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Vicini in festa a Mirafiori Sud

La Festa dei Vicini di Mirafiori sud è in programma domenica 16 settembre alla Casa nel Parco. L’iniziativa è promossa da Mirafiori Social Green, Casa nel Parco, Locanda nel Parco, Cooperativa Patchanka, Associazione CentroX100 e Essere Anziani a Mirafiori sud in collaborazione con la Fondazione Mirafiori. La festa è inserita nella rassegna Slow Food Mirafiori H24 (programma all’indirizzo https://www.fondazionemirafiori.it/salonedelgustoterramadre2018).
Il programma della Festa prevede:

– dalle 15.00 alle 17.00: preparazione collettiva delle orecchiette (vedi volantino allegato)

– dalle 17.30 alle 18.30: presentazione dei corsi e delle attività autunnali e invernali alla Casa nel Parco
– dalle 18.30 alle 19.00: presentazione dei risultati raggiunti dalla Casa nel Parco nel 2017
– dalle 19.00 alle 23.00: cena con orecchiette alle cime di rapa e torta per festeggiare i 10 anni di attività della Fondazione Mirafiori.
La partecipazione a tutte le iniziative in programma è gratuita ma è necessario prenotare per partecipare alla cena telefonando allo 011 6825390 o scrivendo a info@fondazionemirafiori.it.
 In occasione della diciassettesima edizione della Settimana Europea della Mobilità 2018 dal 16 al 22 settembre, sono previsti i seguenti servizi per favorire l’accessibilità alla Festa dei Vicini:
– per chi ha 65 anni o più e abita nell’area di via Negarville – via Roveda, è disponibile un servizio di navetta elettricain andata e ritorno. Appuntamento alle 17.30 in via Negarville 14 (davanti alla Parrocchia San Luca). Contributo richiesto: 1,70 euro a corsa. Posti limitati. Prenotazione obbligatoria telefonando al 331 3899523 o scrivendo aessereanzianimirafiorisud@gmail.com.
– per chi abita nell’area compresa tra corso Unione Sovietica, strada Castello di Mirafiori, strada delle Cacce e via Barbera, è disponibile un servizio gratuito di bici taxi in andata e ritorno. Appuntamento alle 17.20 e alle 18.00 in via Farinelli 40 (davanti al Centro Commerciale E13).  Posti limitati. Prenotazione obbligatoria telefonando al 331 3899523 o scrivendo a essereanzianimirafiorisud@gmail.com.

Nel murales Salvini appeso a testa in giù

In piazzale Valdo Fusi a Torino  è apparso n murales che raffigura Matteo Salvini appeso a testa in giù. Ne dà notizia sui social lo stesso vicepremier e ministro dell’Interno. La foto che pubblichiamo è tratta dal suo profilo Facebook . “Salvini a testa in giù in centro a Torino. “Che squallore. Quanto odio – commenta Salvini -. Noi rispondiamo con idee, cuore e coraggio, so che siamo in tantissimi, vero?”

GRUPPO IREN: BIMBI IN UFFICIO CON MAMMA E PAPA’

Quasi 150  bambini, figlie e figli dei dipendenti del Gruppo Iren, hanno trascorso l’ultimo giorno di vacanza, prima della ripresa della scuola, in ufficio con mamma e papà. Anche quest’anno infatti tutte le società del Gruppo presenti a Torino hanno aperto le porte degli impianti e degli uffici ai bimbi per far vivere loro  un giorno nell’ambiente di lavoro con genitori  e colleghi. Nel corso della giornata i ragazzini hanno preso parte ad attività di gioco legate al tema dell’innovazione e della robotica, utilizzando costruzioni e software di animazione che hanno ottenuto grande successo. A pranzo ovviamente tutti in mensa con mamma e papà per condividere in allegria anche questo momento della giornata. A Torino a fare gli onori di casa il Presidente del gruppo Iren Paolo Peveraro.

Or-To a Nizza-Millefonti fino al 24

Per raccontare la biodiversità con la primavera è ritornato l’Orto Urbano di Torino, e prosegue fino al 24 settembre. Nell’anno di Terra Madre Salone del Gusto 2018, Or-TO è dedicato ai semi e alla biodiversità urbana, coinvolgendo tutti i cittadini in un racconto che permetterà di scoprire il rapporto indissolubile che lega le varietà di sementi tradizionali alla salute dei territori e dei consumatori, fino all’equilibrio degli ecosistemi urbani. Da allestimento temporaneo, Or-TO è ormai per la città un punto di riferimento che si trasforma a seconda delle stagioni: a settembre 2017 è infatti diventato Vigne-TO e ora, dall’11 aprile e fino al 24 settembre, trovano nuovamente spazio sul piazzale di fronte a Eataly Lingotto gli oltre 60 cassoni di legno, ottenuti da materiali di riciclo. L’iniziativa, promossa da Eataly e coordinata da OrtiAlti, ha il patrocinio di Regione Piemonte, Città di Torino e Circoscrizione 8. Durante la prima edizione nella primavera 2017 hanno partecipato alle attività dell’Orto oltre 500 bambini delle scuole del quartiere e sono stati organizzati più di 30 eventi tra aperitivi, concerti di musica classica, caccia al tesoro, corsi e laboratori didattici. Oltre 100 kg di ortaggi sono stati raccolti a settembre e donati alla mensa della Parrocchia Patrocinio di San Giuseppe.

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Anche quest’anno Or-TO vuole formare e informare sulla produzione orticola a km 0 e promuovere esperienze di cittadinanza attiva tramite la cura condivisa di un’area verde a disposizione della comunità. Or-TO è infatti uno spazio pubblico curato dal Quartiere: i cittadini non sono solo consumatori ma prima di tutto Produttori. Prosegue così la collaborazione con le scuole e gli abitanti del quartiere, ma c’è anche una grande novità: alla cura delle piante partecipano attivamente i bambini e i ragazzi della scuola all’interno dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, che con i loro tutor portano avanti un’importante attività di formazione. L’Orto diventa in questo modo un luogo collettivo in cui la cura della natura e dell’ambiente diventa anche cura dell’anima. Le sementi usate sono quelle di “Seminiamo la biodiversità”, progetto promosso da Eataly, Slow Food, Università degli Studi di Palermo e Arcoiris, per sensibilizzare il grande pubblico sull’importanza dei semi. I semi, infatti, sono il primo anello della catena alimentare, base della sopravvivenza del pianeta, selezionati e prodotti da 10.000 anni dalle comunità contadine di tutto il mondo e per questo non possono essere proprietà esclusiva di pochi (nell’UE il 95% del mercato delle sementi da ortaggio è controllato da cinque compagnie), ma devono essere considerati un bene comune. Sono state così selezionate varietà tradizionali, prodotte con il metodo dell’agricoltura biologica da Arcoiris, unica azienda italiana che commercializza esclusivamente semi biologici e biodinamici. Il cavolo nero di Toscana, il pomodoro tondino maremmano, la zucca trombetta di Albenga: queste e tante altre varietà autoctone crescono nei cassoni di Or-TO. I terricci sono l’“OrtoXmille” e la “TerraMediterranea” di Harpo verdepensile, leader nella produzione di soluzioni innovative per l’edilizia green. Si tratta di substrati pensati specificamente per gli orti urbani, naturali ed ecologici. A rallegrare l’Orto, infine, quest’anno ci sono anche gli 800 bulbi di tulipano di Messer Tulipano, direttamente dal Castello di Pralormo. Dichiara Alberto Unia, Assessore alla Politiche per l’ambiente della Città di Torino: «In un’ottica condivisa di rigenerazione urbana, sosteniamo il progetto Or-To quale momento aggregativo e di divulgazione delle buone pratiche nel contesto agro-ambientale.

 

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Or-TO è un punto verde all’interno della città, in collegamento con il nostro progetto pilota Orti Parri, sostenuto dal Comune di Torino, attraverso un tavolo di progettazione civica e Eataly». «Or-To ritorna e offre ai cittadini un luogo di socialità aperto a tutti – conferma Francesca Leon, Assessora alla Cultura della Città di Torino – Ringrazio Eataly che regala nuovamente alla Città un’esperienza per imparare la cura e la pazienza, un’occasione di condivisione e formazione per adulti e bambini. Sono felice della collaborazione con le numerose realtà territoriali e con il Regina Margherita e i suoi piccoli pazienti. Vivere lo spazio pubblico e prendersene cura è uno dei gesti di cittadinanza più efficaci per formare i cittadini di domani». «Or-TO sta diventando una bella tradizione per la nostra Circoscrizione e a noi alla 8 piace rispettare le tradizioni, soprattutto quando come in questo caso tengono insieme un territorio che si prende cura del proprio territorio», commenta Davide Ricca, Presidente del Consiglio della Circoscrizione 8. Grazie a Or-TO, tutti potranno sperimentare la bellezza della filiera produttiva a km 0: tante le attività in programma, rivolte sia ai grandi che ai più piccoli, dedicate alla produzione sostenibile. Si inizia sabato 14 aprile con “L’Orto in cassetta”: tutti i sabati mattina appuntamento fino a fine maggio per imparare a curare e mantenere un orto anche sul proprio balcone di casa (per maggiori informazioni e prenotazioni: 011 19506801, www.eataly.it). Or-TO sarà dunque, grazie anche alla collaborazione con la Condotta Slow Food Torino Città, luogo di incontro e scambio inter-culturale e inter-generazionale tra le persone, per parlare di biodiversità e ambiente. Teniamo i piedi per terra!

(foto: il Torinese)

Circolazione in tilt a Porta Nuova

Fino  70 minuti di ritardo e disagi alla circolazione ferroviaria sul nodo di Torino per otto treni ad alta velocità e per quindici convogli regionali. Alla fine quattro treni regionali sono stati cancellati e  sette sono hanno subìto riduzioni nel percorso.  Questo il bilancio di una mattinata “nera” dovuta ad un guasto alla linea elettrica di alimentazione della stazione di  Porta Nuova. sono state interessate le linee in uscita ed entrata da Torino Porta Nuova per Modane, Cuneo, Milano, e Liguria. Le ferrovie stanno facendo gli accertamenti del caso per capire le ragioni del guasto.

(foto: il Torinese)

La ringhiera

Una volta erano le case di ringhiera. Case, quelle con un gabinetto in comune situato sul balcone , appunto, con la ringhiera , che hanno segnato un periodo importante del secolo scorso, il ‘900, prima come risposta all’emergenza abitativa, insieme alle soffitte, delle masse che dalle campagne del Piemonte, del Veneto e del Sud Italia , accorrevano verso la grande città , Torino e Milano. Erano attratte e rispondevano alla fame di manodopera dell’industria in un paese, l’Italia, che usciva definitivamente dalla tragedia e dalle distruzioni della seconda guerra mondiale dando così vita ad uno sviluppo industriale economico e sociale tumultuoso. Quelle case di ringhiera e quelle soffitte vennero gradualmente, abbandonate per più moderne e più confortevoli appartamenti in quegli anonimi casermoni che hanno popolato le periferie urbane. Per molti di noi e nell’immaginario collettivo le case di ringhiera erano un tutt’uno con le ” Barriere” ( i quartieri periferici ) operaie. Ora quelle rimaste , le case di ringhiera, vengono recuperate e ristrutturate in appartamenti di pregio e alla moda.  Ai nostri giorni una ” ringhiera ” di un giardino di uno di quei quartieri operai, quello di Madonna di Campagna a Torino e più precisamente in Piazza Mattirolo, vittima della distrazione di una giovane, presumo, mamma , per essere sostituita deve aspettare quasi due anni. In una grigia giornata dell’autunno del 2016 accompagnando tre ragazzini a scuola abbordò male la curva della Piazza travolgendo la ringhiera del giardino fermandosi letteralmente sopra una delle panchine che ebbe così la sorte peggiore, completamente schiacciata dalla Panda. Quasi due anni, è avvenuta qualche mese fa, per sostituire pochi metri di recinzione , la nostra “ringhiera” , mentre lo spazio della panchina è ancora vuoto , orfano, ed attende ancora la sostituzione. I pensionati di Piazza Mattirolo, frequentatissima anche da mamme e bambini, ne reclamano la sostituzione e segnalano che il danno è stato risarcito dall’assicurazione dell’auto.  Nota positiva, i tre ragazzini usciti incolumi dall’auto e raccattati gli zainetti andarono velocemente , a piedi, a scuola.

Ragazzino investito dal tram. E’ grave al Cto

Un ragazzino di 17 anni è stato investito a Torino da un tram della linea 15, mentre stava attraversando piazza Castello. Il tram l’ha urtato e il giovane è stato portato al Cto in codice rosso. Al vaglio della squadra infortunistica della polizia municipale la dinamica dell’incidente.

 

(foto archivio il Torinese)

La donna che nessuno operava salvata dall’Heart Team di Maria Pia Hospital di Torino

Dopo tre mesi di osservazione e un’operazione durata 11 ore con 11 specialisti coinvolti, la 62enne sta bene e la progressiva lacerazione dell’aorta è stata bloccata

 

 In giro per l’Italia alla ricerca di un ospedale di Alta Specialità che le potesse dare la speranza di operarsi e salvarsi la vita. La diagnosi della donna era chiara per tutti: dissezione aortica toracica di tipo B, aggravata da una persistente anemia e da una malformazione congenita detta arco aortico bovino, molto comune e spesso associata a ipertensione arteriosa, diabete, dislipidemia. Un caso estremamente complesso e difficile che metteva i medici in serie difficoltà di operare, anche perché la paziente, una pugliese di 62 anni Testimone di Geova, rifiutava per motivi religiosi le emotrasfusioni ritenute indispensabili dagli altri ospedali consultati per la buona riuscita dell’intervento.Per tre mesi l’équipe multidisciplinare di esperti dell’Heart Team del Maria Pia Hospital – ospedale di Alta Specialità di GVM Care & Research – ha monitorato la paziente 24 ore su 24 studiando il caso, confrontandosi con ripetute sedute tra cardiochirurghi, chirurghi vascolari, vascolari interventisti, anestesisti e perfusionisti, coinvolgendo anche due bioingegneri per la ricostruzione in 3D dell’aorta della paziente e per il planning endoprotesico.“La situazione clinica così complessa della paziente ha coinvolto tutto il nostro Heart Team – racconta la dott.ssa Chiara Comoglio, responsabile dell’Unità Operativa Cardio-Toraco-Vascolare dell’ospedale torinese. – Era evidente la necessità di agire tempestivamente ed è stata adeguatamente individuata la condizione di progressiva rottura. La tecnica bloodless, che già in passato ci aveva permesso di intervenire con ottimi risultati in una situazione che non consentiva l’uso di trasfusioni, ci ha permesso anche in questo caso di operare con una minima dispersione di patrimonio ematico, nonostante le difficoltà congenite della paziente”.La donna viene così sottoposta a un intervento cardiochirurgico e di chirurgia vascolare di Debranching (riposizionamento) dei tronchi sovraortici e impianto di endoprotesi toracica, un’operazione estremamente delicata durata 11 ore che ha coinvolto undici specialisti: i cardiochirurghi dott.ssa Chiara Comogliodott. Riccardo Casabonadott. Alessandro Dyrda e dott. Samuel Mancuso, i chirurghi vascolari dott. Ferruccio Ferrerodott.ssa Ilaria Visentin e dott. Teodoro Meloni, i cardioanestesisti dott. Paolo Costadott. Mario Lupo, e due bioingegneri impegnati nella ricostruzione 3D del torace della paziente e nel planning endoprotesico.“La rottura della parete aortica iniziava proprio in corrispondenza dell’emergenza dell’arteria succlavia sinistra – commentano i cardiochirurghi dell’Heart Team dott. Samuel Mancuso e dott. Alessandro Dyrda. – Pertanto il Debranching ha permesso di riposizionare i vasi epiaortici (tronco brachiocefalico, carotide sinistra e arteria succlavia di sinistra, normalmente emergenti dall’arco aortico) in aorta ascendente, in modo che la perfusione dell’encefalo e degli arti superiori fosse in seguito protetta. Il riposizionamento dei tronchi sovraortici era reso più complesso dalla presenza di una malformazione chiamata “arco bovino”, nella quale invece di esserci tre diramazioni separate, le prime due confluiscono da un’unica grossa diramazione, più complessa da interrompere e riallocare senza che cervello e distretti superiori ne risentano. L’endoprotesi ha quindi escluso la rottura dal flusso, chiudendo quella che in termine tecnico viene chiamata la “finestra di entrata” della dissezione di tipo B, ovvero l’area in cui il sangue entra a pressione andando ad abitare il falso lume della dissezione”. La paziente, dopo un periodo in osservazione e in seguito a un’adeguata riabilitazione, adesso sta bene e potrà tornare alla propria quotidianità.

Prendiamo a calci la malattia e vinciamo la coppa!

Torino FC, Oncologia pediatrica Regina Margherita e UGI

Attualmente sono circa 1380 e 780 rispettivamente i bambini e gli adolescenti che ogni anno in Italia si ammalano di tumore maligno, pari a 164 casi per milione di bambini e 269 casi per milione di adolescenti, senza differenze sostanziali per area geografica. Le patologie più frequenti nei bambini (0-14 anni) sono le leucemie, seguite da tumori cerebrali, linfomi, neuroblastomi, sarcomi, tumori ossei e renali; negli adolescenti (15-19 anni) i linfomi di Hodgkin, seguiti da carcinomi della tiroide, leucemie, tumori a cellule germinali, linfomi non-Hodgkin, melanomi, tumori cerebrali, sarcomi delle parti molli, tumori ossei, tumori renali e tumori epatici. Grazie alla ricerca biologica e clinica ed all’uso di protocolli cooperativi nazionali ed internazionali sempre più efficaci, la probabilità di guarigione in oncoematologia pediatrica, che negli anni ’70 era inferiore al 40%, supera attualmente l’80%. Il numero dei guariti è in continuo aumento. Nel 2000 le stime dicevano che un giovane adulto su 900 di età compresa tra i 16 ed i 34 anni era un sopravvissuto da tumore. Oggi si parla di un guarito ogni 450 giovani adulti. Si stima che attualmente in Italia ci siano più di 40.000 guariti. La malattia tumorale in età pediatrica compare in un momento incredibilmente delicato del processo di crescita e i bambini ed i ragazzi si trovano ad affrontare la diagnosi e la cura del tumore mentre contemporaneamente sono chiamati a non perdere l’appuntamento con il raggiungimento di tappe fondamentali del loro sviluppo, personale e relazionale. In particolare gli adolescenti sono pazienti speciali, con bisogni complessi e peculiari: è necessario aiutarli affinché autonomia, relazione, progettazione del proprio futuro non siano completamente sospesi a causa dell’irruzione della malattia nella quotidianità. Curare gli adolescenti vuol dire riconoscere questa complessità e riconoscere la necessità di realizzare una presa in carico globale del paziente – e della sua famiglia – con un’équipe multi-specialistica dedicata, in grado di offrire servizi, attività e spazi a loro dedicati. In tale ottica nasce il progetto “PRENDIAMO A CALCI LA MALATTIA E VINCIAMO LA COPPA”, la prima squadra di calcio, che si chiamerà 100% (intesi i guariti), frutto della collaborazione tra il Torino Football Club, l’Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino, e l’UGI (Unione Genitori Italiani). Il progetto nasce dall’esigenza di offrire uno spazio di aggregazione sociale ed una occasione di ripresa dell’attività sportiva a ragazzi ed adolescenti che hanno affrontato un difficile percorso di cura con l’obiettivo di favorire il ritorno alla quotidianità. E’ previsto il coinvolgimento di pazienti in cura presso la Struttura di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, con un’età compresa tra 12 e 20 anni in fase di terapia non intensiva oppure fuori terapia per un numero complessivo di 30 ragazzi. Sono previsti allenamenti due volte al mese a partire da fine settembre presso il Centro Poligru “L’Oasi dello Sport”, in corso Allamano 125, dalle ore 16,30 alle ore 17,30 con allenatori e lo staff del Torino FC, con la presenza di un medico del reparto ed un rappresentante dell’UGI. Sul piano fisico e sociale il progetto consentirà di insegnare e di trasmettere ai giovani nuove competenze da sfruttare al di fuori dell’ospedale che permettono di aprire una vera e propria finestra sul futuro.

 

Spirale di violenza e impegno civico

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Anche gli oceani hanno un fondo. Almeno su questa terra c’è sempre un limite. Una immaginaria linea che non si può e soprattutto non si deve superare. Ma come si è sempre detto la madre degli stupidi é sempre incinta. Con l’ aumento della popolazione aumentano gli stupidi. Come aumenta la violenza spicciola. Nel violento c’è sempre un fondo di stupidità. Anche la convinzione di non pagare per gli atti di violenza. Soprusi che tanto non essendo puniti passano per non esserci stati. Anche in questo campo Torino sembrerebbe voler ottenere un non invidiabile primato. Violenza in famiglia. Abusi sessuali di vario genere. E dopo l’accoltellamento in Barriera di Milano le botte a chi si è ribellato al chiasso di questi imbecilli. Setto nasale rotto e costole incrinate con commozione celebrale. Giacché oltre ad essere cretini sono codardi e trovano nel branco il dovuto e tragico coraggio. Nel violentare inermi sia che si tratti di donne o bambini . Indifese persone anche (sia ben chiaro, non solo) senzatetto e perché no chi è scappato da fame o guerre credendo di trovare in Europa comprensione ed aiuto. E’ una strisciante ” guerra civile”. Guerra sulle nostre strade e non penso sia un caso che chi è intervenuto per salvare l’ultimo aggredito sia un cittadino del Bangladesh.  Proprio cosi, un cittadino che ha fatto il suo dovere non voltandosi dall’altra parte. Come probabilmente hanno fatto dei non cittadini forse italianissimi di cittadinanza. I violenti non sono clandestini ed extracomunitari o solo i bianchi sono “buoni”. I violenti stupidi sono dei delinquenti e basta. E l’unica possibile risposta è la repressione. Fortunatamente ci sono le Forze dell ordine che fanno quello che possono. Turni massacranti. Mancanza di mezzi. E anche costretti a combattere un certo ostracismo di chi li reputa responsabili di questa deriva perché a loro volta violenti.
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Di fronte a queste considerazioni mi viene in mente l’antagonista ubriaca sotto la pioggia che li voleva morti ( i poliziotti). Responsabili a suo dire di difendere i fascisti. L’ex insegnante – speriamo rimanga ex – é diventata emblema di un’altra stupidità e stoltezza: l’ idea che l’eventuale ragione giustifichi la violenza. Intellettualismo a buon mercato. Un filo lega  tutti questi episodi di violenza. La sopraffazione e la totale negazione dell’altro e degli altri. Dalla violenza delle donne ai facinorosi ed anarcoidi no Tav.   La polizia dalla parte della democrazia come i delinquenti contro le persone, contro le cose e contro la democrazia.  E come si sta parlando di emergenza democratica si deve parlare di emergenza sociale sulla violenza per le strade. Il Ministro Matteo Salvini ha giurato che potenzierà le forze dell’ordine per numero e risorse di carattere economico. Speriamo, ma per ora non risulta che sia avvenuto. Siamo scettici, ma  sempre contenti di esserci sbagliati. Nel mentre anche i nostri parchi sono “assaltati” da spacciatori e anche dai loro clienti. E se la maggioranza degli spacciatori sono oramai di colore, la quasi totalità di consumatori è di nazionalità italiana. Con il traffico mondiale controllato e gestito da organizzazioni occidentalissime.  Non ci facciamo  mancare nulla. Anche qui la diversità é tra onesti e disonesti Ed anche qui vedo una sola risposta: reprimere. Tra le varie cose che possiamo fare noi cittadini il collaborare e rispettare le forze dell’ordine. Sempre se ci consideriamo persone oneste. Come ha fatto il cittadino originario del Bangladesh in via Chiesa della Salute che si é meritato la cittadinanza italiana.