CRONACA- Pagina 1135

I carabinieri scoprono truffa della “falsa moglie dell’architetto”

Si fingeva moglie di un noto architetto della zona di Susa o di un medico conosciuto in paese. Entrava nei negozi, faceva ingenti spese e tentava di pagare con una carta di credito non funzionante. Poi, riferiva che il marito sarebbe passato a saldare il tutto con banconote di grosso taglio, facendosi anticipare il resto.
E’ stata finalmente identificata dai Carabinieri di Susa l’esperta truffatrice “del resto”, che aveva colpito in più circostanze in diversi esercizi commerciali di Susa e dintorni. In particolari farmacie, negozi di abbigliamento e fiorai.
Sempre lo stesso il modus operandi. La donna, una 67enne torinese ben vestita ed elegante, entrava nei negozi riferendo di essere la moglie di un noto architetto della zona. Sceglieva numerosi oggetti da acquistare ed, al momento del pagamento, cercava di farlo con una carta di credito non funzionante. Ed ecco la truffa: fingeva di chiamare il marito il quale l’assicurava di passare al negozio con una banconota da 500, richiedendo di farsi anticipare il resto dall’ignaro negoziante.
Sono numerose le segnalazioni della donna nella chat watsapp dei commercianti di Susa, che tra di loro avevano già subito la truffa. I CC, grazie alla segnalazione di un commerciante della zona, sono riusciti infine ad identificarla mentre si dileguava da un tentativo fallito ed a denunciarla per truffa.

Tre pusher arrestati in piazza Santa Giulia

Nella serata di ieri, gli agenti del Commissariato Dora Vanchiglia hanno tratto in
arresto tre pusher stranieri: due cittadini del Gambia di 22 e 19 anni e un senegalese
di 30. Tutti gli arrestati sono stati fermati nei pressi di Piazza Santa Giulia.
Il cittadino senegalese è stato notato stazionare all’angolo tra la piazza e via Cesare
Balbo a una decina di metri dall’ingresso dell’oratorio lì presente. Poco dopo, l’uomo
ha ceduto sostanza stupefacente ad una ragazza ed è stato fermato dai poliziotti. Lo
straniero prima di essere bloccato ha cercato di disfarsi delle dosi di marijuana in suo
possesso.
Esattamente nella stessa area, nelle vicinanze dell’ingresso della struttura ricreativa
per i ragazzi, poco più di un’ora prima, i poliziotti del Commissariato avevano
arrestato anche i due cittadini del Gambia. Il ventiduenne era stato fermato dopo
aver ceduto marijuana a un acquirente, nonostante il suo tentativo di fuga in via
Barolo angolo corso Regina Margherita. Durante le fasi dell’arresto del ventiduenne,
l’altro cittadino del Gambia era stato visto occultare degli oggetti sopra una ruota di
un’auto parcheggiata nella piazza. I poliziotti lo avevano fermato recuperando 8
buste di cellophane contenenti una quarantina di grammi circa di stupefacente.
Anche questo arresto era avvenuto nei pressi dell’oratorio, ancora aperto e mentre i
ragazzi stavano giocando a basket.

Detenuto evade approfittando del permesso di lavoro esterno al carcere

Un detenuto 26enne di origine maghrebina incarcerato alle Vallette per lesioni aggravate è evaso approfittando del lavoro esterno previsto dall’ordinamento penitenziario. Era in carcere  con fine pena a dicembre 2021. Dopo essersi recato a prestare servizio in Amiat nell’ambito del progetto “Mi riscatto per Torino”, non è più tornato in cella. La notizia è stata data dall’Osapp – Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria.

Una via intitolata a Carlo Abarth, principe dell’auto

Il nome di Carlo Abarth da oggi è entrato nella toponomastica torinese. Il tratto di strada di via Anselmetti, tra via Plava e corso Orbassano, questa mattina è infatti stato intitolato al fondatore della Abarth e C.

Di origine austriaca, nel 1945 si trasferisce a Merano e diventa cittadini italiano. Accanto all’attività delle corse e alla produzione di auto da competizione, negli anni ’50 e ’60 dà vita alla produzione di kit (tra questi le marmitte) per elaborazione per vetture di serie che ne aumentano potenza, velocità e accelerazione, nello stabilimento torinese di via Trecate.

La sua figura è stata ricordata dal presidente del Consiglio Comunale, Francesco Sicari“Oggi è un giorno importantequarant’anni fa ci lasciava un grande imprenditore che, davanti ad un destino poco benevolo nei suoi confronti (subì due gravi incidenti) si è reinventato come innovatore ed imprenditore. Il nome Abarth è entrato nelle case di milioni di persone in tutto il mondo. In una società come la nostra che vede l’automobile come uno dei veicoli maggiormente utilizzato per il trasporto privato, il marchio Abarth rappresenta qualcosa di più, un vero e proprio carattere distintivo. Non sta a me fare ipotesi su quello che sarà il futuro della mobilità ma sta a me unire il nome di Carlo Abarth con Torino, una città che dall’industria automobilistica ha per decenni ottenuto molto, con l’auspicio che possa ottenere ancora in futuro, magari sotto il segno dello Scorpione.

Nel suo saluto, la presidente della Circoscrizione 2, Luisa Bernardini, ha espresso soddisfazione per l’intitolazione a Carlo Abarth in un territorio in cui è ancora presente una realtà produttiva legata all’automobile ma che, con TNE, può ottenere nuova vitalità, grazie alla riconversione di un’area dismessa in area industriale.

“Questo è il modo migliore per chiudere i festeggiamenti per il 70° anniversario della nostra marca, ha affermato Luca Napolitano, responsabile brand Fiat e Abarth. “Da quando un giovane appassionato di corse e motori fondò la marca Abarth sono stati costruiti 70 anni di storia e di grandi successi, 10 record mondiali, 133 record internazionali, oltre 10 mila vittorie sui tracciati e sulle piste di tutto il mondo. Per noi questa giornata rappresenta uno spunto per guardare al futuro di questa marca con passione ed energia rinnovata”.

Roberto Giolito responsabile dipartimento Heritage di FCA ha sottolineato come “non sia casuale la scelta del sedime e dimostra come i valori e gli ideali del grande automobilistico torinese continuano ad animare l’attività della nostra azienda. Ne è prova l’Heritage hub, a poca distanza da via Abarth, che custodisce oltre trecento esemplari di vetture ideate e progettate a Torino”.

Prima dello scoprimento della targa, a cui hanno preso parte con le autorità e le personalità presenti anche la signora Anneliese Abarth, moglie dell’imprenditore, il saluto dell’assessore con delega alla Toponomastica Sergio Rolando che ha sottolineato come il nome Abarth “faccia brillare gli occhi a tutti gli automobilisti appassionati di sportività”.

Dispositivi medici potenzialmente rischiosi sequestrati dalle fiamme gialle

Sequestratati con il totale divieto di vendita in tutto il territorio nazionale.

Oltre 100.000 dispositivi medici considerati potenzialmente nocivi per la salute sono stati cautelati dalla Guardia di Finanza di Torino nel corso di una vasta operazione eseguita tra il Piemonte e la Lombardia.

Le indagini hanno portato i Finanzieri della Compagnia di Susa sino al distributore in tutto il nord Italia degli articoli pericolosi, individuato in un deposito a Monza gestito da un imprenditore di origini cinesi.

Ed è proprio nel magazzino brianzolo che gli inquirenti hanno rinvenuto, stoccato, l’ingente quantitativo di merce: fasce elastiche ortopediche, tutori per arti inferiori, fasce per dimagrimento, reggiseni per l’allattamento, tutti articoli, come appurato dai finanzieri, insicuri in quanto di dubbia provenienza e fabbricati con materiali che avrebbero potuto provocare, a contatto con la pelle, problemi cutanei ed allergie.

È stato inoltre dimostrato come alcuni di questi dispositivi medici, quando indossati, comprimevano a tal punto la parte corporea interessata da poter creare problemi circolatori; il tutto con evidenti rischi per la sicurezza degli acquirenti.

La maggiore parte della merce sequestrata, tra l’altro priva del marchio CEE, era anche sprovvista di indicazioni circa i dati dell’importatore, la presenza di materiali o sostanze pericolose, le modalità di smaltimento.

Gravi le irregolarità riscontrate dai finanzieri: frode in commercio e violazioni al codice del consumo

L’imprenditore, un cinquantenne di origini cinesi residente nel mantovano, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Torino, rischia fino a due anni di carcere.

L’operazione rientra nel quadro delle attività svolte dalla Guardia di Finanza a tutela dell’economia legale e finalizzate a preservare il mercato dalla diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza imposti dalla normativa nazionale e dell’Unione Europea, anche perché il consumatore ha sempre il diritto di sapere come sta spendendo i suoi soldi.

Prof di scuola media adescava minorenni in rete

Il web è un terreno pericoloso, soprattutto se usato senza le dovute cautele. E lo stesso discorso vale per i social. Entrambi possono essere per tutti, giovani o meno giovani, una fonte infinita di conoscenza, ma sovente diventano un campo che crea i presupposti per la semina di reati, anche gravi. E odiosi come in questo caso. Nei giorni scorsi la squadra mobile della Polizia di Stato di Novara ha proceduto all’esecuzione della custodia cautelare in carcere di un uomo, docente di una scuola media, che adescava delle ragazzine minorenni con l’intento di compiere degli atti di natura sessuale. Il docente, come in numerosi casi di cronaca, proprio tramite l’utilizzo dei maggiori Social-Network entrava in contatto con alcuni profili di ragazze minorenni e, con identità fasulle, le adescava carpendone la fiducia con lusinghe ed apprezzamenti, scambiando con le stesse materiale pornografico. Le indagini, condotte dagli investigatori e coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino, hanno fatto emergere dei gravi fatti che vedevano coinvolto il docente: il professore, anche in virtù della capacità di entrare in empatia con le minori, dopo essersi informato della loro età, si faceva inviare delle fotografie dal contenuto pornografico, facendo delle proposte esplicitamente sessuali. Inizialmente, al fine di adescare le minorenni, imboniva le stesse affermando di avere un’età compresa tra i 22-23 anni, ben inferiore a quella reale, spacciandosi per agente assicurativo, con delle condotte prodromiche al raggiungimento dei suoi intenti criminali. In altri casi, in ragione della sua reale attività, era persino riuscito a compiere degli atti sessuali con una sedicenne.

 

 

Opere d’arte e case con i soldi dell’azienda. Che fallisce e lascia a casa 170 lavoratori

Sculture, quadri di grande valore, immobili di lusso, il tutto con i fondi distratti 

 

Un fallimento anomalo quello scoperto dalla Guardia di Finanza di Torino che, al temine di un’indagine durata oltre un anno, ha denunciato a vario titolo nove persone per bancarotta fraudolenta. 

 

 

I Finanzieri del Gruppo Torino, che hanno eseguito le indagini coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno appurato come gli amministratori della società, leader per anni nel settore della verniciatura e con in portafoglio importanti collaborazioni con alcuni colossi dell’industria italiana, abbiano di fatto sottratto dal patrimonio aziendale ingenti fondi. Risorse destinate – almeno sulla carta – a parziale copertura dell’enorme debito accumulato.

 

 

Sculture, dipinti ed altre opere d’arte di pregio, acquisite nel corso degli anni con i fondi aziendali, ma anche immobili, acquistati dagli amministratori, coniugi sessantenni, in rinomate località turistiche della Costa Azzurra. Il tutto, mentre l’azienda sprofondava verso il definitivo dissesto.

 

Nel corso delle perquisizioni è anche emerso come, al fine di sottrarle ad eventuali sequestri o altre azioni esecutive dei creditori, la coppia abbia fatto “sparire” sculture e quadri di grande valore; opere “svanite”, ma non solo: i due indagati hanno sì spontaneamente fatto trovare alcuni quadri, appesi negli uffici aziendali, peccato però che siano risultate solamente delle copie. Gli originali (tra cui un dipinto di Paola Levi-Montalcini, sorella gemella della Senatrice Premio Nobel Rita, di valore stimato superiore a 80.000 euro) erano custoditi dalla coppia all’interno della loro villa sulle colline torinesi.

 

 

Al temine delle operazioni, i Finanzieri hanno accertato un buco societario di oltre 24 milioni di euro e un’evasione fiscale di circa 2 milioni. Sequestrati conti correnti per 250.000 euro e alcuni immobili, tra cui l’abitazione di pregio.

Auto contro tir. Muore una donna

Dal Piemonte

Una donna è morta nel pomeriggio, in un incidente stradale che ha coinvolto un camion e un’auto a Termine di Villafalletto, nel Cuneese sulla provinciale tra Saluzzo e Cuneo. La vittima guidava  una Volkswagen. E’ rimasto ferito in modo grave l’autista di un tir che si è schiantato contro un edificio. E’ il terzo incidente stradale che si verifica in quel tratto di strada in pochi giorni.

La Gdf sequestra 80 tonnellate di rifiuti di rame

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Dalla Liguria

OPERAZIONE “ORO ROSSO”

Nel corso delle attività di controllo operate nell’ambito del porto del capoluogo ligure, i
finanzieri del II Gruppo della Guardia di Finanza di Genova ed i funzionari dell’Agenzia
delle Dogane di Genova 2 hanno intercettato e sequestrato, presso il bacino di Genova
Prà, un ingente quantitativo di rifiuti di rame illecitamente spediti dal Sud America.
Il servizio ha tratto origine dall’intensa attività di monitoraggio dei flussi commerciali
marittimi che interessano l’hub portuale di Genova, con particolare riferimento a spedizioni
transnazionali di rame, materia prima divenuta di forte interesse per le organizzazioni
criminali in ragione del suo valore sempre in ascesa e sovente proveniente da furti ed altre
attività illecite.
Il carico di rifiuti intercettati da Dogane e Guardia di Finanza, del peso complessivo di 83
tonnellate, proveniva dal Venezuela ed era destinato ad una acciaieria in Veneto per il
tramite di un intermediario svizzero.
La merce veniva spedita in 6 container, facendoli transitare attraverso l’hub portuale di
Genova Prà e lo scalo commerciale livornese.
Dopo un primo approfondimento da parte dei funzionari doganali e dei militari della
Guardia di Finanza, che consentiva il sequestro presso lo scalo del capoluogo ligure di 27
tonnellate di rifiuti di rame già importati e oggetto della spedizione illecita in quanto privi
della necessaria documentazione, venivano attivate le Fiamme Gialle livornesi che
operavano il sequestro presso lo scalo toscano di ulteriori 56 tonnellate.
I legali rappresentanti delle quattro società coinvolte sono stati denunciati alla competente
Autorità Giudiziaria per i reati di spedizione illecita di rifiuti e ricettazione, mentre le società
sono state segnalate per l’applicazione della normativa in tema di responsabilità
amministrativa degli enti.
L’Agenzia delle Dogane e la Guardia di Finanza del capoluogo ligure proseguono
incessanti l’attività di analisi ed intelligence volta ad intercettare ogni traffico illecito ed
individuarne i responsabili, a tutela dei consumatori e della sana imprenditoria operante
sul mercato italiano ed europeo.

Arrestati due ricercati

CONTROLLI A BARRIERA MILANO

Giovedì sera, poliziotti del Commissariato Barriera Milano,coadiuvati dal Reparto Prevenzione Crimine Piemonte e dalle unità cinofile della Polizia di Stato e della Polizia Locale, hanno effettuato un servizio di controllo del territorio nell’area di competenza, con particolare riferimento all’area del Parco Cittadino “Aurelio PECCEI”, sito fra le via Cigna e Valprato.

Complessivamente, sono state controllate venti persone; per 3 di esse, di nazionalità senegalese, irregolarmente residenti sul territorio nazionale, sono state avviate le procedure  per l’espulsione dallo Stato Italiano. L’accurata bonifica dei giardini permetteva, inoltre, alle unità cinofile il rinvenimento di 11 bustine di plastica contenenti marjuana  e frammenti di crack, rispettivamente per un peso di 20 e 4 grammi.

Due le persone tratte in arresto: si tratta di un cittadino marocchino di 41 anni con precedenti penali per stupefacenti, tentata rapina aggravata in concorso, rissa e inosservanza della normativa in materia di soggiorno, destinatario di un ordine di carcerazione per evasione.

E di un ventiseienne italiano, con numerosi precedenti di polizia e già colpito dalla misura del divieto di dimora a Torino; il giovane è stato rintracciato dal personale del Comm.to nel suo appartamento insieme ad altri due cittadini italiani pregiudicati; nell’alloggio nascondeva 18 grammi di hashish ed un bilancino di precisione. Anche lui era ricercato perché