua attività intellettuale di primissimo piano. Tra l’altro, molti hanno scritto “D’Azeglio” con la d maiuscola, dimenticando il predicato nobiliare di Massimo d’Azeglio. Era un cattolico di profonde convinzioni, ma il suo modo di sentire lo portava ad aprirsi a tutti, tanti anni prima di Papa Francesco.

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Il Papa che ammirò di più -me lo disse una volta- fu Paolo VI, il pontefice intellettuale e mite che completò ,in tempi drammatici per la Chiesa, l’opera  appena iniziata da Giovanni XXIII.Il Concilio Vaticano II rinnovò la Chiesa ,ma ebbe anche l’effetto di lacerarla. Il dialogo era la scelta di fondo di Giovanni , sempre ben consapevole che per dialogare bisogna sapersi mettere in discussione con umiltà .Era un cattolico che non era mai stato democristiano, era un cattolico liberale alla maniera di De Gasperi che Giovanni ammirava molto. Ebbe anche dei momenti diversi, un po’ condizionato da alcune amicizie illiberali, ma nella sostanza,nel corso della sua lunga vita ,Giovanni  rimase l’ex allievo di Don Bosco e la sua scuola ideale fu quella salesiana, pur avendo fatto il preside imparziale del più laico dei licei torinesi, non foss’altro per la sua storia passata. Per lui la laicità era soprattutto tolleranza e in certi anni in quel liceo la tolleranza non fu affatto di casa. A tutelarla ci fu il cattolico Giovanni Ramella. Ebbe anche due successori che non seppero assumere sulle proprie spalle l’eredità lasciata come preside. Uno passò alla storia del liceo per aver imposto la bollatrice ai docenti, l’altro per una vicenda sulla quale, almeno  in questa occasione, è bene tacere.  Giovanni fu amareggiato per non aver visto proseguito in modo adeguato il suo lavoro fatto di cultura, di pazienza, di equilibrio, di onestà e soprattutto di intelligenza e grande umanità. Nella scuola, salvo un caso, non poté mai contare su collaboratori validi che dessero un sostegno operativo al suo lavoro di Capo d’Istituto. Era un grande appassionato di musica e quando morì Massimo Mila organizzammo insieme al liceo d’Azeglio un suo ricordo com’era doveroso. Ma una volta Giovanni mi disse che la statura di Mila musicologo andava realisticamente  ridimensionata. Fu una delle  rarissime volte in cui si lasciò andare ad un giudizio non positivo. Lui cercava sempre in tutti  gli aspetti migliori.

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Presidente dell’associazione ex allievi dell’Istituto  San Giovanni Evangelista, amava ricordare con me i suoi e miei professori, in particolare Don Dante Bettega uomo di raffinata cultura mitteleuropea simile a quella di Giovanni, anche se assai meno approfondita.  Una volta avemmo anche una piccola discussione su Michele Pellegrino che era stato il suo professore all’Università  e che poi divenne cardinale arcivescovo di Torino. Io criticai la politica  verso il Pci di Padre Pellegrino, come l’interessato voleva farsi chiamare, Giovanni lo difese, ricordandolo soprattutto  come suo docente e uomo di straordinaria cultura. Ma con Giovanni era impossibile discutere animatamente perché la sua mitezza impediva a priori di alzare il tono della discussione. Solo qualche triviale professore del “d’Azeglio” osò attaccarlo in modo inqualificabile. C’è chi ha detto che fu nominato dal presidente Ciampi Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica  per meriti scolastici. Questa affermazione non corrisponde al vero perché l’amministrazione scolastica non propose nessun riconoscimento all’atto del pensionamento di Ramella. Fu chi scrive a proporlo al Presidente  e al compianto segretario generale Gaetano Gifuni che subito colsero la statura dell’uomo che andava ben oltre ai suoi meriti scolastici. Ciampi avrebbe voluto conoscerlo di persona, poi disguidi vari impedirono l’udienza e fui io a consegnargli le insegne di commendatore a Palazzo Cisterna alla presenza della sorella e delle nipoti. Amava le vacanze a Courmayeur, ma passava ogni anno anche una settimana di raccoglimento spirituale a Camaldoli. Veniva a volte in Liguria a tenere qualche conferenza al Centro “Pannunzio” del Ponente , ma non amava il mare. La cultura italiana perde con la sua morte un protagonista importante che, vivendo quasi come un monaco del sapere, non ha purtroppo acquisito la notorietà che meritava. Mi auguro essa gli giunga almeno postuma, benché l’ambiente letterario sia invidioso anche con i morti. Torino perde uno dei suoi punti di riferimento di eccellenza. Ramella è stato unico ed irripetibile e non lascia eredi. Nessuno cerchi di ergersi ad erede né tanto meno a continuatore.  Nessuno saprebbe ,anche solo lontanamente, imitare il suo impegno e la sua persona, il suo stile e la sua dignità.

 

 

scrivere a quaglieni@gmail.com

Brucia 3mila metri quadrati di campi per l’erba alta che lo infastidiva. Arrestato

Ha appiccato un rogo ad Alpignano, lungo la strada della variante della provinciale 24, perché l’erba alta gli dava fastidio. I carabinieri di Rivoli lo hanno arrestato e messo ai domiciliari. Lui,  un italiano di 56 anni, conosciuto alle forze dell’ordine, è stato fermato mentre cercava di scappare in bici dopo aver acceso le fiamme in cinque punti. I vigili del fuoco sono intervenuti per spegnere l’incendio che ha bruciato  circa 3mila mq di area campestre.

 

(foto archivio)

Il “capitano” non faccia come Kim Jong Un e isoli chi insulta e minaccia

Non conosco questi signori che insultano su Facebook. Mi danno l’idea, dai loro profili, che,  se non loro, almeno  i loro genitori siano immigrati al nord dal sud. Migranti anche loro, quindi.  Nadia Conticelli (nella foto) sarebbe ” colpevole” di avere postato sul web di desiderare il Ministro Salvini in galera. Suppongo, conoscendo bene Nadia, che il suo “augurio”  per Salvini si riferisca a dopo un eventuale rinvio a giudizio e condanna del Ministro in questione. Come si confà agli sciacalli gli insulti e le minacce a sfondo sessuale vengono estesi alle figlie della consigliera. Malissimo, ma visto che mi pare che questi pistoleri della rete abbiano compiuto dei reati scrivendo certe cose, spero che  il magistrato di turno indaghi non aspettando la doverosa querela di parte di Nadia e della sua famiglia. Anzi auspico che sia  lo stesso Pd o tutti i semplici cittadini (come il sottoscritto) a sentirsi offesi da questi insulti. Io mi sento offeso anche perché le vittime di queste minacce sono donne. Ovviamente questi insultatori ci mettono anche la componente sessuale nelle minacce di ragazzi neri che sono emigrati nel nostro Paese. Ma passiamo ad altro livello. Altro mandante sarebbe il popolo leghista in difesa del proprio Capitano . Come loro chiamano Salvini. Sommessamente faccio notare che i segretari di partito si chiamano leader perché votati dai propri iscritti. I capitani, come i colonnelli, come i sottufficiali appartengono all’esercito che per antonomasia non é un organo elettivo. E che in uno stato di diritto come dovrebbe essere il nostro sono i generali nominati dalla politica. E questa si chiama autonomia dei poteri nei sistemi democratici. E che la Magistratura, da loro in passato osannata , oggi sempre da loro e dai pentastellati è tanto vituperata. E bene ha fatto Matteo Salvini nel dichiarare di voler  rinunciare all’ immunità sia da ministro che da parlamentare. I leghisti posso anche chiamarlo Capitano. In fondo ognuno a casa propria fa quello che vuole. Ma in una democrazia è la magistratura che indagando su casi specifici decide che cosa fare. Si chiama stato di diritto che garantisce anche agli imbecilli e stupidi di dire le loro sciocchezze. Purché  non minaccino ed insultino. Queste non sono opinioni ma reati, che come tali vanno perseguiti. Poi conosco leghisti che sono galantuomini. Forse sono leghisti della prima ora. Quando ad esempio il segretario leghista del Piemonte si autodefiniva segretario nazionale, visto che consideravano la nostra Regione una nazione. E prima degli italiani venivano quelli nati al nord da alcune generazioni. Ma anche Matteo Salvini non è appena arrivato alla Lega. Ammettiamolo, ci era più simpatico quando era capolista dei Comunisti Padani ed eletto al Parlamento Padano. Ma si sa, invecchiando ci si modera sempre. E noi confidiamo in lui che rimanendo il capitano leghista  faccia piazza pulita  dei violenti e di chi in nome della politica minaccia e insulta. Viceversa, più che un leader di partito assomiglierà al coreano Kim Jong Un.
Patrizio Tosetto

Gli assegnano posto sbagliato in aereo: aggredisce assistente e non parte

Gli era stato dato per errore un posto in una fila che non esisteva sull’aereo (la fila 1) e lui  ne ha occupato un altro . Ma  quando l’hostess gliene ha trovato uno libero, l’uomo, che viaggiava con la moglie,  ha aggredito  un dipendente dell’aeroporto che tentava di convincerlo, finché il comandante lo ha allontanato dal velivolo e lo ha lasciato  a terra. L’episodio è accaduto sul volo Blue Air da Lamezia Terme a Torino. La  polizia è salita a bordo e ha invitato il passeggero a lasciare l’aereo. Anche la moglie è scesa. Alla fine il  volo è decollato con oltre mezz’ora di ritardo.